Incoronazioni e riflessioni

Una piccola, piccolissima riflessione. Mentre nel Regno Unito le ore del Coronation Weekend scorrono – oggi è stato il giorno del grande concerto a Windsor e degli street party in città paesi e comunità varie – mentre qui da noi l’eco tende ad affievolirsi (non temete, ne parleremo ancora a lungo) vi racconto una delle mie sensazioni nell’assistere a quella incredibile cerimonia. Per essere in tema, benché naturalmente fossi a casa, ieri ho indossato questa spilla. Trifari, popolarissimo brand di bijoux americani (ovviamente fondato da un italiano) aveva proposto già negli anni Quaranta una spilla a forma di corona, disegnata da Alfred Philippe, suo designer di punta. Si pensò di riproporla nel 1953 in occasione dell’incoronazione di Queen Elizabeth insieme ad altri soggetti allegorici, come la spada.

Osservando la complessa liturgia della cerimonia di Westminster Abbey ho ripensato alla Regina. Non alla donna matura che ho conosciuto nella mia gioventù, né alla formidabile anziana degli ultimi anni. Nemmeno alla sua scomparsa e a quell’altra straordinaria liturgia celebrata coi suoi funerali. Ho pensato invece alla sua incoronazione, a cui ovviamente non avevo assistito; e ho realizzato che in fondo mi mancava qualcosa. Ieri ho rimesso a posto i pezzi, le tante tantissime immagini, le fotografie, i filmati visti in tutti questi anni in cui lei è stata sempre una presenza discreta. Ecco, ora so come funziona un’incoronazione, ho scoperto il significato di alcuni simboli, imparato cose che non sapevo. Ora il cerchio è chiuso.

La Regina è morta, evviva il Re!

Lady of swords

A poche ore dall’incoronazione di King Charles III (e Queen Camilla) informazioni, impressioni ed emozioni si affastellano, e ci vorrà qualche giorno per rimettere tutto a posto. Intanto Lady Violet risponde alla domanda ripetuta oggi molte volte, cioè chi fosse la bella signora che ha avuto un ruolo importante portando le spade cerimoniali.

Si chiama Penny Mordaunt, è dal 2010 un parlamentare del partito conservatore ed è il Leader della House of Commons. Che attenzione, non è l’equivalente del nostro Presidente della Camera – quello è lo Speaker – ma è più simile al nostro Ministro per i rapporti col Parlamento. Tra i suoi incarichi in tale ruolo c’è anche quello di Lord President del Privy Council, l’istituzione che consiglia il sovrano su una serie di questioni, principalmente in relazione all’attività parlamentare; oltre al Prime Minister Rishi Sunak è dunque il politico che King Charles vede più spesso. La signora Mordaunt ha cinquant’anni, è nata a Torquay (come Agatha Christie), è figlia di un paracadutista ed è anche imparentata con Angela Lansbury, cugina di sua nonna.

L’abbiamo conosciuta lo scorso 10 settembre, quando ha svolto il ruolo principale nella proclamazione di King Charles, due giorni dopo la morte di Queen Elizabeth. Allora vestiva un lutto rigoroso, oggi ha fatto la sua bella figura grazie al portamento austero ed elegante, al modo impeccabile con cui ha svolto il suo incarico – pria dona nella storia – e anche alla sua mise.

(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)

Daniela Karnuts, fondatrice e stilista del brand londinese Safiyaa ha creato per lei un cape dress in una sfumatura di blu chiamata Poseidon; Hand and Lock, famoso laboratorio di ricamo, ha aggiunto una decorazione in oro: la felce simbolo del Privy Council. Uguale tessuto e uguale ricamo sull’alto bandeau, assecondando il suo desiderio di indossare qualcosa di moderno ma con un richiamo al passato. Desiderio esaudito, pure troppo, se in molti hanno trovato delle somiglianze con i ritratti di Anne Boleyn. Che per una persona con una spada in mano… Sia come sia, la signora è stata senz’altro una delle protagoniste della giornata e sta registrando un grande interesse sui social media, dove qualcuno ha riportato anche un delizioso pettegolezzo. Sembra che Liz Truss durante le sei settimane del suo brevissimo premierato abbia deciso di dare a Penny Mordaunt il ruolo di Leader of The House of Commons per toglierle visibilità. Operazione perfettamente riuscita!

Breaking News! – Abbiamo scoperto qualcosa?

Ormai il tempo che ci separa dalla Coronation si conta in ore, ma uno dei grandi quesiti sul tavolo riguarda il dress code. Come saranno vestiti i sovrani? E gli ospiti? Catherine indosserà una tiara o invece, come si vocifera, un’acconciatura floreale? E nel caso, questa scelta è per fare brillare solo Camilla? Oggi forse abbiamo avuto un indizio: sotto una pioggia battente si è svolta la prova finale a Westminster Abbey, e William si è intravisto abbigliato così.

Il Principe di Galles indossa il mantello dell’Order of the Garther, comparirà così anche domani? Nel caso mi sembrerebbe un’ottima soluzione, un abito adeguatamente formale ma da giorno, per cui le signore potrebbero essere a loro volta in abito corto, con cappello o acconciatura. Certo, domani saranno presenti molte teste coronate, che potrebbero indossare qualcosa di diverso: Máxima, Letizia, Mary saranno in lungo con tiara? Ho l’impressione di no, vedremo. Sicuramente in tutto il loro formale splendore appariranno coloro con un ruolo ufficiale: Nicholas Lyons, Lord Mayor della City, indosserà questo sontuoso mantello, come il suo predecessore all’incoronazione dei Queen Elizabeth II.

