Prendiamoci una pausa dalle vicende politiche italiche; le mise della (anzi del, come preferisce essere chiamata) Presidente del Consiglio e delle altre signore coinvolte hanno scatenato un’accesa discussione cui non ci sottrarremo. Oggi vi propongo invece una fotografia in cui mi sono imbattuta navigando nel web, e mi ha colpita. In queste settimane moltissime donne sono scese in strade per manifestare in favore delle donne iraniane; a Washington c’erano anche loro, che con quel Paese hanno un legame speciale: le discendenti dell’ultimo Shah, quel Mohammad Reza Pahlavi che il 16 gennaio dovette abbandonare il suo Paese per poi morire al Cairo un anno e mezzo dopo.

Lo Shah si sposò tre volte: la prima con Fawzia, Principessa d’Egitto, da cui ebbe solo una figlia femmina, Shahnaz; la seconda fu la sterile e infelice Soraya Esfandiary Bakhtiari, e la loro storia, che fece versare oceani di lacrime alle fanciulle degli anni ’50, l’abbiamo raccontata qui: A Royal Calendar – 12 febbraio 1951 (prima parte). Alla fine arrivò la giovanissima Farah Diba, che gli diede quattro figli – e l’agognato principe ereditario – e fu ringraziata col titolo (e la corona) di Shahbanu, Imperatrice. Il loro primogenito è l’erede al trono e attuale capo della casata, Sua Altezza Imperiale Reza Pahlavi, che vive in esilio addirittura da prima del resto della famiglia, dato che allo scoppio della rivoluzione si trovava all’estero per l’addestramento da pilota militare, e non gli fu permesso di rientrare. Nel 1986 ha sposato Yasmine Etemad-Amini, anche lei iraniana esiliata (nella foto la seconda da sinistra) da cui ha avuto tre figlie: la trentenne Noor (al centro), Iman, 29 anni (la prima a sinistra) e Farah, che ha 18 anni e il nome della nonna, e chiude la fila. Accanto a lei Farahnaz, secondogenita dello Shah e della Shahbanu. Gli altri due figli della coppia, il principe Ali-Reza e la principessa Leila sono morti suicidi a dieci anni di distanza. Lui doveva compiere 45 anni e stava per diventare padre; la figlia Iryana è nata sei mesi dopo. Si dice che non si sia mai ripreso dalla morte della sorella minore Leila, suicida nella sua camera d’albergo a Londra ad appena 31 anni. Testimonianza della sofferenza imposta dall’esilio, che si legge ancora oggi sul viso scavato di Farahnaz. La generazione giovane sembra invece meno tormentata e più equilibrata, ma sempre legata alle origini; le principesse mostrano la bandiera dell’Iran imperiale, col simbolo del leone che brandisce una scimitarra davanti al sole.
Una piccola curiosità: il nome completo della Croce Rossa Internazionale è Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (i paesi islamici leggevano nella croce romana un simbolo del cristianesimo, mentre come sapete è la bandiera svizzera in negativo). All’epoca dello Shah, fu aggiunto anche quel simbolo: Leone e Sole Rosso.
E una piccola riflessione: nell’assai improbabile caso di una restaurazione monarchica, sul trono del Pavone dopo suo padre Reza siederebbe Noor. Che sarebbe un bel segnale per le donne iraniane, e per gli uomini.