Poteva Lady Violet mancare di raccontare la prima della Scala, evento supermondano che mischia politica, cultura, eleganza e milanesità? Domanda retorica, soprattutto davanti al quel palco reale affollato come un tram all’ora di punta.

Affollamento che rende impossibile vedere bene alcune mise, a partire da quella della First Daughter Laura Mattarella, in monospalla grigio piombo che sembra bello ed elegante, in una parola chic.
Ursula von der Leyen

Padre ministro e imprenditore, marito barone, la Presidente della Commissione Europea anche vestita da sera non perde lo stile Burda tanto amato nella buona società teutonica. Abito blu – definito originalmente European blue in riferimento alla bandiera dell’unione – con corpetto luminoso di paillettes e gonna opaca in seta. Notate gli accorgimenti: vita alta e pannello incrociato sui fianchi rendono il tutto più donante; e vogliamo ricordare che la signora ha 64 anni e ben sette figli? Ma la borsa dove l’avrà lasciata? Boh.
Giorgia Meloni
L’aspettavano al varco – gli esami sociali sono assai più difficili da superare di quelli politici – e lei se l’è cavata cono onore. Consentitemi una digressione, la faccio oggi così non ci pensiamo più. La (il, lo) Presidente del Consiglio ha uno dei fisici più difficili da vestire, perché non è solo piccolina, è anche brevilinea, cioè gli arti sono leggermente più corti rispetto al tronco. Si può dimagrire o ingrassare, si possono spianare le rughe o gonfiare gli zigomi, si può perfino cambiare il colore degli occhi (citofonare Carlucci), ma sulla morfologia corporea non si può agire, così è e così resta, dunque eviterei di sottolineare ogni volta che non sembra Grace Kelly. Naturalmente si possono scegliere bene gli abiti, cosa che finora secondo me non le è riuscita appieno perché le giacche indossate, benché Armani, non donano alla sua struttura fisica. Poi si potrebbe intervenire sul portamento, ma temo non abbia tempo di camminare coi libri in testa per i corridoi di Palazzo Chigi.

Per la prima alla Scala – per lei una prima assoluta – ha scelto ancora Armani, e non ha sbagliato: abito in velluto midnight blue con cappa en pendant e spalle scoperte. Scelta interessante in senso sia simbolico sia reale: lo sguardo che si concentra nella parte alta del corpo lo fa sembrare piùallungato. Ottima la scelta dei gioielli, piccoli e preziosi: mi sono piaciuti in particolare gli orecchini scuri; migliorabile, molto, la pettinatura e in generale i capelli, a partire dal colore. Chic di incoraggiamento. Belloccio ma grossie (termine che mia madre usava per evitare termini meno eleganti) il compagno Andrea Giambruno; quelli sotto lo smoking sono mocassini? Shock!
Laura La Russa

Di Laura De Cicco in La Russa so poco, a parte la passione per i nomi esotici appioppati ai figli: Kocis, Apache (il primo e più noto dei La Russa Boys, Geronimo, è figlio di moglie precedente). Ora scopro che oltre a non avere molto gusto per gli abiti, non ha neanche un pettine. Pronto il regalo di Natale! Sullo smoking di lui stendiamo un orbace. Shock.
Chiara Bazoli

La compagna del Sindaco Sala (purtroppo non ho trovato una foto che li ritraesse insieme mostrando adeguatamente la sua mise), figlia del Presidente Emerito di Intesa San Paolo, è bresciana, ma ai miei occhi è la sintesi della milanesità. E per il rito che ogni anno celebra Milano sceglie il piacentino Giorgio Armani (Armani Privé per la precisione) che della città meneghina è diventato il re. Come per Laura Mattarella è un monospalla grigio piombo, ma l’effetto finale è piuttosto diverso. Bellissimo il tessuto sottilissimo con fitti ricami e cristalli che genera un vedo-non vedo (io vedo) elegante ma non necessario. Non la mia mise preferita, ma chic.
Federica Corsini

Giornalista RAI e consorte del neoministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, segue lo stile del capo di governo, e dunque in qualche modo capo del coniuge: abito blu notte con cappa abbinata. Di suo ci aggiunge la seta pesante e lucida, la cascata di cristalli in caduta libera dal collo, la manicona arricciata, che la rendono matronale. Purtroppo la smania di tenere per mano il marito accentua la differenza di altezza tra i due, e fa effetto BiancaFede e Gennarolo. Ma perché? Boh.
Cristina Parodi

La First Lady di Bergamo, già popolare giornalista televisiva, è giunta da sola. Di lei qualcuno – non ricordo chi, e mi dispiace – disse che segue la moda, ma non l’anticipa mai. A conferma di ciò, indossa un capedress, modello che imperversa da quattro anni buoni. Non è tutto, l’abito è del brand CRIDA Milano, dietro cui c’è, indovinate un po’? Lei stessa (CRI) e l’amica del cuore (DA Daniela Palazzi). Tra lei, la mise e l’operazione di marketing do boh, perché a Natale siamo tutti più buoni.
Alessandra Mastronardi

Dimostrazione plastica del concetto di abito che indossa la donna. La graziosa attrice punta su Armani Privé; l’abito è favoloso, forse il più bello, ma portarlo ci vuole altro, e parlo non di fisico, ma di temperamento, così, francamente, boh.
Roberto Bolle

Dimostrazione plastica del concetto opposto; come chi ha una grande personalità e il senso del teatro può indossare qualunque cosa, mantello compreso, senza sembrare ridicolo ma al contrario molto, molto chic. Dimenticavo, il fisico aiuta!
Alessandra Repini Artom

Animatrice col marito del cenacolo Artom, la signora è reduce dalla presentazione negli USA di The Italian Lady opera che si propone quale “vademecum dello stile e il glamour delle donne italiane” nonché “guida perfetta per chi ama l’inconfondibile lifestyle”. Chissà a che pagina sarà scritto che dopo gli anta, almeno nelle occasioni formali, sarebbe il caso di limitare l’accesso al proprio décolleté? Anyway, la mise è firmata Curiel, e non saprei dire se il modello preveda proprio una spallina scesa, o se sia un incidente di percorso. Underwear, se presente, migliorabile. Il colore è splendido, il resto shock.
Liliana Segre

Menzione d’onore per lei, che sopra al completo Armani con quei bellissimi pantaloni fluidi sfida ogni scaramanzia infilandosi un piumino di velluto viola, che qualcuno si affrettato a definire aubergine melanzana. Bella, elegante, sorridente, sobria ma col tocco vezzoso della borsetta di perline. Eternamente chic.
Lo Smoking non e’ un abito maschilefacile da indossare. Il papillon , non dovrebbe essere pre confezionato, ma bensì annodato a formare il papillon, rigorosamente la fascia in vita deve essere in seta con pieghe come lo sparato della camicia, o comoda fatta dal sarto , possibilmente liscia.
I rêver dello smoking sono importanti in base alla corporatura di chi lo indossa, mai un collo sciallato se non si e’ smilzi.
Rigorosamente le scarpe devono essere di lacca( vernice lucida) a mocassino o a pantofola chiusa. ( a Roma un grande assortimento l’aveva Fragiacomo in via Condotti che ahimè ha chiusa.
Ultimo tocco la sciarpa in seta bianca da indossare con il cappotto .
Molto bello lo Smoking del Presidente Mattarella, credo fatto su misura .
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D’accordissimo, purtroppo sarebbe meglio n on affidarsi al pret-a-porter, o almeno farsi dare qualche consiglio.
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