Royal chic, shock e boh – Fête nationale monégasque special edition

Seguendo la tradizione degli ultimi settant’anni Monaco ha celebrato la sua Festa Nazionale il 19 novembre, che sarebbe stato l’onomastico di Rainier III; ma nei giorni precedenti la famille princière ha presenziato a vari eventi dedicato a chi ha partecipato attivamente alla vita del Principato.

Lunedì 16

Questa è stata l’unica apparizione di Stéphanie, che temo sia uscita di casa così come stava: jeans neri e scarpe basse. Poi ha preso al volo una tracolla, e si è allacciata in ascensore il cappotto di cammello. Casual, che di più non si può. Shock. Total black per Caroline, semplice ma impeccabile as usual; vi prego di notare le calze pesanti perché ne parleremo in seguito. Chic. In prima fila accanto al marito Charlène; confesso, non riesco a capire il suo stile, mi piace raramente e neanche questa volta fa eccezione. Pullover dolcevita color coccio sotto un indumento indefinibile, un po’ cappotto, un po’ gilet, un po’ abito smanicato. Nella borsetta crossbody terrà le chiavi di casa? Boh.

Mercoledì 18

Va molto meglio due giorni dopo; lo scenario è lo stesso, l’occasione simile – la consegna di medaglie a chi si è distinto nel volontariato – ma la mise scelta è completamente diversa. E sarà che il black&white funziona sempre, ma questa volta Charlène ci piace proprio: abito nero con gonna a pieghe sciolte, polsini e colletto avorio e uno jabot che le illumina il viso (potrebbe essere Céline, ma non sono sicurissima). Non mi dispiacciono neanche gli stivali di suède, anche se mi sembra che tacchi e plateau, oltre ad essere inutili nel suo caso, non giovino al suo portamento. Comunque chic.

Nel frattempo Caroline consegnava le onorificenze per la cultura. Il blu è di gran moda e le sta d’incanto, la forma è un po’ strana, forse ci voleva un diverso underwear? Boh.

Giovedi 19

Giovedì è la giornata clou, con il Te Deum in cattedrale seguito da un’altra cerimonia nel cortile del Palais princier; sobrietà e colori scuri dati i tempi, le signore hanno scelto di fermare i capelli con un semplice bandeau. Tutte tranne la Principessa Consorte, che ha preferito un basco decorato in parte da una veletta, banale il giusto; non le sta male, e mi piace come sfugge quella ciocca di capelli, ma non mi fa impazzire.

E direi che questo è l’ultimo dei problemi vista la mise scelta da Charlène, che ha deciso di paludarsi in un lungo cappotto metà Grimilde metà arcivescovo, foderato di fucsia, che si allunga dietro in modo da rendere ancor più facile l’inciampo nei tacchi (acutamente scelti a rocchetto, perfetti per infilarsi nell’orlo). In mano una pochettona indecisa tra il fucsia e il viola. E se pensate che sia finita qui sedetevi, perché il meglio deve ancora arrivare.

La maniche del cappotto sono aperte all’altezza del gomito, non sia mai si avesse bisogno di un prelievo al volo, con quello che gira! Temendo evidentemente che tali mitologiche nudità potessero turbare gli astanti, Madame la Princesse ha pensato bene di indossare dei lunghi guanti di tulle, che neanche Nicole Kidman in Moulin Rouge. Piazzandoci pure un anello con perla, en pendant con gli orecchini. Per me shock, e probabilmente anche per la figlia Gabriella.

Per fortuna c’è Caroline, col più Chanel dei tailleur: nero con profili avorio, giacca lunga e gonna (troppo) corta con gli orli sfrangiati. E guanti al gomito, che con le maniche a 3/4 sono l’opzione più chic. Guanti glacé nel suo caso, thanks God. Mi avevano incuriosito le calze così leggere, e mi chiedevo già se fossero l’anticipo del ritorno di una vecchia moda; ma dopo aver visto quelle pesanti e opache indossate qualche giorno prima, penso che la scelta sia dovuta alla formalità dell’occasione. La vera sorpresa per tutti sono stati invece i capelli orgogliosamente nature; possibile che la Princesse abbia deciso di non tingerli più, trasformandosi in una foxy lady? Ce lo dirà il tempo. Assolutamente chic.

Presenti i due giovani Casiraghi con le mogli: Tatiana, che sinceramente mi piace sempre di più, evoca gli anni ’50 grazie all’insieme cappotto-gonna in tweed, con un semplice dolcevita nero come il bandeau che trattiene i capelli. Chic. La cognata Beatrice in nero abbina una gonna dritta a una sahariana (Dior), con calze chiare e bandeau bordeaux. La più chic, per me.

