Oggi Eugenie di York compie 35 anni, e ha scelto di celebrare con una foto che la ritrae in quello che è probabilmente il ruolo che preferisce, quello di mamma.
(Ph: Instagram @princesseugenie)
Eccola ritratta insieme ai suoi due bimbi: August, quattro anni, ed Ernest, 22 mesi. Serena e sorridente, offre uno spaccato di vita familiare. Manca il marito Jack Brooksbank, che sia stato lui a scattare la foto? Un matrimonio che sembra solido, e una famiglia felice, semplicemente.
(Ph: Nico Wills)
Rischiando di rubare un po’ di attenzione alla birthday girl, che non credo se ne avrà a male, oggi British Vogue pubblica un articolo della sorella di Eugenie, Beatrice, che racconta la nascita prematura della seconda figlia Athena.
(Ph: Nico Wills)
Beatrice parla a cuore aperto di questa esperienza: le paure, la speranza, l’apprendere nuove cose su come funziona il corpo umano, la necessità e il conforto del confronto con altre madri, la gratitudine per un’ottima assistenza medica.
(Ph: Nico Wills)
In conseguenza di questa esperienza Beatrice è diventata patronessa dell’associazione Borne, che si occupa di nascite premature, e insieme alla sua cara amica Alice Naylor-Leyland ha creato una linea di articoli per il brand Mrs. Alice, i cui ricavi andranno interamente a finanziare Borne.
In queste foto Beatrice indozza un abito azzurro di Emilia Wickstead, e devo dire che sta bene come non mai, il che ci fa un gran piacere. Riflessione che abbiamo fatto spesso: alla fine quei due sciagurati di Andrew e Sarah sono stati bravi con le figlie. Pobabilmente più Sarah, ma è solo la mia impressione
Oggi è il giorno di San Patrizio, patrono d’Irlanda, amatissimo nel mondo anglosassone, ed è anche la ragione per cui la rubrica domenicale è scivolata eccezionalmente a lunedì. Ero certa che la Principessa di Galles non ci avrebbe delusi, e così è stato.
(Ph: Getty Images)
Nella sua veste di Colonnello delle Irish Guards Catherine ha partecipato alla tradizionale parata nella caserma Wellington Barracks, nel centro di Londra; evento in solitaria che ha affrontato con grazia e sicurezza, da par sua. Evento cui l’anno sorso non aveva partecipato, trovandosi nel mezzo della tempesta causata dal cancro, il che rende questa giornata ancora più preziosa. Il verde è d’obbligo, e lei ha scelto una tonalità profonda per il già visto, bellissimo cappotto Alexander McQueen e per il cappellino Lock & Co. aggiungendo accessori neri, e soprattutto la deliziosa spilla trifoglio disegnata da Cartier. Un gioiello che non appartiene alla principessa, né alla Royal Family, ma al reggimento delle Irish Guards, che all’occorrenza la presta alle royal ladies. Veramente, ma veramente chic.
Lunedì scorso altro giorno importante per la Firm, con la celebrazione del Commonwealth Day. Lady Violet già pregustava di ammirare nuove toilette, e invece le signore Windsor sono andate al risparmio, tirando fuori dall’armadio mise già indossate in precedenza.
Sua Maestà la Queen Consort evidentemente sente arrivare la primavera e si veste i un pastelloso rosa Barbie; il soprabito (Fiona Clare) ha una manifattura piuttosto raffinata, ma certo il colore è un po’ too much, forse perché siamo ancora avvolti dai grigi dell’inverno. Apprezzo la scelta di un cappello (come sempre Philip Treacy) di dimensioni contenute visto il tipo di cerimonia, ma in questo caso contribuisce all’effetto bambola, cosa che Camilla sicuramente non è. Mi piacciono molto gli accessori in un freddo greige – la borsa non si vede nella foto ma è una Fendi, la celebre Pikaboo – ma in generale per me è boh. Très chic il re con cravatta armonizzata, ma non rigidamente abbinata, alla mise della sua consorte.
Catherine ha scelto la sicurezza di un look indossato in varie occasioni e differenti colori. Il cappotto rosso (Catherine Walker)caratterizzato dal grande fiocco stilizzato che chiude il collo l’abbiamo visto nel 2021 al concerto di Natale a Westminster Abbey (Le foto del giorno – Together at Christmas) e due anni dopo, sotto un mantello, per la visita di stato del presidente sudcoreano (Royal chic shock e boh – South Korea in UK). Stesso cappotto, naturalmente in nero, e stesso collier di perle appartenuto alla Regina e indossato anche da Diana, al funerale di Prince Philip, Duca di Edimburgo (L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.). Il cappellino, indossato nel tour australiano del 2014, è Gina Foster (brand che non esiste più); il tocco di italianità è dato dalla borsetta MiuMiu, col fiocco pure quella, e le scarpine Gianvito Rossi. Il piacere di vedere Catherine è grande, la mise meno; il cappotto non mi fa impazzire, ha una forma strana e le fa la vita lunghissima. Insomma, boh.
