Questa graziosa ragazza si chiama Aiko, e oggi compie 18 anni.
Se le cose andassero secondo logica, un giorno sarebbe lei a succedere al padre sul Trono del Crisantemo. Siccome però spesso il mondo non è tanto giusto con le ragazze, nemmeno se sono figlie di imperatore, al momento le possibilità che ciò avvenga sono pochine e Aiko è costretta a rimanere “solo” una principessa. Attualmente porta il titolo di Principessa Toshi, ma in futuro potrebbe perdere anche quello se come la zia paterna dovesse scegliere di sposare un uomo borghese, con conseguente uscita dalla casa imperiale. Intanto studia – sta frequentando l’ultimo anno di scuola superiore, e l’anno prossimo si iscriverà all’università – ama il basket e adora i cuccioli di casa: due gatti e il cane Yuri, un meticcio di dieci anni preso in canile.
Non l’abbiamo vista in nessuna delle complesse cerimonie che hanno segnato l’ascesa al trono del padre non avendo ancora raggiunto la maggiore età, dunque possiamo aspettarci che d’ora in poi compaia più spesso insieme con i sovrani genitori. Il fatto che nelle foto ufficiali ci sia solo il padre mi dà da pensare: non è che il Tennō stia velatamente indicando la sua erede ideale al posto del fratello (che, coincidenza, ha compiuto gli anni ieri)? Sarebbe uno splendido colpo di scena.
Naruhito –
Le foto del giorno – 16 novembre
Oggi puntiamo l’attenzione su due coppie sovrane che più diverse non si può. Nella notte tra giovedì e venerdì il Tennō ha concluso la lunga e complessa serie di riti che hanno segnato la sua ascesa al trono partecipando al Daijosai che sarebbe il Te Deum in chiave Shinto.
Ancora una volta l’Imperatrice Masako ha indossato abiti e acconciatura tradizionali sottoponendosi a una preparazione che dura ore; in questo caso lei sola ha indossato sulla testa la particolare decorazione a tre raggi.
Alla cerimonia hanno preso parte nove membri della Casa Imperiale: tutte principesse, con l’unica eccezione del principe ereditario, che è il fratello minore dell’Imperatore. Tutte le royal ladies hanno indossato una particolare acconciatura con lunghe trecce bianche che scendevano davanti al viso, veramente impressive.
Come accade di solito con la religione giapponese il rito vero e proprio si è svolto nel privato del sancta sanctorum, ma non sono mancati gli invitati: 675 tra personalità e dignitari del paese, a partire dal Primo Ministro Shinzo Abe. Oggi agli ospiti è stato offerto un banchetto detto Daikyo-no-gi: questo il tavolo per ciascuno dei sovrani.
Tornando da questa del pianeta ci aspetta qualcosa di assai meno scenografico: i Principi di Monaco hanno consegnato ai beneficati i pacchi dono della Croir Rouge, come da tradizione per la festa nazionale (che sarà martedì 19, non prendete impegni!).
Personalmente mi sono sempre chiesta dove si possano trovare nel Principato dei sudditi beneficabili, ma sembra che ci siano riusciti anche questa volta, dunque bene così. Non è dato sapere cosa ci sia nei pacchi, quindi ci toccherà rimanere col dubbio, parbleu.
È invece certo che due sere fa Albert II ha partecipato a un gala nel castello di Semivicoli, immerso in un vigneto nel borgo di Casacanditella, alle porte di Chieti. Bandita ogni fotografia, sequestrati all’ingresso i cellulari dei selezionatissimi invitati, non abbiamo alcuna immagine della serata; dunque non sappiamo se il principe fosse accompagnato dalla bionda consorte; quello che è certo è che la svolta abruzzese dei sovrani fa ben sperare: che sia l’inizio di un royal trend?
Le foto del giorno – 10 novembre
Pensavate che gli eventi per l’intronizzazione del Tennō fossero finiti fossero finiti il mese scorso? Sbagliavate! Oggi la coppia imperiale ha partecipato a una parata nel centro di Tokyo.
