A Royal Calendar – 1 giugno 1954

Dove sta andando la giovane sorridente Queen Elizabeth, scortata dall’affascinantissimo marito Philip? Se non lo sapete ve lo dico io! I due sono gli ospiti d’onore al matrimonio di una coppia che in qualche modo ha contribuito a scrivere una pagina di storia.

Se non fossero mancati entrambi da tempo – e se non avessero divorziato dopo quindici anni – oggi gli sposi di quel giorno lontano festeggerebbero settant’anni di matrimonio. Quel 1 giugno del 1954 Westminster Abbey ospita qualcosa di molto vicino a un royal wedding. Lo sposo è Edward John Spencer, detto Johnnie, Visconte Althorp; la sposa Frances Ruth Roche, figlia minore del barone Fermoy. Sette anni e un mese dopo dalle nozze sarebbe nata Diana, destinata a diventare la Principessa di Galles, e tutte le altre cose che sapete.

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Lui trent’anni, lei appena 18; la più giovane a sposarsi a Westminster Abbey dal 1893. Lui è il figlio minore, e unico maschio, del settimo conte Spencer e di sua moglie Cynthia, figlia del Duca di Abercorn. Le origini della famiglia risalgono al Cinquecento, la notevole ricchezza alle pecore e al commercio della lana. Nasce a Londra il 24 gennaio 1924 e viene tenuto a battesimo dal futuro Re Edward VIII. Come molti anni dopo faranno i nipoti William e Harry, frequenta Eton e il Royal Military College di Sandhurst. Fa in tempo pure a partecipare con onore alla seconda guerra mondiale; tornata la pace inizia la sua carriera: aiutante di campo del governatore dell’Australia del Sud, scudiero di re George VI e poi di Queen Elizabeth. Assume diversi incarichi pubblici finché il 9 giugno 1975, alla morte del padre, diventa l’ottavo conte Spencer e va a occupare un seggio alla Camera dei Lord, che resterà suo fino alla morte.

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La sposa ha dodici anni meno dello sposo (la stessa differenza di età tra Charles e Diana), è nata il 20 gennaio 1936 a Park House, all’interno della tenuta di Sandringham. Suo padre Maurice è uno degli amici più intimi di re George V, che gli ha affittato la casa dove la coppia va a vivere, ed è qui che sette anni dopo nasce Diana. Le madri di entrambi gli sposi sono al servizio di Elizabeth, prima Queen Consort e poi Queen Mother, che a sua volta partecipa al matrimonio con la figlia Margaret. Insomma, un affare di famiglia (reale).

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A match made in heaven? Non proprio, ma quel giorno sembra una favola. La sposa indossa un abito riccamente ricamato – forse troppo, per una ragazza così giovane – ma senza strascico, in testa un semplice velo di seta fermato dall’elegante tiara della sua famiglia. Dopo la cerimonia ricevimento per i numerosissimi e prestigiosissimi ospiti in un luogo che più royal non si può, St.James Palace.

Nove mesi e mezzo dopo le nozze nasce Sarah, due anni dopo Jane, e il 12 gennaio 1960 arriva l’agognato maschio, l’erede del titolo e della tenuta di famiglia, Althorp. Purtroppo il bimbo muore dopo poche ore. Diana vede la luce il 1 luglio 1961; non è il maschio che gli Spencer desiderano ma la terza femmina, e la sua nascita genera qualche malumore. Il maschio arriverà tre anni dopo: Charles, che viene battezzato a Westminster Abbey, con la Regina come madrina. Il matrimonio non è felice, Johnnie è anche violento con la moglie: uno dei ricordi della Diana bambina è il padre che schiaffeggia la madre, con la piccola che si nasconde dietro una porta per non sentirne il pianto.

È il 1967 quando Frances si innamora di Peter Shand Kidd, neanche una goccia di sangue blu ma un notevole patrimonio grazie alle carte da parati. Gli Spencer si separano, lei va a vivere a Londra con Diana e Charles, mentre le figlie maggiori restano col padre, che poi riesce a trattenere con sé anche i due più piccoli. Arriva il divorzio, chiacchieratissimo; la madre di Frances, convinta sostenitrice dell’indissolubilità del matrimonio, testimonia a favore del genero. Forse pensava che la figlia dovesse continuare a prendere sberle e tacere. Frances sposa Peter ma perde la custodia dei figli, e si trasferisce col nuovo marito nella campagna inglese; nel 1990 la coppia divorzia.

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Qualche anno dopo si risposa anche John, con la pittoresca Raine, che nonostante l’improbabile cotonatura è una sposatrice seriale di aristocratici. Avrà preso spunto dai romanzi rosa scritti dalla madre, Barbara Cartland, una vera pink lady, altro che Barbie! Il resto, dicevamo, è storia. Nel 1981 Diana sposa Charles, e il complesso retaggio familiare probabilmente fa la sua parte nel disastro che diventerà quel matrimonio. John muore a 68 anni, nel 1992. Dodici anni dopo muore anche Frances, che si è ritirata a vivere in un villaggio scozzese.

