Ladies in red

Lo scorso weekend il Principato di Monaco ha ospitato il GP di Formula 1, finito in gloria col trionfo dell’eroe locale, il ferrarista monegasco Charles Leclerc, che ha fatto commuovere pure il sovrano. In serata la tradizionale cena di gala, dove Charlène si è presentata in rosso; omaggio alla Ferrari? L’abito Vuitton – come la come la minaudière che ha in mano – mixa un tubino con maniche lunghe che lascia le spalle abbondantemente scoperte da un ampio scollo, da cui parte un inserto pietrificato. L’effetto finale è evidenziare l’ampiezza delle spalle da nuotatrice togliendo un po’ di respiro al collo. Io continuo a pensare che la princesse abbia un problema con i volumi, e solo Armani – autore del suo abito da sposa e poi misteriosamente scomparso – riuscisse a valorizzarne il fisico sportivo. Comunque contenta lei contenti tutti, per me boh.

Alla serata di gala c’erano anche i Duchi di Castro con le due figlie, che ormai sono grandi e devono socializzare. D’altronde Carlo e Camilla (questi, i Borbone Due Sicilie, non gli omonimi british) nel Principato non solo hanno una residenza, ma ci si sono anche sposati, col principe Albert come testimone. Mentre le due figliuole preferiscono la sicurezza del nero e del cipria la biondissima Camilla, neé Crociani, non rinuncia al rosso.

Con tanto di spalla scesa, che è proprio il modello dell’abito. Io impazzirei per il fastidio, ma lei non fa un plissé, con l’eccezione dell’intrico di boccoli. Al di là di ogni categoria (e comunque secondo me con la sua barbietudine ci gioca parecchio, e io mi ci diverto assai).

Non escludo che fosse davvero un sostegno a Leclerc e alla Ferrari la mise di Alexandra von Hannover, figlia minore di Caroline avuta dal terzo marito Ernst August, con un prendisole scarlatto semplice e leggero del brand americano Sandy Liang. Attenzione ai dettagli, dagli occhiali anni ’60 (Celine) alle scarpine The Row (brand fondato dalle gemelle Olsen) praticamente introvabili e oggetto del desiderio di molte comuni mortali, con cui Alexandra ha in comune solo la mortalità. Chic.

Da lunedì 27 a sabato 1 giugno si sono tenute a Bruxelles le finali dedicate al violino nell’ambito del Concours Reine Elisabeth. Alla serata inaugurale hanno partecipato entrambi i sovrani, e la regina Mathilde ha indossato un abito ricoperto di paillettes di Jenny Packham un po’ eccessivo accanto al sobrio completo blu del re. Vi devo dire la verità, questi abiti paillettati iniziano a stancarmi, però questo non è male, bella la linea e bellissimo il colore. Chic.

Altra serata altro vestito; Mathilde non lascia ma raddoppia e sceglie di nuovo il rosso, in questo caso una tonalità corallo. L’abito monospalla di Costarellos è caratterizzato da un’ampia manica a sbuffo. Fotografie a figura intera non ne ho trovate e sono pronta a rivedere il mio pensiero in qualunque momento, ma visto così lo trovo terribile. Shock.
Optical

Cambiamo decisamente registro ed esaminiamo qualche mise in fantasia optical, che a me piace sempre. Torniamo a Monaco, per la gara Beatrice Borromeo, ha scelto un total look Dior e noi non siamo sorpresi. Molto bello l’abito pied-de-poule la cui dimensione aumenta scendendo verso l’orlo, completato da ballerine, borsa (la Lady D-Joy Micro Bag) e gli indispensabili occhiali da sole. Très chic.

Il giorno prima della gara Charlène ha accompagnato il marito per una serie di impegni, tra cui ringraziare il personale di Croce Rossa che presta servizio durante tutto il lungo fine settimana. Per farlo sceglie un completo dell’amato Akris in jersey a righe. L’idea non è male, ma la linea dei pantaloni non mi convince, e pure la cintura mi perplime; avrei scelto anche scarpe più sportive invece di queste, le slingback Ascent 100 di Gianvito Rossi. Un grande boh.

