Pasqua con i tuoi

Non mi risulta che in inglese esista un proverbio analogo al nostro Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi (se voi lo conoscete intervenite!). Sarà per questo che i membri della Royal Family – con l’eccezione dei Wales, che hanno preferito la residenza di campagna del Norfolk con i loro tre figli – si sono ritrovati a celebrare il giorno della Resurrezione tutti insieme.

(Ph: Getty Images)

Rispettata la tradizione reale di trascorrere la Pasqua a Windsor, questa mattina la St George’s Chapel si è riempita dei discendenti di Elizabeth e Philip, tutti rilassati e sorridenti.

(Ph: The Royal Family)

A partire dal Re, in un bellissimo completo blu en pendant con la mise della Regina, in azzurro cielo assai primaverile. Tutto già indossato; accanto al soprabito di Fiona Clare e il cappelli di Philip Treacy fa bella mostra di sé la borsa Bottega Veneta – modello Andiamo – che ha debuttato nella visita ufficiale in Italia un paio di settimane fa.

Meno primaverile la Princess Royal, con un soprabito che quest’anno abbiamo visto assai spesso, completato da un trilby grigio e un paio di ancor meno primaverili stivali.

(Ph: Max Mumby)

Evidentemente sentiva freddo anche Sophie, che ha esibito un cappottone color prugna, della Maison Alaïa, bello ma un po’ invernale, completato da un cappellino in crêpe di Jane Taylor, scarpe Jimmy Choo e clutch Sophie Habsburg. Con i Duchi di Edimburgo non c’era la figlia Louise, che studia all’Università di Saint Andrews come hanno fatto il cugino William e la di lui consorte Catherine. C’era invece il diciassettenne James, che mi sembra assai cresciuto (ed è sempre uno dei preferiti di Lady Violet).

(Ph: Getty Images)

La signora in bianco che si intravede dietro di loro è Eugenie di York, accompagnata dal sempre simpatico marito Jack Brooksbank. Bello il trench bianco di Reiss, abbinato a un abito dello stesso brand, cappellino candido con veletta un po’ eccessiva (Emily London) e accessori in suede beige: scarpe Gianvito Rossi e borsa floscia (e direi pure moscia) del brand svedese Flattered.

(Ph: Getty Images)

C’era anche la sorella Beatrice col marito Edo; e anche lei ha scelto una mise poco primaverile: abito verde bosco Beulah London, mary jane in tinta, in satin, di Emilia Wickstead. A trattenere (poco) i capelli un bandeau in pizzo metallico italiano di Justine Bradley-Hill, e borsetta nera Chanel, che non si vede ma c’è.

Easter Reminds Us Of Second Chances

Non proprio un proverbio, ma un’espressione (Pasqua ci riporta alla mente seconde possibilità) che potrebbe adattarsi perfettamente a lui, Andrew, Duca di York, presente un po’ a sorpresa.

(Ph: Ian Vogler/Daily Mirror)

Arrivato in compagnia della ex moglie Sarah in completino finto Chanel con accessori veri Celine. Lei ha la fortuna di avere un bel carattere che l’ha aiutata anche nei momenti più difficili. Lui invecchiato e imbolsito non ha più nulla dello splendore giovanile, e anche se lo avesse non riuscirei a vederlo. E però ha sempre qualche donna che gli vuole bene, spero sia consapevole della sua immeritata fortuna.

Carissimi amici, spero abbiate trascorso una Pasqua felice, e vi auguro ancora giorni sereni.

Royal chic shock e boh – Aspettando la primavera

Oggi è il giorno di San Patrizio, patrono d’Irlanda, amatissimo nel mondo anglosassone, ed è anche la ragione per cui la rubrica domenicale è scivolata eccezionalmente a lunedì. Ero certa che la Principessa di Galles non ci avrebbe delusi, e così è stato.

(Ph: Getty Images)

Nella sua veste di Colonnello delle Irish Guards Catherine ha partecipato alla tradizionale parata nella caserma Wellington Barracks, nel centro di Londra; evento in solitaria che ha affrontato con grazia e sicurezza, da par sua. Evento cui l’anno sorso non aveva partecipato, trovandosi nel mezzo della tempesta causata dal cancro, il che rende questa giornata ancora più preziosa. Il verde è d’obbligo, e lei ha scelto una tonalità profonda per il già visto, bellissimo cappotto Alexander McQueen e per il cappellino Lock & Co. aggiungendo accessori neri, e soprattutto la deliziosa spilla trifoglio disegnata da Cartier. Un gioiello che non appartiene alla principessa, né alla Royal Family, ma al reggimento delle Irish Guards, che all’occorrenza la presta alle royal ladies. Veramente, ma veramente chic.

Lunedì scorso altro giorno importante per la Firm, con la celebrazione del Commonwealth Day. Lady Violet già pregustava di ammirare nuove toilette, e invece le signore Windsor sono andate al risparmio, tirando fuori dall’armadio mise già indossate in precedenza.

Sua Maestà la Queen Consort evidentemente sente arrivare la primavera e si veste i un pastelloso rosa Barbie; il soprabito (Fiona Clare) ha una manifattura piuttosto raffinata, ma certo il colore è un po’ too much, forse perché siamo ancora avvolti dai grigi dell’inverno. Apprezzo la scelta di un cappello (come sempre Philip Treacy) di dimensioni contenute visto il tipo di cerimonia, ma in questo caso contribuisce all’effetto bambola, cosa che Camilla sicuramente non è. Mi piacciono molto gli accessori in un freddo greige – la borsa non si vede nella foto ma è una Fendi, la celebre Pikaboo – ma in generale per me è boh. Très chic il re con cravatta armonizzata, ma non rigidamente abbinata, alla mise della sua consorte.

Catherine ha scelto la sicurezza di un look indossato in varie occasioni e differenti colori. Il cappotto rosso (Catherine Walker)caratterizzato dal grande fiocco stilizzato che chiude il collo l’abbiamo visto nel 2021 al concerto di Natale a Westminster Abbey (Le foto del giorno – Together at Christmas) e due anni dopo, sotto un mantello, per la visita di stato del presidente sudcoreano (Royal chic shock e boh – South Korea in UK). Stesso cappotto, naturalmente in nero, e stesso collier di perle appartenuto alla Regina e indossato anche da Diana, al funerale di Prince Philip, Duca di Edimburgo (L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.). Il cappellino, indossato nel tour australiano del 2014, è Gina Foster (brand che non esiste più); il tocco di italianità è dato dalla borsetta MiuMiu, col fiocco pure quella, e le scarpine Gianvito Rossi. Il piacere di vedere Catherine è grande, la mise meno; il cappotto non mi fa impazzire, ha una forma strana e le fa la vita lunghissima. Insomma, boh.

Se non vi ha convinto la scelta del rosso Wales, sappiate che la principessa si è trovata di fronte un contraltare quasi perfetto. La signora che accompagna il Prime Minister è la sua vice Angela Rayner. Lo so, è vestita male, ma questa donna ha un passato molto impegnativo: nata in una famiglia in grande difficoltà economica e non solo, una madre con problemi psichiatrici, cresciuta in una casa popolare dalla nonna, che faceva tre lavori per sfamare lei e i suoi fratelli. Angela ha lasciato la scuola a 16 anni, incinta e senza titolo di studio. Quello che è – e quello che ha – se lo è costruito da sé, e amen se non è anche chic. Unico appunto; ma chi la veste, chi le ha venduto (o realizzato) quel cappotto non poteva stare più attento? Shock, ma alla fine who cares?

