Royal chic shock e boh – Gran finale (parte prima)

La prima serata dell’anno mette in scena il cambiamento sul trono di Danimarca: per l’ultima volta Margrethe partecipa a una cena di gala come monarca, per l’ultima volta Mary interviene come principessa ereditaria. Questo passaggio, che chiude un’annata e un’epoca e ne apre di nuove, è talmente perfetto che non ho resistito a usarlo per iniziare l’ultimo post della nostra rubrica dedicato al 2023. Una lettura, spero piacevole, che possa accompagnare questi giorni sospesi, nell’attesa di scoprire un anno pieno di nuove mise a scandirne giorni ed eventi. Sulle royal ladies danesi in effetti non c’è troppo da dire, visto che i loro abiti erano quasi tutti già stati indossati, ma facciamolo lo stesso.

(Ph; Hanne Juul)

La protagonista indiscussa è lei, col suo meraviglioso abito di velluto color rubino (Birgit Hallstein) che debuttò a capodanno del 2007, quando Mary era incinta della secondogenita Isabella; nel tempo il modello che nasceva con una linea impero è stato modificato, la vita risistemata al suo posto e segnata da un cinturino spesso arricchito da una spilla, come in questo caso. La scollatura invece si è alzata assumendo la forma ideale per sorreggere il collare dell’Ordine dell’elefante; la linea della gonna è perfetta (e lei manovra lo strascico con aggraziata sapienza). Aggiungiamoci la parure di rubini che appartenne a Désirée Bernadotte e il gioco è fatto. Chic.

(Ph: Hanne Juul)

I principi cadetti Joachim e consorte sono apparsi di ottimo umore, forse persino sollevati. Come la cognata futura regina, anche Marie ha indossato di nuovo un abito già visto, della stilista danese Rikke Gudnitz, in pizzo bluette (che noia sto colore!). Un tessuto poco adatto alla pioggia invernale, con lo strascico appesantito dall’acqua che intralciava il passo. Purtroppo a me la principessa non piace particolarmente, non la trovo quasi mai elegante, molte volte banale. Questa è una di quelle volte. Boh.

(Ph: Hanne Juul)

Su Margrethe non torniamo, dato che pelliccia a parte era vestita come al compleanno del nipote Christian, prossimo Principe Ereditario (Royal chic shock e boh – Birthday gala edition). Dedichiamo invece la nostra attenzione alla sorella Benedikte. Non posso negare la mia ammirazione per il suo stile regalmente chic, vagamente androgino, a volte persino sorprendente. Ieri è arrivata inguainata in un abito di paillettes color melanzana, con scarpette ugualmente sbrilluccicose. Potremmo dire che la borsetta dorata fa un po’ troppo bamboletta, che il collare dell’Ordine dell’elefante andrebbe messo meglio, che l’altro collier c’entra poco o niente ed era meglio lasciarlo a casa. Ma la ragazza ad aprile compirà i suoi primi 80 anni, per cui è arrivato il momento di infrangere ogni regola. Chic, la adoro.

In questo breve video potete farvi un’idea degli abiti in movimento (Video: DR ©️) https://www.facebook.com/detdanskekongehus/videos/687829579845008?locale=it_IT

Esaurito l’argomento Danimarca (il 2 c’è stato anche il ricevimento del corpo diplomatico, ma ve lo risparmio) che ne dite se salutiamo l’anno appena trascorso con una rassegna delle robe de soirée indossate dalle royal ladies nell’ultimo mesetto? Considero la mozione approvata, e vado a incominciare. Con chi? Ovviamente con Lei. Vi immaginate che vita sarebbe senza Máxima? Se Willem-Alexander avesse sposato una simpatica connazionale, che so una Saskia fiammingamente elegante, magari con un tocco di luterana austerità? E invece… E invece no, Dio ce l’ha data e noi ce la teniamo! Martedì 28 novembre a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, la regina e la Première Dame inauguravano la mostra Iris van Herpen: Sculpting the Senses dedicata alla geniale stilista olandese e visibile fino al 28 aprile. Bene, se Brigitte Macron ha optato per una mise total white semplice e lineare, molto nel suo stile, la regina dei Paesi Bassi ha deciso di omaggiare la protagonista della serata e si è presentata così.

Monumentale. Devo dire che io trovo le creazioni di Iris van Herpen molto interessanti, forse più come oggetti che come abiti; sicuramente non sono semplici da indossare. Questo vestito è caratterizzato da ramages ricamati a mano che si intrecciano su un corpetto di tulle trasparente, in tonalità che vanno dal bianco al beige. La gonna è composta di pannelli allungati di crêpe de chine delicatamente plissettati. E siccome parliamo di Máxima, non ci stupisce che per slanciare il suo 1,78 piazzi sotto l’abito dei sandali Aquazzurra con altissimo plateau.

Molto bella anche l’acconciatura, sottolineata dai favolosi orecchini con enormi diamanti. E fatemi spezzare una lancia in favore della povera Brigitte, ridotta al ruolo di ancella, che tuttavia riesce a svolgere con onore. Siccome nessuna delle categorie che usiamo di solito basta a definire lo spettacolo offerto dalle due signore, direi favolosa una, decorosa l’altra.

