La visita di stato (di ben cinque giorni) dei sovrani del Bhutan in Vietnam ci offre l’interessante occasione di vedere un re sotto la statua di uno dei più celebri rivoluzionari del secolo scorso, Hồ Chí Minh, bardato con una sontuosa composizione floreale che somiglia un po’ a un enorme bavaglino.
Incantevoli le due signore: Jetsun Pema, Regina Consorte del Bhutan, la conosciamo e ammiriamo da anni, mentre è una bella sorpresa la First Lady vietnamita, Nguyễn Thị Minh Nguyệt, consorte del presidente Lương Cường (ma che fascino hanno questi nomi?) col suo scicchissimo abito color malva. Ispirato alla tradizione, abbastanza sobrio per un Paese socialista e tuttavia perfetto nella sua raffinatezza per comparire accanto a una regina.
Stesso sfondo – il salone principale della palazzo presidenziale di Hanoi – per la firma degli accordi di cooperazione tra i due Paesi, che hanno relazioni diplomatiche dal 2012. Le future collaborazioni spazieranno dalla ricerca scientifica, all’istruzione, dall’agricoltura all’arte e alla cultura.
Il regno di Jigme Khesar Namgyel Wangchuck si caratterizza sempre più per l’apertura verso l’esterno, con gli altri Paesi asiatici (e non solo) con cui intreccia costantemente rapporti sempre più stretti. Una modernizzazione costante vissuta in prima persona dai sovrani, che in questa visita hanno portato con sé i tre figli; iniziata non solo con gli studi compiuti all’estero, ma anche con la scelta del Re di rinunciare alla poligamia per la sua regina, per lui l’unica,the one and only.
Iniziamo la giornata in bellezza, grazie alla famiglia reale più bella che c’è.
Compie oggi 35 anni Jetsun Pema, incantevole Regina Consorte del Bhutan, e i social della Casa reale la festeggiano con questa deliziosa fotografia. È il nuovo ritratto dei sovrani con i tre figli Jigme Ugyen, 5 anni, Sonam Yangden, un anno e mezzo, e l’erede al trono Jigme Namgyel, che di anni ne ha nove.
La foto è stata scattata dal celebre fotografo francese Stéphan Gladieu – invidiatissimo da Lady Violet – nel complesso di Tashichho Dzong, antico monastero-fortezza che sorge in un’area periferica della capitale Thimphu e oggi ospita il Governo, la sala del trono e gli uffici del sovrano.
La regina divide il giorno del compleanno con una piccola principessa, Lilibet Diana di Sussex, nata in California il 4 giugno 2021. Foto della bambina, come di suo fratello maggiore Archie, sono rarissime e i bambini non appaiono mai in primo piano, per cui immagino che anche la piccola Lilibet sia incantevole, pur non avendola mai vista. Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che durante l’ultimo viaggio nel Regno Unito il padre della bambina, il principe Harry, avrebbe discusso con lo zio materno la possibilità di adottare il cognome Spencer, ma ne sarebbe stato sconsigliato. Quale sia la realtà non sappiamo, e come sempre parlando dei Sussex vi invito a prendere ogni notizia, o presunta tale, con le molle.
Auguri dunque alle birthday girls di oggi, e che la grazia, la serenità e l’armonia che vengono dal Bhutan si diffondano ovunque nel mondo, nelle nostre vite e nei nostri pensieri.
Iniziamo in bellezza questo weekend di fine estate? Se siamo tutti d’accordo, non possiamo che andare in quello che della bellezza è il regno, il Bhutan.
Dove oggi il sovrano, accompagnato dal padre, il Quarto Re Drago, l’incantevole moglie Jetsun Pema, i tre figli – the heir and the spare più la piccolina – e membri sparsi della famiglia reale ha inaugurato un nuovo parco nella capitale Thimphu.
Un progetto voluto dal re in persona e sviluppato in 18 mesi, con l’obiettivo di ampliare l’offerta di spazi verdi nella capitale incrementando al contempo lo sviluppo sostenibile.