Se non vi ha convinto la scelta del rosso Wales, sappiate che la principessa si è trovata di fronte un contraltare quasi perfetto. La signora che accompagna il Prime Minister è la sua vice Angela Rayner. Lo so, è vestita male, ma questa donna ha un passato molto impegnativo: nata in una famiglia in grande difficoltà economica e non solo, una madre con problemi psichiatrici, cresciuta in una casa popolare dalla nonna, che faceva tre lavori per sfamare lei e i suoi fratelli. Angela ha lasciato la scuola a 16 anni, incinta e senza titolo di studio. Quello che è – e quello che ha – se lo è costruito da sé, e amen se non è anche chic. Unico appunto; ma chi la veste, chi le ha venduto (o realizzato) quel cappotto non poteva stare più attento? Shock, ma alla fine who cares?
Assente la Duchessa di Edimburgo, impegnata negli USA, c’era la Princess Royal con una delle sue classiche mise multitasking: cappotto in tessuto fantasia classicamente anni ’80, decennio da cui immagino questo capetto arriva direttamente, compreso di collo sovrapposto e abbottonatura laterale, corredato da un cappellino sobriamente vezzoso; un po’ troppo, per il rigore del cappotto, ma lei è così, la si ama o la si odia, e noi la amiamo. Sul cappotto splende una spilla a forma definita “stalattite” ricevuta in dono dai genitori per le nozze con Mark Phillips nel 1973, tanto per non dimenticare mai da dove si viene. Impossibile costringerla negli angusti spazi chic shock e boh.
Esauriti i compiti di rappresentanza, immagino che Anne si sia precipitata a Cheltenham, la città del Gloucestershire che a marzo ospita il famoso Festival, No, non pensate a Sanremo, si tratta di una settimana di corse di cavalli, manifestazione che apre la stagione che culminerà con Ascot. Oltre alla principessa, manca di rado anche la figlia Zara, ottima amazzone, che il secondo giorno è stata raggiunta dalla cugina Eugenie. In questa foto, che potremmo intitolare Rapsodia in bordeauxZara è chic in completo pantalone grigio (Laura Green) dolcevita in cashmere, uno dei capisaldi della stagione che sta finendo (Karen Millen), cappellino con freccia (Juliette Millinery), la clutch è Strathberry, brand che ama molto e indossa spesso. Eugenie invece è boh: bello ma un po’ troppo lungo – guardate la manica – il classico cappotto Hobbs, e veramente troppo alto, o messo male, il pillbox Emily London. Solidarietà al di lei marito Jack Brooksbank, che ha preferito la palette blu senza traccia di bordeaux.
La sorella di Eugenie, Beatrice, è ricomparsa in pubblico per la prima volta il 6 marzo, a un paio di mesi dalla nascita della seconda figlia Athena. Col marito Edo Mapelli Mozzi ha partecipato al Borne’s Wonderland Gala, una serata di raccolta fondi dedicata ai bimbi nati prematuri, proprio come Athena. Mi piace l’idea del midi da sera; il completo con gonna di raso e giacca di tweed di Self Portrait non è entusiasmante ma Beatrice è comunque graziosa; belle le scarpe di Jennifer Chamandi – brand British che sostiene il made in Italy – e soprattutto la clutch Roger Vivier, storica maison francese che ora fa parte del gruppo Tod’s. Per me è boh, ma lasciatemi aggiungere una cosa. In questi giorni si è diffusa la notizia di una crisi matrimoniale tra i due, notizia che Oggi ha preso da tabloid di non primissimo piano ed è stata rilanciata da altri. Al momento non ci sono prove, né testimoni, né altro, se non il fatto che lui starebbe spesso fuori casa per lavoro. Un po’ poco, direi, questo è proprio il gossip che non amo, e non trovo neppure divertente
Sono passati già tredici anni dal terribile incidente sugli sci di Friso, fratello minore di Willem-Alexander d’Olanda; ad agosto ne saranno trascorsi dodici dalla sua morte. In tutti questi anni la moglie Mabel e la madre Beatrix sono state sempre particolarmente unite; la ex sovrana ha ottimi rapporti con tutte e tre le sue nuore, ma immagino che la vedova del secondogenito abbia un posto particolar nel suo cuore. Friso aveva studiato ingegneria – meccanica a Berkeley e aerospaziale a Delft – e in sua memoria Mabel ha promosso la nascita di un premio destinato a team di studenti in ingegneria che si siano distinti per “spirito di squadra, forza innovativa, impatto sociale e competenza”. Mercoledì, alla consegna del riconoscimento, suocera e nuora sono apparse ancora un volta affiatate e sorridenti. In splendida forma l’ottantasettenne regina emerita, in mantella e pantaloni neri illuminati da una blusa azzurra, e il tocco delle scarpine ricamate. Chic. Mabel ha scelto un total look Missoni: pantaloni, canotta e cardigan lungo nel classico motivo chevron. A me questa donna piace moltissimo, mi piacciono il suo coraggio, la sua forza, la sua intelligenza, la sua verve. Ho adorato, e sempre adorerò, quel favoloso abito da sposa pieno di fiocchi creato da Victor e Rolf, che lei indossò con un brio unico; mi ha sempre fatto pensare alla commedia di Natalia Ginzburg, Ti ho sposato per allegria. Tutto ciò premesso, quest’insieme non mi convince fino in fondo, quindi boh.
