Royal chic shock e boh – Ottobre, si riparte!

Aspettando di goderci le immagini del gala che sancisce l’ingresso tra gli adulti di Christian di Danimarca, con contorno di ospiti speriamo eleganti e gioielli sicuramente splendenti (ma senza Maria Chiara di Borbone) ecco di tutto un po’ tra le mise sfoggiate negli ultimi giorni.

Cominciamo proprio con la madre del festeggiato, la raffinata Mary, che il 3 ottobre ha partecipato con il marito, la suocera regina e la di lei sorella Benedikte alla riapertura del Folketing, il Parlamento, che secondo la costituzione danese riprende i lavori il primo martedì di ottobre.

(Ph: Hanne Juul)

Per me, una delle sue più convincenti apparizioni dell’anno, anche grazie a un cappello a fungo (Susanne Juul) che da solo fa quasi tutto il look. Mary punta sulla combinazione che funziona sempre, il bianco e nero; l’abito avorio del brand danese MKDT Studio è stato indossato varie volte, ma non con la stessa efficacia; qui è completato da una cinturina nera, più clutch (DVF) e scarpe nere con dettagli bianchi. Perle alle orecchie e al polso e basta, niente di più, e niente sarebbe stato necessario. Perfetta, chic.

A festeggiare Christian c’è Ingrid Alexandra di Norvegia insieme al padre Haakon e alla madre Mette-Marit, la cui presenza era in forse a causa del periodo riposo che la principessa si è presa dopo gli impegni estivi.

Data la serietà della patologia di cui soffre, la fibrosi polmonare, ogni sua assenza preoccupa non poco, ma per fortuna venerdì sera l’abbiamo rivista: con marito e suoceri ha partecipato all’inaugurazione della Ridehuset, una grande sala di 800 metri quadri fatta edificare all’inizio del Novecento dai sovrani Haakon e Maud come maneggio. Utilizzata variamente nel corso dei decenni, anche come deposito, è stata ora ristrutturata e ha iniziato una nuova vita come spazio per spettacoli collegato al Dronning Sonja KunstStall, il complesso culturale voluto dalla regina.

Che col solito brio ha inaugurato il nuovo spazio, cui è seguito uno spettacolo del Balletto Nazionale. Mi sono piaciute entrambe le signore, la sovrana in pantaloni con giacca ricamata e una sciarpa di chiffon (viola!) che giocava col tessuto sottostante, la principessa con giacca nera Dior su maxigonna crema, ballerine flat e clutch Prada. Chic+chic.

Al gala partecipa la Duchessa di Brabante tutta sola, senza genitori; la madre Mathilde ha avuto giornate ricche di impegni e dunque di mise; tra le tante scelgo questa, e chi mi conosce sa perché (tutti gli altri stanno per scoprirlo).

Nel suo ruolo di Difensore degli Obiettivi di Sviluppo Durevole dell’ONU, la Reine ha ricevuto a Palazzo reale una delegazione della federazione internazionale delle lavoratrici domestiche (FITD). Non mi piacciono troppo quei pantaloni, soprattutto se con quelle scarpe, ma la giacca… Lei è un mio oggetto del desiderio, me ne sono innamorata l’anno scorso quando l’ho vista addosso a Lilli Gruber (la foto allo schermo è mia), e che vi devo dire, se è destino prima o poi arriverà nel mio armadio.

Armani, of course, giacca monopetto in jacquard chevron, ha pure un profilo viola! E Mathilde è strachic.

Anche Catarina-Amalia al gala di Christian ci va da sola, la madre Máxima è comparsa poche volte in pochi giorni, ma una sua mise mi è molto piaciuta, e ve la propongo.

Il 3 ottobre la regina ha partecipato alla conferenza Future of Finance indossando un abito in seta di Valentino con una interessante fantasia geometrica a squame, ognuna delle quali contiene una lettera del nome del Maestro. Il nastrino dovrebbe essere legato al collo, ma messo così come fosse una collana è molto divertente e molto da lei. Poi magari gli orecchini sono un po’ troppo importanti per l’occasione, ma alla fine sempre di Máxima stiamo parlando. Chic.

Grandi assenti al gala di Copenaghen le principesse spagnole, che si preparano a festeggiare il diciottesimo di Leonor, tra un paio di settimane; non ci resta che commentare le ultime scelte della madre Letizia.

La quale, dopo aver eletto il rosa a colore feticcio molto prima del successo di Barbie (il film) nelle ultime uscite ha virato decisamente verso l’azzuro. Abito a balze a micropois per il giuramento alla bandiera della figlia Leonor (e dei cadetti del suo corso, naturalmente) il 7 ottobre, grazioso, un po’ da bambolina – ma lei non lo è per niente, dunque nessun problema – del brand spagnolo & Me; bella la borsa Carolina Herrera ma troppo rigida per il modello, un po’ troppo informale per l’occasione. Boh, ma se la mise è stata scelta in funzione della temperatura, tutta la mia solidarietà alla Reina.

(Ph: Gtresonline)

Per il Día de la Hispanidad il 12 ottobre la scelta cade su un abito di Juan Vidal, praticamente una vestaglietta a fiori. Non solo non mi piace – va bene volare basso per non rubare la scena alla figlia, ma senza esagerare – in più quest’abito mi ha ricordato quello, modello e fantasia simili, indossato tanti anni fa da una carissima amica costumista a un battesimo. Era autenticamente vintage e realizzato in tessuto autarchico, una fibra a base di carta. Per cui passammo il pomeriggio temendo che le cadesse addosso qualche liquido e sciogliesse l’abito. Che shock!

I fratelli single Louis (divorziato) e Sébastien (scapolo) di Lussemburgo sono diventati presenza fissa ad ogni evento royal – matrimoni, balli, cerimonie varie – forse alla ricerca dell’amore.

A Copenaghen non sono andati, d’altronde non sono gli eredi al trono. Assente anche Guillaume, e immagino che nel caso la moglie Stéphanie pur di rimanere casa si sarebbe giocata la carta dei pupi. Però la Granduchessa ereditaria non si risparmia, e qualche giorno fa ha partecipato a Scienteens Lab, di cui ha il patronage. Completo pantalone con gilet (tutto Joseph, con accessori Sergio Rossi) in un ruggine che fa subito anni ’70. Lo trovo terribile, i modelli over e senza forma non donano a tutte, ma ha finalmente un sorriso che illumina il suo viso e pure un po’ i nostri. Shock, ma va bene così.

