Macron, che pasticcion!

Va bene, non è colpa di lui, Emmanuel, che anzi povero non c’entra nulla, ma altrimenti non mi riusciva la rima…

(Ph; Jonathan Brady/PA Wire)

Dunque, oggi è il primo giorno della visita ufficiale dei Macron nel Regno Unito.La coppia presidenziale è stata ricevuta a Windsor, dato che Buckingham Palace è impraticabile causa lavori di restauro e ristrutturazione. Emmanuel e Brigitte sono stati accolti da William e Catherine e poi accompagnati dai sovrani. Naturalmente ne parleremo in dettaglio, ma questa sera vi segnalo un grottesco siparietto: non saprei dire perché, ma l’autista del van che portava il bagaglio degli ospiti francesi è partito a tutta birra ma con gli sportelli aperti, perdendo nello sprint varie valigie.

Eccesso della famosa (e calda) birra britannica? Omaggio tardivo alla Révolution, che fece perdere la testa a reali e nobili e aprì la strada ai presidenti (dunque anche a Macron)? Complotto da parte di qualche stilista trascurato dalla Première Dame? Je ne sais pas, ma mi sembra un debutto niente male.

Quando si dice un inizio col botto.

Il Daily Mail ci fornisce il video. Bonne soirée: https://www.dailymail.co.uk/video/news/video-3472445/Video-Luggage-flies-Macrons-delegation-speeds-away.html

Il birthday boy del solstizio

Compie 43 anni il Principe di Galles, William Arthur Philip Louis, nato alle 21.03 del 21 giugno 1982 nel londinese St Mary’s Hospital, lo stesso dove nasceranno i suoi tre figli. Segno zodiacale cancro (e non gemelli) essendo nato in serata, e proprio per l’ora di nascita la notizia, almeno in Italia, arrivò la mattina seguente.

Festeggiato dalla sua famigliola con foto bucolica, abbigliamento casual/neutro/mesto che sembra lo stile scelto quest’anno dai Wales e il messaggio “Happy birthday! Love C, G, C, L, Orla and the puppies!”. Come sapete le iniziali (Catherine, George, Charlotte, Louis) indicano che il post è opera loro e non dello staff, mentre Orla è il cane di famiglia – un cocker spaniel nero dono di James Middleton, fratello della principessa e noto allevatore – che di recente ha avuto questa delizia di cuccioli.

Auguri anche dai social account della Royal Family, cioè di Sua Maestà il Re. Stesso scenario bucolico ma immagine più luminosa, sia per la camicia azzurra, sia per lo sguardo rivolto verso il sol dell’avvenire. Posso dire? Un po’ tristi entrambe, io avrei scelto qualcosa di più allegro; o magari di più, come dire, charming tipo la foto che questa settimana mi è piaciuta di più, scattata ad Ascot.

Hats off Vostra Altezza, buon compleanno, e come dite voi many happy returns!

Breaking News – Dov’è Kate?

C’è un piccolo mistero ad Ascot: era annunciata per oggi la presenza dei Principi di Galles, ma in mattinata hanno iniziato a girare voci sul fatto che Catherine non ci sarebbe stata, e ora la notizia è confermata. Nella prima carrozza, che apre la Royal Procession, insieme ai sovrani c’è William e il principe sudita presente anche ieri.

Dov’è la principessa? È successo qualcosa? Forse – è quello che speriamo – è solo stanca dopo l’intensa attività degli ultimi giorni. A fugare i dubbi e a dare manforte è arrivata mamma Carole, accompagnata dalla nuora Alizée e grande dispensatrice di sorrisi. È questa la forza dei Middleton, che si aiutano e si supportano in ogni occasione; e il motore di tutto è lei, la matriarca Carole, che magari non sarà simpaticissima ma si sta rivelando una gran donna, un fiore d’acciaio. Sperando di rivedere presto il bel sorriso della figlia, non appannato da problemi seri.

Le foto del giorno – Papà

Loro lo scrivono senza accento sulla seconda A, ma George Charlotte e Louis chiamano il padre William come io chiamavo il mio, papà.

(Ph: Josh Shinner)

Oggi nel Regno Unito si celebra Father’s Day, la festa del papà, e i tre piccoli Wales fanno gli auguri al padre con due fotografie, prima e dopo. Accompagnate da un tenero messaggio firmato da loro: Happy Father’s Day, Papa (before and after!) We love you! G, C & L e un bel cuore.

