Royal chic shock e boh – A “wedding” in Venice

A gentile richiesta dedichiamo la nostra rubrica all’evento che ha invaso Venezia, giornali e tg: le nozze tra Paperone Bezos e la sua Brigitta Sánchez. Senza entrare nella diatriba su Venezia gratificata o penalizzata e con un’ovvia premessa: ciascuno può e deve fare quello che vuole col proprio corpo i propri soldi e la propria vita. E se temete che l’argomento sia miliardario (in dollari) ma troppo plebeo per i nostri standard vi tranquillizzo, nel delirio veneziano c’era anche una quota royal rappresentata dalla Giordania.

(Ph: Instagram @laurensanchezbezos)

Prima di analizzare le mise consentitemi una piccola riflessione, innescata da un commento ascoltato nel diluvio di chiacchiere di questi giorni. Qualcuno, non ricordo chi e me ne scuso, diceva che Jeff Bezos è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo grazie all’originalità del suo pensiero, che gli ha consentito di inventare qualcosa che non c’era, mentre ora vive questa fase della sua vita in un modo piuttosto conformista, come un Kardashian qualsiasi. Personalmente apprezzo che abbia scelto una signora più o meno sua coetanea (la sposa ha sei anni di meno) invece della solita giovanissima bellissima “modella”; sicuramente colpisce il massiccio ricorso alla chirurgia plastica della suddetta signora, che di fatto la rende simile a molte delle sue ospiti. Le quali peraltro hanno fatto le stesse scelte di stile: scollature, spacchi, corsetti, abiti stretti, fantasie maculate. Insomma mi sembra di poter dire che, almeno tra coloro che sono stati a Venezia questo weekend, chi ha una grande disponibilità economica pensa di poter incidere sulla realtà e modificarla, senza però sapere bene come manovrare il cambiamento, e dunque facendolo nel modo più banale e scontato, per nulla originale e men che meno rivoluzionario

Altro aspetto rilevante di queste nozze è che in effetti non sono nozze. Quelle vere sono già state celebrate, in privato, qualche settimana fa, dopo la firma di un sostanziale e accurato prenup – l’accordo prematrimoniale che blinda le proprietà degli sposi (e incidentalmente in Italia non è valido) – secondo le leggi statunitensi. Dunque, escludendo un improbabile matrimonio religioso, quella che è stata celebrata tra i due è una cerimonia simbolica, non voglio dire una festa in maschera ma quasi. E per questo, ho avuto l’ispirazione di abbinare a ogni mise il titolo di un film.

E però va detto che neanche in questo caso Besos ha inventato nulla, potendo noi italiani poter contare su un celebre, illustrissimo precedente. Dunque via con Il carnevale di Venezia

Aureolata di veli come una fanciulla, Lauren si è affidata ai furbissimi Dolce&Gabbana, che per questa creazione hanno scomodato nientepopodimenoche Sophia Loren, sposa in Un marito per Cinzia del sempre fascinoso Cary Grant con un abito molto simile (anzi, il corpetto è stato copiato paro paro). Ho apprezzato le maniche lunghe e la scollatura che raggiunge pudicamente il collo, fermata da una miriade di bottoncini, due dettagli che rimandano al padre di tutti gli abiti nuziali del dopoguerra: quello disegnato da Helen Rose nel 1956, dono di nozze della MGM per la diva Grace Kelly che lasciava Hollywood per Monaco. Ho apprezzato meno la linea a sirena spinta, che però è molto nello stile di Lauren, la quale tra viso, décolleté e abiti è sempre talmente tirata che mi dà l’idea stia per scoppiare. Se poi smaniate per sapere se la sposa abbia rispettato la tradizione del qualcosa di nuovo qualcosa di vecchio posso rassicurarvi, Lauren ha rivelato a Vogue che il qualcosa di prestato erano gli orecchini, forniti da Domenico Dolce, mentre il qualcosa di blu è un piccolo souvenir riportato dal brevissimo viaggio spaziale compiuto qualche mese con amiche a bordo di una navicella Blue Origin. Insomma, rispettate perfettamente le usanze come nel più tradizionale degli sponsali, pizzo e velo compresi. Ora, io capisco che le americane siano meno sofistiche di noi e come insegna Beautiful pure al decimo matrimonio, magari accompagnate all’altare dai figli – o magari addirittura dai nipoti – vogliano l’abito bianco, ma qui siamo pure nel matrimonio per finta, più che un matrimonio un bride-pride, dunque assolutamente shock, compresa la naturalissima posa usata per questa foto. Dolce&Gabbana hanno firmato anche lo smoking dello sposo, ampiamente criticato da esperti di moda maschile, appassionati e chiunque sia dotato si normali capacità visive. Venezia la luna e tu

Mercoledì sera gli sposi hanno offerto una pre-pre serata nuziale, per accogliere gli ospiti che stavano arrivando. Quando Lauren è apparsa tra le tende rigate dello scicchissimo hotel Aman era rigata pure lei, con un abito monospalla di Alexander McQueen della collezione Irene del 2003 che costa pure poco: 5200 euro. L’abito è veramente interessante, in satin blu notte è percorso da righe che non sono parte del tessuto ma bottoncini di madreperla cuciti uno per uno con filo rosso.

(Ph: Timeless Vixen)

Il geometrico rigore delle righe adagiato sulle abbondanti e supertoniche curve della signora fa un po’ effetto mal di mare, ma non è male. L’abito è bello, ma l’indosso boh. Culastrisce nobile veneziano.

(Ph: CUBR//BACKGRID)

Per la festa prenuziale di giovedì sera la scelta è caduta su Schiaparelli, un abito particolare ma declinato su di lei in un modo non particolarmente convincente. Il punto focale è rappresentato dal corsetto, che migliaia di perline dorate rendono quasi metallico in contrasto col resto: una gonna e un’alta fascia sul seno in un tessuto color crema ricamato a fiori. Osservando la foto del modello in sfilata si possono notare le differenze nella realizzazione.

Nonostante la significativa differenza in altezza (Lauren dichiara di essere 1,60) quello che abbiamo visto a Venezia è assai più lungo, forse per renderlo più simile a un abito da sera, ma così non slancia particolarmente la già non longilinea signora.

(Ph: Stefano Mazzola)

Ciò che ha colpito di più Lady Violet, e non in positivo, è il modo in cui la fascia sia diventata quasi un volant e sporge, adagiata sull’importante e poco morbida poitrine. Che vi devo dire, l’effetto abat jour ci sta tutto, ma pure quello impalcatura. Shock. Capriccio veneziano.

(Ph: Stefano Rellandini/Getty Images)

Venerdì pomeriggio la sposa si avvia al luogo della cerimonia con una mise descritta sulla stampa anglosassone così: “quando Grace (Kelly) incontra Audrey (Hepburn)”. Secondo me le due non ce l’hanno fatta ad incontrarsi, e non si è vista nemmeno la altrettanto citata Jackie (Kennedy) ma confesso che questa mise è l’unica che ho apprezzato: il più classico dei tailleur Dior, gonna midi e giacchina avvitata con brevi maniche, color avorio con bottoni neri. L’abbondante capigliatura trattenuta da un foulard Hermès, il modello Brides de Gala en Fleurs nel colore ébène / blanc / gris anthracite. Appartiene alla collezione attuale, se vi piace 530 euro ed è vostro.