Io resto sempre incantata non solo dalla oggettiva bellezza dei sovrani, dei loro figli e dei bhutanesi in generale, ma anche dalla grazia co cui riescono a mescolare elementi ricchi con altri molto più modesti, lo splendore della natura a strutture semplici, quasi abbozzate.
Ho trovato particolarmente interessante questo padiglione che reca una scritta in inglese, e mi fa pensare alla chiara intenzione di chi governa il Paese ad aprirlo forse all’occidente, sicuramente al mondo intero. Negli ultimi mesi infatti sono stati accreditati parecchi ambasciatori, mentre fino a poco tempo le relazioni internazionali non erano curate direttamente, ma credo dall’India.
Insomma, nonostante le piccole dimensioni, l’esiguo numero di abitanti (meno di un milione) e la posizione particolare, mi convinco sempre di più che il Bhutan sia uno di quei posti da tenere d’occhio nei prossimi anni, e non solo per vedere che splendore diventerà la principessina Sonam Yangden, che compie un anno il 9 settembre.
Poi che vi devo dire, a me questi signori coi calzettoni neri e le ginocchia in bellavista piacciono da pazzi!
Compie oggi 34 anni Jetsun Pema, l’incantevole regina del Bhutan. Per festeggiarla la casa reale ha scelto due fotografie che la ritraggono con la piccola Sonam Yangden, che domenica compirà nove mesi. La bimba è nata dopo due maschi, e ho pochi dubbi che sia diventata la cocca di casa; ci sono fotografie tenerissime non solo con la mamma ma col papà, i fratelli maggiori, e anche col nonno.
Mentre ci beiamo di tanta bellezza (e tanta pucciosità) una piccola riflessione non guasta. Il precedente sovrano, il quarto Re Drago, salì al trono a soli diciassette anni, alla morte improvvisa del padre cardiopatico, e ha abdicato in favore dell’attuale re – marito e padre di queste due belle ragazze – nel 2006. In accordo alla tradizione aveva sposato (in un’unica cerimonia) quattro sorelle da cui ha avuto una decina di figli. Ma quando il figlio Jigme Khesar Namgye ha sposato Jetsun Pema, ha rinunciato alla poligamia dichiarando che lei sarebbe stata the one and only, l’unica donna della sua vita.
Al di là dell’aspetto romantico, una modernizzazione dello stile di vita che va di pari passo con la modernizzazione del Paese. Mi piace credere che queste fotografie parlino un po’ di girl power, e mi fanno pensare a quelle di Rajwa, trionfalmente incinta, ripresa da sola per il primo anniversario di nozze (Le foto del giorno – Mum to be).
Naturalmente tutto ciò può essere letto anche nel senso inverso: donne viste principalmente come madri – che resta comunque il primo dovere da assolvere per sovrane e principesse ereditarie, assicurare la discendenza – celebrate più per il ruolo familiare che per la vicinanza al potere. Che nei loro Paesi resta saldamente in mano maschile e in molti casi continua ad escluderle.
In queste foto Jetsun Pema è celebrata non solo come madre ma come regina; lo testimoniano la posa piuttosto formale e l’uso dell’abito tradizionale. In altri ritratti la posa è più rilassata e la regina indossa anche abiti occidentali; eccola qualche mese fa con la sua bimba e quello che sembra tanto un cardigan Missoni. Bella festeggiata, e dotata di ottimo gusto.
Oggi è l’otto marzo, giornata internazionale dedicata alle donne e ormai anche alle mimose. Vi tranquillizzo subito, non è intenzione di questo post celebrare le donne attraverso il ruolo di spose, la ragione è a un tempo più leggera e banale, e ve la spiego. Lady Violet è innamorata di un abito creato da Norman Hartnell negli anni ’50 per la giovanissima Queen Elizabeth, e lo considera un po’ il simbolo di questa giornata (qui trovate il post che gli avevamo dedicato qualche 8 marzo fa: La foto del giorno – 8 marzo). Poi qualche giorno fa mi sono imbattuta in una foto colorata a mano, che mi ha fatto nascere una curiosità.