(Ph: Stephen Yang

Last but not least i Duchi di Sussex; loro altro che Copenaghen, se ne sono andati qualche giorno in vacanza nell’esclusiva isola di Canouan nell’arcipelago delle Grenadine, dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni dedicate alla salute mentale. In una di queste, promossa dalla loro fondazione Archewell, Meghan si è presentata in total white, tutta un blocco con lo sfondo; pantaloni troppo ampi e top con fascia troppo alta (Altuzarra). Effetto finale: Scaramacai. Una piccola nota: il bianco ottico richiede un po’ di cautela anche col make up. Shock.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte seconda)

…e venne il gala dinner, con la sontuosità degli abiti e lo splendore dei gioielli. E pure l’inevitabile gaffe, che stavolta avrebbe potuto essere evitata.

(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)

Nella foto ricordo in piedi da sinistra Haakon, principe ereditario di Norvegia, solo soletto (la moglie Mette-Marit, affetta da fibrosi polmonare, ha dovuto fermarsi un paio di settimane per riposare), poi Daniel e Victoria di Svezia, lei principessa ereditaria e lui il suo consorte, il Presidente finlandese Sauli Väinämö Niinistö, Margrethe II di Danimarca, Carl XVI Gustaf di Svezia, Harald V di Norvegia, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson e la coppia degli eredi al trono di Danimarca, Frederik e Mary; davanti ai signori sono sedute le rispettive consorti, con Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia in versione gemelle Kessler, vestite praticamente uguali; che scivolone!

Giallo oro per Silvia, avrà voluto coordinarsi con collare e galloni del consorte? L’abito di Georg et Arend ha una doppia gonna in seta pesante e un corpino tutto tempestato di pietre. La regina ha in mano una minaudière, che potrebbe anche essere la Melone di Bulgari; in quel caso “oro” si riferirebbe non al colore ma proprio al materiale… Sotto quest’aurea mise la regina piazza delle scarpine verdi; verde pure la stola in seta, che probabilmente dovrebbe servire all’occorrenza a scaldare la sovrana, ma mi pare leggerina. Mettendo da parte quest’insieme così pappagalloso, sul capo di Silvia troneggia – letteralmente – la sontuosissima tiara Braganza, con orecchini altrettanto importanti. Favolosi i gioielli, ma il resto per me è shock.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

Giallo pure per Sonja di Norvegia ma in tonalità canarino, che anche lei ha abbinato col verde, nel suo caso le pietre della notevolissima parure di smeraldi che arriva direttamente dallo scrigno di Josephine, imperatrice dei Francesi e prima moglie di Napoleone. La parure è attualmente composta da quattro pezzi: diadema, collier, spilla più gli orecchini che in origine non facevano parte dell’insieme ma sono stati creati in seguito utilizzando pietre della collana. Curiosamente questa tiara e la Braganza indossata da Silvia hanno identica provenienza: arrivano entrambe dalla stessa sovrana: Josefina di Svezia e Norvegia, che aveva ereditato la prima dalla sorella Amélie, seconda moglie di Pedro de Braganza, imperatore del Brasile, mentre questa da Josephine, che era sua nonna. Tolto lo splendore delle gemme che dire dell’abito? Dato il suo aspetto così tipicamente anni ’80, se è vintage passi, altrimenti boh. Però si potevano mettere d’accordo prima.

(Ph: Jesper Sunesen)

Premessa: ho scelto questa foto di Margrethe II perché tra quelle che ho visto è quella che mostra meglio la mise; la regina scende dal vascello reale dove la delegazione danese ha soggiornato. Anche il suo è un abito già indossato, creato dalla stilista danese Birgitte Thaulow. Bella la seta, corposa ma non rigida, grazioso il disegno a ramages stilizzati, interessante la doppia fusciacca rossa e fucsia, che tra l’altro consente alla fascia dell’ordine del Serafino di appoggiarsi con grazia. Chic, anche senza considerare la trionfale parure di perle e diamanti, a corredo della celeberrima Poiré tiara.

Nata principessa reale è diventata regina, anche se consorte, a soli 18 anni. Ora non lo è più, ma in questa occasione è senz’altro regina di eleganza. Anne-Marie di Grecia arriva al braccio del suo bel cavaliere norvegese con un’altra creazione di Celia Kritharioti, un abito dalla linea pulita in crêpe color amarena; quasi una colonna a sorreggere la favolosa Khedive tiara, un gioiello che mischia lo splendore dei diamanti al fascino della storia (ne parliamo approfonditamente qui: A Royal Calendar – A Greek royal wedding). Nel 1905 un giovanotto svedese appassionato di archeologia si trova al Cairo; si chiama Gustaf Adolf, ed è secondo nella linea di successione al trono. Incontra una famiglia di pari lignaggio: i Duchi di Connaught e Strathearn; madre del duca è la regina Victoria, ma a colpire il giovanotto è la figlia Margaret, sua coetanea. Colpo di fulmine, i due si sposano il 15 giugno di quello stesso anno. Per celebrare l’incontro e la nascita di questo amore all’ombra delle Piramidi, il Khedive d’Egitto invia alla sposa un favoloso diadema a volute di diamanti creato da Cartier. Margaret muore nel 1920 per una infezione durante l’ultima gravidanza; il prezioso gioiello viene ereditato dall’unica femmina, Ingrid, che se lo porta a Copenaghen quando sposa l’erede al trono di Danimarca. Le sue discendenti di sangue si sposano tutte con quella tiara: Anne-Marie e sua figlia Alexia; Margrethe; Benedikte e le figlie Alexandra e Nathalie. Ora appartiene ad Anne-Marie e indossarla in questa occasione ha un particolare significato, dato che Margaret è la nonna che ha in comune col festeggiato, re Carl XVI Gustaf di Svezia. Superchic.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

La principessa ereditaria Victoria, cui è toccato anche tenere il discorso per il padre – né poteva essere diversamente – per il suo abito sceglie ancora Christer Lindarw. Quando l’ho vista arrivare al braccio del primo ministro Ulf Kristersson ho pensato alla divina Lollo recentemente scomparsa; la storica e inarrivabile fata turchina dello sceneggiato di Comencini, sarebbe impazzita. Ma Lady Violet non è una fata, non le piacciono gli abiti turchini, e lo trova francamente terribile. Non è che lo stilista è stato influenzato dalle sue attività artistico-teatrali? Per fortuna la tiara è la lineare Baden Fringe tiara, dalle linee sottili ed acuminate che danno un po’ di rigore all’insieme. Però non basta, shock.

