Meghan o non Meghan?

I tempi sono quelli che sono, la pandemia continua ad attraversare la terra col suo tragico carico; i royals come chiunque altro si muovono lo stretto indispensabile e appaiono soprattutto in videoconferenza. Gli argomenti per le chiacchiere sul sofà di Lady Violet sono drasticamente ridotti, ma nell’attesa di tempi migliori – per tutti, e in ultimo anche per questo blog – fortunatamente ogni tanto qualche notizia interessante arriva. Oggi sono ben due, e riguardano entrambe la riluttante-ma-non-troppo Duchessa di Sussex.

Nei prossimi mesi i Windsor celebreranno due importanti compleanni: il 21 aprile Sua Maestà compirà 95 anni, ma per una volta l’attenzione più che su di lei è puntata sul marito Philip, che il 10 giugno raggiungerà il traguardo del secolo. Se al momento nulla si sa di eventuali festeggiamenti per la regina, che immaginiamo più o meno privati come accade quasi sempre per il suo vero compleanno (e a maggior ragione in tempi di pandemia), è noto che il secondo fine settimana di giugno dovrebbe essere un lungo weekend di festa: giovedì 10 i cento anni di Philip e sabato 12 il tradizionale Trooping the Colour, appuntamento clou dell’anno reale, che celebra il compleanno ufficiale della sovrana. Quest’anno poi in quei giorni potrebbero esserci altri motivi per festeggiare, come la nascita del terzogenito di Zara Tindall, figlia della Princess Royal, prevista per la primavera inoltrata, o magari il battesimo del piccolino di Eugenie di York, il cui arrivo è atteso nel giro di qualche settimana. Comunque vadano le cose, si tratta di appuntamenti importanti per l’intera Royal Family, cui va aggiunta la cerimonia in memoria di Diana il 1 luglio, giorno in cui la principessa avrebbe compiuto sessant’anni: nei giardini di Kensington Palace verrà sistemata una sua statua commissionata dai figli. A quanto si sa Harry dovrebbe essere della partita e intervenire a tutti gli eventi di inizio estate, se il covid permetterà di svolgerli; Meghan invece sembra proprio di no. Qualche giorno fa è giunta notizia da Montecito che la duchessa (e con lei probabilmente anche il piccolo Archie, che non vede la famiglia britannica da un anno e mezzo) rimarrà in California senza accompagnare il marito. Ci si è affrettati a sottolineare che si tratta di decisione “personal and practical” da non leggere come una mancanza di rispetto (e ci mancherebbe pure, è il pensiero di Lady Violet) ma anzi quasi come una forma di cortesia, per non gravare sull’organizzazione e magari evitare i musi lunghi del Commonwealth Service dell’anno scorso, ultimo impegno ufficiale dei Sussex prima del buen retiro americano.

Sospendiamo ogni giudizio, ormai la situazione è tale che come si fa si sbaglia, però l’idea di quel bambino che cresce negli agi ma senza il legame speciale che si instaura tra cugini mi fa una gran tristezza; e mi piacerebbe vederlo alla cerimonia in ricordo della nonna che non conoscerà. Poi si sa, Diana e la sua memoria tornano sempre utili come dimostrato dal lancio del portale Archewell, dove Harry e Meghan hanno piazzato le foto delle loro madri, muse ispiratrici della loro appassionata attività sociale e umanitaria, o quello che è. Senza alcun riferimento ad altri tipo i padri, che nel caso di Meghan si può anche capire, nel caso di Harry magari meno. Ma si sa, Diana tira molto di più, e dato che i campi minati sono rischiosi, Madre Teresa è morta anche lei, e malati di AIDS da abbracciare scarseggiano – sia perché thanks God ce ne sono molti di meno, sia perché la pandemia impone di evitare gli abbracci – qualcosa tocca inventarsi. Oggi poi è venuta alla luce un’altra forma di omaggio nei confronti della principessa scomparsa, invero piuttosto bizzarra. Come riportato da vari media, un mese dopo la nascita di Archie, Meghan avrebbe fatto cancellare dal certificato di nascita del bambino (che qui vedete nella versione originale) i propri nomi di battesimo, Rachel Meghan, lasciando solo il titolo HRH The Duchess of Sussex, in ossequio a Diana, che sui certificati di nascita dei figli compariva soltanto come HRH The Princess of Wales.

L’impressione di Lady Violet è che il titolo di Duchi di Sussex sia ancora fondamentale per il loro business, almeno finché non si saranno costruiti una solida reputazione personale, e dunque ogni tanto vada ricordato. Un po’ come quelle signore appassionate sostenitrici del progresso femminile e della modernità, che però mantengono il cognome del marito ricco&famoso, ancorché divorziato. Ce ne sono ovunque, anche nel nostro Parlamento