Assente la Duchessa di Edimburgo, impegnata negli USA, c’era la Princess Royal con una delle sue classiche mise multitasking: cappotto in tessuto fantasia classicamente anni ’80, decennio da cui immagino questo capetto arriva direttamente, compreso di collo sovrapposto e abbottonatura laterale, corredato da un cappellino sobriamente vezzoso; un po’ troppo, per il rigore del cappotto, ma lei è così, la si ama o la si odia, e noi la amiamo. Sul cappotto splende una spilla a forma definita “stalattite” ricevuta in dono dai genitori per le nozze con Mark Phillips nel 1973, tanto per non dimenticare mai da dove si viene. Impossibile costringerla negli angusti spazi chic shock e boh.

Esauriti i compiti di rappresentanza, immagino che Anne si sia precipitata a Cheltenham, la città del Gloucestershire che a marzo ospita il famoso Festival, No, non pensate a Sanremo, si tratta di una settimana di corse di cavalli, manifestazione che apre la stagione che culminerà con Ascot. Oltre alla principessa, manca di rado anche la figlia Zara, ottima amazzone, che il secondo giorno è stata raggiunta dalla cugina Eugenie. In questa foto, che potremmo intitolare Rapsodia in bordeaux Zara è chic in completo pantalone grigio (Laura Green) dolcevita in cashmere, uno dei capisaldi della stagione che sta finendo (Karen Millen), cappellino con freccia (Juliette Millinery), la clutch è Strathberry, brand che ama molto e indossa spesso. Eugenie invece è boh: bello ma un po’ troppo lungo – guardate la manica – il classico cappotto Hobbs, e veramente troppo alto, o messo male, il pillbox Emily London. Solidarietà al di lei marito Jack Brooksbank, che ha preferito la palette blu senza traccia di bordeaux.

La sorella di Eugenie, Beatrice, è ricomparsa in pubblico per la prima volta il 6 marzo, a un paio di mesi dalla nascita della seconda figlia Athena. Col marito Edo Mapelli Mozzi ha partecipato al Borne’s Wonderland Gala, una serata di raccolta fondi dedicata ai bimbi nati prematuri, proprio come Athena. Mi piace l’idea del midi da sera; il completo con gonna di raso e giacca di tweed di Self Portrait non è entusiasmante ma Beatrice è comunque graziosa; belle le scarpe di Jennifer Chamandi – brand British che sostiene il made in Italy – e soprattutto la clutch Roger Vivier, storica maison francese che ora fa parte del gruppo Tod’s. Per me è boh, ma lasciatemi aggiungere una cosa. In questi giorni si è diffusa la notizia di una crisi matrimoniale tra i due, notizia che Oggi ha preso da tabloid di non primissimo piano ed è stata rilanciata da altri. Al momento non ci sono prove, né testimoni, né altro, se non il fatto che lui starebbe spesso fuori casa per lavoro. Un po’ poco, direi, questo è proprio il gossip che non amo, e non trovo neppure divertente

Sono passati già tredici anni dal terribile incidente sugli sci di Friso, fratello minore di Willem-Alexander d’Olanda; ad agosto ne saranno trascorsi dodici dalla sua morte. In tutti questi anni la moglie Mabel e la madre Beatrix sono state sempre particolarmente unite; la ex sovrana ha ottimi rapporti con tutte e tre le sue nuore, ma immagino che la vedova del secondogenito abbia un posto particolar nel suo cuore. Friso aveva studiato ingegneria – meccanica a Berkeley e aerospaziale a Delft – e in sua memoria Mabel ha promosso la nascita di un premio destinato a team di studenti in ingegneria che si siano distinti per “spirito di squadra, forza innovativa, impatto sociale e competenza”. Mercoledì, alla consegna del riconoscimento, suocera e nuora sono apparse ancora un volta affiatate e sorridenti. In splendida forma l’ottantasettenne regina emerita, in mantella e pantaloni neri illuminati da una blusa azzurra, e il tocco delle scarpine ricamate. Chic. Mabel ha scelto un total look Missoni: pantaloni, canotta e cardigan lungo nel classico motivo chevron. A me questa donna piace moltissimo, mi piacciono il suo coraggio, la sua forza, la sua intelligenza, la sua verve. Ho adorato, e sempre adorerò, quel favoloso abito da sposa pieno di fiocchi creato da Victor e Rolf, che lei indossò con un brio unico; mi ha sempre fatto pensare alla commedia di Natalia Ginzburg, Ti ho sposato per allegria. Tutto ciò premesso, quest’insieme non mi convince fino in fondo, quindi boh.

Nella sala del trono del Palais Royal di Bruxelles si è tenuto il concerto di primavera, e Mathilde ha scelto una tonalità tra rosa e lilla molto primaverile, un completo pantaloni che visto da lontano non sembra male. Quando poi si guarda meglio questa mise, creata da Natan (e chi sennò?) e una domanda sorge spontanea: perché?

Eppure i pantaloni non sarebbero male, ma poi vengono terremotati da un blusa in tessuto paillettato e arricciato in un drappeggio senza senso. E consentitemi di dire che quel colore è piuttosto pericoloso: dona a poche, e la Reine non è tra quelle. Inutile la clutch Dior, che non la salva dallo shock.

E voi, siete pronti per la primavera?

Le foto del giorno – Tradizioni

Come da tradizione, oggi King Charles ha riunito in un lunch a Buckingham Palace la famiglia allargata per scambiarsi gli auguri di Natale. Quando c’era The Queen l’appuntamento segnava anche gli ultimi giorni a Londra prima del trasferimento a Sandringham, dove Elizabeth II trascorreva le feste di fine anno, trattenendosi di solito fino al 6 febbraio, anniversario della morte dell’amatissimo padre. Nei prossimi giorni anche Charles e Camilla raggiungeranno la residenza nel Norfolk, dove il giorno di Natale, accompagnati da fratelli (tranne Andrew) figli e nipoti, ascolteranno la messa nella vicina chiesa di St. Mary Magdalene. L’incontro di oggi per tradizione resta privato, per cui le uniche fotografie sono quelle degli invitati che raggiungono Buckingham Palace in auto. Assente anche qui il Duca di York, dopo il recente, ennesimo scivolone (Parenti serpenti, pure un po’ allocchi), c’erano però le sue figlie, che trascorreranno il Natale non a Sandringham, ma probabilmente con le famiglie dei mariti.

In ogni caso la foto più bella di oggi è questa, con Augustus Brookbanks con cappello babbonatalesco d’ordinanza, addormentato sul sedile posteriore. C’era anche Beatrice; a lei e al marito Edo il 2025 porterà il secondo bebé, atteso per l’inizio della primavera.

Il re e la regina sono arrivati su due auto diverse. Vi ricordo che loro continuano a vivere a Clarence House; Charles ha il suo ufficio a Buckingham Palace, mentre Camilla ci va quando ha qualche impegno. In ogni caso è un piacere vedere la regina ristabilita dall’infezione polmonare che l’ha colpita di recente. È pure vestita di viola…

E a proposito di tradizioni reali, oggi Philip Treacy – geniale creatore di favolosi cappelli nonché cappellaio di fiducia di Camilla – ha annunciato di aver ottenuto il Royal Warrant come fedele fornitore della regina.

