Royal chic shock e boh – Festa! (parte seconda)

Mi scuseranno i gentili lettori se pubblico questo post con notevole ritardo, ma quest’anno ha deciso di continuare a darmi problemi fino alla fine. Se volete fare un ripasso, la prima parte la trovate qui: Royal chic shock e boh – Festa! (parte prima)

Visita ufficiale del Qatar nel Regno Unito

E mi scuseranno le due gentili signore, se considero che la star della foto – scattata il 3 dicembre allo state banquet offerto da King Charles e Queen Camilla agli ospiti qatarioti in visita ufficiale – sia quella spada, la cosiddetta Spada del Fondatore, che l’emiro ha donato al re come segno di grande stima e rispetto (e alzi la mano chi non ha pensato a Mattarella nella stessa situazione).

Se Camilla ripropone l’abito in velluto rosso di Fiona Clare già usato – e da noi apprezzato – l’anno scorso per lo state banquet in onore del presidente sudcoreano (Royal chic shock e boh – South Korea in UK) abbinandolo ai diamanti della Queen Alexandra’s Kokoshnik Tiara, la sceicca Jawaher indossa una creazione di Jean Paul Gaultier: un raffinato abito completato da una cappa in velluto: tradizione rispettata e effetto glam assicurato. Curiosamente, almeno per me, la sceicca non indossa alcun diadema, per il resto, superchic.

In blu la Duchessa di Edimburgo, con un abito di Suzannah London adattato per lei (il modello originale non prevede le maniche) abbinato a uno dei diademi con acquamarina della collezione reale. Non mi convince per niente, boh.

Fedele al suo stile la Princess Royal, che ricicla da chissà quale armadio – e quale decennio – quello che sembra un due pezzi in tessuto damascato. Io la adoro ma questa volta è un vero disastro, quelle maniche danno il mal di mare. Sorry, shock.

Lei è forse, anzi senza dubbio, la mia preferita: la Duchessa di Gloucester sceglie abito bianco semplice e con una bella linea, aplomb giusto e una favolosa parure di smeraldi. Chic.

Visita di stato dell’Oman in Belgio

Negli stessi giorni un altro sovrano orientale era in visita in Europa: il sultano dell’Oman è stato ospite di Philippe e Mathilde dei Belgi. Per lo state banquet la Reine ha sfoggiato una nuova creazione Natan, un abito blu dalla linea dritta con un coprispalle di paillettes che arriva alle caviglie. Non mi fa impazzire, ma mi sembra una buona soluzione per indossare le insegne dell’Ordine civile dell’Oman appena ricevute. Ottima la scelta della piccola tiara Wolfers per non appesantire una mise già così sbrilluccicante. Chic, ma meno dell’affascinante sultano.

Il giorno seguente i padroni di casa hanno accompagnato l’augusto ospite alla Queen Elisabeth Music Chapel; non è un giorno qualunque, ma quello in cui Philippe e Mathilde hanno festeggiato le nozze d’argento e lady Violet pensa sia proprio questa la ragione per cui la Reine si è vestita di bianco, scegliendo il tailleur Dior indossato anche per la recente visita papale. Alle orecchie di Mathilde brillano gli orecchini in perle e diamanti dono di nozze dei suoceri, e indossati nel grande giorno (A Royal Calendar – Philippe e Mathilde, due cuori e un abito). Una scelta un po’ zuccherosa ma romantica, che però non mi sembra la valorizzi troppo. Boh.

Visita di stato dell’Egitto in Danimarca

Un paio di giorni più tardi è stata la volta del presidente egiziano in Danimarca. Al Sisi non è un sovrano ma come se fosse. Personaggio ambiguo come pochi, Lady Violet non sarebbe per nulla lieta di incontrarlo, ma naturalmente i doveri di stato prescindono dal gradimento personale. Per accogliere l’ospite la regina Mary ha proposto un interessante abbinamento tra il verde del cappotto modello Finchley del brand inglese The Fold e il grigio del resto della sua mise: dal bandeaux fermacapelli di Susanne Juul, all’abito che intravvede sotto il cappotto, alle scarpe in suede Gianvito Rossi, alla clutch. Molto Mary, molto chic.

Sorpresa! Lo stesso cappotto è stato indossato qualche giorno fa da Zara Tindall il giorno di Natale a Sandringham, e se non erro ne ha anche un altro in blu. Beatrice di York ne ha uno color cammello e Pippa Middleton lo ha in verde, uguale a quello di Mary. Un modello regale, senza dubbio.

Torniamo a Copenaghen, lo state banquet è stata l’occasione di battezzare il nuovo diadema della sovrana, il Rosenstensdiademet, creato con le rosette di diamanti che in origine costituivano una cintura appartenuta a Charlotte Amalia, figlia di re Frederik IV (siamo nella prima metà dell’Ottocento). Immagino che l’ispirazione si stata la favolosa tiara con la rivière di diamanti che fa parte del forziere olandese, e Máxima sfoggia spesso e volentieri. L’effetto però non è lo stesso, e se vi dicessi che mi fa impazzire mentirei. In questa occasione Mary sembra rigida, tirata, e non l’aiutano né la pettinatura così severa né l’abito da sera, indossato parecchi anni fa con miglior fortuna. Insomma, boh.

A impressionarmi positivamente è stata invece la cognata Marie, che ha partecipato alla serata da sola, senza il marito Joachim. Se l’abito vi sembra familiare avete ragione; è il famoso modello di Jenny Packham che compare in verde (Le foto del giorno – Royal Variety Performance) e in rosa cipria (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet) nel guardaroba della principessa di Galles, e sempre in rosa la regina Mary ha indossato nelle fotografie che celebravano i suoi cinquant’anni (Mary, fifty&fabulous). Il dettaglio che farà impazzire le appassionate – tra cui Lady Violet – è la spilla usata per fermare la fascia dell’egiziano Ordine delle virtù: nonostante l’aspetto prezioso si tratta di un raffinato esemplare di bigiotteria americana, della celebre e celebrata maison Trifari. Veramente chic!