(Ph: Josh Shinner)

I due ritratti, quello in posa e l’altro, che naturalmente amiamo particolarmente, sono opera di Josh Shinner. Gli scatti, realizzati nella casa di campagna di famiglia nel Norfolk probabilmente lo stesso giorno in cui è stato fotografato Louis per il suo settimo compleanno, come si vede dai suoi abiti (La foto del giorno – Sette-tè!).

L’abitudine di chiamare i genitori Papa e Mama – accentati entrambi sulla seconda sillaba – è tradizione dell’upper class britannica, e deriva dal francese; l’ho sempre trovato un vezzo un po’ manieristico ma divertente, e il fatto che la tradizione si ripeta molto dolce. Auguri a William, al Re e a tutti i padri British, possano trascorrere una giornata piena d’amore e risate.

Le foto del giorno – VE Day, liberi da 80 anni

Questa settimana la Royal Family è impegnata a celebrare il VE Day, (Victory in Europe Day), la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale che ha garantito all’Europa e al mondo intero la libertà dai regimi nazifascisti e il sogno di una (relativa) pace.

King Charles e Queen Camilla hanno guidato l’evento principale (ce ne saranno altri fino a venerdì) che ha riempito Londra di bandiere e dei non moltissimi veterani ancora in vita. La famiglia si è affacciata al balcone di Buckingham Palace come è solita fare nelle grandi occasioni, e come fece anche quel giorno di maggio del 1945, ospitando eccezionalmente il Prime Minister Winston Churchill (che dopo aver salvato il mondo, e scusatemi l’enfasi, perse le elezioni; perché certe cose non cambiano mai).

(Ph: Getty Images)

In onore del nonno, l’amato George VI, il Re ha indossato l’uniforme della marina; il Principe di Galles quella della RAF. La Princess Royal, accompagnata dal marito, il Vice Ammiraglio Tim Laurence, indossa l’uniforme da First Aid Nursing Yeomanry; la stessa della madre Elizabeth nl 1945; anche il Duca d’Edimburgo e l’ottantanovenne Duca di Kent sono in uniforme. La Regina ha scelto uno dei tanti soprabiti azzurro scuro con cappello en pendant, Sophie un robe manteau a quadretti rosa e avorio, Catherine la mise color bacca di Emilia Wickstead che abbiamo già ammirato in precedenza (soprattutto Lady Violet, che quando vede queste tonalità fa gli occhi a cuoricino).La principessa ha appuntato sul bavero le ali d’oro della RAF, probabilmente in onore del nonno Peter Middleton, pilota combattente in quella guerra.

(Ph: REUTERS)

Come sempre i tre principini hanno catalizzato tutta l’attenzione: Charlotte deliziosa con cappottino tartan, i suoi fratelli in giacca blu e cravatta. George sempre più disinvolto, Louis sempre allegro ma un po’, passatemi il termine, professionale.

Sembra che il piccolo di casa abbia partecipato con entusiasmo dato che è nella fase in cui pensa di fare da grande il pilota di caccia.

Come si fa a restare impassibili al passaggio delle Red Arrows, la versione britannica delle frecce tricolori? Non si può.

Royal chic shock e boh – Special papal edition (parte seconda)

ASSOLUTAMENTE BOH

Il primo boh è più di metodo che di merito e nasce dall’osservazione delle mise scelte dalle signore presenti non come mogli di, ma per il ruolo politico che esercitano direttamente. Le più importanti, almeno per noi – la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni – erano vestite in maniera simile: capo scoperto e completo pantaloni nero. In pratica erano vestite da uomo. Sulle donne di potere che preferiscono abiti più o meno maschili si potrebbe scrivere un libro, e forse un giorno Lady Violet scriverà se non libro almeno un post, intanto osserviamo nel dettaglio le due signore.

Ursula von der Leyen non è cattolica ma è baronessa, dovrebbe quindi sapere che i bottoni dorati sono troppo chiassosi per un funerale. E francamente avrei anche evitato il giacchino corto in favore di una giacca più lunga e strutturata, così mi fa pensare a un ballerino di tango, tacchetti compresi. A meno che non volesse omaggiare le origini argentine del Papa defunto.

