Oggi è il primo giorno di primavera, ed è anche il compleanno della mia cagnetta, la corgi Purple, per cui lo consideriamo festivo: pronta la rubrica domenicale con le mise della scorsa settimana!
Settimana iniziata con uno degli appuntamenti più importanti del real calendario britannico, il Commonwealth Day, tradizionalmente celebrato il secondo lunedì di marzo. Quest’anno ancora più importante del solito perché è il primo del regno di King Charles III e perché accende l’attenzione su Westminster Abbey, che fra sette settimane ospiterà la solenne incoronazione del Re e di Queen Camilla.

E Camilla va sul sicuro, riciclando la mise royal blue indossata per la prima volta da sovrana alla visita ufficiale di un capo di stato estero (il presidente del Sudafrica, lo scorso novembre): abito e soprabito Fiona Clare Couture, cappello in tinta Philip Treacy, clutch Tosca in pelle nera di Launer, il fornitore preferito della defunta Regina.

Ma attenzione ai dettagli, e qui ce n’è uno notevole: Camilla ha appuntato sulla spalla la spilla con zaffiro e diamanti che abbiamo conosciuto con Queen Elizabeth. Non è la spilla dono di nozze di Albert alla moglie Queen Victoria, ma la Russian Sapphire Cluster acquistata dalla Queen Mary nel 1934, con ogni probabilità appartenuta all’Imperatrice di Russia Maria Feodorovna. La defunta sovrana la indossò relativamente spesso, la prima volta nel 2014, durante la visita a Vaticano di Papa Francesco. Ottima scelta, tutta l’importanza di un bel gioiello di famiglia senza sovrapporsi al ricordo ancora troppo presente della Regina. Chic.

Restando sul tema spilla, il giorno seguente al Commonwealth Day la regina ha visitato la Elmhurst Ballet School a Birmingham. Indossava il cappotto blu che le abbiamo visto spesso quest’anno illuminato dalla Ballerine Bouton d’or di Van Cleef & Arpels, in oro giallo con diamanti turchesi e lapislazzuli; la trovate sul sito della maison a 88500 (ottantottomilacinquecento) euro. Camilla ha una bella collezione di gioielli VC&A – tra cui il bracciale Vintage Alhambra con i quadrifogli in agata blu che indossa sempre al polso destro – studiando i suoi gioielli per un post che vi proporrò prossimamente ho scoperto che questa ballerina non è nemmeno l’unica. Chic.

Prima volta come Princess of Wales per Catherine, che decide di osare. Troppo. La sua scelta cade su un tailleur Erdem, il modello Ottoman, in anteprima dalla prossima collezione autunnale. Giacchina monopetto avvitata con baschina – in inglese questo modello si chiama peplum, anche se è difficile immaginare qualcosa di più diverso dalle eleganti tuniche della Grecia classica – su una gonna midi che a metà coscia si apre in una svasatura. Il tessuto è un crêpe di viscosa e poliestere con lavorazione jacquard, e l’unica cosa che mi è piaciuta è la fantasia al negativo che si intravedeva nella gonna mossa dal vento. In testa un ampio cappello opera di Sean Barrett, che ha disegnato molti copricapi anche per teatro film e serie tv, da Shakespeare in love a Downton Abbey. Nonostante a me piaccia, trovo che c’entri poco col tailleur ed è anche di un altro blu, che più che alla mise di lei si intona alla cravatta di lui. Almeno va d’accordo con qualcosa! Trovo poi che la linea anni ’50 non esalti la figura sottile di Catherine, e il tutto la invecchia un po’. Shock.

Venerdì 17 i Principi di Galles hanno celebrato il giorno di San Patrizio con le Irish Guards, di cui Catherine è da poco divenuta Colonel. Bypassando la tradizione che l’ha vista sempre vestita di verde, colore simbolo d’Irlanda, questa volta ha scelto una tonalità di ottanio chiaro e brillante. L’idea è interessante, la realizzazione meno. Sotto il cappellino molto vezzoso e poco militaresco (Jane Taylor) un cappottino lungo e strettissimo (Catherine Walker) che mi fa pensare al vezzo di Wallis Simpson, la quale non voleva tasche a rovinare la linea filiforme; considerando che il modello mi piace poco e il colore per niente non posso approvare, nonostante la stampa britannica si sia precipitata a sottolineare che il colore non è sbagliato perché sarebbe lo stesso del pennacchio che il reggimento porta sul colbacco di pelo. Shock.