(Ph: Instagram @philiptreacy)

Perdonatemi la brutta foto ma è un fermo immagine dalla pagina Instagram di Treacy, un vero artista della modisteria. È stato lui stesso ad annunciare la notizia e Lady Violet che lo adora – e divide con lui la data del compleanno – ne è assai felice.

Belgio in festa

Oggi è festa nazionale in Belgio, e dato che ultimamente abbiamo un po’ trascurato Philippe e Mathilde ci dedichiamo a loro. Il 21 luglio ricorda la data del giuramento prestato dal primo re dei Belgi, Leopold I in questo stesso giorno del 1831, segnando così la nascita del Belgio indipendente. Nel 1890 il 21 luglio fu scelto per celebrare la festa nazionale.

La giornata inizia col Te Deum nella cattedrale Saints-Michel-et-Gudule, mentre alle 16.00 c’è la parata militare; la festa si conclude con un concerto di artisti belgi al Parco del Cinquantenario e gli immancabili fuochi d’artificio.

(Ph: Nicolas Maeterlinck)

Alla cerimonia religiosa hanno partecipato solo i sovrani con i quattro figli, e devo dire che mi sono piaciuti molto i due ragazzi, Gabriel ed Emmanuel, in tight. La Reine ha scelto l’avorio, un modello Natan che richiama gli anni ’50 ma è francamente troppo pasticciato; sul capo Mathilde ripropone il cappello Philip Treacy indossato all’incoronazione di Charles e Camilla (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte seconda). La Duchessa di Brabante e futura regina, Elisabeth, si butta sul fucsia affidandosi a Safiyaa e scegliendo un modello con mantellina che ormai, lungo o corto, hanno proprio tutte. In testa un bandeau di Fabienne Delvigne, il modello Florentina, in fibra di banano. Capo scoperto per la sedicenne Eléonore, che osa un abito di Diane von Furstenberg che le cade un po’ addosso, d’altro canto è giovane e deve fare esperienza.

(Ph: soirmag.lesoir.be)

Nel pomeriggio il momento della parata militare (e anche civile); la Reine resta con la stessa mise, mentre le Roi cambia la sua uniforme. Si cambiano anche tre dei quattro principi: i due maggiori, che hanno già iniziato l’addestramento militare, sono in uniforme; Emmanuel sostituisce il tight con un semplice completo mentre Eléonore come sua madre resta con l’abito indossato la mattina.

(Ph: soirmag.lesoir.be)

Ci sono i fratelli del re, posizionati in una tribuna laterale; sia Astrid, accompagnata dal marito Lorenz sia Laurent, che invece è solo, indossano l’uniforme come da tradizione. In queste occasioni Astrid mi fa pensare alla Princess Royal Anne: sorelle di sovrani affidabili e consapevoli del proprio ruolo. Unica differenza: la principessa belga indossa l’uniforme femminile con la gonna, la britannica invece predilige i pantaloni.

(Ph: soirmag.lesoir.be)

E poi c’è lei, Delphine, la figlia ritrovata (e soprattutto riconosciuta). La signora è un’artista ed è dotata di notevole estro, che mostra anche nella scelta delle sue mise. In questo caso un completo pantaloni a blocchi di colore – rosso e rosa – alternati, un po’ come gli sbandieratori delle feste che evocano il Medio Evo.

(Ph: soirmag.lesoir.be)

Sul davanti della giacca è ricamata una farfalla stilizzata, che molti pensano sia un omaggio al padre Albert, da lei chiamato non papà ma papillon; sulla schiena ci sono invece le parole love e evolve. Ma non è mica finita! Si tratta infatti di una mise interattiva: inquadrandola col telefono appaiono messaggi di amore, solidarietà, unità.

(Ph: Wim Van de Genachte)

Che vi devo dire, se voleva indossare qualcosa di indimenticabile direi che ci è riuscita!

Royal chic shock e boh – Sayōnara giugno

Settimana ricca di eventi royal quella che si chiude oggi, su cui troneggia (ovvio, sennò che royal sarebbe) la visita ufficiale degli Imperatori del Giappone del Regno Unito. Naruhito e Masako sono arrivati qualche giorno prima per impegni privati, poi martedì sono stati ricevuta in pompa magna da Charles, Camilla e William, che è andato a prenderli all’hotel dove alloggiavano (il Claridge’s a Mayfair).

Signori in thight e signore in bianco. Invero l’imperatrice ha indossato mise candide durante tutto il viaggio; nel suo dress code mi oriento pochino, ma sappiamo che Masako è sottoposta al rigidissimo controllo dell’Agenzia Imperiale che decide tutto, non solo il modello ma anche la lunghezza dei suoi abiti (e non escludo che nell’orlo ci siano i piombini).Lei di suo ci mette la sua grazia, la sua dolcezza, la sua cultura, ma insomma non è che si possano fare miracoli.

In questo caso la meschina indossa un completo composto da soprabito di pizzo bianco stile prima comunione su un tailleur con gonna midi a sirena con dettagli dello stesso pizzo, che decora anche il cappello. Faccio difficoltà a trovare le parole. Shock.

Camilla in robe manteau – questo veramente bello, di Anna Valentine come la borsa – e l’elegante cappello con dettagli neri che avevamo ammirato il mese scorso durante uno dei garden party (Royal chic shock e boh – Special edition (parte seconda) naturalmente opera di Philip Treacy. Mi sembra di vedere qualche imperfezione nell’orlo, ma chic.

Signore in bianco anche la sera, quando però possono godere dello splendore delle pietre preziose che mettono tutto sotto un’altra luce. Camilla, in abito Fiona Clare, inalbera la Burmese Ruby Tiara: pietre che vengono dalla Birmania – dono di nozze del popolo birmano a Elizabeth, che negli anni ’70 commissionò la tiara a Garrard – ma disposte in una foggia che evoca la bandiera nipponica, Ottima mossa, chic. Molto interessante anche la scelta dell’Imperatrice, che sfoggia la tiara imperiale del crisantemo, fiore simbolo del Paese e della Corona, come fece la suocera quando accompagnò il marito in visita ufficiale nel Regno Unito, nel 1998. Anche quest’abito è di pizzo ma l’effetto finale è assai più convincente, chic.

Fermatevi un istante, e ammirate le rivière di diamanti al collo delle due sovrane.

In bianco anche la Duchessa di Gloucester, che ha riproposto l’abito indossato lo scorso anno all’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies) e ha fatto bene: ci era piaciuto allora e ci piace forse ancora di più oggi, quasi un robe manteau impreziosito dai bottoni gioiello (letteralmente, sono spille floreali di brillanti). Sul capo della duchessa un’importante diadema, la Cartier Indian Tiara, eredità della suocera Alice. Brava, chic.

(Ph: Aaron Chown/Getty Images)

L’unica a distinguersi per il colore, un verde bosco piuttosto invernale, la Duchessa di Edimburgo. Per lei un abito in seta della sua maison del cuore, Suzannah London con clutch argento di Anya Hindmarch, e soprattutto la Lotus Flower Tiara direttamente dallo scrigno reale, gentile prestito della cognata Camilla. È la prima volta che Sophie la indossa e devo dire che mi convince, la delicata struttura della tiara si sposa bene con i suoi lineamenti fini. Semplice, chic.

