Indovinate? Un royal wedding! Da uno dei Paesi che ci affascina di più, il Bhutan, arrivano le immagini di un nuovo matrimonio reale: lunedì 25 il principe Jigyel Ugyen Wangchuck, fratello del sovrano, ha sposato la graziosa Ugen Choden Namgyel.
Se poco sappiamo della sposa, se non i nomi dei genitori – informazione per noi non necessaria né sufficiente – dello sposo abbiamo qualche notizia in più: si è laureato al St Peter’s College, a Oxford, e ha un master in business administration. È presidente del Comitato Olimpico bhutanese, vice presidente del Comitato asiatico e membro di quello internazionale. E dato che ieri discutevamo sull’età apparente di alcuni royal, lui ha 41 anni, e direi che se li porta piuttosto bene.
Il principe è figlio del precedente sovrano, il Quarto Re Drago (grande favorito di Lady Violet, e non solo per questioni anagrafiche) e di una delle sue quattro mogli. Ricordate? Nel 1979 il re sposò in un’unica cerimonia privata quattro sorelle (il che testimonia indubbiamente una certa sicurezza di sé). Contrariamente a quanto accade in altre culture, tutte e quattro hanno la stessa dignità e lo stesso titolo: Sua Maestà la Regina Consorte. Da questi matrimoni sono nati undici figli; lo sposo è figlio della maggiore delle sorelle; l’attuale sovrano è figlio della terza, ma è stato il primo maschio a nascere, perciò la corona è toccata a lui. Quando è stato il suo momento di andare all’altare, ha deciso di rendere la vita più semplice a sé stesso e a noi rifiutando la poligamia e impalmando l’incantevole Jetsun Pema.
Sul web ho trovato un breve video con alcune fasi della cerimonia; devo dire che lo sposo non dimostra un particolare trasporto, sarà la proverbiale impassibilità orientale? https://www.youtube.com/watch?v=28goXicySWo
Se a questo punto avete voglia di un po’ di romanticismo European style, festeggia oggi l’anniversario di matrimonio una delle coppie reali più amate, di recente assurta ai disonori della cronaca per colpa altrui. Harald e Sonja di Norvegia si sono sposati nella cattedrale di Oslo il 29 agosto 1968. Una bellissima storia d’amore che abbiamo raccontato qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte prima) e qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte seconda).
Suonano – o meglio, suoneranno – campane a nozze alla corte di San Giacomo! Peter Phillips, primogenito della Princess Royal, il maggiore dei nipoti di Queen Elizabeth e Prince Philip, ha annunciato il fidanzamento ufficiale con Harriet Sperling.
La notizia non giunge proprio inattesa data la presenza di Harriet ad alcuni royal eventi come Ascot dove quest’anno è arrivata in una carrozza del corteo reale (Le foto del giorno – Ascot’s Cinderella). È però sempre una notizia lieta e in questo caso per me lo è particolarmente: entrambi ultraquarantenni, entrambi reduci da un matrimonio fallito, entrambi genitori, le loro nozze portano con sé l’idea che si può sempre ricominciare, ed è un gran bel messaggio.
L’argomento clou di questi giorni pr ogni royal watcher è naturalmente la visita di stato di Monsier le President de la République e di Madame Macron nel Regno Unito, ma dato che ne parlano tutti noi lasciamo sedimentare, e ci torneremo nei prossimi giorni.
(Ph: Yui Mok/PA)
Oggi ci concentreremo su qualcosa di inerente ma laterale, e siccome l’estate mi stimola la polemica fatemi dire una cosa. Da due giorni non faccio che leggere frasi tipo: “Kate, prove tecniche da regina” “William e Kate presto sul trono” e addirittura “Carlo il re uscente”. Col tatto del proverbiale elefante nell’altrettanto proverbiale cristalleria si allude evidentemente alla malattia del re che potrebbe causarne la dipartita in tempi brevi. Permettetemi di commentare: 1) queste cose rischiano di portare male non tanto all’oggetto dei commenti, l’incolpevole Charles ma anche, e direi soprattutto, agli autori di tali pensieri, per cui knock on wood (che sarebbe l’equivalente inglese del nostro toccate ferro) e fatela finita. 2) l’elefante nella cristalleria è comunque più elegante.