Restando in famiglia, è una novità la tiara di Sofia. Cioè, non è esattamente una novità essendo la solita Palmette tiara ricevuta come dono di nozze dai suoceri, cui però sono state sostituite le pietre apicali, che in questo caso sono quarzi citrini. Dunque finora oltre agli smeraldi nuziali l’abbiamo vista decorata anche da perle, turchesi, topazi blu, e ora citrini. Immagino le pietre ambrate siano state scelte per armonizzarsi con l’abito giallino di Safiyaa, brand al momento molto amato dalle royal ladies, che a mio avviso dovrebbero scegliere meglio i modelli. Trovo questo, il Bellara, con quelle applicazioni plasticose sulle spalle (si intravvedono pure sullo strascico) di rara bruttezza, e tra l’altro, visto in movimento, costringeva la povera Sofia a muoversi anche piuttosto goffamente; forse troppo stretto lui, o troppo alti i tacchi Louboutin. Strashock.

Quella della famiglia che mi è piaciuta di più è senz’altro Madeleine, in una diversa versione del cape dress a firma Jenny Packham: un abito argento ricamato di cristalli con una cappa che essendo leggerissima aggiunge movimento senza appesantire. Nessuna sorpresa per la tiara che adorna il capo della principessa: la cosiddetta Modern Fringe che indossa molto spesso, incluso il suo matrimonio. È un gioiello privato che non fa parte della fondazione Bernadotte; essendo comparso sulla testa di Silvia negli anni ’80 si pensa che sia un regalo del marito per i dieci anni di matrimonio. Dalla frequenza con cui Madeleine la usa, è probabile che la madre l’abbia donata a lei, forse proprio per le sue nozze con Chris O’Neal. Splendidi gli orecchini. Chic.

Arrivano insieme i consorti di due futuri sovrani, Mary di Danimarca e il birthday boy Daniel di Svezia, che proprio il 15 settembre ha compiuto cinquant’anni. Per lei un abito non solo già indossato ma anche rimaneggiato dal creatore, il danese Lasse Spangenberg. Vi dirò, non mi fa impazzire. Anche Mary sceglie di indossare la sua Wedding tiara, ricevuta in dono dai suoceri per le sue nozze con Frederik. Notevoli gli orecchini con acquamarina, che la principessa sfoggia spesso nelle grandi occasioni; notevolissimo il bracciale di Annikat: due ali di diamanti che abbracciano il polso. Chic i gioielli, boh il vestito.

Per par condicio chiudiamo con il terzo principe ereditario presente, Frederik di Danimarca, che ha dato il braccio a questa signora; è la moglie del primo ministro Ulf Kristersson, si chiama Birgitta Ed, e ovviamente è membro del clero. Io trovo magnifico quest’abito, ma la cosa divertente è che mi sono incuriosita, ho fatto una ricerca e trovato il suo profilo Facebook. Dove lei racconta con un certo humour – almeno quello permesso dal traduttore svedese italiano – della difficoltà che ha spesso nel trovare la mise adatta ad accompagnare il marito pur indossando il clergyman (clergywoman?) o almeno il collarino ecclesiastico. La trovo fantastica, chic in terra e in cielo.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima)

Per celebrare degnamente l’equinozio e l’arrivo dell’autunno, stagione preferita di Lady Violet, ho pensato di dedicarvi un intero weekend con la vostra rubrica preferita. Partiamo con il giubileo d’oro di Re Carlo Gustavo di Svezia che ha movimentato la scorsa settimana; e quando si tratta di Scandinavia, si sa, si para di pomp and circumstances. Chi temeva di rimanere deluso probabilmente si sarà ricreduto: abbiamo avuto di tutto, abiti da giorno, da sera e da gran sera, senza dimenticare i diademi (che vedremo domani).

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Giovedì 14, vigilia dell’anniversario vero e proprio, i festeggiamenti si sono aperti con uno spettacolo nel teatro interno al palazzo reale di Drottningholm, un’autentica meraviglia. In prima fila da sinistra la first lady e il presidente d’Islanda, i sovrani di Norvegia, i padroni di casa, Margrethe di Danimarca, il presidente e la first lady di Finlandia.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Le royal ladies svedesi si presentano piuttosto coordinate in tonalità rosate di varie intensità, a partire dalla regina Silvia, che per queste giornate si è affidata in toto alla maison tedesca Georg et Arend, con sede a Monaco di Baviera. Per la prima serata la scelta cade su un abito drappeggiato color cipria con quello che sembra un bolerino ricamato con cristalli e perline, probabilmente ispirato dalla carta dei pacchi di Natale. Le scarpe che si intravvedono sono Jimmy Choo, la clutch Judith Leiber. Lei è sempre splendida, ma boh. ,

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

L’erede al trono Victoria osa un abito di chiffon arancione, che in questa foto sembra albicocca ma il creatore definisce corallo. È opera di Christer Lindarw che è stilista, costumista ma anche artista e drag queen, insomma un fantasista stilé, come diceva Sordi. Ora, io lo so che non vi piace il monospalla, lo so che quel fiore, realizzato espressamente da Tim Mårtenson, è enorme e ha pure i pistilli svolazzanti, lo so che si vede – va bene, diciamo intravvede – il segno del costume, che mi pare quest’anno vada fortissimo; ma a me piace. È molto Victoria, mette allegria e le fa brillare pure il sorriso. Chic.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

La sorella Madeleine è la bella di famiglia, e a volte gioca a fare la vamp. Come in questo caso, con l’abito asimmetrico Marchesa che spero abbia resistito tutta la sera alla forza di gravità (non è colpa sua ma del modello e della sua costruzione). Accessoriato con scarpe coi fiocchi (Valentino) più clutch con un altro fiocco (sempre Valentino). Troppi fiocchi, troppo bambolona, troppo tutto. Boh.

(Ph: Fredrik Sandberg/TT/Ritzau Scanpix)