Intanto stanno arrivando gli ospiti più importanti, Re Philippe dei Belgi ha raggiunto Londra in treno, in compagnia di Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo.

E a proposito di trasporti, Londinesi e turisti che in questi giorni affollano la capitale prendendo la Tube, la celeberrima metropolitana della città – la più antica del mondo e la più estesa d’Europa – verranno accolti da un messaggio dei sovrani: https://fb.watch/kkN27d6EsE/

And remember, please mind the gap!

A Royal Calendar – 26 aprile 1923

Quella mattina di cento anni fa Londra è in festa, magari senza la frenesia dei giorni nostri: si sposa uno dei figli del Re.

Albert, che in famiglia chiamano Bertie, è il secondogenito di King George V e Queen Mary. A 13 anni entra nel Royal Naval College di Osborne, dove si fa notare per grinta e tenacia. Inizia la carriera come Guardiamarina a Malta, due anni dopo diventa pilota nella Royal Naval Air Service. Appassionato di sport, è un ottimo tennista. Ha quattordici anni quando il padre diventa re, alla morte del nonno. Da quel momento il fratello maggiore Edward e lui sono the heir and the spare. Ne ha 22 di anni quando gli accade una cosa singolare; cambia cognome. L’Europa è scossa dalla Grande Guerra, il sentimento antigermanico cresce e il Re decide di abbandonare il troppo teutonico cognome Saxe Coburgh and Gotha: dal 17 luglio 1917 la casa reale britannica sarà The House of Windsor.

La sposa, Elizabeth Bowes-Lyon, è figlia di Lord Glamis futuro Conte di Strathmore and Glinghorne. Nasce in Scozia il 4 agosto 1900, e come era uso all’epoca viene educata in casa, dividendo infanzia e adolescenza tra la residenza scozzese, la casa di campagna nell’Hertfordshire e quella a Londra a Mayfair, al numero 17 di Bruton Street. Gli sposi si sono conosciuti da bambini, nel 1905, si rincontrano a un ballo londinese durante la season del 1920; lui è stato appena creato dal padre Duke of York e si innamora all’istante. Inizia una corte lunga e serrata, che lei accoglie tiepidamente; preferisce la sua vita semplice e libera agli obblighi e alle complicazioni che l’ingresso nella Royal Family le imporrebbe. Intanto partecipa a un importante evento reale: il 28 febbraio 1922 è una delle damigelle della principessa Mary, che a Westminster Abbey sposa il Visconte Lascelles, poi Conte di Harewood. All’inizio del 1923 Bertie torna alla carica, raggiunge Elizabeth nella casa di campagna di St Paul’s Walden Bury e finalmente lei dice di sì.

Il fidanzamento viene annunciato ufficialmente il 15 gennaio e il giorno dopo in una lettera alla madre lui scrive tutta la sua felicità. Il matrimonio è fissato dopo tre mesi di distanza; Elizabeth inizia a studiare da Duchessa di York, viaggia col fidanzato attraverso il Paese e con lui viene ritratta da John Sargent. Iniziano ad arrivare i doni di nozze; molti sono preziosi gioielli, ma c’è anche altro: i sovrani di Norvegia inviano dodici cucchiaini da tè in argento smaltato completi di colino, mentre The Worshipful Company of Needlemakers fornisce alla sposa mille aghi da cucito con la cruna d’oro.

Il giorno delle nozze lo sposo indossa l’alta uniforme della RAF, con fascia e stella dell’Order of the Garter; indossa anche la stella dell’Order of the Thistle, ricevuto proprio quel giorno in omaggio all’origine scozzese della sposa. Che raggiunge l’abbazia al braccio del padre a bordo di uno State Landeau, rivelando alfine il segreto meglio custodito di ogni matrimonio: il suo abito.

Non sappiamo se (o quante) sopracciglia si siano alzate al suo ingresso a Westminster Abbey: il modello scelto da Elizabeth più che ispirato alla moda degli anni ’20, che pure ricorda, sembra abbia preso spunto da non meglio precisati abiti del Medio Evo italiano. La creatrice, Madame Handley-Seymour, sarta della buona società che firmerà anche l’abito per l’incoronazione del 1937, utilizza una seta color avorio con cui realizza una tunica con scollatura quadrata e maniche corte, il corpino è percorso da una ricca decorazione in lamé argento, perline varie e filo d’oro, che si allunga fino all’orlo.

(Ph: National Portrait Gallery)

L’abito ha un doppio strascico: uno parte dalla vita, l’altro, più leggero, dalle spalle. Il Times lo definisce il più semplice mai visto in un royal wedding, per me anche uno dei meno belli. In testa un velo in pizzo di Fiandra, prestito della Regina, che la sposa decide di fermare con un diadema di mirto e fiori d’arancio intrecciati con le rose bianche di York; nessuna tiara dunque, anche se ne riceve in dono una dal padre e una dalla suocera.

Uscendo dall’abbazia Elizabeth compie un piccolo gesto che entrerà nella storia della Royal Family: lascia il suo bouquet sulla tomba del milite ignoto, in memoria di un fratello Fergus, caduto sul fronte francese; da quel giorno la imiteranno tutte le royal brides.

Dopo una colazione a Buckingham Palace a base di salmone e agnello, e dopo aver tagliato la sontuosa torta realizzata da McVitie’s (quelli dei biscotti digestive), 3 metri per 365 chili, la coppia parte per il viaggio di nozze a Polesden Lacey, ospite di quella Mrs Greville che tanti splendidi gioielli lascerà in eredità alla Royal Family.