(Ph: Aaron Chown/Getty Images)
Se i sovrani hanno festeggiato i vent’anni di matrimonio alla serata di gala al Quirinale durante la loro visita di aprile, un’altra royal couple ha celebrato l’anniversario durante lo state banquet di martedì sera: i Duchi di Gloucester. Lui, Richard, è il minore dei due figli che Henry Duca di Gloucester ebbe da Lady Alice Montagu Douglas Scott. Suo padre era fratello di King George VI, dunque lui cugino di primo grado di Queen Elizabeth. Lei, Birgitte van Deurs, è una ragazza danese che va a imparare l’inglese a Cambridge, dove lui studia architettura. Si conoscono così, due ragazzi come tanti. Quando la relazione si fa seria, lei trova lavoro come segretaria all’ambasciata di Danimarca a Londra. Si sposano l’otto luglio 1972 nella chiesetta di St Andrew’s a Barnwell, villaggio del Northamptonshire dove i Gloucester hanno la casa di campagna. È un matrimonio low profile, e così probabilmente la giovane coppia pensa al proprio futuro, una vita normale, col legame con la royal family sullo sfondo.
Ma il destino ha in serbo per loro un’altra vita, che inizia con una tragedia. Cinquantun giorni dopo il matrimonio William, affascinante fratello maggiore dello sposo, muore in un incidente aereo (ne abbiamo parlato qui: A Royal Calendar – 28 agosto 1972). Richard diventa dunque erede del titolo paterno, che assume alla morte di Henry, meno di due anni dopo. Nel tempo i duchi si sono rivelati una presenza fondamentale per Queen Elizabeth, e ora per King Charles, fedeli e affidabili, sempre al servizio della Corona. E Lady Violet confessa un debole per lei e il suo personalissimo senso dello stile.
Dopo aver parlato male della stampa italiana e bene dei Duchi di Gloucester proseguiamo parlando benissimo del sempre rimpianto Prince Philip. Lunedì 7 è morto Lord Tebbit, che fu ministro con Margaret Thatcher, e la stampa ha riportato alcuni episodi della sua vita, tra cui uno riguardante sua moglie. All’inizio degli anni ’80 la lotta indipendentista irlandese era ancora molto attiva, e il 12 ottobre 1984 l’IRA mise una bomba al Grand Hotel di Brighton, dove si teneva il congresso del Partito Conservatore. Ci furono cinque morti e una trentina di feriti, tra cui Lady Tebbit, che rimase paralizzata e trascorse il resto della sua vita sulla sedia a rotelle. Alcuni anni dopo, i Tebbit parteciparono a uno state banquet. Prince Philip, rendendosi conto della difficoltà della signora nell’usare le posate, mise da parte le sue e iniziò a prendere il cibo con le mani, così che lei potesse fare lo stesso senza sentirsi in imbarazzo. Meravigliosa lezione di umanità, di empatia, e anche di bon ton, quell’educazione vissuta e non esibita, che rende tutto piacevole, e a volte prezioso.
(Ph: Getty Images)
Invece ci tocca vivere il tempo in cui il web è inondato dalla foto che mostra Monsieur le President sembra fare l’occhiolino alla charmante Principessa di Galles. Tentativo di seduzione à la française? Bruscolino nell’occhio? Semplice cecagna dopo una giornata impegnativa? Temo che il titolo dato all’ultimo post di Lady Violet sia stato profetico: Macron, che pasticcion!
Due le notizie di oggi, entrambe belle. Una ampiamente annunciata: le nozze del principe Nikolaos di Grecia con Chrysi Vardinogianni.
Cerimonia riservata e in tono minore, dati i pregressi matrimoniali degli sposi – lui ha divorziato nove mesi fa dalla moglie Tatiana, lei di mariti ne ha avuti addirittura due – con aspetti interessanti, e pure qualcuno che mi ha perplessa. Molto bello l’abito della sposa, opera del greco Christos Costarellos, con un uso originale del pizzo. Sui capelli biondi brillava la Antique Corsage Tiara, che la suocera Anne-Marie ricevette in dono dai genitori per il diciottesimo compleanno, e che ha prestato a tutte le nuore il giorno in cui le fanciulle hanno sposato i suoi figli: Marie-Chantal e Pavlos, Nina e Philippos (assenti oggi) e sì, anche a Tatiana quando ha sposato Nikolaos. Cosa che francamente comprendo, le grandi famiglie sono fatte anche di queste tradizioni; avrei invece evitato il velo, ma mi rendo conto di essere piuttosto old style. Auguri agli sposi, di queste nozze parleremo ancora.
La seconda notizia era attesa ma non sapevamo per quando; ebbene alle 13,10 di oggi Sofia di Svezia, moglie del principe Carl Philip, ha dato alla luce il quarto bebè, e questa volta è una bambina! La piccola troverà ad aspettarla tre fratelli maggiori: Alexander, Gabriel e Julian. Il suo nome non è ancora stato annunciato, ma noi non vediamo l’ora di fare la sua conoscenza.
(Ph: Elisabeth Toll/Kungl. Hovstaterna)
Si può immaginare un modo migliore per iniziare il weekend?
