Royal chic shock e boh

Una settimana, ben tre royal tour, che regalo per la nostra rubrica!

Rania in Giappone

Martedì 11 i sovrani hashemiti, accompagnati dal Principe Ereditario, sbarcano a Tokyo per una breve visita. Per incontrare gli Imperatori a Palazzo Rania fa una scelta molto interessante: un robe-manteau couture di Benchellal. L’uomo dietro il brand è Mohamed Benchellal, giovane couturier nato in Olanda da genitori marocchini, che declina la sua idea di stile in silhouettes di grande impatto definite da tagli scultorei. Vincitore nel 2020 del Vogue Arabia Fashion Prize, è apprezzato tanto nel mondo arabo come a Hollywood; suo il favoloso soprabito a grandi rose rosse con cui la divina Iris (Apfel) posò per la copertina di Harper’s Bazaar per i suoi 100 anni (la trovate qui: La foto del giorno – 100 Iris). Meno flamboyant, naturalmente, il capo creato per Rania; nonostante la vaga evocazione di un accappatoio lo trovo veramente notevole. A completare la mise una cintura in pelle dorata di Marni, e una delle varie borse Peekaboo Fendi di proprietà della regina. Chic. Deliziosamente fuori moda Masako, con uno dei suoi tailleur chiari, in questo caso in un tessuto bianco lucido e piuttosto rigido. Una mise che può portare solo lei, chic.

Secondo giorno, incontro con la signora Yuko Kishida, consorte del Primo Ministro. Rania deraglia verso il mondo Barbie, con un abito longuette in organza lilla pallido con fiori applicati (Zimmermann) in preoccupante abbinamento col tendaggio, più adatto a una cresimanda che a una working queen. La borsa a bauletto tondo di Gabriela Hearst e le scarpe Dior color oro rosa rendono tutto ancor più stucchevole. Shock. Non la conoscevo, ma ho trovato veramente graziosa ed elegante madame Kishida: bello il tailleur, bella la gonna morbida dalla lunghezza impeccabile, perfette le scarpe. Chic.

Terzo appuntamento: il Museo d’Arte Moderna di Tokyo. Rania ha scelto un completo pantaloni haute couture del francese Alexandre Vauthier, uno che ha studiato con Thierry Mugler, e si vede. Belle le scarpe di raso rosso (Gianvito Rossi), ma la borsa a ciondoloni – una preziosa Small Caro Dior ricamata – non si può guardare! Chic; Lady Violet apprezza molto il non affidarsi sempre alle stesse maison, sperimentando il più possibile.

Brigitte in Olanda da Máxima

Nonostante il gran desiderio di visitare il Giappone, questo è il tour che ho invidiato di più, principalmente per l’appuntamento che citeremo per ultimo. Primo incontro, Natan colpisce ancora (e affonda): Máxima si presenta in un insieme abito+turbante in seta, secondo lo stile tanto caro alla mia professoressa di chimica al liceo (ma erano gli anni ’70) e c’è pure la borsetta! Si aggiunga un cappotto giallo croco annodato in vita ed ecco a voi l’effetto uscita dalla doccia. Shock, però notate appuntato in alto sul bavero il nastrino blu dell’Ordre national du mérite; noblesse oblige. La Première Dame, il cui stile a me non piace particolarmente, vince il confronto ma non si libera dall’idea di sembrare una hostess dell’Air France. Boh.

Per la cena di gala Máxima dimostra tutto il suo amore per la teatralità: per lei un abito in una meravigliosa tonalità di rosso di Claes Iversen, che sta bene anche con la fascia scarlatta della Legion d’Onore. Brigitte risponde ribaltando il piano: abito blu notte con pennellate metalliche sul corpino. Potrebbe essere una creazione Vuitton, che veste di solito madame Macron, a me non piace particolarmente, ma approvo la scelta; non potendo indossare tiare o gioielli pari a quelli di una regina il rischio è quello di sembrare troppo semplice. Ricordo che Helietta Caracciolo, aristocratica creatrice di bijoux, raccontò che molte signore invitate al Quirinale per una cena di gala con Queen Elizabeth, fecero man bassa delle due gioie, falsissime ma di grande effetto. Qualche sovrana – mi viene in mente soprattutto Letizia – non indossa più la tiara incontrando presidenti di repubblica ed eventuali first ladies, ma non è ancora un uso diffuso. Dunque immagino che la Première Dame abbia cercato un escamotage per salvare l’onore dell’eleganza repubblicana, ma l’abito non mi convince, forse in foto non rende. Boh.