Assente Charlotte, c’era la piccola di casa, Alexandra, deliziosa nei suoi ventitre anni in total black, col tocco colorato della Saddle di Dior. Chic. Accanto a lei, in rappresentanza della zia Stéphanie, che non ha partecipato, il cugino Louis Ducruet in compagnia della moglie Marie. Con un lungo cappotto nero da cui sbuca un abito di incerto colore abbinato alla pochette. In testa una specie di frittata, nera anch’essa, da cui sfuggono i capelli. Marie è graziosa e simpatica, assai felicemente accasata, ma chic mai. Shock.

8 pensieri su “Royal chic, shock e boh – Fête nationale monégasque special edition

  1. Tra arcivescovo e Grimilde è una bella lotta! In realtà l’idea del cappotto nero con accenni di fucsia non mi dispiace però avrei preferito un modello meno ingombrante. Mi aveva colpito la chiusura che mi ricorda quella dei kimono giapponesi. Guanti da cestinare subito! Ma forse Charlene li ha considerati un tocco all’avanguardia… Beatrice non mi delude quasi mai, ha davvero un’ottimo occhio e stavolta mi è piaciuta anche Tatiana. Così vestita quasi non la riconoscevo alla prima occhiata! Carolina…sinceramente un po’ mi ha stancato… Chanel è una garanzia e lei lo sa portare alla perfezione però non mi convince granché questo giro.

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    • Sono sostanzialmente d’accordo, Tatiana come ho scritto mi piace sempre di più, a me piace sempre molto chi sperimenta, il che naturalmente presenta qualche rischio in più. Beatrice sbaglia di rado, ma proprio per ciò che dicevo alla fine annoia un po’, mi piacerebbe che osasse di più. Caroline è chic di défault, e poi è il mio mito adolescenziale, però questa volta non mi ha convinto. Troppo corta lo gonna, brutte le calze (tra l’altro aveva delle scarpe col tallone nudo). Insomma lei è sempre lei, ma questa volta è un po’ triste. Charlène secondo me a parte tutto non indovina mai i volumi. Anche a non voler considerare i dettagli, è spesso tutto troppo stretto o largo, o lungo, o corto, non c’è mai armonia, né negli abiti né negli abbinamenti.

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  2. Niente da fare, lo stile di Grace è lontano anni luce. Si salva solo Beatrice che è davvero splendida ed elegantissima e anche Alexandra è molto carina, ha uno stile suo, sempre appropriato al contesto.
    Mi chiedo sempre come sia possibile che a questi livelli ci siano problemi di orli di gonne, cappotti e pantaloni, quando anche noi comuni mortali un minimo di attenzione ce la facciamo anche per l’abbigliamento di tutti i giorni. Mistero…

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    • A casa mia si diceva che non è sempre possibile essere eleganti, ma si dovrebbe sempre essere impeccabili. Perché capita a tutti sbagliare una mise, ma il fitting -e l’aspetto in generale – dovrebbero sempre essere, se non perfetti, al meglio possibile.

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  3. Guanti in tulle, la cosa più inutile che esista. Come delle scarpe senza suola. Direi che nella hit shock vince sempre la moglie di Louis, ma Charlene la tallona.

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  4. Proposta per Charlene : mezzo tacco o anche piatto, tanto ha delle gambe da gazzella, che se ne fa di un allungamento che la rende una giraffa sgraziata? Corpini ricchi, con bei dettagli, doppi petti, tanto ha poco seno e se lo può permettere.
    Niente tende da camping sui volumi laterali di cappotti e mantella perché con quell’altezza finisce coll’accogliere 5 o 6 campeggiatori insieme. Pantaloni come se piovesse anche con discreto volume in caduta, tanto è alta e poche cose riescono ad accorciarla. Punto vita segnato perché con quelle spalle finisce col sembrare un armadio. Scialli e sciarpe morbidi per mitigare le spalle da nuotatrice. Che ne dici delle mie proposte? Sui colori: una bionda diafana viene stroncata dai beige, dai grigiolini, basta copiare la suocera, ha tutta la filmografia da studiarsi.

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    • Sono sostanzialmente d’accordo, a parte il fatto che le singole mise possano piacere o meno – e dipende dal gusto, ovviamente personale – trovo che su di lei i volumi siano spesso sbagliati. Secondo me Armani aveva chiaro lo stile che potesse donarle, ma la collaborazione si è fermata presto.

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