A Sofia e al marito Carl Philip, secondogenito, unico figlio maschio, e per qualche mese pure erede al trono – poi retrocesso da una norma costituzionale che riconobbe la primogenitura assoluta – temo che a volte tocchi il tavolo dei bambini, come in questo caso, dove precedono i nipoti Estelle e Oscar (e tra poco li seguiranno, essendo le due creature seconda e terzo nella successione). Penso che Sofia sia molto abile nel relazionarsi con la famiglia acquisita, e penso che in generale stia facendo un buon lavoro. Ciò detto, a me non piace, ha qualcosa che non riesco a definire ma a pelle non me la fa amare (immagino ne sarà devastata!). Il suo stile è penalizzato dall’uso, invero politicamente opportuno, di affidarsi spesso a stilisti svedesi, e nemmeno i più innovativi. Come in questo caso; l’abito di Lars Wallin ha una forma strana, con i volant che partono molto in basso; in più i volant così leggeri dovrebbero volare – sennò si chiamerebbero diversamente – questi più che altro piovono giù. Scontatissimo il rosa barbie, brutte brutte le scarpe che si intravvedono: delle mary jane rosa baby con altissimo plateau, incredibilmente firmate Gianvito Rossi. Shock. Dietro di lei Estelle, 11 anni di delizia, cui è stato adattato un abito di mamma, della H&M Conscious Collection; tra madre nonna e zie vestite in colori chiari o sgargianti l’unico triste e scuro tocca a lei. Non ti preoccupare tesoro, te lo puoi rimettere alla recita di Natale come regina del bosco.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Amo Sonja di Norvegia, la trovo una donna interessante, esteticamente molto gradevole e dotata di una classe che la salva anche dai pochi scivoloni che fa lei come tutti. In questo caso è quella che mi piace di più: bello l’abito rosso, lungo ma non troppo da sera, già indossato in precedenza. È di Peter Dundas, stilista norvegese già direttore creativo di Emilio Pucci e Cavalli. Perfetta la misura che sfiora la caviglia, belle le scarpe argento e le calze lattiginose, molto amate dalle signore della sua generazione (esclusa mia madre, che le guardava con una certa perplessità). Bellissima anche la stola con l’alta fascia di pizzo; purtroppo per Sonja la signora sullo sfondo è vestita nello stesso identico colore, e non sarà per lei il solo incidente del genere… chic..

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Sorelle ma diverse, almeno nell’abbigliamento, la regina di Danimarca Margrethe e Anne-Marie di Grecia. Ha lasciato un po’ perplessi la sovrana in corto, però la stessa scelta è stata fatta dalle consorti dei due presidenti, dunque probabilmente era una delle opzioni. Abito a fiori in un tessuto tappezzeria per la prima, mi fa pensare a quelle paesanelle che lei stessa abbiglia in qualità di costumista in certe pantomime stile Andersen. Quanto alla ex regina, fermo restando che non amo troppo i drappeggi ma spesso hanno la loro utilità, il modello della stilista greca Celia Kritharioti non mi dispiace ma il tessuto laminato bluette è terribile. Boh+boh.

Chiudono questa prima rassegna i principi ereditari di Danimarca; anche Mary riusa un abito già visto (News – visita di stato francese in Danimarca), in mikado di seta, dello stilista danese Lasse Spangenberg. Rispetto alle mise delle altre signore Mary, come Victoria, esagera un po’ ma in questo caso il bicolore e la fantasia a grandi fiori rende il tutto, seppur molto scenografico, un po’ meno formale. Chic.

Venerdì 15 le celebrazioni si aprono con il Te Deum nella cattedrale di Stoccolma.

Senza sorprese e senza pecche la mise scelta dalla regina: abito e giacca azzurro ghiaccio, altra creazione Georg et Arend; sui capelli un bandeau in tinta, con accessori in un beige chiarissimo e freddo. Impeccabile. Se posso fare un appunto, portando già sulla spalla sinistra il reale ordine familiare e la medaglia del giubileo avrei evitato di appuntare una spilla anche a destra, proprio per una questione di equilibrio visivo. Comunque chic.

Stesso stile e stesso colore, anche se in una tonalità più intensa (sì, proprio una di quelle che lady Violet non ama) la figlia minore Madeleine, in abito turchese di Emilia Wickstead già visto lo scorso anno, in giallo pallido, addosso a Catherine, allora ancora Duchessa di Cambridge, al Te Deum per il Platinum jubilee di Her Majesty. L’abito è il modello Elta, ma andrebbe ribattezzato almeno Jubilee, se non addirittura Te Deum! Perfetta per colore linee e proporzioni la creazione di Philip Treacy che Madeleine ha posto sul capo. Chic.

Accomunate dallo stile delle mise anche le due principesse ereditarie, una titolare e l’altra consorte: Victoria di Svezia e Mary di Danimarca, in abiti leggeri e floreali. La prima resta in patria scegliendo byMalina per un abito nato lungo e reso midi – che non è mai una grande idea – in testa un pillbox grande come un’aureola, royal blue come le scarpe Gianvito Rossi. Lei è una donna troppo sportiva ed energica per questi abiti così frufru, non chiedetemi perché mi fa pensare a un granatiere. Boh.

Più delicata Mary in Erdem, già indossato di recente: un’orgia di fiori ton-sur-ton sull’abito e sul fascinator con veletta. Ecco, se l’una mi ricorda un bersagliere l’altra mi fa pensare ai fiori in cornice dell’amica di nonna Speranza di gozzaniana memoria. Una domanda, ma Frederik non è grande abbastanza da meritarsi un vestito della sua misura? Boh.

Segue il gruppo varie ed eventuali capitanato da Sonja di Norvegia, senza sbavature e senza voli pindarici in un tailleurino color cipria con cloche in feltro un po’ troppo sportiva e un po’ troppo pesante. Ma su una mise così rigorosa non sarebbe stato più simpatico un cappellino più vezzoso? Noiosetta ma chic.

(Ph: Hanne Juul)

Suona la sveglia la pirotecnica Margrethe di Danimarca con un abito in seta a pieghe sciolte bianco e lilla completato da un giacchino in taffettà color ciclamino. Su tale deliziosa mise plana dallo spazio un cappello di paglia dalle incerte proporzioni che lo rendono simile a un disco volante. La giacca con un solo alamaro in quel punto farebbe difetto a chiunque, soprattutto se questo chiunque per camminare si appoggia a una stampella, con conseguente irrigidimento delle spalle. Come potete immaginare la adoro. Anche lei, come abbiamo visto su Silvia e come Anne-Marie al suo fianco, indossa una spilla anche sulla spalla destra; ci sarà una ragione che ci sfugge. Nel suo caso è la spilla Daisy che compare in tutti gli eventi più importanti, a partire dal suo stesso matrimonio. Boh. Total blue per la sempre bella Anne-Marie, elegante e sobria il giusto, dato che è vedova da pochi mesi. Anche lei come molte signore ha una stola, che nel suo caso ha il vantaggio di coprire il punto critico del robe-manteau, il taglio sui fianchi, per cui questa volta mi sembra più chic della precedente, in cui ha indossato la stessa identica mise, ve la ricordate? Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima)

No dai, ma che è questa roba? La graziosa Sofia riesce a imbruttirsi piazzandosi sulle ventitré un cappello davvero a forma di disco volante che data la posizione direi che sta per ripartire, e speriamo non torni. Abito giallino piuttosto informe e troppo lungo, in crêpe di lana, della stilista estone Lilli Jahilo su décolleté gialle Louboutin che non le regalano un’andatura elegante e una clutch rigida in pelle grigia che mi ricorda la cassetta salvadanaio di ferro che mio padre mi regalò perché non la rompessi subito, e io cercavo di scassinare con l’apriscatole. Shock.

