Ecco qui: presente, futuro prossimo e futuro remoto della monarchia britannica nella foto che in molti aspettavamo.
(Ph: Hugo Burnand)
Il Re, il Principe Ereditario e il suo erede. Charles, William e George. Il primo è stato incoronato, il secondo gli ha giurato fedeltà lealtà e dedizione compiendo il gesto più semplice e commovente dell’intera cerimonia: il bacio sulla guancia, gesto consueto e privato, ricevuto con un pizzico di pudore e quel ringraziamento sussurrato: thank you William. Il terzo ha aiutato il nonno, col mantello e con l’impegno, concentrato e tenero.
Miei cari royal watcher andate a dormire tranquilli: abbiamo anni, decenni davanti a noi.
(Ph: Hugo Burnand)
Questa sera sono state diffuse due immagini, la seconda è questa, con i sovrani, le due Queen’s Companions e gli otto paggi. Interessante la posizione di George rispetto agli altri. Poteva essere diversamente?
Prima di rituffarci nei fasti della Coronation facciamo una piccola pausa e un salto a Oslo. Dove il nostro Presidente Mattarella accompagnato dalla figlia Laura ha compiuto una visita di stato di due giorni, 11 e 12 maggio.
(Ph: Lise Åserud, Det kongelige hoff)
Assente giustificato il sovrano norvegese – Re Harald, la cui salute impensierisce da un po’, è ricoverato in ospedale – il Presidente è stato ricevuto dalla Regina Sonja e dal sempre prestante Principe Ereditario Haakon, accompagnato dalla moglie.
(Ph: Lise Åserud/NTB)
Sempre chic la sovrana, graziosa e insolita Laura con una cappa bordeaux e una simpatica cloche coordinata, un po’ penalizzata Mette Marit dal combinato mantella più sombrero. La principessa omaggia la moda italiana con l’abito di Valentino e la clutch Miu Miu, ma si lascia ingoffare dal mantellone disegnato da Natan (come ti sbagli? e sì ce l’ha anche Máxima)per Alicia Audrey, maison belga specializzata in capi reversibili (questo è grigio da un lato, verde dall’altro).
Dopo un’accoglienza regalmente spettacolare a Palazzo Reale, Mattarella ha incontrato il Presidente dello Storting (l’Aassemblea Nazionale) Masud Gharahkhan e il Primo Ministro Jonas Gahr Støre. E pian piano, tra l’omaggio al monumento nazionale, la visita al nuovo museo Munch e al Museo Nazionale, e la navigazione nel fiordo a bordo di un traghetto elettrico (le energie del futuro sono uno degli scopi del viaggio) è giunta la sera, e con essa l’appuntamento clou: la cena di gala.
(Ph: Javad Parsa/NTB)
Adorabile la sovrana con una mise albicocca esaltata dalla fascia dell’Ordine al Merito della Repubblica. Molto interessante la scelta della tiara, una delle due più grandi in suo possesso ma meno conosciuta di quella adorna di smeraldi. È la tiara di diamanti di Josephine, caratterizzata da uno splendido intreccio di motivi floreali e serti d’alloro. Un gioiello antico, indossato in un ottocentesco dipinto dalla regina Josephine di Svezia e Norvegia, potrebbe provenire addirittura dal forziere di sua suocera: la regina Desideria, al secolo Désirée Clary di napoleonica memoria, consorte di quel Maresciallo Bernadotte che ottenne di sedersi sul trono di Svezia e Norvegia, all’epoca riunite.
Visto che il marito dava il braccio a Laura Mattarella, Mette Marit di è accontentata del terzo posto, e di accompagnare la principessa Astrid, sorella maggiore del suocero. 91 anni di pirotecnico splendore esaltato dalla mise color arancia di Sicilia, le insegne dell’ordine familiare reale di ben tre sovrani – il nonno Haakon VII, il padre Olav V e il fratello Harald V – e l’originale tiara-bandeau in oro giallo perle e pietre colorate. Più sobria in nero la Principessa Ereditaria, che rende onore al Paese ospite con un abito in pizzo e ricami di Emilio Pucci, che già le abbiamo visto in bianco (Royal chic shock e boh – Novembre 2021 ). Sui biondi capelli la delicata tiara di ametiste, che come potete immaginare Lady Violet adora.
Ancor più sobria nella rigorosa mise nera – di cui purtroppo non ho trovato altre immagini – Laura Mattarella che speriamo abbia trovato piacevole la compagnia del futuro re seduto al suo fianco.
Almeno quanto la brillante Sonja ha apprezzato, direi ricambiata, il suo fascinoso ed elegantissimo cavaliere. Quando il sole del mediterraneo incontra l’aurora boreale il cielo si riempie di stelle.
Dopo aver analizzato gli abiti maschili per l’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Gentlemen) passiamo ad occuparci delle signore della più ristretta cerchia reale. Camilla, coprotagonista della giornata, indossava come annunciato un abito creato per lei da Bruce Oldfield in peau de soie, un raso opaco in pura seta.