Di quel giorno di giugno di giugno restano la delicata bellezza della sposa, la baldanza dello sposo, le pellicce delle ospiti (a giugno!) e un bagaglio di promesse non mantenute. E quindici bei nipoti, che alla fine sono la vera ricchezza.

A Royal Calendar – 26 aprile 1923

Quella mattina di cento anni fa Londra è in festa, magari senza la frenesia dei giorni nostri: si sposa uno dei figli del Re.

Albert, che in famiglia chiamano Bertie, è il secondogenito di King George V e Queen Mary. A 13 anni entra nel Royal Naval College di Osborne, dove si fa notare per grinta e tenacia. Inizia la carriera come Guardiamarina a Malta, due anni dopo diventa pilota nella Royal Naval Air Service. Appassionato di sport, è un ottimo tennista. Ha quattordici anni quando il padre diventa re, alla morte del nonno. Da quel momento il fratello maggiore Edward e lui sono the heir and the spare. Ne ha 22 di anni quando gli accade una cosa singolare; cambia cognome. L’Europa è scossa dalla Grande Guerra, il sentimento antigermanico cresce e il Re decide di abbandonare il troppo teutonico cognome Saxe Coburgh and Gotha: dal 17 luglio 1917 la casa reale britannica sarà The House of Windsor.

La sposa, Elizabeth Bowes-Lyon, è figlia di Lord Glamis futuro Conte di Strathmore and Glinghorne. Nasce in Scozia il 4 agosto 1900, e come era uso all’epoca viene educata in casa, dividendo infanzia e adolescenza tra la residenza scozzese, la casa di campagna nell’Hertfordshire e quella a Londra a Mayfair, al numero 17 di Bruton Street. Gli sposi si sono conosciuti da bambini, nel 1905, si rincontrano a un ballo londinese durante la season del 1920; lui è stato appena creato dal padre Duke of York e si innamora all’istante. Inizia una corte lunga e serrata, che lei accoglie tiepidamente; preferisce la sua vita semplice e libera agli obblighi e alle complicazioni che l’ingresso nella Royal Family le imporrebbe. Intanto partecipa a un importante evento reale: il 28 febbraio 1922 è una delle damigelle della principessa Mary, che a Westminster Abbey sposa il Visconte Lascelles, poi Conte di Harewood. All’inizio del 1923 Bertie torna alla carica, raggiunge Elizabeth nella casa di campagna di St Paul’s Walden Bury e finalmente lei dice di sì.

Il fidanzamento viene annunciato ufficialmente il 15 gennaio e il giorno dopo in una lettera alla madre lui scrive tutta la sua felicità. Il matrimonio è fissato dopo tre mesi di distanza; Elizabeth inizia a studiare da Duchessa di York, viaggia col fidanzato attraverso il Paese e con lui viene ritratta da John Sargent. Iniziano ad arrivare i doni di nozze; molti sono preziosi gioielli, ma c’è anche altro: i sovrani di Norvegia inviano dodici cucchiaini da tè in argento smaltato completi di colino, mentre The Worshipful Company of Needlemakers fornisce alla sposa mille aghi da cucito con la cruna d’oro.

Il giorno delle nozze lo sposo indossa l’alta uniforme della RAF, con fascia e stella dell’Order of the Garter; indossa anche la stella dell’Order of the Thistle, ricevuto proprio quel giorno in omaggio all’origine scozzese della sposa. Che raggiunge l’abbazia al braccio del padre a bordo di uno State Landeau, rivelando alfine il segreto meglio custodito di ogni matrimonio: il suo abito.

Non sappiamo se (o quante) sopracciglia si siano alzate al suo ingresso a Westminster Abbey: il modello scelto da Elizabeth più che ispirato alla moda degli anni ’20, che pure ricorda, sembra abbia preso spunto da non meglio precisati abiti del Medio Evo italiano. La creatrice, Madame Handley-Seymour, sarta della buona società che firmerà anche l’abito per l’incoronazione del 1937, utilizza una seta color avorio con cui realizza una tunica con scollatura quadrata e maniche corte, il corpino è percorso da una ricca decorazione in lamé argento, perline varie e filo d’oro, che si allunga fino all’orlo.

(Ph: National Portrait Gallery)

L’abito ha un doppio strascico: uno parte dalla vita, l’altro, più leggero, dalle spalle. Il Times lo definisce il più semplice mai visto in un royal wedding, per me anche uno dei meno belli. In testa un velo in pizzo di Fiandra, prestito della Regina, che la sposa decide di fermare con un diadema di mirto e fiori d’arancio intrecciati con le rose bianche di York; nessuna tiara dunque, anche se ne riceve in dono una dal padre e una dalla suocera.

