Come si fa a non amarli?
Giovedì pomeriggio Sir David Attenborough è andato a presentare il suo ultimo film A Life on our Planet al Duca di Cambridge, e i due, opportunamente avvolti in plaid dall’elegante tartan, si sono goduti la proiezione allestita non già banalmente in un cinema ma nel giardino di Kensington Palace. La produzione aveva dotato i due di sedia da regista coi rispettivi nomi, che Wills e Sir David si sono scambiati, prontamente fotografati dalla duchessa.

Il duca di Cambridge ha spesso confidato il suo profondo amore per l’ambiente e la sua tutela, che la paternità ha trasformato in impegno. E proprio i suoi tre pargoli sono stati i grandi protagonisti dell’incontro; appassionati anche loro, secondo mamma Catherine, di natura e di tutto ciò che la racconta, a partire dai film documentari del grande regista.

Tutti vestiti coordinati in una serie di sfumature di blu, compreso Attenborough, belli da sembrare finti, divertiti e a proprio agio, quanto possono esserlo bambini di quell’età con un estraneo. Il quale però li ha conquistati con un dono veramente leggendario: il dente fossile di uno squalo rinvenuto durante un viaggio a Malta alla fine degli anni ’60.

Lo squalo apparteneva alla specie, ora estinta, dei Carcharocles megalodon; “megalodon” in greco antico significa appunto “grande dente” caratteristica dell’enorme animale che misurava una decina di metri. Non immaginate anche voi George portare a scuola il dentone per la felicità dei compagni di classe (e l’orgoglio di nonno Charles)? Il titolare del regalo, il settenne erede dell’erede dell’erede, ormai ha conquistato i pantaloni lunghi cui abbina la regina del tempo libero maschile, la camicia button down (cioè quella col colletto fermato da due bottoncini).
Il piccolo Louis ha ereditato dal fratello maggiore camicia a quadretti, polo melange, e calzoncini; Lady Violet adora il dettaglio dei calzettoni che non raggiungono il ginocchio, tormento di ogni pupetto/a dotato/a di polpaccetti torniti (sì, è autobiografico). Casual chic per Charlotte (in Zara) e per la mamma, con uno chemisier in denim di Gabriela Hearst, dal bel modello che evoca gli anni ’50 (ma non fatevi confondere dall’apparente semplicità, è un capo made n Italy che costa quasi 1500 euro).
Come si fa a non amarli?




L’espressione del signore a sinistra è eloquente. Ottima mossa, nel solco della “umanizzazione” della Royal Family che è poi il lascito maggiore di Diana; d’altro canto penso che questo gesto contribuisca a portare questa vicenda in un ambito più familiare, allontanandola da quello regale. Credo che quando William salirà al trono i due aspetti si ricomporranno, le polemiche residue si stempereranno e Lady Di riposerà finalmente davvero in pace. Bravo William, well done.
Queen Victoria’s Palace è la mostra che sarà visitabile dal 20 luglio al 29 settembre, e racconterà come la giovane sovrana seppe trasformare una residenza reale poco amata nel simbolo di una nazione: centro politico e cuore pulsante della vita sociale e culturale.
Diciamoci la verità, non è che si siano scatenati con la fantasia eh. Classico, che più classico non si può. Avranno temuto di offuscare in luminosità le tiare di Queen Victoria, o in chic gli abiti di Diana, tutti pezzi in mostra all’interno?
Consoliamoci con la panoramica del giardino che, anche se l’albero grande più quelli piccoli fa un po’ Biancaneve e i sette nani, è senz’altro più scenografica.