Il giorno seguente le due signore visitano Amsterdam, dedicandosi a un centro di supporto per i giovani per poi fare tappa alla casa che fu di Anne Frank. Máxima, in Natan da capo a pie’ (letterale, Natan anche le scarpe) con abito di tulle ricamato, è pronta per una cerimonia, peccato che non ci debba andare, Brigitte al contrario risicatissima in un completino stretto stretto. Per ragioni opposte le trovo shock+shock, ma vorrei attirare la vostra attenzione sulle borse che hanno in mano le signore: Chanel per Brigitte, e Sophie Habsburg per Máxima, il modello Moneypenny che sta diventando popolarissimo tra le royal ladies, e ha ancora un prezzo relativamente abbordabile. Io ve l’ho detto.

Per ultimo, l’appuntamento che tanto ho invidiato: la visita al Rijksmuseum per la mostra di Vermeer, i cui biglietti sono andati esauriti in pochi minuti. Le due signore sono in nero, colore con cui è difficile sbagliare. Máxima sempre in Natan con una mise riciclata: non mi piace alla follia ma la spilla genera un upgrade stellare. Brigitte con un little black dress che scopre il ginocchio ma non va oltre. Non voglio sapere cosa sono quelle bretellone sulle spalle, e nemmeno la visione posteriore aiuta.

Facciamo finta di non vederle e consideriamo entrambe chic. E sbirciamo i Vermeer.

Charlène a Firenze

C’è anche l’Italia questa volta, grazie alla visita a Firenze compiuta in settimana dai sovrani monegaschi, per celebrare i 160 del consolato monegasco in città. Charlène sceglie Emporio Armani: tailleur pantalone in viscosa froissé e top smanicato in crêpe de chine. Il colore, nella definizione della maison, è il rosa chiaro. Mi piace tutto molto, chic.

Sempre Emporio Armani per la visita alla fondazione Andrea Bocelli; in questo caso giubbotto e pantaloni in tessuto jacquard check sfumato, in un colore definito “tortora” che sembra tanto un grigio chiarissimo. Un po’ triste ma chic, soprattutto a confronto con le scarpine color crema su piede scuro di Veronica Bocelli. Che pazienza…

Si finisce con la cena di gala, e qui facciamo i complimenti al sindaco Nardella per la squisita cortesia con cui ha provveduto a non far sentire a disagio l’illustre ospite, indossando uno smoking dall’orlo assai peggiore di quelli cui ci ha abituato Albert. O glielo ha prestato il cugino giocatore di basket? Chissà. Charlène indossa una abito nero di Akris: bello il modello, bello il contrasto tra le paillette e il tulle di maniche e scollo, sottolineato dalla linea geometrica; forse un po’ troppo per l’occasione, ma ci accontentiamo. Chic.

Finalmente il 2021!

Accompagnato come pochi altri da speranze e buoni auspici dai popoli del mondo intero, finalmente è arrivato l’attesissimo 2021. E come potremmo noi iniziarlo se non con gli auguri delle royal families? Alcune delle quali – e mi riferisco principalmente a quelle orientali – scelgono proprio il Capodanno per gli auguri al loro popolo, visto che ovviamente non celebrano il Natale.

Belli come sempre i sovrani del Bhutan con i due figli: il Principe Ereditario che compirà cinque anni in febbraio, e il piccolino, che a marzo spegnerà la prima candelina (o qualunque cosa si faccia nel regno himalajano), in posa per il mese di gennaio del calendario che viene loro dedicato ogni anno. Un paio di settimane fa la Regina Jetsun Pema ha annunciato la nascita di un’organizzazione, con linea telefonica gratuita, strutture d’accoglienza e personale specializzato, per fronteggiare l’emergenza della violenza domestica, che durante il lockdown ha assunto numeri e aspetti preoccupanti. A dimostrazione del fatto che per certe cose, purtroppo, tutto il mondo è paese.