Prima di tornare in patria, venerdì, la coppia imperiale ha visitato Oxford, dove in gioventù hanno studiato entrambi i sovrani. Masako, che ha ricevuto una laurea honoris causa, questa volta mi è piaciuta. Se la gonna dritta ha la solita lunghezza poco donante la giacca ha una bella linea, anche vagamente orientale. Chic, e sayōnara.

(Ph: Éric Mathon/Palais princier)

Di bianco vestita anche Charlène, che giovedì, col marito Albert, ha presentato la squadra olimpica monegasca, composta da cinque atleti. Incolpevolmente vestiti coi colori della bandiera, sembrano usciti da Irma la dolce, rappresentazione naif di una certa idea della Francia. Con l’entusiasta partecipazione del sovrano, che in queste occasioni non si risparmia. Al confronto la sobria Princesse, nel suo completo pantaloni Emporio Armani con slingback Gianvito Rossi, fa un figurone. Chic.

Ancora bianco per la tshirt di Letizia, che giovedì con Felipe ha ricevuto alla Zarzuela Charles H. Rivkin, presidente di Motion Picture Association; i sovrani hanno poi ospitato la riunione della commissione della Fundación Princesa de Girona. Ora, sappiamo che la Reina ha problemi ai piedi per cui indossa scarpe e sandali flat, ma questi, insieme alla tshirt – pure molto di moda e in seta (Adolfo Dominguez) – sono veramente troppo informali, più da caffè al mare che da impegni reali. Molto bella la gonna plissé di Hugo Boss, ma non basta. Boh.

(Ph: SIP/Claude Piscitelli)

Puntano invece sul colore le signore del Granducato di Lussemburgo, che domenica scorso ha celebrato la Fête nationale. La giornata è iniziata con la cerimonia ufficiale seguita dalla parata militare, con la partecipazione della famiglia quasi al completo (manca solo Claire, moglie del principe Félix). Maria Teresa si rivolge a Natan (e come ti bagli…) che la drappeggia in un incubo di mussola mauve: abito e mantello fermato sulla spalla sinistra, come un pallio nella Roma antica. No dai, shock. Natan firma anche l’abito color fiordaliso di Stéphanie, anche questo dotato di inutile drappo, Ma perché? Boh, ma mi piacciono le scarpe.

(Ph:Maison du Grand-Duc / Kary Barthelmey )

Le celebrazioni si concludono col Te Deum in cattedrale; Félix se l’è squaglita ma restano tutti gli altri, compreso il giovane Sébastien cui tira il bottone della giacca; mon cher, basta che sbottoni e risolvi il problema. Semplice ed elegante la neomama Alexandra con un abito dalla delicata fantasia verde e crema, con accessori in tinta (la clutch è Dior), chic. Per una volta che Stéphanie aveva quasi indovinato la mise, ha pensato bene di cambiarsi ricorrendo di nuovo a Natan, col solito drappo/mantello, che non sarebbe neanche brutto ma è indossato male un po’ troppo corto e con l’orlo sbilenco. Simpatico il cappello, di Sylvia Martinez, tremende le open toe color crema, neanche tanto adatte all’occasione. Shock.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Patricia Pitsch)

I festeggiamenti si sono conclusi con due garden party nello Château de Berg, uno il martedì e uno il giovedì. Per il primo, Maria Teresa opta per Oscar de la Renta scegliendo un maxidress in popeline di cotone a fiori con cardigan abbinato. Non abbiamo foto a figura intera dunque non possiamo apprezzare appieno il modello, ma anche se non dovesse slanciarla particolarmente a me piace, lei porta bene queste cose, e per un pomeriggio in giardino mi sembra adatto. Abbastanza chic. Stéphanie sceglie i volant e Carolina Herrera, ma tra il modello, il colore e la sua acconciatura l’effetto camicia da notte c’è tutto. Boh, ma almeno ha evitato il mollettone di plastica.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Kary Barthelmey)

Ultimo appuntamento giovedì 27; Maria Teresa indovinate? Torna su Natan che la veste di un rosa intenso da vera Barbie di mezz’età, e non resiste alla tentazione dell’ennesima mantellina che stavolta per forma, lunghezza e colore sembra proprio quella del coiffeur. Shock, e attenzione a questi tessuti scivolosi: evidenziano anche i difetti che non ci sono. Sorprendentemente non mi dispiace Stéphanie, in un maxidress arancio con fantasia floreale nei toni del crema e del viola, adatto alla sua età e all’occasione. Non proprio chic ma quasi.

Caro giugno sayōnara, ci si vede l’anno prossimo.

Royal chic shock e boh – Ascot 2024 edition (parte seconda)

In questi mesi l’intera Royal Family ha sostenuto con affetto Lady Gabriella Kingston – figlia di Michael di Kent – che a febbraio ha perso il marito Tom, morto suicida.

Il re ha voluto con sé la cugina anche ad Ascot e le ha dato un posto di prestigio: il primo giorno, nella seconda delle quattro carrozze, seduta accanto alla Princess Royal. Un po’ smagrita ma sorridente, Ella ha scelto uno chemisier a grandi rose che fanno tanto campagna inglese di Catherine Walker, clutch Bottega Veneta e cappello Philip Treacy. A me è piaciuta molto. Chic.

Il quarto giorno, venerdì, c’erano invece il fratello di Ella, Frederick, con la moglie Sophie Winkleman, attrice che dopo il matrimonio ha diradato molto, ma non sospeso, la propria attività. Per Ascot la signora ha scelto il royal blue abbinato al bianco: soprabito caratterizzato da bizzarri revers che vorrebbero ricordare una farfalla (il modello si chiama infatti Butterfly) e cappello piumato finto Philip Treacy, entrambe creazioni di Catherine Walker, con borsa rigida Aspinal. Che vi devo dire, a me questa ragazza non piace quasi mai, e nemmeno qui fa eccezione. Tra l’altro terribile la camminata (da un’attrice mi aspetterei un migliore controllo del corpo) peggiorata dalle orrende scarpe. Shock.

La Firm ha partecipato in massa, dando un bel segnale di unità e solidità. C’è la Duchessa di Gloucester – a dire il vero non manca mai – che il giorno precedente era entrata a far parte dell’Order of the Garter, e c’è Eugenie di York, con una di quelle sue scelte incomprensibili: un abito color menta (Diane von Furstenberg) che si incrocia sul seno come un pareo. Ma perché? Boh ma solo per l’acconciatura, con quella grande rosa che completa il cappello di Emily London. Poi c’è la coppia a destra, non proprio membri dalla Royal Family ma parenti: lui è Philippos, ultimo dei cinque figli degli ex sovrani di Grecia Costantino e Anne-Marie. Lei è Nina, sua moglie. Una bella ragazza, di famiglia assai benestante (eufemismo) veste tutte le più importanti maison haute couture e tutte male. Il completo giallo pallido che sembra una camicia da notte e invece è un due pezzi (e costa più di settemila dollari) è dell’americano Adam Lippes, il cappello da torero (non per niente il modello si chiama Escamilla) è di Emily London, compresa la nappa. Strashock.