Tutto è pronto per il primo royal wedding dell’anno: Nikolaos di Grecia, terzogenito degli ex sovrani, sposerà domani Chrysi Vardinogianni ad Atene, nell’antica chiesa di San Nikolaos Ragava.
La cerimonia, fissata per le 18.00, avrà un carattere privato, essendo entrambi gli sposi al secondo matrimonio. Lui ha 55 anni (è nato a Roma il 1 ottobre 1969) lei ne ha 44; lei ha due figli, e girano voci insistenti che sia in attesa del terzo, che per lui sarebbe il primo. Vedremo; intanto direi che la sposa non è ancora particolarmente a suo agio con i fotografi.
Intanto ad Atene sono arrivate le regali ospiti: dalla Spagna la regina emerita Sofía e la principessa Irene, zie paterne dello sposo, con l’Infanta Cristina; dalla Danimarca la zia materna Benedikte con una delle figlie.
Tutta la famiglia si è riunita per una cena prenuziale, e l’atmosfera sembra assai allegra.
Non nego la mia curiosità per l’abito della sposa, una creazione del couturier greco Christos Costarellos, autore del famoso abito a che Máxima d’Olanda ha in bordeaux (Royal chic shock e boh – Gran finale (parte seconda) e Mathilde dei Belgi in blu ottanio. Mi piacerebbe un modello ispirato alla cultura del Paese, ma se potessi scegliere, io sceglierei questo: il favoloso Palladium Dress disegnato da Gianfranco Ferrè per Dior nel 1992.
L’ultima volta che i sovrani olandesi sono apparsi in pubblico insieme è stato lunedì scorso. Willem-Alexander e Máxima hanno partecipato in compagnia di re e presidenti alla cerimonia per gli ottant’anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
(Ph: ANP/Remko de Waal)
Con loro la figlia Catharina-Amalia, sempre più bella, sempre più presente, e in questo caso anche unica erede al trono ad accompagnare i genitori.
(Ph: AFP/Sergei Gapon)
Poi hanno proseguito con le agende individuali, ma immaginiamo che oggi abbiano festeggiato insieme un bel traguardo: ventitre anni da quel due febbraio 2002, quando si sposarono ad Amsterdam. Lui in alta uniforme da ufficiale di marina, lei con quello che secondo me resta l’abito da sposa più bello della sua generazione (e non solo). E proprio chiacchierando con un’amica sui royal wedding dress mi è ornato in mente il loro anniversario. Perciò, aspettando le nozze d’argento tra due anni – scommettiamo che faranno faville? – forse vi farà piacere ricordare quella giornata fredda e piena di emozione, quell’abito sobrio ed elegante, quella tiara creata assemblando gioielli di famiglia, che sembra già diventata una delle preferite della futura regina,
Questo penultimo venerdì di gennaio viene animato da due notizie, magari non inattese, ma comunque belle.
(Ph: Instagram @queenrania)
La prima: la regina Rania di Giordania annuncia su Instagram che sta per diventare di nuovo nonna. E lo fa postando una foto al tramonto della figlia Iman con un bel pancino, in compagnia del marito Jameel Alexander Thermiotis. La coppia si è sposata il 12 marzo 2023 (Scene da un matrimonio) anche se le loro nozze sono state messe un po’ in secondo piano da quelle dell’erede al trono e fratello maggiore di Iman, Hussein, che il 1 giugno dello stesso anno ha sposato la bella Rajwa. Il bebè in arrivo troverà già una cuginetta con cui giocare, la piccola Iman (sì, pure lei) figlia di Hussein e Rajwa, e vedremo se anche in questo caso si ricorrerà a un nome di famiglia. La regina, che evidentemente è l’unica con l’incarico di tenere i rapporti tra la famiglia e i social, dando l’annuncio ha scritto una frase molto carina: “Two is a couple, three is a blessing” (due è una coppia, tre una benedizione); e noi non vediamo l’ora di conoscere questa nuova creatura, che porti con sé innanzi tutto la benedizione della pace.
(Ph: Instagram @andreas_megos
Della seconda notizia si mormorava da un po’ e ora arriva la conferma direttamente dalla Casa reale di Grecia. Il principe Nikolaos, terzogenito di Costantino e Anne-Marie si sposa! O meglio, si risposa, visto che l’anno scorso ha divorziato dalla moglie Tatiana. La fortunata è Chryssi Vardinoyannis; figlia di un armatore greco amico degli ex sovrani e divorziata a sua volta. Anzi, visto che lei ha divorziato alla fine del 2023 e lui pochi mesi dopo, molte voci vorrebbero la liason tra i due già iniziata. La verità almeno per ora non è dato sapere, ciò di cui possiamo essere certi è che Nikolaos ama le bionde. Il matrimonio avverrà in una data ancora da definire ma sicuramente ad Atene, e noi vedremo che tipo di cerimonia sarà.