(Ph: Imperial Household Agency via Jiji, Mainichi)

Indubbiamente meno charmant gli Imperatori del Giappone, che nel loro messaggio hanno ringraziato tutto il personale sanitario, ed espresso pensieri di solidarietà e speranza. Registrato il 28 dicembre nella residenza di Akasaka, e diffuso alle 5:30 del mattino del 1 gennaio, questo messaggio televisivo sostituisce in un sol colpo sia il tradizionale testo scritto dall’Imperatore, di norma pubblicato a capodanno, sia la cerimonia pubblica per lo scambio degli auguri. Perfettamente abbinati i sovrani, alle cui spalle spicca un bellissimo bonsai, augurio di lunga vita. E Lady Violet sempre più innamorata delle perle dell’Imperatrice.

Da questa parte del mondo, glissando sugli auguri di rami cadetti (no, non sto pensando agli esuli californiani) o di pretendenti a troni non più esistenti, anche la Regina Margrethe II rivolge ai Danesi gli auguri a capodanno piuttosto che a Natale. Auguri che quest’anno hanno un significato speciale: la sovrana, che ha compiuto ottant’anni nel 2020, ha iniziato il 2021 ricevendo la prima dose di vaccino contro il covid.

Non sappiamo ancora se la Royal Family abbia a sua volta iniziato a vaccinarsi, ma da Clarence House arriva comunque una bella notizia per iniziare l’anno. La Duchessa di Cornovaglia è un’appassionata lettrice, e senza sosta promuove la lettura: durante il lockdown ha spesso consigliato i libri che stava leggendo, consigli molto graditi da un’ampia platea. Ora è pronta per un nuovo progetto The Reading Room, una piattaforma di lettura dove offrirà consigli di stagione in stagione, con informazioni e curiosità su libri e autori; una community che gli appassionati di lettura ameranno sicuramente.

La trovate qui: https://instagram.com/duchessofcornwallsreadingroom?igshid=106vqv2uzj44p

In conclusione lasciatemi dire una cosa, che è superfluo dire a voi ma la dico lo stesso. L’account twitter di Charles e Camilla ha dovuto escludere i commenti, onde evitare la valanga di offese e cattiverie che la messa in onda di The Crown sembra aver rinfocolato. Ecco, se questa gente leggesse più libri avrebbe probabilmente un atteggiamento meno violento, magari imparerebbe qualcosa in più su ciò di cui pensa di sapere tutto, e forse vivrebbe anche meglio.

Le foto del giorno – Nuovi arrivi e compleanni

Se come Lady Violet siete rimasti piacevolmente colpiti dall’ottimo umore e dal sorriso sfolgorante mostrati da Her Majesty ieri a Windsor (in caso vi fosse sfuggito Le foto del giorno – Christmas is coming) ecco svelato l’arcano: è in arrivo il decimo pronipotino!

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la futura mamma non è la nipote Beatrice di York, neo signora Mapelli Mozzi, ma Zara Phillips. Lei il marito, l’ex capitano della nazionale di rugby Mike Tindall, hanno già due bambine: Mia, sette anni il mese prossimo, e Lena, due e mezzo. L’annuncio è stato dato durante un podcast sul rugby da un felicissimo Mike, che non ha nascosto il desiderio di un maschietto dopo due femmine, anche se nulla ha rivelato dell’ecografia appena fatta. Nulla si sa neppure sul periodo previsto per la nascita, ma considerando che tra la prima e la seconda figlia Zara ne ha persi altri due, è probabile che prima di dare l’annuncio i Tindall abbiano aspettato che la gravidanza superasse la fase delicata del primo trimestre. Nel 2021 Zara festeggerà il quarantesimo compleanno (il 15 maggio) e i dieci anni di matrimonio (il 31 luglio), e non poteva esserci regalo migliore per lei. E neanche per il futuro bisnonno Philip, che il 10 giugno girerà la boa del secolo.

Dall’altro capo del mondo festeggia oggi i 57 anni l’Imperatrice del Giappone, Masako. Lo sfondo è quello dell’anno scorso (Le foto del giorno – 10 dicembre), i cuscini dimezzati e la corbeille sul tavolo più piccola e allegra, con delicati rimandi alla blusa lilla dell’Imperatrice, elegante sfondo per le splendide perle. Nel corso della seduta fotografica (organizzata lo scorso 3 dicembre) i sovrani – forse per vivacizzare un po’ l’ambiente – hanno mostrato dei bachi da seta, quelli da cui nasce la raffinatissima seta Koishimaru, l’unica prodotta in quest’anno segnato dalla pandemia.