Titolo nuovo anzi nuovissimo per Sophie, divenuta Duchess of Edinburgh solo tre giorni prima, che per il suo debutto ufficiale sceglie l’avorio. Premessa 1: le bionde in bianco stanno sempre bene; premessa 2: non amo i pillbox bianchi, mi fanno pensare alle vecchie cuffiette delle infermiere. In questo caso, contrariamente a Catherine, il cappello (Jane Taylor) è della stessa nuance del bel cappotto Proenza Schouler, che però su di lei non mi convince fino in fondo: un po’ troppo lungo e “rigido”, con le tasche molto grandi. Altra cosa che non amo i dettagli neri – i bottoni in parte nascosti, il fiocco del cappello – sul bianco, a casa mia si diceva effetto listato a lutto. Bella la borsa rigida Valextra, modello Isis. Brutta (e inutile) la spilla moderna appuntata sulla spalla, romantici gli orecchini: sono quelli che indossava alle sue nozze, dono del marito che li aveva disegnati personalmente. In sintesi, molte cose mi piacciono, altre no; dunque boh.

L’unica a non avere un titolo nuovo è anche l’unica ad avere sangue reale nelle vene: Anne, che nel 1987 ha avuto il titolo di Princess Royal e se lo terrà a vita. La adoro. Autentica regina del riciclo, Anne sfodera un cappottino che mischia il grigio al verde, abbinato a un cappello più chiaro modello trilby (che sarebbe tipo un borsalino con la tesa più stretta). Mise già vista in precedenza, sicuramente in qualche scorsa edizione delle corse di Cheltenham e se non ricordo male a una messa di Natale. Semplice, rigorosa, essenziale, sportiva insomma come è lei, col tocco della spilla circolare che ferma il bavero del colletto. L’ho già detto che la adoro? Chic.
Dopo questo profluvio di colori freddi, tra il blu il bianco e il verde, ci vuole un colpo di colore, e a correre in nostro soccorso è la solitamente austera Reina Letizia, che compiuti i cinquant’anni sta rivelando un’inattesa anima pink.

Giovedì 16 ha partecipato ad un evento dedicato alle malattie rare a Santiago de Compostela, in Galizia indossando un abito chemisier in taffetà di poliestere fucsia di Roberto Verino, in vendita a un prezzo democratico (lo trovate sul sito a 395 euro). Il fatto che il designer sia galiziano è la ciliegina sulla torta. Fucsia anche le scarpe, un paio di slingback stampa cocco di Carolina Herrera. Mi piace moltissimo, chic.

Mi convince meno il look total red sfoggiato il giorno prima con i nuovi ambasciatori del brand Spagna chiamati a diffondere le eccellenze del Paese. La Reina indossa un abito midi rosso, che è il colore nazionale, con il colletto a un fiocco, che si ama o si odia. Lady Violet lo ama, ma in questa occasione non è troppo convinta. Tra l’altro l’abito è stato acquistato nel 2021 da Poète, brand che non esiste più. Per favorire la diffusione della Spagna nel mondo non sarebbe stato meglio scegliere qualcuno ancora in attività? Boh.

Abbiamo detto fucsia? e fucsia sia. Elisabeth del Belgio, accompagnata dalla madre Mathilde ha compiuto un viaggio in Egitto sulle orme della trisavola di cui porta il nome, che appassionata di egittologia nel febbraio 1923 assistette all’apertura della tomba di Thutankhamon. Madre e figlia hanno dato la preferenza ad abiti pratici e semplici, ma per l’inaugurazione della mostra dedicata all’avventura archeologica della defunta sovrana hanno scelto qualcosa di più glam. Per Elisabeth un completo Emporio Armani composto da giacchina e pantaloni in cady tecnico, più grandi orecchini dello stesso colore e dello stesso brand. Il modello della blusa, che riprende l’idea dei cape dress materni mi impensierisce un poco, ma voglio fare un atto di fede. Deliziosa Mathilde con un grazioso abito in sangallo avorio firmato Natan che ogni tanto – piuttosto raramente – indovina la creazione di una mise. Chic+chic.

