Un tea con Lady Violet – Il giorno della Repubblica e della Regina

IMG_20200602_220250Il 2 giugno è una data decisiva per la storia contemporanea d’Italia e del Regno Unito, anche se per ragioni praticamente opposte. Se a Roma il 2 giugno 1946 re Umberto II perde la corona in seguito al referendum che sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica, Queen Elizabeth II indossa per la prima volta la sua a Londra sette anni dopo a Londra nella cerimonia di incoronazione a Westminster Abbey.

Nel suo caso è la St Edward Crown, poi sostituita con la più leggera e sfavillante Imperial State Crown (da quel momento Elizabeth indosserà sempre la seconda, mai più la prima).

Il rito segue una liturgia millenaria ma presenta una novità veramente rivoluzionaria: viene trasmesso in diretta televisiva dalla BBC. I sudditi possono così vedere la cerimonia in tutti i dettagli tranne uno: al momento della sacra unzione la Regina e l’Arcivescovo di Canterbury vengono coperti alla vista da un baldacchino retto da quattro cavalieri dell’Order of the Garter.  Oggi sappiamo qualcosa di più su quel momento grazie a un documentario di un paio di anni fa, dove il Decano dell’Abbazia ha mostrato la piccola bottiglia che contiene l’olio dell’Incoronazione e ne ha svelato gli ingredienti: olio di sesamo in aggiunta a quello d’oliva, profumati con rose, fiori d’arancio, gelsomino, muschio, zibetto e ambra grigia, secondo una ricetta del XVII secolo. coronation oilA proposito di profumi, la sovrana indossa un’essenza a base di rosa inglese creata espressamente, la cui formulazione è rimasta riservata. Il famoso naso Laura Tosatto ha avuto accesso agli archivi e ha potuto riprodurre in minima quantità quel profumo, ribattezzato Lilibet e distribuito in occasione del lancio del libro Elisabetta l’ultima regina pubblicato da Vittorio Sabadin per UTET. E indovinate chi ne ha un’esemplare? (ricordate, nella vita i buoni amici sono più preziosi di una corona).

Quel 2 giugno del ’53 Elizabeth ha solo 27 anni, ed è il terzo più giovane monarca del mondo (dopo Rama IX, di un anno più giovane, che regna sulla Thailandia dal 1946, e Baudouin salito sul sul trono Belga nel 1951, a soli ventuno anni). È molto graziosa, e veramente splendida nel sontuoso abito che Norman Hartnell crea per lei, ricco di riferimenti simbolici ricamati in seta, perle e pietre preziose. Deve naturalmente risultare impeccabile, e vanno considerate la durata della cerimonia (tre ore abbondanti); la luce naturale delle strade affollate di gente che vuole festeggiare la sovrana e quelle artificiali di Westminster; e ovviamente le riprese televisive, in bianco e nero e a colori (queste ultime furono un test, e un solo gruppo di persone al mondo ebbe il privilegio di vedere l’Incoronazione a colori: i piccoli ricoverati e lo staff dell’ospedale pediatrico londinese di Great Ormonde Street). queen elizabeth coronation 2Elizabeth ha una consulente di fiducia, l’australiana Thelma Holland, moglie del figlio minore di Oscar Wilde ma soprattutto direttrice dell’elegante salone Cyclax – uno dei più longevi beauty brand britannici – nel cuore chic della capitale. Dopo uno studio di mesi si decide per un look naturale, che non alteri l’aspetto della Regina, incentrato su tre punti: l’incarnato perfetto, da vera English rose; le sopracciglia ben definite, che a qualche damigella del seguito vengono scurite con la matita; e le labbra, valorizzate da una tonalità rosso violaceo. E qui nasce un piccolo mistero, perché alcune fonti vorrebbero il famoso rossetto prodotto appunto da Cyclax, altre invece commissionato a Clarins. Qualunque sia la verità, il colore è splendido e il risultato eccellente.

In questo giorno di gloria accade anche qualcosa di strano, totalmente inaspettato: qualcuno tra i fotoreporter accreditati nota un gesto inatteso e stupefacente: Margaret,  ventitreenne sorella della sovrana, che toglie un invisibile peluco dalla giacca del Colonnello Peter Townsend, eroe della Battle of Britain ed Equerry di Sua Maestà. Un gesto che suggerisce un’intimità sorprendente tra un’Altezza Reale e  un ufficiale, soprattutto se l’ufficiale in questione è già sposato e divorziato. Si parla di una fotografia del momento, che però io non ho mai visto. Allora non si può immaginare, ma anche questo episodio farà storia.

