Royal chic shock e boh – Philip Treacy edition

Oggi è il 26 maggio, e il compleanno da festeggiare subito è quello di Frederik X: il cinquantaseiesimo di vita e il primo da quando è sul trono. Centouno anni prima di lui aveva visto la luce a Kensington Palace la Queen Mary; non sua moglie ovviamente ma la consorte di George V, nonna della mai troppo rimpianta queen Elizabeth, nata Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes of Teck il 26 maggio 1867. Un anno prima del sovrano danese nasce in Irlanda Philip Treacy, destinato a diventare uno dei più genali e amati creatori di cappelli del mondo, adorato da molte royal ladies – a partire da quelle della Royal Family – da molte ladies in generale, e pure da Lady Violet. Dunque oggi per la nostra rubrica di stile vi propongo una carrellata di sue creazioni con una necessaria precisazione: data la sterminata produzione (cercate, googlate, scoprirete meraviglie) restringiamo il campo ad alcuni cappelli realizzati per signore appartenenti a famiglie reali; nei quali la favolosa eccentricità che contraddistingue la produzione di Philip Treacy (accanto alla straordinaria tecnica) risulta necessariamente limitata.

Cominciamo con quella che deve essere stata una delle sfide più interessanti della sua vita, vestire la testa di Camilla Parker-Bowles per le nozze col principe di Galles. Se per le nozze civili abbina all’abito avorio della sposa un classico cappello a tesa larga ornato ma non troppo, per la benedizione nuziale nella St.George’s Chapel di Windsor crea qualcosa di unico.

(Ph: Getty Images)

Un cerchietto – in effetti una sorta di corona – di piume dorate che evocano delle spighe di grano e trasformano la non più giovanissima sposa in una sorta di moderna Demetra. Scommessa vinta, chic.

(Ph: Getty Images)

Modello simile ma effetto finale completamente diverso per la creazione che la allora Duchessa di Cornovaglia indossa al matrimonio di Zara e Mike Tindall, il 31 luglio 2011. Al posto delle piume ci sono i fiori, per una acconciatura che rimanda a quella delle damigelle, e non è un complimento. Troppi fiori, troppo girlie, e pure troppo alto. Shock.

Camilla nella sua vita pubblica indossa quasi solo cappelli Philip Treacy: sono quasi sempre bellissimi e le donano molto.

(Ph: Getty)

Se però dovessi sceglierne uno sarebbe questo: una girandola di piume rosa per il matrimonio di Harry e Meghan. A questo punto avete capito che per indossare bene un cappello, oltre a scegliere un modello adatto al viso, al fisico e all’occasione, ci vogliono anche un certo stile e senso dell’umorismo, due caratteristiche che la Queen Consort possiede, soprattutto la seconda. Ovviamente chic.

Quanto all’altro festeggiato di oggi, non mi risulta che abbia mai indossati cappelli Philip Treacy, ma la sua bella moglie sì. Ad esempio alle nozze monegasche tra Albert e Charlène, il 2 luglio 2011, quando quest’altra Queen Mary, allora sono principessa, abbina all’abito in raso ottanio di Prada il più classico dei fascinator, che mischia la sobrietà del disco con l’opulenza del grande fiore.

(Ph: Getty Images)

Lo stesso modello lo aveva indossato anche Zara qualche anno prima. Bello ma un po’ banale, boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty)

Per il mio temperamento drammatico molto meglio il modello scelto dalla figlia della Princess Royal per il matrimonio del cugino William. Un pezzo veramente notevole, anche se per una cerimonia di mattina avrei evitato il nero. E chi pensa ancora che ai matrimoni si dovrebbero portare cappelli piccoli e sobri per non oscurare la sposa (né la visuale altrui) ormai deve rassegnarsi, come ha fatto Lady Violet. Comunque chic.

Un cappello simile lo ha indossato anche Maria Teresa di Lussemburgo per la festa nazionale del 2015; l’inclinazione è diversa rispetto a Zara, ma va considerato che la granduchessa è piccolina di statura, e deve stare attenta all’armonia delle proporzioni. Io la trovo chic (ma solo il cappello).

Torniamo alle nozze dei Duchi di Cambridge, dove le signore che avevano scelto Philip Treacy si contavano a decine; tra tutte fu una sua creazione a lasciare tutti a bocca aperta.

(Ph: Pascal le Segretain/Getty)

La cugina dello sposo, Beatrice di York, arriva a Westminster Abbey con padre e sorella; indossa un bel robe manteau di Valentino, cui abbina questo straordinario pezzo di modisteria. Io lo trovo geniale, fantastico, divertentissimo, però è troppo impegnativo per Bea, col suo fisico minuto e le incertezze dei suoi ventidue anni. Per portare una cosa del genere ci sarebbero voluti maggior temperamento e sicurezza di sé. Data la reazione urbi et orbi, la principessa decide di mettere il cappello all’asta, ricavando dalla vendita una somma enorme andata in beneficenza. Autenticamente, positivamente shock.

(Ph: Samir Hussein/Getty)

Anche Eugenie sfoggia una creazione di Philip Treacy, che contribuisce ad affossare la sua mise: un insieme un po’ pasticciato e pochissimo donante della divina Vivienne Westwood. C’è da dire che questo modello stretto e appuntito (ispirato da Robin Hood?) lo portavano almeno altre due signore, Victoria Beckham e la povera Tara Palmer-Tomkinson e stava male a entrambe. Shock.

(Ph: Dave Thompson – WPA Pool/Getty Images)

Stesso matrimonio, ancora cugine dello sposo ma dal lato materno: ecco Amelia, Eliza e Kitty Spencer, figlie del fratello di Diana, in versione tre grazie con tre creazioni Philip Treacy. Loro sono giovanissime e tanto belline, ma i fascinator delle prime due, almeno in questa foto, mi perplimono assai, boh. Mentre il cappellino della terza, wow! Chic, anche se l’abito è troppo scollato.

Altro matrimonio di un cugino, quello di Peter Phillips con Autumn Kelly (ora divorziati) altra creazione: la giovanissima Beatrice sceglie un fascinator dalla collezione Butterfly, una di quelle che ho amato di più, e continuo ad amare; ci ho proprio lasciato il cuore. Chic.

A questo punto so che state per chiedermi, e Catherine? La Principessa di Galles ha indossato spesso creazioni di Philip Treacy, nessuna delle quali davvero memorabili. Diciamo che al contrario di Camilla, che predilige abiti relativamente semplici con accessori importanti, della principessa di solito valutiamo la mise in generale, di cui il cappello è solo una parte. Spesso Catherine sceglie il modello a disco volante con grande fiore laterale, per il quale non nutro una passione smodata, o fascinator con decorazioni floreali. Un po’più particolare il cappello creato come complemento per il noioso abito a pois di Alexandra Rich (ne ha diversi, e me ne piace forse uno), a comporre la mise indossata lo scorso anno per il giorno dedicato all’Order of the garter. Chic.

Ha fatto a modo suo la storia il cappello nero che Miss Middleton indossò il 15 dicembre 2006 a Sandhurst per assistere alla Passing Out Parade, prima occasione pubblica alla presenza della Regina e di buona parte della Royal Family. Il cappello è stato riusato anche dopo il matrimonio; un po’ pesante per una ragazza così giovane, ma bello. Chic.

