Un tea con Lady Violet – Domani è un altro giorno

IMG_20200528_210621Dopotutto domani è un altro giorno (After all, tomorrow is another day) è senz’altro la battuta più celebre di Via col vento, e una delle più conosciute dell’intera storia del cinema. La pronuncia alla fine del film la protagonista Scarlett/Rossella, dopo essere stata mollata dal rude Rhett con l’altrettanto famosa «francamente, me ne infischio» (Frankly, my dear, I don’t give a damn). La sua antagonista, la cugina – e a un certo punto anche, brevemente, cognata – Melania è morta da tempo, dopo averle soffiato il grande amore Ashley. Né sarebbe potuta andare diversamente, se come penso le due signore incarnano l’una il vecchio Sud aristocratico che soccombe al Nord, e l’altra quello che sa cambiare e adattarsi ai tempi nuovi, nel più puro spirito americano. La sorte delle due attrici è invece assai diversa: la bellissima e fragile Vivien Leigh muore nel 1967 a neanche 54 anni, annientata dalla tubercolosi e dalla fine del matrimonio con Laurence Olivier; Dame Olivia de Havilland si avvia a doppiarla, e tra un mese compirà i 104 (è nata a Tokyo da genitori britannici il 1 luglio 1916). Poche attrici rappresentano meglio di lei la Hollywood royalty; per la sua carriera, ricca di grandi ruoli e di premi, tra cui ben due Oscar, per i leggendari conflitti con la sorella minore Joan Fontaine: divise da rivalità personali familiari e di carriera, unite dall’aver vinto entrambe il premio più prestigioso, prima e finora unica coppia di sorelle.

Sempre identificata col suo personaggio più famoso, in nulla Olivia assomiglia alla dolce e remissiva Melania: e forse il suo ruolo migliore lo sostiene contro le majors, che negli anni ’30 e ’40 “possedevano” gli attori cui imponevano contratti capestro. Olivia appartiene alla Warner, che la ritiene adatta solo ai ruoli da buona, e investe principalmente su un’altra grande star, Bette Davis, la perfida per eccellenza. Il contratto però impedisce di accettare altri ruoli, ed è così che nel 1940, l’anno dopo il trionfo di Via col vento, l’attrice si ribella. Ne ricava la messa all’indice per tre anni, quando decide di intentare una causa milionaria, che segnerà per sempre la storia di Hollywood e cambierà la vita di tutti gli attori che verranno. olivia de havilland bikingSe a questo punto vi state chiedendo la ragione del post, questa fotografia ve la rivela.  L’ho scoperta grazie a una giovane amica mia e del blog, e ritrae la signora in bicicletta lo scorso luglio, all’indomani del compleanno numero 103. Confesso, ciò che mi colpisce non è solo l’energia e l’aplomb, ma anche l’impeccabilità. Dalla décolleté nera – sembra proprio la classica Vara Ferragamo – alla calza chiara, un must per le signore di fine Novecento, alla giacca candida quanto i capelli. Per tacere dell’eleganza con cui riesce a pedalare con la gonna. Una lezione per tutti (e tutti), ma mica lo chic, la consapevolezza di sé, cui rimanere fedeli sempre, anche se domani è un altro giorno.

Per Dame Olivia de Havilland, insignita da Her Majesty the Queen dell’Order of The British Empire nel 2017, ho scelto una vecchia tazza Spode Copeland più o meno sua coetanea. Fu un dono di nozze alla mia nonna, che si sposò nei primi anni ’20, e arrivò anche lei a 104. Io l’ho ereditata, ed è all’origine della mia piccola collezione di tazze con le rose.

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