Due sere dopo a Londra andava in scena l’annuale Royal Variety Performance, alla presenza dei Principi di Galles. Ora diciamoci la verità, dopo l’exploit della regina olandese chiunque avrebbe fatto un po’ effetto Cenerentola, però Catherine, dai… La sua scelta è caduta su Safiyaa, brand di recente molto apprezzato dalle royal ladies che amano in particolare (pure troppo) i suoi cape dress (Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle). Il modello indossato dalla principessa è il Destiny, caratterizzato dalle spalline aguzze e dalle maniche che si allungano fino a terra. Lo trovo terribile, non so se mi piace meno il modello o il colore, un blu pavone che la stilista definisce Poseidon, immagino memore dell’omonimo transatlantico che finisce affondato in ben due film catastrofici. Banalissima la decorazione pietrificata allo scollo, si è capito che non mi piace? Shock.

Con i futuri sovrani britannici c’erano i futuri sovrani di Svezia in missione lodinese. Uno degli impegni di Victoria più diligentemente portati avanti è la promozione dello stile e del design svedesi; questa volta indossa un total look TOTEME: mise – composta da abito più stola triangolare – e gioielli. A un primo sguardo non nego una grande perplessità: mi sono chiesta se si fosse vestita da orsetta di peluche. Poi ho capito che il tessuto, di cui continuo a non essere convinta fino in fondo, dovrebbe essere composto da una sorta di sfrangiatura che lo rende così fluffy, per cui immagino che visto dal vivo l’effetto fosse decisamente migliore. Non ho trovato la composizione, ma facendo un giro sul sito (https://toteme-studio.com/) ho notato con piacere l’utilizzo di fibre nobili; mentre l’abito di Catherine, per dire, è in crêpe di puro polyestere. Mi piace molto la linea, che trovo molto moderna, così come i gioielli. Insomma, non mi convince fino in fondo ma mi piaciucchia. Boh.

Restiamo nel Regno Unito per un altro classico appuntamento di fine anno: il ricevimento del corpo diplomatico, organizzato a Buckingham Palace martedì 5 dicembre. Dopo sei mesi esatti la Principessa di Galles replica pari pari la mise indossata al ricevimento di nozze di Hussein e Rajwa: abito di paillettes rosa Jenny Packman con la Cambridge Lover’s Knit Tiara e i favolosi orecchini di diamanti di nonna Lilibet (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet). Boh era e boh resta. Più complicato parlare di Queen Camilla, di cui esiste solo la foto che vedete sopra, più un’altra dove si intravvede a malapena. L’abito di Fiona Clare è nel suo classico stile; questo ha un collo montante che non credo di aver visto prima ma più di tanto è impossibile dire. Anche perché l’attenzione di tutti è stata attratta dall’importante gioiello sfoggiato: un notevolissimo devant de corsage che nessuno conosceva, peraltro bizzarramente appuntato. Buckingham Palace ha reso noto che apparteneva alla Queen Mother, tuttavia nessuno ricorda di averglielo mai visto indosso. Potrebbe essere parte dell’importante eredità di Margaret Greville, che morì senza discendenza nel 1942 lasciando le proprie preziosissime gioie all’allora Queen Consort, la madre Elizabeth. L’abito sembra bello, i gioielli da sogno, ma l’insieme boh.

Lo stesso giorno i sovrani belgi atterrano a Berlino per una visita di stato, e la sera partecipano al banchetto di gala in loro onore. Qui assistiamo a una di quelle magie che a volte accadono, perché la Reine Mathilde e Frau Steinmeier (si chiama Elke Büdenbender ed è una giurista) si sono ritrovate meravigliosamente abbinate. La sovrana ha replicato un abito di velluto bordeaux (uno dei colori di stagione, che andrà fortissimo per tutto il 2024) di Armani Privé, e si vede, indossato cinque anni prima per un’altra visita di stato, questa volta in Francia (Royal chic shock e boh – Novembre 2018). La tiara è la stessa, quella delle Nove Province, di cui ora come allora ha scelto di mettere il solo bandeau; mossa assai opportuna in presenza di una controparte repubblicana. Al posto della fascia della Legion d’onore indossata a Parigi qui c’è una stola, che mi piace molto, e gioca di rimando con la mise arancio bruciato della first lady. Chic+chic. Ora so che vi aspettate una parola sull’orrendo smoking di Herr President, ma considerando che ha donato un rene alla moglie salvandole la vita mi asterrò, certi gesti sono molto più eleganti di qualunque abito ben tagliato.

La sera seguente come sempre sono gli ospiti a invitare i padroni di casa; di solito si tratta di un concerto, e anche questa volta la tradizione è stata rispettata. Devo dire che in questa foto mi piace molto l’armonia cromatica, data non solo dal rispetto del diplomatic dress, che prevede di omaggiare i colori della bandiera dell’altro Paese, ma anche dalla similarità delle due bandiere: tricolore a bande verticali nero-giallo-rosso la belga, tricolore a bande orizzontali nero-rosso-giallo la tedesca. La Reine sceglie il rosso; l’abito Natan, già indossato in precedenza, in chiffon laminato. Ha ottenuto molti commenti positivi cui Lady Violet non può aggiungere il suo: trovo che il modello non valorizzi la silhouette di Mathilde, boh. Mi piace molto invece la mise della first lady tedesca, in nero con tocchi di paillettes. Qualche foto evidenza la necessità di rivedere drasticamente l’underwear, ma facciamo finta di niente, chic.