Di lei parlo poco ma mi piace parecchio: Laurentien dei Paesi Bassi – moglie del principe Constantijn, il minore dei tre figli della ex sovrana Beatrix – il 25 maggio ha compiuto 58 anni e la casa reale l’ha festeggiata con questo bel ritratto. Una donna intelligente equilibrata e consapevole, con un tocco di eccentricità a sottolinearne la personalità. La mise è un po’ così, ma in questo caso passa decisamente in secondo piano. Boh, ma tanti auguri.
Geometrie

La frattura al piede ha dato alla Reina Letizia l’alibi per togliersi (definitivamente?) i tacchi, già ridotti rispetto a quelli altissimi che indossava nei primi anni di matrimonio, nel vano tentativo di bilanciare il 1.97 del consorte. Questa settimana per partecipare a Solo de ciencia – certame di monologhi in lingua spagnola con l’obiettivo di migliorare la comunicazione scientifica – sopra gli amati pantaloni bianchi piazza una blusa di Adolfo Dominguez in un color giallo paglierino (anche se in questo caso sarebbe più opportuno definirla giallo Isabella) con svolazzanti pannelli bianchi. Ma perché? Boh.

Sabato 25 la Giordania ha festeggiato i 78 anni di indipendenza; il 25 maggio 1946 diventò infatti uno stato autonomo dal controllo britannico. Per l’importante celebrazione Rania ha scelto un abito color prugna di Solace London, praticamente l’evoluzione del cape dress, dato che qui la mantella copre una spalla sola per poi arrivare fino a terra. Sarà la solennità dell’occasione, sarà l’indubbia classe della signora che lo indossa, ma mi piace moltissimo, e la cintura etnica è il tocco perfetto. L’unica cosa che non mi convince è la borsa, che non si abbina neanche particolarmente alle scarpe color bronzo (Manolo Blahnik). Superchic.
E per finire…

Col post ci entra poco, ma mi è piaciuta tanto e ve la propongo. Venerdì Queen Camilla ha accompagnato il re alle corse di Epsom; per l’occasione ha indossato un tailleur azzurro di Bruce Oldfield sotto il trench – supertrend di questa stagione e anche delle prossime – il nastro del cappello di Philip Treacy riprende il colore della mise e la borsa di Charlotte Elizabeth, in una tonalità più scura, completa il tutto. Devo dire che nonostante io non ami particolarmente l’azzurro questo abbinamento col beige mi piace molto. Chic.



























































































