Tra i royal appuntamenti più importanti di novembre, oltre al compleanno di King Charles, c’è senza dubbio la festa nazionale del Principato di Monaco, e noi da qui partiamo.

Tradizione vorrebbe che il giorno della Fête Nationale combaciasse con l’onomastico del Principe, e per i 55 anni abbondanti del regno di Rainier III la celebrazione è avvenuta il 19 novembre, festa (insieme al 17 giugno) di San Ranieri. Alla morte del vecchio sovrano il successore, Albert, avrebbe dovuto anticipare di qualche giorno, dato che il 15 novembre si celebra Sant’Alberto Magno, ma il nuovo monarca ha mantenuto la vecchia data, come omaggio al padre e al patrono della dinastia, che è appunto Ranieri. Martedì 19 dunque il Principato si è vestito a festa, e le strade imbandierare della rocca hanno accolto la Famille Princière quasi al completo. A partire dalla principessa consorte, la bionda Charlène, in completo pantaloni lilla di Vuitton.

La giacca asimmetrica è interessante, con una bella linea scolpita, ma tira un po’ sul punto vita; i pantaloni mi piacciono meno e mi sembra che l’orlo della gamba destra sia più lungo. Pesante l’abbinamento con gli accessori neri – borsa e scarpe dal tacco spesso, tutto Vuitton – terrificanti le calze nere. Tutto l’insieme non mi convince affatto: inadatto all’occasione e troppo rigido. Lei è piuttosto goffa e poco disinvolta, probabilmente anche perché molto timida, e inguainata in questo genere di mise mi fa pensare a un soldatino di legno, compreso il fascinator con doppia piuma; insomma, qualche amica toscana direbbe che tutto l’insieme è pissero, per me è semplicemente shock. E so che qualcuna salverebbe i gradi orecchini di brillanti; li salverei anch’io, ma mai e poi mai li indosserei di mattina!

Deliziosa Gabriella in cappottino azzurro cielo Dior; personalmente non amo i bambini in abiti firmati, ma lei è molto graziosa, e il broncio mostrato in più occasioni durante la giornata le restituisce appieno la natura di bambina, e pure simpatica.

Sceglie Dior anche la zia Stéphanie, con un cappottino che abbina il nero al blu. So che molti inorridiscono alla semplice idea, ma io stavolta la trovo elegante come non si vedeva da tanto; mi piace la semplicità e l’assenza di effetti speciali, limitati al tatuaggio che spunta dalle slingback Prada. Assolutamente chic. Da molto Stéphanie non porta cappelli, e tutto sommato guardando oggi la sorella maggiore Caroline non so darle torto. La primogenita di Grace è in total Chanel ma sarà per il troppo nero, sarà per i capelli acconciati male sotto quel fascinator, che invecchia come poche cose al mondo, ma l’effetto finale non è entusiasmante. Peccato perché l’abito che si intravvede dal cappottino, in pizzo tridimensionale, è bellissimo, lei è sempre chic ma stavolta non mi sembra assai sotto tono. Boh.

Grande attenzione per la mise della figlia minore di Caroline, Alexandra di Hannover, che ha tirato fuori da un’armadio di famiglia un tailleur, probabile creazione del divino Balenciaga, appartenuto a nonna Grace. Elegantissima sia lei sia l’operazione, in una parola meravigliosa; talmente tanto da distogliere l’attenzione sull’orlo dei pantaloni del cugino Louis Ducruet, che fa sembrare un dilettante anche zio Albert. Brava Alexandra, très chic.

La sorella Charlotte Casiraghi è global ambassador Chanel, ed è naturalmente vestita dalla maison. Accompagnata dai due bei figli Raphaël e Balthazar – che pur avendo padri diversi si somigliano molto e hanno lo stesso modello di orecchie – la fanciulla indossa un cappottino di tweed in quella tonalità di azzurro che è uno dei trend di stagione, abbinato ad accessori neri che in questo caso fanno effetto colour block. Lei mi piace praticamente sempre; in particolare in questo caso mi sembra tanto francese, e mi ricorda attrici e cantanti degli anni ’60 e ’70 come Françoise Hardy o Catherine Spaak, sarà per le gambe in mostra o le scarpine Mary Jane Chanel? Chic.