Per un finale col botto ci vuole Máxima; sorridente come sempre, più spettinata del solito, visita la ROSE Academy all’Aja. Completo pantaloni Joseph in un colore tra l’arancione e il ruggine, stivaletti Gianvito Rossi in un marrone bronzato, orecchini con pietre multicolori, probabilmente un regalo per i 48 anni. E in mano una mini borsa sfrangiata di rafia. A marzo. Con completo di lana. No dai. Shock.
Cara Lady Violet,
Non ho più commentato perché mi sembra che la scomparsa dei commenti dai suoi articoli, che leggevo con piacere, sia conseguenza di un problema tecnico, tuttavia aspetto sempre con interesse di leggerla. Questa volta però le scrivo perché devo esprimere un dissenso sul suo
giudizio severo riguardo alla mise della principessa di Galles alla giornata del Commonwealth: a me è piaciuta molto. Trovo che il peplum o baschina sia adatto alla figura di Catherine che, se ha un difetto, è quello dei fianchi assai poco marcati rispetto alla vita e mi piace particolarmente l’aria retro anni ‘50 così femminile. Forse perché mi ricorda mia mamma quando si vestiva « elegante » e usciva in una nuvola di Mitsouko! Catherine stava molto meglio che non con gli eterni cappotti stretti, che però sono sempre assai ben tagliati su misura.
Anche qui ci sarebbe da discutere: scegliere di vestirsi in modo, se non sempre, spesso , assai simile è una buona o una troppo facile scelta per chi svolge un ruolo pubblico, per cui l’essere visibile e facilmente riconoscibile è una forma di rispetto per chi viene anche e soprattutto per vederti? Lasciando perdere gli eccessi della regina Maxima, meglio la voglia di sperimentare (e stupire) della reina Letizia, con i suoi alti e bassi, o la tradizione e la sartorialità della principessa di Galles? Sarebbe bello aprire un dibattito!
In ogni caso grazie per il suo lavoro, lady Violet, e continui per favore a rallegrare le sue lettrici con quella frivolezza intelligente e colta che è un balsamo in questi tempi difficili. Nicoletta
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Cara Nicoletta, che gioia leggere questo commento. Il problema con la piattaforma è esattamente questo, wordpress invia aggiornamenti non attesi e nemmeno voluti, che a volte mi danno dei problemi. Ho capito che se non rispondo presto poi non sempre riesco a recuperare i commenti, magari sono io stessa inavvertitamente a farli sparire, probabilmente non capisco al volo il cambiamento e sbaglio. Mi dispiace! Venendo al post, partiamo dal fondo, il cappottino per la parata di St Patrick; premetto che quello è proprio un colore che detesto, per cui non riesco ad essere obiettiva. Nello specifico, sono sempre dei capi couture, per cui la manifattura è impeccabile ma in questo caso il cappotto oltre ad essere molto stretto ha una lunghezza strana: troppo per essere midi e troppo poco per essere lungo; e trovo la mise un po’ troppo vezzosa per un impegno militare. Catherine non è obbligata a indossare particolari colori ma secondo me fa bene a sceglierli brillanti; poi penso banalmente che con talmente tanti impegni e tante mise alla fine qualcuna meno efficace c’è per forza. Quanto al tailleur, il modello a me piace molto ma non mi convince su di lei. O meglio, è proprio questo abito a non convincermi, ho visto il video dell’arrivo a Westminster e la gonna si muoveva in modo strano, forse anche se perché c’era un gran vento. Però una nuvola di Mitsouko ci sarebbe stata a perfezione. Le altre royal ladies sono fonte di continua ispirazione, in questa fase preferisco Letizia, mi sembra che stia innovando più di Maxima, chissà cosa ci riservano ancora! Grazie per il commento, spero di riuscire a scambiarci ancora tanti pareri.
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Auguri a Miss Purple! Il completo di Catherine non mi dispiace troppo ma avrei preferito un colore chiaro a fiorellini blu e non il contrario. Secondo me avrebbe fatto tutto un altro effetto, anche con quel cappello. Amo il colore del cappottino ottanio e i dettagli sulle spalle, non la linea filiforme. Molto interessanti le spille di Camilla, non vedo l’ora di leggere il post a loro dedicato! Anche se preferisco di gran lunga la spilla con zaffiro alla ballerina è sempre affascinante scoprire i gioielli che portano e la loro storia.
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Grazie da Purple! I gioielli di Camilla sono molto interessanti, la ricerca è un po’ complessa perché naturalmente, contrariamente alla suocera, molti sono personali, anche legati alle fasi precedenti della sua vita, ma ci proviamo! Rispetto alle mise di Catherine, a parte il gusto personale che uso solo per alleggerire i commenti, sono sempre più convinta che l’eleganza sia determinata in gran parte dall’armonia dei volumi, indipendentemente dalla struttura fisica. In questo caso non mi convince nessuno dei due: in movimento il tailleur faceva uno strano effetto, forse anche perché c’era tanto vento. Vedremo le prossime settimane, sono curiosissima.
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Buongiorno a tutte,
io invece sono pienamente daccordo con Lady Violet sia per quanto riguarda il tailleur, che su Catherine faceva un effetto “strano”, sia per quanto riguarda il cappotto ottanio, che metteva in evidenza le spalle un po’ larghe.
Per quanto riguarda i colori , se seguiamo la teoria dell’armocromia Catherine è una “estate profonda”. Quindi su di lei stanno bene solo i colori freddi, chiari e poco intensi. I colori scuri per lei vanno “dosati” con parsimonia (il tailleur per me era nell’insieme troppo scuro, senza considerare il cappello di un blu diverso, mentre il cappotto era di un colore troppo saturo per lei e, forse, perchè le foto possono ingannare, non era di un colore freddo, ma tendente al caldo, tendente al turchese).
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Grazie del tuo intervento Simona, ti confesso di conoscere pochissimo le regole dell’armocromia, e come hai ricordato anche tu non possiamo essere sicuri dell’esatta sfumatura dei colori, ma quello che noi osserviamo nelle nostre chiacchiere è un po’ tutto l’insieme, e in questo caso tu e io abbiamo avuto le stesse impressioni. Poi io detesto il turchese, ma questo non fa testo!
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