Nel 1926, cinque giorni prima di celebrare il terzo anniversario, Elizabeth dà alla luce la prima figlia, cui viene dato il suo stesso nome. È uno di quei momenti in cui le storie personali incrociano la Storia; quella bimba che sembra essere solo la terza nipote di sovrani è destinata a diventare il monarca che resterà più a lungo sul trono di St James.

December chic shock e boh (parte seconda)

L’Epifania tutte le feste si porta via, e con esse le mise che hanno infiammato il dicembre reale. Ma udite udite, data l’abbondanza degli eventi vi aspetta anche una terza parte!

Regno Unito

Primo appuntamento natalizio della Royal Family il concerto Together at Christmas, organizzato per il secondo anno consecutivo a Westminster Abbey dalla Principessa di Galles. La serata avrebbe potuto chiamarsi anche “festival del bordeaux”, colore ampiamente preferito in varie sfumature dalle signore presenti.

Compresa l’adorabile Charlotte, en pendant con la madre (e la cravatta del padre). La padrona di casa si infila in un lungo coat dress – quel capo che le nostre madri chiamavano robe-manteau – di Eponine London color burgundy con accessori in tinta e orecchini supercheap (di Accessorize)in tinta pure quelli. Catherine ha un fisico che le permette praticamente tutto, ma questi modelli così stretti e lunghi a me non piacciono. Sono consapevole che l’estetica della nostra cultura prediliga le forme sottili e allungate, ma quando si veste così mi fa pensare a un tubetto di mascara, quindi boh.

(Ph: Getty Images)

Stesso colore per la sorella Pippa Matthews che, meno legata al protocollo, fa spesso scelte più interessanti. Per lei un cappotto di Karen Millen in una tonalità definita fig, fico, ma non chiedetemi perché. Il modello è a doppio petto con baschina in vita e nasce piuttosto aderente ma devo dire che a me piace di più l’indosso oversize di Pippa. Chic.

(Ph: Kirsty O’Connor – Pool/Getty Images)

Stesso brand, Karen Millen, stesso tessuto (italiano, in lana), il cappotto di Zara Tindell è invece definito merlot e francamente non saprei dire se sono davvero nuance diverse o cambiano in nomi per non farci appisolare. Anyway, la sportiva Zara, amazzone e pure un po’ cavallona, ha scelto un doppiopetto semplice e chic. Ci piace.

(Ph: Getty Images)

Scelgono il bianco due delle signore più importanti del regno, Her Majesty The Queen Consort e la cognata Contessa di Wessex. Camilla indossa un cappotto color panna della maison preferita, Fiona Clare Couture, con accessori neri, tra cui la clutch Tosca di Launer, brand very British (ma i modelli hanno quasi tutti nomi italiani, di solito legati alla lirica) divenuto famoso per firmare le borse della defunta Regina. Sotto si intravvede un abito maculato, ormai considerato un neutro buono per tutte le stagioni; non la più classica delle mise natalizie, ma chic. Menzione speciale per la splendida spilla déco di topazi brown e diamanti appartenuta alla Queen Mother.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Sophie ricicla un cappotto doppiopetto Max Mara – che è un investimento e quindi va sfruttato – su un abito di maglia (Reiss). Il total white è interrotto dagli accessori: stivali color caramello e la Lunatic clutch firmata Sophie von Habsburg. Quando ero ragazzina mi capitò di leggere su un giornale una fase che suonava più o meno così: una bella donna bionda in bianco vince sempre. Sono ancora assai d’accordo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Le sorelle York si sono date ai quadri (ma non quelli della galleria diretta da Eugenie!). Beatrice è una di quelle creature cui il matrimonio dona: è più bella, più elegante, più consapevole. Bellissimo il cappotto di Temperley London a riquadri bianchi e grigi; nonostante il cappotto sia chiaro e fermato da una cinta – una combinazione ad alto rischio – e Beatrice non sia particolarmente alta, trovo che le stia benissimo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Purtroppo non mi suscita lo stesso entusiasmo la sorella Eugenie; anche per lei un modello a vestaglia, in un tessuto plaid compreso di orlo sfrangiato. Nonostante il cappotto sia Max Mara, non fa una gran figura e non le dona affatto. Perché a volte conviene evitare come la peste i riquadri così grandi, peggio se fermati in vita. Va detto poi che a guardare la sua figura arrotondata e la cintura annodata in alto la principessa sembra incinta. Dunque my dear riguardati e non ti raffreddare, che all’eleganza pensiamo un’altra volta. Sorry, shock.

Non mancavano le signore in verde: Carole Middleton ha una bella figura e un certo stile, e il cappotto a redingote (di Hobbs London, più British di così non si può) le sta molto bene, oltre a mantenerla comodamente in quel low profile che si è data qualche mese e qualche gaffe dopo il royal wedding della figlia. Chic.

(Ph: James Whatling)

Last but not least, la Duchessa di Gloucester. Moglie di un cugino della defunta Regina, la signora è di origine danese; a me è simpatica e mi sembra una donna in gamba, ma diciamo che riunisce in sé la summa di quel certo cattivo gusto anglosassone. Il soprabito di velluto è passabile ancorché datato, ma lo stivaletto mozzacaviglia… Mettiamola così: poteva andare peggio, poteva piovere. E lei si sarebbe messa le galosce. Shock.

