Le foto del giorno – Citius, altius, fortius

Non sapevamo se sarebbe accaduto davvero, ma alla fine il giorno è arrivato, e oggi a Tokyo l’imperatore Naruhito ha ufficialmente aperto i Giochi della XXXII Olimpiade dell’era moderna. Rimandati di un anno causa pandemia, accompagnati da copiose polemiche, alla fine celebrati in tono inevitabilmente minore, e soprattutto senza pubblico.

Tutto solo anche l’Imperatore Naruhito, che prima di inaugurare formalmente i Giochi accanto al Presidente del CIO Thomas Bach ha ricevuto gli ospiti internazionali di rango, nello stile di sfrenata allegria che contraddistingue le cerimonie nel Sol Levante; Lady Violet ha però ammirato con un brivido di piacere la moquette sui toni del viola. L’Imperatore ha letto un discorso in inglese – sicuramente migliorabile la pronuncia – davanti a due soli sovrani: Albert II de Monaco e il Granduca Henri del Lussemburgo (secondo e terzo dal basso, in prima fila).

Presenti anche il Presidente francese Macron e la First Lady Jill Biden. Jill ha riciclato l’abito bianco a pois neri di Brandon Maxwell che tanto non ci era piaciuto al G7 in Cornovaglia lo scorso mese (Royal chic shock e boh – G7 special edition); questa volta però la giacca con la scritte LOVE la lasciata a Washington (speriamo).

È stata una inaugurazione ovviamente influenzata dalla pandemia – si è aperta con un minuto di silenzio dedicato alle vittime del covid – ma anche alla memoria: per la prima volta sono stati ricordati gli atleti israeliani caduti nella strage dei Giochi di Monaco, nel 1972.

Naruhito ha offerto una rara memoria personale ricordando la precedente edizione svoltasi a Tokyo nel 1964, quando lui, bambino di quatto anni, andò con mamma e papà ad assistere alla maratona; ed è bellissimo vedere nelle foto di quasi sessant’anni fa l’eleganza delle signore presenti, spesso impellicciate, sempre col cappello. Come la giovane, bellissima Paola, allora principessa di Liegi – invero piuttosto annoiata – che partecipò a quella inaugurazione (sono la seconda e il terzo da sinistra, seduti in tribuna in prima fila).

L’eleganza olimpica oggi invece è stata gentilmente fornita del sovrano del Lussemburgo, che mostra uno stile impeccabile anche quando ha mano la bandiera del Granducato.

Decisamente meno chic, ma più simpaticamente ruspante Albert II, che è anche membro del CIO, e si è fatto ritrarre con la delegazione monegasca, abbigliata coi colori del Principato, bianco e rosso. Non particolarmente donante, ahimé, per il sovrano, ma come si sa, alle Olimpiadi l’importante e partecipare.

Ed eccoci alle note dolenti, le uniformi degli Azzurri. Che nonostante stiano create da King Giorgio Armani, sono bruttarelle assai e hanno deluso un po’ tutti. Nelle intenzioni, il bianco ottico della tuta evocherebbe la purezza dello sport – che forse era puro allora a Olimpia, oggi mi sembra un filino meno – mentre il cerchio impietosamente piazzato sulla pancia a evocare il tricolore sarebbe una citazione della bandiera del paese ospite, il Giappone, composta dal disco rosso del sole in campo bianco.

Molti ci hanno visto le tutone dei teletubbies, a Lady Violet ricordano più quel formaggino olandese rotondo contenuto in una buccia rosso scuro. Sarà la fame?

A proposito d’Olanda, il Re Willem-Alexander è rimasto prudentemente in patria, però ha inaugurato su una spiaggia dell’Aja il TeamNL Olympic Festival, dove si potranno seguire le imprese degli atleti orange e praticare sport. Per tagliare il nastro il sovrano ha usato una katana, la terribilmente famosa spada dei samurai.

In conclusione non può mancare il video degli auguri cantati – e rigorosamente stonati, com’è d’obbligo – al nostro Presidente Sergio Mattarella, che oggi è diventato uno splendido ottantenne. Auguri anche da Lady Violet.

2 pensieri su “Le foto del giorno – Citius, altius, fortius

  1. Ultimamente Armani con le divise non ne azzecca una… certo l’idea di fare un piccolo omaggio al Paese ospitante non mi dispiace ma possibile che non gli sia venuto in mente nessun’altra soluzione.?! 🤔

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    • Non solo, se poi il riferimento al Paese ospitante lo devi spiegare vuol dire che il messaggio non è arrivato, e se anche gli abiti sono una forma di comunicazione – con una certa valenza simbolica, data l’occasione – vuol dire che la suddetta comunicazione non è stata efficace.

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