(Ph: Ernesto Ruscio)

Hermès anche la borsa, una Kelly in coccodrillo nero, come le slingback che completano l’insieme. Ora, a parte il fatto che Lauren è sempre eccessiva, caratteristica che nell’estetica europea difficilmente si traduce in eleganza, a parte le unghie ad artiglio, a parte la poca naturalezza che mostra nell’indossare un look che chiaramente non le appartiene, per me questa mise è quella che più si avvicina allo chic. Non lo raggiunge, ma questo momento di understatement è un balsamo. Anonimo veneziano

(Ph: Lapresse)

Sabato mattina, in attesa del gran ballo finale, gli ospiti hanno fatto quello che volevano e mentre Ivanka Trump ha visitato le Gallerie dell’Accademia gli sposi hanno invitato una cinquantina di amici per una colazione (seconda colazione, cioè a pranzo) all’Harry’s Bar, sotto l’occhio attento di Arrigo Cipriani in persona. I signori Bezos hanno ripreso il loro stile standard: lei in miniabito nero con gran volant tenuto bello teso dall’abbondante décolleté, ciabattine con tacco, cappello di paglia con alta fascia e a contrasto una clutch bianca che sembra proprio la Kelly Cut Hermès in alligatore Lui in completo color topo stile mafia colombiana. Shock. Un maresciallo in gondola

(Ph: Nicolas Gerardin)

Alla terza serata anche i giornali specializzati iniziano a mostrare segni di cedimento, figuriamoci noi. Per la soirée danzante Lauren si è rivolta a Versace, alla linea Atelier, che sarebbe la Haute Couture della maison. Donatella Versace ha assecondato lo stile della signora con un modello che enfatizza la ricchezza di seno e fianchi contrapposti al vitino di vespa, un abito drappeggiato che fino al ginocchio segue le forme, per poi aprirsi in una morbida gonna plissettata. Molto bello il colore, i ricami in oro argento bronzo e cristalli Swarovski sono tipici della maison, il problema è che la parte ricamata, probabilmente per enfatizzare i fianchi, si allunga troppo e finisce per non slanciare (eufemismo) soprattutto chi di suo non sia particolarmente alta. E no, non bastano i tacchi vertiginosi. Un grande boh. La venexiana

(Ph: Reuters)

Immaginiamo che la signora Bezos sia felice lo stesso, e si consolerà dalle critiche ammirando i diamantoni che brillano alle sua dita. La foto è stata scattata mentre la nubenda si avviava alla cerimonia nuziale di venerdì sera, e può esserer considerata la prova che i due erano già sposati. All’anulare destro Lauren porta l’anello di fidanzamento, un raro diamante rosa con taglio a cuscino, mentre l’enorme pietra ovale all’anulare sinistro dovrebbe essere l’anello nuziale (scordatevi la semplice fascia d’oro, in certi ambienti non usa più). Prova definitiva il braccialetto al polso sinistro da cui pendono le lettere LB. Che immagino non siano le iniziali di Lino Banfi, ma quelle di Lauren Bezos. Canal grande

E noi? L’unico film che vedrei volentieri ora è Dimenticare Venezia.

Royal chic shock e boh – Giugno arcobaleno

L’arrivo dell’estate – non riesco a chiamarla bella stagione, sorry – porta con sé un deciso cambiamento nell’abbigliamento; naturalmente nel peso dei tessuti, ma anche nei colori. Abbonda il bianco, ma anche chi non è abbronzato osa tonalità più accese e brillanti, e questa volta abbiamo coperto l’intero spettro.

ROSSO

(Ph: Ludovic Marin/Getty Images)

Amato in tutte le stagioni e molto usato dalle royal ladies per il diplomatic dressing, visto che compare sulla maggioranza delle bandiere, in questi giorni è stato assai gettonato. Nel fine settimana del 7 e 8 i Macron hanno compiuto una visita ufficiale a Monaco; e quella che sembra una notizia trascurabile ha invece il suo peso, dato che i rapporti con la Francia sono fondamentali per l’esistenza stessa del Principato. Per dirne una, “nel 1999, Monaco ha ottenuto il diritto di coniare monete in euro recanti lo stemma del Principato, coniate dalla Zecca di Parigi. Nel 2001, è stata firmata una convenzione monetaria tra la Francia (per conto della Commissione Europea) e Monaco, per l’introduzione dell’euro nel Principato” (fonte: https://www.diplomatie.gouv.fr/fr/dossiers-pays/monaco/relations-bilaterales). Rosso sceglie Charlène per la serata di gala: un abito girocollo, smanicato, con vita allungata, da cui partono pannelli di un tessuto leggero e morbido. Ignoto il creatore, probabilmente francese; famosi i sontuosi orecchini di brillanti firmati Graff, la cui opulenza è messa in risalto dalla linea semplice del vestito, chic. Onorati i colori della bandiera monegasca grazie alla scelta di Brigitte Macron in total white Dior. Certo, di cape dress ne abbiamo visti tanti, ma questo si distingue per il modello perfetto, quasi una scultura. E lasciatemi lodare la scelta di Brigitte che, partendo da una condizione di meno – meno giovane, meno alta – pareggia, e secondo me vince la gara, con una mise che è veramente più. Superchic.

(Ph: Patrick van Katwijk/Getty Images)

I sovrani olandesi sono stati in visita ufficiale nella Repubblica Ceca, e Máxima non si è smentita. Per la cena di gala nel palazzo presidenziale di Praga ha abbinato i rubini della tiara Mellerio, con i suoi orecchini, all’abito monospalla di uno dei suoi couturier preferiti, Jan Taminiau. So che molti non amano questo modello, ma trovo che sia disegnato perfettamente per valorizzare la silhouette della regina. E si sa, se cerchiamo l’understatement non lo troveremo nei Paesi Bassi. Chic. Simpatico il contraltare offerto dalla signora Eva Pavlovà, consorte del presidente ceco Petr Pavel, col suo vestitino azzurro, che non sembra affatto impressionata dalla sua ospite.

La serena bellezza di Mary di Danimarca è esaltata dal rosso, colore che sceglie spesso. La scorsa settimana i sovrani danesi, accompagnati dalla figlia minore Josephine, hanno visitato le isole Færøer, che pur essendo autonome fanno parte del Regno di Danimarca. Prima di tornare a Copenaghen Frederik e Mary hanno offerto un ricevimento a bordo del vascello reale. La regina è andata sul sicuro scegliendo l’abito rosso di Raquel Diniz che ha indossato spesso (News – visita di stato francese in Danimarca). Questa occasione mi sembra più adatta di altre per quel modello, mi ricorda gli abiti da pomeriggio indossati da mia madre, e naturalmente apprezzo molto il continuo riuso, quindi chic.

ARANCIONE

(Ph: @MonarchieBe)

Mathilde dei Belgi deve amare molto l’arancione, lo indossa spesso e le dona molto. Lo ha scelto anche martedì 10 per la visita alle nuove sale, dedicate all’Art nouveau et all’Art déco, dei Musées royaux d’Art et d’Histoire, indossando una mise già vista. Un completo creato da Natan e composto da pantaloni e blusa con orlo asimmetrico. Molti i commenti sarcastici, incentrati sull’effetto “detenuto a Guantanamo”; personalmente trovo che ci sia qualcosa di peggio.

(Ph: @MonarchieBe)

Il fitting della blusa, che tira al giromanica e fa difetto sul seno (e sembra pure scomoda). La domanda come sempre è: ma come può una creazione couture, cioè fatta su misura, presentare questi difetti? E se il corpo cambia, com’è naturale, non si può intervenire sugli abiti? Boh.

GIALLO

(Ph: Jonas Ekströmer/TT)

Il 13 giugno 2015 il principe Carl Philip di Svezia sposava il suo grande amore Sofia Hellqvist. Venerdì 13 la coppia ha festeggiato il decimo anniversario di un matrimonio che sembra andare a gonfie vele battezzando la piccola Ines, unica femmina nata dopo tre maschi. Sofia ha scelto il giallo limone per l’abito in chiffon dello stilista svedese Lars Wallin.

L’idea di un colore brillante per un battesimo, al posto delle classiche tinte pastello, non mi dispiace, ma la realizzazione no. In particolare le balze della gonna hanno qualcosa di poco armonico, e penso di aver capito perché. Il modello si ispira (se non è esattamente lo stesso) a un abito da sera dello stesso stilista che Sofia ha indossato qualche anno fa.

(Ph: Instagram @larswallinofficial)

La gonna così composta ha un tocco flamenco che non mi dispiace, ma accorciandola non funziona più. Sofia ha abbinato un cerchietto che messo tra i capelli mossi faceva solo confusione, e le sue famose Louboutin gialle, modello Duvette Spikes 100, ma i tacchi alti per un abito di quella lunghezza (e con un bebè in braccio) francamente li lascerei nella scarpiera.

(Ph: Claudio Bresciani / TT)

Tanti auguri alla piccola, alla mamma e a tutta la famigliola, ma shock.

VERDE

(Ph: The Royal Family)

Lasciamo Sofia e raggiungiamo Sophie, impegnata sabato nel Trooping the Colour in onore di King Charles III. La Duchessa di Edimburgo è arrivata sulla “carrozza cognati”, in compagnia di Tim Laurence, marito della Princess Royal: entrambi i loro coniugi erano a cavallo insieme col Principe di Galles, mentre il re ha preferito un più confortevole landò. Attente al colore della mise di Sophie, il verde bosco: non è particolarmente estivo ma nei prossimi mesi sarà di gran moda. L’abito di Beulah London in crepe di lana (!) è caratterizzato dallo scollo a V e dalle ampie (molto ampie) maniche. La linea è quella stile anni ’50, che la duchessa predilige, ma che richiede un minimo di cautela per non rischiare di sembrare più agée, cosa che questa volta è accaduta a Sophie, complice anche il pillbox col fioccone (il modello Roma di Jane Taylor) che non ringiovanisce l’insieme.