(Ph: Clément Morin/© Nobel Prize Outreach)

Dicembre in Svezia vuol dire innanzi tutto una cosa: Nobel, con ben due eventi di gala. Per la consegna del premio, la sera di domenica 10 dicembre, la Principessa Ereditaria Victoria sfoggia una sinfonia di viola che ha deliziato Lady Violet: abito monospalla – lo so che molte di voi non lo amano, ma fate uno sforzo – della svedese Camilla Thulin abbinato alla parure di ametiste, che indovinate? Lady Violet adora. Una mise già indossata para para, fatta eccezione per la fascia dell’ordine, per la visita di stato dei sovrani olandesi a ottobre 2022. Repetita iuvant, chic!

(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)

Profondendoci in scuse per citarla dopo la figlia ecco Sua Maestà la Regina, con un abito dell’amata maison tedesca George et Arend. Anche in questo caso era stato già indossato, anch’esso lo scorso anno ma al galà in onore dei cinquant’anni di regno di Margrethe II, passato praticamente inosservato visto che, rinviato a causa della pandemia, alla fine si tenne domenica 11 settembre, col resto del mondo distratto dalla scomparsa di Queen Elizabeth II avvenuta tre giorni prima. In quel caso Silvia aveva abbinato all’abito tra il rosa e il lilla la parure di ametiste che questa volta ha prestato alla figlia, preferendo la tiara della Regina Sofia, che somiglia un po’ a una tela di ragno. Leggermente affaticata ma chic.

(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)

Svolta semidark per Sofia, in abito  Andiata e cascata di Swarovski al collo. In nero mi piace molto, esalta i suoi colori; la gonna in tulle non mi fa impazzire ma tutto sommato la combinazione con il corpino opaco non è male. Divertenti gli strass dei due collier abbinati alla tiara nuziale nella prima versione, con diamanti e smeraldi; avrei evitato i due bracciali, sempre Swarovski, così pedantemente abbinati. La maison (finlandese) che ha creato l’abito cita delle rose fatte a mano sulla vita, e credo che ce ne siano anche dietro.

E fin qui poteva andare, finché non ho visto altre rose nere, inutili e pure un po’ funeree, adornare la testa della principessa. Ma perché? Boh.

Non perdetevi la seconda parte!

Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet

Quando ho visto lei…

…ho pensato a lei…

…e mi sono detta che no, di Angelica Sedara ce n’è una e una soltanto. E non solo per la bellezza irripetibile della giovane Claudia, o per quell’abito disegnato da Piero Tosi e realizzato della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. E nemmeno per il sontuoso sfondo di palazzo Valguarnera Gangi, assai più scenografico delle scure geometrie di Amman. È che proprio, semplicemente, a me l’abito non piace. Non mi piace perché sembra una meringa con ciuffi di panna, ma soprattutto non mi piace addosso a Rajwa. Non perché le stia male, anzi, ma perché – almeno per l’idea che mi sono fatta di lei – non la rappresenta, né personalmente né culturalmente, la banalizza. L’abito Dolce & Gabbana Alta Moda nasce con una sorta di cappuccio che copre testa e spalle conferendogli un certo senso; così secondo me non ne ha. Shock.

La madre della sposa è solitamente una delle protagoniste del matrimonio; in questo caso Azza Al Sudairi, madre di Rajwa, ha accolto e gestito con grazia l’inevitabile declassamento, lasciando le luci alla ribalta ovviamente alla figlia e poi a consuocera, sovrane e principesse varie. È anche l’unica che non si è cambiata per il banchetto di gala; lei e il marito hanno mantenuto lo stesso abbigliamento della cerimonia, ma non saprei dire perché. La signora ha dunque sfruttato al massimo la sua mise, una creazione couture di Georges Hobeika, stilista libanese – categoria che sta andando fortissimo, e non solo in questo matrimonio – in doppio crêpe in un’elegante punto di lilla. Ho pescato nel web il bozzetto dell’abito, l’immagine non è granché ma può aiutare a farvi un’idea del modello. Io la trovo elegante, molto. Chic.

Couturier libanese – il celebratissimo Elie Saab, che ha vestito la sposa per il rito nuziale – anche per la Regina Rania. L’abito viene dalla collezione couture primavera estate di quest’anno, che si ispira alla Thailandia e alla sua opulenza; è stato rimaneggiato per adattarlo alla bisogna, ad esempio aggiungendo le maniche assenti nell’originale. Benché mi piaccia lo spirito etnico il risultato non mi convince, il colore non dona particolarmente alla sovrana e il tutto mi sembra un po’ pasticciato, forse anche a causa dei capelli sciolti, che non sono mai una grande scelta per le occasioni formali. Notevole la Arabic Scroll Tiara, che nelle volute contiene una lode ad Allah, ma per il resto boh.