Quanto alla cognata Meghan, anche lei nella breve stagione da working royal si era affidata a Philip Treacy, per poi scegliere Stephen Jones nelle ultime uscite (il giubileo di platino e il funerale della regina). A me era piaciuto molto questo, indossato ad Ascot poche settimane dopo il suo matrimonio. Chic.

Meno convincente quello indossato a Sandringham per la messa di Natale del 2017, suo debutto con la Royal Family quando era ancora fidanzata. All’epoca fu paragonato a un fungo, e devo dire che il colore non aiuta né a valorizzare il suo incarnato né a evitare paragoni ortofrutticoli, oltre al fatto che secondo me è troppo grande per lei. Francamente shock.

Cappellino simile lo ha indossato Máxima per il Prinsjesdag del 2019 (Le foto del giorno – 17 settembre); a lei sta sicuramente meglio che a Meghan, d’altronde se c’è qualcuna che ha personalità da vendere e un fisico che si presta è proprio la sovrana olandese. La mia perplessità resta tutta, sostenuta anche dalla bizzaria della mise, però la manifattura è molto interessante. Boh.

Bellissimo, e perfettamente in equilibrio tra la solennità dell’occasione, l’abilità del creatore e il gusto della signora che lo indossa il cappello bianco sfoggiato all’incoronazione di King Charles. Perfetto, chic.

E a proposito dell’incoronazione, a Philip Treacy è stato affidato un incarico delicato: sostituire il velluto e adattare le corone alla testa dei sovrani; il riconoscimento definitivo alla sua abilità alla sua sensibilità, alla sua cultura.

(Ph: Robbie Reynolds)

Happy birthday!

Royal chic shock e boh – Una settimana di mezza primavera

Martedi 14 il principe di Monaco Albert II ha ricevuto all’Eliseo, dalle mani del presidente Macron, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordre du mérite agricole, ordine cavalleresco prestigioso, che francamente non so se abbia ancora qualcosa a che fare con l’agricoltura. Però, ripensandoci, credo che allo Château de Marchais, proprietà dei Grimaldi nel nord della Francia, siano associate anche coltivazioni di vario genere, per cui probabilmente l’onorificenza ha più senso di quanto non sembri.

Il sovrano era accompagnato da moglie figli e sorella maggiore, a sua volta insignita della stessa onorificenza alcuni anni fa. Non c’ è una foto a figura intera, ma si può apprezzare lo stesso l’eleganza sicura di Caroline, con soprabito crema su vestitino nero, e borsetta Chanel. Che le vogliamo dire se non chic?

Charlène deve aver frainteso e ha pensato di doversi vestire in stile casual/agricolo con un tailleur pantalone scozzesone, un po’ lumberjack (che poi sarebbe il taglialegna), un po’ Scaramacai (celebre clown televisivo del tempo che fu). Shock. Assai meglio la figlia Gabriella, con un cappottino bianco Dolce e Gabbana molto più vicino allo stile della zia che a quello della madre.

(Ph: Rodrigo Freitas / NTB)

Martedì 14 è anche il primo giorno del viaggio ufficiale in Norvegia di Frederik e Mary di Danimarca, nel ventesimo anniversario del loro matrimonio. Mary sbarca dal vascello reale con cui la coppia ha raggiunto Oslo da Copenaghen (traversata fatta anche da Lady Violet tanti anni fa) nel suo più classico stile bon ton: giacchina color panna Ralph Lauren, gonna fantasia Erdem, borsetta Max Mara e i soliti stiletti Gianvito Rossi. Completa il tutto un fascinator più adatto a un matrimonio; chic ma noiosetta. Ugualmente soporifera la mise di Mette Marit, in abito Fendi color taupe con banda avorio che riprende il cappellone; data l’altezza la principessa pare un po’ un ombrellone. La trovo terribile, shock. Non si può certo parlare di noia con le due signore più agée; la regina Sonja accende la sua mise beige chiaro grazie a un soprabitino color aragosta con ramages e dettagli avorio. A ottantasette anni vorrei essere così. Ma pure a sessantasette. Chic. E come non amare la principessa Astrid che ripropone l’abito Polo Ralph Lauren che le avevamo già visto e apprezzato la settimana scorsa (Royal chic shock e boh – Special edition (parte prima), aggiungendo un cappello boater piazzato sulle ventitré. Irresistibile, l’eleganza del chissene…

Al banchetto di stato accade una cosa particolare: tutte e tre le principali signore scelgono mise che avevano indossato in precedenza, a royal wedding svedesi. La stilista di fiducia Birgit Hallstein ha rimaneggiato l’abito color lavanda con cui Mary aveva partecipato alle nozze tra Carl Philip e Sofia nel 2015. È stato aggiunto dello chiffon a coprire spalle e braccia (scelta strategica, anche se la regina danese mi sembra ancora piuttosto tonica) e il volume della gonna è stato dimezzato. Ma il senso di quell’orlo così corto? Va bene che sotto Mary porta le celeberrime Hangisi di Manolo Blahnik, ma francamente sono perplessa. Sul capo della neosovrana brilla la tiara di perle Poiré, in parure con orecchini e spilla. Non so, non mi convince, boh.

Anche Mette Marit ripropone la mise – o meglio, una parte – indossata al matrimonio di Carl Philip e Sofia: la gonna a fiori di Temperley London, che allora era abbinata a un corpino a mezze maniche rosa, ora è invece indossata con una creazione del brand francese Gunhild Paris, fondato da una stilista norvegese che ha lavorato anche per Dior e Givenchy ma non sembra proprio. Un modello che non esalta il punto vita e si allunga sulla pancia senza però raggiungere l’arricciatura della gonna. Salvo solo, per ovvi motivi, la tiara di ametista; il resto è shock.

Sonja ripropone tale e quale l’incredibile abito arancio con gonna e mantellina plissé indossata alle nozze di Victoria e Daniel di Svezia, il 19 giugno 2010; ora come allora lo ha abbinato alla sontuosissima parure di smeraldi. La adoro, ma questa volta passo, shock.

Il giorno dopo appuntamento col Primo Ministro Jonas Gahr Støre per un pranzo al castello di Akershus. Mary propone il manifesto del suo stile più classico: pencil skirt midi (Emilia Wickstead) che esalta la sua silhouette e blusa color cielo (Jesper Høvring) che illumina il viso. Le scarpe Prada replicano l’incarnato della regina a perfezione, e la clutch, Prada pure lei, non può che adeguarsi. Chic.

Tanta chirurgica perfezione finisce con l’oscurare l’onesto vestitino blu, firmato Oscar de la Renta, di Mette Marit. Ma prenderlo della propria misura pareva brutto? Boh. Chi non si fa oscurare da nessuno è la regina Sonja, con un tailleurino azzurro a bande fosforescenti. Shock, ma pur così abbigliata la sovrana non perde un grammo del suo charme.

C’è stata anche una passeggiata sul fronte del porto di Oslo, che in questi anni ha subito una profonda trasformazione con interventi architettonici ad hoc e l’apertura di istituzioni culturali di rilievo come il nuovo museo Munch o il teatro dell’opera. Très chic la regina Sonja, che da grande appassionata e sostenitrice delle arti appare perfettamente a suo agio sia nell’ambiente, sia col candido insieme pantaloni sportivi camicia di sangallo e sneakers. Non si può dire lo stesso della nuora Mette Marit, ingoffata da ampi (troppo!) pantaloni beige di Sportmax e blusa di Pia Tjelta Studio, brand fondato da un’attrice norvegese che probabilmente è meglio che continui a recitare. Shock.