(Ph: Getty Images)

Neppure il colore la aiuta, l’avrà scelto per armonizzarsi con la fascia dell’Antichissimo e Nobilissimo Ordine del Cardo, il più antico di Scozia, indossato dal marito? Boh.

(Ph: Jim Bennett)

Però diciamo una cosa, nonostante il look da prozia, una prozia come lei è unica. Lo pensiamo noi, e sono certa lo pensi anche Louis.

Verde oliva per Máxima, impegnata mercoledì ad Amsterdam nel Global Summit del Consumer Goods Forum. Colore non facile, a me starebbe malissimo ma lei lo porta bene. Non capisco se sia una tuta o un due pezzi, ma questa volta Natan mi ha convinta: mise molto adatta sia all’occasione sia alla signora che la indossa. Piccola nota a margine: quando Gianvito Rossi ha disegnato la sue décolletée classiche, fantasiosamente chiamate Gianvito, ha compiuto un passo fondamentale per il suo successo: sono le più amate dalle royal ladies, che ne possiedono in quantità industriale in ogni sfumatura e le indossano spesso. Quelle che ha completano la mise della regina olandese in questa occasione sono di camoscio lime. Tutta la mia invidia, e sicuramente chic.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Martedì 10 e mercoledì 11 il Presidente Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, ha compiuto una visita ufficiale in Lussemburgo. Per La cena di gala la futura granduchessa Stéphanie – immagino in omaggio alla nostra bandiera – ha indossato un abito verde, più scuro di quello che campeggia sul tricolore ma nella tonalità che impazzerà in autunno. La prima cosa a colpirmi di questa creazione (Natan) è la lunghezza, che incomprensibilmente si ferma a dieci centimetri da terra. Ho anche pensato che fosse un prestito della suocera (accade con una certa frequenza) e la differenza di altezza tra le due avesse fatto il resto,

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Invece sembra sia nuovo, per cui permane il mistero. Il modello ha uno scollo all’americana, di cui solitamente si apprezza il rigore geometrico, qui compromesso dall’aggiunta di quelle maniche che lo trasforma in un infelice cape dress; senza infamia e senza lode le scarpine LK Bennett, di un verde leggermente diverso. Shock. Quanto alle due prime dame, mesta e spettinata Laura Mattarella con una blusa nera dalle maniche a kimono su gonna bianco ottico che spara un po’; più divertente Maria Teresa infagottata in abito dalla forma indefinibile (Jean-Paul Knott), migliorato dalla bella collana. Un grande, enorme boh.

AZZURRO

Eccoci finalmente alla mise, e al personaggio, che molti di voi aspettavano: la Principessa di Galles al Trooping the Colour. Con una premessa: Lady Violet non ama l’azzurro, ma ciò che veramente detesta è la gamma dall’acquamarina al turchese e ritorno – comprese le omonime gemme – con un’avversione insanabile per il tremenderrimo tiffany, accettabile solo sulle scatole della famosa gioielleria. Immaginate come ci sono rimasta quando sabato ho visto Catherine. Recuperata l’equidistanza del cronista, andiamo ad esaminare la mise. Diciamo subito che Catherine era splendente, e questo è ciò che conta, soprattutto dopo i recenti trascorsi. La sua scelta per l’occasione è caduta su una creazione di Catherine Walker: un pardessus azzurro (che a seconda della luce sembra più turchese o più acquamarina) su un abito dello stesso colore. Il punto saliente del modello – chiaramente ispirato agli anni ’80 – sono i dettagli bianchi scelti per colletto, rever, polsi, i profili delle tasche e quelli interni. In molti hanno trovato delle somiglianze con un paio di mise con lo stesso abbinamento di colori indossate da Diana. Direi che più che a qualcosa indossata da lei, mi dà l’idea di un capo che avrebbe potuto indossare. Naturalmente lontano dall’artefice della sua svolta glam, Gianni Versace, che sicuramente glielo avrebbe fatto lasciare sull’attaccapanni all’ingresso. Non mi piace, e per fortuna la principessa non ha coordinato anche le scarpe, preferendo un paio di Gianvito Rossi (sì, anche lei) in un camoscio di una tonalità simile al suo incarnato.

Quello che fa la differenza secondo me è il cappello di Juliette Botteril: un modello non particolarmente originale, ma nello stesso colore dell’abito, che così saturo dona particolarmente e incornicia bene il suo bel viso. E ha il pregio di creare delle ombre che smorzano quel bianco abbacinante. Accanto a lei la deliziosa Charlotte, infilata in un abitino tristanzuolo coordinato a mammà. Insomma, bellissime entrambe, bellissimo vedere Catherine risanata e così splendente, ma la mise è veramente un grande, immenso boh.

(Ph: Eric Mathon/Princier Palace)

Inserimento al volo, mentre stavo chiudendo il pezzo. Ieri sera a Montecarlo si è chiuso il Festival della televisione: Charlène è arrivata al braccio del marito, con un abito celeste ghiaccio, creato probabilmente da Vuitton, con scollo all’americana da cui partono due bande che circondano i gomiti. Mi ha molto perplessa, e non perché evidenzia le notevoli spalle della principessa, anzi. Poi ho capito: lo trovo, scusate il termine forte, piuttosto osceno.

Probabilmente perché lascia scoperto il punto dell’ascella, che è un luogo privatissimo. E in movimento il tessuto così chiaro rivela dettagli del corpo in modo per me eccessivo. Che vi devo dire, sono antica! Aspetto il vostro parere, per me è letteralmente shock.

BLU

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

I Mattarella ricevuti dai Granduchi al loro arrivo in Lussemburgo, martedì 10. Quando una di voi mi ha inviato la foto ho pensato che avessero indetto le olimpiadi della geometria, oltre a quelle della matematica. Senza infierire, intanto mi chiedo chi sia il creatore di quella giacca/poncho romboidale. Poi vorrei fare un’osservazione: per indossare modelli così particolari, sempre che sia proprio necessario, non basta il fisico, che Laura Mattarella avrebbe pure, essendo alta e sottile, ma una certa personalità. Una delle prime indicazioni che si danno alle indossatrici è di sentire l’abito che indossano, per poterlo interpretare. La mia impressione è che la First Daughter si sia ritrovata a dover sostenere un ruolo che probabilmente non si aspettava, e ancor meno le interessa. Lo esercita con la signorilità che le è propria, va bene così e non c’è bisogno degli effetti speciali. Shock. Le fa da contraltare Maria Teresa, con una corta cappa azzurro chiaro (Natan) e pantaloni blu con una gamba più corta dell’altra. Mi piace solo la spilla fiore di Iradj Moini con i leggeri petali di ametista. Shock pure lei.

Ph: James Whatling)

Martedì 17, primo giorno alle corse di Ascotal cospetto dei sovrani e della Royal Family nella sua forma, diciamo così, allargata, data la presenza di Sarah, già Duchessa di York. Simpatica, positiva, coraggiosa – e mi riferisco ai recenti problemi di salute che ha sofferto anche lei – adorata dalle figlie, non particolarmente stilosa diciamo così. Si butta sul total blue scegliendo una giacca di pizzo indossata su un abito più scuro – lo sapete sì, che non esistono due blu uguali a meno che non nascano insieme? – troppo corto, che termina con un orlo a fazzoletto. Le ho sempre invidiato le caviglie, sempre sottili e nervose nonostante gravidanze, aumenti di peso e temperature torride. Le gambe un po’ meno, non valorizzate da quel tipo di lunghezza che mi sembra pure poco confortevole, rischiosa ad ogni seduta e a ogni colpo di vento. Diciamo che facendo la media tra il suo abito e quello della figlia Beatrice vengono fuori due orli accettabili. Eccessiva la veletta del pillbox, sprecata la borsa Chanel. Shock, e così abbiamo sfatato il mito che il blu sia sinonimo di eleganza.

