Il 15 dicembre di sessant’anni fa Bruxelles è vestita a festa: si sposa il Re.

Baudouin ha 30 anni e siede sul trono dei Belgi dal 16 luglio 1951, quando non ne aveva ancora ventuno. A cinque anni perde la madre, l’amata e giovanissima Regina Astrid, morta in un incidente stradale. Di anni ne ha nove quando scoppia la guerra; pochi mesi dopo i Tedeschi invadono il Belgio violandone la neutralità, e la famiglia reale finisce reclusa nel Castello di Laeken. Quattro anni dura la segregazione, poi finisce internata in campo di concentramento, da dove viene finalmente liberata dalla truppe alleate.

I Belgi però non perdonano a Leopold III il comportamento tenuto durante il conflitto, né il secondo matrimonio con Mary Lilian Baels; scoppia la questione reale, il Re va in esilio in Svizzera e il quindicenne Baudouin lo segue. Finalmente nel 1950 un referendum consente a Leopold III di rientrare, ma il sovrano preferisce lasciare il trono al figlio. Baudouin è un uomo timido, serio, sobrio, riservato. Ed è solo. Il ruolo di sovrano di un paese cattolico, sostenuto tra l’altro da una profonda fede religiosa, richiederebbe al suo fianco una fanciulla di sangue blu appartenente alla Chiesa di Roma, e a un certo punto all’orizzonte ne compare una. L’Infanta Pilar, figlia maggiore di Don Juan, Conte di Barcellona (padre del Rey Emérito Juan Carlos) ha vent’anni, e la sua famiglia cerca con discrezione un marito per lei.
Pilar è una ragazza volitiva, con una solida struttura fisica e il naso aristocratico ma importante dei Borbone. Viaggia spesso accompagnata da Doña Fabiola de Mora y Aragón, nobile fanciulla che ha otto anni più di lei, un aspetto e un comportamento ispirati alla sobrietà e all’understatement. Difficilmente questa potrebbe oscurare quella, ma è proprio ciò che accade: Baudouin le incontra, non resta particolarmente impressionato da Pilar ma con Fabiola è il coup de foudre. Il 22 settembre 1960 l’annuncio del fidanzamento (qui trovate il delizioso servizio della Settimana Incom https://youtu.be/VmBM5nRRYj0).

Fabiola non sembrerà una star hollywoodiana, ma sceglie uno degli abiti più belli ed eleganti di sempre. Lo crea per lei il connazionale Cristóbal Balenciaga, che usa solo tre materiali: seta, tulle per il velo ed ermellino, (sembra che la modesta sposa lo avrebbe evitato, ma la madre la convinse).
Il corpino aderente con maniche 3/4 si apre in una gonna dall’ampiezza contenuta; il punto focale è tutto nel collo, profilato dalla pelliccia che si allunga sulla spalle e borda tutto lo strascico, lungo sette metri ed evoca davvero un manto regale; un tocco di ermellino sottolinea la vita.

L’abbondante velo di tulle è fermato dalla tiara delle Nove Province, che è senz’altro un diadema piuttosto pesante; sicuramente tutto l’insieme abbia una certa pesantezza, ed è proprio questa a renderlo perfetto.

L’abito e il diadema sottolineano la trasformazione di Fabiola, che nel giro di poche ore diventa regina, donano fascino e regalità a una sposa non giovanissima (ha 32 anni, che all’epoca erano tanti) e neanche particolarmente graziosa, esaltando i suoi punti di forza: la dignità, e una signorilità che diventa regale.
Trentadue anni dura il matrimonio, fino alla morte di Baudouin, il 31 luglio 1993. Lontanissima dal fasto caciarone dei rotocalchi, sarà una coppia solidissima, che vivrà in simbiosi col collante di una fede incrollabile; supererà le difficoltà della vita e quelle della corona, il dramma della mancanza di un figlio e la tragedia dei cinque aborti spontanei.

Dimostrando che a volte gli amori da favola si trovano dove meno te li aspetti.
Sembra veramente una favola di Natale… L’ultima foto mi ha fatto ricordare una vignetta commemorativa per la morte di Fabiola, in cui lei e il marito erano raffigurati di spalle mentre se ne andavano abbracciati tra le nuvole e, in primo piano, rimaneva sola la sedia a rotelle che lei aveva usato negli ultimi anni. Non trasmetteva tristezza, anzi, era come uno sguardo di dolcezza malinconica su una coppia che finalmente si ritrovava. Certe storie di vita fanno davvero emozionare. Qui la vignetta. https://www.google.com/search?q=au+revoir+madame+fabiola&oq=au+revoir+madame+fabiola&aqs=chrome..69i57.8099j0j8&client=tablet-android-samsung-ss&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8#imgrc=1YKTyefx9vNWSM
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Modifico il link che quello precedente non è così diretto sulla foto https://pbs.twimg.com/media/B4HXwH7IAAA4rlf.jpg:large
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Grazie per questo link, la vignetta mi ha riportato alla memoria una foto che vidi da ragazzina: loro due appoggiati allo stipite di una porta, che evidentemente guardavano all’interno di una stanza. La fotografia li ritraeva da dietro, e tenevano le mani dietro alla schiena, intrecciate. Lì ebbi l’impressione di un grande amore, indipendentemente dalla mancanza di giovinezza, di bellezza, oggi diremmo “di glamour”.
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Si sa qualcosa di come Pilar prese questo” tradimento”?I vestiti da sposa delle reali anni 60 di una gellezza impareggiabile, tra i piu belli quelli delle figlie dei Conti di Parigi
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In effetti non si conoscono le sue reazioni, io ho sempre pensato che tutto sommato abbia tirato un sospiro di sollievo. Sette anni dopo sposò il suo grande amore, Luis Gómez-Acebo, per il quale fu estromessa dalla successione. Hanno avuto cinque figli, e lui è morto presto, due anni prima di Baudoin.
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Decisamente, i primi anni 60 ci hanno regalato il top dell’eleganza
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Assolutamente, e in fondo hanno definito il concetto di eleganza contemporanea, ancora estremamente attuale.
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Condivido con l’altro commento, uno degli abiti più belli di sempre; mi colpisce il velo non ricamato e il bouquet molto semplice, si vede il tocco dello stilista.
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Balenciaga era noto per questo; non ricordo chi mi raccontò che quando qualche assistente proponeva di arricchire un abito con un dettaglio, anche una semplice spilla, lui rispondeva “non è veramente necessario”.
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Post come questo sono uno dei motivi per cui AMO questo blog. Grazie per averci ricordato questa splendida e discreta storia d’amore!
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Grazie a te mia cara! Sono stati giorni un po’ complicati, ma spero col nuovo anno di potermi dedicare al blog ancora di più.
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