Nella sala del trono del Palais Royal di Bruxelles si è tenuto il concerto di primavera, e Mathilde ha scelto una tonalità tra rosa e lilla molto primaverile, un completo pantaloni che visto da lontano non sembra male. Quando poi si guarda meglio questa mise, creata da Natan (e chi sennò?) e una domanda sorge spontanea: perché?
Eppure i pantaloni non sarebbero male, ma poi vengono terremotati da un blusa in tessuto paillettato e arricciato in un drappeggio senza senso. E consentitemi di dire che quel colore è piuttosto pericoloso: dona a poche, e la Reine non è tra quelle. Inutile la clutch Dior, che non la salva dallo shock.
Il mese prossimo porterà con sé due importanti compleanni: gireranno la gloriosa boa dei 18 anni due deliziose fanciulle, che oltre all’età hanno in comune l’essere secondogenite, figlie cadette, insomma due spares. Il 21 aprile è il gran giorno di Isabella di Danimarca mentre otto giorni dopo, il 29, tocca a Sofía di Spagna. E se nulla si sa dei festeggiamenti per la Infanta, la Casa reale danese ha già pubblicato il programma delle celebrazioni per Isabella.
(Ph: Steen Evald, Kongehuset)
Il suo compleanno cade il giorno dopo Pasqua, e forse per questo i festeggiamenti sono stati anticipati. Venerdì 11 aprile alle 14.00 il municipio di Aarhus si aprirà ai giovani creativi: musicisti e danzatori emergenti si esibiranno per gli ospiti, studenti delle scuole professionali prepareranno il rinfresco e non mancherà una sfilata di moda sostenibile realizzata con materiali innovativi curata dai nuovi talenti della moda. Un centinaio gli ospiti provenienti da associazioni giovanili e istituti scolastici della città, cui se ne aggiungeranno altri 50 estratti a sorte.
La sera di martedì 15 aprile la principessa, i sovrani e il resto della famiglia assisteranno a uno spettacolo messo in scena al Det Kngelige Teater, il teatro reale. Anche in questo caso saranno i giovani performer ad animare la scena, davanti ai reali e a un migliaio di giovani connazionali tra i 17 e i 24 anni, che avranno la possibilità di ottenere il loro biglietto tramite lotteria. Insomma una festa di giovani, che è sempre la cosa più giusta e allegra.
(Ph: Casa de S.M. El Rey)
Classico understatement di famiglia invece per l’Infanta Sofía che sta concludendo il ciclo di studi superiori al prestigioso UWC Atlantic College in Galles, i cui progetti per il compleanno restano avvolti nel mistero. A dicembre l’altissima fanciulla ha sostenuto il suo primo impegno ufficiale in solitaria, la consegna dei premi al concorso fotografico Objetivo Patrimonio, il che ci fa pensare a un suo progressivo coinvolgimento nelle attività della Corona, modulato sulle scelte che verranno fatte nel prosieguo della sua formazione. Sofía potrebbe seguire le orme della sorella maggiore e seguire un addestramento militare, o iscriversi all’università, magari all’estero come fece suo padre. O magari ci stupirà con qualcosa di totalmente inatteso, vedremo!
(Ph: RVD/Z.M. de Koning)
In aprile festeggerà i 18 anni anche un’altra principessa, Ariane dei Paesi Bassi. Il suo compleanno è il 10 e non oso immaginare cosa si inventerà Máxima per la piccola di casa. La principessa olandese studia a sua volta all’UWC, United World College, ma ha scelto la sede di Trieste. Diversamente da Isabella e Sofía lei non è esattamente the spare essendo la terzogenita dei sovrani e dunque la terza in linea di successione; e si sa, più il trono si allontana più la libertà di scelta aumenta. Anche nel suo caso, staremo a vedere, ma quello che mi piacerebbe davvero è che queste ragazze interpretassero in modo nuovo il loro ruolo soprattutto, naturalmente, se dovessero avessero parte attiva nelle loro famiglie, a sostegno di fratello e sorelle sul trono. Il modello alla fine c’è, ed è una donna: la sublime Princess Royal, l’incrollabile Anne.