Attenzione, non abbiamo ancora finito, stay tuned!

Royal chic shock e boh – Royal November

Tra i royal appuntamenti più importanti di novembre, oltre al compleanno di King Charles, c’è senza dubbio la festa nazionale del Principato di Monaco, e noi da qui partiamo.

Tradizione vorrebbe che il giorno della Fête Nationale combaciasse con l’onomastico del Principe, e per i 55 anni abbondanti del regno di Rainier III la celebrazione è avvenuta il 19 novembre, festa (insieme al 17 giugno) di San Ranieri. Alla morte del vecchio sovrano il successore, Albert, avrebbe dovuto anticipare di qualche giorno, dato che il 15 novembre si celebra Sant’Alberto Magno, ma il nuovo monarca ha mantenuto la vecchia data, come omaggio al padre e al patrono della dinastia, che è appunto Ranieri. Martedì 19 dunque il Principato si è vestito a festa, e le strade imbandierare della rocca hanno accolto la Famille Princière quasi al completo. A partire dalla principessa consorte, la bionda Charlène, in completo pantaloni lilla di Vuitton.

La giacca asimmetrica è interessante, con una bella linea scolpita, ma tira un po’ sul punto vita; i pantaloni mi piacciono meno e mi sembra che l’orlo della gamba destra sia più lungo. Pesante l’abbinamento con gli accessori neri – borsa e scarpe dal tacco spesso, tutto Vuitton – terrificanti le calze nere. Tutto l’insieme non mi convince affatto: inadatto all’occasione e troppo rigido. Lei è piuttosto goffa e poco disinvolta, probabilmente anche perché molto timida, e inguainata in questo genere di mise mi fa pensare a un soldatino di legno, compreso il fascinator con doppia piuma; insomma, qualche amica toscana direbbe che tutto l’insieme è pissero, per me è semplicemente shock. E so che qualcuna salverebbe i gradi orecchini di brillanti; li salverei anch’io, ma mai e poi mai li indosserei di mattina!

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

Deliziosa Gabriella in cappottino azzurro cielo Dior; personalmente non amo i bambini in abiti firmati, ma lei è molto graziosa, e il broncio mostrato in più occasioni durante la giornata le restituisce appieno la natura di bambina, e pure simpatica.

(Ph: Niviere David/ABACAPRESS.COM)

Sceglie Dior anche la zia Stéphanie, con un cappottino che abbina il nero al blu. So che molti inorridiscono alla semplice idea, ma io stavolta la trovo elegante come non si vedeva da tanto; mi piace la semplicità e l’assenza di effetti speciali, limitati al tatuaggio che spunta dalle slingback Prada. Assolutamente chic. Da molto Stéphanie non porta cappelli, e tutto sommato guardando oggi la sorella maggiore Caroline non so darle torto. La primogenita di Grace è in total Chanel ma sarà per il troppo nero, sarà per i capelli acconciati male sotto quel fascinator, che invecchia come poche cose al mondo, ma l’effetto finale non è entusiasmante. Peccato perché l’abito che si intravvede dal cappottino, in pizzo tridimensionale, è bellissimo, lei è sempre chic ma stavolta non mi sembra assai sotto tono. Boh.

(Ph: Stephane Cardinale-Corbis/Getty Images)

Grande attenzione per la mise della figlia minore di Caroline, Alexandra di Hannover, che ha tirato fuori da un’armadio di famiglia un tailleur, probabile creazione del divino Balenciaga, appartenuto a nonna Grace. Elegantissima sia lei sia l’operazione, in una parola meravigliosa; talmente tanto da distogliere l’attenzione sull’orlo dei pantaloni del cugino Louis Ducruet, che fa sembrare un dilettante anche zio Albert. Brava Alexandra, très chic.

La sorella Charlotte Casiraghi è global ambassador Chanel, ed è naturalmente vestita dalla maison. Accompagnata dai due bei figli Raphaël e Balthazar – che pur avendo padri diversi si somigliano molto e hanno lo stesso modello di orecchie – la fanciulla indossa un cappottino di tweed in quella tonalità di azzurro che è uno dei trend di stagione, abbinato ad accessori neri che in questo caso fanno effetto colour block. Lei mi piace praticamente sempre; in particolare in questo caso mi sembra tanto francese, e mi ricorda attrici e cantanti degli anni ’60 e ’70 come Françoise Hardy o Catherine Spaak, sarà per le gambe in mostra o le scarpine Mary Jane Chanel? Chic.

Capitolo cognate: numero 1)Tatiana Santo Domingo, moglie di Andrea Casiraghi; la apprezzo sempre di più, trovo che vada definendo sempre meglio il suo stile. Per l’occasione ha scelto un completo Dolce&Gabbana con giacchina avvitata e gonna midi in tssuto pied-de-coq, che sarebbe il pied-de-poule ma più grande. Attenzione al dettaglio: i capelli legati con un foulard e soprattutto il pullover dolcevita al posto della camicia. Impeccabile, informata. chic.

Cognata numero 2) la nostra Beatrice Borromeo, consorte di Pierre Casiraghi. Come Tatiana, compare quasi sempre semicoperta dai figli, per cui ho scelto questa tenerissima foto col secondogenito Francesco che si gode una carezza del padre (che sotto il tight porta i mocassini, lo sciagurato!). Beatrice è per Dior ciò che Charlotte è per Chanel, per cui la sua mise arriva direttamente, e per intero, dalla maison: tailleur grigio con giacca dal collo alla coreana e gonna midi plissé. Neri gli accessori: dall’adorabile fascinator a forma di goccia con veletta, alle décolleté, alla borsa, la Small Lady Dior Joy. Strachic (lei, lui tra scarpe inadatte barba lunga e cravatta allentata sembra reduce da una notte di bisboccia, come suo fratello).