Capitolo cognate: numero 1)Tatiana Santo Domingo, moglie di Andrea Casiraghi; la apprezzo sempre di più, trovo che vada definendo sempre meglio il suo stile. Per l’occasione ha scelto un completo Dolce&Gabbana con giacchina avvitata e gonna midi in tssuto pied-de-coq, che sarebbe il pied-de-poule ma più grande. Attenzione al dettaglio: i capelli legati con un foulard e soprattutto il pullover dolcevita al posto della camicia. Impeccabile, informata. chic.

Cognata numero 2) la nostra Beatrice Borromeo, consorte di Pierre Casiraghi. Come Tatiana, compare quasi sempre semicoperta dai figli, per cui ho scelto questa tenerissima foto col secondogenito Francesco che si gode una carezza del padre (che sotto il tight porta i mocassini, lo sciagurato!). Beatrice è per Dior ciò che Charlotte è per Chanel, per cui la sua mise arriva direttamente, e per intero, dalla maison: tailleur grigio con giacca dal collo alla coreana e gonna midi plissé. Neri gli accessori: dall’adorabile fascinator a forma di goccia con veletta, alle décolleté, alla borsa, la Small Lady Dior Joy. Strachic (lei, lui tra scarpe inadatte barba lunga e cravatta allentata sembra reduce da una notte di bisboccia, come suo fratello).

Questa volta il ruolo delle sorellastre tocca alle figlie di Stéphanie, Camille e Pauline. La prima ha un bel cappotto verde (Tara Jarmon) perfetto per andare in ufficio, l’altra ha scelto Miu Miu: abito stropicciato ad arte in satin color crema sotto il cappotto grigio fumo, veramente troppo over. Anche l’over è un trend di stagione, ma non per un’occasione di questa formalità. Boh+boh, ma molto carine.

La giornata si è conclusa con un gala al Grimaldi Forum, dove la Famille Princière ha assistito a una rappresentazione della Bohème di Puccini (di cui quest’anno è il centenario della morte). Partendo da sinistra: Tatiana in abito di velluto verde a balze del suo brand Muzungu Sister; sarà che mi ricorda quello che avevo da bambina, ovviamente corto e con le balze solo accennate, a me piace, chic. Charlène è in blu, ancora Vuitton; non mi fa impazzire, soprattutto con i capelli pettinati così, ma sicuramente chic. Blu anche per Caroline, in un classico Jenny Packham tutto paillettes, e il tocco ultramoderno della clutch Bottega Veneta nera compresa la metalleria, chic anche lei. La figlia minore Alexandra si butta sul colore star della stagione, il bordeaux e sceglie uno scenografico abito di Giambattista Valli col piccolo corpino cosparso di volant. Lo adoro, chic. Chiude il gruppo Beatrice, anche questa volta in Dior, con un sontuoso abito in velluto nero con ricamo al collo. La fotografia non rende, ma è veramente superchic. A questo punto mi sorge una riflessione: per la festa di quest’anno, tranne qualche eccezione, i Grimaldi si sono sicuramente mostrati al loro meglio; perché dunque non li trovo mai convincenti fino in fondo? Secondo me perché hanno perso smalto, e sembrano un po’ dei sopravvissuti. Probabilmente il mio giudizio è condizionato dal ricordare bene il sublime glamour che Grace aveva portato in dote al Principato, ma morta lei è iniziato un lento declino, forse anche perché molte manifestazioni sono rimaste le stesse senza avere la forza della storia né del simbolo, e sono dunque solo anacronistiche. Per tacere del povero Albert, che costretto a indossare la poco marziale uniforme dei Carabiniers non ha l’autorevolezza paterna. Parlavo qualche giorno fa con un’amica di Lady Violet, e convenivamo sul fatto che la vita mondana monegasca ormai oscilli tra il memoriale e la sagra di paese.