Scommetto che alla Sheikha Moza del Qatar non capita mai di aprire l’armadio e non trovare nulla da mettersi. Forse le è successo, poi il marito le ha comprato direttamente la Maison Valentino e voilà. Per il banchetto di gala, il suo abito in un favoloso color lime – Valentino ça va sans dire – rilegge il modello base aggiungendo lunghe maniche e un elegante cappuccio. Avendo il capo coperto, Moza non ha indossato sopra il diadema come invece ha fatto la sovrana malese (con un risultato non particolarmente apprezzabile). No, lei il diadema se l’è messo in vita: una cintura di diamanti e smeraldi. Considerando l’attuale girovita di Lady Violet, ci vorrebbe l’intera Colombia. Strachic.

Ecco con il marito la Regina Azizah Aminah Maimunah Iskandariah di Malesia. L’abito tradizionale ha il suo fascino, il colore è notevole, ma la tiara messa sul capo velato… vogliamo dire che il mix tra culture non funziona sempre? Shock.

Parliamo di regine? Eccola! Máxima dei Paesi Bassi raramente si perde eventi di alto profilo come questo. Fa una scelta molto interessante optando per il brand indopakistano Mahpara Khan: un abito sbrilluccicosissimo, talmente tanto da oscurare lo splendore della tiara Stuart, la più importante del forziere olandese (più un’altra chilata di diamanti, hai visto mai, più la clutch argento Dior). Secondo me messi insieme così i vari elementi finiscono per annullarsi, boh. Con lei e il marito al banchetto di gala c’è anche la figlia Catharina-Amalia che il raffinato, cerebrale Jan Taminiau ha vestito come una di quelle bambole che si tenevano sul comò, effetto aggravato dalla parure di rubini con la tiara che evoca un pavone. A parte tutto, veramente troppo per una ragazza di neanche vent’anni, shock.

Altra futura regina presente, Elisabeth del Belgio, più disinvolta della collega olandese forse per carattere, ma forse pure per la madre che, almeno in pubblico, dilaga meno. Però devo confessare una piccola delusione: la fanciulla ha sfoggiato un abito Armani Privé che sarebbe stato da mille e una notte, ma qualche notte se l’è persa per strada. Mi spiego: la collezione si ispira ai rombi, compresi quelli dell’abito di Arlecchino; il modello in questione in origine è nero con i rombi di colori diversi (potete vederlo qui, dal minuto 14’35 https://www.youtube.com/watch?v=dPIcV8NN6l4); realizzato in questa tonalità di blu, che imperversa in ogni dove, ed estesa anche alla clutch, sempre Armani, modello La Prima (a Bruxelles evidentemente ne hanno una collezione) perde parecchio fascino.

E forse è troppo importante per una ragazza così giovane. La Duchessa di Brabante al compimento del diciottesimo anno – o forse del ventunesimo, non è chiaro -, ha ricevuto in dono una tiara tutta per sé, appartenuta all’aristocratica famiglia britannica Vestey e acquistata dai genitori per lei. Personalmente non mi piace troppo, ma soprattutto trovo che non le doni. Insomma, nonostante il genio di re Giorgio, boh.

Amo questa donna, Sophie del Liechtenstein, la amo. Adoro il suo abito, un modello quasi sportivo – la maison, Carolina Herrera, lo definisce Floral Trench (in seta pura, basta col polyestere!) – reso da sera aggiungendo volume alla gonna. Poi forse un’occasione del genere avrebbe richiesto qualcosa di più formale, ma a me piace da pazzi, e lo trovo molto adatto a lei. Bellissima anche la tiara, la Kinsky a palmette (o a caprifoglio), uno dei diademi del Liechtenstein che sono molto pochi ma molto buoni. Chic.

Temo che Frederik e Mary di Danimarca si siano avviati a diventare i nuovi eredi di lungo corso, dopo che il decano del gruppo, Charles, si è infine sistemato sul trono. Lei mantiene sempre bellezza ed eleganza, ma mi sembra con un filo di noia. Per il royal wedding giordano non si è sforzata più di tanto: oltre alla mise per la cerimonia ha riutilizzato anche quella per il banchetto di gala; un abito che lo stilista danese Jesper Høvring aveva creato per lei nel 2010, per le nozze di Victoria di Svezia, e già rimaneggiato in precedenza. In questo caso è stato aggiunto del pizzo che copre il corpino e scende dalla spalla. Tra l’altro è l’unica a portare un monospalla, forse sarebbe stato più indicato qualcosa con le maniche, come hanno fatto tutte le altre invitate. A me non piace molto, quindi boh, ma se ha trascurato il dress code sarebbe decisamente shock. La tiara è quella edoardiana con piccoli rubini e spinelli che sembra si sia comprata da sé (e pagata pure poco, meno di diecimila euro).

Della Principessa di Galles abbiamo già notato la coazione a ripetere le mise. Noiosetto l’abito Jenny Packham visto e rivisto, che sta discretamente con la fascia del Royal Victorian Order ma fa a cazzotti con nastro giallo del Royal Family Order. Poi certo, la Lover’s Knot Tiara è un pezzo che ha fatto la storia, e gli orecchini sono se possibile ancora più belli, ma trovo il tutto poco entusiasmante. Boh.

