Ma in questa atmosfera natalizia tutta zucchero e cannella, un momento Grinch ce lo vogliamo mettere? Io un post lo faccio, e lo dedico alle Christmas card, ma quelle che non ti aspetti. Andiamo per ordine.
Christmas card vorrei ma non posso

La categoria “vorrei ma non posso” è, inutile negarlo, una delle più diffuse tra i quasi 8 miliardi che popolano questo pianeta, e anche assolutamente trasversale. Se le famiglie regnanti hanno ovviamente la necessità di inviare o ricambiare gli auguri a una pletora di istituzioni e persone a vario titolo coinvolte nelle attività del regno, quelli che non regnano più – o che magari non hanno mai regnato – sarebbero forse più eleganti a mantenere un profilo un pochino più basso. Questa riflessione mi è stata stimolata dalla Christmas card di Pavlos e Marie Chantal di Greci, eterni eredi di un trono che non c’è, come l’isola di Peter Pan. Con l’aggravante che gran parte del popolo greco è fieramente determinato a negare alla royal family anche i titoli di cortesia: sotto i post che li riguardano state certi di trovare sempre commenti sul fatto che la Grecia è una repubblica e i titoli reali non hanno alcuna ragion d’essere.

E ci aggiungerei anche che sembra proprio che nessuno dei cinque figli del Diadoco parli la meravigliosa lingua greca, il che ovviamente non può essere elemento gradito agli Elleni. Insomma il tutto suona un po’ come una non necessaria ostentazione. Intendiamoci, non sono i soli, certe abitudini sono frequenti anche tra i commoner; ricordo una coppia che definiva “residenza estiva” la casetta al mare in una popolare cittadina adriatica. Più tardi ho conosciuto una signora che pretendeva dalla segretaria del marito di rinviare un banalissimo appuntamento “per precedenti impegni istituzionali”. La signora lavorava come sportellista alle Poste. A questo punto manifesto la mia delusione nei confronti dei Duchi di Castro, Borbone due Sicilie, che ci stanno lasciando a bocca asciutta; non si fa così, alla loro Christmas card tenevo proprio!
Christmas card i furbetti del bigliettino

Discorso un po’ diverso per i Sussex, dei qualche circola lo screenshot di quello che deve essere un biglietto virtuale inviato per posta elettronica. Harry e Meghan vi appaiono sorridenti e trionfanti nella serata conclusiva degli Invictus Games, senza dubbio il loro maggior successo dell’anno. Gli auguri sono anche a nome di Archewell, la loro fondazione attualmente in non calmissime acque, ed è naturalmente corretto, addirittura opportuno, che si ringraziano tutti colori che hanno collaborato e hanno mostrato il loro supporto. Il che ha comunque il vantaggio di far girare la loro Christmas card, non proprio royal ma quasi. Ottima mossa.
Christmas card non soffro di cervicale

Quest’anno Edward e Sophie, già Conti di Wessex, sono (finalmente) diventati Duchi di Edimburgo, e sul loro biglietto di auguri, pubblicato da Richard Eden del Daily Mail, hanno messo una foto presa il giorno in cui è stata resa nota l’assegnazione del nuovo titolo. I neoduchi erano nella capitale scozzese e stavano assistendo al concerto di un coro ucraino; immagino la performance li abbia deliziati a tal punto da essersi trasformata in una esperienza quasi mistica. Io non ho capito come è composto il biglietto – di solito sono cartoncini doppi, ma se in apertura c’è il loro stilizzatissimo monogramma, e su una faccia c’è la foto di cui sopra, su un’altra troneggia una doppia fotografia che li ritrae impegnati in una delle loro tante attività al servizio della Firm.