Un modello con scollatura a V e maniche lunghe, con un sopragonna da cui parte un breve strascico, con un un inserto sulle spalle (che a dire il vero ricorda un po’ gli spallacci di uno zaino). L’aspetto più interessante è naturalmente la ricca decorazione a ricami in oro e argento in elegante equilibrio. Quelli in oro, all’orlo ai polsi e sulle spalle, raffigurano i fiori simbolo dei quattro paesi che formano il regno: la rosa inglese, il cardo scozzese, il narciso gallese e il trifoglio nordirlandese.
Nella parte centrale della gonna, al di sopra dell’orlo, fanno bella mostra di sé due animaletti, la cui presenza ha mandato in brodo di giuggiole ogni canaro del globo terracqueo: sono Beth e Bluebell, i due amatissimi Jack Russell presi al canile di cui la regina ha il patronage: il Battersea Dogs and Cats Home.
I ricami in argento sono più piccoli e delicati, in forma di ghirlande stilizzate con i fiori della campagna inglese tanto amata da entrambi i sovrani. Nascosti tra le volute anche cinque nomi: Tom Laura Eliza Freddy Gus Lola e Louis. Sono quelli dei due figli e dei cinque nipoti; Eliza è stata una delle damigelle al matrimonio dei Principi di Galles, mentre i tre maschi hanno aiutato la nonna durante l’incoronazione reggendole il mantello.
Quello cremisi indossato all’arrivo, detto Robe of State, è lo stesso usato da Queen Elizabeth per raggiungere Westminster Abbey, dove sarebbe stata incoronata; mentre al termine della cerimonia Camilla ha indossato un altro mantello, questa volta in velluto viola – detto Robe of Estate – creato appositamente per lei da Ede and Ravenscroft e ricamato dal Royal School of Needlework, altro patronage della regina.
(Ph: Hugo Burnand)
Oltre al monogramma di Camilla i ricami rappresentano fiori scelti per il particolare significato, come l’alchemilla, il suo preferito, che simboleggia amore e consolazione o il fiordaliso, simbolo di amore e tenerezza ma anche dotato della fondamentale capacità di attrarre api farfalle e altri insetti impollinatori; quelli stessi che compaiono per la prima volta in un ricamo di questa importanza. Non mancano il delphinium che oltre ad essere il fiore di luglio, mese di nascita della regina è anche il preferito di Charles, e il mughetto, omaggio a Queen Elizabeth che lo amava particolarmente; .
Al collo di Camilla brillavano gli enormi diamanti del Coronation Necklace, creato per Queen Victoria nel 1858 e da allora indossato da ogni regina, fosse monarca o consorte, il giorno dell’incoronazione. Quanto alla corona, una volta deciso di evitare quella indossata dalla Queen Mother per le possibili polemiche legate alla presenza del diamante Koo-i noor, considerato simbolo del passato coloniale, si è preferita quella della Queen Mary, rimuovendo quattro degli otto archi e aggiungendo i diamanti Cullinan III IV e V, parte della collezione privata di Queen Elizabeth, che tanto spesso ha indossato come spille.
Ad assistere la regina nella complessa liturgia le sue due Companions, la sorella Annabel Elliott – il cui nipotino Arthur è stato il quarto paggio di Camilla – e l’amica Lady Lansdowne (la signora con la grande spilla). A me sono piaciute molto, e mi è piaciuto particolarmente che vestissero abiti nello stile di quelli che Camilla indossa di solito; infatti sono stati creati dalla sua couturière di fiducia, Fiona Clare. Se poi vi state domandando come mai i suoi paggi avessero uniformi differenti, Lady Violet ha pronta la risposta: sono quelle dei reggimenti di cui la sovrana è Colonel-in-chief: i Grenadier Guards (con la giubba rossa) e i Rifles.
(Ph: Yui Mok – WPA POOL/Getty)
Fermiamo solo un momento la dissertazione sugli abiti; osservate le espressioni dei fratelli e della sorella del re al suo ingresso, e traete le vostre conclusioni.
Le working royals, cioè le signore che lavorano per la corona ricevendo un appannaggio, non indossavano tiara mettendo fine a un’altra lunghissima querelle che ipotizzava ne sarebbero state prive per lasciar brillare solo Camilla; la quale peraltro è arrivata a sua volta a capo scoperto e così è rimasta fin quasi alla fine, quando è stata rapidamente incoronata. Al posto della tiara le royal ladies indossavano un cerchietto con foglie, fiori, perline, cristalli e minutaglia varia. Diciamo che sulla settantaseienne Duchessa di Gloucester l’effetto era un po’ troppo girlie, e infatti la cugina Principessa Alexandra di Kent deve essersi rifiutata, e si è presentata fresca di parrucchiere e a testa nuda.