Madre e figlie

Quanto ci siamo lamentati delle royal Christmas card con fotografie che sprizzano poca atmosfera natalizia? Bene, nei Paesi Bassi ci hanno ascoltato ed ecco a voi gli Orange in tutto il loro festivo splendore, compreso canetto, dall’espressione a dire il vero piuttosto perplessa. Dopo aver notato che William-Alexander si sta imbelloccendo (mai dire mai!) passiamo ad ammirare le signore e il loro amore per il mopnospalla. Lo indossano le due figlie minori: Missoni a pois per la quindicenne Ariane, nero e drammatico (Zara) per la diciassettenne Alexia. Essendo le fanciulle ancora minorenni le guardiamo con simpatia ma non le giudichiamo; Lady Violet però ama sempre osservare le sperimentazioni delle giovanissime. Monospalla anche per la Regina: un Elie Saab in tulle plissé color argento nuovo di zecca. L’abito mi sembra bello, un po’ eccessivo per l’occasione; bizzarri gli accessori: al collo quello che sembra il favoloso bandeau di diamanti grossi come nocciole della regina Emma, trisavola del sovrano, in braccio il delizioso cagnolino, ma fargli un bagnetto pareva brutto? Boh. Aspettiamo un indosso che valorizzi di più quel bell’abito, siamo certi che Máxima non ci deluderà.

Accanto al padre l’erede al trono Catharina-Amalia, che ha dovuto lasciare la residenza universitaria ad Amsterdam a causa di minacce di rapimento e aggressione. La fanciulla mi sembra dotata di carattere e sicuramente saprà affrontare e superare il momento difficile. A diciannove anni sta ancora cercando il suo stile, com’è giusto che sia, coniugando età struttura fisica e titolo. A me l’abito Asos piace, mi piace che sia semplice e in un bel verde bosco di Natale, mi piace come le sta e mi piace che non abbia imitato la scelta frufru di madre e sorelle. Chic di incoraggiamento.

E in Belgio…

Può mancare il rosso a Natale? Che domande, e infatti per il tradizionale concerto natalizio a Palazzo reale la Reine Mathilde sfodera un vestitone scarlatto percorso da un filo di lamé oro, naturalmente firmato Natan. Collo alto, maniche a 3/4, gonna a campana ed ecco la bella sovrana trasformata in una cloche de Noël.

Un giorno qualcuno studierà l’incredibile abilità di Edouard Vermeulen, lo stilista della maison, nel creare abiti così poco valorizzanti. E non è per Mathilde, splendida cinquantenne con quattro figli; se guardate la foto dalla sfilata l’abito è brutto pure su una filiforme modella adolescente. Shock.

Insieme con i sovrani sono il principe Laurent, fratello minore del Re, con la simpatica moglie Claire, che dev’essere la donna più paziente dell’universo. Per lei un completino begiarello senza lode ma con un po’ d’infamia, da segretaria quasi perfetta. Lei mi piace tanto, ma raramente indovina una mise. Shock.

Assente il primo dei figli maschi, Gabriel, ma presenti entrambe le fanciulle: la piccola Eléonore, quattrodici anni, sceglie Diane von Furstenberg ma abbonda un po’ con la stoffa fiorata, però è così carina che le si perdona tutto. E alzi la mano chi non ha pensato alla faccia di Miranda Priestly mentre sussurra: floral? for Christmas? groundbreaking!

Adoro la sorella maggiore ed erede al trono Elisabeth in Diane von Furstenberg pure lei (ma che differenza!) color blue royale – noblesse oblige – collo montante, maniche accennate, e un lungo drappeggio laterale che si apre in un lungo spacco. Non è natalizio, non è classico, non è già visto, non è troppo serio, praticamente perfetto. Chic.

(Ph: RUT/SplashNews.com)

Ma quanto ci piace questa ragazza?

Se vi siete persi la prima parte, o non resistete al desiderio di rileggerla, la trovate qui December chic shock e boh (parte prima)





Breaking News! – Pronti all’incoronazione

Ora è ufficiale, c’è la data in cui King Charles III sarà incoronato! Smentendo le voci che parlavano del 3 giugno, il grande giorno sarà il prossimo 6 maggio.

La cerimonia a Westminster Abbey durerà solo un’ora invece delle quattro dell’incoronazione di Elizabeth II, e Camilla sarà incoronata Queen Consort accanto al marito.

Dunque sarà un giorno dedicato solo a loro, senza il rischio che l’anniversario – il settantesimo – dell’incoronazione materna possa soverchiare quella di Charles. Un riferimento familiare però è presente: il 6 maggio 1910 il bisnonno George V divenne Re alla morte del padre Edward VII.

Il 6 maggio è anche il giorno in cui Archie, il nipotino angloamericano, compirà quattro anni; vorrà qualcosa? Non ci resta che aspettare.

The final farewell – I dettagli

Esattamente un anno fa, il 17 aprile 2021, trenta persone accompagnavano il Duca di Edimburgo nell’ultimo viaggio. E noi oggi celebriamo l’anniversario con i dettagli della cerimonia di ringraziamento in suo suffragio celebrata lo scorso 29 marzo. Che è stata anche l’occasione più recente cui ha partecipato la Regina, che da quel giorno non compare in pubblico. Quest’anno ha saltato sia il tradizionale Royal Maundy Service del Giovedì Santo, dove è stata rappresentata dal figlio Charles e dalla nuora Camilla (Le foto del giorno – Maundy Thursday), sia la Messa di Pasqua nella St. George’s Chapel a Windsor, dove non sono mancate le generazioni più giovani.