E a proposito di Royal Family, e di spare, alcuni di voi hanno chiesto il mio parere sulla spare’s consort e sul suo programma di lifestyle With love, Meghan, disponibile da qualche giorno su Netflix, per cui oggi ho guardato il primo episodiio. Premessa 1: non mi appassiona la tenzone Kate vs Meghan, che penso, aldilà delle intenzioni delle protagoniste sia costantemente attizzata da certa stampa e rinfocolata da chi è certo che il proprio parere faccia giurisprudenza. Premessa 2: forse anche a causa della notte insonne appena trascorsa ho seriamente rischiato di addormentarmi sul divano. Eviterò di soffermarmi sui dettagli: i gioielli indossati dalla duchessa, le sue mise, o le ricette un po’ così, a partire dalla pasta con pomodorini e buccia di limone cotta direttamente in padella aggiungendo acqua dal bollitore. Si tratta di una ricetta molto simile a quella della britannica Anna Jones ( https://annajones.co.uk/recipes/kale-tomato-and-lemon-zest-one-pot-spaghetti) che peraltro riscuote un certo successo tra chi l’ha provata.
E qui consentitemi un brevissimo discorso serio: ignoro quale sia il target del programma, che immagino dedicato a un pubblico probabilmente statunitense, comunque extraeuropeo. Il lifestyle è inestricabilmente intrecciato alla cultura di provenienza, per cui pensare che uno abbia ragione e sappia “come si fa” mentre tutti gli altri no, non ha francamente alcun senso. Nessun giapponese pensa che nel resto del mondo si debba prendere il tè secondo la tradizionale suggestiva cerimonia nipponica, e naturalmente culture più antiche e complesse tendono a considerare le altre un po’ naif. Quello che invece mi ha colpito davvero è la sostanziale inutilità dell’insieme, tutto visto e stravisto; e da decenni, per quanto mi riguarda. Uso eccessivo dell’enfasi – tutto è incedibile, meraviglioso, stupendo – paragoni azzardati “i piselli come perle verdi” le candele fatte a mano (le fa anche la madre del Presidente del Consiglio, ma almeno lei lei vende nei mercati, e viva la faccia). Mi è tornato in mente che negli anni ’80, quelli dell’edonismo reganiano e della Milano da bere, le riviste femminili pubblicavano inserti dove le signore del gran mondo (o medio, aspiranti a una promozione) illustravano il loro modo di ricevere, le mise en place coi piatti “di famiglia” – magari comprati la settimana prima – le ricette della nonna, di solito di gran qualità su questo la nostra tradizione è praticamente imbattibile. Pubblicazioni piacevoli, che collezionavo prendendo qualche spunto, soprattutto per le tavole. Ma appunto, parliamo di quarant’anni fa. Insomma, mi chiedo perché persone con quella visibilità, quella disponibilità economica, quella (giusta) ambizione non si affidino a qualcuno in grado di inventare qualcosa di nuovo, più interessante, meno scontato. Non sorprende che, pur tra le tante critiche, il programma per ora abbia comunque un suo successo, quello che fa Meghan desta ancora interesse, e di questo beneficiano senz’altro, ad esempio, i prodotti usati. Quanto a me, non credo vedrò il secondo episodio; ma d’altronde non penso avessero in mente Lady Violet come pubblico di riferimento.
Lo so che queste foto sembrano tutte uguali: il re, avvolto in uno dei suoi vecchi eleganti cappotti, l’ombrello – di solito quello del napoletanissimo Talarico – come tocco british e piccolo ausilio ai suoi passi va alla funzione domenicale nella chiesa di St Mary Magdalene, nei pressi della tenuta di Sandringham. Vi posso assicurare però che la foto è stata scattata questa mattina e devo dire che in questo periodo di gran trambusto immagini del genere mi appaiono particolarmente rasserenanti.
(Ph: Geoff Robinson)
A Sandringham oggi è avvenuto anche qualcosa di più politicamente rilevante: il sovrano ha ricevuto il presidente ucraino Zelensky, a Londra da ieri per partecipare al summit con capi di stato e governo per la pace in Ucraina. Charles, notoriamente uno degli uomini più chic del pianeta, è altrettanto notoriamente un gran signore, qualità che purtroppo non è così diffusa come si potrebbe desiderare.
(Ph: Getty Images)
Non risulta dunque che egli abbia considerato inadeguata la mise del presidente ucraino, in tenuta casual/militare come suo solito da tre anni a questa parte. Una tenuta che egli stesso ha dichiarato sarà sostituita da abiti civili quando finalmente la guerra finirà: scelta non approvata da molti – cosa immagino gli interessi il giusto, cioè nulla – ma che non mi sembra neanche da commentare nella sua ovvia determinazione di ricordare ovunque e a chiunque la situazione di guerra che vive il suo Paese. Detto questo, ma che meraviglia è questo salotto? E quel camino?