Questa volta il ruolo delle sorellastre tocca alle figlie di Stéphanie, Camille e Pauline. La prima ha un bel cappotto verde (Tara Jarmon) perfetto per andare in ufficio, l’altra ha scelto Miu Miu: abito stropicciato ad arte in satin color crema sotto il cappotto grigio fumo, veramente troppo over. Anche l’over è un trend di stagione, ma non per un’occasione di questa formalità. Boh+boh, ma molto carine.

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

La giornata si è conclusa con un gala al Grimaldi Forum, dove la Famille Princière ha assistito a una rappresentazione della Bohème di Puccini (di cui quest’anno è il centenario della morte). Partendo da sinistra: Tatiana in abito di velluto verde a balze del suo brand Muzungu Sister; sarà che mi ricorda quello che avevo da bambina, ovviamente corto e con le balze solo accennate, a me piace, chic. Charlène è in blu, ancora Vuitton; non mi fa impazzire, soprattutto con i capelli pettinati così, ma sicuramente chic. Blu anche per Caroline, in un classico Jenny Packham tutto paillettes, e il tocco ultramoderno della clutch Bottega Veneta nera compresa la metalleria, chic anche lei. La figlia minore Alexandra si butta sul colore star della stagione, il bordeaux e sceglie uno scenografico abito di Giambattista Valli col piccolo corpino cosparso di volant. Lo adoro, chic. Chiude il gruppo Beatrice, anche questa volta in Dior, con un sontuoso abito in velluto nero con ricamo al collo. La fotografia non rende, ma è veramente superchic. A questo punto mi sorge una riflessione: per la festa di quest’anno, tranne qualche eccezione, i Grimaldi si sono sicuramente mostrati al loro meglio; perché dunque non li trovo mai convincenti fino in fondo? Secondo me perché hanno perso smalto, e sembrano un po’ dei sopravvissuti. Probabilmente il mio giudizio è condizionato dal ricordare bene il sublime glamour che Grace aveva portato in dote al Principato, ma morta lei è iniziato un lento declino, forse anche perché molte manifestazioni sono rimaste le stesse senza avere la forza della storia né del simbolo, e sono dunque solo anacronistiche. Per tacere del povero Albert, che costretto a indossare la poco marziale uniforme dei Carabiniers non ha l’autorevolezza paterna. Parlavo qualche giorno fa con un’amica di Lady Violet, e convenivamo sul fatto che la vita mondana monegasca ormai oscilli tra il memoriale e la sagra di paese.

Parlavamo di storia ed ecco qui, la famiglia reale britannica. Martedì sera, mentre i Grimaldi assistevano alla Bohème, a Buckingham Palace i Windsor ricevevano il Corpo Diplomatico accreditato a Londra per l’annuale ricevimento. C’era il re, nelle sua veste di capo dell’Order of the garter, con giarrettiera d’ordinanza allacciata al polpaccio sinistro, c’era il Principe di Galles in frac, e c’era la regina in una sinfonia di blu. Camilla ha scelto un abito in velluto operato di Fiona Clare come base per la fascia azzurra dell’Order of the garter, il Royal family order del marito (La foto del giorno – L’ordine di Carlo) col ritratto di Charles sostenuto da un fiocco celeste chiaro, e la tiara con le cinque acquamarine vista in precedenza sulla cognata Sophie. Personalmente non amo troppo gli azzurri, men che meno l’acquamarina, ma che le vogliamo dire se non chic?

Finale col botto, perché una mise del genere non può passare sotto silenzio. Il 12 novembre, impegnata in una serie di incontri ad Amman l’associazione delle donne impegnate nelle professioni e nel business, Rania si è presentata nella sua personale versione degli anni ’80: giacca corta Sportmax, leggings (ma all’epoca si chiamavano fuseaux) con la staffa portata sopra le scarpe dal tacco altissimo, e il nuovo secchiello Kalimero di Bottega Veneta. Sarà la nonnitudine che le ha dato un nuovo sprint? Comunque spaziale!

The C Day

Doveva essere il giorno di Charles, è stato il giorno di Catherine. E non credo che a lui si dispiaciuto, per l’affetto sincero che nutre per la nuora e, fatemelo dire, per la sua generosità. Il tempo non è stato favorevole – l’iniziale pioggerella si è trasformata in un diluvio – ma insomma, anche oggi la squadra ha portato a casa il risultato.

Per la prima uscita pubblica in sei mesi Catherine si gioca la carta My Fair Lady con quello che sembra proprio il riadattamento di un abito di Jenny Packham indossato lo scorso anno, cui è stato aggiunto un fiocco a righe e sostituita la cintura. Il rimando alla mise indossata nella scena delle corse di Ascot dalla filiforme Audrey finisce col sublimare la magrezza della principessa, la cui forma immagino sia stata scrutata da molti se non da tutti (da Lady Violet sicuro). Alle orecchie orecchini di perle, mentre sulla spalla sinistra brilla il badge delle Irish Guards, di cui è Colonnello onorario.

Se la domanda del giorno è come sta Catherine qual è la risposta? Tutto considerato io l’ho trovata abbastanza bene; sicuramente dimagrita ma non scheletrica – tenendo presente quanto fosse già sottile – bellissimo il viso spesso acceso da un sorriso.

(Ph: Getty Images)

La principessa ha partecipato alla parata a bordo di una carrozza chiusa, insieme ai tre figli. La loro era preceduta dalla carrozza su cui si trovavano i sovrani; Charles emozionato, un po’ pallido ma determinato, Camilla come sempre equilibrata e attenta.