Uscendo dall’abbazia Elizabeth compie un piccolo gesto che entrerà nella storia della Royal Family: lascia il suo bouquet sulla tomba del milite ignoto, in memoria di un fratello Fergus, caduto sul fronte francese; da quel giorno la imiteranno tutte le royal brides.

Dopo una colazione a Buckingham Palace a base di salmone e agnello, e dopo aver tagliato la sontuosa torta realizzata da McVitie’s (quelli dei biscotti digestive), 3 metri per 365 chili, la coppia parte per il viaggio di nozze a Polesden Lacey, ospite di quella Mrs Greville che tanti splendidi gioielli lascerà in eredità alla Royal Family.

Nel 1926, cinque giorni prima di celebrare il terzo anniversario, Elizabeth dà alla luce la prima figlia, cui viene dato il suo stesso nome. È uno di quei momenti in cui le storie personali incrociano la Storia; quella bimba che sembra essere solo la terza nipote di sovrani è destinata a diventare il monarca che resterà più a lungo sul trono di St James.

A Royal Calendar – 4 agosto

Una giorno ad alta densità royal!

Il 4 agosto 1900 nasce Elizabeth Angela Marguerite Bowes-Lyon; sorprendentemente, il luogo non è certo. Ufficialmente è Londra, come lei stessa ebbe a dichiarare nel 1980 in occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo compleanno; e la capitale risulta anche su un passaporto risalente agli anni ’20. Sembra però che il suo certificato di nascita riporti la contea di Hertfordshire, dove i Bowes-Lyon avevano una casa di campagna nel villaggio di St. Paul’s Walden. Possibile che l’equivoco sia nato perché il padre Claude non era presente alla nascita della nona figlia; la bimba fu registrata solo a fine settembre, ma fu sicuramente battezzata nella chiesa del villaggio. Ed è sempre qui che il 23 gennaio 1923 l’allora Duca di York arrivò al volante della sua auto sportiva per chiedere in moglie Elizabeth, e ne ottenne l’agognato sì. Una volta ascesa al trono a fianco del marito George VI, la Queen Consort inaugurò a St. Paul’s Walden una targa che ne ricordava la nascita nel villaggio. Episodio curioso di una donna fuori dall’ordinario, bellissima nei ritratti fotografici di Cecil Beaton.

Il 4 agosto 1906 nasce a Ostenda Marie José Charlotte Sophie Amèlie Henriette Gabrielle, terza figlia di Albert e Elisabeth, Principi Ereditari del Belgio, che tre anni dopo diverranno sovrani. La sua vita come Regina Consorte d’Italia fu brevissima e movimentata, e anche da Principessa di Piemonte ebbe i suoi problemi in famiglia, col marito e col Capo del Governo. Lady Violet confessa di non essere una grande fan dei Savoia, e di non aver approfondito più di tanto la vicenda dell’affascinante Maria José. Da crocerossina, però, non può non ricordarla nel ruolo di Ispettrice Generale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, incarico che le fu conferito il 1 settembre 1939, giusto in tempo per la guerra, in cui si distinse notevolmente.

Il 4 agosto 1961 nasce a Honolulu Barack H Obama, avvocato e 44° Presidente USA. Naturalmente non è un royal e sì, lo so, nel corso di un ricevimento a Buckingham Palace sua moglie Michelle fece inarcare più di un sopracciglio cingendo con un braccio le spalle della Regina. Her Majesty ricambiò il gesto e tacitò ogni commento dicendo si era trattato di un comportamento assolutamente naturale e reciproco – né ci saremmo aspettati nulla di diverso – ma c’è da dire che ogni volta che si è trovata insieme a Obama la Regina ha sfoggiato sempre un gran sorriso, che sembra assai più convinto e spontaneo di quelli riservati al 45° Presidente. E del cavalluccio a dondolo regalato al piccolo George in pigiama e vestaglia ce ne vogliamo scordare?

Il 4 agosto 1981 nasce a Los Angeles Rachel Meghan Markle, Duchessa di Sussex a fasi alterne. Questa è l’immagine con cui l’account della Royal Family le ha fatto gli auguri, e curiosamente Sua Maestà indossa lo stesso cappellino della fotografia precedente. Meghan invece ritenne di non dover imitare la nonna acquisita nella visita che insieme compirono a Chester e si presentò a capo scoperto. Purtroppo la sua coiffure si decompose nel corso della giornata, peccato. La coincidenza della sua nascita nel giorno dell’amatissima Queen Mother non è passata inosservata: un’amica di Lady Violet esperta di astrologia spiegava quanto sia forte il Leone all’interno della Royal Family: segno di nascita della Queen Mom delle principesse Margaret e Anne e luna di nascita sia della Regina sia del marito Philip. Vedremo se tutto ciò avrà un’evoluzione; da parte sua, Lady Violet ha Marte in Leone, meglio di niente!