La fotografia, di proprietà del Royal Collection Trust, ritrae la principessa Alice, terzogenita e seconda figlia femmina di Queen Victoria, che il 1 luglio 1862 andò sposa a Luigi IV d’Assia. Pochi mesi prima delle nozze era morto il Principe Consorte, Albert, per cui la cerimonia fu celebrata in forma privatissima nella sala da pranzo di Osborne House, amata residenza sull’isola di Wight. Alice morì di difterite sedici anni dopo, appena trentacinquenne, ma fece in tempo ad avere sette figli tra cui Victoria, nonna di Philip Duca di Edimburgo e Alice, ultima zarina di Russia col nome di Alexandra. Ma veramente la principessa si sposò in giallo? In effetti no, le spennellature color mimosa sono una licenza dell’ignoto ritoccatore; Alice adottò l’abito bianco secondo la moda lanciata dalla madre, ma ormai la suggestione era creata. Dunque mi sono chiesta se ci fossero state spose, se non reali almeno famose, andate all’altare in abiti color mimosa. Qualcosa c’è, anche se al contrario un articolo che mi è capitato di leggere di recente sottolineava come le spose reali tendano a scegliere il bianco anche al secondo matrimonio. Così hanno fatto le divorziate Letizia e Meghan, che nonostante il proprio passato – ma in ossequio al protocollo – si sono presentate all’altare aureolate di veli; la Duchessa di Sussex addirittura col velo anche davanti a coprire il viso, cosa che generò qualche commento diciamo sorpreso. In bianco ma corto anche la Princess Royal per le sue nozze con Tim Laurence, e l’attuale Queen Consort, che per la cerimonia civile a Windsor che la unì a Charles indossava abito soprabito e cappello che forse non erano candidi ma nelle fotografie lo sembravano. Per la benedizione del pomeriggio Camilla si cambiò indossando una mise colorata; un insieme grigio con tocchi dorati, non proprio giallo ma quasi (A Royal Calendar – 9 aprile 2005).
Il giallo oro è protagonista dell’abito con cui l’incantevole Jetsun Pema è diventata Regina del Bhutan il 13 ottobre 2011, e a dire il vero è presente anche nel vestito del re. Ciò non stupisce dato l’ovvio legame tra l’oro e la regalità, e in alcune culture orientali il giallo in ogni sua sfumatura è espressamente riservato al sovrano.
Volendo restare in compagnia del giallo oro, il più clamoroso wedding dress è senza dubbio quello di Olga di Grecia, andata sposa il 27 settembre 2008 sull’isola di Patmos a Aimone di Savoia Aosta. Prada creò per lei un abito pieno di rimandi alla cultura ellenica, un meraviglioso inno alla luce color oro pallido con acconciature di spighe come Demetra e bouquet di foglie di ulivo come Atena.
Uscendo dall’ambito reale non possiamo che incrociare la sposa seriale Liz Taylor, dea dagli occhi viola e ostinata dea del matrimonio, essendo andata all’altare per ben otto volte, con sette uomini diversi. Meglio di lei a Hollywood solo Zsa Zsa Gabor, che raggiunse quota nove. Dopo aver impalmato nel 1950 Nicky Hilton (in classico abito bianco, in fondo aveva solo 18 anni), Michael Wilding nel 1952 con un abito da sciura colorato (ma non si sa come, le foto sono solo in bianco e nero) con ampio collo e polsi in organza bianca; Mike Todd nel 1957 (abito a mezze maniche con cappuccio, secondo alcuni azzurro chiaro ma anche qui solo foto in bianco e nero); nel 1959 Eddie Fisher, scippato all’amica Debbie Reynolds (secondo me l’abito più bello, anche lui col cappuccio in chiffon verde oliva); Liz è pronta per la cinquina. Arriva a Roma per interpretare la femme fatale per antonomasia, Cleopatra, e incontra l’amour fou. Lui è un fascinosissimo attore gallese, Richard Burton; nel film è Marco Antonio. L’amore divampato tra la regina egizia e il triumviro romano viene replicato sotto il sole rovente del litorale laziale. Liz e Dick sono entrambi sposati, but who cares? Lui le chiede di sposarlo a gennaio a Toronto, le leggi canadesi pongono una serie di ostacoli ma come si sa omnia vincit amor e finalmente i due riescono a coronare; è il 15 marzo 1964 a Montreal, lei ha ottenuto il divorzio da Fisher solo nove giorni prima.