(Ph: Victoria Jones)

Cappello simile sceglie Eugenie per il secondo giorno; la creatrice è la stessa, il modello leggermente diverso (questo è il Conchita), delizioso il colore rosa in abbinamento all’abito avorio di Gabriela Hearst, che si stacca decisamente dalle classiche mise di Ascot. È il modello Amor in maglia di cashmere e seta, e la principessa lo ha anche in grigio. Benché sia una tipologia che chi non ha una linea perfetta (cioè praticamente nessuna) tende ad evitare, a me piace molto e trovo he le stia davvero bene; questo perché pur sembrando una tshirt ha una certa struttura e buon taglio. Graziosa la borsetta Anya Hindmarch, avrei evitato quelle scarpettine color crema (Aquazzura) ma insomma, la perfezione non è di questo mondo, e Eugenie è raggiante. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

E questa foto col cugino William non c’entra niente con gli abiti, ma è una delizia.

Poi c’è lei, Zara Tindall, che ha trovato il modello di cappello della vita, un boater piazzato sulle ventiré (ma pure sulle ventidue), entrambe creazioni Sarah Cant. Anche gli abiti hanno un modello simile, che evoca gli anni ’50: giallo il primo giorno, firmato Laura Green – il mio preferito dei due – azzurro il terzo giorno, di Rebecca Vallance con accessori argento, che mi piacciono assai. Entrambe le volte chic.

(Ph; Dave Bennett/Getty Images)

Tra i due, il secondo giorno, un abito dal modello simile, ma a fiori e con maniche lunghe, di Anna Mason; mi piace un po’ meno, ma fa tanto Ascot. A completarlo da un vezzoso fascinator Jane Taylor. Zara mi sta piacendo veramente tanto, chic. E mi viene da pensare che un matrimonio felice renda più belli (lei, lui più un tipo, diciamo).

A proposito di abiti a fiori – che se non te li metti ad Ascot allora dove? – il secondo giorno Beatrice di York ne indossava uno a grandi fiori di ibisco rosa di Zimmermann, con scarpe e clutch Roger Vivier e uno dei soliti cerchietti che ama tanto, questo di Juliette Millinery. Deliziosa e chic: l’unico appunto è che l’abito lo avevamo visto quarantott’ore prima, a Windsor, addosso alla zia Sophie di Edimburgo per la cerimonia dedicata all’Order of the Garter; Ma una telefonata no? Preferisco il cappello di Sophie, di Jane Taylor, mentre sceglierei gli accessori di Beatrice: la borsa Strathberry della duchessa (replicata con la mise total white il giorno del suo anniversario Royal chic shock e boh – Ascot 2024 edition (parte prima) è troppo poco formale. Abbastanza chic.

Mi convince meno l’abito a fiori verde; non solo tende a invecchiare Beatrice, ma come direbbero le mie amiche toscane è un po’ pissero: perfettino ma noioso. È il modello Brita (sì, come la caraffa…) di Emilia Wickstead, con borsa e scarpe beige banana Aquazzura e cappellino Juliette Millinery. Che vi devo dire, boh.

Concludiamo con un debutto: lei è Harriet Sperling; al momento non fa parte della Royal Family, ma chissà… Questa deliziosa signora bionda è la girlfriend di Peter Phillips, figlio della Princess Royal, che dopo il divorzio dalla moglie Autumn si sta guardando intorno, diciamo. Harriet è una infermiera del NHS, il servizio sanitario nazionale, e credo sia la prima volta che una rappresentante di questa categoria frequenta un royal. A me sembra dotata di una bellezza aristocratica (assai più di lui, lo possiamo dire?) e soprattutto molto elegante con l’abito rosa tenero di Beulah e la clutch di rafia – supertrend di stagione – di Aspinal. Vuoi vedere che è in arrivo un altro royal wedding? Magari!

Royal chic shock e boh – Ascot 2024 edition (parte prima)

Concluso trionfalmente il Trooping the Colour, grazie anche alla decisiva presenza della Principessa di Galles, il circolo reale si è trasferito nel Berkshire per altri importanti appuntamenti: lunedì a Windsor per la giornata dedicata all’Order of the Garter, da martedì ad Ascot.

E dato che le signore sono tante e le mise indossate ancora di più ho diviso il post in due, per generazioni: over 50 e under 50.

Mozione d’onore per la Queen Consort, che ha presenziato a tutte e cinque le giornate del concorso ippico più prestigioso del mondo, Ascot; ha anche potuto contare sulla presenza di King Charles, che è mancato un giorno solo, e questa è senz’altro una bella notizia. Tanto diligente impegno avrebbe reso orgogliosa la suocera, che faceva lo stesso; ma Queen Elizabeth era notoriamente appassionatissima di cavalli.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Per le sue mise la sovrana ha usato lo schema 3-1-1: tre volte in diverse tonalità di blu, una volta in bianco e una in rosa. Royal blue, uno dei colori dell’anno, il primo giorno per la creazione di Fiona Clare; una tonalità che le sta benissimo. Bello il soprabito, bello il cappello (tutti quelli che ha indossato questa settimana sono stati creati da Philip Treacy, e da chi sennò?), favolosa la spilla, uno zaffiro circondato da diamanti che il principe Albert donò alla moglie, Queen Victoria. Chic.

(Ph: Samir Hussein)

Stesso schema di colori il secondo giorno, ma effetto totalmente diverso: il colore è più polveroso e le dona meno, ma quello che veramente non capisco è il modello, col poco donante taglio in vita da cui partono pieghe sciolte e quell’inserto di pizzo tipo bavaglino. Le brutte notizie non sono finite; forse la borsa – incidentalmente resa famosa dalla defunta Diana: Style file: Diana Principessa di Galles (terza parte) – vi ha fatto sorgere il dubbio? Ebbene sì, abito e borsa sono Dior. Per me veramente shock.

(Ph: Mark Cuthbert)

Dior firma anche la mise di giovedì, che è il celebre Ladies Day. La fotografia è un po’ infelice e fa sembrare l’abito una sorta di camice da infermiera, ma il total white ha sempre il suo perché e il cappello è veramente sensazionale. Boh, ma confesso che la mia attenzione è tutta per la spilla con smeraldo inciso.

(Ph; Jonathan Brady/PA)

Il quarto giorno, venerdì, Camilla indossa una creazione della maison Anna Valentine, che la vestì per il suo royal wedding con Charles. Questa volta crea un robe manteau in un colore che a seconda della luce vira dall’azzurro al polvere. Lo completa un meraviglioso cappello piumato; la sovrana ne ha uno simile blu scuro, che penso abbia prestato alla figlia, che ho intravisto in una immagine. E della spilla, la famosa Jardine Star, ne vogliamo parlare? Chic.

(Ph: Getty Images)

Si chiude sabato in rosa cipria, Dior crea anche questa mise e neanche questa mi fa impazzire. Le fotografie sono poche, e il ricamo che si arrampica sulla parte inferiore si nota praticamente solo qui, ma era proprio necessario? Boh, ma peccato non si veda la borsetta, la Gabrielle di Moynat, nello stesso identico punto di rosa.