Infine non un compleanno ma l’anniversario di un battesimo: il 4 agosto 1942 viene battezzato Michael di Kent alla presenza della nonna Mary, dei sovrani e della futura regina, la sedicenne cugina Elizabeth. Forse perché nato un mese prima, il 4 luglio, Independence Day negli USA, i suoi padrini figurava anche – rappresentato dal padre del piccolo – il Presidente americano Roosevelt (il nome completo del principe è Michael George Charles Franklin). A tre settimane esatte da questa fotografia la tragedia: il Duca di Kent, muore in un incidente aereo a soli 39 anni; Michael aveva 52 giorni, il fratello Edward quasi sette anni, la sorella Alexandra cinque e mezzo.

Sarah, sposa di luglio

Il 14 luglio 1994, mentre in Francia si celebrano 205 anni dalla presa della Bastiglia con la conseguente fine della monarchia, quella britannica – bene in sella nonostante le turbolenze degli ormai separati Principi di Galles – si riunisce per una giornata di festa: le nozze tra Lady Sarah Armstrong-Jones e Daniel Chatto.

È un matrimonio sotto il segno dell’understatement, nonostante la sposa alla nascita fosse settima nella linea di successione; sua madre è Margaret, sorella minore della sovrana, suo padre Tony Armstrong-Jones, primo Conte di Snowdon. Sarah ha trent’anni, Daniel trentasette; si sono conosciuti una decina d’anni prima in India; lui aveva un piccolo ruolo nel film Calore e polvere di James Ivory, lei in viaggio nel suo anno sabbatico sembra abbia dato una mano al reparto costumi. Una coppia unita dall’amore e dall’arte: lei è un’apprezzata pittrice, lui ha smesso di recitare ed è a sua volta un artista. Forse per questo scelgono di sposarsi a St Stephen Walbrook, nella City. Una chiesa che ha poco a che fare con la Royal Family ma parecchio con la storia dell’architettura inglese: è una di quelle progettate da Sir Christopher Wren, colui che a cominciare da St Paul’s Cathedral ripopolò di edifici monumentali la Londra distrutta dal grande incendio del 1666. 

Anche l’abito della sposa rimanda a un artista: è infatti ispirato a un’opera di Hans Holbein, pittore tedesco attivo alla corte di Henry VIII. Quale opera esattamente non è chiaro, ma in uno schizzo della collezione reale la regina Jane Seymour, terza moglie di Henry indossa un modello simile. Quello di Sarah è una creazione di Jasper Conran in georgette di seta bianca con un corpetto in tessuto goffrato che delinea la scollatura quadrata e finisce con una punta; da qui parte la gonna ampia e morbida, cui la leggerezza del tessuto dona un aspetto etereo. Ho avuto occasione di vedere l’abito dal vivo in una mostra al Victoria&Albert Museum e l’ho trovato splendido nella sua semplicità, senza dubbio uno dei miei preferiti.

Altro elemento notevole, le damigelle. Quelle di Sarah sono tre: Frances, nata del secondo matrimonio del padre, Zara Phillips, figlia di sua cugina la Princess Royal, e un’amica. Conran le veste praticamente come la sposa; naturalmente non hanno il velo, ma tra i capelli gli stessi fiori freschi dei loro bouquet nelle tonalità dal rosa al fucsia in contrasto col total white della sposa.

Senza esagerare le definirei botticelliane.

Sarah invece ha il capo coperto da un leggero velo di seta, fermato da un gioiello particolare.

Per lei nessuna delle tiare di famiglia, ma un diadema creato apposta per l’occasione unendo tre antiche spille, tre fiori di diamanti, dono del padre alla madre. Il tono floreale dell’acconciatura è sottolineato dalla presenza di un piccolo tralcio verde intrecciato con i capelli. Alle orecchie della sposa due grandi perle rette da una V rovesciata di diamanti. Si tratta di un prestito materno, e si pensa siano arrivati a Margaret dalla straordinaria eredità che Mrs Greville lasciò alla Queen Mother (all’epoca Queen Consort). Sarah è entrata in possesso degli orecchini alla morte della madre e li ha tenuti, mente molti altri pezzi importanti sono stati venduti per pagare le tasse di successione. Lei continua ad indossarli ad ogni evento importante della royal family, per cui li vedremo ancora spesso. Non ha invece mai più indossato l’intera tiara, ma ha portato la spilla più grande in alcune occasioni speciali, tra cui il funerale della madre.

Ora diciamo la verità, nonostante l’understatement gli sposi hanno rischiato seriamente di essere eclissati dalla presenza di alcuni ospiti. E non parliamo della zia Regina, gagliardissima in rosa corallo, né della nonna Queen Mom, in un total color cream di inusitata eleganza, né tanto meno della cugina Anne, anche lei in crema e con uno dei cappellini migliori di sempre.

Né naturalmente parliamo della madre della sposa in azzurro ghiaccio, con un cappello un po’ penalizzante, né della cognata Serena in un bicolore un po’ da cameriera, con un gran cappello Philip Treacy, forse un davvero troppo grande.