L’allestimento

La cerimonia nell’Abbazia di Westminster ne ha interessato l’area interna, la più sacra, compresa tra il Quire (il Coro), il Sacrarium e il Poet’s Corner. L’addobbo floreale era stato pensato come ulteriore omaggio alla vita di Philip, e composto nei colori rosso bianco e blu, quelli della bandiera del Regno Unito (e rosso a parte, anche quella della natia Grecia).

Insieme con rose e gerbere, alcuni fiori scelti per il loro valore simbolico: l’infiorescenza spinosa di colore azzurro si chiama Eryngium Maritimum, in inglese sea holly; francamente non la conoscevo, ma chiaramente allude alla carriera in Marina del duca. C’erano orchidee, come quelle che componevano il bouquet della sposa Elizabeth, e i garofani, in ricordo di quelli che decoravano la tavola per il rinfresco del loro matrimonio. A me l’insieme non è piaciuto granché, ma davanti al sentimento e al patriottismo Lady Violet fa un passo indietro.

Chi c’era e chi no

Nonostante avessero confermato la loro presenza, il giorno prima della cerimonia è arrivata da Oslo la notizia che i sovrani norvegesi non sarebbero andati. Il Re era stato trovato positivo al test covid solo un settimana prima, ed evidentemente le sue condizioni sconsigliavano il viaggio. Harald V è ricomparso in pubblico martedì 5; lui e Sonja hanno ricevuto a Palazzo i vincitori della Medaglia del Re, che ogni anno premia quei norvegesi che si siano distinti in campo sociale e culturale.

Piuttosto ridotta la presenza della famiglia reale greca, cui Philip apparteneva per nascita: non c’era Costantino II (suo nonno era fratello maggiore di Andrea di Grecia, padre del Duca di Edimburgo) la cui salute da tempo non è buona, e mancava anche sua sorella, la Reina Emerita Sofia, attesa il giorno dopo a New York. Presenti la Regina Consorte Anne-Marie, il Diadoco Pavlos con Marie-Chantal e il fratello minore Philippos con la moglie Nina. Philippos era stato tenuto a battesimo da Philip – di cui peraltro porta il nome – e dalla defunta Diana. Come lui anche Margarita di Romania, che porta il bellissimo titolo di Custode della Corona Rumena, ha avuto il duca come padrino di battesimo.

C’erano i nipoti tedeschi, gli stessi tre che lo scorso anno parteciparono al funerale a Windsor; da sinistra nella foto, preceduto dalla moglie Stephanie Anne, è Bernhard, principe Ereditario di Baden (sua nonna era Theodora, la seconda delle sorelle di Philip) segue Penelope Knatchbull, Countess Mountbatten of Burma; oltre ad essere una cara amica, sua suocera Patricia e il Duca di Edimburgo erano cugini di primo grado. Seguono Saskia Binder e il marito Philipp, Principe di Hohenlohe-Langenburg (sua nonna era Margarita, la maggiore delle quattro sorelle del duca), chiudono la fila Floria Franziska von Faber-Castell – della famiglia dei produttori di matite – e il marito Donatus, Langravio d’Assia. Donatus è l’unico dei tre a non discendere direttamente da una sorella di Philip, benché sia Cecile sia Sophia, le due più giovani, sposarono membri della famiglia von Hesse. In compenso la nonna di Donatus era la compianta Mafalda di Savoia, per cui possiamo dire che era presente anche un po’ di italico sangue reale.

Altro sangue savoiardo quello che scorre nelle vene di Kiril di Bulgaria, Principe di Preslav. Secondogenito di Simeon II, Zar (e in seguito anche Primo Ministro dei Bulgari), sua nonna era Giovanna di Savoia, la minore dei cinque figli di Vittorio Emanuele III ed Elena.

(Ph: AP/Frank Augstein)

Tutto ciò premesso, la presenza più attesa era sicuramente quella del Duca di York, che non ha tradito le aspettative e ha accompagnato la madre, viaggiando con lei nella Bentley reale e scortandola fino al suo posto. Tutto bene? Non ci giurerei, perché la stampa britannica ha subito iniziato a domandarsi se Andrew abbia capito che si è trattato di un’occasione straordinaria, in pratica la sua ultima uscita pubblica, o non abbia piuttosto iniziato a pensare che si sia trattato dell’inizio della sua revanche. Le voci che vorrebbero addirittura la madre in qualche modo da lui manipolata si intensificano, di pari passo con l’insofferenza del Principe di Galles e del figlio William. Tanto che una delle ragioni per cui i Cambridge stanno pensando a un trasferimento a Windsor sarebbe una maggiore vicinanza alla nonna e contemporaneamente il controllo del comportamento dello zio. Non c’è dubbio che con Charles sul trono Andrew sarà più o meno elegantemente accompagnato alla porta posteriore, nel frattempo lui per non perdere l’abitudine si è ritrovato coinvolto, questa volta in compagnia della ex moglie Sarah, in un altro scandalo. Avrebbe ricevuto una consistente somma di denaro da una signora turca, in cambio di non so bene quale favore, somma che sarebbe stata usata in parte per il matrimonio della figlia Beatrice, ma poi restituita. Uno zio diplomatico una volta, parlando della politica britannica, mi disse che alla fine i Laburisti inciampano sui soldi mentre i Conservatori sul sesso. Giustamente Andrea mantiene una regale neutralità, e inciampa sia sui soldi sia sul sesso.