(Ph: PA)

Per questa giornata particolare la regina compie un piccolo capolavoro: è impeccabile ma leggermente sottotono, lasciando così alla nuora il primo piano. Lo fa anche con la sua mise, composta da abito e soprabito in un chiarissimo color menta con cappello panna, opera del fido Philip Treacy, che firma anche quello nuovo e bellissimo di Catherine.

L’utilizzo di una carrozza chiusa è stata probabilmente dettata dal meteo, ma dati i problemi di salute del sovrano appariva scontata prima ancora di essere annunciata la scelta di non passare in rassegna a cavallo le truppe. Come invece hanno fatto William, Edward – che ha rischiato di affogare nel colbacco – e l’immarcescibile Anne, che si è presa tutta l’acqua senza fare un plissé, e sembra aver ereditato la fibra forte dei genitori.

A bordo di un landò con la cappotta alzata erano la Duchessa di Edimburgo con la figlia Louise e il Duca di Kent. Sophie deliziosamente vestita di giallo limone con un abito Beulah London, cappellino Jane Taylor e grandi orecchini. L’adorabile Louise ha riproposto l’abito indossato all’incoronazione dello zio (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima) completandolo con un cappello prestatole dalla madre. Su un altro landò gli stacanovisti Duchi di Gloucester con l’ammiraglio Tim Laurence, che svolge con sobria eleganza il ruolo di marito di (nel suo caso, della Princess Royal).

Il saluto dal balcone è sempre un momento di allegra commozione e nemmeno questa volta ha fatto eccezione; certo, noi abituati a vedere una folla di parentame vario oggi siamo rimasti piuttosto intristiti dalle tante assenze. In compenso Catherine ha brillato come non mai, interagendo spesso e con grande calore con i figli, che sono sembrati a volte un po’ disorientati.

Parliamo dei due maggiori, naturalmente, perché Louis non si è smentito: molto interessato alle finestre di Palazzo ha testato le sue doti muscolari e le competenze tecniche.

Lady Violet confessa: dopo aver seguito due ore e mezza di cerimonia, sul canale yotube della Royal Family e dunque senza commenti, si è sentita particolarmente vicina al piccolo di casa Wales.

Tirando le somme direi che oggi è andata bene, meglio di quanto mi aspettassi. Ora speriamo di vedere Catherine (e il Re) in forma sempre migliore. E speriamo che l’anno prossimo all’adorabile Charlotte sia finalmente risparmiata la versione marinaretta.

Royal chic shock e boh – Quanti stili!

Ladies in red

(Ph: Marc Piasecki)

Lo scorso weekend il Principato di Monaco ha ospitato il GP di Formula 1, finito in gloria col trionfo dell’eroe locale, il ferrarista monegasco Charles Leclerc, che ha fatto commuovere pure il sovrano. In serata la tradizionale cena di gala, dove Charlène si è presentata in rosso; omaggio alla Ferrari? L’abito Vuitton – come la come la minaudière che ha in mano – mixa un tubino con maniche lunghe che lascia le spalle abbondantemente scoperte da un ampio scollo, da cui parte un inserto pietrificato. L’effetto finale è evidenziare l’ampiezza delle spalle da nuotatrice togliendo un po’ di respiro al collo. Io continuo a pensare che la princesse abbia un problema con i volumi, e solo Armani – autore del suo abito da sposa e poi misteriosamente scomparso – riuscisse a valorizzarne il fisico sportivo. Comunque contenta lei contenti tutti, per me boh.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Alla serata di gala c’erano anche i Duchi di Castro con le due figlie, che ormai sono grandi e devono socializzare. D’altronde Carlo e Camilla (questi, i Borbone Due Sicilie, non gli omonimi british) nel Principato non solo hanno una residenza, ma ci si sono anche sposati, col principe Albert come testimone. Mentre le due figliuole preferiscono la sicurezza del nero e del cipria la biondissima Camilla, neé Crociani, non rinuncia al rosso.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Con tanto di spalla scesa, che è proprio il modello dell’abito. Io impazzirei per il fastidio, ma lei non fa un plissé, con l’eccezione dell’intrico di boccoli. Al di là di ogni categoria (e comunque secondo me con la sua barbietudine ci gioca parecchio, e io mi ci diverto assai).

(Ph: Manuele Mangiarotti/IPA-AGENCY.NET)

Non escludo che fosse davvero un sostegno a Leclerc e alla Ferrari la mise di Alexandra von Hannover, figlia minore di Caroline avuta dal terzo marito Ernst August, con un prendisole scarlatto semplice e leggero del brand americano Sandy Liang. Attenzione ai dettagli, dagli occhiali anni ’60 (Celine) alle scarpine The Row (brand fondato dalle gemelle Olsen) praticamente introvabili e oggetto del desiderio di molte comuni mortali, con cui Alexandra ha in comune solo la mortalità. Chic.

Da lunedì 27 a sabato 1 giugno si sono tenute a Bruxelles le finali dedicate al violino nell’ambito del Concours Reine Elisabeth. Alla serata inaugurale hanno partecipato entrambi i sovrani, e la regina Mathilde ha indossato un abito ricoperto di paillettes di Jenny Packham un po’ eccessivo accanto al sobrio completo blu del re. Vi devo dire la verità, questi abiti paillettati iniziano a stancarmi, però questo non è male, bella la linea e bellissimo il colore. Chic.

Altra serata altro vestito; Mathilde non lascia ma raddoppia e sceglie di nuovo il rosso, in questo caso una tonalità corallo. L’abito monospalla di Costarellos è caratterizzato da un’ampia manica a sbuffo. Fotografie a figura intera non ne ho trovate e sono pronta a rivedere il mio pensiero in qualunque momento, ma visto così lo trovo terribile. Shock.