Abbiamo discusso un po’ sulla gaffe sfiorata da Beatrice di York, che al banchetto di gala indossava lo stesso abito della principessa Aisha, zia dello sposo; e più in particolare come mai, avendo già visto il suo abito indossata da un’altra, se lo è messo lo stesso. Probabilmente davvero non aveva portato altro, e penso che avesse scelto quel modello di Reem Acra perché la decorazione evoca la forma della tiara York, diadema nuziale della madre Sarah, che non si vedeva più da molti anni. L’abito non mi fa impazzire, la tiara nemmeno, ed è messa un po’ storta. Boh.

Victoria di Svezia invece si è ritrovata al banchetto di gala con la principessa Zein vestita proprio con lo stesso identico abito – il modello Gingko di Safiyaa – diverso solo per il colore. Ne valeva la pena? Per un abito di polyestere che gira da anni? Boh. (nel caso vi fosse sfuggito, questo è il post, sugli abiti indossati da più royal ladies Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle).

Last but not least, e pure in retrospettiva, la Reina Emerita di Spagna, che ha tirato fuori dall’armadio un abito grigio perla senza infamia e senza lode, completandolo con il set di rubini Van Cleef & Arpels, ricevuto in dono da Niarchos per le nozze con Juan Carlos. Considerando l’infelicità di quel matrimonio, francamente per un ricevimento nuziale avrei scelto altro, e la mise non mi entusiasma, quindi boh, Ma lei, a 84 anni, è uno splendore.

Con Doña Sofía compaiono nella fotografia la regina bhutanese Jetsun Pema con la cognata Ashi Euphelma. Per una volta vedere l’abito tradizionale da dietro è interessante, anche se in un colore che fa un po’ Barbie Bhutan. Però quel rosa baby potrebbe contenere un metamessaggio: non ci sono conferme ufficiali, ma la regina ha colto l’occasione della trasferta giordana per una breve vacanza con i due figli. E in alcune foto, con un abito BA&SH sembra proprio in dolce attesa.

È in arrivo una principessa? Boh!

Un tea con Lady Violet – Nata oggi: The Queen Mary

IMG_20200521_171151In casa la chiamavano May come il mese in cui era nata, il suo nome intero era Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes von Teck, la storia la conosce come Queen Mary. mary and georgeIl padre appartiene alla casa di Württemberg, ma frutto di un matrimonio morganatico non trova sposa migliore di Maria Adelaide di Cambridge, membro minore della famiglia reale britannica, non particolarmente attraente né giovane (sì sposò a 33 anni, un record per l’epoca). Mary, prima dei quattro figli della coppia, nasce a Kensington Palace il 26 maggio 1867; al suo battesimo ha una madrina d’eccezione, la regina Victoria in persona, prima cugina di sua madre. May gode da subito dell’affetto della sovrana, il cui apprezzamento cresce con il maturare della fanciulla, che sempre più appare come la candidata ideale a sedere un giorno sul trono accanto al re, finché arriva il giorno proposta: il 3 dicembre 1891 la ventiquattrenne May si fidanza con Albert Victor, Duca di Clarence, primogenito dei Principi di Galles, destinato a regnare dopo la nonna e il padre. Le nozze sono fissate per il successivo 27 febbraio, ma il 14 gennaio, sei settimane dopo di fidanzamento e sei prima del matrimonio, il futuro sposo muore. Nonostante la tragedia sono in molti a tirare un sospiro di sollievo: lo stile di vita del giovane duca è tutt’altro che impeccabile, coinvolto nello scandalo di un bordello omosessuale (l’omosessualità all’epoca è fuori legge), c’è addirittura chi lo considera il misterioso Jack lo Squartatore. Al suo funerale la promessa sposa depone il suo serto nuziale di fiori sulla bara poi, fortunatamente, trova conforto nel fratello minore del defunto, George, che lo sostituirà nella successione e nel cuore della fidanzata. Si ripete quanto quattro secoli prima era accaduto a Caterina d’Aragona; ma per fortuna George non assomiglia all’antenato Henry VIII, e il matrimonio tra i due sarà felice e durerà per sempre. Nascono sei figli, due dei quali regneranno: Edward VIII e George VI. May, che da regina consorte ha scelto di usare il secondo nome, Mary, muore il 24 marzo 1953. Sul trono siede da tredici mesi la nipote Elizabeth, la cui incoronazione non viene rinviata per espresso desiderio dell’anziana sovrana. girls tiaraInutile negare che accanto alla sua storia, e alla forza del suo carattere (oltre al promesso sposo e al marito perderà tre dei sei figli, e sorvoliamo sulle nozze del primogenito con la detestata Wallis Simpson) ciò per cui Mary è costantemente ricordata è la passione che l’accompagnò per tutta la vita: i diamanti. lovers knot.jpgDagli incredibili Cullinan, montati in due spille (oltre che sullo scettro e sulla State Imperial Crown), ai diademi più famosi, visti sul capo di Elizabeth, Diana e Catherine, fino alla tiara nuziale di Meghan.

E poi smeraldi, perle, talmente tanti, e talmente preziosi da meritare di essere trattati singolarmente.

