È nata ed è femmina! E tanto per cambiare si chiama Iman, Iman bint Hussein.
Questa mattina la principessa ereditaria di Giordania, Rajwa, ha dato alla luce una bambina. Genitori e famiglia felicissimi, anche se per la successione bisognerà riprovarci. O magari questa principessina porterà con sé un cambiamento epocale per il suo Paese? Vedremo, intanto i sovrani e la corte hashemita si godrà la gioia, la tenerezza, l’incanto di una nuova vita. E il weekend non poteva iniziare in modo migliore.
سمو الأمير الحسين بن عبدالله الثاني، ولي العهد، يؤذن في أذن مولودته، سمو الأميرة إيمان بنت الحسين، اقتداء بسنة رسول الله، صلى الله عليه وسلم #الأردن#نبارك_للحسينpic.twitter.com/tqL46acUEv
Oggi avevo proprio bisogno di bellezza, ed è arrivata.
(Ph: Instagram @queenrania)
Dritta dritta dalla Giordania ecco la fotografia che celebra il compleanno dell’erede al trono Hussein, che oggi compie trent’anni. Ambiente bucolico con sfondo di alberi che sembrano ulivi – alberi della pace, e Dio sa quanto ne abbiamo bisogno – lui stile bel tenebroso cinge la vita dell’incantevole moglie Rajwa, col pancino esaltato dall’abito color crema (di Rabanne, come è stata ribattezzata la maison dopo la morte del fondatore Paco) e il tocco degli orecchini d’oro che evocano la forma di un cuore. L’immagine è pubblicata sul suo account Instagram dalla regina Rania, madre suocera e futura nonna, che fa gli auguri al figlio e dichiara di non vedere l’ora la coppia nel ruolo di genitori. E noi con lei, con la curiosità di vedere la bella nonna all’opera in una nuova veste. Buone notizie in arrivo per questa estate, e chissà se sarà femmina.
Lo scorso anno in queste ore divoravamo le immagini che arrivavano da Amnan, per le nozze dell’erede al trono (Va in scena il royal wedding – La cerimonia). Oggi la corte hashemita celebra l’anniversario con due splendide foto di Rajwa, principessa ereditaria e futura mamma.
(Ph: RHCJ)
Vestita di un abito rosso plissé, il pancione in evidenza e il viso illuminato da un sorriso più dolce del solito, Rajwa presenta al mondo il futuro della monarchia giordana. Sicuramente inusuale la scelta di ritrarre solo lei e non la coppia, francamente non ci avrei mai pensato.
(Ph: RHCJ)
La sua creatura nascerà in estate, mi piacerebbe dire speriamo sia una femmina, che però non entrerebbe nella successione; prendiamo queste foto come auspicio che le cose possano cambiare anche in Medio Oriente. Certo non vedo l’ora di vedere nonna Rania. Ma quanto è bella questa ragazza?
Due notizie di segno contrastante; e noi partiamo da quella bella. Ieri è entrata negli anta Stéphanie, consorte dell’erede al trono del Granducato di Lussemburgo. Nata il 18 febbraio 1984 a Renaix, in Belgio, è l’ultima figlia – l’ottava! – dei Conti de Lannoy; lei e Mathilde sono le uniche due consorti reali di questi decenni a provenire dall’aristocrazia.
(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)
Buone scuole, che terminano dopo il diploma in un anno sabbatico a Mosca, dove studia lingua e letteratura russe; poi si iscrive all’università di Lovanio, dove si laurea con lode in filologia germanica. Nell’aprile 2012 la Cour grande-ducale annuncia il fidanzamento del principe ereditario Guillaume con la bionda fanciulla, conosciuta qualche anno prima. Il 20 ottobre, per la sontuosa cerimonia religiosa nella Cattedrale di Lussemburgo, la sposa indossa un elegante abito in pizzo di Elie Saab, col velo trattenuto da una piccola tiara di famiglia (la sua). Stéphanie ha perso a madre appena due mesi prima, e viene accompagnata all’altare dal fratello maggiore, dato che il padre, novantenne, è in sedia a rotelle. Un matrimonio che a parte le note tristi, stemperate però dalla gioia della giornata, passerà alla storia principalmente per la presenza di un fagiano che corona la testa di Máxima, all’epoca non ancora regina (A Royal Calendar – 20 ottobre 2012). Il giorno prima c’erano state le nozze civili, e la mise Chanel della sposa ci aveva illusi; invece dopo il matrimonio Stéphanie rivela uno stile un po’ approssimativo, ricco di colori e forme improbabili, polyestere e mollettoni per i capelli. Seguono anni in cui la principessa sembra avviata a strappare a Charlène de Monaco il titolo di principessa triste della sua generazione, sottolineata dal confronto con l’esuberante suocera, poi accade qualcosa che cambia tutto: il 10 maggio 2020 Stéphanie dà alla luce il primogenito Charles, seguito il 27 marzo 2023 da François.
(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)
Due bimbi adorabili e molto simpatici, che hanno regalato felicità e grande allegria al Granducato e alla famiglia; i genitori li portano con sé dappertutto, e il piccolino compare anche in braccio alla mamma in una delle tre fotografie diffuse dalla Cour grande-ducale per celebrare i primi 40 anni della principessa.
(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)
Che resta una delle reali peggio vestite, continua a scegliere mise che la sbattono, o la invecchiano, o entrambe le cose, ma sembra infischiarsene allegramente, e noi con lei. Joyeux Anniversaire!
La seconda notizia arriva dalla Giordania, ed è quella brutta: è venuto a mancare Khaled bin Musaed bin Saif bin Abdulaziz Al Saif, padre della principessa Rajwa. Settantenne, era presidente di Al Saif Group, una delle principali realtà nel mondo del business saudita, con interessi che vanno dalle costruzioni alla salute.
Re Abdullah II ha stabilito tre giorni di lutto (a partire da ieri, 18 febbraio) in onore del consuocero scomparso. Ignoriamo la causa della morte, ma è possibile che in presenza di una malattia la figlia abbia voluto trascorrere più tempo col padre, il che spiegherebbe la sua moderata attività di questi primi mesi da principessa ereditaria. Un pensiero a lei e alla sua famiglia perché per quanto ci si voglia preparare non si è mai pronti.
