Le foto del giorno – I più belli

Ogni tanto abbiamo bisogno di bellezza, e allora pensiamo a loro, i sovrani del Bhutan. Che oggi – accompagnati dal figlio maggiore, il Principe Ereditario – hanno visitato The Paro Ka Ja Throm, un mercato realizzato su ordine del Re come luogo per la vendita di prodotti agricoli e ritrovo per la comunità, inaugurato questa mattina stessa.

La regina Jetsun Pema, sempre splendida, oggi mi delude un po’ dato il monocolore che ha deciso di indossare (per di più in una delle tinte che mi piacciono di meno, me ne farò la famosa ragione); mi chiedo se la semplicità della mise sia direttamente proporzionale all’informalità dell’occasione, con tanti bambini e contadini, e pure due in tenuta animalier sullo sfondo.

Anche l’ultima volta che l’abbiamo vista la sovrana era in monocolore, più esattamente in total black, e con lei il re suo marito: entrambi vestiti rigorosamente a lutto – e chic come pochi altri – per i solenni funerali di stato di Queen Elizabeth; davanti a loro si intravvede l’Imperatrice del Giappone, dietro i principi ereditari del Liechtenstein.

Per la coppia reale più bella del mondo oggi non è un giorno come gli altri; era il 13 ottobre 2011, undici anni fa, quando si sposarono con una cerimonia festosa e coloratissima. Il loro fu il terzo royal wedding di quell’anno, dopo i nuovi Principi del Galles William e Catherine (29 aprile), e i Principi Sovrani di Monaco Albert II e Charlène (1-2 luglio).

Auguri, e continuate a riempire i nostri occhi di bellezza e di grazia.

Lady Violet loves

Questo post parla principalmente di me, ma riguarda qualcosa di deliziosamente piacevole che vorrei dividere con voi.

L’otto agosto sono a casa ancora convalescente e passo le giornate tra libri chiacchiere e internet, finché a sorpresa mi imbatto in lei.

(Ph: Pinterest)

Radley London, noto brand inglese di borse e accessori, ha creato questa piccola collezione per celebrare il Platinum Jubilee dell’adorata sovrana. La Regina ha un solo mese davanti a sé, ma noi non lo sappiamo e continuiamo a cullarci nella sua immortalità. Per me è amore a prima vista.

La borsa è in vendita esclusivamente a Buckingham Palace (e naturalmente sul sito); incidentalmente ricordo di avere anche un buono sconto, e decido di onorare la memoria del divino Oscar (Wilde) che resisteva a tutto tranne alle tentazioni, proprio come Lady Violet. Un’amica londinese si presta a fare da tramite, e il 13 agosto la borsa è nelle sue mani. E meno male, perché due giorni dopo scompare dal sito: sold out, esaurita.

L’otto settembre Her Majesty passa a miglior vita; i corgi non sono più i cani della regina ma saranno sempre legati al suo ricordo.

Ieri finalmente ho preso possesso della mia corgi bag, e un poco di commozione mi ha colta sfiorando il charm portachiavi col monogramma EIIR. Oggi sono uscita con un corgi al guinzaglio e l’altro al braccio.

(Ph: REUTERS/Peter Nicholls/Pool)

A questo punto vi starete forse chiedendo come stanno Sandy e Muick, i due corgi reali sopravvissuti alla loro padrona, che hanno accompagnato nell’ultimo viaggio. Sarah Duchessa di York, che li ha adottati insieme all’ex marito ma ancora coinquilino Andrew vi tranquillizzerà. Intervistata in merito qualche giorno fa, ha affermato che le due creature sono in perfetta salute, si sono ambientati e vanno d’accordo con i cinque Norfolk Terrier di proprietà degli York. La rossa Sarah e i sette cani.

Breaking News! – Pronti all’incoronazione

Ora è ufficiale, c’è la data in cui King Charles III sarà incoronato! Smentendo le voci che parlavano del 3 giugno, il grande giorno sarà il prossimo 6 maggio.

La cerimonia a Westminster Abbey durerà solo un’ora invece delle quattro dell’incoronazione di Elizabeth II, e Camilla sarà incoronata Queen Consort accanto al marito.