Parlavamo di storia ed ecco qui, la famiglia reale britannica. Martedì sera, mentre i Grimaldi assistevano alla Bohème, a Buckingham Palace i Windsor ricevevano il Corpo Diplomatico accreditato a Londra per l’annuale ricevimento. C’era il re, nelle sua veste di capo dell’Order of the garter, con giarrettiera d’ordinanza allacciata al polpaccio sinistro, c’era il Principe di Galles in frac, e c’era la regina in una sinfonia di blu. Camilla ha scelto un abito in velluto operato di Fiona Clare come base per la fascia azzurra dell’Order of the garter, il Royal family order del marito (La foto del giorno – L’ordine di Carlo) col ritratto di Charles sostenuto da un fiocco celeste chiaro, e la tiara con le cinque acquamarine vista in precedenza sulla cognata Sophie. Personalmente non amo troppo gli azzurri, men che meno l’acquamarina, ma che le vogliamo dire se non chic?

Finale col botto, perché una mise del genere non può passare sotto silenzio. Il 12 novembre, impegnata in una serie di incontri ad Amman l’associazione delle donne impegnate nelle professioni e nel business, Rania si è presentata nella sua personale versione degli anni ’80: giacca corta Sportmax, leggings (ma all’epoca si chiamavano fuseaux) con la staffa portata sopra le scarpe dal tacco altissimo, e il nuovo secchiello Kalimero di Bottega Veneta. Sarà la nonnitudine che le ha dato un nuovo sprint? Comunque spaziale!





























































Anche se tutti opportunamente mascherati – e alcuni pure con gli occhiali da sole – ricompaiono i sovrani monegaschi, in coppia e in compagnia di buona parte della famiglia. L’occasione è stata l’inaugurazione ieri mattina della rinnovata Place du Casino, ristrutturata e completamente pedonalizzata. Riaperta anche la celebre brasserie del Café de Paris, rimasta chiusa da metà marzo.
Molto piacevole Charlène in abito+giacca Brunello Cucinelli – se volesse accantonare Akris per qualche maison italiana ci farebbe felici, e non solo per ragioni patriottiche – mentre sull’orlo dei pantaloni di Albert ormai mi sono arresa. C’era Stéphanie con tutti e tre i figli e la nuora. La ex principessa ribelle con bianchi pantaloni larghi (e lunghi) e camicia in raso nero un po’ punitiva; la bella figlia Pauline in trench crema (di raso anche questo, temo sia una creazione del suo brand Alter); l’altra figlia Camille, che complice la giovane età è ancora alla ricerca del suo stile; la nuora Marie che purtroppo l’ha trovato: commessa OVS, e non la valorizza per niente.
Mancava Caroline, ma c’erano i due figli maschi: Andrea e Pierre; l’uno accompagnato dalla moglie Tatiana, l’altro invece senza la sua Beatrice. Tra tutte le signore Tatiana è quella con un background più complesso e cosmopolita, uno stile unico e personale. Mentirei se dicessi che mi piace sempre, ma più passa il tempo più la trovo interessante. Anche lei è nel mondo del fashion col brand Muzungu Sisters, moda etnica e anche etica, dato che i loro prodotti sono realizzati da artigiani e comunità di diversi paesi (ci sono anche le coffe siciliane e le tipiche friulane di velluto). Adoro il caftano e le infradito flat, i sandali più chic in assoluto, per me. Se poi vi state chiedendo chi sia il prestante giovanotto ultimo a destra, è presto detto: Gareth Wittstock, uno dei due fratelli della principessa e Segretario Generale della Fondation Princesse Charlène de Monaco, che dalla frequenza con cui compare ormai pare diventato royal pure lui.
A questo punto, non possiamo perdere l’occasione di parlare dell’accessorio più cool del momento; no, non la treccia di Charlène, la mascherina! Molti dei presenti, a partire dai sovrani, indossano quelle bianche contrassegnate dal motto #strongtogether, scelto come slogan per le attività anti-covid del Principato (rigorosamente in inglese, hai visto mai che
Stéphanie, imitata in qualche momento dalle figlie, si è buttata sul patriottico: mascherina nera per quel tocco dark che ha sempre il suo perché, con dettaglio a rombi biancorossi, come compaiono nello stemma di famiglia. Supercool la coppia Casiraghi-Santo Domingo, per lui un classico camouflage, per lei ricami ungheresi su tela bianca (in vendita sul sito muzungusisters.com a 24 sterline). In tutta questa coolness, al povero Pierre è toccata invece una di quelle orrende mascherine a becco di papera che minano la reputazione di chiunque. Dai retta Pierino, chiedi aiuto a tua cognata!