Ma quanto ci è piaciuto il cappotto indossato da Rania per i 25 anni di regno del marito, e dunque pure suoi? E vogliamo lasciarlo nell’oblio? Giammai! Partiamo dunque da lei per questo chic shock e boh straordinario.
Con una sobria cerimonia, che il momento non invita a troppi festeggiamenti, mercoledì 7 la Giordania ha celebrato il giubileo d’argento del sovrano. Notavamo come le signore del nucleo familiare del sovrano fossero in nero; probabilmente in onore di Re Hussein scomparso 25 anni fa, ma secondo altri in segno di lutto per la tragica situazione a Gaza che la regina, di origine palestinese, segue con determinata passione. Rania sublime in un cappotto Dior dall’ampio collo incrociato e dalla linea che si ispira ai classici della maison, È in lana double un particolare tessuto, molto sofisticato, di gran moda fino a qualche decennio fa. Un tessuto doppio, costituito da due orditi e una trama o due trame e un ordito, non necessariamente double face, ma l’aspetto è quello. Ricordo che mia madre aveva alcuni cappotti, tra cui uno cammello all’esterno e avorio all’interno.
Un tessuto la cui lavorazione richiede una capacità artigianale, ragion per cui si trova sempre più di rado; ai tempi d’oro era uno dei grandi saperi della maison Dior. Perdonatemi se mi sono dilungata, ma questo capo non è solo bello, è anche colto se mi passate il termine; Rania lo ha abbinato a borsa Vuitton, modello Chain it. Superchic.
La figlia maggiore dei sovrani, la principessa Iman, è la più informale con pantaloni, dolcevita, e un cappotto sfrangiato Alaïa. Vi dirò, non mi dispiace per niente e mi sembra anche piuttosto adatto alla sua figura minuta. Chic. Mi convince meno la scelta della sorella Iman, con un cappottino Vuitton che non la valorizza appieno, con un orlo che litiga con quello che c’è sotto. È un capo della collezione 2001, per cui potrebbe arrivare dallo sterminato guardaroba materno, il che giustificherebbe l’incerto fitting. Boh.
Dulcis in fundo la principessa ereditaria Rajwa, che evidentemente non è freddolosa e al posto del cappotto indossa un abito midi, semplice ed elegante (ME+EM) completato da un paio di slingback, le Vendome 70 di YSL . Tocco originale la borsa in color verde smeraldo. È la Gabrielle della maison Moynat, molto popolare tra le royal ladies: la regina Camilla ne ha almeno un paio. Sicuramente chic, ma non si può fare a meno di notare come finora la futura regina sia piuttosto defilata. Ieri, 12 febbraio, i sovrani – impegnati in un viaggio in vari Paesi per sollecitare il cessate il fuoco a Gaza – sono stati ricevuti alla White House dal Presidente e dalla First Lady. Con loro c’era il principe ereditario Hussain, ma la moglie Rajwa è evidentemente rimasta a casa. Ora, è vero che questa è una rubrica che si occupa di stile, ma non si può fare a meno di notare l’espressione dei giordani, contrapposta al sorriso – magari solo di circostanza – dei Biden.
(Ph: Jim Watson/Getty Images)
Differenza che si nota anche nei colori scelti dalle due signore: lampone per Jill, molto graziosa, ma come spesso le accade sbaglia i volumi, boh. Nero e grigio per Rania, in total look Dior: polo in cashmere, gonna a ruota, scarpe e clutch. Chic. Prende sempre più corpo l’ipotesi che la regina mostri i suoi sentimenti per la crisi a Gaza anche usando l’abbigliamento; dal 7 ottobre ha infatti indossato solo bianco, nero e colori neutri; un metamessaggio fortemente simbolico e sicuramente interessante. Non so invece come inquadrare la latitanza di Rajwa, interessante anch’essa anche se per motivi diversi. Capisco che il tour dei sovrani sia più politico che diplomatico, per cui magari la sua presenza potesse essere considerata superflua, ma in questi primi mesi di matrimonio si è vista davvero poco. Ha accompagnato il marito in qualche appuntamento all’estero, ma mai in patria, mentre siamo abituati a vedere le nuove principesse, soprattutto se straniere (Rajwa è saudita) impegnate a conoscere direttamente il loro nuovo Paese. Forse l’uso locale è diverso, vedremo, ma i tour reali sono un elemento costante dell’attività di sovrani presenti e futuri. A tal proposito, sono stati annunciati i primi due viaggi all’estero dei nuovi sovrani danesi: Frederik X e Mary saranno in Svezia il 6 e 7 maggio, e in Norvegia il 14 e 15; il 14 maggio è anche il loro ventesimo anniversario di matrimonio, vedremo cosa si inventeranno. Intanto una cosa è certa, non vedremo più i profondi curtsy di cui Mary era maestra.
Proprio di una visita di stato, e proprio in Svezia, tratta la seconda parte di questo post. Ed è una visita dal sapore particolare: quella della coppia presidenziale francese nel Paese scandinavo la cui famiglia reale, i Bernadotte, ha molti legami con la Francia a partire dall’origine. Origine che ha consentito di rifornire i forzieri di gioielli straordinari.
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Ecco dunque i Macron ricevuti a palazzo dai sovrani con due dei tre figli e rispettivi coniugi. Sofia, moglie del principe Carl Philip, ha una certa fascinazione per lo stile lolitesco, nonostante si avvicini ai 40 (li compirà a dicembre). L’abito è di Philosophy, linea disegnata da Lorenzo Serafini; non è brutto, anzi, ma l’indosso è un po’ troppo gnegne: orlo al ginocchio proprio perché più corto non si poteva, calze color carne, scarpine da brava bambina, e capelli sparsi a pioggia; la trovo terribile, è veramente lo stile che piace a lei e io detesto. Shock, senza rancore. Dal lato opposto la principessa ereditaria Victoria vestita dallo stilista del suo cuore, quel Pär Engsheden che firmò il suo abito da sposa. Perfetta per l’occasione: belli il modello e il punto di rosso, inevitabili le Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi piace meno il copricapo che la schiaccia un po’, avrei preferito qualcosa con maggior volume. Comunque chic. Accanto a lei la Première Dame in uno di suoi soliti completini abito+cappotto, immagino Vuitton come quasi tutto ciò che indossa, questa volta in un color menta delicato e piuttosto freddo. Avrei evitato le scarpe nere – che mi sembra siano le sue preferite – ma personalmente mi sarei astenuta anche da quel colorino, dunque… non mi entusiasma, ma abbastanza chic. E arriviamo alla Regina Silvia, che compie uno dei suoi non moltissimi passi falsi. Non tanto e non solo per il datatissimo completo con abito in una fantasia geometrica usata anche per i dettagli della giacchina nera, ma per il basco. Che non è un cappello elegante, e va indossato con la necessaria nonchalanche e non piazzato in capo così rigidamente.
