Confesso che quando ho letto la notizia sono rimasta leggermente sorpresa. sia perché noi in questo blog trattando di solito degli aspetti più “leggeri” della monarchia tendiamo a volte a tralasciarne l’aspetto istituzionale, sia soprattutto perché proprio questo ruolo istituzionale è solitamente formale, ed è abbastanza raro incontrare un sovrano, specie se europeo, che prenda una chiara posizione politica, per giunta su fatti che non riguardano il suo Paese. È quanto ha fatto il Principe Albert II de Monaco, che è appunto una delle poche teste coronate che oltre a regnare governa pure.

In un’intervista esclusiva a People di qualche giorno fa, il Principe Albert II si è espresso senza mezze misure contro il comportamento dell’ormai quasi ex Presidente Trump, affermando la necessità di evidenziarne tutta la responsabilità nei fatti di Washington dello scorso 6 gennaio. Il sovrano si trovava con la famiglia nella casa di campagna di Roc Angel, da solo dopo che la moglie era andata a riposare, quando si è reso conto di cosa stava accadendo a Capitol Hill. Incredulità e shock le prime reazioni del Principe davanti alle scene di violenza, ma in fondo non una particolare sorpresa, convinto com’è, e non da ora, che verso una cosa del genere si stesse andando. Ciononostante shock e incredulità si sono rapidamente trasformate in disgusto e rabbia per il modo con cui Trump ha incitato e alimentato la rivolta. Albert non ha mai nascosto le sue critiche nei confronti di Mr. President, né i timori che la violenza esplodesse, ed è stato chiarissimo nell’attribuirne la responsabilità.
Figlio dell’americana Grace Kelly, il sovrano ha avuto alla nascita la cittadinanza statunitense, cui ha rinunciato, mantenendo solo la monegasca, al compimento dei 21 anni. Ha frequentato l’Amherst College in Massachussets, e la sua prima figlia naturale, Jazmine Grace, è nata e vive negli States. “Non è l’America che conosco, quella in cui sono parzialmente cresciuto e ho studiato; il Presidente deve essere ritenuto responsabile dell’attacco alle istituzioni, e dei morti che ne sono stati tragica conseguenza”. Chapeau.