Lady Violet non può nascondere la propria soddisfazione: se inizia il trend del divorzio con conseguente nuovo matrimonio, i royal wedding non finiscono veramente più! Intanto auguri+auguri.
Sono in ritardo di un giorno, ma siccome le foto sono belle, e soprattutto riguardano eventi lieti, vane la pena di proporvele.
(Ph: Vlad VDK)
Ieri Philippe e Mathilde hanno festeggiato le nozze d’argento, 25 anni di matrimonio, di cui 11 sul trono belga. Si sono sposati infatti il 4 dicembre 1999, primi tra i sovrani della loro generazione. L’annuncio del fidanzamento giunse a sorpresa – credo anche per gli stessi belgi – lei sconosciuta ai più, lui non esattamente un personaggio da copertina (e avendo 39 anni considerato praticamente fuori tempo massimo). Invece si sono rivelati una coppia affiatata, equilibrata, e direi anche simpatica. Insieme hanno avuto quattro bei figli, e la loro primogenita Elisabeth sarà la prima regina regnante del Paese.
(Ph: Vlad VDK)
Con la grazia e la misura che li contraddistingue, celebrano l’anniversario con due fotografie. Lei in bianco come una sposa, evita l’effetto glucosio scegliendo una tuta che tra l’altro le abbiamo già visto alla serata di gala per l’apertura delle Olimpiadi (Le foto del giorno – L’importante è partecipare). Autore di questa mise è il fido Natan, che creò anche l’abito da sposa; ne abbiamo parlato qui: A Royal Calendar – Philippe e Mathilde, due cuori e un abito.
Se la Royal Family amava i matrimoni in novembre, i reali belgi evidentemente preferivano dicembre, visto che anche lo zio di Philippe, Baudouin, sposò l’amatissima Fabiola nello stesso mese, il 15 dicembre 1960. L’ultimo mese dell’anno è quello del destino per Fabiola, che morì esattamente 10 anni fa, il 5 dicembre 2014. La casa reale la ricorda con una serie di fotografie scattate dal marito, tra le quali questa mi piace particolarmente. Lady Violet, da sempre innamorata di quel meraviglioso abito di Balenciaga (pelliccia a parte) ve la ricorda con questo post: Un royal wedding di 60 anni fa.
(Ph: Instagram @louisducruet)
E finiamo con la massima gioia: Stéphanie de Monaco è nonna per la seconda volta: Marie, moglie del figlio Louis Ducruet, ha dato alla luce una seconda bambina, cui è stato dato il delizioso nome di Constance. Come si vede dal braccialetto, la bimba è nata lunedì mattina dopo le nove, e ha trovato ad accoglierla la sorellina Victoire, di un anno e mezzo.
(Ph: Instagram @louisducruet)
L’arrivo di questa bambina mi ha fatto pensare non solo alla nonna, ma anche alla bisnonna. Grace era nata il 12 novembre 1929, avrebbe dunque 95 anni, e sarà perché conosco molte signore di quell’età immagino la felicità che le avrebbe portato la nona pronipotina.
(Ph: Instagram @louisducruet)
È andata diversamente, ma oggi celebriamo la gioia della vita.
Quando Theodora è arrivata sul sagrato della cattedrale metropolita di Atene al braccio del fratello maggiore Pavlos abbiamo avuto due conferme e una sorpresa.
(Ph: PPE/Nieboer)
Le prime riguardano l’acconciatura; la sposa ha scelto di indossare il velo appartenuto alla bisavola Margaret di Connaught e di fermarlo con l’ormai mitica tiara del Khedivè. La sorpresa – una bella sorpresa – è stato l’abito, per me uno dei migliori degli ultimi royal wedding.
Celia Kritharioti ha veramente indovinato la silhouette che potesse donare di più all’alta e giunonica Theodora, e l’ha rivestita di un abito dalla linea strutturata che esalta la leggerezza del tessuto in seta con ricami e applicazioni, a volte sottolineati da un delicato tocco di colore, quasi impercettibile.
Dalla vita parte un pannello a formare un breve strascico su cui si sovrappone completamente l’elegante velo, e le belle spalle sono sottolineate da un dettaglio di organza, anch’esso arricchito da fiori applicati. A me è piaciuto veramente tanto, e devo dire che non me l’aspettavo. Molto chic.