Se volete, c’è anche un video (in inglese) https://www.youtube.com/watch?v=VS3JUT7XeG8

Le foto del giorno – Un trono per due

Non ho resistito al gioco di parole col titolo di un celebre film, sempre presente nei palinsesti natalizi, a causa di una suggestiva coincidenza.

Oggi in Giappone festeggia il diciannovesimo compleanno la Principessa Aiko, unica figlia dei sovrani Naruhito e Masako. Ieri invece ne ha compiuti 55 il principe Akishino, che dell’Imperatore è il fratello minore.

La prima quest’anno si è fatta fotografare da sola, senza genitori, a sottolineare l’età ormai adulta e direi l’autonomia che ne consegue, anche se mi rendo conto che per una principessa imperiale giapponese la parola “autonomia” azzardata. Con lei Yuri, l’amato cane di famiglia, una meticcia di undici anni adottata da cucciola in un canile.

Due possibili eredi al trono, in cui quello che – secondo le nostre logica e sensibilità – viene per secondo ha definitivamente e ufficialmente preso il posto della prima. E dunque per il suo compleanno si fa ritrarre in giardino con tutta la famiglia, scelta assolutamente non casuale perché anche il figlio minore e unico maschio, il quattordicenne Hisohito, avrà un ruolo nella successione. Poi l’estetica delle immagini è sempre interessante, e a parte la piuttosto tetra palette scelta dalla famiglia, le tre signore sedute a terra con in mano una foglia secca sono veramente notevole, anche se personalmente non troverei la posa troppo benaugurante.

Piuttosto soddisfatto il festeggiato, che domenica 8 novembre è stato ufficialmente proclamato Principe Ereditario, mettendo fine alle speranze, forse solo nostre, di vedere un giorno Aiko – unica erede diretta dell’Imperatore Naruhito – regnare sul Paese. Diamo questa notizia on una certa delusione, considerando che la principessa imperiale è considerata unfit a causa del suo sesso e null’altro. Inevitabile però considerare che le situazioni, anche le più antipatiche, vanno sempre considerate nel loro contesto; le regole della successione in ogni monarchia rispecchiano la civiltà, la cultura, le credenze del popolo e non ha senso estrapolarle né, peggio, credere in improbabili modernizzazioni. Basandosi anche su considerazioni storico religiose, la Costiuzione Meiji nel diciannovesimo definì la successione secondo la legge salica, e la norma è stata confermata nella moderna Costituzione del 1947. La nascita di Aiko aveva riposto la questione, ma l’arrivo del cugino Hsohito cinque anni dopo ha assicurato due eredi maschi, dunque così è così rimarrà ancora per qualche decennio, a meno di imprevedibili sorprese.

Tutto ciò premesso, deponiamo le armi (per ora) e godiamoci lo spettacolo. Perché se è vero che Lady Violet ha una passione speciale per le monarchie orientali, è anche vero che le cerimonie nipponiche sono tanto complesse e oscure, quanto scenografiche. E quella che è andata in scena nel Palazzo Imperiale qualche settimana fa non ha certo deluso.

(Ph. Sankei News)

Rikkoshi-Senmei-no-gi, è il suo nome, “Cerimonia di Proclamazione del Principe Ereditario”; un trionfo della giapponesità (la parola esiste, ho controllato), a partire degli splendidi abiti tradizionali. Marrone, come vuole il protocollo, per l’Imperatore, arancio per il nuovo Principe Ereditario.

La parola d’ordine in questi casi per le signore è stratificazione, ma naturalmente noi riusciamo ad apprezzare solo il kimono che copre tutto il resto; molto elegante quello in bianco e verde salvia indossato dalla Principessa Ereditaria Kiko, ma naturalmente Lady Violet è impazzita per quello dall’Imperatrice Masako, bianco con dettagli glicine (se ci fate caso, nel suo caso la sovrapposizione degli abiti è più complessa, e si apprezza meglio).

In abito di corte all’occidentale per il resto della famiglia reale – in prima fila le due figlie degli Principi Ereditari, le Principesse Mako e Kako (considerando che lo loro madre si chiama Kiko, mi fanno pensare sempre alle nipoti di Paperina). Tutte signore – con la nobile eccezione del Principe Masahito, zio dell’Imperatore – che viste così in gruppo sembrano una deliziosa collezione di bamboline di biscuit.