(Ph: Olle Lindeborg / SCANPIX)
Mi sorge un dubbio: la bella Silvia avrà tratto ispirazione da Anne-Aymone Giscard d’Estaing, ritratta in questa fotografia in compagnia del marito allora presidente Valéry e i sovrani di Svezia all’uopo pubblicata dalla Casa reale a testimonianza dei precedenti incontri tra i due Paesi? Shock.
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Scende la sera, e porta con sé il banchetto di stato, le toilettes da gran sera e i diademi. Silvia in viola, ripropone l’abito della maison di fiducia Georg et Arend indossato alla consegna dei premi Nobel 2022. Allora non ci piacque, e francamente nemmeno ora, ma trovo molto divertente la clutch, la Queen of hearts di Judit Leiber. Non aiuta l’equilibrio della mise la fascia della Légion d’honneur indossata nella versione più ampia e non quella sottile riservata di solito le signore. Ma ogni cosa scompare davanti alla storica bellezza della parure di camei: diadema, collier, orecchini, e da quello che intravvedo anche il bracciale. Boh, ma che splendore! Accanto a lei la Première Dame vestita da nonna di Elsa, con uno dei soliti abiti dalla linea smilza, arricchito da una cascata di cristalli. Dalla smorfia direi che non è convinta neanche lei; Lady Violet la trova convintamente shock.
La Principessa Ereditaria Victoria ha scelto uno dei diademi più interessanti della collezione svedese e non solo; una tiara di acciaio il cui sbrilluccichio è dato dalla lavorazione del metallo, essendo totalmente priva di gemme. Un pezzo favoloso, francamente uno dei miei preferiti della collezione svedese. Risale anch’esa all’epoca napoleonica, e si ritiene sia stata creata per Hortense de Beauharnais, figlia dell’imperatrice Joséphine. Accantonata per decenni, fu ritrovata per caso dalla regina Silvia poco dopo le sue nozze, tornando a godere dell’attenzione che merita. E ve lo dico, ce n’è anche un’altra, più piccola, risalente sempre allo stesso periodo. Confesso, ho preferito concentrarmi sulla tiara per sorvolare sul vestito di broccato indossato da Victoria, creato da H&M e indossato in precedenza, di sicuro per la serata dei premi Nobel del 2016. Anno in cui il sofà di Lady Violet non esisteva ancora, sennò lo avrebbe stroncato anche allora. Sembra la carta di un enorme cioccolatino, e pure il marito Daniel mi sembra perplesso. Shock.
Annega nei drappeggi anche Sofia, con una creazione del couturier svedese Lars Wallin. Troppo tutto: troppo ricco, troppo lungo, troppo pasticciato, pure troppe pieghe; e non aiuta la pettinatura con le ciocche che sfuggono morbidamente dal diadema, la sua solita tiara nuziale, questa volta decorata con perle. E mi taccio sulle scarpe con platform Charlotte Olympia; per fortuna si vedono poco! Inevitabilmente shock.
Mentre siamo concentrati sulla salute di un sovrano seduto sul trono da pochi mesi, allargando lo sguardo ne troviamo un altro che ieri ha celebrato il giubileo d’argento.
È il 7 febbraio 1999 quando, abbastanza a sorpresa, Abdullah sostituisce il padre sul trono di Giordania. Hussein, il “piccolo re”, quando muore ha solo 63 anni ma soffre da tempo di un linfoma non Hodgkin, per il quale si sottopone ciclicamente a terapie negli USA. Durante l’ultimo ricovero diventa evidente che non c’è più nulla da fare e lui torna a morire in patria. Ricordo che ogni Paese che veniva sorvolato dall’aereo reale faceva alzare dei caccia per scortarlo in segno di rispetto; non so se sia pratica comune, ma mi sembrò molto bello, e bello mi sembra ancora. Avvicinandosi la fine il sovrano aveva fatto cambiare la costituzione rimuovendo dal ruolo di principe ereditario il fratello minore Hassan – accusato di aver abusato del ruolo di plenipotenziario durante l’assenza del sovrano – sostituendolo con il figlio Abdullah. Che è stato probabilmente il principe ereditario dalla carriera più breve, almeno della storia recente: 14 giorni, dal 24 gennaio al 9 febbraio. Accanto a lui diventa regina la moglie Rania, giovanissima – appena 28 anni – e bellissima. Nel tempo è diventata anche elegantissima, distinguendosi per il sostegno alle donne e il contrasto alla discriminazione sessuale, aspetto che la fa molto apprezzare in occidente, un po’ meno dai più integralisti del suo Paese e del mondo arabo.
Ieri dunque nella corte del palazzo Raghadan l’importante ricorrenza è stata celebrata con una sobria cerimonia, cui non saprei dire se seguiranno altri festeggiamenti. La situazione nell’area come si sa è assai delicata, e infatti oggi il sovrano è partito per un tour che toccherà USA, Canada, Francia e Germania per caldeggiare il cessate il fuoco nella striscia di Gaza.
Il tutto si è svolto alla presenza della famiglia reale quasi al completo: manca il figlio minore Hashem ma ci sono i principi ereditari ad aprire la fila. Dopo di loro la madre del Re, Muna, le figlie dei sovrani Iman (senza il marito) e Salma, il principe Faisal (fratello minore di Abdullah) con la moglie, e la principessa Alia, primogenita del defunto re. Dopo di lei una coppia che abbiamo già conosciuto; il principe Ghazi, cugino di Abdallah, con la moglie Maryam, la spagnola Miriam Ungría y López, vedova del principe Kardam di Bulgaria (Che fantastica storia). La signora rischia di diventare anche suocera reale, dato che si parla con insistenza di un flirt tra il figlio Boris e Catharina-Amalia d’Olanda, che a Madrid è di casa. Avrete notato che a parte il suo cappottino azzurro quello cammello di Muna le royal ladies sono vestite di nero. Se fossimo in occidente direi che, come uso in molte famiglie, ci si veste a lutto in onore del defunto nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa.