Come potete immaginare, in occasione dell’Incoronazione furono prodotti moltissime commemorative potteries; da un’aristocratica famiglia toscana tra le mie mani è arrivata una favolosa teiera Sadler. Sfacciatamente dorata, col ritratto della sovrana in un ovale coronato (anche lui!) e sorretto dai due animali dinastici, il leone e l’unicorno. Perfettamente funzionante, è l’ideale per servire il classico Queen’s Tea Fornum&Mason, con decorazione en pendant.

Royal chic shock e boh – Sfida tra Duchesse

Tutta di verde mi voglio vestire, tutta di verde per Santo Giovanni. cambridges in eireHo i miei dubbi sul fatto che la Duchessa di Cambridge sia un’appassionata di D’Annunzio e del suo dramma pastorale La Figlia di Iorio, però pure lei tutta di verde s’è voluta vestire, nel suo caso per Santo Patrizio. E nel primo dei tre giorni di visita in Irlanda, la scorsa settimana, s’è presentata così: cappotto verde bosco (Catherine Walker, molto bello), scarpe in suède verde oliva Gianvito Rossi, clutch verde bandiera (è il modello Dora di LK Bennet). Solo il bandeau che trattiene i capelli è nero, si vede che verde non l’ha trovato. Catherine in Alessandra RichUna volta tolto il soprabito, ecco la pièce de résistance: abito Alessandra Rich in fantasia green on green. C’è di tutto: colletto a listino, corpino a pieghe, bottoni gioiello, maniche a sbuffo, polsino monstre. Sostituite la gonna con un paio di jodhpurs et voilà, pronta l’uniforme per il Palio di Siena del fantino di una nuova contrada: il ramarro. Catherine in The Vampire-s-WifePer il ricevimento serale la scelta cade su questo abitino in lamé color coleottero, con vezzosi volant, che rende inutilmente eleganti le Manolo di velluto (verde, of course). Eppure il brand avrebbe dovuto metterla sul chi va là: si chiama The Vampire’s Wife. Chic il cappotto, ma tutto il resto è shock, senza speranza.meghan in greenVerde semaforo per la Duchessa di Sussex alla cerimonia del Commonwealth Day, che di fatto dà il via alla sua nuova vita lontano dalla Corte. Metà Robin Hood metà Poison Ivy, la nemica di Batman, Meghan si è fatta infilare dalla perfida Emilia Wickstead in un abitino pieno di grinze che le evidenzia non solo l’underwear ma anche i difetti che non ha, e culmina in una mezza mantella avvoltolata al collo tipo Isadora Duncan (che per l’appunto finì strangolata). In testa un baschetto con orgia di tulle rigido di William Chambers, che sarebbe stato meglio lasciargli. Si prega notare la fodera della giacca di lui, en pendant con la mise di lei. Shock

Nel blu dipinto di blu

È molto amato e ricchissimo di tonalità, è anche il colore dell’anno, dunque non è strano che le due cognate abbiano scelto mise in blu, sebbene nuance e modelli non potrebbero essere più diversi. Tubino turchese Victoria Beckham per Meghan alla prima uscita ufficiale nel Regno Unito après le déluge (ma sotto il diluvio). Ne abbiamo già parlato ( Le foto del giorno – Meg is back ) l’abito non è male ma non la valorizza, è troppo stretto e muovendosi si arriccia e sale, oltre ad essere una scelta abbastanza strana per l’occasione, gli Endeavour Fund Awards, in pieno inverno. Insomma, non mi convince.

Concluso il Commonwealth Day Service, Catherine è stata la padrona di casa del ricevimento per Place2be, associazione che si occupa del benessere mentale dei ragazzi. Un gala a Buckingham Palace, per il quale la duchessa ha riciclato un abito royal blue di Jenny Packham, già indossato durante il viaggio in India nel 2016. Il colore è bello e le dona moltissimo, ma preferivo la versione originale (a destra) con stola ricamata sulle spalle. Il modello gonna fluttuante con corpetto ricamato è banalotto, nonostante il tocco glam delle Romy Jimmy Choo (gliele abbiamo viste qualche giorno fa La foto del giorno – 26 febbraio ). Le duchesse pareggiano: boh e boh.