VIOLA

Torniamo al battesimo della piccola Ines di Svezia, cui ha partecipato tutta la famiglia, compresa la zia Madeleine col marito Chris O’Neill e i tre figli Leonore, Nicolas e Adrienne. La principessa ha scelto un abito di Safiyaa, maison londinese gettonatissima tra le royal ladies soprattutto per i suoi cape dress. Quello di Madeleine è il modello Loura in crêpe, che è definito abito ma sembra un due pezzi, caratterizzato dalla fascia orizzontale che copre le braccia sostituendo le maniche. In un bel lilla, definito “lupine” dal fiore del lupino, che è violaceo. Se vi piace, ora è in saldo su MyTeresa https://www.mytheresa.com/it/it/donna/safiyaa-abito-midi-loura-in-crepe-con-peplum-viola-p00994910

Completano la mise un cerchietto con veletta, un paio di Manolo Blahnik in camoscio nude, e la clutch Knot di Bottega Veneta, altro oggetto popolarissimo tra le teste coronate (infatti la portava anche la sorella Victoria, in un altro colore). A me piace, e non solo per il colore. Certo per noi è un po’ overdressed, ma considerate che le signore svedesi portavano anche la spilla del reale ordine di famiglia, e i signori erano in alta uniforme o in tight. Chic.

E voi, qual è il vostro colore preferito? Qualunque sia, viva sempre l’arcobaleno!

When in Rome…

Ieri Charles e Camilla sono atterrati a Roma, oggi è iniziata ufficialmente la visita di stato, con un programma denso ma anche spazi per consentire al re, ancora in cura per il cancro, di riposare.

I sovrani alloggiano nella splendida Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciatore britannico; nel suo meraviglioso giardino – che contiene le arcate dell’acquedotto di Nerone – sono state scattate le belle foto pubblicate ieri (Le foto del giorno – That’s Amore).

Da qui stamattina sono partiti per incontrare al Quirinale il Presidente Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura (e dall’interprete Olga Fernando, che tra gli appuntamenti di altissimo profilo non se ne perde uno, beata!). Mentre Charles – cui è sfuggito un moto di stizza al momento delle foto (forse cercava una penna?) – era a colloquio col presidente, Camilla ha potuto soddisfare la sua passione di bibliofila ammirando i libri antichi custodita nella Biblioteca del Piffetti, dal nome dell’ebanista autore di questa meraviglia, creata nel Settecento per la corte sabauda e trasferita a Roma nel 1879 e adattata all’appartamento della Regina Margherita al Quirinale.

È seguita la visita all’Altare della Patria, scortati dal Ministro della Difesa Crosetto. Qui i sovrani sono saliti insieme a deporre la corona al Milite Ignoto, e scendendo lei si è appoggiata a lui, in un gesto consueto e prezioso. Per questa prima giornata la Queen Consort ha scelto una mise royal blue – noblesse oblige! – sul robe-manteau della fida Fiona Clare brilla la spilla con zaffiro centrale contornato di diamanti, donata a Queen Victoria dal marito Albert, e spesso indossata da Queen Elizabeth; in mano un omaggio all’Italia, la borsa Andiamo di Bottega Veneta.

Poi come ogni turista che si rispetti giro al Colosseo, con annesso allegro bagno di folla. Cambio della guardia tra ministri, questa volta a riceverli c’era Alessandro Giuli, titolare della Cultura. E come cicerone Alberto Angela. Spero che gli ospiti abbiano gradito, e ne sono certa; personalmente non lo amo. Ma dato che lui stesso, con sublime modestia, ha confidato ad una nota rivista che la regina sarebbe una fan dei suoi programmi, va bene così.

Anyway, la giornata si è conclusa con un ricevimento a Villa Wolkonsky per la comunità italo-britannica; domani i momenti più importanti con il discorso a Camere unite; primo sovrano britannico, e soltanto il terzo ad avere questo onore dopo Juan Carlos di Spagna – peraltro nato a Roma – e suo figlio Felipe VI. E alla sera la cena di gala al Quirinale, dove i sovrani festeggeranno i vent’anni di matrimonio.

A domani!

Le foto del giorno – Ultimo compleanno da sovrana

Compie oggi 69 anni Maria Teresa, Granduchessa di Lussemburgo ancora per qualche mese, visto che il prossimo 3 ottobre il marito Henri abdicherà in favore dl primogenito Guillaume, che ricopre già il ruolo di Lieutenant-Représentant del sovrano. Sovrano che il 16 aprile girerà la boa dei 70 anni, e vedremo come il fascinoso Granduca verrà festeggiato.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Intanto Maria Teresa celebra il suo gran giorno con tre nuovi ritratti. Nel primo compare da sola in sobrio blu, giusto per far risaltare l’enorme zaffiro cabochon della tiara Déco, che può essere indossata anche come collier, come appunto in questo caso.

(Ph: Maison du Grand-Duc / Sophie Margue)

Stessa mise perfettamente in palette col completo e la cravatta di Henri che compare con la moglie nel secondo ritratto. Maria Teresa ha scelto una tuta completata da una cappa in chiffon. Una creazione dell’amato Natan, indossato l’estate scorsa per ricevere uno dei Premi Europei per la Cultura.

Ed era apparsa sgualcita oltre il tollerabile, soprattutto per un capo couture.

(Ph: Maison du Grand-Duc / Sophie Margue)

Ancora la coppia è protagonista del terzo ritratto, in cui Maria Teresa ha abbandonato il blu in favore di un rosa carne che le dona molto, e le donerebbe forse pure di più se non avesse esagerato col makeup, di cui francamente secondo me non aveva bisogno. Anche questa è una tuta, corredata dall’inevitabile cappa e caratterizzata dalle grandi rose allo scollo; in questo caso lo stilista è Elie Saab, altro favorito della Granduchessa.

Insomma, non sarà perfetta ma certo è sempre lei, e penso che alla fine il suo bilancio da sovrana sarà positivo; vedremo cosa si inventerà una volta “in pensione”. Mi aspetto comunque delle sorprese!

Il 14 febbraio 2026 Henri e Maria Teresa festeggeranno un altro importante traguardo, 45 anni di matrimonio. Qui trovate la loro storia: A Royal Calendar – 14 febbraio 1981

Royal chic shock e boh – Aspettando la primavera

Oggi è il giorno di San Patrizio, patrono d’Irlanda, amatissimo nel mondo anglosassone, ed è anche la ragione per cui la rubrica domenicale è scivolata eccezionalmente a lunedì. Ero certa che la Principessa di Galles non ci avrebbe delusi, e così è stato.

(Ph: Getty Images)

Nella sua veste di Colonnello delle Irish Guards Catherine ha partecipato alla tradizionale parata nella caserma Wellington Barracks, nel centro di Londra; evento in solitaria che ha affrontato con grazia e sicurezza, da par sua. Evento cui l’anno sorso non aveva partecipato, trovandosi nel mezzo della tempesta causata dal cancro, il che rende questa giornata ancora più preziosa. Il verde è d’obbligo, e lei ha scelto una tonalità profonda per il già visto, bellissimo cappotto Alexander McQueen e per il cappellino Lock & Co. aggiungendo accessori neri, e soprattutto la deliziosa spilla trifoglio disegnata da Cartier. Un gioiello che non appartiene alla principessa, né alla Royal Family, ma al reggimento delle Irish Guards, che all’occorrenza la presta alle royal ladies. Veramente, ma veramente chic.

Lunedì scorso altro giorno importante per la Firm, con la celebrazione del Commonwealth Day. Lady Violet già pregustava di ammirare nuove toilette, e invece le signore Windsor sono andate al risparmio, tirando fuori dall’armadio mise già indossate in precedenza.

Sua Maestà la Queen Consort evidentemente sente arrivare la primavera e si veste i un pastelloso rosa Barbie; il soprabito (Fiona Clare) ha una manifattura piuttosto raffinata, ma certo il colore è un po’ too much, forse perché siamo ancora avvolti dai grigi dell’inverno. Apprezzo la scelta di un cappello (come sempre Philip Treacy) di dimensioni contenute visto il tipo di cerimonia, ma in questo caso contribuisce all’effetto bambola, cosa che Camilla sicuramente non è. Mi piacciono molto gli accessori in un freddo greige – la borsa non si vede nella foto ma è una Fendi, la celebre Pikaboo – ma in generale per me è boh. Très chic il re con cravatta armonizzata, ma non rigidamente abbinata, alla mise della sua consorte.