Deliziosamente impeccabile Mary, che durante queste giornate è stata vista spesso mano nella mano col marito. Per lei ampia gonna blu, una bella camicia bianca che fa sempre la sua figura (Bagutta), ballerine bicolore Chanel, tracolla Chloe e un cappello stile panama (ma di un brand australiano) per ripararsi dal sole del nord. Molto chic, e quanto è carina questa foto?

Concludiamo con due ladies in green.

(Ph: NLImage/Patrick van Emst)

Venerdì 17 Máxima ha festeggiato in privato il cinquantatreesimo compleanno, ma il giorno precedente era stato ricco di impegni. Ne ho scelto uno, la visita a realtà che si occupano della popolazione anziana nella città di Almere. L’abito di viscosa è del solito Natan, e vi confesso che non mi dispiace per niente, nonostante le spiegazzature, anche perché ho una gran simpatia per il color lime e devo dire che a lei sta benissimo. La clutch è di Sophie von Haubsburg, brand italiano – anzi romano – fondato dalla bionda principessa d’Asburgo, coniugata Windisch Graetz, sempre più amato dalle royal ladies. Italiane anche le scarpe, le solite Gianvito 105 di Gianvito Rossi. Chic, e auguri.

Prima di volare in Italia per celebrare gli 80 anni della battaglia di Montecassino la Duchessa di Edimburgo ha partecipato col marito ad una cerimonia nella capitale scozzese. Dì la verità Sophie, hai perso una scommessa, sennò non si spiega come ti sia venuto in mente di farti appioppare da Suzannah London, che tante volte ti ha vestita carina, questo completino anni ’50 pesante come un topper per il letto. Ho visto un’immagine ravvicinata del tessuto, che ha una interessante lavorazione diamantata, ma gonfia la gonna in maniera assurda (e mi taccio sull’orlo). Non mi convincono nemmeno le scarpe nude di Prada, meglio la clutch con catenella, anch’essa di Sophie von Haubsburg, nella stessa tonalità del completo. Se mai c’è stata una mise che porta la persona che la indossa è questa. Shock!

La foto del giorno – Vent’anni dopo

I sovrani di Danimarca sono imbarcati sul vascello reale Dannebrog alla volta di Oslo, per la seconda visita ufficiale del loro regno. Oggi però per Frederik e Mary è anche un giorno speciale, il ventesimo anniversario di matrimonio.

Matrimonio che fino a un po’ di tempo fa sembrava solido, oggi forse un po’ meno, ma insomma troveranno il loro equilibrio se ancora non l’hanno fatto. In attesa degli splendori del tour Norvegese – che tiara avrà scelto la neoregina? – l’anniversario è celebrato con questa foto piacevolmente informale: abbracciati, sorridenti, vestiti con lo stesso piumino. Poi, siccome a noi interessano sempre i dettagli, il fatto che lei porti gli occhiali scuri, sicuramente giustificati dalla luce del nord, tende ad allontanarla un po’. D’altra parte anche quel 14 maggio 2004 non mancarono dettagli particolari, dalle lacrime di Frederik all’arrivo della sua sposa, che videro tutti, a quello che non vide nessuno: la fede nuziale della madre, morta qualche anno prima, che Mary volle cucita all’altezza del cuore.

Auguri alle Loro Maestà, e fateci sognare ancora come vent’anni fa.

Royal chic shock e boh – Special edition (parte prima)

Torniamo a fare quattro chiacchiere sul sofà? Riprendiamo con la nostra rubrica di stile, e per festeggiare il superamento di un momento difficile ve la propongo eccezionalmente in due parti, che ne dite?

La prima parte la dedichiamo alle due visite di stato di questa settimana, che hanno interessato la Scandinavia. Il primo viaggio ufficiale da sovrani di Danimarca Frederik e Mary lo fanno lunedì 6 e martedì 7 nella vicina Svezia, restando in qualche modo in famiglia: Re Carl Gustaf e la Regina Emerita Margrethe sono cugini di primo grado; inoltre la principessa ereditaria di Svezia è madrina di battesimo di Christian, primogenito della coppia danese, che ha ricambiato con i due figli di Victoria: Mary madrina di Estelle, Frederik padrino di Oscar. Sarà pure una riunione di famiglia, ma sempre di famiglia reale si tratta, dunque con un certo apparato, comprese le mise delle signore, che per un verso o per l’altro non ci deluderanno.

Mary indossa per l’ennesima volta l’abito avorio del brand danese MKDT Studio, che le abbiamo visto spesso e in varie versioni (ci era piaciuta tanto questa: Royal chic shock e boh – Ottobre, si riparte!). Qui lo abbina al blu: una mantella – scelta interessante ma non semplicissima da gestire, soprattutto col vento – le classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi e soprattutto un copricapo con un enorme fiocco, molto anni ’80 ma senza lo spirito scanzonato dell’epoca. Un modello della britannica Jane Taylor, che ha pensato bene di chiamarlo Cybele. La quale era una delle incarnazioni della Grande Madre, dea bella e terribile, solitamente rappresentata turrita, cioè con un copricapo a forma di torre, che mai e poi mai si sarebbe messa un fiocco in testa. Ve lo dico, Mary in versione regine mi sta perplimendo assai e questo caso non fa eccezione. Boh. Anche la bella Silvia ripropone una mise già indossata: abito in una fantasia pied-de-poul rosa e gialla, ripresa nei revers e nei polsini del soprabito shocking pink, a sua volta en pendant col pillbox che fa tanto Jackie. Dato che la regina ha indossato questo completino durante una visita in Giordania il 15 novembre 2022, e il primo trailer del film Barbie è uscito un mese dopo, possiamo affermare senza tema di smentita che la vera Barbie è lei. Boh.

La principessa ereditaria Victoria indossa sempre il più bello degli accessori, il suo meraviglioso sorriso. E meno male, perché la sua mise… Una creazione di Christer Lindarw dalle proporzioni tutte sbagliate: abito troppo lungo per essere midi e troppo corto per essere lungo, un soprabito 7/8 quasi 8/9 e come se non bastasse pure un fiorone stilizzato piazzato sulla capoccetta. Perfino la clutch, che non è di Bottega Veneta ma del brand danese Abro, sembra avere una misura strana. Shock.

(Ph: Dana Press/Bestimage)

Sceglie il bianco anche Sofia, nel suo caso un abito di Veronica Virta tutto abbottonato davanti che sarebbe interessante se non fosse interpretato nel solito stile un po’ lolita un po’ infermiera sexy. Boh. La foto di gruppo in interno vi consente di vedere meglio l’abito di Victoria, ma non credo sia un vantaggio. Alla fine quella che mi piace di più è Estelle, nell’abitino rosa frufru di By Malina.