Optical

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Cambiamo decisamente registro ed esaminiamo qualche mise in fantasia optical, che a me piace sempre. Torniamo a Monaco, per la gara Beatrice Borromeo, ha scelto un total look Dior e noi non siamo sorpresi. Molto bello l’abito pied-de-poule la cui dimensione aumenta scendendo verso l’orlo, completato da ballerine, borsa (la Lady D-Joy Micro Bag) e gli indispensabili occhiali da sole. Très chic.

(Ph: Jean-François Ottonello/Monaco-Matin)

Il giorno prima della gara Charlène ha accompagnato il marito per una serie di impegni, tra cui ringraziare il personale di Croce Rossa che presta servizio durante tutto il lungo fine settimana. Per farlo sceglie un completo dell’amato Akris in jersey a righe. L’idea non è male, ma la linea dei pantaloni non mi convince, e pure la cintura mi perplime; avrei scelto anche scarpe più sportive invece di queste, le slingback Ascent 100 di Gianvito Rossi. Un grande boh.

Di lei parlo poco ma mi piace parecchio: Laurentien dei Paesi Bassi – moglie del principe Constantijn, il minore dei tre figli della ex sovrana Beatrix – il 25 maggio ha compiuto 58 anni e la casa reale l’ha festeggiata con questo bel ritratto. Una donna intelligente equilibrata e consapevole, con un tocco di eccentricità a sottolinearne la personalità. La mise è un po’ così, ma in questo caso passa decisamente in secondo piano. Boh, ma tanti auguri.

Geometrie

La frattura al piede ha dato alla Reina Letizia l’alibi per togliersi (definitivamente?) i tacchi, già ridotti rispetto a quelli altissimi che indossava nei primi anni di matrimonio, nel vano tentativo di bilanciare il 1.97 del consorte. Questa settimana per partecipare a Solo de ciencia – certame di monologhi in lingua spagnola con l’obiettivo di migliorare la comunicazione scientifica – sopra gli amati pantaloni bianchi piazza una blusa di Adolfo Dominguez in un color giallo paglierino (anche se in questo caso sarebbe più opportuno definirla giallo Isabella) con svolazzanti pannelli bianchi. Ma perché? Boh.

Sabato 25 la Giordania ha festeggiato i 78 anni di indipendenza; il 25 maggio 1946 diventò infatti uno stato autonomo dal controllo britannico. Per l’importante celebrazione Rania ha scelto un abito color prugna di Solace London, praticamente l’evoluzione del cape dress, dato che qui la mantella copre una spalla sola per poi arrivare fino a terra. Sarà la solennità dell’occasione, sarà l’indubbia classe della signora che lo indossa, ma mi piace moltissimo, e la cintura etnica è il tocco perfetto. L’unica cosa che non mi convince è la borsa, che non si abbina neanche particolarmente alle scarpe color bronzo (Manolo Blahnik). Superchic.

E per finire…

Col post ci entra poco, ma mi è piaciuta tanto e ve la propongo. Venerdì Queen Camilla ha accompagnato il re alle corse di Epsom; per l’occasione ha indossato un tailleur azzurro di Bruce Oldfield sotto il trench – supertrend di questa stagione e anche delle prossime – il nastro del cappello di Philip Treacy riprende il colore della mise e la borsa di Charlotte Elizabeth, in una tonalità più scura, completa il tutto. Devo dire che nonostante io non ami particolarmente l’azzurro questo abbinamento col beige mi piace molto. Chic.

Royal chic shock e boh – Green for St.Patrick

Oggi è il 17 marzo, giorno in cui si festeggia San Patrizio, evangelizzatore e patrono d’Irlanda; auguri a tutti coloro che portano questo bel nome. È una giornata di festa per molti paesi anglofoni, compreso il Regno Unito, i cui legami con l’Isola Verde sono strettissimi. Negli anni scorsi ci siamo abituati a vedere William e Catherine – prima come Duchi di Cambridge, poi come Principi di Galles – impegnati nelle celebrazioni essendo entrambi Colonnelli onorari del reggimento delle Irish Guards (prima lo era solo lui, che il giorno del matrimonio con lei ha indossato la classica giubba rossa del reggimento). Siccome quest’anno, come sappiamo, la situazione è diversa, ho pensato di proporvi una carrellata di royal ladies in green. L’idea me l’ha data The Princess Royal, che qualche giorno fa ha partecipato alle corse di Cheltenham di verde vestita.

Cappotto doppio petto di tweed – ovviamente già indossato e ovviamente no-logo – con profili in velluto verde bosco ripreso nella fascia che decora il cappello di feltro in tinta. Stivali, borsa e guanti neri, e pedalare. Foulard al collo come molte signore della sua età, e il tocco unico di una delle sue spille preferite; la indossa spesso, e praticamente sempre quando assiste a una competizione equestre. La spilla a forma di cavallo è apparsa negli anni ’80, gioiello perfetto per una amazzone di classe come lei, primo membro della Royal Family a prendere parte a un’Olimpiade (quella di Montreal nel 1976). La adoro, chic.

(Ph: Adam Davy – PA Images/Getty Images)

Come lei solo la figlia Zara, nella squadra olimpica britannica a Londra, 2012, dove vinse una medaglia d’argento. Anche Zara nei giorni scorsi era a Cheltenham, e anche lei ha scelto il verde; solo un tocco, ma che colore! Sul cappotto a spina di pesce di LK Bennett Zara ha piazzato un cappellino di Juliette Millinery in un verde quasi fluo. Chic, come la cugina Beatrice, che però è in cammello e quindi qui non conta, accompagnata dal marito Edo in stile Peaky Blinders.