Dunque sarà un giorno dedicato solo a loro, senza il rischio che l’anniversario – il settantesimo – dell’incoronazione materna possa soverchiare quella di Charles. Un riferimento familiare però è presente: il 6 maggio 1910 il bisnonno George V divenne Re alla morte del padre Edward VII.

Il 6 maggio è anche il giorno in cui Archie, il nipotino angloamericano, compirà quattro anni; vorrà qualcosa? Non ci resta che aspettare.

Ritratti (parte seconda)

Adoro le coincidenze. Cos’altro può essere se non una coincidenza il fatto che la sera di sabato 1 ottobre viene diffusa la fotografia che ritrae insieme i nuovi Sovrani e i nuovi Principi di Galles, e un paio di giorni dopo dall’entourage dei Sussex di foto ne arrivano ben due? È una coincidenza incredibile. Oppure è incredibile che sia una coincidenza, a voi l’ardua sentenza.

Entrambe le immagini sono state scattate il 5 settembre, dunque avant le déluge, prima della morte di Her Majesty. I duchi erano a Manchester per prendere parte all’One Young World summit for youth leaders; l’autore di entrambe è il fotografo e amico Misan Harriman.

(Ph: Misan Harriman)

Nella prima foto Meghan è ripresa di fronte e Harry di tre quarti, in pratica la soluzione contraria a quella scelta da Charles Camilla William e Catherine come esaminato nel post precedente: Ritratti (parte prima). Qui è lei in primo piano, lei il punto focale, lei a rappresentare forza e determinazione (e potere); guarda in camera decisa, le gambe leggermente divaricate a trovare stabilità ed equilibrio come i soggetti di certi quadri antichi. Anche la mise scelta contribuisce ad affermare la sua potenza: un completo rosso, il colore più potente che c’è, con pantaloni e sciarpa al collo – non annodata a fiocco, ma lasciata cadere, quasi a evocare una cravatta – firmato Another Tomorrow, brand americano con la mission di creare una moda etica e sostenibile. Anche i gioielli vanno nella stessa direzione: gli orecchini e l’anello sono di Tabayer, maison di gioie che si ispirano a forme antiche, con una valenza quasi talismanica, e soprattutto realizzate (in Italia) con materiali provenienti da fonti certificate per rifiutare lo sfruttamento dei minatori. Un piccolo dettaglio: Meghan porta l’anello all’indice, che è il dito che mostra la direzione; dunque tradizionalmente indica determinazione, decisione, perfino temerarietà. Sarà un caso che molta stampa anglosassone ha sottolineato la similitudine di un’altra donna – anch’essa americana, in grado di esercitare grande potere, almeno sul proprio uomo?

Harry, come spesso accade nei loro ritratti, è in secondo piano, anche se questa volta sfoggia un sorrisetto sornione. O imbarazzato. O entrambi. C’è poi un dettaglio veramente interessante, oserei direi quasi caravaggesco. Il suo braccio sinistro è illuminato da un raggio di luce che lo trasforma in una sorta di freccia, e porta l’occhio a notare il dettaglio della mano – con fede nuziale in bella vista – che si intreccia a quella della moglie in un gesto che ormai li contraddistingue, una sorta di marchio di fabbrica del brand Sussex.

La seconda foto è completamente diversa per l’uso del bianco e nero e per la posa dei due, di profilo, mentre guardano verso il sol dell’avvenire, o più semplicemente verso il palco su cui stano per salire. Stessa occasione, stessa mise, impatto totalmente diverso.

(Ph: Misan Harriman)

Meghan è sempre in primo piano (anche per una banale questione di altezza); le mani sempre intrecciate, lo sguardo tenero e fiducioso, quasi ingenuo, un po’ stile ho visto la Madonna. Un’immagine sicuramente meno audace della precedente, ma non per questo più modesta, anzi. Mi ha fatto pensare immediatamente ai ritratti di profilo delle coppie reali, così comuni e così ricchi di storia. Probabilmente anche voi state pensando al celeberrimo doppio ritratto del Duca di Urbino e di sua moglie Battista Sforza; il dittico, realizzato da Piero della Francesca intorno al 1470 – Battista morì giovanissima nel 1472 – è esposto alla Galleria degli Uffizi (dove una visita, parafrasando un famoso film, è sempre una buona idea).