Insomma, più un curriculum con foto che un biglietto di auguri, ma loro ci sono simpatici e li perdoniamo.
Christmas card qui comando io

Inviato – e dunque rivelato – tra i primi, se non addirittura per primo, il biglietto della Princess Royal. Lei elegantemente abbigliata in un poco natalizio bianco e blu, il marito Tim discreto e rassicurante come sempre, i due sono seduti davanti a uno splendido camino, esempio di coppia solida che divide tutto. Cioè, quasi, perché il biglietto lo firma solo lei. In effetti sembra che lui firmi i biglietti inviati agli amici e ai famigli, questo, ricevuto (e immediatamente reso pubblico) dal Reliant Motor Club, è a nome della sola Anne. E ci siamo capiti.
Christmas card sorpresa!

Che cosa c’è di più tenero di tre bambini? Tre bambini e un cane! E se il cane è un corgi non ce n’è più per nessuno. I tre giovincelli, Umberto, Amedeo e Isabella di Savoia Aosta, sono i figli di Aimone e Olga di Grecia (notare le iniziali di tutti e cinque che punteggiano il cartoncino). Alla morte del padre Amedeo, il 1 giugno 2021, Aimone gli è subentrato in una serie di ruoli, tra cui quello di pretendente all’inesistente trono d’Italia. Tralasciando le beghe dinastiche savoiarde, non vi sorprenderà sapere che Lady Violet e Purple hanno scelto la loro Christmas card preferita. E magari l’anno prossimo la facciamo pure noi.
Intanto salutiamo il ritorno del Sol Invictus, coraggio, la ruota gira!