(Ph: Getty Images)
E finalmente eccolo, il famoso abito giallo: corto, di chiffon, con maniche abbondanti (pure troppo) creato dalla costumista di Cleopatra, Irene Sharaff. Inizia la fase che io chiamo trionfale e accompagnerà la diva per il resto della vita: mise ridondanti che spesso esaltano il fiorente décolleté però non valorizzano troppo la sua voluttuosa ma non slanciatissima figura. Come acconciatura un treccione inondato di fiori più adatto ad una sposa più giovane; per fortuna c’è ad attirare l’attenzione il sontuoso dono di nozze dello sposo: una spilla Bulgari con un grosso smeraldo circondato di diamanti. Lui d’altronde una volta disse della moglie: “l’unica cosa che Elizabeth sa dire in italiano è Bulgari”. Nel 1974 il matrimonio è finito – ma per lei quello durato più a lungo – l’anno dopo ci riprovano e il 10 ottobre si risposano in Botswana; lei indossa un leggero caftano multicolore da figlia dei fiori. Questa volta dura solo nove mesi, ma Liz non è donna da restare nubile a lungo e il 4 dicembre 1976 sposa John Warner, avvocato e senatore repubblicano della Virginia. Matrimonio invernale con abito di cachemire viola sotto un cappotto di tweed e pelliccia con turbante abbinato. Nel 1982 il divorzio, cui seguono nove anni di singletudine fino al 6 ottobre 1991, data dell’ultimo, improbabile matrimonio.
A un passo dai 60 anni Liz sposa Larry Fortensky, un operaio edile di vent’anni più giovane conosciuto mentre entrambi combattevano la dipendenza da alcol (più lei) e droga (più lui) ricoverati al Betty Ford Center. Un giovanotto cui si poteva perdonare molto, ma non la pettinatura. Nozze celebrate nel Neverland Ranch di Michael Jackson, grande amico della sposa e maestro di cerimonie. Anche questa volta Liz sceglie il giallo in una tonalità chiarissima, Valentino (sì proprio lui, il perfido) le dona un abito tutto balze da bella del sud, modello zia di Scarlett O’Hara. La coppia divorzia il 31 ottobre 1996. Otto e sto.
Ultimo della serie è uno degli abiti che da bambina mi piacque di più: il 30 giugno 1970 la giovanissima, famosissima, originalissima Caterina Caselli sposa il suo produttore musicale, Piero Sugar. Con lui smetterà di cantare ma scoverà una gran quantità di talenti che hanno deliziato le nostre orecchie negli ultimi cinquant’anni. Per lei un lo stile folk, allora pazzescamente di moda: abito in pizzo giallo su camicia d’organza bianca, più cappello a tesa ampia. Delizioso.
A gentile richiesta, oggi dedichiamo la rubrica domenicale principalmente al royal wedding celebrato in Brunei nella prima metà del mese. La verità è che la rapida e inattesa successione degli avvenimenti nella nostra vecchia Europa – da una parte il passaggio dei poteri sul trono danese, dall’altra le notizie sulla salute di King Charles e della Principessa di Galles – ha catturato tutta la mia attenzione impedendomi di fatto di seguire come avrei voluto il grande evento andato in scena dall’altra parte del mondo, le sontuosissime nozze del principe Abdul Mateen con Anisha Rosnah. Confesso che un po’ ha contribuito anche la lunghezza e la complessità della cerimonia; celebrata in ossequio ai dettami dell’Islam e delle tradizioni locali, arrivavano notizie e fotografie di ogni tipo, e orientarsi non era immediato.