Questo tipo di ritratto si afferma nel Quattrocento e ha alcun caratteri di grande interesse. La visione di profilo intanto ha il vantaggio di mettere in ombra eventuali difetti (Federico aveva perso l’occhio destro in un torneo) ma soprattutto semplifica la espressioni e annulla le emozioni, consegnando alla persona ritratta tutta la ieraticità del potere. Prende ispirazione dalla medaglistica antica, che raffigurando il monarca di profilo, più che rappresentarne i tratti somatici lo trasformava nell’essenza del potere regale. Tutti i sovrani a capo di Paesi monarchici che compaiono ancora oggi sulle monete sono ovviamente ritratti di profilo, e spesso la stessa scelta si fa per i francobolli. Chissà, magari i Sussex si sono ispirati ai nonni.

A proposito di monete, hanno iniziato a girare gli esempi delle monete di nuovo conio con King Charles III; (alcuni anche ironici, con le orecchie che sporgono). Secondo la tradizione – che vuole che ogni sovrano mostri il profilo opposto a quello del suo predecessore – mentre Elizabeth compariva mostrando il lato destro del volto, il nuovo re mostra il lato sinistro. Proprio come Harry e Meghan.

Ritratti (parte prima)

La sera di domenica 18 settembre, prima di accogliere a Buckingham Palace sovrani e capi di stato che il giorno dopo avrebbero preso parte ai solenni funerali della defunta Queen Elizabeth II a Westminster Abbey, Chris Jackson fotografa i nuovi Sovrani e nuovi Principi di Galles, in quello che è il primo ritratto ufficiale della nuova Carolean Era, l’età di King Charles III.

(Ph: Chris Jackson)

Il Re, l’Erede e le due consorti sono naturalmente vestiti a lutto; elegantissimo Charles, as usual, un po’ impiegatizio William; da notare però l’orlo dei pantaloni di entrambi, ah se qualcuno dalle parti di Monaco prendesse ispirazione! Camilla ha riciclato l’abito in pizzo nero Fiona Claire Couture già indossato il 10 settembre per la proclamazione del marito (Le foto del giorno – ‘A livella). Anche Catherine ricicla la sua mise indossando il Beau Tie Coat di Catherine Walker, già scelto per il funerale del principe Philip (L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.) e indossato di nuovo in versione rosso Natale per il concerto di canti tradizionali a Westminster Abbey (Le foto del giorno – Together at Christmas).

(Ph: Royal Collection Trust)

Se la prospettiva dell’immagine vi sembra un po’ strana, è perché il quadro sullo sfondo non si trova alle spalle dei quattro (eviterei di usare ancora l’espressione Fab Four, che già non ha portato granché bene, e in fondo non assicurò una unione armoniosa nemmeno agli originali); li divide una scalinata e loro sono davanti alla balaustra. La fotografia infatti è stata presa sulla Minister’s Staircase, la scalinata che sale il Prime Minister per ricevere l’incarico di formare il governo. Il ritratto raffigura il futuro re George IV quando era ancora Principe di Galles, con indosso il mantello di velluto blu dell’Order of the garter, e in mano il cappello piumato.

(Ph: Royal Collection Trust)

Autore dell’opera è John Hoppner; figlio di un medico tedesco che lavorava alla corte di George II, fu incoraggiato dal suo erede George III a studiare pittura. In seguito alla morte di Joshua Reynolds, nel 1793, divenne il principale ritrattista del Principe di Galles. Non saprei dire se l’inserimento del quadro come sfondo sia casuale, tendo a pensare di no, ma è comunque interessante. George IV, che fu reggente per il padre malato dal 1811 al 1820 (se non avete mai visto il film La pazzia di Re Giorgio ve lo consiglio) è stato spesso evocato nella prospettiva che Charles potesse a sua volta assumere la reggenza per la madre. L’epoca Regency, oltre a vedere la vittoria nelle guerre napoleoniche, fu l’età di un grande sviluppo delle arti, e del riassetto urbanistico di Londra grazie alla volontà del reggente che il grande architetto e urbanista John Nash tradusse in opera; ancora oggi una delle strade più belle e importanti della capitale britannica, Regent Street, ce lo ricorda. E intervenire nell’urbanistica della Londra contemporanea è stato sempre uno dei desideri di Charles III.