Rosso di sera bel tempo si spera

Il popolare detto si adatta perfettamente alla terza mise di Meg, indossata alla Royal Albert Hall per il Mountbatten Festival of Music, anche qui en pendant con la giubba del consorte, alla sua ultima uscita come Captain General dei Royal Marines. Sembra davvero che l’idea che ha ispirato la duchessa in questi ultimi impegni sia stata dress to impress: colori brillanti (finalmente) e abiti sicuramente scenografici. Che non vuol dire eleganti né, soprattutto, di gran linea. Questo, del brand londinese Safiyaa, è l’ennesimo con cappa incorporata – un modello che ormai sopporto solo nelle arciconfraternite della processione del Venerdì Santo (se ci sarà) – ha una mantellina dalla forma interessante che purtroppo finisce in una inutile striscia di tessuto sulla schiena. Didascalico l’uso di accessori in tinta, eccessivo e non raffinatissimo il trucco. Che dirvi? Boh. catherine in redRosso, più profondo e meno squillante, anche per Kate, che al a cerimonia a Westminster Abbey per il Commonwealth Day ricicla il cappotto indossato alla messa di Natale del 2018 ( Christmas at Sandringham ). La linea princesse le dona molto, il  colore pure, e gli accessori in una nuance più scura sono perfetti. Tutto come avevamo già visto, con due importanti differenze. La prima è il cappellino che sostituisce il bandeau (brava, comincia ad annoiare) e le calze, nella tonalità della sua carnagione (bravissima! quindi ci leggi!). Anche William fa un piccolo sforzo e abbina la cravatta alla mise della moglie, e nel farlo cita i colori della bandiera. Assolutamente chic

Il meglio del meglio

Splendido il colore, bellissima la forma, delizioso il tocco di viola. Molto bello lo chignon, perfetto l’indosso inclinato sull’occhio destro. Il cappellino sfoggiato al Commonwealth Day è pura perfezione e Sally Ann Provan, che ne è la creatrice, si è appena piazzata tra i modisti del mio personale empireo.

Il peggio del peggio

Ma benedetta ragazza che t’è saltato in testa? come t’è venuto in mente di paludarti con questo coso?  Totalmente informe il modello che quell’orrendo colore (color tanè pare e non è avrebbe detto mia madre, e mio padre color can che fugge) riesce perfino a peggiorare. Il brand da cui esce cotanto orrore è Preen by Thornton Bregazzi; ignoro come (e soprattutto perché) sia stato scelto, a meno che l’attività di testimonial dei Sussex sia già iniziata.

Pratically perfect in every way the queen in blockCome e più di Mary Poppins. Lei che distribuisce decorazioni per una volta ne ha ricevuta una, la prima Medaglia d’Oro per Servizio del Most Venerable Order of the Hospital of St. John of Jerusalem, di cui peraltro è Sovrano; la medaglia le è stata consegnata a Buckingham Palace dal Lord Prior dell’ordine, il professor Mark Compton. E lei l’ha ricevuta con un abito pazzesco, un color block amaranto e violetto. Tre fili di perle, una duette déco di diamanti alta sulla spalla sinistra e pedalare. Notare il dettaglio della stufetta elettrica piazzata dentro il camino, un classico delle residenze reali. Sipario. Anzi, curtain.

 

Remembrance Day 2019

Mi avete chiesto dei papaveri indossati ieri dalla Regina; benché non possa affermarlo per certo è probabile che abbia deciso di portarne cinque invece di uno solo per onorare tutti i Corpi militari: esercito, marina, aviazione, difesa territoriale e ausiliarie.

remembrance sunday 2019 the queen the duchess cambridge

(Ph. Getty Images)

Anche la Duchessa di Cambridge ha fatto una scelta significativa indossando la Codebreaker Brooch. Un gesto probabilmente in onore di sua nonna Valerie Glassborow che con la sorella gemella Mary lavorò come decifratore a Bletchey Park, dove Alan Turing e la sua squadra durante la seconda guerra mondiale scoprirono il meccanismo della macchina Enigma.

Ora vorrei raccontarvi una storia.