Meglio il completo scelto da Giorgia Meloni: bella la giacca, non male i pantaloni, a palazzo ma non ampi come quelli che indossa spesso e più che un palazzo ricordano il Colosseo, e non donano alla sua figura minuta. Cui non donano neppure le calze color cipria che si ostina a indossare: in generale creano uno stacco cromatico e non la slanciano, in questa occasione sono sbagliate e stop. Devo però rimarcare che qui non sono tanto le calze il problema, quanto la presenza della signora Patrizia Scurti, segretaria particola della presidente, che segue come un’ombra anche dove non dovrebbe, tipo il parterre dedicato alle autorità in rappresentanza dei Paesi. Che, vale la pena ricordarlo, spetta a chi rappresenta il proprio Paese, non chi ha un ruolo professionale anche se di assoluto prestigio.

Restando in ambito politico, lui è stato senz’altro uno dei protagonisti della giornata (e di un paio di fotografie di rara potenza). Dal febbraio 2022 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky indossa tenute di sapore di militare, per ricordare a tutti che il suo Paese è in guerra. Molti approvano, molti altri no; personalmente approvo lo sforzo di vestirsi di nero, sforzo che vari signori, di ben altre condizioni, non hanno fatto. Corretta la consorte Olena, seduta alla sua destra.

(Ph: Filippo Monteforte/Getty Images)

E veniamo a chi, pur non avendo problemi di guardaroba, ha preferito il blu. Che non è un errore in senso stretto, in quanto agli uomini era richiesto abito nero o scurissimo, che vuol dire grigio (scelta migliore, dopo il nero), o appunto il blu. Che però sotto la luce diretta del sole spesso vira in tonalità più accese. Ora, siccome non parliamo di persone che hanno un solo abito scuro, non capisco questa riluttanza. William di Galles è recidivo, non è la prima volta che si presenta in blu invece che in nero; anzi, penso che un abito nero non ce l’abbia proprio. Non capisco, e non mi adeguo.

Però questa foto con lui che saluta Giorgia, i raggi del sole che si riflettono sulla sua ampia fronte, è assai simpatica.

(Ph: Instagram @queenrania)

I sovrani di Giordania in questa occasione mi sembrano quegli studenti intelligenti che non si impegnano. Lui è un altro dei blue brothers, lei indossa correttamente il nero e il capo velato, ma sceglie una mise un po’ così, a partire dal giubbotto di Alaïa, non particolarmente adatto all’occasione, abbinato a una bella gonna a trapezio Dior, in mano la borsa Gabrielle di Moynat

(Ph: Vandeville Eric/ABACA /ipa-agency.net)

Scivola poi sulle calze nude e sulle scarpe Christian Loubutin, il modello Iriza 100 che ha dunque tacchi di 10 centimetri; troppo alti, che non le davano nemmeno un’andatura troppo elegante, come si vede nei video. E a volerla dire tutta hanno pure le suole dipinte di rosso, simbolo della maison; per carità. Insomma, potrebbe impegnarsi di più, e non ho dubbi che lo farà.

(Ph: Getty Images)

Lei le calze le ha nere, e sarebbe impeccabile se non fosse per l’orlo della gonna. La fascinazione di Laura Mattarella per le gonne sopra al ginocchio resta per me un mistero.

ASSOLUTAMENTE SHOCK

(Ph: Raphael Lafargue/ABACA)

Terribile Maria Teresa del Lussemburgo, che è arrivata a capo scoperto (ma ha in mano una mantiglia, per cui penso che durante la cerimonia se la sia messa). A parte la linea dell’abito – che credo sia un soprabito, non le dona affatto e confesso mi ha fatto pensare a un copriteiera – peggiorata dal cinturone Etro, le maniche di chiffon sono assolutamente inadatte, come la caviglia chiara che sbuca dall’orlo. Deludente anche il Granduca, di solito assai chic; lui è uno di quelli che ha indossato l’abito blu, ce ne faremo una ragione. Eviterò di parlare della lunghezza dell’abito sfoggiato dalla signora che li segue, ma come si fa?