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
La stessa maison – la più antica di Grecia – che ha creato l’abito della sposa ha curato anche le mise delle damigelle. Abbastanza grandi per occuparsi davvero di strascico e velo, hanno svolto con grazia il compito due nipoti di Theodora: la bionda Maria-Olympia, figlia di Pavlos, e la bruna Arrieta Morales, figlia di Alexia. Entrambe inguainate da Celia Kritharioti in un abito di raso in una meravigliosa tonalità di blu, cui la più modaiola Maria-Olympia ha abbinato sandali d’argento di Prada e gioielli Bulgari. Entrambe deliziosamente chic.
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
La madre della sposa ha scelto a sua volta Celia Kritharioti, che ha realizzato per lei un abito azzurro caratterizzato dall’alternarsi di lavorazioni e pesi diversi. La manifattura è eccellente, il risultato a livello puramente estetico francamente non mi fa impazzire – a partire dal colore, che non amo – non so dire, lo trovo un po’ stucchevole. Poi Anne-Marie è sempre bella, è una di quelle donne che con l’età non ha perso un grammo della grazia che la contraddistingueva da giovane.
Notevoli gli accessori: oltre alla borsa, ricamata per lei dalla sorella Margrethe (Immagini da un royal wedding) il collier di grandi perle con la croce di diamanti che ha indossato in tante occasioni importanti, dal suo matrimonio al funerale del marito. Che vi devo dire, boh.
La famiglia dello sposo chiaramente si è impegnata e ha cercato di fare del suo meglio; non tutti sono particolarmente a proprio agio in tight, che peraltro dovrebbe essere realizzato da mani esperte. Mi permetto di dire che forse il peggiore è proprio lo sposo, con un gilet color sottobosco che veramente non ha alcun senso. Molto bella l’unica signora, con un onesto abito grigio ferro che non è il colore migliore per il suo incarnato. Boh per l’impegno (ma lo sposo per me è shock).
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
Preferisce un’elegante tonalità di rosa Marie Chantal, moglie del diadoco Pavlos; come quello indossato la sera prima per il prewedding party, anche quest’abito è Louis Vuitton con una clutch Aquazzura. Elegante senz’altro, un po’ noiosa nella sua perfezione che mi sa un pochino di insicurezza (o di troppa sicurezza). Chic. Devo dire che il suo aspetto già piacevole migliora ancora di più quando è scortata dai suoi quattro bellissimi figli. Quello che ha già attirato molte attenzioni è il maggiore, Tino, che qui vedete secondo da sinistra (e che l’anno scorso fu protagonista di un nostro post: Giovedì gnocchi! Constantine-Alexios) ma Lady Violet confessa una particolare simpatia per il primo a destra, penultimo dei figli della coppia, e dotato di un nome poetico come pochi: Odysseas-Kimon. Più che chic sono tutti un gran bel vedere.
La sorella maggiore della sposa, Alexia, con la sua mise cancella definitivamente due delle regole che fino a qualche tempo fa sembravano imprescindibili per le invitate a un matrimonio: non indossare abiti di colore molto acceso – a partire dal rosso – e preferire scarpe chiuse, magari con le calze. Il suo chemisier di seta scarlatta sarebbe una buona scelta per una cerimonia il cui dress code preveda il famigerato abito lungo da giorno, il punto è che ha pessima manifattura e altrettanto pessimo fitting .
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
I sandali color caffè metallizzato (Mint & Rose) non mi piacciono, ma a loro modo contribuiscono alla piccola rivoluzione. Shock.
Le due figlie, la ventunenne Ana Maria e la sedicenne Amelia, sono protagoniste di un interessante recupero indossando due abiti della madre.
La maggiore il bellissimo Valentino che Alexia sfoggiò alla cena organizzata la sera prima del suo matrimonio (celebrato a Londra il 9 luglio 1999), mentre la più giovane – con una stola diversa – quello indossato per le nozze tra Haakon e Mette-Marit di Norvegia, nell’agosto 2001. Le ragazze sono graziosissime, gli abiti francamente inadatti (soprattutto il secondo, troppo scollato) però mi piace l’operazione, e in generale mi piacciono molto loro. Sospendiamo il giudizio, ma secondo me crescendo ci faranno delle belle sorprese.
Il fratello minore della sposa, Philippos, è accompagnato dalla moglie Nina e dal di lei padre Thomas Flohr, miliardario svizzero fondatore e proprietario di VistaJet, la più importante compagnia di aerei privati a noleggio del mondo. Nonostante la giovane età, il bell’aspetto e la sconfinata disponibilità, la ragazza raramente perde il suo stile zia Assuntina; confermato anche questa volta scegliendo l’abito azzurro di Adam Lippes con drappeggio (per cui molti si sono chiesti se celasse una lieta novella); non sarebbe brutto ma ha una lunghezza improponibile, che non trae alcun giovamento dalle scarpine Manolo Blahnik, per giunta bianche. Non mi convince, shock.