Ora, è vero che nel mondo islamico il nero non è il colore del lutto, ma è anche vero che ai funerali di Hussein le donne di famiglia erano in nero con il capo coperto da un velo bianco. Ulteriore conferma viene dalla immagine che ritrae i sovrani sulla tomba del defunto re; la regina è appunto in nero, con lo splendido cappotto Dior, il capo coperto da un velo bianco.
Come ha fatto per tutti i 24 anni precedenti, come le figlie che si intravvedono dietro di lei.
Dopo di loro, arrivano anche i principi ereditari, che devo dire finora non hanno goduto di particolare visibilità, soprattutto lei; ha la stessa età che aveva la suocera quando divenne regina, ma penso che la dolce Rajwa dovrà armarsi di santa pazienza.
A gentile richiesta, oggi dedichiamo la rubrica domenicale principalmente al royal wedding celebrato in Brunei nella prima metà del mese. La verità è che la rapida e inattesa successione degli avvenimenti nella nostra vecchia Europa – da una parte il passaggio dei poteri sul trono danese, dall’altra le notizie sulla salute di King Charles e della Principessa di Galles – ha catturato tutta la mia attenzione impedendomi di fatto di seguire come avrei voluto il grande evento andato in scena dall’altra parte del mondo, le sontuosissime nozze del principe Abdul Mateen con Anisha Rosnah. Confesso che un po’ ha contribuito anche la lunghezza e la complessità della cerimonia; celebrata in ossequio ai dettami dell’Islam e delle tradizioni locali, arrivavano notizie e fotografie di ogni tipo, e orientarsi non era immediato.
(Ph: German Larkin)
Il rito nuziale vero e proprio è stato celebrato domenica 14, con l’incantevole sposa in Dior Haute Couture; abito sontuoso ma alla fine neanche tanto, in una candida seta pesante intessuta d’oro. Linea elegante e piuttosto semplice, corpino aderente e gonna morbida con un piccolo strascico; indispensabili per la cultura del Paese le maniche lunghe e lo scollo appena accennato, ma tanto lì c’è il preziosissimo collier con diamantone centrale ad attirare l’attenzione. Molto elegante il velo, la cui leggerezza viene un po’ mortificata dal copricapo modellato come il classico tudung delle donne bruneiane, su cui è poggiata una tiara davvero regale tempestata di diamanti.
(Ph: Mohd Rasfan)
È un gioiello di famiglia, 800 e passa pietre per un totale di 132 carati (e un valore stimato in 10 milioni di sterline) indossato in precedenza da una delle sorelle del principe per le sue nozze. Quello che veramente non mi piace è il bouquet di pietre, preziose pure quelle; una tradizione della famiglia reale che ne possiede diversi, utilizzati nei royal wedding da una trentina d’anni. Apprezzo il rispetto per usi e costumi, ma mi ricorda un po’ quelle composizioni di pietre dure presenti in certi salotti d’antan, tipo quello della nonna Speranza di gozzaniana memoria. Comunque devo dire che pur con tutte le limitazioni e gli eccessi di una cultura così diversa dalla nostra, l’effetto finale è piuttosto contemporaneo. Chic la mise, shock il bouquet. Shock pure il collier, ma in un altro senso.
Ancora più moderno, e vicino al gusto delle spose occidentali l’abito indossato per il ricevimento postnuziale. Il libanese Zuhair Murad ha creato per la nuova principessa un modello a sirena in una delicatissima sfumatura di rosa cipria, con ricami di piccole perle che creano disegni floreali. Favoloso anche questo collier, ancor più sontuosa la tiara, prestata dalla moglie numero 1 del sultano, cui si aggiungono anelli orecchini e bracciali tempestati di diamanti. Sicuramente qui non vale il principio less is more; comunque chic.
(Ph: Instagram @tehfirdaus)
La lunga teoria di riti e cerimonie che ha preceduto la cerimonia nuziale vera e propria era iniziata una decina di giorni prima con la Khatam Quran, la lettura del Corano insieme alla famiglia. Anisha indossava un elegante baju kurung, l’abito tradizionale, realizzato su misura da Teh Firdaus, il principale stilista del Paese, in un tessuto bianco perla realizzato usando tecniche antiche che creano un ricco motivo. Il pizzo floreale che definisce bordo e maniche della tunica è il tocco finale. Chic.
(Ph: Instagram @tehfirdaus)
Sempre bianco, sempre opera di Teh Firdaus, l’abito indossato dalla sposa durante la cerimonia detta Berbedak Mandi, che se non ho capito male dovrebbe essere una sorta di benedizione degli sposi da parte dei genitori. La mise indossata in questa occasione si ispira al modello del tradizionale baju kurung però è realizzato tutto in pizzo, il che da un’aria più internazionale, forse anche grazie al velo senz’altro più donante, almeno ai nostri occhi, del copricapo tradizionale. Lei è bellissima e le sta bene tutto, questa mise mi sembra un po’ troppo, boh.
(Ph: Instagram @germanlarkin)
Tutti questi abiti più o meno bianchi vi hanno stancato? Ho qualcosa per voi. Uno dei momenti più particolari di questo abbondantissimo matrimonio è stata la powdering ceremony, un rito per invocare sugli sposi fecondità e ricchezza (anche se non è che ce ne sia troppo bisogno…). in questo caso il colore è il rosso, elemento di una mise che vede il suo culmine in un’altissima corona.
(Ph: German Larkin)
Trovo alcuni aspetti di questo abito davvero affascinanti, e altri, come dire, sorprendenti. Come il fatto che con quel copricapo, i favolosi orecchini in oro e diamanti, i bracciali d’oro ai polsi, la sposa si sia appuntata anche una spilla, forse temeva di essere considerata troppo semplice, quasi francescana. Impossibile da inserire in una delle nostre categorie, ma wow!
Ma almeno un’ospite la ce la vogliamo mettere? Ne scelgo una a caso: Jetsun Pema, consorte del Re del Bhutan, seduto alla sua destra. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese, questa volta in blu con tocchi di azzurro. Incantevole come sempre, spicca anche adeguatamente sullo sfondo giallo della sala (il giallo è il colore del Sultano, perciò lo vedete dappertutto ma non lo indossa nessuno). Sublimemente chic, as usual.
