Festa grande a Copenaghen per gli ottant’anni della Regina Marghethe. O meglio, ce ne sarebbe una grande, grandissima, epocale, secondo gli usi di quella corte e i gusti della festeggiata. Ma è arrivato il Covid-19 a sparigliare le carte e dunque ci si è organizzati come si poteva. La giornata per Margrethe è iniziata con lo staff di Palazzo riunito, mantenendo le debite distanze, a cantarle gli auguri – non la classica Happy Birthday ma una canzone tradizionale danese – che la sovrana ha accolto con gioia soddisfatta.
Affacciandosi dalla balaustra Sua Maestà ci ha donato la visione della sua robe de chambre: un ampio indumento – camicione da notte? vestaglione? abito da casa della bisnonna? – completato da un’ampia fascia per capelli che ha fatto sentire meno sole tutte le donne del mondo (almeno quello occidentale) che in questi giorni di romitaggio forzato si dividono tra ricrescita e maschere per il viso, anche quelle più improbabili, allo yogurt o all’avocado, alimenti che sembrano nati per finire spiaccicati sulla faccia.
Colleghi sovrani – alcuni dei quali sono anche suoi cugini – non hanno fatto mancare i loro videoauguri. Sarà finita qui? Qualcosa mi dice di no.