(Ph: German Larkin)
Il rito nuziale vero e proprio è stato celebrato domenica 14, con l’incantevole sposa in Dior Haute Couture; abito sontuoso ma alla fine neanche tanto, in una candida seta pesante intessuta d’oro. Linea elegante e piuttosto semplice, corpino aderente e gonna morbida con un piccolo strascico; indispensabili per la cultura del Paese le maniche lunghe e lo scollo appena accennato, ma tanto lì c’è il preziosissimo collier con diamantone centrale ad attirare l’attenzione. Molto elegante il velo, la cui leggerezza viene un po’ mortificata dal copricapo modellato come il classico tudung delle donne bruneiane, su cui è poggiata una tiara davvero regale tempestata di diamanti.
(Ph: Mohd Rasfan)
È un gioiello di famiglia, 800 e passa pietre per un totale di 132 carati (e un valore stimato in 10 milioni di sterline) indossato in precedenza da una delle sorelle del principe per le sue nozze. Quello che veramente non mi piace è il bouquet di pietre, preziose pure quelle; una tradizione della famiglia reale che ne possiede diversi, utilizzati nei royal wedding da una trentina d’anni. Apprezzo il rispetto per usi e costumi, ma mi ricorda un po’ quelle composizioni di pietre dure presenti in certi salotti d’antan, tipo quello della nonna Speranza di gozzaniana memoria. Comunque devo dire che pur con tutte le limitazioni e gli eccessi di una cultura così diversa dalla nostra, l’effetto finale è piuttosto contemporaneo. Chic la mise, shock il bouquet. Shock pure il collier, ma in un altro senso.
Ancora più moderno, e vicino al gusto delle spose occidentali l’abito indossato per il ricevimento postnuziale. Il libanese Zuhair Murad ha creato per la nuova principessa un modello a sirena in una delicatissima sfumatura di rosa cipria, con ricami di piccole perle che creano disegni floreali. Favoloso anche questo collier, ancor più sontuosa la tiara, prestata dalla moglie numero 1 del sultano, cui si aggiungono anelli orecchini e bracciali tempestati di diamanti. Sicuramente qui non vale il principio less is more; comunque chic.
(Ph: Instagram @tehfirdaus)
La lunga teoria di riti e cerimonie che ha preceduto la cerimonia nuziale vera e propria era iniziata una decina di giorni prima con la Khatam Quran, la lettura del Corano insieme alla famiglia. Anisha indossava un elegante baju kurung, l’abito tradizionale, realizzato su misura da Teh Firdaus, il principale stilista del Paese, in un tessuto bianco perla realizzato usando tecniche antiche che creano un ricco motivo. Il pizzo floreale che definisce bordo e maniche della tunica è il tocco finale. Chic.
(Ph: Instagram @tehfirdaus)
Sempre bianco, sempre opera di Teh Firdaus, l’abito indossato dalla sposa durante la cerimonia detta Berbedak Mandi, che se non ho capito male dovrebbe essere una sorta di benedizione degli sposi da parte dei genitori. La mise indossata in questa occasione si ispira al modello del tradizionale baju kurung però è realizzato tutto in pizzo, il che da un’aria più internazionale, forse anche grazie al velo senz’altro più donante, almeno ai nostri occhi, del copricapo tradizionale. Lei è bellissima e le sta bene tutto, questa mise mi sembra un po’ troppo, boh.
(Ph: Instagram @germanlarkin)
Tutti questi abiti più o meno bianchi vi hanno stancato? Ho qualcosa per voi. Uno dei momenti più particolari di questo abbondantissimo matrimonio è stata la powdering ceremony, un rito per invocare sugli sposi fecondità e ricchezza (anche se non è che ce ne sia troppo bisogno…). in questo caso il colore è il rosso, elemento di una mise che vede il suo culmine in un’altissima corona.