(Ph: Max Mumby/Indigo/Getty Images)

Naturalmente non si è vista la Principessa di Galles, ma mercoledì 19, secondo giorno di gare, sono arrivati i suoi genitori, Michael e Carole Middleton. Diciamocelo fra noi, in questi mesi il nostro pensiero è andato a loro, a lei, più di una volta, e abbiamo ammirato la sua forza, la sua solidità, il suo equilibrio. Ma questa mise non si può guardare; purtroppo, come rischia di accadere con i vestitoni fiorati di linea incerta, l’effetto camicia da notte ci sta tutto. Troppo lungo l’abito (Self-Portrait), troppo andanti le scarpe, troppo rigida la borsa (Kate Spade), per finire col cappellino, poco adatto a una signora che si avvia ai 70, e portato pure su capelli sciolti senza forma. Shock.

(Ph: Mark Cuthbert)

Cede al fascino del vestitone fiorato anche la Duchessa di Edimburgo, che per la terza giornata, il Ladies Day, si è affidata a Suzannah London. Il tessuto è interessante e fa tanto campagna inglese, l’abito magari non è brutto, ma è troppo, peccato. Bello il cappello di Jane Taylor e il tocco della clutch (Sophie von Habsburg) in colore dissonante col resto , ma nell’insieme boh.

(Ph: Mark Stewart / Getty Images)

Il giorno prima era il suo venticinquesimo anniversario di matrimonio (Duchi d’argento), e il suo arrivo mano nella mano col marito ha intenerito molti. La tenerezza però ha avuto una battuta d’arresto alla vista di quell’abito da attempata nubenda (sempre della maison preferita, Suzannah London), lungo bianco tempestato da fiorellini in rilievo e completato da una borsetta troppo informale (Strathberry) e un cappello monstre di Jane Taylor. Evviva gli sposi, ma magari non oggi. Shock.

Cosa c’è di più classico del bianco e blu in primavera? Nulla, devono essersi dette le due ex cognate Anne e Sarah, che si sono ritrovate vestite in modo molto simile: giacca bianca, gonna e cappello blu. La Princess Royal ha la fortuna, o l’abilità (o entrambe) di mantenere a settant’anni la linea sottile dei venti, il che le consente di pescare nell’armadio capi autenticamente vintage: quella gonna con la doppia piega piatta negli anni ’70 la portavano tutte. Sarah è meno rigorosa, più disordinata, ma è il suo fascino; cercherei solo di controllare un po’ meglio la chioma, e magari avrei preso una taglia in più del giacchino di Veronica Beard cui avrei messo dei bottoni dorati, in armonia con le borchie della borsetta Ethan K. Discreta, mentre Anne l’adoro proprio. Boh la duchessa, chic la principessa.

The C Day

Doveva essere il giorno di Charles, è stato il giorno di Catherine. E non credo che a lui si dispiaciuto, per l’affetto sincero che nutre per la nuora e, fatemelo dire, per la sua generosità. Il tempo non è stato favorevole – l’iniziale pioggerella si è trasformata in un diluvio – ma insomma, anche oggi la squadra ha portato a casa il risultato.

Per la prima uscita pubblica in sei mesi Catherine si gioca la carta My Fair Lady con quello che sembra proprio il riadattamento di un abito di Jenny Packham indossato lo scorso anno, cui è stato aggiunto un fiocco a righe e sostituita la cintura. Il rimando alla mise indossata nella scena delle corse di Ascot dalla filiforme Audrey finisce col sublimare la magrezza della principessa, la cui forma immagino sia stata scrutata da molti se non da tutti (da Lady Violet sicuro). Alle orecchie orecchini di perle, mentre sulla spalla sinistra brilla il badge delle Irish Guards, di cui è Colonnello onorario.

Se la domanda del giorno è come sta Catherine qual è la risposta? Tutto considerato io l’ho trovata abbastanza bene; sicuramente dimagrita ma non scheletrica – tenendo presente quanto fosse già sottile – bellissimo il viso spesso acceso da un sorriso.

(Ph: Getty Images)

La principessa ha partecipato alla parata a bordo di una carrozza chiusa, insieme ai tre figli. La loro era preceduta dalla carrozza su cui si trovavano i sovrani; Charles emozionato, un po’ pallido ma determinato, Camilla come sempre equilibrata e attenta.

(Ph: PA)

Per questa giornata particolare la regina compie un piccolo capolavoro: è impeccabile ma leggermente sottotono, lasciando così alla nuora il primo piano. Lo fa anche con la sua mise, composta da abito e soprabito in un chiarissimo color menta con cappello panna, opera del fido Philip Treacy, che firma anche quello nuovo e bellissimo di Catherine.

L’utilizzo di una carrozza chiusa è stata probabilmente dettata dal meteo, ma dati i problemi di salute del sovrano appariva scontata prima ancora di essere annunciata la scelta di non passare in rassegna a cavallo le truppe. Come invece hanno fatto William, Edward – che ha rischiato di affogare nel colbacco – e l’immarcescibile Anne, che si è presa tutta l’acqua senza fare un plissé, e sembra aver ereditato la fibra forte dei genitori.

A bordo di un landò con la cappotta alzata erano la Duchessa di Edimburgo con la figlia Louise e il Duca di Kent. Sophie deliziosamente vestita di giallo limone con un abito Beulah London, cappellino Jane Taylor e grandi orecchini. L’adorabile Louise ha riproposto l’abito indossato all’incoronazione dello zio (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima) completandolo con un cappello prestatole dalla madre. Su un altro landò gli stacanovisti Duchi di Gloucester con l’ammiraglio Tim Laurence, che svolge con sobria eleganza il ruolo di marito di (nel suo caso, della Princess Royal).

Il saluto dal balcone è sempre un momento di allegra commozione e nemmeno questa volta ha fatto eccezione; certo, noi abituati a vedere una folla di parentame vario oggi siamo rimasti piuttosto intristiti dalle tante assenze. In compenso Catherine ha brillato come non mai, interagendo spesso e con grande calore con i figli, che sono sembrati a volte un po’ disorientati.

Parliamo dei due maggiori, naturalmente, perché Louis non si è smentito: molto interessato alle finestre di Palazzo ha testato le sue doti muscolari e le competenze tecniche.

Lady Violet confessa: dopo aver seguito due ore e mezza di cerimonia, sul canale yotube della Royal Family e dunque senza commenti, si è sentita particolarmente vicina al piccolo di casa Wales.

Tirando le somme direi che oggi è andata bene, meglio di quanto mi aspettassi. Ora speriamo di vedere Catherine (e il Re) in forma sempre migliore. E speriamo che l’anno prossimo all’adorabile Charlotte sia finalmente risparmiata la versione marinaretta.

Royal chic shock e boh – Quanti stili!

Ladies in red

(Ph: Marc Piasecki)

Lo scorso weekend il Principato di Monaco ha ospitato il GP di Formula 1, finito in gloria col trionfo dell’eroe locale, il ferrarista monegasco Charles Leclerc, che ha fatto commuovere pure il sovrano. In serata la tradizionale cena di gala, dove Charlène si è presentata in rosso; omaggio alla Ferrari? L’abito Vuitton – come la come la minaudière che ha in mano – mixa un tubino con maniche lunghe che lascia le spalle abbondantemente scoperte da un ampio scollo, da cui parte un inserto pietrificato. L’effetto finale è evidenziare l’ampiezza delle spalle da nuotatrice togliendo un po’ di respiro al collo. Io continuo a pensare che la princesse abbia un problema con i volumi, e solo Armani – autore del suo abito da sposa e poi misteriosamente scomparso – riuscisse a valorizzarne il fisico sportivo. Comunque contenta lei contenti tutti, per me boh.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Alla serata di gala c’erano anche i Duchi di Castro con le due figlie, che ormai sono grandi e devono socializzare. D’altronde Carlo e Camilla (questi, i Borbone Due Sicilie, non gli omonimi british) nel Principato non solo hanno una residenza, ma ci si sono anche sposati, col principe Albert come testimone. Mentre le due figliuole preferiscono la sicurezza del nero e del cipria la biondissima Camilla, neé Crociani, non rinuncia al rosso.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Con tanto di spalla scesa, che è proprio il modello dell’abito. Io impazzirei per il fastidio, ma lei non fa un plissé, con l’eccezione dell’intrico di boccoli. Al di là di ogni categoria (e comunque secondo me con la sua barbietudine ci gioca parecchio, e io mi ci diverto assai).