No, stiamo parlando dei cugini Principi di Galles, e in particolare di lei, Diana. Perché i due sono separati, ma quindici giorni prima è successo qualcosa. Il 29 giugno Charles, intervistato sulla BBC da Jonathan Dimbleby, ammette la sua infedeltà e la sua lunga relazione con Camilla Parker Bowles. E quella stessa sera Diana partecipa al party alla Serpentine Gallery con un abito che esce dal suo armadio per entrare nella storia (Style file: Diana Principessa di Galles (terza parte)). Bene, due settimane dopo Charles scorta la nonna al matrimonio della cugina; Diana, che non vuol mancare alle nozze di quella che fu la sua damigella d’onore, arriva per i fatti suoi, e naturalmente cattura sguardi ed entusiasmi.

Ricicla un robe-manteau blu con colletto e polsi bianchi di Catherine Walker indossato il mese prima a una cerimonia per il cinquantenario del DDay, inalbera un cappello che la nasconde un po’, ma l’allure gloriosa degli ultimi anni c’è tutta.

Una piccola curiosità: la fanciulla in beige sul gradino sopra Diana è Sophie Rhys-Jones, fidanzata del principe Edward, in uno dei suoi primi eventi con la Royal Family. Tra il cappello a cilindro, la giacca con la coda, la gonna troppo corta sulle gambotte fasciate nelle calze chiare simil metallizate – chiunque avesse l’età della ragione negli anni 90 sa di cosa parlo – non saprei cosa salvare. Penso niente.

Dopo ventisei anni il matrimonio dei Chatto dura ancora e sembra soldo. Hanno due figli, Samuel e Arthur, assai popolari e apprezzati dalle ragazze. Vi consiglio di dare un’occhiata ai loro profili Instagram.

Una panoramica delle nozze, e di molti invitati (c’è pure il compianto Alan Bates con un orrendo completo kaki) nel video https://www.youtube.com/watch?v=IKVJG4TiFGw


A Royal Calendar – 11 luglio 2000

Elizabeth Angela Marguerite Bowes-Lyon, poi Duchessa di York, poi Regina Consorte e infine per quasi metà della sua vita Regina Madre, nasce il 4 agosto 1900 (esattamente 81 anni prima di Meghan, che coincidenza!). Ha la fortuna di superare il secolo, e conclude la sua vita straordinaria il 30 marzo 2002. Nel 2000 dunque i cittadini del Regno Unito possono festeggiare il cambio del secolo, quello del millennio, e il bel traguardo dell’amatissima Queen Mom; tra gli eventi che le vengono dedicati c’è anche la Messa di Ringraziamento celebrata nella Cattedrale di St Paul mercoledì 11 luglio, proprio vent’anni fa. Un’occasione interessante per vedere com’è cambiata in due decenni la famiglia più famosa del mondo.

La festeggiata arriva scortata dall’adorato nipote Charles, che all’epoca come direbbe Camilleri è un bel cinquantino brizzolato, con chioma invero più folta di quella che oggi possono vantare i suoi figli a un’età assai più giovane. Fedele ai colori pastello (e dire che si impose all’attenzione del modo con un guardaroba tutto bianco: A Royal Calendar – 12 giugno 1901) per l’occasione The Queen Mother sceglie il rosa carico.

Lo impreziosisce con la spilla che negli ultimi anni ha indossato più spesso, platino e diamanti con al centro un grande smeraldo quadrato e catena di diamanti con perla pendente, un modello che ricorda molto la spille reale da lei più amata: la Victoria’s Diamond Jubilee Brooch. L’origine di questo gioiello non è certa, una delle ipotesi è che facesse parte della favolosa eredità Greville insieme con la tiara indossata da Eugenie il giorno delle nozze. Certo invece che dopo la sua morte la spilla sia ricomparsa sulla Duchessa di Cornovaglia (che quel giorno non c’era, avendo sposato il Principe di Galles solo cinque anni più tardi, nel 2005).

Azzurro intenso e vezzosa paglia bianca con decoro en pendant per la figlia regina, all’epoca 74 anni, accompagnata dal quasi ottantenne marito Philip in forma strepitosa. Lei va sul sicuro e appunta sulla spalla sinistra la favolosa Cullinan V, con diamante centrale a forma di cuore di 18.8 carati. È uno di quelli ottenuti dal gigantesco Cullinan, che fa bella mostra di sé anche sullo scettro di St Edward (vi ricordo che questa pietra, detta anche Stella d’Africa, è il più grande diamante grezzo mai rinvenuto, dall’incredibile peso di 3106,75 carati, cioè 621 grammi).

C’è anche la figlia minore Margaret, settant’anni, abbigliata da perfetta gentildonna di campagna. Purtroppo né l’insieme in un delicato albicocca né il bouquet di rose sul cappellino, simpaticamente piazzato sulle ventitre, riescono a distogliere l’attenzione dal suo precario stato di salute. La principessa all’epoca ha già avuto un ictus e l’anno precedente durante una vacanza a Moustique si è ustionata i piedi con conseguenze piuttosto serie. Di lì a pochi mesi un secondo ictus la causerà gravi danni alla vista e al lato sinistro del corpo. Margaret morirà il 9 febbraio 2002, sette settimane prima di sua madre.