Le foto del giorno – Distanziamento sociale

Usando un’ardita perifrasi potremmo dire che quest’anno se i sovrani regnano la pandemia governa. Come tutti, più di tutti, considerando la necessità di applicare rigidamente le direttive dei rispettivi governi, e di dare il buon esempio ai cittadini, i Royals continuano le loro attività, adeguandole e adeguandosi al tempo corrente. Alcuni si sono ammalati, come Albert de Monaco e il Principe di Galles; qualcuno è anche morto, come l’ottantaseienne Principessa Maria Teresa di Borbone Parma scomparsa a Parigi nel marzo scorso; tutti si organizzano.

Her Majesty non compare più in pubblico da febbraio, con la felice eccezione del matrimonio della nipote Beatrice, il 17 luglio, in compenso è diventata un’esperta di video call: l’ultima la settima scorsa in compagnia della nuora Sophie, prima che quest’ultima si isolasse in quarantena per essere entrata in contatto con qualcuno risultato positivo. Di altre regine e delle loro mascherine – rigorosamente chirurgica per l’algida Letizia di Spagna, abbinata alle mise per la dolce Mathilde dei Belgi – abbiamo parlato spesso, l’argomento di oggi è invece il distanziamento sociale.

I sovrani svedesi sono in procinto di visitare le 21 contee del Paese per rendersi conto degli effetti della pandemia, intanto sono andati al Teatro dell’Opera di Stoccolma per il Rigoletto; loro da soli in palco, e nel parterre altre 48 persone. Cinquanta spettatori in tutto, salutati dalla regista Birgitta Svendén che prima dello spettacolo ha spiegato come anche gli artisti in scena e i musicisti nel golfo mistico avrebbero rispettato le regole del distanziamento.

Ma se si parla di rispetto delle regole, di rigidità delle medesime, e di capacità di osservare il distanziamento nulla e nessuno batte i giapponesi. L’Imperatore Naruhito e la Consorte Masako hanno ricevuto Haruhiko Kuroda, governatore della Banca Nazionale del Giappone, per informarsi dell’impatto economico e finanziario della pandemia, e della conseguente attività della banca. Autentici protagonisti del social distancing.

E voi, vi immaginate di ricevere così il direttore della vostra banca?

Qui trovate uno spezzone della video call tra Elizabeth II, la Contessa di Wessex e medici impegnati nell’assicurare terapie oculistiche ai cittadini del Commonwealth https://twitter.com/i/status/1314676313211498499

Le foto del giorno – 18 febbraio

Più che Le foto del giorno questo post dovrebbe intitolarsi Coppie che non divorziano, con velato riferimento al terremoto matrimoniale che sta investendo la famiglia reale britannica, che ha annunciato la separazione di ben due coppie, anche se di non primissimo piano, in una sola settimana, in aggiunta all’addio dei Duchi di Sussex, che non divorziano tra di loro ma dalla casa madre. haakon mm kissSicuramente non divorziano gli eredi al trono di Norvegia: Mette Marit ha pubblicato sul suo account IG questa bella fotografia, che la ritrae col marito Haakon Magnus in vacanza sulla neve. I due sono sposati da 18 anni, e sembrano davvero felici. japan Winter DeaflympicsNon divorziano neanche gli Imperatori del Giappone, però sono stati costretti ad annullare le celebrazioni per il sessantesimo compleanno del Tennō, domenica prossima, a causa del coronavirus. Qui sono ritratti al ricevimento offerto agli atleti che hanno partecipato alle Winter Deaflympics, le olimpiadi invernali dei sordi, delle quali francamente nulla sapevo finora, nonostante l’edizione più recente si sia tenuta a dicembre in Valtellina e Valchiavenna. stéphanie luxNon divorzia Stéphanie, Granduchessa Ereditaria del Lussemburgo, che a maggio sarà mamma per la prima volta dopo sette anni di matrimonio, e oggi ne compie 36. Per lei un bel ritratto non inedito, con cui la Corte l’ha festeggiata sui social, e mille auguri da parte nostra. wessex st moritzNon divorziano i Conti di Wessex che sono rimasti ormai tra i pochi a resistere, e se ne sono andati a sciare coi figli a Sankt Moritz, così si evitano anche il compleanno di Andrew domani. catherine 5bigquestionsNon credo proprio che pensi a un divorzio, ma in caso dovrebbe smettere immediatamente la Duchessa di Cambridge, che dagli account social di famiglia invita a compilare il questionario sulle condizioni di vita dei bimbi minori di cinque anni, parte del progetto #5BigQuestions, lanciato dalla Royal Foundation. Il video è stato evidentemente girato la settimana scorsa, durante la breve visita della duchessa in Irlanda del Nord https://twitter.com/i/status/1229696752409772032