C’è anche un’altra piccola notizia che riguarda il re, e piacerà a molti amici di Lady Violet. È noto quanto la Royal Family ami gli animali, e praticamente tutti i suoi membri hanno e hanno avuto cani. Se i corgi sono indissolubilmente legati al ricordo di The Queen (Dog save the Queen!) è noto che la Queen Consort abbia un debole per i Jack Russell. Camilla ne aveva due, Beth e Bluebell, adottati da un canile di cui ha il patronage, che hanno avuto l’onore di essere riprodotti sull’abito con cui è stata incoronata (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies). Qualche mese fa Beth è volata sul ponte dell’arcobaleno, e di recente a Palazzo è arrivata una nuova cucciola, che è stata chiamata Moley.
In tutto questo paradiso dei cani di Charles si è sempre saputo poco. Poco dopo le nozze con Diana l’allora Principe di Galles aveva adottato anche lui un Jack Russell, Tigga, sopravvissuto al matrimonio e pure alla povera Diana, e scomparso nel 2002 alla bella età di 18 anni.
Bene, dopo più di vent’anni il re ha un nuovo compagno che gli è stato donato qualche settimana fa. Si chiama Snuff, e sapete che razza è? Un lagotto! Nome completo Lagotto Romagnolo, è una razza italianissima nata nell’area tra Ravenna e Comacchio, area che i sovrani britannici visiteranno il mese prossimo. Ed è anche molto amata dai lettori di Lady Violet. A questo punto non vedo l’ora di conoscere Snuff, almeno in foto!
Cari ospiti del sofà di Lady Violet, mi sono assentata qualche giorno – un breve viaggio e contemporaneamente un piccolo infortunio che non mi consente di stare a lungo al pc – ed ecco che un’altra principessina è arrivata, prima di quanto ci potessimo aspettare, visto che la fotografia della mamma incinta era apparsa solo tre settimane fa (Belle notizie).
Ed è così che i sovrani di Giordania sono diventati nonni per la seconda volta: tre giorni fa è nata ad Amman la piccola Amina, primogenita della principessa Iman e del marito Jamaal, con l’imperdibile copertura social di nonna Rania. In meno di 20 giorni sono nate tre piccole royal – Athena Mapelli Mozzi il 29 gennaio, Ines di Svezia il 7 febbraio e Amina il 16 – consideriamolo un segno di pace e speranza, e soprattutto speranza nella pace.
Sessantacinque anni fa invece non c’erano i social, e la comunicazione era senz’altro più sobria – si diceva che una vera signora doveva comparire sui giornali solo tre volte e per tre precisi motivi: nascita, matrimonio e morte – eppure quel lontano venerdì di fine inverno la notizia, almeno nel Regno Unito, ha la sua rilevanza. Alle tre e mezza del pomeriggio vede la luce a Buckingham Palace Andrew Albert Christian Edward, primo principe a nascere da un sovrano in carica dai tempi di Queen Victoria. Il pupo, secondo maschio di Queen Elizabeth II e di Prince Philip, scavalca la sorella maggiore Anne e diventa the spare, mentre Charles resta the heir. Pessima mossa, ancorché obbligata. Bello, allegro, sfrontato, tutto il contrario del meno aitante e più melanconico Charles. E infatti sembra che il cadetto si lamenti spesso della sua collocazione, affermando di poter essere un re migliore del fratello. All’inizio sembra avere un suo perché (e Lady Violet confessa un certo, come dire, interesse nei suoi confronti). Negli anni dell’adolescenza non si comporta male, soprattutto a Gordonstoun, la scuola superiore già frequentata dal padre e dal fratello (che la odiava), dove la cura del fisico è importante quanto la formazione culturale, se non di più. Riesce persino a diventare un eroe, partecipando alla guerra lampo contro l’Argentina per il possesso delle isole Falklands/Malvinas. Sposa la rossa Sarah, diventa padre, e sembra avviato alla vita un po’ noiosa e un po’ inutile del figlio cadetto di due genitori di quel calibro. Il divorzia arriva presto, e probabilmente neanche per colpa sua, poi inizia una lenta costante discesa. L’improvvisazione, l’arroganza, la mancanza di cultura diventano le caratteristiche che lo contraddistinguono.