Catherine ha scelto la sicurezza di un look indossato in varie occasioni e differenti colori. Il cappotto rosso (Catherine Walker)caratterizzato dal grande fiocco stilizzato che chiude il collo l’abbiamo visto nel 2021 al concerto di Natale a Westminster Abbey (Le foto del giorno – Together at Christmas) e due anni dopo, sotto un mantello, per la visita di stato del presidente sudcoreano (Royal chic shock e boh – South Korea in UK). Stesso cappotto, naturalmente in nero, e stesso collier di perle appartenuto alla Regina e indossato anche da Diana, al funerale di Prince Philip, Duca di Edimburgo (L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.). Il cappellino, indossato nel tour australiano del 2014, è Gina Foster (brand che non esiste più); il tocco di italianità è dato dalla borsetta MiuMiu, col fiocco pure quella, e le scarpine Gianvito Rossi. Il piacere di vedere Catherine è grande, la mise meno; il cappotto non mi fa impazzire, ha una forma strana e le fa la vita lunghissima. Insomma, boh.

Se non vi ha convinto la scelta del rosso Wales, sappiate che la principessa si è trovata di fronte un contraltare quasi perfetto. La signora che accompagna il Prime Minister è la sua vice Angela Rayner. Lo so, è vestita male, ma questa donna ha un passato molto impegnativo: nata in una famiglia in grande difficoltà economica e non solo, una madre con problemi psichiatrici, cresciuta in una casa popolare dalla nonna, che faceva tre lavori per sfamare lei e i suoi fratelli. Angela ha lasciato la scuola a 16 anni, incinta e senza titolo di studio. Quello che è – e quello che ha – se lo è costruito da sé, e amen se non è anche chic. Unico appunto; ma chi la veste, chi le ha venduto (o realizzato) quel cappotto non poteva stare più attento? Shock, ma alla fine who cares?

Assente la Duchessa di Edimburgo, impegnata negli USA, c’era la Princess Royal con una delle sue classiche mise multitasking: cappotto in tessuto fantasia classicamente anni ’80, decennio da cui immagino questo capetto arriva direttamente, compreso di collo sovrapposto e abbottonatura laterale, corredato da un cappellino sobriamente vezzoso; un po’ troppo, per il rigore del cappotto, ma lei è così, la si ama o la si odia, e noi la amiamo. Sul cappotto splende una spilla a forma definita “stalattite” ricevuta in dono dai genitori per le nozze con Mark Phillips nel 1973, tanto per non dimenticare mai da dove si viene. Impossibile costringerla negli angusti spazi chic shock e boh.

Esauriti i compiti di rappresentanza, immagino che Anne si sia precipitata a Cheltenham, la città del Gloucestershire che a marzo ospita il famoso Festival, No, non pensate a Sanremo, si tratta di una settimana di corse di cavalli, manifestazione che apre la stagione che culminerà con Ascot. Oltre alla principessa, manca di rado anche la figlia Zara, ottima amazzone, che il secondo giorno è stata raggiunta dalla cugina Eugenie. In questa foto, che potremmo intitolare Rapsodia in bordeaux Zara è chic in completo pantalone grigio (Laura Green) dolcevita in cashmere, uno dei capisaldi della stagione che sta finendo (Karen Millen), cappellino con freccia (Juliette Millinery), la clutch è Strathberry, brand che ama molto e indossa spesso. Eugenie invece è boh: bello ma un po’ troppo lungo – guardate la manica – il classico cappotto Hobbs, e veramente troppo alto, o messo male, il pillbox Emily London. Solidarietà al di lei marito Jack Brooksbank, che ha preferito la palette blu senza traccia di bordeaux.

La sorella di Eugenie, Beatrice, è ricomparsa in pubblico per la prima volta il 6 marzo, a un paio di mesi dalla nascita della seconda figlia Athena. Col marito Edo Mapelli Mozzi ha partecipato al Borne’s Wonderland Gala, una serata di raccolta fondi dedicata ai bimbi nati prematuri, proprio come Athena. Mi piace l’idea del midi da sera; il completo con gonna di raso e giacca di tweed di Self Portrait non è entusiasmante ma Beatrice è comunque graziosa; belle le scarpe di Jennifer Chamandi – brand British che sostiene il made in Italy – e soprattutto la clutch Roger Vivier, storica maison francese che ora fa parte del gruppo Tod’s. Per me è boh, ma lasciatemi aggiungere una cosa. In questi giorni si è diffusa la notizia di una crisi matrimoniale tra i due, notizia che Oggi ha preso da tabloid di non primissimo piano ed è stata rilanciata da altri. Al momento non ci sono prove, né testimoni, né altro, se non il fatto che lui starebbe spesso fuori casa per lavoro. Un po’ poco, direi, questo è proprio il gossip che non amo, e non trovo neppure divertente

Sono passati già tredici anni dal terribile incidente sugli sci di Friso, fratello minore di Willem-Alexander d’Olanda; ad agosto ne saranno trascorsi dodici dalla sua morte. In tutti questi anni la moglie Mabel e la madre Beatrix sono state sempre particolarmente unite; la ex sovrana ha ottimi rapporti con tutte e tre le sue nuore, ma immagino che la vedova del secondogenito abbia un posto particolar nel suo cuore. Friso aveva studiato ingegneria – meccanica a Berkeley e aerospaziale a Delft – e in sua memoria Mabel ha promosso la nascita di un premio destinato a team di studenti in ingegneria che si siano distinti per “spirito di squadra, forza innovativa, impatto sociale e competenza”. Mercoledì, alla consegna del riconoscimento, suocera e nuora sono apparse ancora un volta affiatate e sorridenti. In splendida forma l’ottantasettenne regina emerita, in mantella e pantaloni neri illuminati da una blusa azzurra, e il tocco delle scarpine ricamate. Chic. Mabel ha scelto un total look Missoni: pantaloni, canotta e cardigan lungo nel classico motivo chevron. A me questa donna piace moltissimo, mi piacciono il suo coraggio, la sua forza, la sua intelligenza, la sua verve. Ho adorato, e sempre adorerò, quel favoloso abito da sposa pieno di fiocchi creato da Victor e Rolf, che lei indossò con un brio unico; mi ha sempre fatto pensare alla commedia di Natalia Ginzburg, Ti ho sposato per allegria. Tutto ciò premesso, quest’insieme non mi convince fino in fondo, quindi boh.

Nella sala del trono del Palais Royal di Bruxelles si è tenuto il concerto di primavera, e Mathilde ha scelto una tonalità tra rosa e lilla molto primaverile, un completo pantaloni che visto da lontano non sembra male. Quando poi si guarda meglio questa mise, creata da Natan (e chi sennò?) e una domanda sorge spontanea: perché?

Eppure i pantaloni non sarebbero male, ma poi vengono terremotati da un blusa in tessuto paillettato e arricciato in un drappeggio senza senso. E consentitemi di dire che quel colore è piuttosto pericoloso: dona a poche, e la Reine non è tra quelle. Inutile la clutch Dior, che non la salva dallo shock.

E voi, siete pronti per la primavera?

Le foto del giorno – Un giorno pieno di gioia

Due le notizie di oggi, entrambe belle. Una ampiamente annunciata: le nozze del principe Nikolaos di Grecia con Chrysi Vardinogianni.

Cerimonia riservata e in tono minore, dati i pregressi matrimoniali degli sposi – lui ha divorziato nove mesi fa dalla moglie Tatiana, lei di mariti ne ha avuti addirittura due – con aspetti interessanti, e pure qualcuno che mi ha perplessa. Molto bello l’abito della sposa, opera del greco Christos Costarellos, con un uso originale del pizzo. Sui capelli biondi brillava la Antique Corsage Tiara, che la suocera Anne-Marie ricevette in dono dai genitori per il diciottesimo compleanno, e che ha prestato a tutte le nuore il giorno in cui le fanciulle hanno sposato i suoi figli: Marie-Chantal e Pavlos, Nina e Philippos (assenti oggi) e sì, anche a Tatiana quando ha sposato Nikolaos. Cosa che francamente comprendo, le grandi famiglie sono fatte anche di queste tradizioni; avrei invece evitato il velo, ma mi rendo conto di essere piuttosto old style. Auguri agli sposi, di queste nozze parleremo ancora.