Il blu di ogni abito maschile impallidisce davanti a quello scelto dal Presidente USA Donald Trump, aggravato dalla cravatta blu fosforescente (Don, sulla cravatta non si discute, dev’essere nera). Costernato anche il gentiluomo del Papa Mariano Hugo Windisch-Graetz, lui sì veramente impeccabile. Tra loro la First Lady Melania, che è cattolica e quel giorno compiva 55 anni. Una piccola premessa, dato che della signora sicuramente parleremo ancora nei prossimi mesi e per qualche anno. Personalmente la trovo sicuramente bella, piuttosto interessante, spesso ben vestita ma quasi mai davvero elegante. Ha un fisico notevole e un eccellente portamento imparato immagino sulle passerelle del suo passato da modella, ove mai ne avesse calcata una (io non ne ho mai viste, ma magari mi sbaglio). Ha buon gusto, sa cosa le sta bene, e ha la possibilità di acquistarlo. Però la trovo sempre piuttosto artefatta, mai naturale. La trovo insomma enigmatica (aggettivo che mi piace molto) e dotata di allure, ma la classe è altro che portare bene un bell’abito. Tutto ciò premesso, analizziamo la mise di oggi: soprabito doppiopetto Dolce&Gabbana, bellissimo, sobrio anche se più potente che modesto. Piazzata in testa una mantiglia calata sulla fronte, quasi fosse una frangetta; completano la mise delle calze nude talmente leggere da sembrare che non le avesse, e il solito tacco 12(mila).

(Ph: Dan Kitwood/Getty Images)

Ciliegina sulla torta, i guantini di pizzo, che assestano un brutto colpo all’amore di Lady Violet per i guanti.

Il peggio del peggio, altro che shock, ultrashock: le foto fatte col cellulare dalle autorità. Comportamento già assai criticabile nei comuni mortali, assolutamente imperdonabile da chi ha un ruolo di primo piano. Alla fine ci siamo dovuti abituare agli applausi, ma le foto no, dai.

A questo punto non vedo l’ora di scoprire chi sarà il prossimo Pontefice, e di assistere alla sua intronizzazione. Dunque a presto, spero.

Se vi siete persi la prima parte, la trovate qui: Royal chic shock e boh – Special papal edition (parte prima)

La foto di ieri – Quattordici anni, due vite

La fotografia l’ho vista solo questa notte, ma è troppo bella per non riproporvela.

Ieri i Principi di Galles hanno festeggiato 14 anni di matrimonio. Lo hanno fatto con una visita in Scozia, nell’isola di Mull. Visita priva di formalità, ma non di significato; in fondo non è proprio in Scozia, all’università di St.Andrews, che i due si sono conosciuti da ragazzi?

Tanto è accaduto in questi anni: una vita senza dubbio privilegiata, piena di impegni, viaggi e incontri interessanti, tre bei figli, un futuro magari meno libero di altri ma senz’altro luminoso. E poi la crisi, il cancro di lei che rimette tutto in gioco. Ora Catherine è in remissione, e speriamo che sia il preludio alla guarigione totale; la mia impressione è che quello che poteva distruggere ha rafforzato e reso più solido. Grazie alla maturità, all’equilibrio, alla forza; grazie ai genitori di lei e alla famiglia di lui, che li hanno compresi, supportati, protetti. E questa splendida foto, in particolare il tenero atteggiamento di William, mi fa pensare che questa nuova vita sarà ancora migliore della precedente.

Buon anniversario, many happy returns.

Le foto del giorno – It’s Christmas

È Natale, e se ovviamente tutte le famiglie reali festeggiano, è quella britannica la protagonista della giornata. Col tradizionale discorso del monarca, e con la camminata che porta la Royal Family alla messa nella chiesa di St.Mary Magdalene, non lontano dalla residenza di Sandringham.

(Ph: Getty Images)

Che si è svolta come sempre, con il percorso delineato dalle tante persone che sfidano il freddo di dicembre pur di vedere i reali e fare loro gli auguri. Con qualche assenza significativa ancorché annunciata, come quella del Duca di York, e qualche presenza confermata a sorpresa: quella della figlia Beatrice col marito Edo Mapelli Pozzi. Il primo caldamente invitato a restarsene a casa dopo l’ultima sciocchezza compiuta (e magari fosse davvero l’ultima…) cioè l’aver aperto il proprio inner circle e le porte delle residenze reali ad un uomo d’affari cinese sospettato di essere una spia; la seconda data in vacanza con la famiglia del marito, poi sconsigliata dai medici per via della gravidanza.

Se il colore di questa stagione è generalmente considerato il bordeaux, per i Windsor deve invece essere il verde scuro, tonalità scelta sia dalla Queen Consort sia dalla Principessa di Galles per due cappotti abbastanza simili, entrambi già indossati in precedenza (quello di Catherine è Alexander McQueen), completati da cappelli verdi anch’essi, stivali guanti e borsa nera (quella di Camilla è Chanel).