Riferimenti culturali a parte, ciò che rende questo ritratto fotografico un unicum è la posa dei protagonisti. L’impianto è classico, con i due uomini ripresi frontalmente a comunicare il loro potere, mentre le signore ai due estremi racchiudono l’immagine ammorbidendola e rendendola meno rigida nell’accenno di un movimento. Poi però il Re, che tiene la mano sinistra in tasca in un gesto che gli è abituale, con la destra cinge la vita della moglie, e lei quella di lui. Questa immagine più di tante altre racconta il rapporto che c’è tra i due, e ha superato decenni dolori e disastri: Charles e Camilla sono innanzi tutto amici e complici, un tipo di legame che spesso è più forte e duraturo dell’amore. Anche la Principessa di Galles sembra allungare un braccio dietro la schiena del marito, non saprei dire se per abbracciarlo o semplicemente per appoggiare la mano sulla balaustra. Come dimostra la posizione da calciatore schierato in attesa del calcio di punizione di William, in queste occasioni non si sa mai dove mettere le mani!

A questo punto qualcuno chiederà perché mancano i Sussex. Semplice, intanto non essendo working royal non erano presenti al ricevimento prefunerale, ma soprattutto questo ritratto non rappresenta Il re e la sua famiglia ma presente e futuro della monarchia britannica. A voler essere pignoli, manca il piccolo George, ma non era certo occasione adatta a un bambino di nove anni.

Non temete però, Harry e Meghan hanno risposto alla loro maniera; stay tuned.

Un bel tacer…

Come si dice in danese “la toppa peggio del buco”?

Comunque si dica, eccone a voi un pregevole esempio. Dopo l’annuncio a sorpresa dell’imminente rimozione del titolo di principe e principessa ai figli del secondogenito Joachim, cui ha fatto seguito la reazione sdegnata della di lui prima moglie Alexandra, madre di due dei suddetti principi a scadenza; dopo l’addolorata risposta di Joachim e dell’attuale moglie Marie, madre degli altri due principi agli sgoccioli; e dopo che pure Mary, futura regina consorte, ci ha messo del suo – dimostrando ove mai ce ne fosse bisogno che correre in aiuto del più forte è uno degli sport più diffusi a ogni latitudine – Margrethe II corre ai ripari e confeziona un messaggio in cui offre la sua versione (versione italiana ottenuta con l’aiuto del traduttore).

Negli ultimi giorni ci sono state forti reazioni alla mia decisione sul futuro utilizzo dei titoli per i quattro figli del principe Joachim. Certo, mi colpisce.

La mia decisione è stata presa da tempo. Con i miei 50 anni sul trono, è naturale guardare sia indietro sia avanti. È mio dovere e mio desiderio come regina garantire che la monarchia si adegui costantemente ai tempi. A volte ciò richiede di prendere decisioni difficili, e sempre difficile sarà trovare il momento giusto.

Portare un titolo reale comporta una serie di obblighi e doveri, che in futuro riguarderanno un numero minore di membri della famiglia reale. Questo adeguamento, che considero una garanzia necessaria per il futuro della monarchia, voglio farlo decidendo io il momento opportuno.

Ho preso la mia decisione come regina, madre e nonna, ma come madre e nonna ho sottovalutato i sentimenti del mio figlio minore e della sua famiglia. L’impressione è stata grande, e mi dispiace molto.

Nessuno dovrebbe dubitare che i miei figli, nuore e nipoti sono la mia grande gioia e orgoglio. Spero che ora noi come famiglia possiamo trovare il modo per superare questa situazione e ritrovare l’armonia.

Pur comprendendo la necessità di rinnovare l’istituzione monarchica semplificandola e snellendola, nei modi e nei tempi che ciascuno ritenga più opportuni, resta il sapore sgradevole di un provvedimento il cui valore retroattivo, pur non essendo espressamente proibito dalla giurisprudenza, lascia sempre l’amaro in bocca. Sullo stupore della regina per la reazione del figlio e dei nipoti preferisco non esprimermi, mentre si può affermare senza difficoltà che lo scivolone comunicativo si piazza al vertice delle royal figuracce dell’anno. Chissà come – e se – si dice in danese “i figli so piezz’e core”.