In questi giorni si fa un largo uso dell’aggettivo “storico”, ma l’evento di questa sera lo è davvero. Perché è solo la quinta volta, in 68 anni di regno, che Her Majesty Queen Elizabeth II rivolge un messaggio alla nazione, che non sia il classico appuntamento del giorno di Natale. È accaduto solo nel 1991 per la guerra nel Golfo, nel 1997 per la morte della principessa Diana, nel 2002 per la scomparsa di sua madre e infine nel 2012, in occasione del suo giubileo di diamante. Dunque stasera alle 20.00 (le 21.00 ora italiana) occhi e orecchie della nazione (e non solo) puntati sulla White Drawing Room di Windsor Castle, dove in condizioni inusuali – un solo cameraman bardato in tuta protettiva e mascherina – la sovrana di verde vestita ha parlato al suo popolo. Ringraziando innanzi tutto coloro che stanno lavorando senza sosta per affrontare l’emergenza di una crisi che ha portato lutti ad alcuni, problemi economici a molti, e un profondo cambiamento nelle vite di tutti. Ma oltre a quelli impegnati sul campo – il cui lavoro renderà possibile il ritorno alla normalità – Sua Maestà ringrazia coloro che restano a casa, proteggendo così i più vulnerabili, anche se ciò significa restare separati da chi si ama. E in futuro, guardandosi indietro, il popolo britannico sarà orgoglioso del proprio comportamento, certo di essersi dimostrato forte come le generazioni precedenti, grazie a quelle doti di autodisciplina, calma e serena determinazione, e senso di comunità che lo caratterizzano. Un orgoglio nazionale che non incarna il passato, piuttosto il presente e il futuro del Paese. Tanti si impegnano per aiutare gli altri, tanti colgono l’opportunità di riflettere, meditare, pregare. Ma il momento in cui tutti si sono uniti in un corale applauso a medici e infermieri del NHS, e ai lavoratori impegnati ad assicurare i servizi essenziali, rappresenta e rappresenterà lo spirito unitario del Paese, come tanti colori diventano nei disegni dei bambini un solo arcobaleno (ricordiamo che oggi nel Regno Unito il Covid-19 ha ucciso un piccolino di soli cinque anni).
Il pensiero della Regina corre al suo primo messaggio radio, registrato con l’aiuto della sorella; anche in quel caso da Windsor, dove le giovanissime principesse parlarono a tutti i bambini che come loro avevano dovuto lasciare le loro case per cercare protezione dalla guerra. Oggi come allora bisogna affrontare il dolore della separazione da coloro che ci sono cari, nella consapevolezza che sia la giusta cosa da fare, in una sfida che accomuna tutti popoli della terra. E un giorno ci si guarderà indietro sapendo che il merito della vittoria spetterà a ciascuno. Il sacrificio di oggi porterà a tempi migliori, in cui si tornerà a incontrarsi e a stare insieme.
Questo in sintesi il discorso; se l’avete perso lo trovate qui (e sugli altri account The Royal Family) https://www.facebook.com/TheBritishMonarchy/videos/2358703041088798/
Discorso perfetto, né ci saremmo aspettati nulla di diverso, pacato, serio ma sereno, rassicurante con equilibrio. Non è solo il sovrano che parla al suo popolo, è il simbolo di carne sangue e pensiero di quel popolo, l’essenza stessa della regalità.
Sulla spalla sinistra della regina brillava la Queen Mary’s Turquoise and Diamond Brooch, che sua nonna Mary ricevette dai suoceri come dono di nozze. La spilla è stata indossata in altre occasioni che non avevano significati particolari, dunque la ragione della scelta al momento non è facilmente decodificabile, ma certo il turchese su quella tonalità di verde è incantevole.