Se dico Albertopolis voi a cosa pensate?
A una città del Mediterraneo antico, come Adrianopolis, Antinoopolis, Alexandroupolis? O magari una del Brasile, come Florianópolis? Nulla di tutto ciò. Anche se una città c’entra naturalmente, e probabilmente ci siete anche stati. Albertopolis è il termine coniato nella Londra vittoriana, negli anni immediatamente successivi alla Grande Esposizione del 1851, quando il Principe Consorte convinse la Royal Commission ad acquistare coi proventi dell’Esposizione un’ampia area compresa tra il Royal Borough of Kensington and Chelsea e la City of Westmister. È la zona di South Kensington, dove sicuramente siete passati se siete stati a Londra, non fosse altro che per entrare da Harrods.
È un’area ricchissima di istituzioni culturali e di ricerca: il Natural History Museum, l’Imperial College, la Royal Geographical Society, il Science Museum – solo per nominarne alcuni – e naturalmente quelli che portano il nome del principe:

(Ph. royalalberthall.com)
la Royal Albert Hall, meravigliosa sala da concerti,

Rodin nella Galleria delle Sculture (Ph. vam.ac.uk)
il Victoria&Albert Museum, il museo di arti applicate più importante del mondo,

(Ph. Picasa)
l’Albert Memorial, che la regina dedicò alla memoria del marito, morto ad appena 42 anni nel 1861.
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della cugina e coetanea Victoria dal 10 febbraio 1840, era nato nel Castello di Rosenau – nell’attuale Baviera – il 26 agosto 1819; oggi è dunque il bicentenario della sua nascita. Che naturalmente ha meno risalto di quello della moglie, nonostante la grande capacità del principe di influenzare, e in qualche modo plasmare, la società e la cultura vittoriane. Albertopolis mi fa sempre pensare all’Addizione Erculea con cui Ercole I ridisegnò Ferrara, se non a Pienza, la città creata ex novo sul borgo di Corsignano dalla visione di Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II), e dal genio dell’architetto Bernardo Rossellino.
Alberto come un principe rinascimentale? Forse è un paragone eccessivo, ma certo l’età vittoriana ebbe in Inghilterra, almeno nella forma delle arti, un impatto non tanto lontano da quello che il Rinascimento ebbe in Italia. Per celebrare il bicentenario del Principe Consorte è stato reso disponibile online un imponente archivio con migliaia di documenti, notizie e immagini che lo riguardano, praticamente il paradiso per storici e appassionati. Lo trovate qui https://bit.ly/2zaGcSH