La sera è il momento dello state banquet; Silvia cala la carta Leuchtenberg, parure di diamanti e zaffiri di grande bellezza, sicuramente una delle più preziose del forziere Bernadotte. Interessante l’abbinamento con il verde scuro dell’abito di pizzo, un modello della fida maison tedesca Georg et Arend molto adatto alla sovrana ottantenne che infatti lo indossa assai spesso nelle serate di gala. Certo uno stile un po’ démodé, ma non si può non ammirare il modo in cui la scollatura accoglie l’importante collier. Menzione d’onore per la borsetta vintage Ferragamo, chic. Continua la mia perplessità nei confronti di Mary; già principessa e ora regina del riuso, propone l’ennesima versione della gonna in seta pesante beige dorato di Jesper Høvring cui questa volta è stato abbinato un corpetto di tulle ricamato. A parte le maniche dall’incerto aspetto, a parte il ricamo asimmetrico, il mio dubbio è proprio sul modello dell’abito. Personalmente penso che quando si indossa una quantità di decorazioni così importanti per numero valore e significato, sia meglio qualcosa dalla linea più pulita. Nello specifico Mary porta: fascia e placca dello svedese Ordine dei Serafini, placca del danese Ordine dell’elefante, ordine familiare reale di Frederik X, più vari pezzi della parure di rubini: diadema collier, orecchini (piccoli, ce n’è anche un paio più grande) spilla bracciale. Insomma boh. Scontato l’omaggio alla regina consorte Ingrid, nonna di Frederik nata principessa di Svezia e precedente proprietaria della parure di rubini – lasciata espressamente alla fanciulla che avrebbe sposato il nipote – ma se vi aspettavate di vedere uno dei diademi riservati alla sovrana, cui ha finalmente diritto, tenete presente che molti di tali gioielli non possono lasciare il suolo danese, dunque per ammirarli dobbiamo aspettare che i neosovrani inizino a ricevere.

Banalotta Victoria in azzurro ghiaccio, altra creazione di Christer Lindarw, arricchita da un pannello fluttuante che parte dalla spalla sinistra, ma nelle foto non si vede granché. Mi piace invece la clutch di Gucci, ma in generale boh. Però lo vogliamo dire? Sotto gli archi leggeri e i diamanti danzanti della tiara Connaught che indossa la futura regina alla fine è bello tutto.

Stessa tonalità di colore per Sofia, che si rinfila nel suo abito da principessa dei ghiacci di Ida Lanto, già indossato per la cerimonia dei Nobel 2022 (December chic shock e boh (parte seconda). Sui capelli sciolti da bambola la consorte di Carl Philip porta come quasi sempre la sua tiara nuziale, questa volta arricchita da topazi blu. Questo gioco di cambiare le pietre a seconda della mise è piuttosto divertente, ma il resto è veramente too much, shock.

(Ph: Henric Wauge/Swedish Press Agency)

Il secondo giorno come da tradizione è dedicato a vistare istituzioni benefiche e culturali, e culmina col pranzo offerto a ospiti e padroni di casa dal sindaco di Stoccolma. Mary ripropone l’abito in crêpe de chine scarlatto Raquel Diniz – stilista brasiliana d’origine e italiana d’adozione – già indossato in occasioni simili (News – visita di stato francese in Danimarca) con scarpe in tinta – le solite Gianvito 105, ne ha una collezione – sotto una cappa cammello Oscar de la Renta che riprende il colore della borsa di Anya Hindmarch. Abbinatissima, diligentemente elegante, ma nessun guizzo a parte la spilla. Comunque chic.

Silvia sceglie un tailleur bouclé verde menta, colore che le dona molto, ma c’è qualcosa che non mi convince: forse avrei allungato di un dito la gonna, e quella blusa di raso pasticcia un po’ il tutto. La mantella bianca non aggiunge né toglie nulla. Boh.

Al lunch in municipio sono presenti anche i principi; Victoria in rosa shocking replica l’abito Roland Mouret indossato per il ricevimento a Buckingham Palace il giorno prima dell’incoronazione di King Charles III (Royal chic shock e boh – Pre Coronation party). Gli accessori di quel colore (scarpe Gianvito Rossi borsa Abro) non mi fanno impazzire, ma mi piace molto. Chic.

Sofia questa volta preferisce la sicurezza della lunghezza midi, l’abito Lilli Jahilo è sempre del genere che piace a lei, che non si capisce dove comincia e dove finisce. Nella foto è penalizzata dalla presenza della signora che la precede, vestita in un colore simile che fa un po’ effetto collegio. Peraltro la tuta della signora è bruttarella e totalmente inadatta, ma la borsa giallo uovo è, forse suo malgrado, trendissima. Insomma, boh.

Stessi giorni, stessa area geografica, i sovrani di Norvegia accolgono la signora Maia Sandu, primo Presidente della Moldavia a  compiere un viaggio ufficiale nel Paese scandinavo. Elegante Madame la Présidente con un tailleur grigio perla, forse la gonna è un filino lunga ma questa signora ha qualcosa che manca a molti politici, un alone di autorevolezza mista a un’allure che la rende, tra le altre cose, anche chic. La regina Sonja dimostra ancora una volta il suo gusto sicuro con un completo color ciclamino di Rena Lange, completato da un pillbox in una sfumatura leggermente diversa, che richiama il profilo della giacca e il fiore. Chic! La principessa ereditaria Mette Marit sceglie una giacca nera con gonna avorio a ruota e un cappello di paglia calato sugli occhi che penso non piacerà a tutti, ma trovo sottolinei in qualche modo quella forma di delicato candore che mantiene anche a cinquant’anni. Boh, ma vederla in salute è sempre una gioia. Menzione d’onore per la principessa Astrid, sorella del sovrano: 92 anni, qualche problema di deambulazione che la costringe sulla sedia a rotelle, e un delizioso chemisier in seta Polo Ralph Lauren bianco e azzurro. La adoro, chic.

(Ph: Kimm Saatvedt, Det kongelige hoff)

Per il banchetto di gala la signora Sandu opta per il bianco e nero, gonna e una blusa che sembra ispirata alla tradizione del suo Paese. Mi piace moltissimo, chic. La regina non si sforza piùdi tanto, ma l’insieme perle+grigio perla farebbe felice pure il nostro king Giorgio. Chic. La nuora Mette Marit si butta sul floreale (sì in primavera), un abito Carolina Herrera la cui leggerezza viene inutilmente appesantita dalla decorazione sulle spalle. Perdonatemi, ma quando l’ho vista ho pensato a Valeria Marina. Shock stellare.

Il secondo giorno lo stile tende a precipitare: Maia Sandu tira fuori dall’armadio della nonna – o forse di mia nonna, dove c’era sicuro – un cappottino nero triste triste, col collettino di velluto, un po’ punitivo, ma perché? Boh. Al colore ci pensa Mette Marit, che abbina la bella giacca rossa Dior a una gonna palandrana bianca senza forma né speranza. Shock.

La visita si chiude con la mostra dell’artista moldava Valeria Duca, che risiede in Norvegia. Très chic la Presidente, in completo pantaloni di raso nero; deliziosa Mette Marit con un abito giallo intenso, che vi ricordo essere uno dei grandi trend di stagione (e non è vero che sta bene a poche). Chic anche lei.

Siete pronti per la seconda parte? Mi raccomando non perdetevela!

Royal chic shock e boh – Robes de soirée

Accantoniamo per un attimo la Principessa di Galles e il suo dramma – sicuramente ne parleremo ancora – e concediamoci un po’ di frivolezza con la nostra rubrica domenicale, questa volta dedicata agli abiti da sera. Sì perché ieri a Montecarlo c’è stato il Bal de la Rose, e questo ce lo aspettavamo, cui ha partecipato anche Charlène, e questo non ce lo aspettavamo proprio!