Prevista per lo stesso giorno della cerimonia, la parata era stata rinviata a causa del tifone Hagibis che ha causato 90 vittime. Oggi il sole splendeva sulla capitale, e 120.00 persone entusiaste hanno salutato i sovrani seduti in una Toyota Century scoperta, alla testa di un corteo di cui facevano parte anche i principi ereditari e il Primo Ministro Shinzo Abe.
L’imperatore era in frac (con tanto di cilindro!) e decorazioni, tra cui spiccava il collare del Supremo Ordine del Crisantemo; l’imperatrice in lungo avorio completato da un giacchino con rouches, sul capo la Meiji Scroll Tiara, al collo un impressionante doppio filo di diamanti.
Masako si è commossa e ha asciugato una lacrima, com’è successo dall’altro lato del pianeta a Her Majesty, durante il Remembrance Sunday; due donne notevoli che non temono di mostrare le loro emozioni senza perdere un grammo della loro regalità.
Le foto del giorno – 26 ottobre
Pensavate di esservela cavata con l’intronazione dell’Imperatore Naruhito? E invece no! Causa la passione di Lady Violet per l’Oriente anche le foto di oggi sono dedicate all’evento, mentre a domani è riservata l’analisi delle mise indossate dagli (più dalle, invero) ospiti. In questo post qualche curiosità, e qualche dettaglio che può esservi sfuggito.

(Ph. Imperial Household Agency)
Iniziamo col gala dinner. Interessati a conoscere il menù? E noi che ci stiamo a fare? I 450 dignitari che hanno elegantemente deposto i magnanimi lombi sulle sedie della sala Homei-Den è stato offerto un washoku, cioè un insieme di piatti giapponesi che nel 2013 l’Unesco ha dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità. Spiritualità e ricerca dell’armonia sono i caratteri della cucina nipponica, e in questo caso l’obiettivo era offrire agli invitati uno sguardo complessivo sul paese, che andasse dai monti al mare: orata grigliata, abalone (o orecchia di mare: un tipo di mollusco a me sinora sconosciuto), zuppa di aragosta giapponese con funghi matsutake, e chawanmushis, un flan alle uova cotto al vapore. Disponibili piatti occidentali, come manzo e asparagi, cibo ḥalāl per gli ospiti di religione islamica, e opzioni vegetariane per accontentare tutti. Ad accompagnare il pasto due vini francesi: Corton-Charlemagne 2011 e Château Margaux 2007.
Tra i presenti non è passata inosservata questa elegante coppia; lui è Hisashi Owada, un ex diplomatico (come testimonia la nonchalance con cui indossa il frac), lei è sua moglie Yumiko: sono i genitori dell’Imperatrice Masako, che come la suocera Michiko proviene da una famiglia borghese.
Loro invece hanno fatto il percorso inverso: sono nate nella famiglia imperiale, ma avendo sposato un borghese hanno perso il loro status. Nella prima foto la signora in lilla è Sayako, unica sorella dell’imperatore, col marito Yoshiki Kuroda, un designer che è stato il primo non nobile a sposare una principessa imperiale. Lei ha studiato ornitologia, e ora è Gran Sacerdotessa del Santuario shintoista di Ise. Nella seconda foto la fanciulla in dolce attesa è Ayako; suo padre era cugino dell’Imperatore Emerito Akihito, accompagnata dal marito, il manager Kei Moriya sposato un anno fa. Non so spiegarvi la differenza di abbigliamento tra le due coppie, ma ciò che mi ha incuriosita è la borsa che portano tutti, una goodie bag?
Non sappiamo esattamente cosa ci fosse dentro, tranne che per un oggetto che è stato reso noto. È una bomboniera in argento col simbolo del crisantemo, e un uccello simbolico – direi una fenice, simbolo di pace – intessuto anche nel Korozen no goho, il costume tradizionale color arancio bruciato indossato da Naruhito.
All’interno della bomboniera dei dolcetti non meglio specificati. Temo non fossero confetti di Sulmona, ed è un peccato perché un tocco abrugiappo ci sarebbe andato a pennello.
Tennō Heika Banzai!
Per iniziare una breve premessa storica, non tanto per comprendere appieno la società giapponese – per cui ci vorrebbero ben altre competenze delle mie – ma almeno per non limitarsi a giudicare esclusivamente secondo il nostro metro.