Con la felicità che le si legge negli occhi, nella doppia veste di nonna dello dello sposo e padrona di casa, HM The Queen è in azzurro fiordaliso, a ramages oro chiaro di incerte forma e distribuzione, più drappeggio sul davanti che rivela la regal biancheria, e questo non è bello. Non mi entusiasma neppure la borsa dorata a doppio manico, però è interessante vederla con una demi parure in oro invece delle classiche perle. I beg your pardon Ma’am, boh.
Sofía di Spagna è invece in compagnia dei principi ereditari Felipe e Letizia. Per lei un abbondante abito della fida Margarita Nuez in taffetà color bronzo doppiato in tulle, con corpino e maniche in pizzo che si intravvedono sotto la cappa in due tonalità di beige, cui è stata aggiunta una sciarpa color acquamarina, dovesse fare freddo. L’effetto finale è quello di una poltrona con un paio di plaid sopra. Shock.
Non esattamente una regina, ma comunque consorte di un sovrano – che è sempre un accessorio piuttosto decorativo – Maria Teresa del Lussemburgo è donna che non ha timore di osare, nemmeno il rosso sul red carpet. E fa bene, questo Saint Laurent è una delle sue migliori mise di sempre. Ulteriore tocco royal la clutch dorata appartenuta alla suocera Joséphine Charlotte, nata principessa del Begio. Chic.
Al contrario di Camilla Letizia, all’epoca ancora Principessa delle Asturie, sfoggia un abito da gran sera di Felipe Varela in mussola di seta e tulle di un bellissimo grigio lavanda, ricamato a tralci di vite, rose e viole. È vero, l’abito è eccessivo per l’occasione, braccia e spalle un po’ troppo ossute, ma questa è una delle mise di Letizia che preferisco in assoluto, che lei astutamente ricicla. Chic.
Mathilde dei Belgi, all’epoca Duchessa di Brabante ama l’arancio, lo indossa spesso e ha ragione, le sta benissimo. In questo caso però il modello dell’abito non la valorizza – molti commentarono che sembrava incinta – eccessivo il drappeggio, incerta la lunghezza. E poi quei piedini al’indentro… insomma, boh.
Victoria di Svezia è la Principessa Ereditaria-in-chief, perché è l’unica del gruppo a diventare regina titolare e non consorte, portando con sé sul trono l’adorato Daniel. Qui è sposata da soli dieci mesi, ancora in luna miele – ma in fondo lo è anche adesso, innamorata come il primo giorno – l’abito rosso Escada con doppio nodo in posizioni strategiche ne sottolinea la bella linea (sposare il proprio personal trainer ha i suoi vantaggi). Non sarà una mise leggendaria ma la fanciulla è così bella e felice che è un piacere guardarla, ed è in grado di offuscare tutto il resto, anche il tremendo smoking del marito, che sbaglia pure il papillon. Chic, ma solo lei.
Banale il giusto Marie Chantal, moglie del diadoco e dunque principessa ereditaria del non più esistente regno di Grecia, in abito beige rosato, firmato Vuitton come la clutch. Brutto il corpino con un incrocio drappeggiato, ulteriormente penalizzato dall’esiguità del décolleté, imperdonabile il segno chiaro del costume. Darling, mica sei a Mykonos. E stai attenta che Pavlos ti pesta lo strascico. Shock.
Rosso anche per la Contessa di Wessex, zia dello sposo, imbustata in un rigido abito di Bruce Oldfield che pare un cono di plastica, di quelli che sulle strade delimitano il restringimento di corsia (sembra si chiami “cinesino”, fonte La Settimana Enigmistica). Al vertice, una sorta di origami (che però è giapponese) a tre strati, che per di più evidenza il ciccetto dell’ascella. Anche Sophie mi cade sul segno del costume, neanche fosse la grigliata di ferragosto. Favoloso il collier, ma avrebbe meritato ben altro habitat Shock.
La riscatta la sorella minore Eugenie, in nero Vivienne Westwood che le sta d’incanto, esaltando la sua linea a clessidra; un modello vagamente gothic che a una ragazza di soli 21 anni è senz’altro consentito, anche in una occasione del genere. Per me, una delle più chic.
La bellissima Tatiana Blatnik è da pochi mesi principessa di Grecia, avendo sposato Nicholaos, il terzogenito degli ex sovrani Costantino e Anne-Marie. Per lei Giorgio Armani allunga un abito couture pensato per arrivare sopra la caviglia, in uno splendido punto di blu. Anche la clutch fatta a fiocco stilizzato è di Re Giorgio, che se avesse visto quell’orchidea piazzata in testa l’avrebbe disintegrata con lo sguardo, ma tant’è. Comunque chic.
Alla fine arriva lei – se non ricordo male arrivarono davvero in ritardo, e Albert attribuì la colpa al parrucchiere – Miss Charlene Wittstock è l’unica del gruppo priva di titolo, che acquisirà sposando il Principe di Monaco nove settimane più tardi. Tutti si aspettano di vederla in Armani, che l’aveva già vestita in precedenza e le stava realizzando l’abito da sposa, invece lei sceglie il primo di una lunga serie di Akris, maison svizzera che non è certo all’altezza di Re Giorgio (d’altronde chi lo è?). Un abito in seta dupioni, con quell’effetto lucido che trovo un po’ cheap, arricchito da petali tagliati al laser, in organza come la stola. Lei all’epoca era davvero bella, e come avrebbe detto mia madre “nell’insieme fa la sua figura” ma per me resta un mistero come si possa preferire ad Armani questa roba. Boh.