Haakon e Mette-Marit, vent’anni d’amore (parte seconda)

In effetti gli anni d’amore sono venti… più uno! Oggi è l’anniversario del matrimonio dei Principi Ereditari di Norvegia, e mi è tornato alla mente che l’anno scorso avevo scritto la prima parte di un post dedicato a loro che poi ho dimenticato di completare. Rimedio subito, in grande ritardo ma con grande piacere, visto che l’aria profuma di nuovo di royal wedding.

Il giorno del matrimonio, sabato 25 agosto 2001, tutti gli ospiti – coronati e no – sono al loro posto nella cattedrale di Oslo, quando si aprono le porte ed entrano gli sposi che raggiungono insieme l’altare, dove li attendono i quattro genitori. Lui in alta uniforme è aitante come sempre, ma si sa che ogni impegno in tal senso è inutile: tutta l’attenzione è per la sposa.

E Mette-Marit non delude. Indossa un abito lineare ed elegante, nato dalla collaborazione tra lei, il designer Ove Harder Finseth e la sarta Anna Bratland. Ne nasce una creazione che abbina un corposo crêpe di seta alla leggerezza del tulle, in una tonalità di ecrù realizzata appositamente. Ispirato agli abiti della Regina Maud, prima sovrana della Norvegia moderna, l’abito ha una linea semplice ma regale, ampio scollo quadrato e uno strascico di due metri.

Sul capo della sposa brilla discretamente una delicata tiara del 1910, dono di nozze dei sovrani alla nuora. Un piccolo bandeau di diamanti inseriti in una serie di elementi la cui linea incurvata ricorda delle margherite, e infatti viene chiamata Diamond Daisy Tiara. Il diadema non esce dai forzieri reali, è stato acquistato apposta per le nozze. Un uso che si è affermato da quando i divorzi non sono più tabù neanche nelle famiglie reali; in questo modo si evitano complesse trattative per recuperare le gioie di famiglia nel caso un cui la fanciulla decida di (o sia persuasa a) recuperare la propria borghese libertà.

Qualche cinefilo accanito potrebbe pensare di avere un déja-vu, e non avrebbe torto: la tiara sembra proprio quella che compare tra i capelli di Cate Blanchett/Gertrude Chiltern nel film Un marito ideale, girato da Oliver Parker due anni prima del matrimonio norvegese. Potrebbe trattarsi proprio dello stesso gioiello, noleggiato dai gioiellieri Garrard che poi lo hanno venduto ad Harald e Sonja, o più banalmente una copia. In ogni caso, resta una dei diademi più amati da Mette-Marit, che lo indossa spesso e dona molto ai suoi lineamenti da principessa delle fiabe.

Il vero coup de théâtre però è il bouquet che la sposa tiene tra le mani; mai visto prima (né visto mai più dopo) è composto da orchidee Vanda, rose rosa e mauve, ortensie; i rami cadenti della ceropegia assecondano la particolare forma verticale. Una struttura molto originale creata dalla fiorista Aina Nyberget Kleppe, anche in questo caso con la psrtecipazione della sposa. Davvero interessante, ma non sono sicura che funzionerebbe anche su una ragazza meno alta di Mette-Marit, che sfiora il metro e ottanta.

Testimone di Haakon è Frederik, Principe Ereditario di Danimarca. Da solo, perché Mary è già nella sua vita ma la love story è ancora tenuta privata. In effetti, delle consorti che abbiamo imparato a conoscere in questi anni c’è solo Máxima, allora fidanzata di Willem Alexander (si sposeranno il 2 febbraio 2002).

Mathilde è già Duchessa di Brabante ma è anche nella fase finale della prima gravidanza (Elisabeth nasce due mesi dopo) per cui rimane a casa. Sono presenti sovrani in carica (Margrethe di Danimarca, Carl Gustav di Svezia, Albert dei Belgi, Henri del Lussemburgo) emeriti (Jean del Lussemburgo) e decaduti (Costantino di Grecia), con consorti (manca il bizzoso Henrik di Danimarca); consorti senza sovrani (Sofía di Spagna) e principi ereditari (i già menzionati Frederik e Willem Alexander, il Principe di Galles, Philippe del Belgio, Victoria di Svezia, Albert de Monaco, Guillaume del Lussemburgo) . E c’è Felipe di Spagna, che accompagna la madre. Dopo gli sposi è il più osservato. Perché il Principe de Asturias è innamorato di una fanciulla norvegese, Eva Sannum. Senza una goccia di sangue blu, molto bella, molto inadatta alla cattolica Spagna (è una modella di lingerie), un po’ sprovveduta: negli anni con Felipe è stata capace di non imparare neanche una parola di spagnolo. Le nozze di Haakon e Mette-Marit sono la sua grande occasione. E lei la perde clamorosamente.

Alla cerimonia, che come sempre nei paesi scandinavi si svolge di pomeriggio, il dress code prevede frac (o alta uniforme) per i signori e lungo con diadema e decorazioni (se ci sono) per le signore. La bella fanciulla si presenta con un abito blu firmato Nora Farah, forse di seta, sicuramente piuttosto dozzinale, con l’aggravante dei lunghi guanti sintetici di un colore leggermente diverso. E soprattutto, tragicamente scollatissimo. Brutta la pettinatura, andante il make up. Probabilmente in quella occasione la regale Reina Sofia le insegna una parola in spagnolo: Adiós.

A dicembre di quell’anno, parlando con la stampa, Felipe annuncia la fine della sua relazione. L’anno dopo, l’incontro con Letizia.

(Ph: Cornelius Poppe, Scanpix)

Il resto è storia.

La prima parte del post la trovate qui: Haakon e Mette-Marit, vent’anni d’amore (parte prima)

Per la storia del matrimonio d’amore dei genitori di lui, che festeggiano i 54 anni insieme, seguite i link

Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte prima)

Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte seconda)

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