Le foto del giorno – 23 febbraio

Oggi Naruhito, Imperatore del Giappone, compie sessant’anni. È il suo primo compleanno da Tennō e per l’oroscopo nipponico, che deriva dal cinese, è una data particolarmente importante dato che segna il compimento di un decennio e quello di un intero ciclo zodiacale: lo zodiaco cinese non è infatti suddiviso come il nostro in mesi ma in anni, e questo è l’anno del topo come lo fu il 1960, anno di nascita dell’Imperatore. Un giorno da celebrare degnamente, se non fosse per il virus che ci ha messo la corona. I festeggiamenti sono stati annullati: niente bagno di folla onde evitare il diffondersi dell’infezione in un paese che a ieri contava oltre 700 persone contagiate e tre decedute, i sovrani sono stati visti uscire dal Palazzo Imperiale all’interno di un’auto chiusa. naruhito at 60 3Naturalmente non sono mancate le foto ufficiali e indovinate? L’Imperatore è seduto sullo stesso divano, nella stessa stanza che fanno da ambientazione ai ritratti dell’Imperatrice ( Le foto del giorno – 10 dicembre ) e della principessa Aiko, unica figlia della coppia ( Le foto del giorno – 1 dicembre ) in occasione dei loro compleanni. naruhito at 60Però la corbeille è diversa! In questo caso si tratta di fiori bianchi rosa e lilla, elegante contrappunto all’abbigliamento di Naruhito, nei toni del blu, abbinatissimo a quello di Masako nella foto che li ritrae insieme. Immagini con un’aria di naïveté anni ’60, che trovo irresistibile. naruhito at 60 2Non compare con i genitori la diciottenne Aiko, che in aprile inizierà gli studi di letteratura giapponese alla Gakushuin University, prestigioso ateneo della capitale dove studiano i membri della casa imperiale. E se il mese di aprile marcherà l’ingresso di Aiko nel mondo degli adulti, segnerà anche la fine delle speranze (forse più nostre che sue) di vederla un giorno sul Trono del Crisantemo al posto del padre. Infatti il 19 l’antica cerimonia detta Rikkoshi-Senmei-no-gi investirà ufficialmente – e definitivamente – il fratello minore del sovrano, Akishino, del titolo di Principe Ereditario. Non è ancora giunto il tempo del regno di un’Imperatrice.

4 pensieri su “Le foto del giorno – 23 febbraio

  1. Saranno anche deliziosi nel portamento e nel sorriso ma questi giapponesi quando si vestono da occidentali non mi convincono mai. Le donne in particolare non le trovo eleganti, sono molto rigorose questo si, ma non sono chic. Questo vale anche per i buthanesi, li ho visti in tailleur e si salvi chi può. È proprio un codice diverso, probabilmente saremmo goffissimi col kimono. E chi ha le forme mediterranee come le mie con l’ obi potrebbe andare a nascondersi.
    Non a caso il costume nazionale di un popolo tende a esaltarne i pregi e a minimizzare i difetti del fisico e forse anche a interpretare lo spirito.

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    • Infatti la loro eleganza è più nell’insieme, nel portamento e nel modo di porsi, che nel dettaglio di mise che spesso sono tagliate anche male. Del Giappone, che ha storia e tradizioni millenarie mi impressiona molto la completa occidentalizzazione, anche se ne capisco le ragioni. Personalmente i costumi tipici in generale mi piacciono molto, ma il rischio è sempre quello di sembrare mascherati. E se il costume non è originale ma “interpretato” peggio, ad esempio Catherine vestita all’orientale (da sarti occidentali) non mi piace praticamente mai.

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  2. Il fatto è che neanche noi siamo “nati” così, cioè il nostro modo di vestire è naturalmente evoluto nel tempo fino al risultato attuale. Non so perché una italiana riesca spesso a interpretare con charme cose che non le appartengono più di ogni altra, noi siamo più furbe ci pigliamo la stoffa e evitiamo l’obi, abbiamo questa capacità di entrare nei vestiti che nessun’altra ha. Questo fino a poco tempo fa, adesso siamo diventare delle straccione, vedo orrori in poliestere che girano con orli storti, tagli miserrimi.
    Le italiane sono davvero state le donne più eleganti del mondo per questa capacità, ma non parlo della generazione attuale

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    • Penso che il nostro gusto abbia goduto del fatto di vivere tra tanta bellezza. Da quando l’amore per la culture e il rispetto per l’arte sono diventati desueti abbiamo iniziato a imbarbarirci, ed essendo l’abbigliamento una forma di comunicazione abbiamo trasformato il dolce stil novo in banale volgarità.

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