(Ph: Getty Images)

La principessa ha aggiunto anche una sciarpa scozzese sui toni del verde e del blu, che richiama il deliziosissimo cappottino della figlia, altissima come i due fratelli.

(Ph: Aaron Chown – PA Images//Getty Images)

Tartan anche per la Princess Royal, nel suo caso una gonna a pieghe scaldata da un bel giaccone rosso. Anne è la dimostrazione plastica di cosa sia lo stile, che ha a che fare più con la consapevolezza di sé che con i vestiti (e men che meno con a sempre difficilmente definibile eleganza).

(Ph: Aaron Chown – PA Images//Getty Images)

Poche cose mi piacciono meno dei cappotti azzurri; evidentemente la Duchessa di Edimburgo non lo sa, o non mi avrebbe dato questo dolore. Anche se va detto che ciò che ammazza definitivamente la sua mise è quel cappello bizzarramente piazzato sulla testa. Mi fa pensare a uno shtreimel, quel copricapo di pelo indossato in alcune occasioni speciali dagli ebrei ortodossi; molto graziosa la figlia Louise, in cappotto color cipria e berretto bianco latte. Mi sembra che la fanciulla stia definendo il suo stile, quando capirà che non è sempre necessario portare quelle scarpine saremo a buon punto.

(Ph: Aaron Chown – PA Images//Getty Images)

La futura mamma Beatrice sceglie un cappotto cammello con cintura in vita che la ingoffa il giusto, ma siccome son tutte belle le mamme del mondo va bene così. Invece mi permetterei di suggerire al marito Edo un cappotto o almeno un giaccone, perché ha l’aspetto di chi sta congelando. Adorabile il piccolo Wolfie.

Più che bordeaux – come ho letto da qualche parte – a me sembra melanzana la mise di Zara Tindall, colore che le dona moltissimo. Eccessiva la decorazione del cerchietto – che mi sembra simile a quello della cugina Bea – ma lei da brava amazzone è in grado di domare e controllare quasi ogni eccentricità.

(Ph: Aaron Chown – PA Images//Getty Images)

Presenti anche i figli della principessa Margaret: Lord Snowdon è il signore col cappotto cammello mentre la sorella Lady Sarah, che si intravvede accanto a lui, è arrivata col marito Daniel Chatto e i due figli. Il maggiore Samuel è in compagnia di quella che è probabilmente la sua ragazza, la giovane artista di origine armena Eleanor Ekserdjian. Il minore Arthur, che fa il personal trainer (e direi che si vede) cammina fianco a fianco con nientepopodimenoché il colonnello Johnny Thompson, per la gioia di alcune delle mie lettrici. Quando si dice un finale col botto!

(Ph: WPA Pool/Getty Images)

Alle tre del pomeriggio del giorno di Natale la BBC tradizionalmente trasmette il discorso del monarca, registrato in precedenza. Nel suo breve speech King Charles si è augurato che la pace torni presto in Ucraina, in Medio Oriente e in Africa (vi ricordo che il sovrano britannico “regna ma non governa” per cui non è che possa fare molto di più), poi ha ringraziato i medici e gli infermieri che lo hanno seguito per tutto l’anno nella sua lotta contro il cancro. Come sede per il discorso di quest’anno è stata opportunamente scelta la Fitzrovia Chapel nel centro di Londra, edificio ottocentesco che anticamente era la cappella del Middlesex Hospital. E qui scatta una riflessione: abbiamo più volte ragionato sul fatto che Queen Elizabeth II fosse diventata lei stessa l’incarnazione monarchica, per cui anche i suoi discorsi seguivano un canovaccio sempre simile. Argomenti a parte – ovviamente adeguati allo scorrere del tempo – era in qualche modo la rappresentazione della monarchia, che celebrava sé stessa. Alla fine non era particolarmente importante cosa dicesse, ma che parlasse, tanto era forte il suo valore simbolico. Charles secondo me utilizza diversamente il linguaggio del simbolo: la scelta di quest’anno è chiara, ma penso che lui si sia datala missione di avvicinare la monarchia ai cittadini, cercando e trovando di volta la materia, il linguaggio, il modo e il luogo per comunicare, Se è come io penso, sta trasformando la sua debolezza, soprattutto paragonata alla forza materna – e cioè il limitato carisma, l’autorevolezza che probabilmente non avrà il tempo di conquistare, anche la scarsa simpatia che le sue scelte personali hanno generato – nel suo punto di forza, e nella chiave di rinnovamento della monarchia. Se è così, il suo regno sarà magari non particolarmente lungo, ma potrebbe essere più significativo di quanto ci aspettiamo.