Non perdetevi la seconda parte!

Breaking News! – Wedding bells

Din don din don din don sentite le campane? Se non le sentite oggi le sentirete tra poco meno di un anno, quando Märtha Louise di Norvegia sposerà il suo fidanzato, lo sciamano Durek Verrett. Le nozze saranno celebrate sabato 31 agosto 2024 all’Hotel Union sull’incantevole fiordo di Geiranger, che è patrimonio dell’UNESCO.

(Ph: Daryl Henderson/NTB)

La coppia aveva annunciato il fidanzamento (proprio con questa foto) il 7 giugno 2022; ora sappiamo che facevano sul serio. Lady Violet non nasconde qualche perplessità, soprattutto per alcuni aspetti dello sposo, autore di qualche uscita complottista di troppo e inseguito dal sospetto di essere un truffatore. Diciamo che finché lo insegue il sospetto e non direttamente la polizia va ancora bene. D’altronde lei sta per compiere 52 anni, lui ne compirà 49 a novembre, sono grandi abbastanza per decidere per sé, e speriamo per il meglio. Auguro alla sposa di trovare serenità oltre alla felicità, perché il precedente matrimonio con Ari Behn, finito in un divorzio e suggellato dal suicidio di lui, deve avergliene data poca, di serenità. Comunque andrà, un aspetto positivo c’è già: la dimostrazione che nella vita si può sempre ricominciare.

Parte il countdown, perché come diciamo noi, i royal wedding non finiscono mai!

Giovedì gnocchi! Marius

Oggi vi serve un po’ di fantasia. Perché il giovanotto non discende da reali magnanimi lombi, non ha una goccia di sangue blu, e dunque notizie e foto (belle) si trovano con qualche difficoltà. Eppure il suo arrivo ha cambiato profondamente una royal family, e davvero si può dire che dopo di lui le cose non saranno più le stesse.

(Ph: Lise Åserud/NTB)

Marius Borg Høiby nasce a Oslo il 13 gennaio 1997; la madre Mette-Marit Tjessem Høiby ha 23 anni e la vita un po’ distratta di tante ragazze della sua età. Il padre è il danese Morten Borg, un tizio che vive pericolosamente, spaccia consapevolmente, e molla vigliaccamente la fidanzata incinta cinque mesi prima che nasca il bambino.

Se l’esordio sulla scena della vita è un po’ complicato, presto le cose volgono al meglio, quando un principe arriva a salvare lui e la madre. E non un principe qualunque, magari azzurro pallido, ma proprio IL principe, Haakon, l’erede al trono. Questa parte della storia la sapete, Haakon si impunta, strappa al padre di consenso alle nozze, e Mette-Marit diventa la prima ragazza madre a trasformarsi in principessa ereditaria.

(Ph: Erlend Aas, Scanpix)

Il giorno del matrimonio quel biondissimo quattrenne in frac che accompagna la sua mamma come paggetto è il valore aggiunto di uno dei royal wedding più romantici degli ultimi anni. Marius è accolto in famiglia con gioia ma ovviamente non entra nella successione, che dietro il principe ereditario Haakon vede Ingrid Alexandra e poi Sverre Magnus. Negli anni, mentre frequenta la scuola con poca convinzione, partecipa a molte delle attività dei reali, e fa pure la sua figura.

(Ph: Lise Åserud / NTB scanpix)

A vent’anni, supportato dalla madre, annuncia il ritiro della vita pubblica, e se ne va negli USA a studiare economia. Non so che fine abbiano fatto gli studi, perché non se ne sente più parlare ma prima lo troviamo fare giornalista per Tempus Magazine poi, quando il giornale chiude, lavorare brevemente come agente immobiliare. Intanto ha incontrato l’amore, nei non abbondantissimi panni di Juliane Snekkestad, modella la cui carriera raggiunge il culmine posando per Playboy. Con lei rientra in patria nel 2020, i due mettono su casa insieme nei pressi della capitale e lui, appassionato da sempre di moto, si mette a fare il meccanico. Come accade almeno in un’altra famiglia reale scandinava un passato da modella, anche osé, non è un grande impedimento, e Juliane compare spesso insieme con i sovrani e tutti i reali. Come alla cresima di Sverre Magnus, quando arriva indossando il costume tradizionale, in compagnia del fidanzato (con discutibile pettinatura modello leccata di mucca) e la di lui nonna materna.

(Ph: Rune Hellestad/Getty Images)

Lo scorso anno l’amore finisce, lui fa i bagagli e torna a casa da mammà. Qualche mese dopo inizia una nuova storia, questa volta con Nora Haukland, star dei reality. Nuovo trasloco per il biondo gnocco, che questa volta per la sua bella sceglie l’elegante quartiere Frogner, uno dei più chic di Oslo, finché a luglio arriva a sorpresa la fine della storia. Non saprei dirvi a questo punto dove sia andato a vivere il giovanotto (Marius, dai retta, comprati un camper che ti serve più della moto!), ma il sospiro di sollievo della famiglia reale si è sentito fin qua, dato che la fanciulla, invero piuttosto sciocchina, si era fatta fotografare con in mano un sacchetto di polvere bianca all’interno di Skaugum, residenza dei principi ereditari, che all’epoca ospitavano la coppia.

Le cronache riferiscono di un Haakon furioso, e Lady Violet proprio avrebbe voluto vederlo, lui che è (o sembra) sempre così pacioso. Nell’attesa di altre prodezze che senza dubbio non mancheranno, consoliamoci con le foto.

(Ph: Getty Images)

L’ho sempre pensato come il tipo ideale per i film di Visconti – un gelido nazista nella Caduta degli dei o il delicato Tadzio della Morte a Venezia – ma visto così, l’anno scorso alla festa ufficiale per la maggiore età della sorella, direi che potrebbe andare anche come 007.

(Ph: Lise Åserud/Getty Images)

Il mio nome è Borg, Marius Borg.

Royal chic shock e boh – L’estate sta finendo

L’estate sta finendo, potremmo dire che per le royal ladies è proprio finita. E mentre Lady Violet attende con ansiosa fiducia il definitivo addio dell’afa che ancora regna su Roma, ecco una carrellata con i momenti salienti e le mise più interessanti dell’ultimo periodo. Si parte naturalmente dalla festa dell’estate, quella per i 50 anni di Haakon di Norvegia e della moglie Mette-Marit, compiuti a un mese di distanza (il 20 luglio lui, il 19 agosto lei) e celebrati con un party la sera del 25 agosto, ventiduesimo anniversario delle loro nozze.