(Ph: Manuele Mangiarotti/IPA-AGENCY.NET)

Non escludo che fosse davvero un sostegno a Leclerc e alla Ferrari la mise di Alexandra von Hannover, figlia minore di Caroline avuta dal terzo marito Ernst August, con un prendisole scarlatto semplice e leggero del brand americano Sandy Liang. Attenzione ai dettagli, dagli occhiali anni ’60 (Celine) alle scarpine The Row (brand fondato dalle gemelle Olsen) praticamente introvabili e oggetto del desiderio di molte comuni mortali, con cui Alexandra ha in comune solo la mortalità. Chic.

Da lunedì 27 a sabato 1 giugno si sono tenute a Bruxelles le finali dedicate al violino nell’ambito del Concours Reine Elisabeth. Alla serata inaugurale hanno partecipato entrambi i sovrani, e la regina Mathilde ha indossato un abito ricoperto di paillettes di Jenny Packham un po’ eccessivo accanto al sobrio completo blu del re. Vi devo dire la verità, questi abiti paillettati iniziano a stancarmi, però questo non è male, bella la linea e bellissimo il colore. Chic.

Altra serata altro vestito; Mathilde non lascia ma raddoppia e sceglie di nuovo il rosso, in questo caso una tonalità corallo. L’abito monospalla di Costarellos è caratterizzato da un’ampia manica a sbuffo. Fotografie a figura intera non ne ho trovate e sono pronta a rivedere il mio pensiero in qualunque momento, ma visto così lo trovo terribile. Shock.

Optical

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Cambiamo decisamente registro ed esaminiamo qualche mise in fantasia optical, che a me piace sempre. Torniamo a Monaco, per la gara Beatrice Borromeo, ha scelto un total look Dior e noi non siamo sorpresi. Molto bello l’abito pied-de-poule la cui dimensione aumenta scendendo verso l’orlo, completato da ballerine, borsa (la Lady D-Joy Micro Bag) e gli indispensabili occhiali da sole. Très chic.

(Ph: Jean-François Ottonello/Monaco-Matin)

Il giorno prima della gara Charlène ha accompagnato il marito per una serie di impegni, tra cui ringraziare il personale di Croce Rossa che presta servizio durante tutto il lungo fine settimana. Per farlo sceglie un completo dell’amato Akris in jersey a righe. L’idea non è male, ma la linea dei pantaloni non mi convince, e pure la cintura mi perplime; avrei scelto anche scarpe più sportive invece di queste, le slingback Ascent 100 di Gianvito Rossi. Un grande boh.

Di lei parlo poco ma mi piace parecchio: Laurentien dei Paesi Bassi – moglie del principe Constantijn, il minore dei tre figli della ex sovrana Beatrix – il 25 maggio ha compiuto 58 anni e la casa reale l’ha festeggiata con questo bel ritratto. Una donna intelligente equilibrata e consapevole, con un tocco di eccentricità a sottolinearne la personalità. La mise è un po’ così, ma in questo caso passa decisamente in secondo piano. Boh, ma tanti auguri.

Geometrie

La frattura al piede ha dato alla Reina Letizia l’alibi per togliersi (definitivamente?) i tacchi, già ridotti rispetto a quelli altissimi che indossava nei primi anni di matrimonio, nel vano tentativo di bilanciare il 1.97 del consorte. Questa settimana per partecipare a Solo de ciencia – certame di monologhi in lingua spagnola con l’obiettivo di migliorare la comunicazione scientifica – sopra gli amati pantaloni bianchi piazza una blusa di Adolfo Dominguez in un color giallo paglierino (anche se in questo caso sarebbe più opportuno definirla giallo Isabella) con svolazzanti pannelli bianchi. Ma perché? Boh.

Sabato 25 la Giordania ha festeggiato i 78 anni di indipendenza; il 25 maggio 1946 diventò infatti uno stato autonomo dal controllo britannico. Per l’importante celebrazione Rania ha scelto un abito color prugna di Solace London, praticamente l’evoluzione del cape dress, dato che qui la mantella copre una spalla sola per poi arrivare fino a terra. Sarà la solennità dell’occasione, sarà l’indubbia classe della signora che lo indossa, ma mi piace moltissimo, e la cintura etnica è il tocco perfetto. L’unica cosa che non mi convince è la borsa, che non si abbina neanche particolarmente alle scarpe color bronzo (Manolo Blahnik). Superchic.

E per finire…

Col post ci entra poco, ma mi è piaciuta tanto e ve la propongo. Venerdì Queen Camilla ha accompagnato il re alle corse di Epsom; per l’occasione ha indossato un tailleur azzurro di Bruce Oldfield sotto il trench – supertrend di questa stagione e anche delle prossime – il nastro del cappello di Philip Treacy riprende il colore della mise e la borsa di Charlotte Elizabeth, in una tonalità più scura, completa il tutto. Devo dire che nonostante io non ami particolarmente l’azzurro questo abbinamento col beige mi piace molto. Chic.

Royal chic shock e boh – Philip Treacy edition

Oggi è il 26 maggio, e il compleanno da festeggiare subito è quello di Frederik X: il cinquantaseiesimo di vita e il primo da quando è sul trono. Centouno anni prima di lui aveva visto la luce a Kensington Palace la Queen Mary; non sua moglie ovviamente ma la consorte di George V, nonna della mai troppo rimpianta queen Elizabeth, nata Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes of Teck il 26 maggio 1867. Un anno prima del sovrano danese nasce in Irlanda Philip Treacy, destinato a diventare uno dei più genali e amati creatori di cappelli del mondo, adorato da molte royal ladies – a partire da quelle della Royal Family – da molte ladies in generale, e pure da Lady Violet. Dunque oggi per la nostra rubrica di stile vi propongo una carrellata di sue creazioni con una necessaria precisazione: data la sterminata produzione (cercate, googlate, scoprirete meraviglie) restringiamo il campo ad alcuni cappelli realizzati per signore appartenenti a famiglie reali; nei quali la favolosa eccentricità che contraddistingue la produzione di Philip Treacy (accanto alla straordinaria tecnica) risulta necessariamente limitata.

Cominciamo con quella che deve essere stata una delle sfide più interessanti della sua vita, vestire la testa di Camilla Parker-Bowles per le nozze col principe di Galles. Se per le nozze civili abbina all’abito avorio della sposa un classico cappello a tesa larga ornato ma non troppo, per la benedizione nuziale nella St.George’s Chapel di Windsor crea qualcosa di unico.