La Princess Royal si è forse messa d’accordo con la madre e sceglie la stessa nuance di azzurro. Per lei, che sta per compiere cinquant’anni, un bel soprabito e una bella toque con veletta, uno dei migliori cappelli che mi ricordi di aver visto sul suo classico chignon.

Guanti neri a parte l’insieme mi piace assai, cosa sarà invece a rendere il quindicenne Harry così perplesso?

Sophie Rhys-Jones è entrata in famiglia da appena 13 mesi sposando Edward, figlio minore della sovrana, e diventando così la Contessa di Wessex. Sarà per questo che va sul classico, che di più non si può: completo color champagne dal fitting dimenticabile, cappello che mia madre avrebbe definito stile Franco Cacciatore di Weber (ma in fondo gli Inglesi amano la caccia, no?), gioielli supersobri. Poi si piazza in mano una di quelle borsette stile anni ’50 fatte come un borsellino che però andrebbero però infilate al polso, e per di più in un colore diverso dal resto. E alla fine esagera con un paio di quei guanti di cotone bianco che da decenni la Cornelia Jones realizza per l’augusta suocera e hanno contribuito a renderne celebri le mise. Risultato, la trentacinquenne Sophie dimostra almeno quindici anni di più.

Deliziose Beatrice e Eugenie di York, l’una sulla soglia dell’adolescenza l’altra ancora bambina, l’una in azzurro cielo l’altra in fucsia. A un certo punto però la piccina non trattiene uno sbadiglio. In fondo, come darle torto?

Le foto del giorno – It’s Mother Day

Nel Regno Unito oggi, quarta domenica di Quaresima, tre settimane prima di Pasqua, si celebra il Mothering Day. In origine si trattava di una festa comune a tutte le Chiese cristiane delle Isole Britanniche, in cui si visitava la propria chiesa madre, quella in cui si è ricevuto il battesimo. Col tempo alla solennità religiosa si affiancò la più prosaica  Festa della Mamma, che immagino ora abbia definitivamente soppiantato quella originale. mother's day 2020Dunque oggi si festeggiano le mamme inglesi, le commoner come le royal, e attraverso i canali social ecco i loro omaggi arrivare fino a noi. Per una volta la regina appare come figlia invece che madre, nonna, bisnonna, sovrana, in uno scatto che la ritrae con la madre, entrambe sorridenti e controvento. mother's day 2020 2Il figlio Charles pubblica un’immagine con lui piccino e pacioccone nel giardino di Clarence House con la giovanissima mamma. Adorabili tutti, lei lui e il cappottino.mother's day 2020 3La Duchessa di Cambridge ha pubblicato il lavoretto fatto per lei dal primogenito George, un collage teneramente kitsch com’è giusto che sia ogni creazione infantile. Deliziose anche le immagini delle madri dei duchi, Diana trionfante nello splendore della sua giovinezza, Carole giovane e un po’ perplessa, con la stessa pettinatura di sempre, contro uno sfondo che non si capisce se sia astrattamente decorato o semplicemente macchiato.

Ma la presenza di Harry nella foto con madre e fratello sarà un metamessaggio?

Cinquant’anni da Principe di Galles

Il 1 luglio 1969 Charles Philip Arthur George, primogenito ed erede della Regina Elizabeth II, viene ufficialmente investito del titolo di Prince of Wales, e chissà se quel giorno gli sia balenato in mente quanto a lungo sarebbe durato in quella carica come figlio del longest reigning monarch, il sovrano britannico più a lungo sul trono.

pow investiture

(Ph. Anwar Hussein/Getty Images)

Luogo dell’investitura il castello gallese di Caernarfon, denso di storia e valori simbolici: è infatti qui che la tradizione dell’investitura dell’erede al trono è nata, nel 1301. Re Edward I, dopo aver conquistato l’intero Galles, secondo la tradizione avrebbe promesso ai gallesi che avrebbe fatto suo erede principe nato nel paese, che non parlasse la lingua inglese. E il re mantenne la promessa ma a modo suo, nominando Prince of Wales il figlio Edward, nato nel castello e che naturalmente appena nato non parlava inglese (e nessun’altra lingua, ovviamente). pow investiture 1911Che si tratti di storia o di leggenda, la verità è che l’investitura di Edward si tenne davvero qui nel 1301; e sette secoli dopo ancora qui un altro Edward – il futuro Edward VIII re per qualche mese prima dell’abdicazione e delle nozze con Wallis Simpson – celebra la sua nel castello.