La storia antica del Giappone è avvolta dall’oscurità, dato che le prime testimonianze scritte risalgono solo all’VIII secolo dopo Cristo. Il mito racconta del primo imperatore Jimmu Tennō – discendente di Amaterasu, divinità solare e dea madre dello Shintoismo – che fonda l’impero nel 660 avanti Cristo; le fonti parlano invece di una società tribale, sottoposta a un’autorità religiosa all’origine della figura imperiale. Ispirandosi al modello cinese, le riforme attuate nei secoli VII e VIII danno vita a una struttura centralizzata, con capitale a Nara (nel 710) e poi a Kyoto (794); dalla Cina arriva il buddismo Ch’án, che in Giappone diventa Zen. Il potere dell’imperatore resta a lungo più formale che sostanziale, e lo stato centralizzato si indebolisce con l’affermazione di potentati locali sempre più influenti. A partire dal secolo X il potere passa decisamente nelle mani di alcuni clan familiari: dapprima i Fujiwara, poi soppiantati dai Minamoto che assumono il titolo di shogun (“generalissimo”), dando vita a un regime di tipo militare grazie al quale si affermano i samurai, guerrieri appartenenti a un ceto di stampo feudale che tanto caratterizzerà sulla società nipponica.
Il primo contatto con gli europei – innanzi tutto Portoghesi – risale alla metà del XVI secolo, che si conclude con l’arrivo dei Gesuiti e l’introduzione del cristianesimo. Il contatto con l’Occidente imprime un notevole sviluppo ai commerci, contrastato però dalla famiglia che nel frattempo ha ottenuto lo shogunato: i Tokugawa, che portano la capitale a Edo (l’attuale Tokyo), introducono una struttura statale rigidamente centralizzata e un’altrettanto rigida chiusura al mondo esterno, limitando gli scambi commerciali e proibendo il cristianesimo.
L’anno in cui la storia del Giappone cambia per sempre è il 1853, quando lo statunitense commodoro Matthew Perry schiera quattro navi da guerra davanti alla baia di Tokyo, e con la minaccia di un cannoneggiamento costringe il Paese ad aprire i porti ai commerci con l’Occidente. La transizione si compie con l’Imperatore Meiji, trisavolo di Naruhito, che nel 1868 inaugura il suo lungo regno – durerà fino al 1912 – con la Restaurazione (o Rivoluzione) Meiji. Scompare la figura dello Shogun e il potere torna nelle mani dell’Imperatore, che avvia un processo di accentramento politico-amministrativo e di modernizzazione economica, ispirandosi a modelli occidentali. Il Giappone diventa monarchia costituzionale nel 1889, è pronto a diventare una grande potenza politica militare ed economica, e tratta con le potenze occidentali da pari a pari.
Tutto ciò per dire che la sintesi tra Oriente e Occidente è il carattere distintivo del Giappone moderno; l’adozione di modi e stili occidentali – ad esempio gli abiti – non è come si potrebbe credere un segno di resa e sottomissione, magari susseguente alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale; al contrario, è la dimostrazione che il Paese ha scelto autonomamente il modello ritenuto più adatto alla propria evoluzione, lo ha fatto prima di tutti gli altri paesi asiatici, e soprattutto lo ha fatto liberamente, non come esito di un passato coloniale. Naturalmente questa ispirazione viene declinata anche creando un’estetica originale, come la cerimonia di martedì ha reso evidente. La mattina è iniziata con un antichissimo rituale: i sovrani hanno visitato i tre templi all’interno del Palazzo Imperiale per informare la dea del sole Amaterasu, mitica progenitrice della dinastia, altre divinità e le anime degli antenati che l’intronizzazione avrebbe avuto luogo.
Entrambi in bianco, l’imperatore con un candido sokutai, l’imperatrice col tradizionale jūnihitoe (la cui traduzione letterale è dodici strati), sopra l’hakama – una sorta di gonna pantalone – color pesca.
