La foto del giorno – Holocaust Memorial Day

Con una certa sorpresa ho cercato e non trovato sugli account social delle famiglie reali europee accenni a eventuali manifestazioni in onore del Giorno della Memoria, nonostante i loro Paesi abbiano pagato all’Olocausto un altissimo prezzo di sangue.

Unica eccezione la Royal Family, che ieri ha pubblicato questa fotografia – scattata a inizio settimana a Sandringham – che mostra i sovrani intenti ad accendere candele per onorare la ricorrenza. King Charles prima del ricovero ospedaliero ha inviato un breve messaggio in cui auspica che questa giornata metta in risalto il valore della diversità che caratterizza la società britannica, spingendo a lavorare sempre di più nella costruzione di una società libera da antisemitismo, persecuzioni e odio.

Nel mio piccolo desidero celebrare anch’io questa giornata, ricordando quella che per me è e resta una delle più belle tra le tante storie di umanità, di coraggio, di solidarietà; ne fu protagonista Sir Nicholas Winton. Ora è diventata un film con Sir Anthony Hopkins: One Life. Il post che Lady Violet scrisse qualche anno fa lo trovate qui: La foto del giorno – 27 gennaio.

La memoria dei giusti

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa al comando del Maresciallo Ivan Konev entrarono ad Auschwitz liberando i sopravvissuti e rivelando al mondo – a chi non sapeva e a chi fingeva di non sapere – il nudo orrore della verità. Nel 2005, in occasione dei sessant’anni da quel giorno, l’Assemblea Generale dell’ONU stabilì che ogni 27 gennaio venisse celebrata la memoria. Memoria delle vittime, innanzi tutto, e memoria dei carnefici, memoria e consapevolezza per tutti, monito che ciò che è stato potrebbe un giorno essere ancora. Memoria da celebrare anche quella dei giusti, di chi non si piegò, di chi, anche a rischio della propria vita, si oppose e cercò di agire.

In questo giorno e in questo luogo mi sarebbe piaciuto ricordare Alice di Battenberg, madre del Duca di Edimburgo e dunque suocera della Regina, personaggio affascinante come pochi, per me, che merita peò di essere studiato con attenzione. Negli anni bui della guerra Alice – madre di un ufficiale della Royal Navy ma anche suocera di uomini vicini a Hitler – prestò senza risparmiarsi aiuto alla popolazione ateniese; tra gli altri, ospitò e protesse una donna ebrea, Rachel Cohen, e i due figli che erano rimasti con lei. Per questo, lo Yad Vashem l’ha inserita tra The Righteous Among the Nations, i Giusti tra le Nazioni. Nel 1994 Philip e la sorella Sophie piantarono un albero in memoria della madre, le cui spoglie riposano a Gerusalemme.

(Ph: Yad Vashem)

Molti, dicevamo, sono stati quelli che cercarono di opporsi, con atti clamorosamente eroici o più in sordina, sempre però con lo straordinario coraggio necessario a opporsi all’orrore. Tra i tanti, qualche anno fa raccontammo la bellissima storia di Sir Nicholas Wilton, lo trovate qui: La foto del giorno – 27 gennaio e se volete potete approfondire questa sera seguendo su Focus (canale 35) il documentario dedicato a lui.

Se volete, potete unirvi al progetto I Remember Wall dello Yad Vashem; inserendo il vostro nome verrete abbinati casualmente a una vittima della Shoah, che verrà ricordata anche attraverso di voi https://iremember.yadvashem.org/

La foto del giorno – 27 gennaio

Nel 1938 Nicholas Winton era un agente di cambio inglese, di origine ebraica, di ventinove anni. sir nicholas wintonI venti di guerra in Europa soffiavano sempre più forti, e lui cominciò a preoccuparsi della sorte che aspettava i più fragili, i più piccoli. Spinto dal desiderio di agire piuttosto che stare a guardare, rinunciò alle programmate vacanze di Natale in Svizzera, e partì invece per la Cecoslovacchia. Qui si mise a organizzare il trasporto nel Regno Unito di bambini in pericolo, grazie alla risoluzione della House of Commons che dopo la Notte dei Cristalli (novembre 1938) decise di accogliere rifugiati di età inferiore ai 17 anni. Tra marzo e agosto 1939 otto treni riuscirono a partire da Praga, attraversando l’Olanda per raggiungere via traghetto le sponde britanniche; 669 bambini, in gran parte ebrei, trovarono rifugio, salvezza, e in molti casi una famiglia che li accolse, magari colpita dalla fotografia che Winton scattava ai piccoli per farli conoscere. “Una tecnica commerciale sporca” la definì, e funzionò. L’ultimo treno, con 250 bambini, doveva partire il 3 settembre ma la Germania invase la Cecoslovacchia, e il treno e i suoi occupanti sparirono nel nulla. E questa è la prima parte della storia.

La seconda comincia cinquant’anni dopo quando la signora Winton trova per caso nella soffitta di casa un faldone con le fotografie e i dati di quei bambini, di cui mai il marito le aveva parlato. I documenti finiscono in mano a una studiosa dell’Olocausto, Elizabeth Maxwell, che è anche moglie di Robert Maxwell, un famoso editore. È allora che la storia di Nicholas Winton inizia a diffondersi, se ne interessa la BBC, che invita l’anziano signore ad una puntata del programma That’s Life. La conduttrice mostra quei documenti, e poi chiede se in sala c’è per caso qualcuno di quei bambini, e se può alzarsi in piedi. Si alzano tutti.

Nel 2003 Nicholas diventa Sir Nicholas “per servizi resi all’umanità, per aver messo in salvo molti bambini nella Cecoslovacchia occupata dalla Germania nazista”.

Muore nel sonno il 1 luglio 2015, a 106 anni. Col pudore che lo ha sempre contraddistinto, di quella straordinaria esperienza dirà che erano stati solo nove mesi di una lunga vita.

Qui il momento clou della trasmissione That’s Life. Se non l’avete mai visto, guardatelo  https://m.youtube.com/watch?v=PKkgO06bAZk&feature=share