Ma c’è di peggio, di molto peggio. L’amicizia con Jeffrey Epstein, milionario di origine più dubbia del suo patrimonio, pedofilo e spacciatore di carne umana, meglio se minorenne. Epstein muore in carcere nel 2019, ma la sua ombra si stende inesorabile sulla vita del vita del principe, che pensa di poter gestire lo scandalo – in effetti ha sempre pensato di essere al di sopra di tutto e tutti – decide di fare a modo suo e ovviamente lo fa malissimo. A novembre del 2019 compare sugli schermi della BBC, intervistato da Emily Maitlis, ed è il disastro: i sudditi e il resto del mondo vedono un uomo bugiardo, arrogante, con poco cervello, pochi modi e molta boria. Una catastrofe, che lo costringe ad annullare i sontuosi festeggiamenti per i sessant’anni, nel 2020 (Le foto del giorno – 19 febbraio). Allora però ricevette gli auguri pubblici dalla Famiglia, che oggi si è ben guardata dal farglieli. E temo che si sia pure offeso, e ancor una volta non abbia capito nulla.
(Ph: Glyn Kirk/Pool/AFP via Getty Images)
Se questa storia vi interessa e volte saperne di più, c’è una miniserie, A very royal scandal, che dovrebbe essere visibile su TimVision, perciò non l’ho ancora visto. Altrimenti potete leggere Courtiers di Valentine Low, royal correspondent del Times che rivela parecchi retroscena, da prendere naturalmente sempre con un po’ di misura. C’è anche in italiano, si intitola Cortigiani ed è edito da PiEmme.
Qualcuna di voi si è già imbattuta in qualche spiffero sulla notizia che ora è confermata dal Foreign Office: in primavera Charles e Camilla saranno in Italia per quella che è la loro prima visita ufficiale dell’anno.
L’ultima volta che la coppia venne era il 2017, e loro erano ancora il Principe di Galles e la Duchessa di Cornovaglia. Questa volta il loro status è cambiato, e fatemi dire che ogni viaggio all’estero di His Majesty The King mi fa ben sperare sul suo stato di salute.
Non è ancora stato reso noto il programma, ma sicuramente i sovrani saranno ricevuto da Papa Francesco in Vaticano, e visiteranno la Cappella Sistina; essendo Charles il capo della Chiesa Anglicana, sarà interessante anche in termini di protocollo (e di dress code). Si parla anche di impegni privati nei quattro giorni – e non sono pochi – previsti per il royal tour.
Le date precise non sono ancora state annunciate, ma la stampa britannica dà per certo il fatto che la coppia festeggerà nel Bel Paese il ventesimo anniversario di matrimonio, che cade il 9 aprile. Romanticoni!
Athena Elizabeth Rose Mapelli Mozzi, figlia di Beatrice di York e del marito Edoardo Mapelli Mozzi è nata la scorsa settimana a Londra, al Chelsea and Westminster Hospital. Attesa per l’inizio della primavera è arrivata invece in pieno inverno e i fratelli maggiori Woolfie e Sienna sono già pazzi di lei. Lo annuncia l’orgoglioso padre sul suo profilo IG; dalle sue parole Lay Violet si è fatta l’idea che la bimba sia arrivata in anticipo sulla data prevista, ma l’importante è che tutto sia andato bene e lei e la sua mamma siano in salute.
A quello del padre si è unito l’annuncio della Royal Family, che aggiunge altre informazioni: la piccola è nata il 22 gennaio alle ore 12.57; pesava 4 pounds and 5 ounces 4 libbre e 5 once, che dovrebbero essere poco meno di due chili.
Il nome mi piace moltissimo, e una cosa che mi sorprende è come membri di famiglie reali diverse scelgano lo stesso nome per i loro bimbi: l’anno scorso era Victoire, scelto per le loro primogenite da Louis Ducruet e da Alexandra del Lussemburgo (e dai loro consorti, of course) ora arriva una nuova Athena a far compagnia all’omonima danese, figlia di Joachim e Marie, che il 24 gennaio ha compiuto 13 anni.
Alla piccola Athena (e naturalmente anche alla più grande) l’augurio di salute, gioia e saggezza.
Oggi è il 25 gennaio, e non è un giorno come gli altri per gli appassionati di letteratura, soprattutto in lingua inglese. Il 25 gennaio 1882 nasce a Londra Adeline Virginia Stephen, che diventerà una delle più grandi scrittici del ‘900 col cognome del marito, Leonard Woolf. Uno dei grandi amori di Lady Violet, che ebbe la fortuna di studiarla con meravigliosi insegnanti per il corso di letteratura inglese all’università.
Centoventitre anni prima di Virginia, nello stesso giorno era nato nel villaggio scozzese di Alloway Robert Burns, poeta nazionale scozzese. In suo onore ogni anno si celebra la Burns Night, un incontro conviviale (Burns Supper) in cui si mangia haggis, il piatto tipico delle Highlands, si beve ovviamente whisky, e si declamano le sue poesie (ne parlammo qui: La foto del giorno – 25 gennaio).