Novantanove anni fa, nella notte del 7 novembre 1920 i corpi di quattro soldati britannici non identificati – esumati dai cimiteri di quattro campi di battaglia: l’Aisne, la Somme, Arras e Ypres – giacciono coperti dalla bandiera in una cappella a Saint-Pol-Sur-Ternoise, nel nord della Francia. Nella più assoluta segretezza il Generale di Brigata Wyatt e il Colonnello Gell fanno il loro ingresso. Non hanno idea da dove vengano quei corpi. Il Generale Wyatt ne sceglie uno e con l’aiuto dell’altro ufficiale lo depone in una bara anonima che i due uomini sigillano. Gli altri tre corpi vengono inumati di nuovo. unknown warrior coffinIl giorno seguente la bara viene collocata all’interno di un sarcofago fatto col legno di una quercia dei giardini di Hampton Court. La spada cinquecentesca di un crociato, proveniente dalla collezione della Torre di Londra, viene fissata sulla cassa, insieme con una placca che reca l’incisione A British Warrior who fell in the GREAT WAR 1914-1918 for King and Country. La mattina del 9 novembre il Milite Ignoto su un carro trainato da cavalli raggiunge il porto, dove riceve il saluto del Maresciallo Foch per poi essere imbarcato sul cacciatorpediniere HMS Verdun. unknown warrior processionAll’arrivo a Dover viene salutato da diciannove salve di cannone; un treno speciale lo porta alla stazione Victoria, dove resta tutta la notte. La mattina dell’undici novembre raggiunge Westminser Abbey sull’affusto di un cannone trainato da sei cavalli della Royal Horse Artillery; il Re, membri della famiglia reale e del governo seguono il corteo. Verrà sepolto nell’Abbazia, la tomba riempita con terra proveniente dai campi di battaglia, sotto una delle campane della Verdun, che l’ha riportato in patria. La guerra è finita nello stesso giorno di due anni prima, da allora all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese il paese si ferma con due minuti di silenzio.

burial unknown warrior

Frank O. Salisbury, The Burial of the Unknown Warrior Westminster Abbey 1920 OGL

Due anni e mezzo dopo, il 26 aprile 1923, westminster Abbey è teatro di un evento felice: le nozze del Duca di York con Lady Elizabeth Bowes-Lyon. La giovane sposa depone il suo bouquet sulla tomba del Milite Ignoto in segno di rispetto e in memoria del fratello Fergus, ucciso a Loos durante la guerra. Da allora tutte le royal brides compiono lo stesso gesto, anche se il matrimonio non avviene nell’abbazia.eugenie bouquet unknown warrior

 

 

 

 

 

 

Le foto del giorno – 7 novembre

Domenica nel Regno Unito si celebra il Remembrance Day, in onore dei caduti per la patria, e in questi giorni le cerimonie di ricordo e suffragio si moltiplicano. Oggi a Westminster Abbey il Field of Remembrance ha potuto contare sulla presenza dei Duchi di Sussex, che hanno piantato delle piccole croci tra i papaveri di carta, in memoria di chi ha compiuto il sacrificio supremo.meghan remembrance field 2Lui ha indossato la bella frockcoat uniform dei Blues and Royals, uno dei reggimenti dell’Household Division; la stessa del suo matrimonio un anno e mezzo fa.

Lei in blu scuro: calottina in velluto Philip Treacy – nella solita forma a goccia che tanto le piace – col tocco vezzoso di una veletta a trama larga, trecce sparse sull’affannoso petto e un cappotto bouclé fermato in vita da una cinturina; un’altra delle sue fissazioni che in questo caso le regala due taglie e un’aria un po’ provvisoria. meghan remembrance field 3Completano il look gli stivali neri Victoria Beckham e un ventaglio di ciglia finte, ottime e abbondanti. Posso dire che le trovo piuttosto ridicole, inadatte all’occasione, e pure alla veletta?

Insomma sorry, ma abbiamo visto di meglio.

La foto del giorno – 27 marzo

Ecco la foto del giorno, anzi della sera. davScattata al volo, placcando un taxi che mi portasse a teatro (Tom Hiddelston che recita Harold Pinter, mica pifferi). C’è l’abbazia, e il parlamento, e il bus a due piani, e pure la cabina del telefono, tutto l’immaginario londinese. E c’è l’attesa, to brexit or not to brexit?

Nel frattempo la povera Theresa ha offerto la sua testa in cambio di un voto favorevole. Sarò influenzata dalla ieratica presenza dell’abbazia, ma io non disdegnerei una bella novena a Santa Rita, la santa degli impossibili, hai visto mai?