Non c’era invece, né lo aspettavamo, il Duca di Sussex, probabilmente per il contenzioso col Governo – e più in generale con la Royal Family – per la protezione personale richiesta col modo pasticciato e il tono petulante che stanno diventando la sua cifra. In compenso Harry è arrivato in Olanda dove dal 16 al 22 si tengono gli Invictus Games. E non è venuto solo, ma accompagnato dalla sua signora. E da una troupe di Netflix, per realizzare – finalmente – uno dei loro progetti milionari. Però arrivando in Europa un salto a salutare la nonna Elizabeth e babbo Charles l’hanno fatto. Meno male!

Il linguaggio selle spille

Abbiamo parlato della scelta insolita ma commovente della Regina, e dell’omaggio pieno di rispetto della Duchessa di Cornovaglia (The final farewell); ma non sono state le uniche royal ladies a parlare attraverso le loro spille.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Margrethe II di Danimarca, secondo me una delle più eleganti, indossava un completo in tessuto gessato blu creato dalla sua sarta preferita Annette Freifeldt, composto da gonna, sottogiacca e giacca di 7/8. A corredo degli autentici gioielli da lutto, d’altronde sempre di una pronipote di Queen Victoria stiamo parlando! Gli orecchini in onice nero con croci stilizzate in argento sono solitamente esposti nel Museo di Amalienborg, ma la sovrana li porta spesso ai funerali. Così come la cosiddetta Begravelsesbrochen (spilla funebre), che indossava anche al funerale del marito Henrik, quattro anni fa. Realizzata in oro smalto nero e diamanti fu realizzata in memoria della bisnonna Luisa di Prussia.

(Ph: REUTERS/Toby Melville)

Sua sorella Anne-Marie, Regina Consorte di Grecia, indossava una spilla di diamanti a forma di ancora, dono del marito Costantino, che alle Olimpiadi di Roma, nel 1960, aveva vinto l’oro nella vela. Quale scelta migliore per salutare un vecchio marinaio?

(Ph: Getty Images)

Menzione di grazia e delizia per la giovanissima Lady Louise Mountbatten-Windsor, figlia dei Conti di Wessex e dunque nipote della Regina e del Duca di Edimburgo. Sul giacchino blu la fanciulla ha appuntato una spilla a soggetto equestre, la stessa che portava l’anno scorso del funerale del nonno, con cui divideva la passione di condurre le carrozze nello sport degli Attacchi.

Last but not least

Lo so lo so che state aspettando un’analisi della mise di Catherine, eppure c’è chi ha fatto di peggio: la bella India Hicks, unanimemente considerata – e di solito a ragione – una style icon, parte supersobria con un piccolo copricapo a goccia, continua con un abito accollatissimo di un serio grigio e poi scivola su uno spacco letteralmente inguinale. Per quei tre di voi che non la conoscessero, India è figlia di Lady Pamela, figlia minore di Lord Mountbatten e dunque cugina prima del principe Philip; venne alla ribalta mondiale che non aveva 14 anni, il 29 luglio 1981, quando fu una delle damigelle del matrimonio di Diana con Charles, suo padrino di battesimo. Notevole l’aplomb del signore che l’accompagna: David Flint Wood, suo partner di lunga data e padre dei suoi cinque figli; i due si sono sposati lo scorso settembre.

Finalmente eccoci alla Duchessa di Cambridge. Appena l’ho vista due cose mi hanno colpita: perché un abito così leggero, e perché in nero – ancorché punteggiato di pois – se evidentemente il dress code lo aveva escluso. Domande entrambe senza risposta: la seconda rientra nel più ampio campo della mise sbagliata, la prima sfiora uno dei grandi misteri delle royal ladies di ultima (e penultima) generazione, che spesso appaiono – soprattutto di sera, va detto – con abiti impalpabili senza protezione e francamente senza ragione. In questo caso invece il mistero è solo uno: perché? L’abito è firmato Alessandra Rich, che aveva fornito a Catherine un altro abito a pois, di ben altra linea, secondo me (Dress like a Princess – Purple edition). È in leggerissimo crêpe de chine, è pure Made in Italy, ma ahimè non è un abito adatto alla prima parte della giornata per modello e lunghezza della gonna, dotata pure di spacco, anche se casto. E non fatevi trarre in inganno dal colletto con abbottonatura laterale, che evoca la kosovorotka, la tipica blusa indossata dagli uomini russi.

(Instagram @mariechantal22)

Infatti un’altra royal lady – per altro presente alla cerimonia, Marie Chantal di Grecia – indossava lo stesso vestito alla vigilia di Natale, come testimonia la fotografia postata sul suo account Instagram. E non oso pensare se l’avesse indossato anche lei… Se l’abito di Catherine era sbagliato, in compenso il cappello era sbagliatissimo. Disegnato da Awon Golding per Lock & Co. in inglese quel modello si chiama boater, sailor o matador a seconda dell’altezza della corona, dell’ampiezza della tesa e del tipo di decorazione.