La seconda notizia era attesa ma non sapevamo per quando; ebbene alle 13,10 di oggi Sofia di Svezia, moglie del principe Carl Philip, ha dato alla luce il quarto bebè, e questa volta è una bambina! La piccola troverà ad aspettarla tre fratelli maggiori: Alexander, Gabriel e Julian. Il suo nome non è ancora stato annunciato, ma noi non vediamo l’ora di fare la sua conoscenza.

(Ph: Elisabeth Toll/Kungl. Hovstaterna)

Si può immaginare un modo migliore per iniziare il weekend?

Royal chic shock e boh – Si riparte

Dopo la frenesia delle feste di fine anno a gennaio la ripartenza avviene con una certa lentezza anche nel modo royal: non molte occasioni e non tutte di particolare rilievo. Con qualche notevole eccezione, naturalmente.

Il piccolo regno dei Grimaldi inizia l’anno nuovo con diversi impegni, sia pubblici sia privati: il 27 la festa di Sainte Dévote, patrona del Principato e della Famille princière, e una serie di compleanni: il 23 Caroline compie 68 anni, il 25 Charlène raggiunge i 47 e il 1 febbraio Stéphanie gira la boa dei 60. Intanto giovedì scorso i sovrani hanno celebrato i 25 anni del Grimaldi Forum, principale centro culturale e congressuale del Principato. Per la serata Charlène ha scelto uno smoking doppiopetto della maison Crisoni, sartoria monegasca che veste principalmente gli uomini con capi su misura o ready to wear. Di impronta maschile la mise della principessa: giacca da sera in velluto bordeaux con revers di raso, nero come i pantaloni, anch’essi in velluto. Mi piace molto l’idea, e lei ha sicuramente la struttura fisica giusta, ma la realizzazione mi perplime, soprattutto per la giacca che tira sul punto vita. Belle le scarpe Dior, anonima ma corretta la clutch Akris. Boh, ma comunque meglio del completo bluette del marito.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

La Spagna il 6 gennaio celebra tradizionalmente le Forze Armate nel giorno della Pascua Militar. È una di quelle occasioni che richiedono il famigerato lungo da giorno, per cui il disastro è sempre in agguato. Letizia ha puntato sul colore dell’anno, il bordeaux, abbinando un pulloverino di cachemire Falconeri a una gonna a portafoglio che ha già indossato in occasioni analoghe.

Completa il tutto una pelliccetta, immagino – e spero – sintetica. La giacca non mi fa impazzire ma trovo la scelta della mise azzeccata, molto minimale come in fondo è lei. Il resto lo fanno le perle del collier, parte delle joyas de pasar, e gli orecchini perle e diamanti di Ansorena, celeberrima maison di gioiellieri al servizio dei sovrani da un secolo e mezzo abbondante. Chic.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Altro appuntamento, stesso dress code, risultato diverso. Il 9 gennaio i saloni del Palacio Real si aprono per i membri del Corpo Diplomatico accreditato a Madrid. La Reina opta per una camicia bianca – la stessa indossata al San Carlo di Napoli qualche settimana prima: Royal chic shock e boh – Festa! (parte terza) – con una svolazzante gonna bluette. Non mi piace affatto, shock.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Gennaio ha segnato per Los Reyes anche la partenza della figlia ed erede Leonor per la crociera di addestramento da guardiamarina (Le foto del giorno – Che emozione!). Archiviata la commozione si torna al lavoro: mercoledì 15 la Reina ha partecipato a un evento organizzato dalla fondazione BBVA per il microcredito, dedicato a piccoli coltivatori spagnoli e di alcuni paesi dell’America Latina. Letizia ha riproposto una mise già indossata in precedenza: un abito di tweed di una lunghezza che ammazzerebbe qualunque gamba, regale o plebea. Non fa eccezione, ahimè, la Reina ulteriormente penalizzata dalle scarpine col tacco a rocchetto, che come quasi tutti i suoi accessori sono firmate Magrit. Forse la situazione si poteva salvare con un paio di stivali, ma così è inevitabilmente shock.

(Ph: Albert Nieboer Nethelands/Point de Vue)

Discorso a parte per la Danimarca: gennaio da più di mezzo secolo è il mese in cui il sovrano celebra l’ascesa al trono, e nello stesso giorno: 14 gennaio 1972 Margarethe II, 14 gennaio 2024 Frederik X. Inoltre il mese inizia con vari ricevimenti di gala, in abiti da sera, e a volte è anche un bel vedere. Poi ti ritrovi Mary, il cui stile ha fatto versare fiumi d’inchiostro nell’emisfero boreale, e pure in quello australe dal quale proviene, che riceve il Corpo Diplomatico con un vestitone in broccato dorato (Teri Jon by Rickie Freeman) – uno di quei modelli che mio padre definiva l’anno scorso a Marienbad – e ci infila sotto un dolcevita. Che quest’anno va praticamente dappertutto, ma non ESATTAMENTE dappertutto. Shock.

Terzo gala – questa volta gli ospiti erano un migliaio di autorità di vario livello – terzo abito, senza alcuna sorpresa: Mary ha riutilizzato una mise già ampiamente sfruttata: gonna Julie Fagerholt abbinata a una blusa Birgit Hallstein. La gonna nasce come parte di un completo con giacchino, bruttarello anzicheno, poi fortunatamente sostituito da questa blusa. Non mi fa impazzire ma lei, saranno i capelli sciolti, sembra più giovane e lo stile è indubbiamente il suo. Poi il tessuto della gonna a me non piace, ma la linea la salva, chic.

Loro saranno tra i protagonisti del nuovo anno, ed eccoli schierati per il gala di inizio anno in Lussemburgo, in onore di politici, giudici, Corpo Diplomatico. La Granduchessa uscente, Maria Teresa, ha scelto un abito stile prendisole a grandi fiori del defunto Oscar de la Renta, cui forse la legano anche le comuni origine caraibiche (Cuba lei, Santo Domingo lui) e lo stile di vita internazionale. Opportunamente accessoriato con stola di chiffon nero, che non è ahimè sufficiente a coprire l’orrore della fascia dell’Ordine del Leone d’oro di Nassau infilata sotto la spallina. No dai, shock. Della Granduchessa uscente che vogliamo dire? Sicuramente meglio del solito – peggio non sarebbe facilissimo – Stéphanie indossa un abito bianco a mezze maniche senza infamia e senza lode. Boh di incoraggiamento.

L’abbiamo trascurata un po’, e allora eccola nello splendore: Máxima nel più puro stile Máxima. Sinfonia di tonalità dal rosso intenso al bordeaux per una mise composta da tutti capi già indossati: cappotto Max Mara (bellissimo) gonna e blusa Natan, scarpe Gianvito Rossi, borsa Sophie Habsburg, cappello Fabienne Delvigne. Sarebbe chic, se non fosse per l’occasione.

Perché la sovrana era in visita alla Royal Cosun, premiata cooperativa specializzata nella coltura di patate, barbabietole da zucchero, radici di cicoria a favette. Alzi la mano chi di voi non ha mangiato almeno una volta fave e cicoria così abbigliata! Un grande, grandissimo, enorme boh.

In ultimo ma certamente non ultima la Principessa di Galles. Questa settimana è arrivata la notizia che aspettavamo: la sua malattia è in remissione. In visita all’ospedale oncologico Marsden, dove è stata trattata lei stessa, Catherine ha sfoggiato uno splendido cappotto, che è pure di un brand italiano, Blazé Milano; guardate il dettaglio delle tasche e della vita con coulisse elasticata. Sotto pullover a collo alto in cashmere scozzese Kiltane, gonna Edeline Lee, borsetta Asprey. L’unica cosa che non mi piace sono le scarpine Russell and Bromley, poco adatte sia allo stile sia alla lunghezza della mise. Particolare francamente ininfluente dato il contesto. Chic, e bentornata!

Royal chic shock e boh – Festa! (parte terza)

Salutiamo il 2024, diamo il benvenuto al 2025, e chiudiamo la rassegna sulle visite di stato che hanno animato il mese di dicembre con quella che ci riguarda più da vicino: Felipe e Letizia di Spagna ospiti del nostro Paese. Il 10 dicembre i sovrani sbarcano a Roma, e la Reina in total white piazza il suo primo assist.