Il momento clou si è svolto invece nella il salone di stato foderato di legno di pino, dove erano stati montati i due troni per l’imperatore e per l’imperatrice. Naruhito ha indossato un altro soukai, questa volta color arancio bruciato, intessuto col motivo della fenice portatrice di pace; il suo nome è Korozen no goho, ed è l’abito cerimoniale dell’imperatore da dodici secoli. In testa il tradizionale kanmuri di seta nera, con una lunga coda che si innalza per ben 60 centimetri.
Masako ha sostituito il jūnihitoe bianco con una versione policroma, e sarebbe affascinante capire la simbologia dei diversi strati, che non è casuale né per colori né per decorazioni.
Jūnihitoe tradizionale, in una scicchissima combinazione di viola e rosso, per tutte le principesse di casa reale, che invece durante la visita ai templi imperiali erano vestite all’occidentale; eccole, guidate dall’erede al trono e dalla sua famiglia: con mise simili: abito lungo da giorno, con cappello privo di tesa, ed eventuali decorazioni.
In mano un ventaglio – sì, anche sotto la pioggia – che ha un valore storico e simbolico (pensate che era parte anche del corredo del samurai: agitandolo dava il segnale d’attacco, quando non se usava proprio come arma uno in ferro). Sono abiti di nostro gusto? Non particolarmente, ma perché dovrebbero? Sono perfettamente adeguati alla iconografia nipponica, così rigorosamente lineare. Sull’uso dei colori pastello sarebbe interessante l’opinione di Michel Pastoureau, studioso di simbologia e massimo esperto mondiale di storia del colore; sono certa che la prima cosa che sottolineerebbe è che la percezione del colore non è fisiologica ma culturale, cioè influenzata dalla cultura di appartenenza. D’altro canto perché noi consideriamo un abito lungo giallo pallido poco adatto a una signora over 50? Esatto, il gusto evolve all’interno di un sistema culturale; altra cultura, altro gusto.
Last but not least, l’ombrello. Io lo so che voi state per chiedermi perché questo nero funereo, perché non si è optato invece per uno di quelli resi celebri da Her Majesty, marca Fulton, in pvc trasparente con banda coordinata al colore della mise? Da quello che so, gli ombrelli di quel genere si trovano veramente dappertutto, sono spesso offerti da negozi e ristoranti al loro clienti per affrontare piogge improvvise, e dunque considerati piuttosto cheap. Questi invece sembrano proprio quelli assai raffinati, in seta nera e con il manico in legno di ciliegio, albero simbolo del Paese. E se noi li troviamo tristi ho idea che alle signore della Imperial Family la nostra opinione interessi il giusto, cioè niente.
La sera, al banchetto di gala, sovrani e famiglia imperiale in stile occidentale: white tie per gli uomini, abito da sera per le signore, con l’Imperatrice che sfoggia l’ottocentesca Meiji Tiara.
La foto del giorno – 22 ottobre
Col grido Banzai! ripetuto tre volte dal Primo Ministro Shinzō Abe si è concluso il Sokuirei Seiden no gi; ora Naruhito è il 126° Tennō a sedere sul Trono del Crisantemo.
Dopo una breve cerimonia riservata all’interno dei templi imperiali, Naruhito e Masako vestiti dei sontuosi abiti tradizionali hanno raggiunto la Matsu no Ma, il salone di stato del Palazzo Imperiale. L’Imperatore ha preso posto nel trono imperiale Takamikura, da cui ha letto il discorso in cui si è impegnato a rispettare la Costituzione e a rappresentare l’unità del popolo nipponico. Accanto a lui l’Imperatrice, nel trono Michodai.
Dedicheremo altri post entrando nel dettaglio delle cerimonie e dei costumi indossati (e naturalmente alle mise delle invitate) intanto ho selezionato un video che credo riassuma efficacemente la ricchezza, la complessità e il fascino di una giornata straordinaria https://www.youtube.com/watch?v=cL3YUEplJKM
Le foto del giorno – 8 settembre
Questa mattina l’Imperatrice Emerita Michiko è stata operata per un cancro al seno all’Ospedale Universitario di Tokio, mentre i sovrani in carica sono in visita alla prefettura di Akita per il 39th National Sea Enrichment Festival.