Anche the Queen Consort è comparsa alla corse di Cheltenham, ugualmente in verde con un cappotto in loden; ma prima di parlare di Camilla fermiamoci un attimo, e ricordiamo LEI.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Che nel giorno che chiudeva le celebrazioni per il suo Platinum Jubilee si affacciò un po’ a sorpresa a Buckingham Palace. Era il 6 giugno 2022, le restavano tre mesi di vita. Allora naturalmente non lo sapevamo, ma in molti abbiamo avuto l’impressione che quello fosse il suo saluto. The Queen indossava una mise di un bel verde brillante, ma l’attenzione fu attratta dal tocco di nero sul cappello: una mourning pin, una spilla da lutto, in ricordo dell’adorato marito, scomparso da poco più di un anno. Qualche mese prima Prince Philip era stato ricordato a Westminster Abbey, e lei (come la figlia e la nuora Camilla) aveva scelto di vestirsi di verde; una tonalità scura, il cosiddetto Edinburgh Green, il colore di lui (The final farewell). Anche se la tonalità è diversa, possiamo pensare che la scelta del verde per l’ultima uscita sul balcone sia stato un caso? Eternamente chic.

Verde scuro, verde chiaro, verde loden, verde smeraldo, verde salvia, verde menta; essendo un colore composto (dall’unione di blu e giallo) il verde ha una marea di sfumature diverse, e su Camilla le abbiamo viste quasi tutte. Per questa rassegna ho scelto una mise che mi pare non avevamo esaminato in precedenza, indossata per la serata dei Foreign Press Association Awards, lo scorso novembre, e replicata lo scorso 14 febbraio (The Queen Valentine): un abito verde bottiglia in velluto riccio di ME+EM. Interessante il tessuto, non male il modello, incomprensibile la lunghezza, incerti gli accessori: scarpe e calze nere, borsetta blu. In una parola, boh.

Ed ecco Catherine, solitamente protagonista di questa giornata e al momento protagonista del periodo per ragioni diciamo controverse. Nel febbraio del 2018 arrivò così alla premiazione dei BAFTA, e anche in quel caso ci fu qualche polemica. Incinta del terzo figlio Louis, la allora Duchessa di Cambridge indossava un abito in seta verde scuro di Jenny Packham, con scollo incrociato che scende a definire le brevi maniche. Accessori neri, ma chi li guarda con quella parure di smeraldi? L’argomento del contendere fu che Catherine aveva ignorato il dress code richiesto per la serata, che era il total black. Eravamo in pieno #metoo e la serata, densa di personalità dello spettacolo, voleva mandare il suo messaggio aderendo alla proposta del movimento Time’s Up, contro gli abusi sessuali sul posto di lavoro. Perché dunque la duchessa aveva scelto altro? Furono fornite due ragioni, a mio avviso entrambe convincenti: la prima, che i membri della Royal Family di solito non manifestano la loro adesione a movimenti di questo genere, con un risvolto anche politico. La seconda, più banale ma forse con un certo fondamento, il fatto che probabilmente con quel bel pancione la futura mamma non aveva nulla di adeguato da mettersi, visto che l’idea del total black era stata lanciata poco prima dalla serata. In ogni caso, Catherine riuscì a dare un garbato segnale con i tocchi neri: la cintura in velluto e gli accessori. Confesso, una delle sue mise che mi è piaciuta di più, chic.

(Ph: Pool via AP)

Meghan Markle, in procinto di diventare Duchessa di Sussex, scelse il verde per annunciare il suo fidanzamento con uno degli scapoli più ambiti del pianeta. Quel giorno, il 27 novembre 2017, l’attrice americana sbarcò sulla scena royal con un abito in crêpe di lana verde bosco, senza manica e con un fiocco laterale, di P.A.R.O.S.H. brand fondato dallo spezzino Paolo Rossello. La linea dell’abito non si coglie, dato che nelle fotografie a figura intera è coperto dal soprabito bianco.

Un paio d’anni dopo, ormai duchessa, ripropose l’abito per i WellChild Awards. Il vestito mi piace, il fitting meno, ma magari Meghan, mamma da pochi mesi, si era un po’ arrotondata, chic di incoraggiamento. Una domanda sorge spontanea: nella scelta dell’abito Meghan avrà cercato ispirazione nella mai conosciuta suocera?

Sì, perché oltre al ben noto tailleurino azzurro indossato all’annuncio del fidanzamento, Diana scelse il taffetà in una tonalità definita apple green, verde mela, per il ritratto ufficiale degli sposi, opera di Lord Snowdon, realizzata l’undici maggio 1981. La giovanissima fanciulla indossò un abito con le inevitabili maniche gonfie in voga negli anni ’80. Un modello disegnato da Graham Wren per Nettie Vogues, negozio amatissimo dagli Sloane Rangers, espressione coniata nel 1979 dalla rivista Harpers and Queen per definire i ragazzi della upper class che gravitavano intorno all’elegante e trendissima Sloane Square. Collier e orecchini di diamanti furono un prestito di Collingwood, gioiellieri della famiglia Spencer. Abbastanza singolarmente, l’abito non era una creazione esclusiva ma era stato già acquistato da un’altra cliente. Messo in vendita in un’asta tedesca nel 2014, la proprietaria ha reso noto che essendo stato già pagato, l’abito fu consegnato, con preghiera di non indossarlo mai fuori dalla Germania. Diana lo portò durante la visita nel Galles subito dopo le nozze, e ancora un anno dopo per un concerto di Rostropovich a Londra, quando il confronto rese evidente il drammatico dimagrimento subito dalla principessa dopo la nascita del primo figlio. Che vi devo dire, boh.

Se parliamo di Sloane Rangers e di verde il pensiero va automaticamente a Sarah Duchessa di York, che oltre ai capelli rossi ha anche origini irlandesi. Sarah veste spesso di verde, talmente spesso che è impossibile scegliere una mise sola, dunque passiamo oltre. Delle sue figlie, quella che più associamo al green è la minore Eugenie, forse anche per la favolosa tiara con smeraldi con cui andò sposa. In effetti però lei non indossa il verde troppo di frequente; l’occasione più recente è stata questa: Mini royal chic shock e boh – Royal Family, more or less.