Il completo pantaloni bianco è uno dei marchi di fabbrica di Letizia, che ha passato anche alle sue figlie; come dimenticare il tailleur Armani con cui fu annunciato il fidanzamento ufficiale con Felipe? Aggiungiamo che il suo fisico sottile la aiuta, perché riescono a donarle anche i capi di non particolare accuratezza sartoriale (che a Lady Violet, per dire, starebbero un orrore). Come accade spesso la Reina ha utilizzato un brand low cost, lo spagnolissimo Mango per giacca e pantaloni, arricchiti dallo splendido cappotto, quello sì cuture, di Felipe Varela. Il punto di forza? Gli accessori color platino: scarpe e clutch firmati Magrit, altro brand spagnolo vicino al cuore di Letizia. Superchic.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il giorno dopo comincia la parte ufficiale con i sovrani ricevuti al Quirinale dal presidente Mattarella. Abbiamo già visto le due signore (Le foto del giorno – ¡Hola!): la Reina indossa un tailleur rosa di Carolina Herrera, Laura Mattarella un abito rosa scuro con mantella corta bordeaux, già usata in occasioni formali, come la visita in Norvegia (Il sole anche di notte); interessante l’abbinamento con l’abito, meno con le scarpe che sono più rosse. Quanto a Letizia, è difficile che qualcosa le stia male, ma il senso di questa mise francamente mi sfugge; quella giacca, con quella lunghezza e quelle maniche, fa sembrare che sia il tailleur a portare lei invece del contrario, e non succede spesso. Che vi devo dire, boh+boh.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il banchetto di stato è stata una sera black tie: signori in smoking (dunque niente decorazioni) e signore in lungo; la Reina non ha indossato alcun diadema, come fa spesso quando si trova a viaggiare in Paesi che non sono monarchie. Letizia ha scelto un abito italiano in omaggio agli ospiti, un lungo e sobrio – pure troppo! – Max Mara nero. Tocco regalchic i due bracciali di brillanti indossati su un polso solo, che fanno parte delle joyas de pasar. Al confronto Laura Mattarella risulta un po’ matronale con l’abito blu di Gattinoni, già indossato durante la visita in Svezia (Visita del Presidente Mattarella in Svezia – Gala Dinner). Chic entrambe, anche se abbiamo visto di meglio. Una parola sui signori: se il colletto rigido della camicia del Presidente mi ha un po’ delusa – preferisco sempre quello classico, tranne con il frac ovviamente – adoro quel gilet sotto lo smoking del Rey.

(Ph: Franco Origlia/Getty Images)

Il giorno seguente la scena si è spostata a Napoli, dove Felipe aveva espresso il desiderio di visitare villa Rosebery, una delle tre residenze presidenziali col Quirinale e la tenuta di Castelporziano. Letizia prima di partire aveva visitato la FAO e ha mantenuto la stessa mise: un tailleur di tweed Alberta Ferretti con cappotto abbinato. Il tailleur è bello, e personalmente nutro una certa invidia per chi può indossare cinture alte, soprattutto su tessuti corposi, ma in questo caso qualche dubbio ce l’ho. La giacca è un po’ troppo lunga e larga, e la gonna sicuramente troppo lunga. Forse la Reina, ormai convertita ai tacchi bassi, deve ricalibrare un pochino i volumi. Anche la borsa Gucci potrebbe essere portata con più convinzione e non appesa così. Insomma per me è boh.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Mi piace di più col cappotto, anche se l’uso di portarlo sulle spalle, che si sta diffondendo tra le royal ladies, mi la scia perplessa. Comunque chic.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il viaggio reale si conclude a Napoli col conferimento del Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Scienze Sociali e Statistiche al sovrano da parte dell’Università Federico II, che nel 2024 ha festeggiato 800 anni di vita. La cerimonia si è tenuta al teatro San Carlo; altro luogo ricco di memorie borboniche (fu inaugurato il 4 novembre 1737 in onore di Carlo III, re di Napoli e poi di Spagna). Anche in questo caso Letizia è arrivata con un cappotto, questa volta bianco, sulle spalle; sotto una mise composta da camicia di popeline bianca su gonna di taffettà beige . Premesso che amo a prescindere le camicie bianche, in questo caso l’insieme è un po’ troppo estivo per dicembre, l’abbinamento dei colori non mi convince, e la gonna è veramente troppo gonfia! Il tutto è firmato The 2nd Skin Co, e potete vederlo meglio qui: https://the2ndskinco.com/products/poplin-shirt-pleated-taffeta-skirt?_pos=13&_sid=9392b42de&_ss=r. A me non piace, shock.

Nel giro di pochi giorni il 24 scivola via, e al suo posto arriva il 25, celebrato a Copenaghen la primissima sera col tradizionale gala di capodanno. È anche il primo cui Frederik e Mary hanno presenziato come sovrani, e la regina ha scelto l’abito in velluto verde con scollo e maniche in pizzo, creazione della sarta e stilista Birgit Hallstein, che lavorò anche al suo abito da sposa. La mise è quella che compare nel primo ritratto ufficiale della coppia (di cui non parlammo essendo stato diffuso in aprile, durante il ricovero in ospedale di Lady Violet), e anche i gioielli scelti sono gli stessi: la parure di smeraldi, in questo caso priva del collier, che comunque si perdeva nella ricca lavorazione del pizzo. Che vi devo dire, da quando è sul trono Mary mi sembra divenuta più rigida, e questa rigidità si riflette anche sulle mise. L’abito non è brutto e ha una qualità sartoriale piuttosto alta, ma diciamo che non è il supporto adatto allo splendore degli ornamenti. Francamente boh.

Mi sembra invece che stia facendo il percorso inverso la cognata Marie, che non ho mai amato particolarmente, ma mi sembra sempre più sorridente e amabile. Per la serata ha scelto un lungo abito di velluto blu della stilista danese Rikke Gudnitz: devo dire che l’insieme, con l’importante collare dell’ordine dell’elefante, il diadema floreale che indossa dal giorno del matrimonio e le insegne finisce con l’essere assai convincente. Chic.

La medaglia d’oro va ancora una volta a lei, la principessa Benedikte. Ottant’anni di splendore fasciati in un abito di velluto melanzana, talmente splendida che le perdono anche la stola di pelliccia. Assolutamente chic.

(Ph: Getty Images)

In conclusione, due bonus: il primo è l’abito indossa da Victoria Beckham allo state banquet in onore dell’emiro del Qatar. Realizzato da sé medesima – gesto magari non elegantissimo ma scontato – è un abito in jersey stretch, con spalle importanti e arricciatura piatta sul pancino a enfatizzare i fianchi. Il modello è un suo marchio di fabbrica, realizzato in molte versioni con piccoli dettagli differenti, per cui partiamo col dire che è una buona operazione di marketing. Ciò che ho apprezzato particolarmente è la scelta di understatement: niente gioielli tranne gli orecchini, capelli raccolti in una semplice ponytail e clutch metallica. In un’occasione in cui esagerare sarebbe stato facilissimo, lei vince per sottrazione. Brava, chic! Ma la faccia di lui?

Secondo bonus Sofia di Svezia, che solitamente mi convince poco. La consorte del principe Carl Philip, in attesa del quarto bebé, ha compiuto 40 anni il 6 dicembre. Le è stato dedicato il servizio fotografico di rito, nel suo caso su Vogue Scandinavia, e a me è piaciuto molto quest’abito scultura di Søren Le Schmidt. Ora, non voglio dire che lo stilista si sia ispirato a Ferrè, o addirittura a Capucci, ma penso che se Sofia si decidesse a smettere gli abiti della principessa delle fiabe per qualcosa di più grintoso, ne guadagnerebbe solo. E noi apprezzeremo molto di più. Chic.

Buon 2025 cari lettori, vi aspetto sul sofà di Lady Violet!

Royal chic shock e boh – Festa! (parte seconda)

Mi scuseranno i gentili lettori se pubblico questo post con notevole ritardo, ma quest’anno ha deciso di continuare a darmi problemi fino alla fine. Se volete fare un ripasso, la prima parte la trovate qui: Royal chic shock e boh – Festa! (parte prima)

Visita ufficiale del Qatar nel Regno Unito

E mi scuseranno le due gentili signore, se considero che la star della foto – scattata il 3 dicembre allo state banquet offerto da King Charles e Queen Camilla agli ospiti qatarioti in visita ufficiale – sia quella spada, la cosiddetta Spada del Fondatore, che l’emiro ha donato al re come segno di grande stima e rispetto (e alzi la mano chi non ha pensato a Mattarella nella stessa situazione).