(Ph: SBM)

L’ultima sua presenza risale al 2014, dieci anni tondi tondi, poi è scomparsa, convalidando l’ipotesi che lei e la cognata si fossero divise le serate clou del principato: a Caroline il Bal de la Rose a marzo, a lei il Gala de la Croix Rouge in estate. Invece ieri sera la sorpresa; vedremo col tempo come – e se – la situazione evolverà, intanto ciò conferma l’impressione di un lento ma costante ritiro di Caroline, che forse, magari al compimento dei settant’anni, sceglierà definitivamente la vita privata. Christian Louboutin, che ha sostituito il defunto Lagerfeld come direttore artistico, ha scelto il tema Disco, ispirandosi al mitico Studio 54 di New York. Scelta che avrà deliziato il sovrano Albert, in gioventù appassionato frequentatore del locale. Dove non portava certo il papillon rosso stile zio Artemio al cenone di capodanno. Fantastico Louboutin con parruccone stile Ivano&Silvano dei Cugini di campagna; l’abito color caramello è un’autentica chicca vintage. Meravigliosa la superospite, miss Gloria Gaynor, e i suoi gloriosi ottant’anni.

Divertente e azzeccata la principessa consorte, con una tuta di paillettes dorate di Elie Saab, (come la clutch metallica); il modello prevede anche un leggero mantello nello stesso tessuto, e francamente mi piace molto di più. Charlène non l’ha indossato, completando la sua mise con sandali dorati Jimmy Choo e capelli a caschetto a sottolineare gli orecchini di diamanti Griff. L’avrà consigliata il marito dopo essere stato al festival di Sanremo (Le uscite che non ti aspetti), dove probabilmente ha preso ispirazione da Mahmood con la sua tuta gold? Ve lo dico, la mise è sicuramente molto adatta ma non mi convince, non la valorizza adeguatamente ed è un peccato. Boh.

(Ph: @monacomatin)

Le paillettes sono state anche la scelta di Caroline, che ha tirato fuori dall’armadio un abito Lanvin. Bellissimo, un po’ cupo per l’allegria della serata, il suo tono viene sollevato dai favolosi orecchini JAR – la principessa ne ha almeno un altro paio – che dire, a me lei piace praticamente sempre, anche ingrigita e un po’ perplessa. Chic.

(Ph: SBM)

Assenti suo figlio maggiore Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana, c’erano gli altri tre. Charlotte, la cui relazione col giovane scrittore Nicolas Mathieu sta scatenando molte chiacchiere e pure qualche critica, è arrivata da sola e ha goduto della compagnia della sorella Alexandra e del di lei fidanzato Ben. Belli trucco e parrucco anni ’60/70, terribile l’abito Chanel Couture Collection. Capisco che lei sia global ambassador e che indossi sempre i capi della maison, ma questo è veramente brutto brutto. Shock. La piccola di casa, Alexandra von Hannover, è sempre più graziosa ed elegante. Pure troppo con quest’abito nero dal grande fiocco rigido, molto stile sixties, poco stile disco, abbinato a borsina (tutto Celine) e orecchini prestati dalla mamma, dell’antica maison viennese Köchert. Sicuramente chic, anche se non particolarmente adatto al tono della serata. Ma forse semplicemente non aveva voglia di mascherarsi.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Se Charlotte è il volto Chanel, la cognata Beatrice è quello Dior. Scortata dal marito bizzarramente in bianco, Bea era in Dior dalla testa ai piedi, dall’abito a frange – più anni ’30 che ’60, ma va bene – alla clutch ai sandali. La tonalità oro pallido secondo me la spegne, i capelli si sono un po’ ammosciati e lui sembra appena arrivato da una giornata a Ibiza, ma insieme non mi dispiacciono. Però neanche mi piacciono davvero, boh.

(Ph: Kongehuset)

Avendo dedicato questo post agli abiti da sera, ampliamo lo sguardo. È un po’ che non parliamo di Mary, praticamente da quando è diventata regina di Danimarca, dieci settimane fa. Invero sembra che abbia rallentato un po’ le sue attività, e che l’upgrade le stia pesando, sempre che il problema sia quello e non la crisi coniugale di cui si continua a parlare con insistenza. L’occasione per tornare a occuparci di lei ce la dà la cena che i neosovrani hanno offerto lunedì scorso al Consiglio di Stato. Mary ha riciclato alla grandissima, tirando fuori dall’armadio un insieme della danese Malene Birger che ha indossato la prima volta nel 2007. La blusa nera non mi fa impazzire ma funziona, funziona molto bene con la gonna a pasticche svolazzanti; e alcuni pezzi della parure di rubini fanno il resto. I capelli raccolti così la intristiscono un po’ rendendola severa, ma sempre chic.

Qualche giorno – anzi sera – dopo, a Washington dove si sono trasferiti, sono stati i cognati di Mary a partecipare a un gala, alla presenza del presidente Biden. Io trovo Marie sempre piuttosto banalotta, e non si smentisce nemmeno in questo caso, ma immagino che non fosse occasione per particolari eccentricità. Anche lei riusa un abito già visto, del brand USA Haute Hippie; solito nero sbrilluccicoso, ma la linea pulita non è male anche se il bordo, che in foto non si vede, è percorso da piumette svolazzanti. In generale, mi piace l’abbinamento con l’orologio sportivo, in questo caso un Rolex. Mi convince? Boh.

Se i Danesi sembrano rallentare, gli Svedesi hanno messo il turbo. Non hanno fatto in tempo i sovrani a rientrare dalla visita ufficiale in Messico, che l’erede al trono Victoria è partita per il Bangladesh con UNDP, il programma dell’ONU per lo sviluppo. Non ci sono state serate di gala, ma qualche cena sì, e devo dire che il guardaroba della futura regina mi ha davvero convinta; alle tenute da lavoro ha alternato abiti graziosi e leggeri, perfetti per affrontare il caldo umido del Paese affacciato sul golfo del Bengala, tenendo anche presente la religione islamica che vi si professa. Una per tutte, ho scelto la mise indossata la prima sera, per la cena ufficiale con il Primo Ministro, che è una donna, Sheikh Hasina.

Abito in seta del brand svedese By Malina; è il modello Meadow, che Victoria ha in molte fantasie diverse. Questa non è una della mie preferite ma tutto l’insieme, con clutch dorata Anya Hindmarch e le classiche Gianvito Rossi in camoscio beige, mi piace assai. Brava, bella e chic.

La foto del giorno – Auguri alla regina!

Inizia una nuova settimana (incidentalmente è pure quella di Sanremo) che per i royal watcher – almeno noi italici – vivrà un momento di particolare interesse sabato alle 15.00, quando nel Duomo di Torino verranno celebrati i funerali di Vittorio Emanuele di Savoia.

Oggi però la nostra attenzione è tutta per lei, Mary Elizabeth Donaldson, da tre settimane Sua Maestà la Regina di Danimarca, che compie 52 anni e festeggia il primo compleanno da regina consorte.

La fotografia scelta per segnare la ricorrenza è un piccolo capolavoro; è stata scattata dal figlio minore Vincent durante il recente viaggio in Australia, e mostra Mary accanto al padre John.

