Tra le piante natalizie la mia preferita è il vischio, e anche se da noi si usa principalmente a capodanno, io me lo godo per tutto il periodo. È bellissimo e magico, appeso sulla porta di casa funge da amuleto, ma guai a toccarlo con la mano sinistra, e men che meno a staccarlo con le mani dalla pianta madre, rischio che probabilmente pochi di noi corrono (vi ricordate il druido Panoramix col falcetto d’oro?).
In Inghilterra c’è l’uso di baciarsi se si passa sotto il vischio, altrimenti nell’anno in arrivo non ci si sposerà; se però il 6 gennaio si brucia la pianta che ha adornato la casa il pericolo è scongiurato; mi raccomando, prendete nota se interessati.
Fortemente legato al mondo pagano è stato accettato con difficoltà dal Cristianesimo, ma poi è diventato uno dei simboli del Cristo, ospite dell’umanità come il vischio, pianta parassita, è ospite dell’albero – un melo, un pero, un pino silvestre, una quercia – sui cui rami cresce. Per la mia gioia (e spero anche per la vostra) quest’anno il Covent Garden, a Londra, si è riempito di vischio: sfere bianche, lattescenti, turgide ma leggere; questo addobbo mi piace così tanto che perdono pure le grandi mirror ball stile disco anni ’70. Ora la domanda è: ma un chioschetto di baci in vendita ce l’hanno messo?
E voi, quest’anno chi pensate di baciare under the mistletoe?
E come faccio io che sono mancina??
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Nooooooo!
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