A quasi sessant’anni di distanza bisogna immaginare una cerimonia che mantenga tutto il fascino del rito ma con un tocco d’innovazione. E a Palazzo c’è l’uomo gusto per l’incarico: Anthony Armstrong-Jones Lord Snowdon, il cognato della Regina. Benché nato a Londra la sua famiglia è originaria proprio di quella zona, e lui dal 1963 è Constable of Caernarfon Castle (lo rimarrà fino alla morte, e verrà sepolto a  St Baglan’s Church, nei pressi del castello).

lord snowdon

(Ph. Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

Lord Snowdon si mette al lavoro per modernizzare la cerimonia che considera all as bogus as hell (fasulla come l’inferno): disegna le sedute per la cerimonia, e per il suo ruolo una nuova uniforme: abito verde bottiglia e sul colletto alla coreana le tre piume dello stemma del Prince of Wales; negli anni finirà col trovarlo un po’ ridicolo, invece a me pare deliziosamente swinging London.

Moderno anche il coronet (dato che Edward VIII si portò quello usato per la sua investitura, appartenuto al padre, nell’esilio) disegnato da Louis Osmon e realizzato con una tecnica talmente innovativa che a un certo punto si ruppe e fu necessario ricostruire il globo della sommità intorno a una pallina da ping pong (che è rimasta dentro). Preview Of Fashioning A Reign: 90 Years Of Style From The Queen's Wardrobe Summer ExhibitionOggi è custodito a St James Palace; io ho avuto la possibilità di vederlo in occasione della mostra Fashioning a Reign: 90 Years of Style from The Queen’s Wardrobe, allestita a Buckingham Palace nel 2016, era esposto nella vetrina con la mise indossata dalla Regina. pow investiture queen's miseHer Majesty era nella sua fase Tudor, per cui l’insieme abito+soprabito di seta giallo pallido, creazione di Norman Hartnell, era completato da una sorta di cuffietta ricamata di perline. Più un ombrello in tinta, che non si sa mai. pow investiture ladiesColori brillanti e cappelli fantasiosi anche per le altre royal ladies: mini azzurra e toque per Anne (con una decorazione rigida che sembra la coda di un pavone), rosa con turbante per Margaret, e un favoloso giallo chartreuse per The Queen Mother.

E se le loro scelte di stile vi fanno sorridere – o inarcare un sopracciglio – permettetemi di ricordarvi che nel ricevimento tenuto a marzo per ricordare i cinquant’anni dall’evento, una delle nuore del festeggiato era in camicia da notte,pow investiture 50 kate l’altra aveva un buco nelle calze. meghan hole

Non perdete il video di quella giornata particolare!pow investiture 2 https://www.youtube.com/watch?v=Eb68uewyYmM

Quattro salti al castello

Ciclicamente escono presunti “segreti” riguardanti Her Majesty – gusti passioni preferenze – e di recente ne è sbucato un altro, presentato come “hobby che viene esercitato una volta l’anno” (allora ce l’ho pure io, fare l’albero di natale!). Di che si tratta? Delle danze popolari scozzesi. queen-elizabeth-scottish danceLa rivelazione segue la diffusione di un video del 1990 o ’91, in cui la regina e la sua famiglia quasi al completo – c’è Diana ma mancano Edward e Sarah, all’epoca ancora moglie di Andrew – si scatenano a Balmoral Castle. L’occasione è il Ghillies Ball, una tradizione che risale alla regina Victoria. Innamorato della Scozia come sua moglie, dopo aver trascorso per anni vacanze nelle Highlands, il Principe Consorte Albert acquistò Balmoral Castle nel 1852. Nello stesso anno la sovrana organizzò un ballo per staff and servants, chiamandolo Ghillies Ball (ghillie è un tipo di scarpa morbida e leggera, perfetta per danzare) e divenne un uso della Corte britannica: il personale di servizio partecipa al ricevimento coi reali e i funzionari di rango elevato, danzando tutti insieme. Sarà per sottolineare il suo ruolo che Sua Maestà si tiene la corona in testa mentre si diverte assai ballando l’Eightsome Reel? Sia come sia, non perdetevi il video per nulla al mondo! https://www.youtube.com/watch?v=uyVZCiPGeYQ

 

 

Never seen before!

Stanno per andare all’asta alcune foto inedite della royal family, scattate tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 dal Generale Sir Frederick Browning, che oltre ad essere stato un collaboratore di Lord Mountbatten era anche il marito di Daphne du Maurier (l’autrice del celebre Rebecca la prima moglie, di cui Hitchcock fece un film). daphne du maurier yachtApparteneva proprio alla scrittrice lo yacht da cui la giovane Elizabeth – non saprei dire se ancora principessa o già regina – scruta il mare, talmente glamourous da mettere in ombra anche il fascinoso marito. charles anne boatYacht? Abbiamo detto yacht? Ecco Charles e Anne, ciascuno sul suo yacht personale, con cappellino da marinaretto d’ordinanza e ufficiali di marina a fare da scorta. E non mi dite che voi non avevate la vostra barchetta personale a bordo di una nave della Marina Militare!

