In effetti la prima foto non è di oggi ma di due giorni fa, il 31 gennaio, quando Beatrix- già Regina dei Paesi Bassi, tornata ad essere solo Principessa dopo l’abdicazione – ha compiuto 83 anni.

Nella foto pubblicata per l’occasione la ex sovrana, elegante e in splendida forma, mantiene il sorriso sereno e vagamente scanzonato che la contraddistingue da sempre. Eppure è una donna che ha sofferto molto, patendo anche lo strazio più atroce per un genitore: la morte di un figlio. Il suo, il secondogenito Johan Friso, si spense a 45 anni il 12 agosto 2013, dopo diciotto mesi di coma in seguito a un incidente di sci. Beatrix ha un forte legame con la nuora rimasta vedova, quella Mabel che Friso sposò contro il parere del Parlamento (lei aveva avuto in gioventù frequentazioni discutibili), rinunciando alla successione. Così come sembra in grande armonia con le altre due: Laurentien, prima ad entrare in famiglia sposando il figlio minore Constantijn e Máxima, oggi regina consorte. Pandemia permettendo, in maggio sarà festa grande nel Paese: il 17 Máxima compirà 50 anni, e in quello stesso giorno per Constantijn e Laurentien saranno 20 anni dal matrimonio civile (la cerimonia religiosa fu celebrata il 19). Intanto oggi anche i sovrani festeggiano il loro matrimonio: per loro gli anni sono 19, essendosi sposati ad Amsterdam il 2 febbraio 2002. Anche per loro c’erano state delle difficoltà, e neanche piccole: il padre di Máxima, Jorge Horacio Zorreguieta Stefanini, fu Ministro dell’Agricoltura nel feroce regime del generale Videla, e gli Olandesi non sono gente da accettare cose del genere; alla fine il Parlamento diede il beneplacito alle nozze (necessario per i principi Orange che vogliano sposarsi, pena la rinuncia alla successione) a condizione che il padre della sposa non si facesse vedere, e così fu.

Diciannove anni fa la bella argentina sposava il suo principe, e noi potevamo goderci la visione di uno degli abiti nuziali più belli di sempre, creazione di Sua Maestà Valentino, Imperatore della Couture, che ora potete rivedere in dettaglio in questo post A Royal Calendar – 2 febbraio 2002
Perché mi fai del male…. dopo orli sbilenchi, vite strizzate con piegacce, “innovazioni” del piffero mi tocca guardare un abito costruito secondo tutti i crismi. Quando si capirà che tessuto, taglio, cucito ti rendono magnifica anche senza grandi invenzioni. Qui ci vogliono sarti, artigiani, manodopera qualificata e formata, guidata da qualcuno che è cresciuto a pane e bottega, non che si è riempito la testa di immagini sui social e poi si è messo a fare lo stilista.
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Temo che questa sia l’era dell’improvvisazione in molti campi.
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Ho letto le prime righe del tuo commento e mi sono ritrovata a ridere di gusto!! 😂 Ma vuoi mettere la squadra della maison Valentino a confronto co i pifferi?! Possiamo solo attendere che passi quest’epoca di stilisti fai da te e di vedere un recupero della vera sartoria! Le tendenze girano e vanno sempre a ripescare nel passato, no? Abbiamo ancora qualche speranza. Prima o poi arriva.
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E noi restiamo in trepidante attesa!
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Maxima era decisamente una sposa bellissima. Quel vestito io lo metterei al primo posto a pari merito con quello di Victoria di Svezia. Entrambi gli abiti li riguardo sempre volentieri, cosa che non mi capita con molti altri. Hanno qualcosa in più.
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Per me quello di Maxima è senz’altro il più bello tra quelle delle regine (o di quelle che lo diventeranno) scendendo un pochino nella scala gerarchica, e dunque anche nella forma necessaria, a me piacciono moltissimo anche quello della Princess Royal, di Lady Sarah Chatto e di Eugenie di York. Ma Valentino è Valentino, non si discute.
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Eugenie è stata grande perché ha “innovato” ma senza creare stranezze: l’assenza del velo per dare risalto alla scollatura e alla cicatrice, il modo perfetto con cui l’abito le stava addosso, il modello romantico ma non zuccheroso e poi quella strepitosa tiara. Ti dirò è la mia sposa preferita tra le inglesi.
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L’abito splendido, quando l’ho visto a Windsor mi ha davvero incantata. Ma a me è piaciuto molto come la rappresentasse; non solo un’abito bello, ma una manifestazione di sé, bello bello.
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