(Ph: Millie Pilkington)
Oggi anche Charles III rende onore al grande poeta con questa bella fotografia scattata da Millie Pilkington nella biblioteca del castello di Balmoral. Indossa un nuovo tartan, il Balmoral Glen Gelder, creato su sua richiesta dalla designer Araminta Campbell e presentato lo scorso 14 novembre, giorno del suo compleanno (se vi piace, tra poco sarà in vendita nello shop di Balmoral).
Lady Violet non può fare a meno di pensare che dietro la fotografia ci sia lo zampino della Queen Consort, grande appassionata di libri e lettura; e certi amori, si sa, durano tutta la vita.
Come quello tra Charles e Camilla, sposati in seconde nozze a più di trent’anni dal loro primo incontro, primi sovrani divorziati e risposati. Che stanno per essere imitati da Nikolaos di Grecia e Chrysi Vardinoyannis, entrambi al secondo matrimonio. La sposa ha due figli mentre Nikolaos non ne ha avuti dal lungo legame con l’ex moglie Tatiana, e l’accelerazione impressa alle nuove nozze – che verranno celebrate tra meno di due settimane, il 7 febbraio, senza aspettare neanche San Valentino – ha fatto pensare a molti che ci sia un royal baby in viaggio.
Quanto a Lady Violet, stasera andrà a una cena con sciarpa scozzese comprata a Edimburgo, e al ritorno riprenderà uno dei libri di Virginia Woolf, perché l’amore per la lettura è uno di quelli che non ti abbandonano mai. E in fondo pure quello per il tartan.
Dopo la frenesia delle feste di fine anno a gennaio la ripartenza avviene con una certa lentezza anche nel modo royal: non molte occasioni e non tutte di particolare rilievo. Con qualche notevole eccezione, naturalmente.
Il piccolo regno dei Grimaldi inizia l’anno nuovo con diversi impegni, sia pubblici sia privati: il 27 la festa di Sainte Dévote, patrona del Principato e della Famille princière, e una serie di compleanni: il 23 Caroline compie 68 anni, il 25 Charlène raggiunge i 47 e il 1 febbraio Stéphanie gira la boa dei 60. Intanto giovedì scorso i sovrani hanno celebrato i 25 anni del Grimaldi Forum, principale centro culturale e congressuale del Principato. Per la serata Charlène ha scelto uno smoking doppiopetto della maison Crisoni, sartoria monegasca che veste principalmente gli uomini con capi su misura o ready to wear. Di impronta maschile la mise della principessa: giacca da sera in velluto bordeaux con revers di raso, nero come i pantaloni, anch’essi in velluto. Mi piace molto l’idea, e lei ha sicuramente la struttura fisica giusta, ma la realizzazione mi perplime, soprattutto per la giacca che tira sul punto vita. Belle le scarpe Dior, anonima ma corretta la clutch Akris. Boh, ma comunque meglio del completo bluette del marito.
(Ph: Casa de S.M. el Rey)
La Spagna il 6 gennaio celebra tradizionalmente le Forze Armate nel giorno della Pascua Militar. È una di quelle occasioni che richiedono il famigerato lungo da giorno, per cui il disastro è sempre in agguato. Letizia ha puntato sul colore dell’anno, il bordeaux, abbinando un pulloverino di cachemire Falconeri a una gonna a portafoglio che ha già indossato in occasioni analoghe.
Completa il tutto una pelliccetta, immagino – e spero – sintetica. La giacca non mi fa impazzire ma trovo la scelta della mise azzeccata, molto minimale come in fondo è lei. Il resto lo fanno le perle del collier, parte delle joyas de pasar, e gli orecchini perle e diamanti di Ansorena, celeberrima maison di gioiellieri al servizio dei sovrani da un secolo e mezzo abbondante. Chic.
(Ph: Casa de S.M. el Rey)
Altro appuntamento, stesso dress code, risultato diverso. Il 9 gennaio i saloni del Palacio Real si aprono per i membri del Corpo Diplomatico accreditato a Madrid. La Reina opta per una camicia bianca – la stessa indossata al San Carlo di Napoli qualche settimana prima: Royal chic shock e boh – Festa! (parte terza) – con una svolazzante gonna bluette. Non mi piace affatto, shock.
(Ph: Casa de S.M. el Rey)
Gennaio ha segnato per Los Reyes anche la partenza della figlia ed erede Leonor per la crociera di addestramento da guardiamarina (Le foto del giorno – Che emozione!). Archiviata la commozione si torna al lavoro: mercoledì 15 la Reina ha partecipato a un evento organizzato dalla fondazione BBVA per il microcredito, dedicato a piccoli coltivatori spagnoli e di alcuni paesi dell’America Latina. Letizia ha riproposto una mise già indossata in precedenza: un abito di tweed di una lunghezza che ammazzerebbe qualunque gamba, regale o plebea. Non fa eccezione, ahimè, la Reina ulteriormente penalizzata dalle scarpine col tacco a rocchetto, che come quasi tutti i suoi accessori sono firmate Magrit. Forse la situazione si poteva salvare con un paio di stivali, ma così è inevitabilmente shock.