(Ph. Jiji, Kyodo, Sankei, FNN)
Tra i vari impegni, Naruhito e Masako hanno visito un ricovero per cani, dove non sorprendentemente sono ospitati parecchi cani di razza Akita; hanno anche partecipato a una sessione di addestramento canino dimostrando una certa abilità, appena inferiore a quella di trattare con i bambini.
In serata ricevimento in loro onore: lei splendida in total white, lui oggettivamente meno splendido ma con elegantissima cravatta lilla,

(Ph. asahi.com)
hanno mostrato un aplomb veramente regale – anzi imperiale – anche davanti all’ospite intervenuto con in testa un cappello a forma di pesce.
Probabilmente grati che il signore non si sia vestito da sirena.
Il Tenno e lo Yankee
Facciamo un gioco, guardando questa foto chi pensate che lavori peggio, il parrucchiere dl signore a sinistra, quello del signore a destra, o il fiorista che ha realizzato il centrotavola?
Andiamo con ordine, l’evento clou della prossima settimana, e non solo per noi royal watcher, sarà la visita del Presidente Trump nel Regno Unito; attesa, rinviata, forse non particolarmente gradita da qualche membro della Royal Family. È tuttavia sicura la presenza del Principe di Galles, che da paladino delle cause ambientali non apprezza molte delle posizioni sul tema del presidente USA; mentre la Duchessa di Sussex, che da cittadina statunitense si è apertamente schierata contro Trump al tempo dell’elezione, sarà molto opportunamente in maternity leave e dunque assente giustificata. Nell’attesa di inchinarsi a Sua Maestà, o più prosaicamente nella speranza che eviti le gaffe dell’anno scorso, il presidente, accompagnato dalla moglie, ha compiuto un breve viaggio in Giappone, primo capo di stato ad essere ricevuto dal nuovo imperatore.
Al suo arrivo la First Lady indossa un abito Carolina Herrera, bellissimo. Mi piacciono molto la semplicità del modello, il ricamo vagamente orientaleggiante, le scarpe rosse. Molto sorridente e a proprio agio l’Imperatrice, ed è una gioia vederla così, dopo gli anni bui della depressione, la mise però è un po’ troppo punitiva. Da quando si è seduta sul Trono del Crisantemo, il 1 maggio scorso, Masako è comparsa sempre vestita di bianco, il che potrebbe essere una scelta stilistica interessante, ma non è immune da rischi. In questo caso in particolare scarpe e calze sono terribili, oltre alla bombetta, modello prediletto.
Per la cena a Palazzo Imperiale altro tailleur bianco per Masako, con gonna lunga e una giacca in pizzo veramente ma veramente brutta. Bianco anche per Melania, che da un po’ ha adottato queste palandrane col probabile intento di sembrare una dea greca e il risultato di sembrare spesso una tenda da doccia.
Il giorno dopo i sovrani raggiungono gli ospiti al loro hotel per salutarli prima della partenza; terzo tailleur bianco per l’Imperatrice, senz’altro il migliore dei tre. E nonostante l’ennesima bombetta mi piace più lei della First Lady, che non resiste alla tentazione di piazzare un cinturone bianco su un soprabito bianco e ocra di Dries van Noten, che se nel modello originale non ha messo una cintura una ragione ci sarà. Signore ricordatevi: cintura su tessuto rigido fa effetto uovo di pasqua (o peggio, molto peggio).
Le foto del giorno – 1 maggio
Sì, lo so che la notizia che aspettate è quella che dovrebbe arrivare da Frogmore Cottage, ma per ora nulla si sa, vi dovete accontentare. E l’intronizzazione di un imperatore dovrebbe bastare! Dunque oggi è tutto per loro, per lui, considerando che grazie al fuso orario Naruhito ha già espletato tutte le formalità, e si è ormai accomodato sul Trono del Crisantemo.