La primogenita Beatrice è una grande sperimentatrice di stili, per cui ovviamente a volte indovina, a volte no. Questa volta no. Invitata a un matrimonio si presentò vestita da ramarro con abito verde scuro in un materiale che evoca le squame, peggiorato dagli accessori neri, scarpe e acconciatura. L’abito è di Vampire’s Wife, e noi lo conosciamo già, per averlo visto indosso a Catherine (Royal chic shock e boh – Sfida tra Duchesse a proposito di verde…). Non sono esattamente lo stesso modello: Beatrice porta il Veneration, mentre Catherine il Falconetti. Non amo né l’uno né l’altro, shock.

Last but not least Sophie, ora Duchessa di Edimburgo, ritratta quando era ancora Contessa di Wessex, in Scozia con marito e suocera, per quella che sarebbe stata l’ultima estate della sovrana. Non particolarmente amante del verde, ma appassionata degli abiti dalla linea che ricorda gli anni ’50, in questo caso indossa un abito smeraldo, cui abbina un cappello di paglia dalla fascia color lime. Effetto finale piuttosto dissonante – è sempre un rischio nel mischiare le tonalità tanto diverse – e un grande boh. Ma accompagnato dalla gioia di vedere ancora Her Majesty.

Questa fotografia è stata scattata a fine giugno, a ridosso della festa di San Giovanni. Quando D’Annunzio, nella tragedia La figlia di Iorio, fa dire a Ornella: Tutta di verde mi voglio vestire,tutta di verde per Santo Giovanni,ché in mezzo al verde mi venne a fedire…Oilì, oilì, oilà!

Royal chic shock e boh – Gran finale (parte prima)

La prima serata dell’anno mette in scena il cambiamento sul trono di Danimarca: per l’ultima volta Margrethe partecipa a una cena di gala come monarca, per l’ultima volta Mary interviene come principessa ereditaria. Questo passaggio, che chiude un’annata e un’epoca e ne apre di nuove, è talmente perfetto che non ho resistito a usarlo per iniziare l’ultimo post della nostra rubrica dedicato al 2023. Una lettura, spero piacevole, che possa accompagnare questi giorni sospesi, nell’attesa di scoprire un anno pieno di nuove mise a scandirne giorni ed eventi. Sulle royal ladies danesi in effetti non c’è troppo da dire, visto che i loro abiti erano quasi tutti già stati indossati, ma facciamolo lo stesso.

(Ph; Hanne Juul)

La protagonista indiscussa è lei, col suo meraviglioso abito di velluto color rubino (Birgit Hallstein) che debuttò a capodanno del 2007, quando Mary era incinta della secondogenita Isabella; nel tempo il modello che nasceva con una linea impero è stato modificato, la vita risistemata al suo posto e segnata da un cinturino spesso arricchito da una spilla, come in questo caso. La scollatura invece si è alzata assumendo la forma ideale per sorreggere il collare dell’Ordine dell’elefante; la linea della gonna è perfetta (e lei manovra lo strascico con aggraziata sapienza). Aggiungiamoci la parure di rubini che appartenne a Désirée Bernadotte e il gioco è fatto. Chic.

(Ph: Hanne Juul)

I principi cadetti Joachim e consorte sono apparsi di ottimo umore, forse persino sollevati. Come la cognata futura regina, anche Marie ha indossato di nuovo un abito già visto, della stilista danese Rikke Gudnitz, in pizzo bluette (che noia sto colore!). Un tessuto poco adatto alla pioggia invernale, con lo strascico appesantito dall’acqua che intralciava il passo. Purtroppo a me la principessa non piace particolarmente, non la trovo quasi mai elegante, molte volte banale. Questa è una di quelle volte. Boh.

(Ph: Hanne Juul)

Su Margrethe non torniamo, dato che pelliccia a parte era vestita come al compleanno del nipote Christian, prossimo Principe Ereditario (Royal chic shock e boh – Birthday gala edition). Dedichiamo invece la nostra attenzione alla sorella Benedikte. Non posso negare la mia ammirazione per il suo stile regalmente chic, vagamente androgino, a volte persino sorprendente. Ieri è arrivata inguainata in un abito di paillettes color melanzana, con scarpette ugualmente sbrilluccicose. Potremmo dire che la borsetta dorata fa un po’ troppo bamboletta, che il collare dell’Ordine dell’elefante andrebbe messo meglio, che l’altro collier c’entra poco o niente ed era meglio lasciarlo a casa. Ma la ragazza ad aprile compirà i suoi primi 80 anni, per cui è arrivato il momento di infrangere ogni regola. Chic, la adoro.

In questo breve video potete farvi un’idea degli abiti in movimento (Video: DR ©️) https://www.facebook.com/detdanskekongehus/videos/687829579845008?locale=it_IT

Esaurito l’argomento Danimarca (il 2 c’è stato anche il ricevimento del corpo diplomatico, ma ve lo risparmio) che ne dite se salutiamo l’anno appena trascorso con una rassegna delle robe de soirée indossate dalle royal ladies nell’ultimo mesetto? Considero la mozione approvata, e vado a incominciare. Con chi? Ovviamente con Lei. Vi immaginate che vita sarebbe senza Máxima? Se Willem-Alexander avesse sposato una simpatica connazionale, che so una Saskia fiammingamente elegante, magari con un tocco di luterana austerità? E invece… E invece no, Dio ce l’ha data e noi ce la teniamo! Martedì 28 novembre a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, la regina e la Première Dame inauguravano la mostra Iris van Herpen: Sculpting the Senses dedicata alla geniale stilista olandese e visibile fino al 28 aprile. Bene, se Brigitte Macron ha optato per una mise total white semplice e lineare, molto nel suo stile, la regina dei Paesi Bassi ha deciso di omaggiare la protagonista della serata e si è presentata così.