Fatemi sapere cosa ne pensate, e buon Natale.

Le foto del giorno – Tre Re dall’Oriente

Questa si presenta come una settimana ricca di visite di stato, il che vuol dire che avremo molte mise di cui parlare! Questa mattina l’Emiro del Qatar, Tamīm bin Ḥamad Āl Thānī è arrivato a Londra, accompagnato dalla prima consorte, la sceicca Jawaher. L’emiro ha altre due mogli, e un totale di 13 figli (per ora), ma Jawaher – sua cugina di secondo grado – è la consorte principale, e quella che lo accompagna negli eventi formali.

A ricevere i reali qatarioti c’erano i Principi di Galles, che li hanno scortati fino all’incontro con King Charles III. Presente con nostra gioia Catherine ma assente Camilla, che questa sera darà il cambio alla nuora per lo state banquet.

Ma sai che questo emiro… per chi ama il genere bruno tenebroso è niente male (parlo solo dell’aspetto, evito di pronunciarmi sulla politica), mentre il povero William sembra piuttosto spelacchiato, oltre ad essere anche più basso, cosa che gli capita di rado. Catherine, un po’ provata ma in buona forma, sceglie il bordeaux, colore feticcio della stagione, mentre la sceicca è tradita dalla lunghezza del bel cappotto, che la fa sembrare una pedina degli scacchi.

Total bordeaux anche per la Reine Mathilde, che con il marito Philippe ha oggi ricevuto il sultano dell’Oman Haitham bin Tariq Al Said in visita in Belgio. Contrariamente al collega qatariota il sultano indossa l’abito tradizionale, attirando su di sé l’attenzione distogliendola dal cappello da brigante della Reine, cosa di cui gli siamo grati. Il sultano ha una bella moglie – credo una sola – ma l’ha lasciata a casa, peccato.

È a Bruxelles anche il re di Giordania Abdullah II che, accompagnato dal figlio ed erede Hussein, ha incontrato il Segretario Generale della NATO Mark Rutte.

Insomma, all’Epifania manca ancora un mese, ma nel Vecchio Continente sono già arrivati i Re Magi!

So sad

La notizia l’ho avuta ieri, e non sapevo se darvela. Poi ho deciso di sì, sulla base anche del messaggio diffuso dai Principi di Galles.

Vi ricordate di Liz Hatton, la sedicenne che un paio di mesi fa era stata invitata a Windsor per scattare alcune fotografie – sua grande passione – durante le investiture di quel giorno? (Le foto del giorno – Abbracci di speranza)

Liz è morta ieri mattina.

La morte è sempre un dramma, la morte di una creatura così giovane una tragedia, e non oso nemmeno immaginare lo strazio dei genitori, Vicky e Aaron, e del fratellino Mateo. Non so trovare le parole, e non ne dirò di circostanza, che in questa situazione sarebbero particolarmente odiose.

Non posso però non pensare alle persone che stanno affrontando la malattia, come Catherine. Quali i sentimenti davanti a una notizia del genere; il dolore, la paura, la disperazione. So che anche tra gli amici di Lady Violet c’è qualcuno che sta affrontando la stessa situazione, e qualcuno che pur avendo superato il male se lo ritrova sempre accanto, silenzioso compagno di viaggio. Per quel poco che possa servire, c’è sempre un posto speciale per voi sul nostro sofà, e se riusciamo ad alleggerire per qualche minuto il vostro carico ne siamo felici. Non siete soli.

E siccome oggi è il giorno del ringraziamento, vi ringrazio co le parole di John Donne, poeta avvocato e religioso e astrologo dell’Inghilterra di Elizabeth I e James I.

Nessun uomo è un’isola,
completo in se stesso;
Ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.

Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se un promontorio fosse stato al suo posto,
o una magione amica o la tua stessa casa.

Ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perché io partecipo all’Umanità.

E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana:
Essa suona per te.

(No man is an island, Entire of itself; Every man is a piece of the continent, A part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, As well as if a promontory were: As well as if a manor of thy friend’s Or of thine own were. Any man’s death diminishes me, Because I am involved in mankind. And therefore never send to know for whom the bell tolls; It tolls for thee.)