Mette-Marit ha fatto il suo ingresso al braccio del figlio minore, l’aitante Sverre Magnus con un lungo vestito in pizzo dévoré avorio di The Vampire’s Diary, brand amato da varie royal ladies, a partire dall’attuale Principessa di Galles. Il modello si chiama The Night Sparrow ed è composto da un fourreau in seta color carne da indossare sotto all’abito in tulle con fiori applicati. Al momento sul sito è disponibile in blu o nero, e la versione dark mi diverte e mi convince di più, ma penso conveniate con me su quanto sia stile Mette-Marit, tanto nel colore quanto nella linea che la ingoffa un po’, cosa che spesso fanno le sue mise. Però c’è un dettaglio che mi ha fatto impazzire: la borsa. Perché la futura regina poteva scegliere qualunque clutch di qualunque maison blasonatissima, e invece si è presentata con una borsa di vimini a forma di tucano, del brand brasiliano Serpui. La trovo geniale, la mise non mi fa impazzire ma siccome adoro chi non si prende troppo sul serio, per me è chic.

Accompagnata dai pronipoti Ingrid Alexandra e Sverre Magnus – che si avvia a candidarsi come uno gnocco del giovedì – la principessa Astrid, sorella maggiore di re Harald, è una di quelle royal di secondo piano che Lady Violet adora. Non credo di aver mai visto una sua foto in cui non sorrida, quando non si fa proprio una bella risata. Porta con grazia e leggerezza i suoi 91 anni e gli acciacchi dell’età, e questa è una forma di grande eleganza (e pure un grande dono). Per festeggiare i nipoti ha scelto un caftano color prugna con decori in oro, con un paio di scarpine dorate tipo mocassino, che ci entrano come l’aringa sulla torta di compleanno ma che c’importa, la trovo meravigliosa e assolutamente chic.

Ingrid Alexandra, 19 anni e mezzo di puro splendore, ha aggiunto il tocco rock alla serata: abito blu Reformation con spacco quasi inguinale, sandali nude, e la borsa di cui vi ho già parlato (Tra favole e realtà).

(Ph: Instagram @detnorskekongehus)

La fanciulla compare vestita allo stesso modo in una delle foto pubblicate dall’account IG della Casa reale norvegese per il compleanno del padre, il 20 luglio scorso, replicare per la serata è un gesto delizioso. Non sarà particolarmente chic ma la trovo adorabile. .

La regina Sonja, madre e suocera dei festeggiati, è donna di grande classe e dunque fa sempre la sua figura. Qui mi sembra si sia adattata con qualche difficoltà al dress code, scegliendo un abito a pennellate multicolori dallo splendido tessuto ma incerto modello. E cosa ci fanno quelle scarpe pesanti sotto una mise così leggera? Boh.

Bellissima, vagamente distratta e un po’ sottotono mi è sembrata Märtha Louise, forse perché invece del braccio del suo sciamano le è toccato quello della suocera di suo fratello? Bello ma un po’ scontato il vestitone del brand californiano Hale Bob; questa volta è toccato a lei trovarsi con lo stesso abito di un’invitata. Chic ma noiosetta. Mozione d’onore per la signora Marit Tjessem, madre di Mette-Marit, e alle sue sneakers bianche; noterete che il partito dei tacchi a spillo sta perdendo parecchi colpi!

In Giordania

(Ph: Instagram @queenrania)

Le principesse figlie crescono, c’è appena stato un ingresso in famiglia che ci accompagnerà nei prossimi decenni dandoci tante soddisfazioni, ma la regina è e resta una. E non solo perché è la moglie del re, Rania è sempre una delle regine dell’estate per bellezza, stile, carisma. Dopo le fatiche, fisiche ed emotive, del doppio matrimonio i sovrani giordani si sono concessi una vacanza godendosi i due figli minori Salma e Hashem, mentre i maggiori trascorrevano con i rispettivi coniugi la prima estate da sposati. Il 21 agosto Rania ha postato sul suo account Instagram questa foto, che la ritrae in total black, in una mise al solito firmatissima – il giubbotto è Vuitton e secondo me pure la gonna, che mi sembra dello stesso tessuto – con sandali in pelle e nylon di Prada. Da cui emergono due cose: il re non è troppo più basso, sono i tacchi che lei porta spesso a fare la differenza. E alla fine i ciabattoni, ancorché griffatissimi, sempre ciabattoni sono. Boh.

(Ph: Instagram @queenrania)

Tornata al lavoro, Sua Maestà ha visitato un villaggio e incontrato alcune donne della comunità che cucinano insieme. Gli abiti tradizionali di Rania sono sempre di una raffinatezza unica; in questo caso le maniche sono ricamate con il fiore tipico del Paese, l’iris nero. Che però viene sempre reso in viola, per la gioia di Lady Violet. Superchic.

(Ph: Instagram @queenrania)

Giovedì 31 la sovrana ha compiuto 53 anni, e ha festeggiato in famiglia. Jeans borchiati e giubbotto crop (cioè corto sopra il punto vita) bianco, abbracciata alla nuora Rajwa in una gara di bellezza e giovinezza. Capisco il desiderio di comunicare informalità, ma devo dire un’insieme un po’ troppo girlie: Rania si infila un paio di jeans fintocasual (Khaite) li abbina diligentemente a una tracolla dello stesso identico colore (3.1 Phillip Lim) ma poi non resiste alla tentazione di piazzarci orecchini di perle e diamanti (nella foto non si vedono, ma ci sono). Boh. Quanto a Rajwa, indossa una tuta Zara cui ha abbinato una cintura alta (Dior), così si evita domande su una eventuale gravidanza in corso. Brava, e pur non amando il beige la trovo chic.

C’è Máxima!

(Ph: Instagram @unsgsa)

Come sapete Máxima è Special Advocate dell’ONU per finanza inclusiva e sviluppo, e in tale veste il 29 ha presentato al Segretario Generale António Guterres il rapporto annuale dell’attività. L’abito scelto è Natan – il modello, in origine scollato sulla schiena, è stato adattato per lei – e ve lo dico, mi piace molto. Sarà che amo le tonalità verde acido, ma trovo che le stia benissimo (le foto in circolazione non permettono una visione accurata ma fidiamoci) ed è adatto all’occasione. Il colore incarna l’estrosità di Máxima ma senza esagerazioni. Chic.