La cerimonia di intronizzazione vera e propria – non incoronazione, dato che l’imperatore in Giappone la corona non ce l’ha – è durata pochi minuti, e si è svolta nella sala detta Matsu no Ma, la stanza del pino, considerata la più elegante del palazzo imperiale essendo anche l’unica dotata di pavimento in legno. Al nuovo imperatore sono stati offerti i simboli del potere, la spada e il gioiello; il terzo, lo specchio simulacro della dea Amaterasu resta custodito in un edificio sacro nel recinto del Palazzo. Niente costume tradizionale in questo caso, Naruhito ha indossato un occidentalissimo frac come gli altri presenti: i maschi della famiglia imperiale, dignitari, e i membri del governo. La cerimonia è preclusa alla futura imperatrice e alle signore in generale, ma dato che nel governo siede una (unica) donna oggi c’era anche lei, Satsuki Katayama – non ci sono immagini, ma dal video che trovate in fondo direi che indossasse un kimono chiaro – una piccola rivoluzione che speriamo ne preannunci una più grande. Perché la cosa che veramente noi non riusciamo a digerire di questo paese così complicato e affascinante è che dopo Naruhito il trono non tocchi all’erede naturale, e solo perché è una femmina, per cui dopo aver seguito un binario dritto, di padre in figlio per tante generazioni, ora si preveda un deragliamento verso il fratello e poi suo figlio, quello maschio naturalmente.
Le signore sono arrivate subito dopo, e con Masako al suo fianco il neoimperatore ha indirizzato il primo messaggio alla nazione. E ora sì, che abbiamo visto le teste coronate!
La nuova imperatrice consorte ha sfoggiato la Meiji Scroll Tiara, che oltre ad essere riservata alla moglie del sovrano è probabilmente la più antica nella collezione nipponica; le tiare sono infatti comparse in seguito all’occidentalizzazione del paese, iniziata durante il regno dell’imperatore Meiji (1867-1912). La tiara dovrebbe essere una creazione Chaumet realizzata alla fine dell’Ottocento: una ringhiera composta da una serie di volute ricoperte di diamanti che può essere indossata da sola, o con l’aggiunta di grandi pietre, come ha fatto Masako, che per non farle sentire sole ha aggiunto un collier a doppio filo semplice semplice, solo diamanti e nient’altro.
Anche la cognata Kiko, moglie del fratello dell’imperatore, ha indossato i gioielli che segnano il suo nuovo ruolo, quello di principessa ereditaria. È di uso esclusivo della moglie dell’erede al trono questa importante tiara dall’intricato disegno; l’abbiamo vista su Masako il giorno delle sue nozze, e prima del suo aveva ornato il capo della suocera Michiko, negli anni prima di salire al trono. Poi come sapete per lungo tempo la depressione ha tenuto Masako lontana da molti eventi pubblici, per cui la tiara s’è vista poco, ma sono certa che Kiko la porterà spesso insieme al collier in parure. Ora diciamoci la verità, non ho dubbio che sia una deliziosa amabile signora, ma sarà per il taglio così affusolato degli occhi, sarà per quello ancor più affusolato delle labbra, l’aspetto da cognata perfida un po’ ce l’ha.
Indiademate anche le due figlie di Kiko, Mako e Kako (chiedo venia, ma quando vedo i tre nomi in fila non posso fare a meno di evocare le nipotine di Paperina, Ely, Emy, Evy).
Nella casa imperiale giapponese c’è l’uso, al compimento dei 20 anni, di dotare le principesse di una tiara personale, parte di un’intera parure che comprende anche un collier, orecchini, una spilla e uno o due bracciali. Come avrete notato, nessuno dei diademi in uso in Giappone ha pietre colorate, solo diamanti e in qualche caso perle. 
Last but not least, a celebrare l’ascesa al trono dei genitori c’era anche l’unica figlia della coppia, la diciassettenne Aiko. Mi sia consentita una osservazione: il trono no, perché è femmina, la tiara no perché non ha ancora vent’anni, ma almeno il vestito da marinaretta glielo vogliamo risparmiare a questa povera creatura?
Qui trovate il video dell’intera cerimonia, dura solo sei minuti ed è assai interessante. Tutto si svolge nel silenzio più assoluto; non servono parole, basta il linguaggio dei simboli https://www.youtube.com/watch?v=RZsmnUyzc5k&fbclid=IwAR15qCrh6Auc4arnaqroT18vhaGa5BNEmuIEtXKj0e-YFHxl7WOocWbQy9E