(Ph: German Larkin)
Trovo alcuni aspetti di questo abito davvero affascinanti, e altri, come dire, sorprendenti. Come il fatto che con quel copricapo, i favolosi orecchini in oro e diamanti, i bracciali d’oro ai polsi, la sposa si sia appuntata anche una spilla, forse temeva di essere considerata troppo semplice, quasi francescana. Impossibile da inserire in una delle nostre categorie, ma wow!
Ma almeno un’ospite la ce la vogliamo mettere? Ne scelgo una a caso: Jetsun Pema, consorte del Re del Bhutan, seduto alla sua destra. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese, questa volta in blu con tocchi di azzurro. Incantevole come sempre, spicca anche adeguatamente sullo sfondo giallo della sala (il giallo è il colore del Sultano, perciò lo vedete dappertutto ma non lo indossa nessuno). Sublimemente chic, as usual.
(Ph: Instagram @support.anishaik)
Ecco gli sposi, finalmente moglie e marito dopo la maratona nuziale. E per la prima uscita da principessa in abiti occidentali cosa sceglie la bella Anisha? Dior per le slingback color crema (modello J’adior) e borsa, la Lady Dior in coccodrillo blu, abbinate a un abito di Self Portrait che noi conosciamo bene, pure troppo… ve lo ricordate? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess). Ne usciremo mai? Boh, ma quanto a scelte principesche direi che ci siamo.
Restiamo in zona per seguire un’altra giovane coppia sposata da poco: Hussein e Rajwa di Giordania in visita a Singapore. In occasione del Jordan-Singapore Tech Alliance Forum la principessa, capelli sciolti e spettinati à la Máxima, indossa un abito midi in viscosa di Karen Millen, in una fantasia dai colori muffosi che ammazzerebbero quasi tutte, lei sicuro. Va bene la sobrietà, ma qui si esagera! Mi dispiace, la trovo terribile, shock.
Il giorno seguente incontro con il Primo Ministro Lee Hsien Loong e consorte. Look un po’ monacale con l’abito bianco Roskanda caratterizzato da maniche inutilmente bouffant con nastro appeso, modello che mi permetto di sconsigliare per una colazione, dato che se nel menù fosse compreso un consommé il rischio inzuppo sarebbe altissimo. Mi piace molto la cintura che sembra una lamina metallica; gliel’abbiamo già vista, e sappiamo pure chi gliel’ha data (Festeggiare con stile) abbinata alle scarpine slingback Gianvito Rossi. Per ora Rajwa non si schioda dal mezzo tacco, per non sovrastare il coniuge, vediamo se più in là prenderà ispirazione dalla suocera, che porta tranquillamente i tacchi alti anche quand’è col marito. Se intanto la fanciulla si facesse dare qualche suggerimento per i capelli, evitando la (s)pettinatura a salice piangente non farebbe un grammo di danno. Scopriamo che anche lei ha la clutch Knot di Bottega Veneta, in una tonalità soberrima definita “travertino”. Boh. Fatemi spezzare una lancia in favore della signora Ho Ching, consorte del premier, con tunica ispirata alla tradizione e ciabattoni. La signora è laureata in ingegneria elettronica e ha avuto una brillantissima carriera da manager, che sicuramente ha nutrito la sua autostima. Shock, ma brava.
Altro appuntamento, altra mise; in questo caso Rajwa sceglie un completo pantaloni a vita alta + giacca doppiopetto di Gabriela Hearst in un rosa cipria che le scalda l’incarnato pallido. Borsa in tinta: una FendiPikaboo, modello amatissimo dalla suocera Rania. In generale mi piace, ma la giacca tira un po’, andrebbero spostati leggermente i bottoni. A meno che la coppia non stia per darci una lieta novella, nel qual caso mi tacerei all’istante. Chic di incoraggiamento.