Quello di Catherine è più simile al matador, più ampio degli altri due (che spesso è ornato da pompon o nappe pendenti, qui assenti); insomma un cappello da gaucho, o per non farla tanto lunga un cappello tipo gondoliere. Un modello che compare nel Settecento in testa ai marinai, poi diventa popolare tra gli uomini per eventi estivi all’aperto. Piace anche alle signore, che se ne adornano sempre più spesso (ma sempre per eventi informali) e si impone definitivamente all’inizio del Novecento grazie a una signorina di nome Coco, che a Deuville inizia a proporre alle signore dell’alta società giacche, pantaloni, cardigan, ispirati al guardaroba maschile. Un cappello che va dunque benissimo a Ascot o per eventi meno impegnativi, non certo una messa di suffragio, C’è poi un’altra regola, e ve la spiego come l’ho imparata in casa mia. Alle cerimonie religiose bisognerebbe mostrare un po’ di modestia, regola questa in effetti più rigorosamente osservata nel mondo cattolico, dove ai funerali in caso si porta una mantilla. Bisognerebbe comunque astenersi dal indossare copricapi troppo grandi – ho sempre amato questa parte – perché sono occasioni in cui ci si abbraccia e ci si bacia, e dunque c’è il rischio di qualche scappellamento. Ora ai matrimoni la regola viene allegramente bypassata, affermandosi invece l’idea della scena e della bellezza di cappelli più importanti, ma nelle occasioni funebri no. Sorry.

The final farewell

Con una commozione mista a sollievo abbiamo visto la Regina arrivare a Westmister Abbey – sulle sue gambe, seppure con l’ausilio del bastone – per assistere alla solenne messa di suffragio in memoria dell’amato Philip.

(Ph: The Scotsman)

Era con lei in auto, e l’ha scortata fino al suo posto all’interno dell’abbazia, il figlio Andrew. Ci ha sorpreso la sua presenza? No, nei giorni scorsi è capitato di parlarne anche con qualcuno di voi, convenendo che sarebbe stato giusto così. Se dunque Lady Violet non è stata sorpresa dalla presenza del Duca di York, lo è stata invece alquanto dalla scelta dei colori. La Regina e le due signore che le sedevano più vicine – la figlia Anne e la nuora Camilla – erano tutte e tre in verde scuro. Più o meno quella tonalità nota come Edinburgh Green, strettamente associata al Duca di Edimburgo e intorno a lui variamente declinata, dalle livree dei suoi valletti alle sue auto, compresa la vettura usata a Windsor per trasportarne la salma il giorno del funerale (Le foto del giorno – L’addio).

Sul cappotto verde scuro la sovrana ha indossata una spilla con un profondo significato: è la Grima Ruby Brooch, creata dal gioielliere Andrew Grima con rubini incisi (di recupero) e oro giallo in un’astratta forma contemporanea, un dono che la regina ricevette dal marito nel 1966. L’italoinglese Grima era nato a Roma il 31 maggio 19201, dieci giorni esatti prima di Philip; trasferitosi nel Regno Unito con la famiglia, si era sposato anche lui nel 1947 con la giovane figlia di un gioielliere con cui aveva iniziato a lavorare, per poi rilevarne l’attività. Nel 1966 vinse – unico artigiano orafo nella storia del premio – il Duke of Edinburgh Prize for Elegant Design; e Philip volle donare alla moglie un pezzo della collezione premiata.

Si impone una riflessione: immagino quanti siano i gioielli legati al marito che Sua Maestà avrebbe potuto scegliere. Indossando questo, piuttosto che celebrare il loro legame, ha preferito rendere omaggio al marito e a ciò che lui ha realizzato nella sua vita. Così come la mise verde e la spilla colorata, certamente non da lutto, celebrano la vita di Philip, non la sua morte. E la stessa messa è una cerimonia di ringraziamento, per la sua vita e per tutti coloro che lo hanno avuto nella propria.

Sulla falsariga della sovrana, la Duchessa di Cornovaglia ha indossato orgogliosamente il badge dei Rifles – reggimento di fanteria, la cui uniforme è a sua volta nella stessa tonalità di verde, in questo caso ribattezzato Rifles green – di cui Camilla è Colonel in Chief, incarico “ereditato” dal suocero (Due giovanotti). La duchessa aveva indossato lo stesso badge anche al funerale di Philip, il 17 aprile dell’anno scorso (L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.).

In questa atmosfera così densa di significati e di simboli entra a gamba tesa la Duchessa di Cambridge con una delle mise più clamorosamente sbagliate di sempre: un abito nero a pois bianchi accompagnato da un cappello da gaucho. A dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il nero non fa automaticamente lutto né tanto meno sobrietà. Per fortuna c’erano George e Charlotte ad attrarre l’attenzione! Louis, che non ha ancora quattro anni, è rimasto a casa, come tutti i più piccoli tra i pronipoti di Philip ed Elizabeth.

C’erano invece tre dei cinque nipoti della Princess Royal: Savannah e Isla Phillips col padre Peter, e Mia Tindall con i genitori. A casa naturalmente i figli delle principesse York, presenti con i rispettivi mariti, i due più piccoli dei Tindall e appunto Louis.

Di Archie e Lilibet neanche parlarne, come peraltro dei genitori.

Chi c’era dunque? Tutti e quattro i figli, tutti i nipoti tranne Harry e cinque dei dodici pronipoti, i più grandi. Mi è piaciuta molto la diciottenne Lady Louise – il fratello James mi piace sempre – con un vezzoso cappellino; meno sua madre Sophie Wessex, infiocchettata come un uovo di Pasqua.

C’erano alcuni dei nipoti di Philip – che avevano partecipato anche al funerale lo scorso anno – e la sua cara amica Penny Knatchbull.