(Ph: Albert Nieboer Nethelands/Point de Vue)
Discorso a parte per la Danimarca: gennaio da più di mezzo secolo è il mese in cui il sovrano celebra l’ascesa al trono, e nello stesso giorno: 14 gennaio 1972 Margarethe II, 14 gennaio 2024 Frederik X. Inoltre il mese inizia con vari ricevimenti di gala, in abiti da sera, e a volte è anche un bel vedere. Poi ti ritrovi Mary, il cui stile ha fatto versare fiumi d’inchiostro nell’emisfero boreale, e pure in quello australe dal quale proviene, che riceve il Corpo Diplomatico con un vestitone in broccato dorato (Teri Jon by Rickie Freeman) – uno di quei modelli che mio padre definiva l’anno scorso a Marienbad – e ci infila sotto un dolcevita. Che quest’anno va praticamente dappertutto, ma non ESATTAMENTE dappertutto. Shock.
Terzo gala – questa volta gli ospiti erano un migliaio di autorità di vario livello – terzo abito, senza alcuna sorpresa: Mary ha riutilizzato una mise già ampiamente sfruttata: gonna Julie Fagerholt abbinata a una blusa Birgit Hallstein. La gonna nasce come parte di un completo con giacchino, bruttarello anzicheno, poi fortunatamente sostituito da questa blusa. Non mi fa impazzire ma lei, saranno i capelli sciolti, sembra più giovane e lo stile è indubbiamente il suo. Poi il tessuto della gonna a me non piace, ma la linea la salva, chic.
Loro saranno tra i protagonisti del nuovo anno, ed eccoli schierati per il gala di inizio anno in Lussemburgo, in onore di politici, giudici, Corpo Diplomatico. La Granduchessa uscente, Maria Teresa, ha scelto un abito stile prendisole a grandi fiori del defunto Oscar de la Renta, cui forse la legano anche le comuni origine caraibiche (Cuba lei, Santo Domingo lui) e lo stile di vita internazionale. Opportunamente accessoriato con stola di chiffon nero, che non è ahimè sufficiente a coprire l’orrore della fascia dell’Ordine del Leone d’oro di Nassau infilata sotto la spallina. No dai, shock. Della Granduchessa uscente che vogliamo dire? Sicuramente meglio del solito – peggio non sarebbe facilissimo – Stéphanie indossa un abito bianco a mezze maniche senza infamia e senza lode. Boh di incoraggiamento.
L’abbiamo trascurata un po’, e allora eccola nello splendore: Máxima nel più puro stile Máxima. Sinfonia di tonalità dal rosso intenso al bordeaux per una mise composta da tutti capi già indossati: cappotto Max Mara (bellissimo) gonna e blusa Natan, scarpe Gianvito Rossi, borsa Sophie Habsburg, cappello Fabienne Delvigne. Sarebbe chic, se non fosse per l’occasione.
Perché la sovrana era in visita alla Royal Cosun, premiata cooperativa specializzata nella coltura di patate, barbabietole da zucchero, radici di cicoria a favette. Alzi la mano chi di voi non ha mangiato almeno una volta fave e cicoria così abbigliata! Un grande, grandissimo, enorme boh.
In ultimo ma certamente non ultima la Principessa di Galles. Questa settimana è arrivata la notizia che aspettavamo: la sua malattia è in remissione. In visita all’ospedale oncologico Marsden, dove è stata trattata lei stessa, Catherine ha sfoggiato uno splendido cappotto, che è pure di un brand italiano, Blazé Milano; guardate il dettaglio delle tasche e della vita con coulisse elasticata. Sotto pullover a collo alto in cashmere scozzese Kiltane, gonna Edeline Lee, borsetta Asprey. L’unica cosa che non mi piace sono le scarpine Russell and Bromley, poco adatte sia allo stile sia alla lunghezza della mise. Particolare francamente ininfluente dato il contesto. Chic, e bentornata!
Chiedo venia per il ritardo, probabilmente ormai lo sapete tutti, ma siccome ho aspettato un anno per scrivere questo post, lo scrivo comunque.
Catherine e’ guarita!
Oggi è stato un giorno per me pieno di impegni; sono uscita con la notizia che la Principessa di Galles – che ha appena compiuto 43 anni – aveva scelto come prima uscita pubblica la visita al Royal Marsden, l’ospedale oncologico in cui è stata curata e che è appena diventato patronage dei futuri sovrani.
Rientro a casa e scopro che Catherine ha annunciato di essere in remissione. Perdonatemi se non aggiungo nulla, ogni commento sarebbe superfluo.
Ma auguro a chiunque si trovi nella stessa situazione di poter vivere la stessa gioia. Presto.