Unica principessa di sangue di questa rassegna, l’avevamo vista scendere la scaletta dell’aereo con le borse in mano nel primo viaggio all’estero del 2024 per un membro della Royal Family (Arrivi e partenze). Anne non avrà la bellezza del padre, cui somiglia molto, né il carisma della madre, ma ha un gran carattere e uno stile tutto suo. Nella visita in Sri Lanka l’abbiamo vista con diverse mise nessuna delle quali memorabili, che avevano però il vantaggio di mettere in luce l’essenza di chi le indossava. Ho scelto questa foto perché mi piace molto: lei semplicissima in pantaloni bianchi e camicia ecrù – forse inavvertitamente ha beccato uno dei trend di stagione, che vuole abbinate tonalità diverse di bianchi – ma circondata da persone che sorridono incantate. Chic a prescindere.
Vi distraggo solo un attimo dai preparativi questa sera, e vi confesso che per oggi nessun post era previso; ma poi è arrivata questa foto e ho pensato che non potevo non proporvela.
Dal Bhutan la famiglia reale più incantevole che si possa immaginare ci fa gli auguri per l’anno nuovo. E io mi permetto di unirmi a loro nell’augurare a tutti noi un anno di pace, di serenità, di gioia, con un pizzico di bellezza, che secondo me ci vuole.
In bellezza inizierà l’anno royal, con le nozze del principe Mateen del Brunei, che tra pochi giorni sposerà la fidanzata Anisha, figlia di un ministro del suo Paese.
(Ph: Instagram @tmski)
Posso solo immaginare lo sfarzo del matrimonio, ma sulla bellezza direi che non ci sono dubbi. Ci aspettano ben 10 giorni di festeggiamenti, davanti ai quali le nozze infinite di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo saranno una cosetta. Le danze si apriranno domenica 7, la cerimonia islamica a quanto ho letto è prevista per giovedì 11 mentre domenica 14 è il giorno del ricevimento nuziale e della parata per le vie della capitale. E mentre vi preparate mentalmente buttate un’occhiata al favoloso diamante che la sposa con nonchalance espone a favore di camera.
Passate una splendida serata con chi amate, iniziate il nuovo anno in allegria.
Lady Violet e Purple vi aspettano sul sofà, per un 2024 realmente royal. Happy new year!
Il 9 settembre scorso arrivava dal Bhutan la notizia che la regina Jetsun Pema aveva partorito per la terza volta (Fiocchi rosa), dando alla luce una bambina dopo due maschi.
A tre mesi esatti dalla nascita la piccola principessa, che a quanto mi risulta non era mai comparsa in pubblico, ha ricevuto il suo nome ed è stata così ufficialmente presentata alla comunità.
La bimba si chiama Sonam Yangden Wangchuck. Il primo nome, Sonam, indica merito longevità e buona fortuna, mentre Yangden significa gioiello prezioso, e porta con sé prosperità e benessere. Wangchuck è il nome del casato.
La cerimonia è stata celebrata a Tashichhodzong, il monastero buddista alla periferia della capitale Thimphu che è sede del governo, oltre ad ospitare la sala del trono e gli uffici del re.
Oltre a segnare il terzo mese di vita della piccola, il giorno scelto è lo stesso in cui diciassette anni fa, nel 2006, il padre è salito al Trono d’Oro. Una data particolare e immagino scelta con cura, data l’importanza che le culture orientali attribuiscono ai numeri.
Presente alla cerimonia, con le massime autorità statali, la famiglia reale, a partire dal nonno della bimba, il Quarto Re Drago, e le sue quattro consorti.
Come sapete, l’ex sovrano sposò in un’unica cerimonia quattro sorelle, che hanno sempre avuto uguali titoli e uguali trattamento. Sono ragionevolmente sicura che la madre del Re, dunque nonna della bimba, sia la seconda signora da sinistra, con la blusa color oro.
Che bambolina, e immaginate appena le cresceranno i capelli
Un po’ ci speravamo, e alla fine la notizia è arrivata: dopo due maschietti Jetsun Pema, l’incantevole regina del Bhutan, ha dato alla luce una bambina.