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
Sinfonia di rosa per la zia materna della sposa, l’algida Benedikte; anche lei con la borsetta ricamata dalla sorella Margrethe (Immagini da un royal wedding) sceglie una mise della maison danese Wichmann Couture. Non ne apprezzo troppo i colori, e ancora meno l’abbinamento, ma lei è veramente regale, che poi è ciò che fa davvero la differenza. Chic. La figlia Alexandra preferisce la palette che va dal nero all’argento per l’abito del brand rumeno Silk Love & Lace più adatto a una soirée che a un mariage. Ma perché? Boh.
Il figlio di Benedikte, Gustav zu Sayn-Wittgenstein-Berleburg arriva con la moglie Carina: raro esempio di coppia in cui l’abito di lei è coordinato alle guance di lui. Carina, che è una ragazza prudente, coordina la mise pure a quella della suocera, che non si sa mai. Purtroppo l’effetto è piuttosto diverso: in questo caso l’ennesimo cape dress fa effetto palandrana; lo scollo piuttosto che slanciare accorcia il collo, peggiorato dal collier di perle dall’ambigua lunghezza. Apprezzo il riuso delle scarpe Manolo Blahnik indossate il giorno prima, ma shock.
(Ph: Milos Bicanski/Getty Images)
Ultima fermata Spagna: anche la Reina Emerita si butta su un colore tra il rosso e il rosa, diciamo corallo, per la creazione dello spagnolo Alejandro de Miguel. E non è un abito, che già sarebbe bruttarello, ma un completo: top con ruche avvolta su sé stessa tipo fusillo, e pantaloni plissé . Cui Sofía abbina la stessa clutch Jimmy Choo del giorno prima. Bagaglio ridotto all’osso, avranno viaggiato in economy? Non saprei, ciò che so è che per me è shock. La figlia maggiore Elena sceglie i pois, e una delle mise che ha fatto più discutere. Ora, a me i pois non dispiacciono affatto, e apprezzo molto l’idea dell’abito chemisier, lungo ma non da sera per una occasione di giorno. Però. Intanto i pois sono troppo grandi, bolle più che pallini. E data la dimensione delle bolle, i dettagli in negativo: colletto, polsi, interno dell’abbottonatura, diventano veramente troppo. Aggiungo un’altra obiezione: un abito così richiederebbe di essere indossato – ove ciò fosse assolutamente necessario – da una donna più spiritosa e divertente della sobria Elena; insomma, ci vorrebbe una Máxima. Splendidi i gioielli, ma comunque shock.
Anche la bellissima Irene Urdangarin ha rubato un abito dall’armadio materno: un lungo vestito in velluto operato, che ha completato con una cappa lunga e leggera. Cosa dirvi, forse l’insieme è un po’ troppo da adulta ma questa ragazza è talmente incantevole che non riesco a trovarle un difetto. Chic, molto più della madre Cristina, con un abito di raso azzurro senza infamia, senza lode e soprattutto senza forma. Boh.
Com’è uso assai diffuso, gli sposi si sono cambiati durante il party nuziale. Lui continua con gli abiti risicati che non sopporto (e non si usano più), lei con un altro bel vestito, che però nulla aggiunge allo stile della giornata. Chic lei, boh lui.
Concludo con una foto che mi è piaciuta tanto: i quattro fratelli riuniti per gli auguri agli sposi. Alexia è rimasta con lo stesso vestito, i signori hanno sostituito il tight con un completo. Oltre alle espressioni allegre la cosa che mi colpisce di più – e mi intenerisce anche un po’, essendo della stessa generazione – sono gli occhiali da presbite inforcati da tre su quattro. Adorabili.
Cosa sarebbe questa rubrica senza un bel royal wedding? Se agosto si era chiuso col matrimonio di Märtha Louise di Norvegia con Durek Verrett, settembre finisce con quello tra Theodora di Grecia e Danimarca e Matthew Kumar.
Nozze entrambe di non primissimo piano – bisogna accontentarsi – entrambe celebrano l’unione tra una principessa europea e un uomo americano. Questo però non è sciamano ma avvocato, non sono sicura che sia meglio ma potrebbe. La quarantunenne Theodora, una carriera finora non travolgente di attrice, ha dovuto rinviare la celebrazione più di una volta, prima per la pandemia, poi per la morte del padre. Per le mise si è affidata a Celia Kritharioti, proprietaria della più antica maison di Grecia, fondata nel 1906, e nonostante non mi sa piaciuto tutto penso abbia fatto bene, e non solo per questioni di opportunità. Iniziamo dunque col party organizzato la sera prima della cerimonia nelle sale del bel Museo Bizantino e Cristiano di Atene.