La Princess Royal ha dribblato il rischio assumendo il ruolo di Gold-Stick-in-Waiting, antica figura di provata lealtà a guardia del sovrano. Infatti Anne, indossata l’uniforme di gala dei Blues and Royals, ha cavalcato dietro la carrozza che trasportava fratello e cognata beccandosi un’acquazzone, cosa che avrà sicuramente preferito ai fiori in testa. Nell’abbazia ha aggiunto il mantello di velluto verde dello scozzese Order of the Thistle, e ha confessato lei stessa il sollievo per non dover pensare a cosa indossare.
La Duchessa di Edimburgo invece il cerchietto se l’è messo, asimmetrico, opera di Jane Taylor, composto da foglie di raso e cristalli Swarovski con piccoli elementi in argento. Sophie non ha pescato nei forzieri reali, ma ha indossato gioielli che immagino di sua proprietà: orecchini in diamanti e zaffiri con bracciale en pendant della maison londinese Graff, famosa per la qualità delle sue pietre.
(Ph: Instagram @jtmillinery)
Sotto il mantello la duchessa indossa una creazione couture di Suzannah London: un abito in seta avorio con un breve strascico che, come la parte alta del corpino, è ricamato in punto irlandese ad opera di Jenny King Embrodery. Il soggetto, i fiori della campagna inglese ispirati al lavoro della ceramista Rachel Dein.
(Ph: Suzannah London)
Personalmente lo trovo un po’ carico, ma francamente chi si è mai vestita per un’incoronazione? E poi Sophie, con la sua grazia, indossa bene quasi tutto.
In questa fotografia si apprezzano meglio gli abiti delle signore e, cerchietto a parte, questa volta ho trovato molto elegante la Duchessa di Gloucester, con un abito di linea semplice con collo montante e quelli sembrano bottoni. Sembrano, perché in effetti sono tre spille di diamanti, eredità di Queen Mary. Al collo una favolosa doppia rivière di grossi diamanti eredità della suocera Alice, da cui pende una croce, anch’essa di diamanti, anch’essa eredità di Queen Mary. Ah, la fortuna di avere avuto una nonna innamorata dei gioielli, la mia era terziaria francescana…
Come accade spesso, se non sempre, ad attirare gran parte dell’attenzione è stata però la Principessa di Galles. Per lei un abito Alexander McQueen che ha causato un piccolo giallo: mentre nella foto ufficiale a Buckingham Palace lo scollo appare una V che si arrotonda verso le spalle, durante la cerimonia sembra invece un semplice girocollo. L’arcano è stato svelato da Alastair Bruce, illustre commentatore di Sky: durante la cerimonia, e fino al saluto sul balcone, l’abito era completato da una mantellina per proteggerlo dal peso del cordone e dal collare del Royal Victoria Order. L’ipotesi è suffragata dal fatto che tra l’affaccio al balcone e il ritratto ufficiale sono passati pochi minuti, non sufficienti a cambiare vestito – come pure ipotizzato – ma abbastanza per rimuovere la mantellina e indossare il collier, il favoloso Festoon Necklace, fatto realizzare nel 1950 da King George VI per la giovane figlia Elizabeth.
Alle orecchie di Catherine gli orecchini in diamanti e perle appartenuti a Diana; non credo assolutamente che volesse evocare la presenza della defunta principessa, penso al limite sia gesto di affetto verso il marito.
L’abito, in seta avorio, è decorato allo scollo (compresa la mantellina) ai polsi e all’orlo da un ricco ricamo in argento che come per Camilla rappresenta i quattro fiori simbolo del regno – rosa, cardo, narciso e trifoglio – in fondo è o non è la futura regina? Sul capo né tiara né coroncina di fiori, ma anche lei come Sophie un cerchietto di foglie con argento e cristalli, anche se più d’impatto: il ranking si vede anche in questi dettagli. A me ha ricordato il quadro di Jacques-Louis David che ritrae l’incoronazione di Napoleone – sarebbe il colmo! – ma potrebbe essere anche ispirato alle damigelle delle matrimonio della defunta Regina, o a un ritratto della giovane Queen Victoria. La cosa interessante è che Sarah Burton, fashion director di Alexander McQueen lo ha realizzato in collaborazione con la modista Jess Collett, e lei ha iniziato la sua attività 25 anni fa grazie a un prestito del Prince’s Trust. Alla fine tutto torna.
Anche l’incolpevole Charlotte è stata abbigliata con abito, mantello più mantellina in seta avorio, e dagli stessi stilisti della madre: Alexander McQueen e Jess Collett per il cerchietto. Deliziosa as usual, ma il tutto mi fa un po’ effetto orfanella.
La mattina dopo l’incoronazione sulla tomba del milite ignoto – che come sapete si trova sul pavimento all’ingresso di Westminster Abbey – su incarico della Regina è stato deposto un bouquet. Non uno qualunque, lo stesso che portava Elizabeth Il il 2 giugno 1953, quando fu lei ad essere incoronata. Come dicevamo, cose così le fanno solo loro, e solo loro le sanno fare.