Le foto del giorno – 10 dicembre

Oggi Masako festeggia il cinquantaseiesimo compleanno, che è anche il primo da imperatrice. Per quei pochi distratti che non l’avessero capito io li adoro, e dunque trovo adorabile anche la foto ufficiale, identica a quella della figlia Aiko, che nove giorni fa ha compiuto diciotto anni ( Le foto del giorno – 1 dicembre ). masako birthdayStesso fondale neutro, stesso divano di broccato bianco, stessi cuscini in seta gold, disposti con puntigliosa geometria – due di qua, due di là – diversa invece la piccola corbeille di fiori sul tavolo basso, che partecipa alla sinfonia di bianchi e gialli cui si iscrive anche l’imperatrice col tailleur dorato e le splendide perle. masako birthday 2In alcuni scatti, naturalmente, compare anche il marito imperatore, e bisogna dire che nonostante la formalità del loro ruolo appaiono sempre affiatati e complici. Probabilmente non faranno rimpiangere gli Imperatori Emeriti, e probabilmente è vero ciò che qualcuno dice, cioè che nei lunghi anni della depressione di Masako Naruhito ha saputo starle accanto, e ha trovato il modo per sostenerla nel percorso di guarigione.

Le foto del giorno – 16 novembre

Oggi puntiamo l’attenzione su due coppie sovrane che più diverse non si può. Nella notte tra giovedì e venerdì il Tennō ha concluso la lunga e complessa serie di riti che hanno segnato la sua ascesa al trono partecipando al Daijosai che sarebbe il Te Deum in chiave Shinto. naruhito thanksgivingAncora una volta l’Imperatrice Masako ha indossato abiti e acconciatura tradizionali sottoponendosi a una preparazione che dura ore; in questo caso lei sola ha indossato sulla testa la particolare decorazione a tre raggi. masako thanksgivingAlla cerimonia hanno preso parte nove membri della Casa Imperiale: tutte principesse, con l’unica eccezione del principe ereditario, che è il fratello minore dell’Imperatore. Tutte le royal ladies hanno indossato una particolare acconciatura con lunghe trecce bianche che scendevano davanti al viso, veramente impressive. japan thanksgiving princessesCome accade di solito con la religione giapponese il rito vero e proprio si è svolto nel privato del sancta sanctorum, ma non sono mancati gli invitati: 675 tra personalità e dignitari del paese, a partire dal Primo Ministro Shinzo Abe. Oggi agli ospiti è stato offerto un banchetto detto Daikyo-no-gi: questo il tavolo per ciascuno dei sovrani.japan thanksgiving banquet

Tornando da questa del pianeta ci aspetta qualcosa di assai meno scenografico: i Principi di Monaco hanno consegnato ai beneficati i pacchi dono della Croir Rouge, come da tradizione per la festa nazionale (che sarà martedì 19, non prendete impegni!). monaco novembre 2019 2Personalmente mi sono sempre chiesta dove si possano trovare nel Principato dei sudditi beneficabili, ma sembra che ci siano riusciti anche questa volta, dunque bene così. Non è dato sapere cosa ci sia nei pacchi, quindi ci toccherà rimanere col dubbio, parbleu. monaco novembre 2019È invece certo che due sere fa Albert II ha partecipato a un gala nel castello di Semivicoli, immerso in un vigneto nel borgo di Casacanditella, alle porte di Chieti. Bandita ogni fotografia, sequestrati all’ingresso i cellulari dei selezionatissimi invitati, non abbiamo alcuna immagine della serata; dunque non sappiamo se il principe fosse accompagnato dalla bionda consorte; quello che è certo è che la svolta abruzzese dei sovrani fa ben sperare: che sia l’inizio di un royal trend?