Non ho apprezzato particolarmente l’abito della sposa creato da Celia Kritharioti per il prewedding party; banalotto, sarebbe piaciuto alla Sandy di Grease ma rende Theodora un po’ troppo bambolona, ed è peggiorato dal fioccone sul popò. Sicuramente “da sposa” ma abbastanza stucchevole la clutch Cult Gaia decorata con perle. Shock.
Elegante la madre della sposa, Anne-Marie, in completo pantaloni Max Mara in seta cangiante tra il blu e il viola. La stola poteva essere messa meglio, ma teniamo presente che è sempre una mamma alla vigilia delle nozze della sua bambina. Applausi a scena aperta per la scelta di Viva, una delle classiche scarpine con fiocco di Ferragamo. Chic. Una parola sui signori, il cui dress code era evidentemente completo e camicia senza cravatta; lo sposo ha interpretato estensivamente il “senza” e ha lasciato a casa pure i calzini. Non mi convincerete mai, anche se va molto tra i giovani il piede nudo è accettabile solo con mocassino da barca e in occasioni informali (tipo appunto le gite in barca). Matthew si è messo pure un completo coi pantaloni skinny, che forse andranno ancora di moda in California, ma nella vecchia Europa no sicuro. Colpevole, Vostro Onore. Shock. Quanto all’accompagnatore della ex regina, è il figlio Nikolaos, di recente tornato single, impeccabile cavaliere per sua madre; confesso il mio debole per lui, che invecchiando sta assumendo quell’aria stropicciata quasi irresistibile. Chic.
Perfettamente in linea col dress code il diadoco Pavlos e i suoi quattro figli – nonostante siano tutti più giovani, e a dirla tutta pure più fighi dello sposo – tutti in abito blu, camicia e calzini (quelli del padre si vedono proprio). Tra loro risplende la primogenita Maria Olympia in abito di lamé plissettato color argento di Prada, che firma anche i sandali. Il reggiseno bianco che si intravvede rischia di continua a porre l’attenzione di questo party prenuziale sull’underwear, ma all’età della fanciulla è ancora concesso. Chic. In mezzo al gruppo, come il perno su cui gira tutto, Marie-Chantal in abito blu Vuitton con accessori dorati Aquazzura. Confesso una non particolare predilezione per la signora, ma non v’è dubbio che si impegni sempre per dare il meglio di sé e di solito ci riesce (cosa che non stupirà gli appassionati di astrologia: è della Vergine) oltre ad aver formato una bella famiglia, che almeno finora sembra funzionare bene. Brava e senz’altro chic.
Meno ieraticamente perfetta della cognata ma più calda e comunicativa (si capisce che la preferisco?) la principessa Alexia, primogenita degli ex sovrani di Grecia – e per un paio d’anni, fino alla nascita del fratello Pavlos erede al trono – arriva con la sua bella faccia, il suo bel marito (Carlos Morales, architetto e velista spagnolo), i loro quattro bei figli. La sua mise è meno bella, o meglio un po’ pasticciata, ma tutto sommata adeguata a una festa di fine estate: splendidi i colori, troppo abbondante il tessuto della gonna, abbinata alla blusa incrociata in viscosa in vendita per 99,99 da El Corte Inglés, catena di grandi magazzini spagnola (al primo posto in Europa e al quarto nel mondo per volume d’affari). Boh. Deliziose le tre ragazze, che credo vestano Zara tutte e tre, chic come la parte maschile della famiglia.
(Ph: Hanne Juul)
Philippos, il minore dei cinque figli di Costantino e Anne-Marie è accompagnato dalla moglie Nina. Graziosa ragazza di cui abbiamo detto spesso che pur avendo disponibilità praticamente illimitate non sempre azzecca le sue mise, anzi quasi mai. Questa volta così così: abito Huishan Zhang dalla forma inutilmente complicata in quel color bluette che è tornato molto di moda (che noia però) bellissime le slingback Francesco Russo, diligente la borsetta in seta blu Chanel. Mi piace assai di più la collana con pendente: un uovo Fabergé in diamanti e zaffiri.
Se ve lo state chiedendo, è un vero Fabergé ma naturalmente non dell’epoca degli zar: la maison è tornata in auge e propone tra le varie collezioni anche dei gioielli declinati col simbolo dell’uovo, alcuni persino abbordabili. Accanto a Nina il giovane e innamorato marito che deve aver sentito le mie riflessioni e per farmi contenta coi mocassini da barca si è messo anche le calze, troppa grazia! Un grande boh.