(Ph: Getty Images)

Un cerchietto – in effetti una sorta di corona – di piume dorate che evocano delle spighe di grano e trasformano la non più giovanissima sposa in una sorta di moderna Demetra. Scommessa vinta, chic.

(Ph: Getty Images)

Modello simile ma effetto finale completamente diverso per la creazione che la allora Duchessa di Cornovaglia indossa al matrimonio di Zara e Mike Tindall, il 31 luglio 2011. Al posto delle piume ci sono i fiori, per una acconciatura che rimanda a quella delle damigelle, e non è un complimento. Troppi fiori, troppo girlie, e pure troppo alto. Shock.

Camilla nella sua vita pubblica indossa quasi solo cappelli Philip Treacy: sono quasi sempre bellissimi e le donano molto.

(Ph: Getty)

Se però dovessi sceglierne uno sarebbe questo: una girandola di piume rosa per il matrimonio di Harry e Meghan. A questo punto avete capito che per indossare bene un cappello, oltre a scegliere un modello adatto al viso, al fisico e all’occasione, ci vogliono anche un certo stile e senso dell’umorismo, due caratteristiche che la Queen Consort possiede, soprattutto la seconda. Ovviamente chic.

Quanto all’altro festeggiato di oggi, non mi risulta che abbia mai indossati cappelli Philip Treacy, ma la sua bella moglie sì. Ad esempio alle nozze monegasche tra Albert e Charlène, il 2 luglio 2011, quando quest’altra Queen Mary, allora sono principessa, abbina all’abito in raso ottanio di Prada il più classico dei fascinator, che mischia la sobrietà del disco con l’opulenza del grande fiore.

(Ph: Getty Images)

Lo stesso modello lo aveva indossato anche Zara qualche anno prima. Bello ma un po’ banale, boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty)

Per il mio temperamento drammatico molto meglio il modello scelto dalla figlia della Princess Royal per il matrimonio del cugino William. Un pezzo veramente notevole, anche se per una cerimonia di mattina avrei evitato il nero. E chi pensa ancora che ai matrimoni si dovrebbero portare cappelli piccoli e sobri per non oscurare la sposa (né la visuale altrui) ormai deve rassegnarsi, come ha fatto Lady Violet. Comunque chic.

Un cappello simile lo ha indossato anche Maria Teresa di Lussemburgo per la festa nazionale del 2015; l’inclinazione è diversa rispetto a Zara, ma va considerato che la granduchessa è piccolina di statura, e deve stare attenta all’armonia delle proporzioni. Io la trovo chic (ma solo il cappello).

Torniamo alle nozze dei Duchi di Cambridge, dove le signore che avevano scelto Philip Treacy si contavano a decine; tra tutte fu una sua creazione a lasciare tutti a bocca aperta.

(Ph: Pascal le Segretain/Getty)

La cugina dello sposo, Beatrice di York, arriva a Westminster Abbey con padre e sorella; indossa un bel robe manteau di Valentino, cui abbina questo straordinario pezzo di modisteria. Io lo trovo geniale, fantastico, divertentissimo, però è troppo impegnativo per Bea, col suo fisico minuto e le incertezze dei suoi ventidue anni. Per portare una cosa del genere ci sarebbero voluti maggior temperamento e sicurezza di sé. Data la reazione urbi et orbi, la principessa decide di mettere il cappello all’asta, ricavando dalla vendita una somma enorme andata in beneficenza. Autenticamente, positivamente shock.

(Ph: Samir Hussein/Getty)

Anche Eugenie sfoggia una creazione di Philip Treacy, che contribuisce ad affossare la sua mise: un insieme un po’ pasticciato e pochissimo donante della divina Vivienne Westwood. C’è da dire che questo modello stretto e appuntito (ispirato da Robin Hood?) lo portavano almeno altre due signore, Victoria Beckham e la povera Tara Palmer-Tomkinson e stava male a entrambe. Shock.

(Ph: Dave Thompson – WPA Pool/Getty Images)

Stesso matrimonio, ancora cugine dello sposo ma dal lato materno: ecco Amelia, Eliza e Kitty Spencer, figlie del fratello di Diana, in versione tre grazie con tre creazioni Philip Treacy. Loro sono giovanissime e tanto belline, ma i fascinator delle prime due, almeno in questa foto, mi perplimono assai, boh. Mentre il cappellino della terza, wow! Chic, anche se l’abito è troppo scollato.

Altro matrimonio di un cugino, quello di Peter Phillips con Autumn Kelly (ora divorziati) altra creazione: la giovanissima Beatrice sceglie un fascinator dalla collezione Butterfly, una di quelle che ho amato di più, e continuo ad amare; ci ho proprio lasciato il cuore. Chic.

A questo punto so che state per chiedermi, e Catherine? La Principessa di Galles ha indossato spesso creazioni di Philip Treacy, nessuna delle quali davvero memorabili. Diciamo che al contrario di Camilla, che predilige abiti relativamente semplici con accessori importanti, della principessa di solito valutiamo la mise in generale, di cui il cappello è solo una parte. Spesso Catherine sceglie il modello a disco volante con grande fiore laterale, per il quale non nutro una passione smodata, o fascinator con decorazioni floreali. Un po’più particolare il cappello creato come complemento per il noioso abito a pois di Alexandra Rich (ne ha diversi, e me ne piace forse uno), a comporre la mise indossata lo scorso anno per il giorno dedicato all’Order of the garter. Chic.

Ha fatto a modo suo la storia il cappello nero che Miss Middleton indossò il 15 dicembre 2006 a Sandhurst per assistere alla Passing Out Parade, prima occasione pubblica alla presenza della Regina e di buona parte della Royal Family. Il cappello è stato riusato anche dopo il matrimonio; un po’ pesante per una ragazza così giovane, ma bello. Chic.

Quanto alla cognata Meghan, anche lei nella breve stagione da working royal si era affidata a Philip Treacy, per poi scegliere Stephen Jones nelle ultime uscite (il giubileo di platino e il funerale della regina). A me era piaciuto molto questo, indossato ad Ascot poche settimane dopo il suo matrimonio. Chic.

Meno convincente quello indossato a Sandringham per la messa di Natale del 2017, suo debutto con la Royal Family quando era ancora fidanzata. All’epoca fu paragonato a un fungo, e devo dire che il colore non aiuta né a valorizzare il suo incarnato né a evitare paragoni ortofrutticoli, oltre al fatto che secondo me è troppo grande per lei. Francamente shock.

Cappellino simile lo ha indossato Máxima per il Prinsjesdag del 2019 (Le foto del giorno – 17 settembre); a lei sta sicuramente meglio che a Meghan, d’altronde se c’è qualcuna che ha personalità da vendere e un fisico che si presta è proprio la sovrana olandese. La mia perplessità resta tutta, sostenuta anche dalla bizzaria della mise, però la manifattura è molto interessante. Boh.

Bellissimo, e perfettamente in equilibrio tra la solennità dell’occasione, l’abilità del creatore e il gusto della signora che lo indossa il cappello bianco sfoggiato all’incoronazione di King Charles. Perfetto, chic.

E a proposito dell’incoronazione, a Philip Treacy è stato affidato un incarico delicato: sostituire il velluto e adattare le corone alla testa dei sovrani; il riconoscimento definitivo alla sua abilità alla sua sensibilità, alla sua cultura.

(Ph: Robbie Reynolds)

Happy birthday!