(Ph: Instagram @support.anishaik)
Ecco gli sposi, finalmente moglie e marito dopo la maratona nuziale. E per la prima uscita da principessa in abiti occidentali cosa sceglie la bella Anisha? Dior per le slingback color crema (modello J’adior) e borsa, la Lady Dior in coccodrillo blu, abbinate a un abito di Self Portrait che noi conosciamo bene, pure troppo… ve lo ricordate? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess). Ne usciremo mai? Boh, ma quanto a scelte principesche direi che ci siamo.
Restiamo in zona per seguire un’altra giovane coppia sposata da poco: Hussein e Rajwa di Giordania in visita a Singapore. In occasione del Jordan-Singapore Tech Alliance Forum la principessa, capelli sciolti e spettinati à la Máxima, indossa un abito midi in viscosa di Karen Millen, in una fantasia dai colori muffosi che ammazzerebbero quasi tutte, lei sicuro. Va bene la sobrietà, ma qui si esagera! Mi dispiace, la trovo terribile, shock.
Il giorno seguente incontro con il Primo Ministro Lee Hsien Loong e consorte. Look un po’ monacale con l’abito bianco Roskanda caratterizzato da maniche inutilmente bouffant con nastro appeso, modello che mi permetto di sconsigliare per una colazione, dato che se nel menù fosse compreso un consommé il rischio inzuppo sarebbe altissimo. Mi piace molto la cintura che sembra una lamina metallica; gliel’abbiamo già vista, e sappiamo pure chi gliel’ha data (Festeggiare con stile) abbinata alle scarpine slingback Gianvito Rossi. Per ora Rajwa non si schioda dal mezzo tacco, per non sovrastare il coniuge, vediamo se più in là prenderà ispirazione dalla suocera, che porta tranquillamente i tacchi alti anche quand’è col marito. Se intanto la fanciulla si facesse dare qualche suggerimento per i capelli, evitando la (s)pettinatura a salice piangente non farebbe un grammo di danno. Scopriamo che anche lei ha la clutch Knot di Bottega Veneta, in una tonalità soberrima definita “travertino”. Boh. Fatemi spezzare una lancia in favore della signora Ho Ching, consorte del premier, con tunica ispirata alla tradizione e ciabattoni. La signora è laureata in ingegneria elettronica e ha avuto una brillantissima carriera da manager, che sicuramente ha nutrito la sua autostima. Shock, ma brava.
Altro appuntamento, altra mise; in questo caso Rajwa sceglie un completo pantaloni a vita alta + giacca doppiopetto di Gabriela Hearst in un rosa cipria che le scalda l’incarnato pallido. Borsa in tinta: una FendiPikaboo, modello amatissimo dalla suocera Rania. In generale mi piace, ma la giacca tira un po’, andrebbero spostati leggermente i bottoni. A meno che la coppia non stia per darci una lieta novella, nel qual caso mi tacerei all’istante. Chic di incoraggiamento.
Unica principessa di sangue di questa rassegna, l’avevamo vista scendere la scaletta dell’aereo con le borse in mano nel primo viaggio all’estero del 2024 per un membro della Royal Family (Arrivi e partenze). Anne non avrà la bellezza del padre, cui somiglia molto, né il carisma della madre, ma ha un gran carattere e uno stile tutto suo. Nella visita in Sri Lanka l’abbiamo vista con diverse mise nessuna delle quali memorabili, che avevano però il vantaggio di mettere in luce l’essenza di chi le indossava. Ho scelto questa foto perché mi piace molto: lei semplicissima in pantaloni bianchi e camicia ecrù – forse inavvertitamente ha beccato uno dei trend di stagione, che vuole abbinate tonalità diverse di bianchi – ma circondata da persone che sorridono incantate. Chic a prescindere.
La settimana che si chiude è stata ricca di eventi royal tra tour all’estero, l’assemblea generale dell’ONU più le solite attività che comprendono visite, incontri, inaugurazioni. Ho perciò selezionato solo alcune mise, per poi accorgermi che erano unite da un fil rouge, il colore: tanto bianco e un po’ nero, con qualche piccola eccezione.
(Ph: Samir Hussein-Pool/WireImage)
Di Camilla in Francia abbiamo già parlato, qui la vediamo accompagnata da Brigitte Macron in visita alla Bibliothèque Nationale, luogo che avrà riempito la regina, appassionata di libri e lettura, di felicità; nell’occasione le due signore hanno anche annunciato la nascita di un premio letterario francobritannico. In ossequio al titolo che abbiamo dato al post, la Première Dame di nero ha i pantaloni; forse per un eccesso di scrupolo ha pensato di omaggiare la regale ospite vestendosi da Grenadier Guard: black i pantaloni, red la lunga giacca (Chanel); in testa non c’è bisogno del colbacco in pelle d’orso, basta la cofana ipercotonata. Boh. Elegante la sovrana, con una mise che già avevamo visto e già ci era piaciuta (Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…): abito in seta bianco&nero con pardessus bianco, tutto Fiona Clare Couture, con accessori Chanel. Appuntata a sinistra la splendida spilla art déco appartenuta alla Queen Mom, in cristallo di rocca con diamanti e dettagli in smalto nero. Très chic, e mi chiedo se l’omaggio si sia limitato alla spilla, o Camilla scegliendo quel soprabito candido abbia voluto ricordare il leggendario white wardrobe della nonna di suo marito durante una storica visita di stato in Francia. Ne parlammo qui, in uno dei primi post del blog A Royal Calendar – 12 giugno 1901
Regina in bianco, dicevamo: eccola! Rania di Giordania questa settimana si è trasferita armi e bagagli negli USA, cogliendo l’occasione dell’assemblea dell’ONU. Candida come un giglio del deserto attraversa le strade di Manhattan in un completo gilet e pantaloni Wardrobe.NYC; se vi piace, il gilet si avvia ad essere uno dei trend di stagione, meglio ancora se sottratto in casa a un armadio maschile. La borsa è una Baguette Selleria di Fendi, le scarpe che si intravvedono appena Dior. Che potrei dire di diverso da chic?