Ricorderete che gli ultimi due mesi dello scorso anno sono stati piuttosto movimentati, con la notizia bomba del marito beccato a sorpresa a Madrid con Genoveva Casanova, mentre la stakanovista Mary era in viaggio di lavoro negli USA. Una volta arrivato l’annuncio che Margrethe II avrebbe riunito l’intera famiglia: entrambi i figli, le rispettive consorti e i nipoti, per trascorrere il Natale tutti insieme nella residenza di Marselisborg ad Aarhus – e adesso sappiamo pure perché – la allora principessa ereditaria aveva preso parte della prole e se ne era volata a casa, in Australia. Dove aveva potuto fare anche un po’ la figlia e la sorella. Poi gli eventi hanno subito un’accelerata, e ora Mary è sul trono. Ma questa foto, oltre a un affettuoso omaggio al padre – che mi spiace vedere in non grandissima forma – ci dice io sono questa, vengo da qui, e se alla fine mi sono meritata il trono è anche grazie alle mie caratteristiche e i miei valori (se mi perdonate un termine abusato e banalizzato). E bravo pure Vincent, che a neanche 13 anni ha scattato una foto bella bella.

Piccola nota a margine: nella foto Mary indossa due collanine; e direi proprio che la più corta è quella con la F di Frederik che sembrava all’acme della crisi la principessa avesse tolto. Brava my Queen, penso che abbia condotto il gioco davvero bene.

Le foto del giorno – C’è del viola in Danimarca

Vi ricordate che oggi era previsto un evento che possiamo dire sancisca definitivamente il cambio della guardia sul trono danese? Se non lo ricordavate lo faccio io: oggi alle 14.00 i nuovi sovrani accompagnati dalla regina Margrethe, dalla principessa Benedikte e dai quattro figli hanno partecipato ad una cerimonia religiosa nella cattedrale di Aarhus, la città dello Jutland seconda per importanza in Danimarca.

(Ph: Hanne Juul)

Le tre signore sono in viola, un caso? Non credo! E non ci crede neanche il magazine Billed-Bladet anche se non pensa a un omaggio a Lady Violet ma piuttosto a una scelta connessa al viola liturgico, che però non si usa in questo periodo; personalmente ipotizzo sia una scelta legata al colore che è comunque un simbolo di regalità. Interpretazioni e autocelebrazioni a parte, sotto la mantella blu notte Mary replica pari pari, gioielli a parte, la mise indossata per l’incoronazione di Charles e Camilla, tanto per far capire a chi si ispirerà (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte seconda). Tra l’altro il coat dress è opera di Søren Le Schmidt, che ha creato per lei anche l’abito bianco indossato domenica per divenire regina; e il cerchio si chiude.

(Ph: Hanne Juul)

Sotto la pelliccia con colbacco abbinato – in fondo lì nevica, e lei va per gli 84 – la regina Margrethe indossa un abito di un bel color lilla carico; e probabilmente avrete notato che si tratta della stessa mise indossata durante il discorso di fine anno, nel quale annunciò la sua abdicazione (Breaking News! – Un nuovo Re). Magari se lo è messo perché le piace e ci sta comoda, ma come non pensare anche a un significato simbolico?

(Ph: Martin Hoien)

Chic as usual la principessa Benedikte – che risulta avere ancora impegni pubblici per la corona, vediamo se manterrà il suo impegno – con un splendida mantella di un colore a metà tra il viola e il blu inchiostro; decisamente viola (anche se nella foto non sembra) il cappello di velluto.

(Ph: Martin Hoien)

Deliziose le due ragazze: Isabella indossa un cappottino azzurro di Prada, Josephine uno rosa di Andiata, pescati entrambi nel guardaroba materno, che mi sembra un’ottima forma di riciclo. Entrambe hanno la stessa pochette di lana che piacerà a certe amiche mie, una creazione del brand danese Aiayu, realizzata amano in Bolivia con lana d’alpaca.

(Ph: Hanne Juul)

Viola è il colore scelto anche da Jane Stephens, sorella maggiore della regina Mary, di cui era stata annunciata la presenza a Copenaghen per il gran giorno ma senza testimonianze fotografiche (ne abbiam parlato qui Protagonisti e comprimari).

(Ph: Mads Nissen/Politiken/Ritzau Scanpix)

Sempre il solito Billed-Bladet ha trovato una fotografia scattata all’interno del palazzo di Christiansborg dal fotografo Mads Nissen, che segue la Premier Mette Frederiksen. Jane è la signora alta, seconda da sinistra, tra il principe Joachim e la Premier.

Restiamo in Scandinavia per gli auguri a questa bella fanciulla che oggi compie 20 anni. Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia, viene festeggiata con questa fotografia in cui non indossa abiti firmati ma una tuta mimetica. La principessa sta compiendo il proprio addestramento militare, come Leonor di Spagna, come già Elisabeth del Belgio; vediamo quando toccherò a Christian. A Ingrid Alexandra auguro un futuro sereno come il suo sorriso, luminoso come il suo sguardo he si riflette nel cielo del nord.

Protagonisti e comprimari

Dopo le notizie, invero piuttosto scioccanti, arrivate da Londra, si riflette sul fatto che lo snellimento della Royal Family, con la conseguente riduzione dei membri attivi, al momento ponga alcuni problemi dato che col Re prossimamente assente per il trattamento alla prostata – anche se intende tornare rapidamente al lavoro – la principessa di Galles in ospedale e poi in una lunga convalescenza col marito al suo fianco, restano in pista la Regina Consorte, l’instancabile Princess Royal, i Duchi di Edimburgo e tutt’al più quelli di Gloucester; comunque tutti over70 tranne Edward e Sophie.

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

C’è da dire che in Danimarca stanno pure peggio; se la Regina Emerita non avrà un’agenda pubblica tutto il lavoro graverà sulle spalle dei nuovi sovrani, con l’eventuale sporadico supporto del figlio Christian – che però deve dedicarsi alla sua formazione – e forse talvolta della zia Benedikte (ma ci credo poco).

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

Vedremo, intanto la Casa reale ha pubblicato nuove fotografie di Frederik e Mary, con l’erede e gli altri tre figli, nella sala del trono di Christiansborg. Cogliamo l’occasione per una piccola analisi dei protagonisti (e dei comprimari) dell’abdicazione/proclamazione di Copenaghen e poi via, verso nuove meravigliose avventure!

Sorelle e Fratello

(Ph:  (Thomas Traasdahl/Ritzau Scanpix)

Lunedì mattina, durante la visita del nuovo re al Parlamento, della delegazione reale faceva parte la principessa Benedikte, sorella minore di Margrethe, che a dire il vero partecipa spesso a questo genere di eventi; si pensava dunque di vederla anche il giorno del passaggio delle consegne ma benché direi certo che fosse a Copenaghen non si è vista; pensavo fosse la signora che accompagnava in auto la ex sovrana subito dopo l’abdicazione, ma chiaramente non era lei. Sicuramente assente invece l’altra sorella, Anne-Marie, che qualche giorno prima era ad Atene per il primo anniversario della morte del marito. Presenza silenziosa.

Dall’Australia a dare man forte a Mary è arrivata la sorella maggiore Jane Stephens con il marito Craig. Non avendo ruolo alcuno ovviamente nessuno si aspettava di vederla e infatti la sua presenza è passata praticamente inosservata; in effetti nella marea di immagini che ha invaso il web me ne sono capitate anche un paio di lei sorridente a godersi lo spettacolo dei fuochi artificiali che hanno illuminato la notte di Copenaghen, ma credetemi: riconoscerla era praticamente impossibile. L’importante è che ci fosse, abbiamo imparato quanto sia importante per un o una commoner che diventa royal avere una famiglia solida alle spalle, e quanto questo finisca col rappresentare un valore aggiunto. D’altronde dopo la crisi generata dalle fotografie di Frederik con la Genoveva dove se n’è andata Mary? In Australia, a casa. La famiglia.