(Ph: Robin Utrecht/Shutterstock)

Il giorno dopo la regina era già in patria, impegnata in una visita a Rotterdam nell’ambito del programma Herstel Near – Insieme per la salute mentale. La scelta è una mise semplice ma non banale, pantaloni arancio polveroso (Natan) e blusa a scatoletta in fantasia geometrica. Non mi dispiace affatto, però… però capisco la stanchezza, il jet lag, la fine delle vacanze, ma una pettinata pare brutto? Boh.

Ultimo appuntamento, in coppia col re, la visita alla provincia di Gheldria; la regina, i capelli stavolta elegantemente acconciati sotto una calottina di Fabienne Delvigne, ripropone una creazione dell’ineffabile Natan già indossata in aprile per il Koningsdag, il giorno del re (Le foto del giorno – Compleanni e anniversari). Un completo composto da un top in maglina di seta più gonna a portafoglio in shantung di seta con grande fusciacca fermata da un fiocco altrettanto grande, in una tonalità di verde quasi fluo, praticamente un prato dopo un bombardamento atomico. La sovrana replica anche le scarpe, pure queste Natan, che devono piacerle molto perché le ha in diversi colori (anche arancio, si intravvedono sotto i pantaloni nella mise precedente). A me piacciono meno, dalla frequenza con cui le indossa penso siano anche comode, ma quel fascione che abbraccia tutto il piede non slancia (eufemismo). Detto questo, i sandali spuntati con le calze no dai.

E siccome non era abbastanza, dato che a un certo punto è arrivata la pioggia, la regina ci ha piazzato sopra un trench 7/8 (che tra l’altro mette ancora più in evidenza tutte le grinze del gonnellone), e ha cambiato le scarpe, indossando delle ballerine flat, però metallizzate sennò sono troppo sobrie. Shock.

Tra favole e realtà

Oggi mi sono imbattuta in due notizie sul mondo royal, totalmente diverse: la prima è il comunicato (in tre lingue, trovate la versione italiana in fondo al post) che Maria Chiara di Borbone Due Sicilie ha diffuso sui social per smentire i rumors sull’amore con Christian di Danimarca. Inevitabili i commenti, ottimi e abbondanti. Si va da excusatio non petita, accusatio manifesta a “non sarà stata invitata alla festa dei 18 anni di lui a Copenaghen” a “l’avrà scritto la madre” Ah, le mamme! A me invece è venuta in mente la famosa frase di Andreotti: una smentita è una notizia data due volte. E chi vivrà (speriamo tutti) vedrà.

(Ph: Liv Anette Luane, Det kongelege hoffet)

Mi ha francamente colpito di più un’altra notizia, che riguarda Mette-Marit e i festeggiamenti per i cinquant’anni: oggi è andata al Rikshospitalet, l’ospedale universitario di Oslo, per un party con i bambini ricoverati nel reparto di oncologia pediatrica. I piccoli pazienti e le loro famiglie hanno tra l’altro potuto assaggiare le stesse torte offerte venerdì sera al ricevimento ufficiale, realizzate espressamente per loro dai cuochi di Palazzo.

(Ph: Liv Anette Luane, Det kongelege hoffet)

E se il comunicato di Maria Chiara si chiude con la frase “Tutti amiamo le favole, ma ciò che conta è la realtà”, tutti pensiamo che non potrebbe esserci favola più bella se la guarigione di questi bambini diventasse realtà.

Ma una piccola favola divenuta realtà posso raccontarvela. Oggi la futura regina di Norvegia ha scelto una mise semplice, adatta all’occasione: blusa rosa e pantaloni bordeaux (più o meno). In mano una borsetta in tinta, che ha già indossato in precedenza, ed è di un brand italiano con una bella storia: quella di una ragazza siciliana che si trasferisce a Milano e un giorno si imbatte in un telaio. Nascono delle piccole creazioni artigianali, tutte fatte a mano con filati italiani, che affascinano e conquistano appassionati e professionisti della moda. Il brand ha il nome della sua fondatrice, Maria La Rosa, cui oggi si sono affiancate le figlie Alice e Lisa.

(Ph: Hanna Johre/NTB)

In questa storia di madri e figlie non può mancare Ingrid Alexandra, figlia di Mette-Marit, che venerdì sera, per festeggiare il compleanno dei genitori, ha a sua volta scelto una clutch Maria La Rosa, il modello Game Crochet.

Alla povera Maria Chiara, che mi sembra un po’ schiacciata tra i desideri propri e quelli altrui, consiglio l’acquisto di una bella borsa, perché si sa, gli uomini passano le borse restano. A voi, anche senza l’urgenza dell’acquisto, raccomando di fare un giro sul sito https://www.marialarosa.it/ per conoscere meglio loro e le loro deliziose creazioni. Lady Violet è indecisa tra due, urge iniziare a risparmiare!

Cinquanta+cinquanta di questi giorni

Alla fine anche questi neo cinquantenni hanno avuto la loro bella festa di compleanno, e visto che compiono gli anni a distanza di un mese circa ne hanno organizzata una sola, in un giorno speciale per entrambi: quello che ventidue anni fa ha unito le loro vite.

(Ph: Hanna Johre/NTB/PISCINA)

Festa bella e abbastanza insolita per le monarchie scandinave, che spesso celebrano queste occasioni con grande sfarzo. Loro, Haakon e Mette-Marit, hanno voluto invece qualcosa di diverso, una festa per celebrare gli eroi di tutti i giorni che rendono bella la Norvegia, come hanno ricordato nel loro discorso a due voci.

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB)

I principi hanno voluto con sé tante delle persone incontrate durante le visite alle diverse regioni del Paese, persone preziose per il loro lavoro e il loro impegno nella comunità. “Ci sentiamo fortunati. Grazie per aver voluto venire a festeggiare con noi. Festeggiamo la Norvegia. Festeggiamo ciò che abbiamo creato insieme. Festeggiamo ciò che possiamo essere gli uni per gli altri e per il nostro Paese” ha detto Mette-Marit secondo quanto riferisce la stampa norvegese (perdonate la traduzione automatica).

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB/POOL)

E si è commossa a sentire le parole del primo ministro Jonas Gahr Støre (che a sua volta festeggiava il compleanno, per lui sono 63) “Vediamo che buona squadra siete l’uno per l’altra e per il nostro Paese, quanto siete felici l’uno per l’altra, quanto date priorità alla famiglia, alla famiglia allargata e quanto siete aperti e onesti, quando la vita non scorre senza intoppi” (per la versione italiana vale quanto sopra).

Una bella festa popolare – dunque intelligentemente politica, alla fine sempre di un futuro capo di stato di tratta – con circa 400 invitati divisi in 48 tavoli, ognuno con la sua torta di compleanno.