Se la mise è simile l’effetto è diversissimo. Anche gli eredi al trono giordano sono arrivati a New York per poi spostarsi a Washington, e iniziare a crearsi una rete di relazioni. Ci è scappata anche una visita al piccolo di casa, Hashem – matricola in una prestigiosa università negli States – per la quale la neoprincipessa Rajwa ha scelto a sua volta un completo pantaloni bianco Jacquemus con giacca over, avrà sbagliato taglia? La borsetta è una GucciGG Marmont, col manico avvolto in un fiocco in seta sempre di Gucci. No dai, shock.
Meglio, molto meglio quando ha accompagnato il marito all’incontro con membri del Congresso nella capitale, optando per uno stile bon ton che sembra ispirato alla suocera, compreso l’amore per Fendi. La borsa è la Baguette Phone Pouch le scarpe il modello Colibrì Lite, l’una e le altre in un vezzoso rosa che vivacizza la blusa bianca Edeline Lee e la gonna nera Dior. Che vogliamo di più? Chic.
Non c’è due senza tre, ed ecco la terza White Queen, Máxima d’Olanda. Che essendo il tipo che è raddoppia scegliendo il bianco non una ma due volte. Mise numero 1: con la suocera Beatrix al ricevimento offerto in onore degli oltre 150 artigiani che hanno contribuito alla realizzazione dei nuovi tendaggi della Sala Cinese del palazzo Huis ten Bosch all’Aja ispirandosi a quelli settecenteschi. La sovrana per una volta sceglie la semplicità e fa bene, così non rischia di sovrapporsi all’opera e ai suoi realizzatori. Il completo top e gonna di Tory Burch li abbiamo già visti (Le foto del giorno – Estate!); a parte le calze fosforescenti questa versione cittadina, abbinata alle classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi convince di più. Chic.
Voilà la mise numero 2: per la a visita a Rotterdam all’HMC, scuola del legno e del mobile, la sovrana si infila un semplice chemisier bianco Massimo Dutti cui aggiunge accessori color cuoio (ai piedi l’ennesimo paio di Gianvito 105). Mi piace molto anche questa, mi devo preoccupare? Chic.
(Ph: SIPA USA/IPA-AGENCY.NET)
Bianco e nero per la Duchessa di Sussex che appena rientrata a Montecito dopo i trionfi degli Invictus Games a Düsseldorf partecipa a un evento benefico promosso da Kevin Costner. Accanto al marito – in total black pure lui, un po’ stile tronista di Maria De Filippi – Meghan indossa una bellissima mantella in tweed chevron di Carolina Herrera, che Lady Violet metterebbe volentieri, però a gennaio. I piedini sono infilati in un paio di Manolo Blahnik il modello Camparinew. L’orologio Tank Française e il bracciale Love, entrambi Cartier, appartenevano a Diana. Chic, e meno male che non si è messa anche una sciarpa.
Total black per Letizia all’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Real di Madrid. L’abito di 2nd Skin Co l’avevamo già visto ai premi Princesa de Asturias qualche anno fa, e ci era piaciuto già allora (Royal chic shock e boh – Novembre 2021). Trovo che la Reina indossi molto bene i modelli anni ’50: donano alla sua figura esile e anche i più esagerati, tipo questo, vengono smorzati dal suo rigore, rendendolo in compenso meno austero. Ai piedi anche lei ha infilato un paio di Manolo, le favolose Gotrianc, in mano la classica, amatissima e popolarissima clutch intrecciata di Bottega Veneta. Chic ‘
Ok, non è né bianca né nera, ma potevo evitare di mostrarvi Letizia in questa mise? La Reina a Londra partecipa a un evento dedicato alla ricerca sul cancro. L’abito è Armani, collezione Pre Fall del 2019, in uno di quei blu con una punta di grigio che sa fare solo Re Giorgio. Il modello originale è lungo alla caviglia ma questo è stato accorciato con garbo. Lo trovo bellissimo. La scarpa (Carolina Herrera) sbecca un po’, un po’ tanto, ma non avendo mai provato tale sensazione, quella di Lady Violet e delle sue ampie estremità è pura invidia. Chic e sto.
L’estate sta finendo, potremmo dire che per le royal ladies è proprio finita. E mentre Lady Violet attende con ansiosa fiducia il definitivo addio dell’afa che ancora regna su Roma, ecco una carrellata con i momenti salienti e le mise più interessanti dell’ultimo periodo. Si parte naturalmente dalla festa dell’estate, quella per i 50 anni di Haakon di Norvegia e della moglie Mette-Marit, compiuti a un mese di distanza (il 20 luglio lui, il 19 agosto lei) e celebrati con un party la sera del 25 agosto, ventiduesimo anniversario delle loro nozze.
Mette-Marit ha fatto il suo ingresso al braccio del figlio minore, l’aitante Sverre Magnus con un lungo vestito in pizzo dévoré avorio di The Vampire’s Diary, brand amato da varie royal ladies, a partire dall’attuale Principessa di Galles. Il modello si chiama The Night Sparrow ed è composto da un fourreau in seta color carne da indossare sotto all’abito in tulle con fiori applicati. Al momento sul sito è disponibile in blu o nero, e la versione dark mi diverte e mi convince di più, ma penso conveniate con me su quanto sia stile Mette-Marit, tanto nel colore quanto nella linea che la ingoffa un po’, cosa che spesso fanno le sue mise. Però c’è un dettaglio che mi ha fatto impazzire: la borsa. Perché la futura regina poteva scegliere qualunque clutch di qualunque maison blasonatissima, e invece si è presentata con una borsa di vimini a forma di tucano, del brand brasiliano Serpui. La trovo geniale, la mise non mi fa impazzire ma siccome adoro chi non si prende troppo sul serio, per me è chic.
Accompagnata dai pronipoti Ingrid Alexandra e Sverre Magnus – che si avvia a candidarsi come uno gnocco del giovedì – la principessa Astrid, sorella maggiore di re Harald, è una di quelle royal di secondo piano che Lady Violet adora. Non credo di aver mai visto una sua foto in cui non sorrida, quando non si fa proprio una bella risata. Porta con grazia e leggerezza i suoi 91 anni e gli acciacchi dell’età, e questa è una forma di grande eleganza (e pure un grande dono). Per festeggiare i nipoti ha scelto un caftano color prugna con decori in oro, con un paio di scarpine dorate tipo mocassino, che ci entrano come l’aringa sulla torta di compleanno ma che c’importa, la trovo meravigliosa e assolutamente chic.