Io la barchetta non ce l’avevo, però ho il corgi, proprio come la Queen Mom. E ho anche il cappello floscio, la giacca di tweed e le brogue shoes. La gonna tartan al momento mi manca, ma per un invito a Balmoral me la posso procurare. balmoral picnicEcco a voi un royal picnic nella tenuta scozzese: lei impeccabile con giacca abbottonata e doppio filo di perle, lui in tweed con calzoni alla zuava. Ora, considerando che gli Zuavi erano Berberi algerini, che i reggimenti zuavi appartenevano principalmente all’esercito francese, che altri zuavi famosi erano quelli pontifici, capite bene che gli Inglesi si sono premuniti di dare un nome diverso a tali pantaloni. philip balmoral picnicE li hanno battezzati plus fours dato che la loro lunghezza supera il ginocchio di quattro pollici, four inches.  Ma quanto somigliano William e Harry al nonno?

I fiori di Eugenie

Immagino che stiate pensando ma che, ancora? Però ai fiori di Eugenie avevamo appena accennato, e invece sono uscite delle immagini che tenevo a farvi vedere. Innanzi tutto il bouquet; lo abbiamo già esaminato, ma forse vi interesserà sapere che fine ha fatto. Lanciato alle fanciulle da marito, sperando che lo acchiappasse la sorella Beatrice? No, Bea si deve attrezzare diversamente, Eugenie ha seguito la tradizione della famiglia e il suo bouquet è stato deposto sulla tomba del Milite Ignoto all’ingresso di Westminster Abbey. eu bouquet La prima a compiere questo gesto fu la Regina Madre il giorno del suo matrimonio, il 26 aprile 1923; al termine della cerimonia in cui aveva sposato il Duca di York, percorrendo la navata per lasciare la chiesa si fermò dinnanzi all’Unknown Soldier cui donò il proprio bouquet, per ricordare e onorare i caduti nella Grande Guerra tra cui suo fratello Fergus. Da allora è tradizione per le royal brides ripetere il gesto, lo ha fatto Eugenie qualche giorno fa come pure Meghan in maggio.

Ora, archiviata la parte ufficiale, non siete curiosi di sapere qualcosa di più di ciò che è stato precluso alla vista di noi comuni mortali? Ecco correre in nostro aiuto nientepopodimenoche HRH The Duke of York, commosso e orgoglioso padre della sposa, che ha diffuso alcune foto dei favolosi addobbi floreali, realizzati da una bella squadra di fioristi utilizzando foliage proveniente dal parco di Windsor e fiori da fonti sostenibili, in accordo con la scelta eco-friendly degli sposi.

Il centrotavola eu flowers 1 È probabilmente la composizione meno originale, ma di sicuro quella più facilmente riproducibile. Foglie e fiori secchi, bacche e bellissime rose, che fanno la differenza. E il piano riflettente fa il resto. Come la vedreste sulla vostra tavola?

La composizione grande eu flowers 6 Se avete un tavolo che di solito non usate, o tenete lì come deposito di ninnoli (leggi: tutte quelle bomboniere che non si buttano perché sono d’argento, ma che non hanno alcuna ragione di esistere) potreste pensare a qualcosa del genere, meglio ancora se abitate in campagna e avete la possibilità di reperire il necessario senza svenarvi: rami in quantità, sistemati in apparente disordine, punteggiati qua è là da rose. Se poi il disordine non è apparente ma reale, meglio.

Il vaso mediceo (1) eu flowers 5 Vi svelo un segreto: per questa composizione ci vuole un vaso mediceo sennò non è la stessa cosa. Se il vaso è alto come un giocatore di basket, tipo questo, aiuterebbe avere soffitti di almeno otto metri e finestre in scala, altrimenti l’effetto rischia di essere un filino eccessivo.

Il vaso mediceo (2) eu flowers 2 Se il vostro vaso oltre all’altezza ha pure un adeguato basamento inutile negarlo, ci vorrebbe una galleria stile Quirinale; se in casa la cosa più simile a una galleria è il corridoio, direi di evitare. Però questa massa di fiori autunnali ma non troppo ha l’abbondanza quasi carnale delle nature del morte del ‘600, una meraviglia.

L’ingresso con panoplieeu flowers 3 Sarà per l’addobbo in cui prevalgono foglie e fiori secchi, sarà per il marmo della statua in fondo, sarà per il gioco di luci o le armi alle pareti il tutto ha un aspetto un po’ funereo, io più che casa così ci addobberei la cappella di famiglia. Amen.

La scelta di Lady Violet eu flowers 4 Lo so, non serve a niente, ma non è forse questa la sublime funzione della bellezza? Non avere funzione ma essere stessa la funzione? E pensate la tristezza di questa table habillée che mostra perfino – orrore! – la cucitura centrale. E invece il supremo piacere di godersi questa massa di foglie e fiori – freschi e secchi – adagiata mollemente come una dea che riposa, coi rami che sfuggono in apparente anarchia, e le castagne che rotolano dolcemente? Io ho scelto!