Penny, elegantissima contessa Mountbatten of Burma, è stata anche l’unica presente al funerale a non essere un familiare stretto. Presente in massa la famiglia della Regina, a partire dai figli della sorella Margaret, David Lord Snowdon e Lady Sarah Chatto con marito Daniel e uno dei prestantissimi figli. Tra quelli visti da Lady Violet durante la diretta: il duca di Kent con figli e nuore ma senza moglie (che non sta benissimo e non compare in pubblico da un po’) suo fratello Michael di Kent con la moglie Marie Christine – non la mia favorita tra le royal ladies – i figli e i rispettivi coniugi. L’altro cugino, il Duca di Gloucester, con la sua simpatica moglie danese, che come si può vedere raramente azzecca un cappello.

Tra i reali stranieri sorprendentemente la Reina Letizia, col marito Felipe VI, ha indovinato il colore e si è presentata in verde scuro dalla testa ai piedi, anche se la sua perplessità sui cappelli si vede tutta; questo sembra un calamaro che l’è piombato sulla testa. Verde scuro anche per Beatrix d’Olanda, e sono certa che il suo non fosse un caso, mentre la nuora Máxima accanto a Willem-Alexander appare monumentale (non è un complimento) in abito grigio e cappa nera.

In compagnia dei mariti, Mathilde del Belgio in nero con perle, Margherita di Romania in grigio troppo perla.

E poi i sovrani di Svezia: lei in blu un po’ schiacciata dal cappello, lui che sembra quell’attore con due espressioni: col sigaro e senza il sigaro. Peccato che Carl Gustav non fumi, almeno in pubblico.

Non mancava la famiglia reale greca, cui Philip apparteneva, e in rappresentanza del Granducato, da sola, Maria Teresa, in pantaloni e senza cappello; in fondo, che sarà mai, è solo una messa solenne!.

Consentitemi a questo punto una riflessione un po’ antipatica: si dice che il funerale è l’occasione sociale perfetta, si può partecipare anche senza invito. Questo per i funerali reali non è vero, ma ci siamo capiti. Poche occasioni come i funerali, però, rivelano signorilità e classe, soprattutto nelle signore, ma non solo. Ecco, in questo caso Her Majesty, Margrethe di Danimarca, Beatrix d’Olanda, anche Anne-Marie sono anni luce avanti alle parenti acquisite, per quanto giovani belle ed eleganti queste possano essere.

E così sia.

Il lungo addio

Save the date, e non prendete impegni per martedi 29; è il giorno in cui si celebrerà la solenne cerimonia di suffragio in memoria del Duca di Edimburgo, a poco meno di un anno dalla scomparsa. Il rito, a Service of Thanksgiving, un ringraziamento per la vita di Philip, si terrà a Westminster Abbey, dove iniziò la sua vita di consorte reale.

Non è chiaro se sarà presente l’ostracizzato Duca di York – molti pensano di no – mentre è certo che non ci sarà il Duca di Sussex, che però viaggerà dalla California alla vecchia Europa un paio di settimane dopo per gli Invictus Games, previsti dal 16 al 22 aprile a L’Aja, in Olanda.

Quel giorno si uniranno a Queen Elizabeth e alla Royal Family Margrethe di Danimarca, Carl Gustav e Silvia di Svezia, Harald e Sonja di Norvegia, Willem-Alexander Máxima e Beatrix d’Olanda, Philippe e Mathilde del Belgio, Felipe e Letizia di Spagna. Cui potrebbero aggiungersi i Granduchi del Lussemburgo, che non hanno ancora confermato, e membri della famiglia reale greca, cui Philip apparteneva.

Non mancheranno i rappresentanti delle tante associazioni sportive e sociali da lui presiedute, probabilmente i nipoti tedeschi, sicuramente gli amici.

Non sarà il funerale di stato, che lui non voleva, ma un momento in cui chi lo amato e stimato lo ricorderà con affetto, celebrerà la sua vita straordinaria, e farà sentire la sua vicinanza alla moglie e alla famiglia. Che poi è quello che conta e quello che serve; e tutti voi, miei lettori, che oggi avete ricordato un padre amato e perduto, lo sapete bene.

Le foto del giorno – Together at Christmas

Oggi pomeriggio la Duchessa di Cambridge apre ufficialmente la stagione delle feste ospitando Together at Christmas un carol service, cioè un concerto di canti natalizi, a Westminster Abbey.

E come volete vestirvi per un’occasione così natalizia se non di rosso?

Detto, fatto. Catherine è arrivata tutta di rosso dalla testa ai piedi, scortata dal marito William con cravatta en pendant. Il cappottino con grande fiocco è una creazione Catherine Walker, il modello Beau Tie, cui la duchessa ha abbinato scarpine scarlatte Gianvito Rossi e una piccola clutch Miu Miu.

Se vi piace il modello del cappotto sappiate che Catherine ne ha un altro, uguale tranne che per il colore, e state per scoprire di averlo già visto: era quello nero indossato il 17 aprile scorso al funerale del Principe Philip.

A completare la mise un paio di orecchini zaffiri e diamanti, che magari non saranno particolarmente natalizi, ma appartenevano alla Queen Mom, e scusate se è poco.

La duchessa, che compirà quarant’anni tra un mese, è apparsa raggiante, forse anche per la presenza e il supporto della sua famiglia: i Middleton sono spesso presenti accanto a Catherine, con la discrezione e l’understatement che sono diventati la loro apprezzatissima cifra.

Quanto al coté royal, c’erano Sophie di Wessex, in inconsueti pantaloni bianchi, le due sorelle York con Edo ma senza Jack, i Tindall.

Christmas is coming!