Ingrid Alexandra, 19 anni e mezzo di puro splendore, ha aggiunto il tocco rock alla serata: abito blu Reformation con spacco quasi inguinale, sandali nude, e la borsa di cui vi ho già parlato (Tra favole e realtà).
(Ph: Instagram @detnorskekongehus)
La fanciulla compare vestita allo stesso modo in una delle foto pubblicate dall’account IG della Casa reale norvegese per il compleanno del padre, il 20 luglio scorso, replicare per la serata è un gesto delizioso. Non sarà particolarmente chic ma la trovo adorabile. .
La regina Sonja, madre e suocera dei festeggiati, è donna di grande classe e dunque fa sempre la sua figura. Qui mi sembra si sia adattata con qualche difficoltà al dress code, scegliendo un abito a pennellate multicolori dallo splendido tessuto ma incerto modello. E cosa ci fanno quelle scarpe pesanti sotto una mise così leggera? Boh.
Bellissima, vagamente distratta e un po’ sottotono mi è sembrata Märtha Louise, forse perché invece del braccio del suo sciamano le è toccato quello della suocera di suo fratello? Bello ma un po’ scontato il vestitone del brand californiano Hale Bob; questa volta è toccato a lei trovarsi con lo stesso abito di un’invitata. Chic ma noiosetta. Mozione d’onore per la signora Marit Tjessem, madre di Mette-Marit, e alle sue sneakers bianche; noterete che il partito dei tacchi a spillo sta perdendo parecchi colpi!
In Giordania
(Ph: Instagram @queenrania)
Le principesse figlie crescono, c’è appena stato un ingresso in famiglia che ci accompagnerà nei prossimi decenni dandoci tante soddisfazioni, ma la regina è e resta una. E non solo perché è la moglie del re, Rania è sempre una delle regine dell’estate per bellezza, stile, carisma. Dopo le fatiche, fisiche ed emotive, del doppio matrimonio i sovrani giordani si sono concessi una vacanza godendosi i due figli minori Salma e Hashem, mentre i maggiori trascorrevano con i rispettivi coniugi la prima estate da sposati. Il 21 agosto Rania ha postato sul suo account Instagram questa foto, che la ritrae in total black, in una mise al solito firmatissima – il giubbotto è Vuitton e secondo me pure la gonna, che mi sembra dello stesso tessuto – con sandali in pelle e nylon di Prada. Da cui emergono due cose: il re non è troppo più basso, sono i tacchi che lei porta spesso a fare la differenza. E alla fine i ciabattoni, ancorché griffatissimi, sempre ciabattoni sono. Boh.
(Ph: Instagram @queenrania)
Tornata al lavoro, Sua Maestà ha visitato un villaggio e incontrato alcune donne della comunità che cucinano insieme. Gli abiti tradizionali di Rania sono sempre di una raffinatezza unica; in questo caso le maniche sono ricamate con il fiore tipico del Paese, l’iris nero. Che però viene sempre reso in viola, per la gioia di Lady Violet. Superchic.
(Ph: Instagram @queenrania)
Giovedì 31 la sovrana ha compiuto 53 anni, e ha festeggiato in famiglia. Jeans borchiati e giubbotto crop (cioè corto sopra il punto vita) bianco, abbracciata alla nuora Rajwa in una gara di bellezza e giovinezza. Capisco il desiderio di comunicare informalità, ma devo dire un’insieme un po’ troppo girlie: Rania si infila un paio di jeans fintocasual (Khaite) li abbina diligentemente a una tracolla dello stesso identico colore (3.1 Phillip Lim) ma poi non resiste alla tentazione di piazzarci orecchini di perle e diamanti (nella foto non si vedono, ma ci sono). Boh. Quanto a Rajwa, indossa una tuta Zara cui ha abbinato una cintura alta (Dior), così si evita domande su una eventuale gravidanza in corso. Brava, e pur non amando il beige la trovo chic.
C’è Máxima!
(Ph: Instagram @unsgsa)
Come sapete Máxima è Special Advocate dell’ONU per finanza inclusiva e sviluppo, e in tale veste il 29 ha presentato al Segretario Generale António Guterres il rapporto annuale dell’attività. L’abito scelto è Natan – il modello, in origine scollato sulla schiena, è stato adattato per lei – e ve lo dico, mi piace molto. Sarà che amo le tonalità verde acido, ma trovo che le stia benissimo (le foto in circolazione non permettono una visione accurata ma fidiamoci) ed è adatto all’occasione. Il colore incarna l’estrosità di Máxima ma senza esagerazioni. Chic.
(Ph: Robin Utrecht/Shutterstock)
Il giorno dopo la regina era già in patria, impegnata in una visita a Rotterdam nell’ambito del programma Herstel Near – Insieme per la salute mentale. La scelta è una mise semplice ma non banale, pantaloni arancio polveroso (Natan) e blusa a scatoletta in fantasia geometrica. Non mi dispiace affatto, però… però capisco la stanchezza, il jet lag, la fine delle vacanze, ma una pettinata pare brutto? Boh.
Ultimo appuntamento, in coppia col re, la visita alla provincia di Gheldria; la regina, i capelli stavolta elegantemente acconciati sotto una calottina di Fabienne Delvigne, ripropone una creazione dell’ineffabile Natan già indossata in aprile per il Koningsdag, il giorno del re (Le foto del giorno – Compleanni e anniversari). Un completo composto da un top in maglina di seta più gonna a portafoglio in shantung di seta con grande fusciacca fermata da un fiocco altrettanto grande, in una tonalità di verde quasi fluo, praticamente un prato dopo un bombardamento atomico. La sovrana replica anche le scarpe, pure queste Natan, che devono piacerle molto perché le ha in diversi colori (anche arancio, si intravvedono sotto i pantaloni nella mise precedente). A me piacciono meno, dalla frequenza con cui le indossa penso siano anche comode, ma quel fascione che abbraccia tutto il piede non slancia (eufemismo). Detto questo, i sandali spuntati con le calze no dai.
E siccome non era abbastanza, dato che a un certo punto è arrivata la pioggia, la regina ci ha piazzato sopra un trench 7/8 (che tra l’altro mette ancora più in evidenza tutte le grinze del gonnellone), e ha cambiato le scarpe, indossando delle ballerine flat, però metallizzate sennò sono troppo sobrie. Shock.