(Ph: Martin Sylvest Andersen/Getty Images)

Discorso a parte per il principe Joachim, fratello del re. Da lui ci aspettavamo di tutto, ma in fondo è un soldato e ha fatto il suo dovere. L’ho visto arrivare a Christiansborg, da solo, in alta uniforme, e mi ha fatto una vaga tristezza. Quello che fu the spare era in una delle auto reali, che sono contrassegnate da targhe speciali. La sua era la numero 10 (per capirci, i figli dei sovrani erano nella 1) per cui ho pensato che se ci fosse stato un pranzo a lui sarebbe toccato il tavolo dei bambini, e magari il menu cotoletta e patatine. Vederlo il giorno dopo durante la visita al parlamento mi ha un po’ rincuorata, speriamo bene. Poteva andare peggio.

I figli

(Ph: AFP)

Diventato a diciotto anni e tre mesi il nuovo Principe Ereditario, l’imponente Christian se l’è cavata tutto sommato con onore; un po’ incerto sul da farsi durante la seduta col Consiglio di Stato in cui la nonna ha firmato l’abdicazione, ma non è stato il solo. Mi viene da pensare che in assenza di una liturgia precisa finisce sempre così, che non si sa bene cosa fare (a me è capitato partecipando a qualche funerale laico). Molti di voi hanno trovato il tutto un po’ freddo, perfino raffazzonato, altri hanno ammirato la sobrietà scandinava; Lady Violet confessa di aver guardato il giovanottone immaginandosi la reazione di una certa bionda principessina borbonica e, soprattutto, della di lei madre. Ne vedremo delle belle.

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

I fratelli minori di Christian hanno avuto, com’era giusto, il loro momento di gloria al balcone con i genitori. La tredicenne Josephine, che mi sembra la più umorale dei quattro, evidentemente ha risentito dello stress: graziosissima in un cappottino Prada che fu della madre è apparsa immusonita al limite del maleducato sul balcone di Christiansborg; quando la famiglia ha replicato a Amalienborg è uscita abbracciata al padre. Più serafico il gemello Vincent, che da bravo figlio minore mi sembra uno già in grado di cavarsela da sé (e bellino com’è sarà uno spasso seguirlo). Ho adorato Isabella, deliziosa in un cappottino rosso Carolina Herrera, che è apparsa sinceramente felice. Carucci.

La Regina

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

È stato senza dubbio il trionfo di Mary, e il riconoscimento per tutto l’impegno profuso in questi vent’anni. Il suo unico vero limite può essere la ricerca della perfezione, ma spesso per questo l’età aiuta, per non parlare di quattro figli adolescenti. Ci chiedevamo come si sarebbe vestita, e va detto che ha fatto tutto per bene. Non è una sorpresa che abbia scelto uno stilista danese, Søren Le Schmidt, per l’abito candido che è stato realizzato da un’altra fedelissima, Birgit Hallstein, titolare di una nota sartoria che all’epoca cucì anche il suo abito da sposa (disegnato da Ulle Frank). Un modello midi, caratterizzato da un drappeggio che partiva dalla cintura, saliva sul lato sinistro del corpino, girava intorno al collo e finiva svolazzante dietro la spalla sinistra; una sorta di peplo moderno, che avesse tutta la regalità del mondo classico. Immagino che l’obiettivo fosse una mise con qualche caratteristica che lo rendesse abbastanza sontuoso per l’occasione, non proprio l’abito di un’incoronazione ma quello che ci si avvicinasse di più.

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

Mi è piaciuto? Non particolarmente, ma penso che in fondo abbia le caratteristiche giuste per passare, nel suo piccolo, alla storia. Perfetti i gioielli; oltre al ritratto di Margrethe dell’ordine reale familiare, alcuni pezzi della celebre parure di rubini: orecchini, spilla appuntata sulla cintura e due fermagli tra i capelli. La parure è stata indossata spessissimo da Ingrid, nonna di Frederik e ultima Regina Consorte prima di Mary, e in aggiunta presenta i colori della Danimarca, bianco e rosso. Lo stesso schema è stato adottato nella scelta degli abiti delle figlie: rosso per isabella, che con la madre compone la bandiera nazionale, con l’aggiunta del blu di Josephine, che cita il terzo colore presente nella bandiera delle isole Fær Øer, che fanno parte del regno di Danimarca (e pure la bandiera australiana, in onore della sovrana). Praticamente perfetta sotto ogni aspetto.

Il Re

Dalle stalle alle stelle in un paio di mesi, Frederik è passato da marito forse fedifrago a padre della patria. E tanto per rispondere a chi lo ha sempre considerato un po’ farfallone, più attratto da divertimenti e sport che dalle cose serie, ha immediatamente scodellato un libro – diciamolo, se non scrivi almeno un libro ormai non sei nessuno – che nel Paese sta andando a ruba. Il volumetto di un centinaio di pagine si intitola Kongeord (La parola del re) e naturalmente non lo ha scritto proprio lui in persona, ma il giornalista Jens Andersen, autore già nel 2017 di una biografia dell’allora principe ereditario. Come il titolo lascia intendere, nel libro il neosovrano parla di sé, della famiglia, di ciò che desidera per la Danimarca. Confesso che sono molto curiosa di vedere l’evoluzione di questo regno; al momento impossibile non notare come la presunta amante di Frederik si chiami Casanova, e lo scrittore Andersen; che fantasia! Io speriamo che me la cavo.

Margrethe II

Si discuterà per anni se (o meglio quando) avesse deciso di abdicare, se il declassamento dei figli di Joachim rientrasse nel progetto, se lo scandaletto di Frederik abbia solo accelerato la decisione, se non volesse rischiare di perdere Mary, considerata fondamentale dopo vent’anni di impegno indefesso. Lei ha dato le carte e condotto il gioco come ha voluto, compiendo un gesto inconsueto che le assegna un posto particolare nella storia del suo Paese. Ha esercitato le prerogative reali e anche quella di capofamiglia dando forse la sveglia a quei due bambacioni (parere personale) dei suoi pargoli. Con la sua abdicazione, che segue a breve distanza di tempo la morte di Queen Elizabeth, non c’è più trono su cui sieda una donna; ma si preparano tempi in cui molte donne regneranno, su Norvegia Svezia Paesi Bassi Belgio Spagna; donne cui non sarà più chiesto di comportarsi come se fossero uomini. Vi ricordate quella scena di Shakespeare in love in cui un’altra Queen Elizabeth, la prima, dice: “I know something of a woman in a man’s profession”, so qualcosa di una donna che fa un lavoro da uomo. Ecco Margrethe chiude un’epoca, e dimostrando il suo potere, il suo senso dello stato, ne prepara un’altra. Una nota di costume: mi chiedevo se la regina avrebbe indossato la spilla a forma di margherita che l’ha accompagnata in tante tappe importanti. Non lo ha fatto, e giustamente, visto che la spilla è legata a sua madre e alla famiglia materna. Invece ha indossato una piccola spilla a forma di ferro di cavallo, con 11 piccoli rubini e due diamanti (di nuovo rosso e bianco, i colori della Danimarca).

(Ph: Aage Sørensen/Scanpix Denmark)

La ricevette in regalo dal padre il 5 giugno 1953, quando un referendum popolare approvò il cambio nelle regole di successione trasformandola nell’erede apparente al trono, e la indossava quel giorno di 52 anni fa quando ad essere proclamata sul balcone di Christiansborg fu lei. Il cerchio si chiude.