Se Camilla ripropone l’abito in velluto rosso di Fiona Clare già usato – e da noi apprezzato – l’anno scorso per lo state banquet in onore del presidente sudcoreano (Royal chic shock e boh – South Korea in UK) abbinandolo ai diamanti della Queen Alexandra’s Kokoshnik Tiara, la sceicca Jawaher indossa una creazione di Jean Paul Gaultier: un raffinato abito completato da una cappa in velluto: tradizione rispettata e effetto glam assicurato. Curiosamente, almeno per me, la sceicca non indossa alcun diadema, per il resto, superchic.

In blu la Duchessa di Edimburgo, con un abito di Suzannah London adattato per lei (il modello originale non prevede le maniche) abbinato a uno dei diademi con acquamarina della collezione reale. Non mi convince per niente, boh.

Fedele al suo stile la Princess Royal, che ricicla da chissà quale armadio – e quale decennio – quello che sembra un due pezzi in tessuto damascato. Io la adoro ma questa volta è un vero disastro, quelle maniche danno il mal di mare. Sorry, shock.

Lei è forse, anzi senza dubbio, la mia preferita: la Duchessa di Gloucester sceglie abito bianco semplice e con una bella linea, aplomb giusto e una favolosa parure di smeraldi. Chic.

Visita di stato dell’Oman in Belgio

Negli stessi giorni un altro sovrano orientale era in visita in Europa: il sultano dell’Oman è stato ospite di Philippe e Mathilde dei Belgi. Per lo state banquet la Reine ha sfoggiato una nuova creazione Natan, un abito blu dalla linea dritta con un coprispalle di paillettes che arriva alle caviglie. Non mi fa impazzire, ma mi sembra una buona soluzione per indossare le insegne dell’Ordine civile dell’Oman appena ricevute. Ottima la scelta della piccola tiara Wolfers per non appesantire una mise già così sbrilluccicante. Chic, ma meno dell’affascinante sultano.

Il giorno seguente i padroni di casa hanno accompagnato l’augusto ospite alla Queen Elisabeth Music Chapel; non è un giorno qualunque, ma quello in cui Philippe e Mathilde hanno festeggiato le nozze d’argento e lady Violet pensa sia proprio questa la ragione per cui la Reine si è vestita di bianco, scegliendo il tailleur Dior indossato anche per la recente visita papale. Alle orecchie di Mathilde brillano gli orecchini in perle e diamanti dono di nozze dei suoceri, e indossati nel grande giorno (A Royal Calendar – Philippe e Mathilde, due cuori e un abito). Una scelta un po’ zuccherosa ma romantica, che però non mi sembra la valorizzi troppo. Boh.

Visita di stato dell’Egitto in Danimarca

Un paio di giorni più tardi è stata la volta del presidente egiziano in Danimarca. Al Sisi non è un sovrano ma come se fosse. Personaggio ambiguo come pochi, Lady Violet non sarebbe per nulla lieta di incontrarlo, ma naturalmente i doveri di stato prescindono dal gradimento personale. Per accogliere l’ospite la regina Mary ha proposto un interessante abbinamento tra il verde del cappotto modello Finchley del brand inglese The Fold e il grigio del resto della sua mise: dal bandeaux fermacapelli di Susanne Juul, all’abito che intravvede sotto il cappotto, alle scarpe in suede Gianvito Rossi, alla clutch. Molto Mary, molto chic.

Sorpresa! Lo stesso cappotto è stato indossato qualche giorno fa da Zara Tindall il giorno di Natale a Sandringham, e se non erro ne ha anche un altro in blu. Beatrice di York ne ha uno color cammello e Pippa Middleton lo ha in verde, uguale a quello di Mary. Un modello regale, senza dubbio.

Torniamo a Copenaghen, lo state banquet è stata l’occasione di battezzare il nuovo diadema della sovrana, il Rosenstensdiademet, creato con le rosette di diamanti che in origine costituivano una cintura appartenuta a Charlotte Amalia, figlia di re Frederik IV (siamo nella prima metà dell’Ottocento). Immagino che l’ispirazione si stata la favolosa tiara con la rivière di diamanti che fa parte del forziere olandese, e Máxima sfoggia spesso e volentieri. L’effetto però non è lo stesso, e se vi dicessi che mi fa impazzire mentirei. In questa occasione Mary sembra rigida, tirata, e non l’aiutano né la pettinatura così severa né l’abito da sera, indossato parecchi anni fa con miglior fortuna. Insomma, boh.

A impressionarmi positivamente è stata invece la cognata Marie, che ha partecipato alla serata da sola, senza il marito Joachim. Se l’abito vi sembra familiare avete ragione; è il famoso modello di Jenny Packham che compare in verde (Le foto del giorno – Royal Variety Performance) e in rosa cipria (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet) nel guardaroba della principessa di Galles, e sempre in rosa la regina Mary ha indossato nelle fotografie che celebravano i suoi cinquant’anni (Mary, fifty&fabulous). Il dettaglio che farà impazzire le appassionate – tra cui Lady Violet – è la spilla usata per fermare la fascia dell’egiziano Ordine delle virtù: nonostante l’aspetto prezioso si tratta di un raffinato esemplare di bigiotteria americana, della celebre e celebrata maison Trifari. Veramente chic!

Attenzione, non abbiamo ancora finito, stay tuned!

Foto del giorno – Los Reyes

Vi ricordate qualcuno dei ritratti che la fotografa Annie Leibovitz – prima americana ad aver mai ricevuto tale incarico – fece a Queen Elizabeth II? O forse ricordate l’episodio della Regina infuriata alla richiesta di togliersi la corona? Ebbene, si replica! Oggi sono stati svelati i ritratti di Felipe VI e di Letizia commissionati a Leibovitz dal Banco de España.

Sono frutto di una seduta fotografica di sei ore, dalle 11.00 alle 17.00 del 7 febbraio scorso in cui sono stati realizzati scatti a centinaia; questi sono quelli infine scelti.

L’ambiente usato come sfondo è il Salón Gasparini, dal nome del veneziano Mattia Gasparini, uno degli artisti di corte di Carlo III nella sua doppia veste di Re di Spagna e di Napoli. Trovo che il pesante stile rococò del salone si sposi bene con l’uso drammatico della luce che caratterizza lo stile della fotografa, e secondo me è particolarmente efficace nel ritratto della Reina. D’altronde il rimando alla grande pittura barocca spagnola, da Velàzquez a Zurbaràn, è evidente.

(Ph: Annie Leibovitz)

El Rey appare nell’alta uniforme da Capitano Generale dell’Esercito di terra; la vita è cinta dalla fascia rossa di Capo Supremo degli Eserciti. Al collo l’insegna del Toson d’Oro, il collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III; sul petto, la fascia di seta celeste dell’ordine; tra le altre insegne la Gran Croce al Merito Militare e la Gran Croce al Merito Navale. Siamo informati del fatto che altre foto sono state fatte al sovrano in abiti civili ma formali: tight e frac, ma alla fine è stata preferita questa, nello splendore dell’uniforme; ottima scelta!

(Ph: Annie Leibovitz)

Accanto al re, la sua regina. I due ritratti sono stati pensati per essere esposti sempre insieme, come un moderno dittico, e fatemelo dire, Letizia è veramente sublime. La mise della Reina è un omaggio alla tradizione della couture spagnola attraverso il suo più illustre rappresentate: Cristóbal Balenciaga. Letizia indossa un abito da gran sera senza spalline in tulle di seta nero; il tessuto è drappeggiato sul corpino allungato aprendosi nella gonna, secondo lo stille degli anni ’40, cui il vestito risale. Proviene dalla collezione privata della Fondazione Antoni de Montpalau, e il prestito è stato un’espressa richiesta della sovrana; potete vederlo qui, la seconda foto dall’alto https://antonidemontpalau.com/cristobal-balenciaga/

(Ph: John Cazenave/Fundación Antoni de Montpalau)

L’abito è completato da una grande stola in seta color geranio, una creazione del 1962 indossata da una ospite al matrimonio dei genitori di Felipe, Juan Carlos e Sofía, per cui c’è anche un richiamo simbolico. Completano la mise due delle cosiddette joyas de pasar, che dall’epoca di Victoria Eugenia – bisnonna di Felipe – vengono indossate dalle regine di Spagna: un paio di grandi orecchini di brillanti che Letizia usa spesso, e il favoloso collier composto da grossi diamanti, dono di nozze di Alfonso XIII alla sua sposa, Victoria Eugenia di Battenberg. Perfecto.