Con questo breve post inizia una piccola serie, Un tea con Lady Violet: ogni giorno sarete invitati per un tea e due chiacchiere, ogni giorno una tazza diversa, finché non finiranno… Quella di oggi è piuttosto nota, e scommetto che molti di voi ne abbiano in casa: è il trio del mese di maggio della serie dei mesi Royal Albert. A domani!

Gods & Monsters

Ovvero scene dal banchetto offerto da Sua Maestà in onore del Presidente degli Stati Uniti. UK USA ballroomLuogo: la Ballroom di Buckingham Palace, enorme salone usato anche per le investiture e la consegna delle onorificenze.

Mise en place: bianco e oro, ma non vi spaventate, non è tutt’oro quello che luccica. Si tratta infatti del Grand Service, risalente a George IV – dunque più di due secoli fa – qualche migliaio di pezzi per una tavola davvero regale, ma tutti in argento dorato. Ogni commensale ha uno spazio leggermente inferiore ai 50 cm, metro alla mano; i tovaglioli sono sul piatto, ripiegati a forma di Dutch bonnet (qualunque cosa sia) e sulla sedia del Principe di Galles c’è un cuscino di velluto rosso, per alleviargli il mal di schiena.UK USA flowerDecorazione floreale: grandi sfere con peonie, violacciocche, giacinti, nelle tonalità dal rosa pallido al viola, punteggiate di rose color corallo. Anche le basi fanno parte del Grand Service. Le adoro anche se sono molto ingombranti…

…e capitano sempre davanti  a Catherine, che poi si incupisce (la foto a destra risale al banchetto offerto per i sovrani spagnoli).UK USA menuMenù, scritto in francese as usual: halibut al vapore su crema di crescione, sella d’agnello con verdure (adoro il dettaglio delle pommes Elizabeth, dovrebbe essere una terrina di patate cotte al vapore e condite con burro, ma se avete la ricetta fornitela!) e torta di fragole.

Che la festa incominci! UK USA kateLa Duchessa di Cambridge, come Her Majesty e la Duchessa di Cornovaglia, sceglie un abito bianco del solito Alexander McQueen (cioè di Sarah Burton) tutto a piccole ruches di pizzo. È senz’altro un abito da gran sera, e in movimento fa la sua figura, ma non mi convince fino in fondo: la gonna è troppo voluminosa rispetto al corpino, soprattutto perché Catherine è molto magra e quel tipo di scollatura non la valorizza. In compenso porta per la prima volta le insegne dell’onorificenza da poco ricevuta, Dame Grand Cross of the Royal Victorian Order, oltre alla Cambridge Lover’s Knot Tiara.UK USA MayIl Duca di Cambridge scorta il Prime Minister Theresa May; direi che la mise della signora interpreta fedelmente quello che deve essere il suo spirito (e l’umore) al momento, ma adoro le scarpe rosse. UK USA GloucesterLa Duchessa di Gloucester è accompagnata dal Lord Great Chamberlain, il VII Marchese di Cholmondeley. Che altri non è che il marito di Rose Hanbury, cioè la signora il cui nome è stato di recente maliziosamente accostato a quello del Duca di Cambridge. UK USA rose hanburyE sì, c’è anche lei, e per giunta anche lei in bianco.

Poi ci sono loro, i giovani Trump. Mr President ha fatto come quelli che invitati a un matrimonio vi regalano sei tazzine da caffè e al pranzo si presentano in otto. E loro infatti in otto si sono presentati. Oltre alla coppia presidenziale, da sinistra: il primogenito Donald Jr, posa alla romoletto e il vestito più orrendo che si possa immaginare; proibito chiamarlo frac, sembra più l’uniforme di un portiere d’hotel.UK USA TrumpsSeguono il figlio minore Eric con moglie Lara, banalotta in bianco a fiori neri (ma almeno ha la scusante di essere incinta). Lui è conciato come il fratello, gli avranno fatto un’offerta speciale? Giovanotti, sentite a me, v’hanno fregato. Ivanka, la first daughter che recita da first lady, ha clamorosamente sbagliato uno degli abiti della vita: il suo – bellissimo – Carolina Herrera azzurro è perfetto per una soirée negli Hamptons, non a Buckingham Palace. Il marito Jared Kushner (che personalmente trovo inquietante, ma questa è un’altra storia) è l’unico vestito comme il faut, e il suo frac impeccabile regge bene l’urto della cognata Tiffany, quarta figlia del presidente – che è anche quella chi gli somiglia di più, povera stella – matronale con un vestitone che evidentemente si ispira a quello mitico, verde, che Scarlet O’Hara si fa con le tende di casa. L’effetto finale non è lo stesso, ma Tiffany è giovane.migliorerà. Un’ultima nota di stile: è evidente che le Trump Ladies amano i guanti lunghi e bianchi, ulteriore motivo per evitarli.

