Questa volta non c’è veramente bisogno di alcun commento. Vi dico solo che questa deliziosa foto è stata scattata dalla Duchessa di Cambridge lo scorso dicembre, ed è stata pubblicata oggi dall’account del Principe di Galles in considerazione del fatto che oltre al compleanno di William oggi nel Regno Unito si celebra anche la festa del papà. Però confesso che davanti ai mezzi guanti di Charles mi sono quasi commossa: li porto anch’io quando in inverno esco col cane (cioè praticamente sempre). Li adoro, it’s official. E Catherine, se un giorno vuoi cambiare lavoro puoi senz’altro fare la fotografa.
Carlo è un buon papà. E non credo sia un uomo cattivo, anzi. Non ho mai creduto in cuor mio alla tesi di Diana santa crocifissa dal marito. Certo in un matrimonio che si deteriora gli aspetti di “cattiveria” voluta o non voluta penso che accadano, ma da ambo le parti. Si sposarono due sconosciuti con imposizioni antiquate (la verginità della sposa), senza che gli sposi si fossero affrancati dalle loro fragilità originarie e perciò il minimo che potesse accadere era un disastro. Trovo che sia già molto che siano stati dei buoni genitori.
Non sono stati certo algidi, sempre affettuosi anche fisicamente coi figli.
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Purtroppo, al netto degli errori che pure ci sono stati, Charles è una delle persone più penalizzate da una pessima stampa che ci sia tra i royals. Penso anch’io che sia un buon padre, e penso che si impegni, e si si sia impegnato, tanto. Questa fotografia mi dà proprio la sensazione di un rapporto costruito e rafforzato col lavoro, oltre che con l’affetto.
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Poi ho capito una cosa da italiana che capisce poco di cappelli: ci sono i cappelli da cerimonia e i cappelli da Ascot. Il limite tra i due è labile a quanto pare. C’è chi si piazza verdure, fioriere, composizioni astratte, dischi volanti e a volte pure navi spaziali nel raccoglimento di una chiesa.
Un esercizio di stile che a noi viene risparmiato. Semmai da noi si trovano donne che sembrano uscite da un burlesque, con molta mercanzia in mostra. Mi ricordo Marina Doria scollatissima a un matrimonio reale (con critiche al seguito). Scivoloni diversi in paesi diversi.
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In effetti così: capi e cappelli più formali per eventi formali, più originali per gli eventi mondani. Anzi ad essere precisi una volta c’era la regola che ai matrimoni bisognava evitare cappelli enormi che avrebbero causato problemi nel baciarsi e abbracciarsi. A maggior ragione se poi c’era una colazione placée. Mentre per eventi all’aperto un bel cappello largo fa anche da parasole. Ma ormai ono regole sparite insieme ai canapé.
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