Le foto del giorno – 10 novembre

Pensavate che gli eventi per l’intronizzazione del Tennō fossero finiti fossero finiti il mese scorso? Sbagliavate! Oggi la coppia imperiale ha partecipato a una parata nel centro di Tokyo. tokyo paradePrevista per lo stesso giorno della cerimonia, la parata era stata rinviata a causa del tifone Hagibis che ha causato 90 vittime. Oggi il sole splendeva sulla capitale, e 120.00 persone entusiaste hanno salutato i sovrani seduti in una Toyota Century scoperta, alla testa di un corteo di cui facevano parte anche i principi ereditari e il Primo Ministro Shinzo Abe. tokyo parade 2L’imperatore era in frac (con tanto di cilindro!) e decorazioni, tra cui spiccava il collare del Supremo Ordine del Crisantemo; l’imperatrice in lungo avorio completato da un giacchino con rouches, sul capo la Meiji Scroll Tiara, al collo un impressionante doppio filo di diamanti. tokyo parade 3Masako si è commossa e ha asciugato una lacrima, com’è successo dall’altro lato del pianeta a Her Majesty, durante il Remembrance Sunday; due donne notevoli che non temono di mostrare le loro emozioni senza perdere un grammo della loro regalità.

 

 

 

 

Tennō Heika Banzai!

Per iniziare una breve premessa storica, non tanto per comprendere appieno la società giapponese – per cui ci vorrebbero ben altre competenze delle mie – ma almeno per non limitarsi a giudicare esclusivamente secondo il nostro metro. japan ceremonyLa storia antica del Giappone è avvolta dall’oscurità, dato che le prime testimonianze scritte risalgono solo all’VIII secolo dopo Cristo. Il mito racconta del primo imperatore Jimmu Tennō – discendente di Amaterasu, divinità solare e dea madre dello Shintoismo – che fonda l’impero nel 660 avanti Cristo; le fonti parlano invece di una società tribale, sottoposta a un’autorità religiosa all’origine della figura imperiale. Ispirandosi al modello cinese, le riforme attuate nei secoli VII e VIII danno vita a una struttura centralizzata, con capitale a Nara (nel 710) e poi a Kyoto (794); dalla Cina arriva il buddismo Ch’án, che in Giappone diventa Zen. Il potere dell’imperatore resta a lungo più formale che sostanziale, e lo stato centralizzato si indebolisce con l’affermazione di potentati locali sempre più influenti. A partire dal secolo X il potere passa decisamente nelle mani di alcuni clan familiari: dapprima i Fujiwara, poi soppiantati dai Minamoto che assumono il titolo di shogun (“generalissimo”), dando vita a un regime di tipo militare grazie al quale si affermano i samurai, guerrieri appartenenti a un ceto di stampo feudale che tanto caratterizzerà sulla società nipponica.

Il primo contatto con gli europei – innanzi tutto Portoghesi – risale alla metà del XVI secolo, che si conclude con l’arrivo dei Gesuiti e l’introduzione del cristianesimo. Il contatto con l’Occidente imprime un notevole sviluppo ai commerci, contrastato però dalla famiglia che nel frattempo ha ottenuto lo shogunato: i Tokugawa, che portano la capitale a Edo (l’attuale Tokyo), introducono una struttura statale rigidamente centralizzata e un’altrettanto rigida chiusura al mondo esterno, limitando gli scambi commerciali e proibendo il cristianesimo. 

L’anno in cui la storia del Giappone cambia per sempre è il 1853, quando lo statunitense commodoro Matthew Perry schiera quattro navi da guerra davanti alla baia di Tokyo, e con la minaccia di un cannoneggiamento costringe il Paese ad aprire i porti ai commerci con l’Occidente. La transizione si compie con l’Imperatore Meiji, trisavolo di Naruhito, che nel 1868 inaugura il suo lungo regno – durerà fino al 1912 – con la Restaurazione (o RivoluzioneMeiji. Scompare la figura dello Shogun e il potere torna nelle mani dell’Imperatore, che avvia un processo di accentramento politico-amministrativo e di modernizzazione economica, ispirandosi a modelli occidentali. Il Giappone diventa monarchia costituzionale nel 1889, è pronto a diventare una grande potenza politica militare ed economica, e tratta con le potenze occidentali da pari a pari.