Se volete vedere i nostri eroi in movimento, ecco il video BBC https://www.youtube.com/watch?v=N_N8iNJdP3I

Annual Diplomatic Reception

Ci sono dei giorni in cui si ha bisogno di un regalo, anche piccolo, ed ecco che a Lady Violet influenzata e costretta a letto ne è arrivato uno direttamente da Buckingham Palace, dove ieri sera si è tenuto l’annuale ricevimento per il Corpo Diplomatico. Ricevimento white tie, cioè frac per gli uomini e abito da sera per le signore, più naturalmente tiare come se piovesse. Il dono sta nel fatto che di solito si tratta di un evento a porte chiuse, e le uniche fotografie disponibili sono quelle rubate alle auto in arrivo, invece questa volta qualche immagine è stata diffusa, e non possiamo proprio dirci insoddisfatti. (Ph del ricevimento Getty Images)The Duke & Duchess Of Cambridge Attend Evening Reception For Members of the Diplomatic Corps Splendida Her Majesty in bianco e oro con accessori en pendant, e vi prego di notare dietro di lei Charles in polpe, con la giarrettiera del relativo Ordine al suo posto, cioè sul polpaccio sinistro (per le donne intorno al gomito sinistro). La giarrettiera è in tessuto blu – di solito velluto o seta – e reca il motto dell’ordine Honi Soit Qui Mal Y Pense. HM diplomatic reception 2018 2Sua Maestà indossa la Girls of Great Britain and Ireland Tiara, un collier di diamanti, il King Khalid, e orecchini di diamanti ereditati dalla nonna, i Queen Mary’s Floret.  HM diplomatic reception 2018Splendida anche Camilla, con un Bruce Olfield bianco e la Greville Tiara, una mise che le abbiamo già visto in occasione della visita dei sovrani olandesi ( Gala dinner a Buckingham Palace per i sovrani d’Olanda ) e ha fatto bene a replicare perché le sta d’incanto. Catherine diplomatic reception 2018Catherine in versione principessa delle fiabe, con un abito di Jenny Pakham in tulle color ghiaccio tempestato di cristalli, che la Cambridge Lover’s Knot Tiara salva dall’effetto  zucchero filato.

Ma non manca qualcuno? Se vi state chiedendo come fosse vestita Meghan e con quale tiara avesse coronato il bruno capino. la risposta è semplice quanto sorprendente, non c’era.

harry meghan christmas engagement

(Ph. SHUTTERSTOCKBERETTA/SIMS/REX/SHUTTERSTOCK)

I Duchi di Sussex hanno infatti partecipato ad un evento natalizio dell’Henry van Straubenzee Memorial Fund, fondazione benefica che ricorda un amico di William e Harry morto a soli 18 anni in un incidente stradale e si occupa della raccolta fondi per l’istruzione dei bambini in Uganda; nel corso della serata la duchessa ha anche letto un brano.

meghan guest reader

(Ph. @RoyaNikkhah)

Ora il pancione è proprio bello, scommettiamo che l’erede dei Sussex arriverà prima della primavera?

Gala dinner a Buckingham Palace per i sovrani d’Olanda

Al termine di una giornata densa di impegni (ve ne parlerò domani) questa sera il momento più importante della real visita olandese nel Regno Unito. Come qualcuno aveva ipotizzato, la regina consorte Máxima ha tirato fuori dai forzieri quello che è forse il diadema più prezioso, certo il più adatto all’occasione: la Tiara Stuart, su cui troneggia un diamante da 40 carati. maxima visita nl uk E ha sfoggiato la parure completa di orecchini e spilla – indossata come dévant de corsage – ma senza la collana. Bellissima lei e sembra molto bello anche il vestito. Non mi è piaciuta invece Catherine, con un abito del solito Alexander McQueen in un azzurro chiaro un po’ smorto, dalla foggia vagamente ani ’50, che non le dona molto. kate visita olanda C’è una vecchia regola per questo modello: ci vuole un corpo un po’ meno esile, sennò il che drappeggia il drappeggio? Il discorso cambia per i gioielli: in testa, come già in altre occasioni, porta la Lover’s Knot Tiara, che a suo tempo la Regina aveva assegnato a Diana. La quale, non me ne vogliate, la indossava molto meglio. Al collo un altro pezzo di grande importanza: il collier nuziale della Regina Alexandra, bisnonna di Elizabeth. La notizia però è il Royal Family Order, appuntato sulla spalla sinistra. Finalmente Sua Maestà glielo ha assegnato! visita nl uk Quanto alla Regina, in bianco come suo solito, indossa un classico: la Girls of Great Britain and Ireland Tiara. Camilla, anche lei splendida in bianco, ha optato per la Greville. Vi suona familiare questo nome? Esatto, è parte della favolosa eredità che Mrs Greville lasciò alla sua morte alla Queen Mother, di cui fa parte anche la tiara Boucheron indossata da Eugenie alle sue nozze, dieci giorni fa.

Domani immagini e approfondimenti sulla visita, con particolare attenzione a tiare&co.

Style file: Diana Principessa di Galles (seconda parte)

Il tempo passa, Diana diventa sempre più bella, sicura (almeno all’apparenza) e sofisticata. Il suo stile evolve introducendo elementi diversi, ma qualcosa rimane costante.

Indovinate? La marinaretta!

Sarà perché lo stile nautical è classico ed elegante, sarà perché l’Inghilterra deve molta della sua ricchezza al dominio dei mari, sarà perché la Royal Navy è l’arma, come dire, di famiglia, ma la principessa continua spesso e volentieri a vestire alla marinara (o alla ussara?). Contagiando ahimé anche l’incintissima cognata.

E quando non è l’intero outfit, è un dettaglio, che sia il cappello o il pullover.