(Ph: Hanna Johre/NTB/POOL)

E siccome lo stile – come varie altre cose – è nei dettagli, vi prego di notare il grembiule personalizzato con le iniziali dei festeggiati sotto cui campeggia il numero 50.

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB)

Notate anche i plaid, uno per ogni sedia, en pendant con le tovaglie. Molti ospiti li hanno usati per difendersi dall’aria frizzante della sera, e chissà se hanno potuto portarli a casa come ricordo o hanno dovuto mollarli.

Delle mise parleremo meglio nel prossimo Royal chic shock e boh, lo stile che ha ispirato la famiglia – gli ospiti erano vestiti un po’ a caso – lo definirei Ischia sul fiordo: vestitoni di sapore più o meno etnico per le signore, e molti signori senza cravatta (ma il re la portava, c’è un limite a tutto!).

(Ph: Hanna Johre/NTB/PISCINA)

Non pervenuto il sedicente sciamano Durek Verrett, fidanzato della principessa Märtha Louise, che è entrata dando il braccio alla signora Marit Tjessem, madre di Mette-Marit (il padre è morto da molti anni). Non credo ci fosse Marius, il figlio che la futura regina aveva avuto prima del matrimonio, ma si sa che i giovai tendono a evitare le feste dei genitori. Spero di tornare a vederlo, perché secondo me è un valore aggiunto.

(Ph: Ritzau Scanpix)

Insomma, a Lady Violet è piaciuto tutto. Soprattutto i festeggiati.

Un’altra splendida cinquantenne

Alla fine anche lei ha girato la boa del mezzo secolo: Mette-Marit, consorte del principe ereditario di Norvegia, nata Tjessem Høiby il 19 agosto 1973.

(Ph: Liv Anette Luane/Det kongelige hoff )

Quando fece la sua comparsa sulla scena reale, in pochi avrebbero scommesso su questa ragazza che arrivava all’altare da madre single, accompagnata da un bambino nato dalla relazione con un tipo non troppo raccomandabile. Ma l’aitante Haakon aveva voluto lei e lei sola, lei e nessun’altra, rendendo chiaro che avrebbe accettato il peso del trono solamente con lei a fianco. Dopo 22 anni due figli e una patologia seria, è chiaro che lui aveva ragione e gli altri torto; mentre lei con gli anni non ha perso l’aspetto della principessa del nord appena uscita da un racconto di Ibsen, coi capelli di lino antico e gli occhi color fiordaliso.

Priva dell’esuberanza di Máxima, dell’asciutto pragmatismo di Letizia, della dinamicità di Mary, dell’aristocratica signorilità di Mathilde, Mette-Marit ha comunque trovato la sua cifra fatta di dolcezza, di pacatezza, e della capacità di stare un passo indietro senza risultarne eclissata. Senza dimenticare la passione per i libri e la letteratura che divide con la Queen Consort Camilla (e ce le fa apprezzare entrambe in modo particolare).

Penso che Mette-Marit abbia avuto un valido sostegno dalla suocera Sonja, ritenuta a sua volta e a lungo inadatta a sposare l’erede al trono, donna di classe intelligenza e cultura, capace di accettare con divertita grazia anche un quasi genero sedicente sciamano, altro che ragazza madre…

Con altrettanta grazia Mette-Marit si è concessa all’inevitabile intervista sulla rivista di punta del suo Paese, nel suo caso D2, magazine di lifestyle associato al diffuso Dagens Næringsliv. La principessa ha parlato dell’età e di quello che porta con sé: la consapevolezza di non essere eterni, il desiderio di alleggerirsi di ciò che non è necessario, la necessità di perdonare, innanzi tutto sé stessi, la volontà di focalizzarsi sulla famiglia, riconoscendola come impegno principale della vita.

E della tessitura, sua grande passione, che a Lady Violet sembra cosa bellissima e volendo pure politicamente significativa. Ora non ci resta che aspettare venerdì prossimo, il 25, quando Mette-Marit e Haakon, a sua volta freschissimo cinquantenne, festeggeranno il mezzo secolo di vita nel giorno del ventiduesimo anniversario di nozze con quella che si annuncia come una bella festa di popolo. E auguri.

Uno splendido cinquantenne

Volendo mantenere il tono elegante che ci contraddistingue, per questo post abbiamo scelto un titolo abbastanza neutro. Ma diciamolo, visto che oggi è pure giovedì, un bel giovedì gnocco ci stava tutto!

(Ph: Lise Åserud, NTB)

Compie oggi cinquant’anni Haakon, Principe Ereditario di Norvegia, nato a Oslo il 20 luglio 1973, ventidue mesi dopo la sorella Märtha Louise, che però ha scavalcato nell’ordine di successione grazie alla legge allora in vigore nel Paese, che dava la precedenza ai maschi. Poi la legge è stata (giustamente) cambiata, e in giorno lontano dopo Haakon siederà sul trono Ingrid Alexandra, la maggiore dei due figli – l’altro è Sverre Magnus – nati dalle nozze con Mette-Marit Tjessem Høiby, che in dote portò al suo principe un bimbo nato da una precedente relazione.

Un matrimonio, il loro, che all’inizio fece storcere molti nasi, reali, nobili e pure plebei, e invece si sta rivelando solido e felice. La bionda principessa ereditaria, coetanea del marito, compie 50 anni il 19 agosto; per questo Haakon oggi passerà il compleanno in famiglia, mentre una celebrazione pubblica è fissata per venerdì 25 agosto – ventiduesimo anniversario del loro matrimonio – quando i principi festeggeranno insieme i loro primi cinquant’anni nel cortile di Palazzo con ospiti provenienti da tutta la Norvegia.

Nel ritratto che marca questo passaggio, il futuro re compare insieme al suo cane, che dovrebbe essere Molly Fiskebolle, cagnetta di razza labradoodle arrivata in famiglia un anno e mezzo fa, dopo la morte dell’amatissimo Muffin.

Se volete, sulla pagina del sito della Casa Reale norvegese c’è la possibilità di inviare i propri auguri fino alla mezzanotte di oggi: https://www.kongehuset.no/protokoll.html?tid=220219…

A proposito di giovedì e (soprattutto) di gnocchi: giovedì gnocchi fu una delle prime piccole rubriche del blog, che uscì ogni giovedì nell’estate 2018, la prima dell’esistenza di Lady Violet. Questo è il post dedicato ad Haakon La foto del giorno limited edition – giovedì gnocchi!

Gratulere med dagen a Haakon, e buon giovedì a tutti!