Avevamo avuto sentore di una gravidanza in giugno, al royal wedding giordano, cui la sovrana aveva partecipato – peraltro vestita di rosa, forse voleva dirci qualcosa? – in compagnia della cognata Euphelma; la notizia era stata poi confermata dalla corte. Oggi il lieto evento; madre e bimba stanno bene, gli astrologi di palazzo sono già al lavoro e ci informano che la piccola, di cui ancora non si conosce il nome, è nata nel venticinquesimo giorno del settimo mese nell’anno del coniglio, anno femminile, il cui elemento è l’acqua. Qualsiasi cosa tutto ciò voglia dire.
Dopo aver visto il delizioso annuncio ufficiale declinato in rosa, Lady Violet non vede l’ora di conoscere la piccola, che con quei geni (materni, ma pure paterni) si annuncia una piccola stella, e di ammirarla nel costume tipico, vi immaginate che spettacolo? Cosa ancor più bella è che in una settimana sono arrivate tra noi ben due principessine; giusto sabato scorso è nata a Bruxelles Alix, figlia di Amedeo d’Asburgo-Este e della moglie italiana Elisabetta. Anche in questo caso una bimba sana e bellissima, che ha reso i sovrani emeriti Albert e Paola bisnonni per la terza volta. Paola lunedì compirà 86 anni e immaginiamo la gioia di questo compleanno.
Vi ricordate il maestro Manzi – o ne avete anche solo sentito parlare – che riuscì a fare prendere la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di italiani col programma Non è mai troppo tardi trasmesso dalla Rai dal 1960 al 1968? Ecco, per il post di oggi mi sono permessa di parafrasare quel titolo così famoso, perché oggi di scuola parliamo. Lo so sembra un argomento lontanissimo, quando non è ancora arrivato Ferragosto e manca una quarantina di i giorni alla riapertura. Però ci sono foto legate alla scuola in due Paesi diversissimi, che ho trovato interessanti e vorrei proporvi.
Partiamo dal Bhutan, che negli ultimi tempi abbiamo un po’ trascurato: in settimana i sovrani, accompagnati dai figli e da vari membri della famiglia reale, hanno festeggiato i 50 anni della scuola Lungtenzampa, frequentata dall’élite bhutanese, compresi i principi reali.
Nata come scuola materna nel 1972, è ora equivalente a una scuola media: il re l’ha frequentata dagli 8 ai 12 anni, e la regina dagli 11 ai 15. Per l’occasione i sovrani hanno fatto alla scuola un gran bel regalo donando un campo da tennis, il Golden Jubilee Tennis Court.
Vi raccomando di non perdere il video che vi allego, così potrete farvi un’idea dell’allegria di questa festa, piena di alunni, ex alunni, ballerini di ogni età, anche in maschera; dai ragazzi vestiti da supereroi a quelli in costume tipico a quelli che rappresentano animali fantastici https://fb.watch/mebAjOOyqH/
En passant, vi ricordo che Jetsun Pema è incinta del terzo figlio. La bellezza e la grazia di questa donna non smettono di lasciarmi incantata.
Totalmente diversa la scena in Spagna, dove ieri la Reina e le due figlie hanno visitato la Granja Escola Jovent a Mallorca, un centro che insegna ai ragazzi l’importanza della vita nel rispetto della natura e degli animali, prendendosene cura.
Informali come non mai, devo dire che le tre signore si mischiano ai presenti in un modo molto efficace. Confesso: per individuare Letizia ci ho messo qualche secondo. Deliziosa la foto di Leonor con accanto un ragazzo che le si appoggia sulla spalla. Per molto tempo ho pensato che la Princesa de Asturias avesse un carattere chiuso e modi un po’ bruschi, invece sta rivelando una meravigliosa capacità di interazione. Brava. E chi se ne importa se a volte sembra essersi scambiata gli abiti con la madre.