Il momento più impressive? La visita al Collegio Navale di Dartmouth, nel 1989 (pregasi notare il nastro che pende dal retro del copricapo). Quando si dice dress to impress.

Come Grace

La Principessa di Monaco è la prima sovrana al di fuori della Royal Family che Diana incontra appena fidanzata, e da cui riceve un sostegno affettuoso materno e non scontato. Lady Violet si è chiesta a volte se la relazione tra le due avrebbe potuto avere sviluppi di qualche sorta, ma purtroppo se questa storia fosse un film si intitolerebbe Un Matrimonio e Un Funerale. O Due Funerali.

Grace, accompagnata dal figlio Albert – probabilmente in cerca di una sposa di sangue blu per lui, ma sappiamo com’è andata a finire – è di nuovo a Londra il 29 luglio 1981, e partecipa al matrimonio tra Charles e Diana (la vedete a sinistra, con l’abito glicine).

Purtroppo poco più di un anno dopo è Diana ad andare a Monaco, e rappresenta la famiglia reale britannica ai funerali dell’incantevole ragazza di Filadelfia che diventò star a Hollywood, poi sovrana a Montecarlo, e ha concluso la sua vita sui tornanti della Turbie.

 

 

Nel 1987 i Principi di Galles sono ospiti al Festival del Cinema di Cannes, e Diana omaggia la principessa scomparsa con un abito di Catherine Walker ispirato a quella di meraviglia di chiffon azzurro che Grace, ancora Kelly, indossava in Caccia Al Ladro.

Entrambe belle, entrambe bionde, entrambe spose reali, entrambe icone del loro tempo, le due principesse saranno accomunate anche dalla fine improvvisa che arriva per entrambe a causa di un incidente stradale.

Ma la tragedia è ancora lontana, e quella che affronta la Croisette è ormai una giovane donna bella ed elegante come una diva del cinema. Forse è stata l’influenza postuma di Grace, certo è che Diana d’ora in poi errori di stile ne farà sempre meno.

Le perle

Diana e le perle, un binomio inscindibile. Che le scegliesse perché sono la gemma del suo segno zodiacale, il Cancro, perché donano luce all’incarnato o semplicemente perché le piacevano, sono rare le occasioni in cui non ne indossa.

diana perle

diana choker

Il pezzo più famoso è sicuramente il choker – o collier de chien – composto da sette fili e fermato da un centrale favoloso: un enorme zaffiro circondato di diamanti, in origine una spilla – che per forma e materiali riprende l’anello di fidanzamento – ricevuta in dono dalla Queen Mother per le nozze.

Altro gioiello da favola è la la Cambridge Lover’s Knot Tiara. La struttura è composta da 19 archi sormontati da diamanti; all’interno di ogni arco un fiocco, o meglio un nodo d’amore, cui è sospesa una grossa perla barocca che ondeggia col movimento. La tiara era stata ordinata nel 1913 al gioielliere londinese Garrand, che serve spesso la Royal Family, dalla Queen Mary. Il modello è quello di un diadema di proprietà di sua nonna Augusta di Hesse moglie di Adolfo duca di Cambridge, da cui il nome.

The Queen offrì la tiara alla nuora, che pare non la amasse molto a causa del peso, in occasione delle sue nozze con Charles. Mai più vista dopo la morte della principessa di recente è ricomparsa sul capo di Catherine, scelta quanto mai opportuna essendo la fanciulla la nuova Duchessa di Cambridge, oltre che moglie di William.

Se arrivate a questo punto voi, care amiche, state pensando che le perle siano belle ma un po’ noiose, e che non avendo lo scrigno della Principessa di Galles siano in definitiva più adatte a vostra madre – o a vostra nonna – che a voi, la vostra Lady Violet è qui per convincervi che siete in errore. E allora su, correte a recuperare quella collana lunga lunga che tenete nel cassetto, un giro – o due – intorno al collo e via.

diana perle lunghe

Troppo banale? Allora questa è la soluzione, abito di un tessuto pesante, tipo il velluto, profonda scollatura sulla schiena e una cascata di perle. Anche se Lady Violet eviterebbe di infiocchettarsi il derrière.

diana perle sulla schiena

Ma alla fine della fiera, gioielli royal a parte, le perle più clamorose mai indossate da Diana sono quelle che punteggiano l’Elvis Dress.

diana elvis dress

Nel 1989 la principessa ordina a Catherine Walker una mise per il viaggio ufficiale a Hong Kong. Il risultato è un lungo abito lineare in seta bianca, senza spalline, completato da un bolero dal collo rialzato, che è il motivo per cui la principessa lo chiamava Elvis (in confidenza, quando Lady Violet ha visto l’abito – in una mostra al Victoria&Albert Museum – si è chiesta come facesse Diana a sedersi). Anyway, la principessa appare così abbigliata ai British Fashion Awards dove è guest star; il successo è immediato e planetario.

Alla soglia degli anni Novanta il matrimonio reale è finito, ma è nata una stella, e sta meditando vendetta…

Il resto lo scoprirete nell’ultima parte Style file: Diana Principessa di Galles (terza parte)

Qui la prima parte del post Style file: Diana Principessa di Galles (prima parte)