Tutto ciò per dire che la sintesi tra Oriente e Occidente è il carattere distintivo del Giappone moderno; l’adozione di modi e stili occidentali – ad esempio gli abiti – non è come si potrebbe credere un segno di resa e sottomissione, magari susseguente alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale; al contrario, è la dimostrazione che il Paese ha scelto autonomamente il modello ritenuto più adatto alla propria evoluzione, lo ha fatto prima di tutti gli altri paesi asiatici, e soprattutto lo ha fatto liberamente, non come esito di un passato coloniale. Naturalmente questa ispirazione viene declinata anche creando un’estetica originale, come la cerimonia di martedì ha reso evidente. La mattina è iniziata con un antichissimo rituale: i sovrani hanno visitato i tre templi all’interno del Palazzo Imperiale per informare la dea del sole Amaterasu, mitica progenitrice della dinastia, altre divinità e le anime degli antenati che l’intronizzazione avrebbe avuto luogo.

Entrambi in bianco, l’imperatore con un candido sokutai, l’imperatrice col tradizionale jūnihitoe (la cui traduzione letterale è dodici strati), sopra l’hakama – una sorta di gonna pantalone – color pesca. japan naruhitoIl momento clou si è svolto invece nella il salone di stato foderato di legno di pino, dove erano stati montati i due troni per l’imperatore e per l’imperatrice. Naruhito ha indossato un altro soukai, questa volta color arancio bruciato, intessuto col motivo della fenice portatrice di pace; il suo nome è Korozen no goho, ed è l’abito cerimoniale dell’imperatore da dodici secoli. In testa il tradizionale kanmuri di seta nera, con una lunga coda che si innalza per ben 60 centimetri. cropped_image_lMasako ha sostituito il jūnihitoe bianco con una versione policroma, e sarebbe affascinante capire la simbologia dei diversi strati, che non è casuale né per colori né per decorazioni. japan princesses 2Jūnihitoe tradizionale, in una scicchissima combinazione di viola e rosso, per tutte le principesse di casa reale, che invece durante la visita ai templi imperiali erano vestite all’occidentale; eccole, guidate dall’erede al trono e dalla sua famiglia: con mise simili: abito lungo da giorno, con cappello privo di tesa, ed eventuali decorazioni. japan princessesIn mano un ventaglio – sì, anche sotto la pioggia – che ha un valore storico e simbolico (pensate che era parte anche del corredo del samurai: agitandolo dava il segnale d’attacco, quando non se usava proprio come arma uno in ferro). Sono abiti di nostro gusto? Non particolarmente, ma perché dovrebbero? Sono perfettamente adeguati alla iconografia nipponica, così rigorosamente lineare. Sull’uso dei colori pastello sarebbe interessante l’opinione di Michel Pastoureau, studioso di simbologia e massimo esperto mondiale di storia del colore; sono certa che la prima cosa che sottolineerebbe è che la percezione del colore non è fisiologica ma culturale, cioè influenzata dalla cultura di appartenenza. D’altro canto perché noi consideriamo un abito lungo giallo pallido poco adatto a una signora over 50? Esatto, il gusto evolve all’interno di un sistema culturale; altra cultura, altro gusto. Japan's Princess Mako arrives at the ceremony site where Emperor Naruhito will report the conduct of the enthronement ceremony at the Imperial Sanctuary inside the Imperial Palace in TokyoLast but not least, l’ombrello. Io lo so che voi state per chiedermi perché questo nero funereo, perché non si è optato invece per uno di quelli resi celebri da Her Majesty, marca Fulton, in pvc trasparente con banda coordinata al colore della mise? Da quello che so, gli ombrelli di quel genere si trovano veramente dappertutto, sono spesso offerti da negozi e ristoranti al loro clienti per affrontare piogge improvvise, e dunque considerati piuttosto cheap. Questi invece sembrano proprio quelli assai raffinati, in seta nera e con il manico in legno di ciliegio, albero simbolo del Paese. E se noi li troviamo tristi ho idea che alle signore della Imperial Family la nostra opinione interessi il giusto, cioè niente. japan dinnerLa sera, al banchetto di gala, sovrani e famiglia imperiale in stile occidentale: white tie per gli uomini, abito da sera per le signore, con l’Imperatrice che sfoggia l’ottocentesca Meiji Tiara.