Otto giorni dopo i “colleghi” danesi, vanno all’altare loro: Felipe de Borbón y Grecia, erede al trono di Spagna, e Letizia Ortiz Rocasolano, giornalista televisiva rampante e divorziata. Per fortuna il primo matrimonio era stato solo civile, dunque nessun impedimento per il rito religioso nella cattedrale della Almudena. Il periodo del fidanzamento viene funestato dall’attacco terroristico alla stazione di Atocha, e in memoria delle vittime la mattina delle nozze un ufficiale dell’esercito, scortato da due militi della Guardia Real, depone al Bosque de los Ausentes, il memoriale della tragedia, una corona di fiori da parte degli sposi con la dedica Siempre en nuestra memoria, Felipe y Letizia.
La Infanta Cristina, la minore delle due figlie dei sovrani, indossa una abito giallo oro con pardessous in pizzo grigio – i cui trafori consentono di vedere agevolmente i numerosi difetti del sottostante vestito – con una pamela di paglia che sarebbe stata bene sulle spiagge della Versilia negli anni ’60, più scarpe di faille marrone, chissà perché. La salva dal disastro solo la sua bellezza (e quella del marito).
L’Infanta Elena, la sorella maggiore, è meno bella ma ha sposato un uomo di gran gusto, che conosce e ama la moda. La sua mise è un capolavoro di moderna Hispanidad: un completo Christian Lacroix Haute Couture in seta rosa con pizzo e ricami avorio, col tocco scenografico della lunga mantilla nera sorretta da un’altissima peineta. Se proprio vogliamo trovare un difetto, non avrei messo la collana.
Mantilla e peineta anche per la Reina Sofía, elegante in abito lungo di raso champagne con ricami ton sur ton, firmato Margarita Nuez. Accompagna lo sposo, madre e madrina de boda secondo l’uso ispanico. Lui bello come il sole ed emozionato, non sa ancora che sta per passare un antipatico quarto d’ora, perché appena entrati in chiesa su Madrid si scatena un diluvio, così forte che la sposa non riesce ad arrivare. E dunque Felipe, contrariamente a quanto accade nei matrimoni reali dove i tempi sono rigidamente organizzati, è costretto ad aspettare in piedi da solo davanti all’altare, vivendo anche lui quella situazione che imbarazza ogni sposo.
E quando la sposa finalmente arriva al braccio del padre sembra davvero un po’ affogare dentro un abito che appare piuttosto pesante. Lo ha creato il decano dei couturier spagnoli, Manuel Pertegaz, che all’epoca ha 86 anni e veste Letizia con un modello in seta intessuta con un filo d’argento: gonna a trapezio caratterizzata da un ricco ricamo con simboli araldici che ne accentua la linea e prosegue a bordare lo strascico a corolla, che raggiunge i quattro metri e mezzo; il corpetto si apre in un ampio collo che resta dritto ma troppo scostato dal viso della sposa, con l’interno a sua volta ricamato, in contrasto con la relativa semplicità del resto.
Anche i polsini sono ricamati, ma la loro lunghezza contribuisce a creare quella sensazione di un abito troppo grande per una sposa così minuta (e tanto più bassa dello sposo; Letizia porta scarpe di Pura Lopez ricoperte dello stesso tessuto dell’abito, che non hanno ancora i tacchi altissimi che le diventeranno abituali). In testa un velo triangolare in tulle di seta ricamato con spighe e i gigli dei Borbone, dono di nozze di Felipe; per fermarlo Sofía presta alla sposa la Prussian Diamond Tiara che lei stessa ha indossato per le sue nozze quarantadue anni prima. Il disegno grecizzante rimanda alla famiglia ellenica della Reina, anche se il diadema ha un’origine prussiana, essendo stato il dono di nozze del Kaiser alla figlia Victoria Louise che nel 1913 sposò Ernst August von Hannover. La figlia della coppia, Frederika, ricevette in dono la tiara per il matrimonio con Paolo di Grecia per poi donarla a sua volta alla primogenita Sofia. Un gioiello importante e ricco di simboli che secondo me non donava particolarmente alla sposa, accentuando con le sue linee geometriche la spigolosità del viso di Letizia, all’epoca dotata ancora del naso originale.
Caroline de Monaco arriva in chiesa sola soletta. Che fine ha fatto il marito Ernst August? La versione ufficiale parla di un malore, voci insistenti parlano di libagioni eccessive alla cena prenuziale. Bello il cappello, ma la giacca un po’ grande accentua il tono mesto (tutto Chanel, ça va sans dire).
Clotilde Coureau è da poco entrata in casa Savoia ed è diventata mamma. In una delle prime uscite da principessa indossa un completo indefinibile per forma colore tessuto e applicazioni (quelle sulla schiena sono ali?). Peccato, avrebbe potuto distrarre l’attenzione dal suocero Vittorio Emanuele, che tira uno sganassone al cugino Amedeo d’Aosta, reo di avere avuto un posto migliore del suo (essendo cugino di Sofía viene incluso nel gruppo-famiglia), ma fondamentalmente reo di pretendere al trono d’Italia.
Pacificamente parte della famiglia ovviamente i Reali di Grecia, con Marie-Chantal gloriosamente incinta che inalbera un cappello da sogno; non potendo esagerare con l’abito esagera col copricapo, brava!
A proposito di cappelli, a me piace questo (lui è uno dei principi di Bulgaria, Kubrat, con moglie Carla); la mise invece è veramente terribile.
Chi tanto e chi niente: Rania di Giordania arriva da sola, meravigliosamente vestita Givenchy. Però è in lungo e senza cappello, e tanti saluti al dress code.


Lo sposo è Stanislas Fougeron, e domenica i due hanno celebrato il rito nella chiesa di Saint Étienne a Janville, nella Valle della Loira. Nozze religiose, perché la coppia aveva già contratto il matrimonio civile lo scorso 12 marzo, giorno del compleanno di Elena.
Sede del ricevimento lo Château de Villeprévost, nel vicino villaggio di Tillay-le-Péneux, proprietà da secoli della famiglia Fougeron e residenza della coppia.
Anyway, per completezza di informazione, benché sottolineare l’età non è mai elegante, lo sposo ha dodici anni meno della sposa. Dunque lunga vita alla coppia felice e voi ragazze prendete nota: it’s never too late!