Riprendiamo da dove avevamo lasciato ieri, dal Gala de la Croix Rouge allo Sporting di Montecarlo.
Premessa. I lettori meno giovani, quelli che ricordano i tempi di Grace, probabilmente avranno la stessa impressione che ho avuto io, e non solo in questa occasione: col passare del tempo Monaco ha perso molto del suo smalto e tutto il suo glamour. L’unica ad avere ereditato lo stile materno è Caroline, ma più passa il tempo, più le nuove generazioni crescono, più evapora quell’aura particolare che il Principato aveva nel Novecento. Questo secondo me è particolarmente evidente nel Gala della Croce Rossa, appuntamento clou dell’estate, che durante il regno di Rainier e Grace riempiva pagine e pagine di ogni rivista da sfogliare sotto l’ombrellone e ora a me fa spesso un po’ tristezza. Probabilmente anche perché a un certo punto i fratelli si sono divisi le soirée: a Caroline il primaverile Bal de la Rose, a Albert – e alla sua gentile signora, ove disponibile – l’estivo gala. Dobbiamo ammettere che il sovrano, vero principe azzurro della mia generazione, ha perso con i riccioli biondi (ce li aveva, giuro!) molto del suo fascino, almeno quello che si apprezza dalle foto patinate. E Charlène, mi spiace dirlo, pur con la sua bellezza, e pure quando indovina la mise, non ha quello charme che dava a Monaco una allure incantevole e incantata. Tutto ciò premesso, passiamo all’edizione di quest’anno; presenti della Famille Princière solo i sovrani e la giovane Camille, figlia minore di Stéphanie.
(Ph: Dominique Jacovides/Bestimage)
La Princesse era in bianco, una tunica accollata con maniche lunghe e cinturina in vita, percorsa da paillettes ordinatamente disposte in righe parallele. Ha qualcosa che non mi convince, ad esempio la parte superiore mi sembra un po’ grande per lei. Il modello, quasi monacale, nella parte posteriore rivela la sorpresa di una profonda scollatura sottolineata da una rouche sul fondoschiena.
(Ph: Dominique Jacovides/Bestimage)
Charlène va prediligendo sempre di più linee sobrie e colori puri, sottolineando il tutto con i capelli cortissimi che ora porta in una tonalità di castano secondo me molto donante. Decisamente meno minimal gli importantissimi orecchini in diamanti e zaffiri di Van Cleef & Arpels, secondo la maison ispirati alla storia di Giulietta e Romeo; non mi fanno impazzire ma certo sono notevoli. Non è ancora chiaro chi sia il creatore dell’abito, io penso che se la Princesse vuole continuare a dare la preferenza a uno stile essenziale c’è una persona sola cui rivolgersi: Giorgio Armani, autore del suo abito da sposa e poi trascurato, non so perché, in favore di altri, in particolare gli svizzeri di Akris.
Qualche mese fa, Re Giorgio ha vestito con una mise molto simile Isabelle Huppert agli Oscar, e vedete bene che, pur tenendo presenti le naturali differenze tra le due signore l’effetto finale cambia molto. Per me un grande boh, mentre losmoking del principe è irrimediabilmente shock.
(Ph: Pierre Villard/SBM)
Delle sei nipotine che Grace non ha mai conosciuto Camille secondo me è quella che le assomiglia di più nei lineamenti delicati; purtroppo non ha, almeno per ora, la stessa eleganza né lo stesso portamento aggraziato della nonna. In questo caso la ricorda molto, con una mise di Zuhair Murad composta di due elementi messi insieme: un abito cui è stata aggiunta una cappa pensata in origine per un altro modello. Il colore pervinca è molto bello e adatto a una ragazza di quell’età e con quei colori; però il mantello in tulle (secondo qualcuno pure di polyestere) secondo me rende tutto un po’ cheap, francamente avrei evitato, per una ragazza così giovane non è necessario. Boh.
Pensavo e speravo di vederla un po’ di più – in fondo è la sovrana dell’unico regno che è anche meta di vacanze estive – ma la Reina sta dosando le sue uscite, quindi dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo. Che non è poco, anzi! Perché martedì 25 Los Reyes hanno inaugurato a Madrid la Galería de las Colecciones Reales, e Letizia ha fatto furore con un abito da cocktail di Carolina Herrera, che firma anche le slingback nere. Corpino sagomato e definito dalla cinta a nastro, scollatura abbondante ma resa meno osé dalla spallina larga, gonna a ruota di lunghezza perfetta, fantasia di grande eleganza. Gli anni ’50 rivisitati in maniera eccelsa. Si è capito che mi è piaciuta? Chic!
(Ph: Instagram @aliaalhussein)
È un anno di matrimoni per la Casa Reale di Giordania: dopo la principessa Iman il 12 marzo, il principe ereditario il 1 giugno, è la volta di Talal, figlio della principessa Alia, la maggiore del defunto re Hussein, unica nata dalle nozze con la sua prima moglie. Va da sé che più che agli sposi, a noi ignoti, prestiamo più attenzione agli invitati, in particolare i principi ereditari, e ancor più in particolare lei, Rajwa.
(Ph: Instagram @aliaalhussein)
Che per uno dei momenti di festa – non la cerimonia vera e propria – ha ripescato Paco Rabanne, stilista spagnolo famosissimo negli anni Sessanta e Settanta, nonché autore di alcuni celebri abiti indossati in celebri film, come quelli per Jane Fonda/Barbarella, in qualche modo la Barbie dell’epoca. Rabanne è morto a febbraio, dunque non sapremo mai se sarebbe stato felice della scelta di Rajwa. Personalmente l’abito non mi dispiace, ma tra il pessimo underwear e le orrende scarpette bianche per me è shock.
Dopo tutta l’attenzione di questi mesi, la morte di Queen Elizabeth, i primi passi di King Charles, la ridistribuzione dei titoli, l’incoronazione di maggio, la cerimonia scozzese del luglio, i riflettori sempre puntati sulla Royal Family si sono spenti. Questa settimana abbiamo visto solo i sovrani al Sandringham Flower Show e Beatrice di York in vacanza col marito a Saint Tropez dopo le nozze della sorellastra di lui Phoebe Williams-Ellis. Deliziosa nel suo abitino floreale ME+EM completato dalle ballerine Chanel la principessa si conferma l’autentica English rose, la rosa inglese della sua generazione. Chic.