(Ph: Hanne Juul)
Impossibilitata a partecipare la regina emerita Margrethe causa fratture varie, non pervenuto alcun membro della coppia sovrana o di quella cadetta, il vessillo della casa reale di Danimarca – cui appartiene per nascita la madre della sposa – è stato portato dalla principessa Benedikte. Signora di rara classe ed eleganza impeccabile. Perfetta anche questa volta: pantaloni dritti e canotta bianchi con spolverino/caftano di chiffon della danese Annette Freifeldt. Se proprio devo fare un appunto, avrei evitato lo smalto rosa Barbie; un insieme un po’ teutonico ma convincente, chic.
(Ph: Hanne Juul)
Con Benedikte due dei suoi figli: Gustav e Alexandra. Il primogenito, ora capo della casata Sayn-Wittgenstein-Berleburg, da giovane era bellino, poi si è un po’ imbolsito e come molti suoi connazionali non risplende con il clima mediterraneo. La moglie, Carina di nome e di fatto, è vestita con un abito grazioso ma non entusiasmante; modelli del genere erano una scelta assai frequente per i matrimoni della fine degli anni ’70; ecco, se l’abito fosse vintage sarebbe più interessante. Anche mia madre aveva qualcosa del genere, naturalmente senza le Hangisi di Manolo Blahnik. Boh.
(Ph: Hanne Juul)
Alexandra osa l’abbinamento di colori complementari, il giallo e il viola. L’idea non è male, e il top nemmeno, ma la gonna così rigida e sbrilluccicosa (MIAU by Clara Rothescu) in foto sembra terribile. Idem le scarpe Tabitha Simmons; peccato non si veda bene il pezzo più divertente: la clutch in plexiglass giallo fluo di Zara. Alexandra ha sposato in seconde nozze questo simpatico signore, il Conte Michael Ahlefeldt-Laurvig-Bille, casato tedesco e danese. Il quale evidentemente non ha le idee chiarissime sulla confezione degli abiti da uomo. Sto pensando a quanto spesso notiamo gli abiti di re Frederik: troppo stretti, troppo corti, troppo stretti e corti. Bene, osservando i suoi cugini si capiscono molte cose, se i sarti sono gli stessi stiamo freschi, a questo punto inizio a rivalutare pure Albert de Monaco! Sorry shock.
E arriviamo finalmente ai parenti che conosciamo meglio: gli spagnoli. C’erano Sofía e Irene, zie paterne della sposa, e le due cugine, l’Infanta Elena e l’Infanta Cristina con prole. Da un po’ di tempo mi capita, soprattutto su Instagram, di vedere molte fotografie degli anni sul trono di Sofía, in cui spesso e volentieri la Reina indossa splendidi Valentino. Sono talmente tanti, e talmente belli, che li sto raccogliendo per un post dedicato. Bene, scordateveli, perché da quando ha cambiato ruolo ha mutato anche il suo stile – e questo è comprensibile – semplificando ma anche banalizzando un po’. Grande fan dei pantaloni, li indossa anche in questa occasione, in quel tessuto lucido e pesante che fa tanto matrimonio di provincia. In abbinamento una tunica nello stesso raso a spesse righe opache e lucide, ma decorato da fiori. Non sta male, ma è un po’ quadro antico, quello stile che mio padre chiamava l’anno scorso a Marienbad. Divertente la clutch Jimmy Choo, tranquillamente riusata per la cerimonia e poco convincente in entrambi i casi. Boh. Mi hanno intenerito le scarpine dorate dell’assai sofferente principessa Irene, con un completo verde menta che la rende ancora più delicata e gentile. Chic. Per la Infanta Cristina vale quanto detto per la madre, perché una donna della sua età (e mi permetto di dire col suo fisico, che le consentirebbe ben altro) pensa di indossare quel gonnellone di taffetà verde muffa? Di più, perché ha sentito il bisogno di possedere una cosa del genere? E perché decide di abbinarci una tshirt, che sarebbe stata una scelta molto moderna se fosse stata in semplice seta semplice invece del lamé? Shock. Più interessante la sorella maggiore Elena, i cui austeri lineamenti (ah, il profilo dei Borbone!) la stanno trasformando in una sorta di ritratto di El Greco. Lei, forse perché è stata sposata con Jaime de Marichalar – uomo dotato di gusto raffinato, cultura e amore per la moda – ha negli anni sviluppato uno stile personale, spesso riferito alla Hispanidad, a volte eccessivo ma sicuramente non banale. Qui la mise non si capisce bene – sembra una blusa incrociata bianca su qualcosa di nero, gonna lunga o pantaloni – ma lo scialle flamenco è bello assai. Chic sulla fiducia. Concludiamo in bellezza con la splendida Irene Urdangarin, figlia diciannovenne di Cristina, talmente incantevole da lasciare poco spazio alle chiacchiere. Avrebbe fatto lo stesso effetto col proverbiale sacco di iuta, ma l’abito plissé con scollo all’americana e fantasia finto Pucci le sta bene. Bella e chic.