I Danesi

Simpatici, entusiasti, felici come delle pasque hanno sfidato il gelo e affollato le vie di Copenaghen, avvolti nei loro piumini, in molti – e non solo bambini – con le corone in testa. Hanno bevuto champagne, ma pure birra, magari la Carlsberg nelle bottiglie create apposta per l’occasione. Hanno agitato senza stancarsi le bandierine, urlato hurrà per il nuovo re e fatto ciao alle telecamere come se avessero vinto i mondiali. Stile hygge.

E nel caso ve lo foste perso, ecco il breve video della proclamazione, nel nuovo stile comunicativo della Casa reale https://www.facebook.com/reel/1165871384787714

Le foto del giorno – Il primo giorno

Parte il regno di Frederik X e Mary, e parte con una visita al Parlamento.

(Ph: Ida Marie Odgaard/Ritzau Scanpix)

Alle dieci del mattino, in una Copenaghen magicamente innevata, arriva la Rolls Royce reale da cui scendono nell’ordine il Principe Ereditario Christian, il Re, la Regina. Ad attenderli trovano la ex sovrana Margrethe, la di lei sorella minore Benedikte, e il principe cadetto Joachim, che abbraccia il fratello con un calore che ci fa ben sperare per il futuro.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

In Danimarca non è uso che il sovrano prenda la parola in Parlamento, e dunque Frederik ha affidato alla Premier Mette Fredriksen un breve messaggio di saluto; nel qualeperaltro ha usato il pluralis maiestatis, noblesse oblige!

Venendo a cose più frivole, la neoregina ha tirato fuori dall’armadio un insieme giacca+gonna del danese Ole Yde, in una elegante tonalità di blu, con un cappello della modista Susanne Juul (danese pure lei, ma sappiate che non mancava un tocco di Italia con le scarpe Gianvito Rossi). Cappello piumato più adatto a una passeggiata nella città innevata, ma va bene dai. Margrethe ha scelto in un sobrio e discreto tailleur rosa antico, mentre Benedikte ha optato per il color lampone.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

Ci si chiedeva se Mary avrebbe indossato la catenina con la F di Frederik che le avevamo visto spesso, e non si sapeva che fine avesse fatto dopo il Genovevagate: si vede poco, ma il monile è al suo posto intorno al regal collo. Sulla spalla la regina ha appuntato la spilla Connaught con zaffiro e diamanti, ricevuta in dono dalla suocera alla nascita del primogenito Christian, ora Principe Ereditario, e indossata nelle occasioni importanti.

(Ph: Ida Marie Odgaard/Ritzau Scanpix)

Il blog The Court Jewller mi ha ricordato che il 15 gennaio è anche l’anniversario della nascita di Margaret di Connaught, nonna materna di Margrethe e Benedikte e dunque bisnonna dell’attuale sovrano, e forse per celebrare la data anche l’Emerita indossa una spilla appartenuta all’augusta antenata di cui porta il nome, e ricevuta in dono per i diciotto anni da Patricia di Connaught, sorella minore di Margaret. Benedikte indossa solo un semplice – ma consistente – filo di perle però, anche se dalle foto non si vede, è assai probabile che avesse al polso il semplice bracciale d’oro che portano tutte le discendenti in linea femminile di Margaret. Se la storia del bracciale vi interessa ditelo a Lady Violet che ve la racconta.

Gud bevare Kongen, Dio salvi il Re!

Sua Maestà Margrethe II ha abdicato, lunga vita a Sua Maestà Re Frederik X!

(Ph: Getty Images)

Alle 14.00 del 14, (più o meno, il momento non è stato mandato in diretta) Margrethe II – tailleurino colore ciclamino, senza l’amata spilla a forma di margherita, che ha caratterizzato tanti momenti salienti della sua vita – ha firmato i documenti e lasciato il trono al figlio Frederik pronunciando la fatidica frase Gud bevare Kongen! (Dio salvi il Re!).

(Ph: Getty Images)

Gli ha lasciato anche il posto a capotavola del Consiglio di Stato, ed è uscita di scena

Lo spettacolo era iniziato una mezzoretta prima, con la partenza dal complesso di Amalienborg, a bordo di una Rolls Royce, dei principi Ereditari Frederik e Mary. Lui in alta uniforme, lei in bianco, come avevano fatto Mathilde dei Belgi e Letizia di Spagna quando era toccato a loro. Scelta sempre convincente: non è un colore aggressivo, non fa pensare che si voglia oscurare il marito, ma si vede benissimo da lontano. L’abito è stato disegnato da Soeren Le Schmidt, ne parleremo.

(Ph: Getty Images)

Qualche istante dopo ecco Margrethe II, in carrozza, scortata da 48 cavalieri abbigliata in quelle uniformi tanto poco militaresche, tanto più anderseniane. Entusiasmo per strada alle stelle, tutti i danesi presenti a Copenaghen – ed erano veramente tanti – impazziti di gioia. Un quarto d’ora dopo il momento che Lady Violet ha trovato più emozionante: la ex regina, cui questa volta è toccata la Rolls, se ne torna a casa, mentre nel sottopancia compare la scritta: “Frederik X è il nuovo Re di Danimarca”.

(Ph: via DR TV)

Alle 15.00 in punto si apre la finestra del balcone di Christiansborg e i Danesi possono vedere per la prima volta il nuovo sovrano, commosso fino alle lacrime (questa è una delle cose che non piacciono di Frederik, la sua emotività).

(Ph: Getty Images)

Lo raggiunge la Statsminister Mette Frederiksen pronuncia un breve discorso – per me ahimè incomprensibile – e poi la formula della proclamazione: Sua Maestà Margrethe II ha abdicato, lunga vita a Sua Maestà Re Frederik X! (questa l’ho capita). Replicando l’antico gesto degli araldi, proclama rivolgendosi ai quattro angoli del regno, che ovviamente sono tre, dato che il quarto è occupato dal palazzo. Se ci pensata, pur senza il fascino della lingua latina, è simile a ciò che accade con il nuovo papa.

(Ph: Getty Images)

Esce Mary, anche lei piuttosto emozionata, seguita poco dopo dai quattro figli. È il momento che molti aspettano, e in fondo i due se la cavano bene; se non proprio complici appaiono sicuramente affettuosi, e l’emozione del momento li aiuta perché tutto sommato gli spettatori ne risultano inteneriti. Lady Violet avrebbe evitato il bacio, ma che volete, ce ne faremo una ragione.

(Ph: Gtresonline)

Per tornare ad Amalienborg sono i nuovi sovrani a salire in carrozza; e ve lo devo dire, questo uso dei simboli è una delle cose che più amo del mondo royal.

(Ph: Gtresonline)

Attraversando le strade di Copenaghen più volte è stato inquadrato questo manifesto, che usa il monogramma di Margrethe come iniziale per la parola Merci. Ê il saluto dell’ambasciata di Francia, che così ha ha anche ricordato con delicatezza il defunto consorte della ormai ex sovrana, Henrik, nato Henri de Laborde de Monpezat a Talence, vicino a Bordeaux. Bravi.

(Ph: Instagram @detdanskekongehus)

Questa la cronaca della giornata, nella sua essenziale struttura. Domani secondo round, il nuovo Re sarà in Parlamento. Io intanto vi sto preparando un post su protagonisti e comprimari, spero che gradirete.

Gud bevare Kongen, Dio salvi il Re!