Monumentale. Devo dire che io trovo le creazioni di Iris van Herpen molto interessanti, forse più come oggetti che come abiti; sicuramente non sono semplici da indossare. Questo vestito è caratterizzato da ramages ricamati a mano che si intrecciano su un corpetto di tulle trasparente, in tonalità che vanno dal bianco al beige. La gonna è composta di pannelli allungati di crêpe de chine delicatamente plissettati. E siccome parliamo di Máxima, non ci stupisce che per slanciare il suo 1,78 piazzi sotto l’abito dei sandali Aquazzurra con altissimo plateau.

Molto bella anche l’acconciatura, sottolineata dai favolosi orecchini con enormi diamanti. E fatemi spezzare una lancia in favore della povera Brigitte, ridotta al ruolo di ancella, che tuttavia riesce a svolgere con onore. Siccome nessuna delle categorie che usiamo di solito basta a definire lo spettacolo offerto dalle due signore, direi favolosa una, decorosa l’altra.

Due sere dopo a Londra andava in scena l’annuale Royal Variety Performance, alla presenza dei Principi di Galles. Ora diciamoci la verità, dopo l’exploit della regina olandese chiunque avrebbe fatto un po’ effetto Cenerentola, però Catherine, dai… La sua scelta è caduta su Safiyaa, brand di recente molto apprezzato dalle royal ladies che amano in particolare (pure troppo) i suoi cape dress (Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle). Il modello indossato dalla principessa è il Destiny, caratterizzato dalle spalline aguzze e dalle maniche che si allungano fino a terra. Lo trovo terribile, non so se mi piace meno il modello o il colore, un blu pavone che la stilista definisce Poseidon, immagino memore dell’omonimo transatlantico che finisce affondato in ben due film catastrofici. Banalissima la decorazione pietrificata allo scollo, si è capito che non mi piace? Shock.

Con i futuri sovrani britannici c’erano i futuri sovrani di Svezia in missione lodinese. Uno degli impegni di Victoria più diligentemente portati avanti è la promozione dello stile e del design svedesi; questa volta indossa un total look TOTEME: mise – composta da abito più stola triangolare – e gioielli. A un primo sguardo non nego una grande perplessità: mi sono chiesta se si fosse vestita da orsetta di peluche. Poi ho capito che il tessuto, di cui continuo a non essere convinta fino in fondo, dovrebbe essere composto da una sorta di sfrangiatura che lo rende così fluffy, per cui immagino che visto dal vivo l’effetto fosse decisamente migliore. Non ho trovato la composizione, ma facendo un giro sul sito (https://toteme-studio.com/) ho notato con piacere l’utilizzo di fibre nobili; mentre l’abito di Catherine, per dire, è in crêpe di puro polyestere. Mi piace molto la linea, che trovo molto moderna, così come i gioielli. Insomma, non mi convince fino in fondo ma mi piaciucchia. Boh.

Restiamo nel Regno Unito per un altro classico appuntamento di fine anno: il ricevimento del corpo diplomatico, organizzato a Buckingham Palace martedì 5 dicembre. Dopo sei mesi esatti la Principessa di Galles replica pari pari la mise indossata al ricevimento di nozze di Hussein e Rajwa: abito di paillettes rosa Jenny Packman con la Cambridge Lover’s Knit Tiara e i favolosi orecchini di diamanti di nonna Lilibet (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet). Boh era e boh resta. Più complicato parlare di Queen Camilla, di cui esiste solo la foto che vedete sopra, più un’altra dove si intravvede a malapena. L’abito di Fiona Clare è nel suo classico stile; questo ha un collo montante che non credo di aver visto prima ma più di tanto è impossibile dire. Anche perché l’attenzione di tutti è stata attratta dall’importante gioiello sfoggiato: un notevolissimo devant de corsage che nessuno conosceva, peraltro bizzarramente appuntato. Buckingham Palace ha reso noto che apparteneva alla Queen Mother, tuttavia nessuno ricorda di averglielo mai visto indosso. Potrebbe essere parte dell’importante eredità di Margaret Greville, che morì senza discendenza nel 1942 lasciando le proprie preziosissime gioie all’allora Queen Consort, la madre Elizabeth. L’abito sembra bello, i gioielli da sogno, ma l’insieme boh.

Lo stesso giorno i sovrani belgi atterrano a Berlino per una visita di stato, e la sera partecipano al banchetto di gala in loro onore. Qui assistiamo a una di quelle magie che a volte accadono, perché la Reine Mathilde e Frau Steinmeier (si chiama Elke Büdenbender ed è una giurista) si sono ritrovate meravigliosamente abbinate. La sovrana ha replicato un abito di velluto bordeaux (uno dei colori di stagione, che andrà fortissimo per tutto il 2024) di Armani Privé, e si vede, indossato cinque anni prima per un’altra visita di stato, questa volta in Francia (Royal chic shock e boh – Novembre 2018). La tiara è la stessa, quella delle Nove Province, di cui ora come allora ha scelto di mettere il solo bandeau; mossa assai opportuna in presenza di una controparte repubblicana. Al posto della fascia della Legion d’onore indossata a Parigi qui c’è una stola, che mi piace molto, e gioca di rimando con la mise arancio bruciato della first lady. Chic+chic. Ora so che vi aspettate una parola sull’orrendo smoking di Herr President, ma considerando che ha donato un rene alla moglie salvandole la vita mi asterrò, certi gesti sono molto più eleganti di qualunque abito ben tagliato.

La sera seguente come sempre sono gli ospiti a invitare i padroni di casa; di solito si tratta di un concerto, e anche questa volta la tradizione è stata rispettata. Devo dire che in questa foto mi piace molto l’armonia cromatica, data non solo dal rispetto del diplomatic dress, che prevede di omaggiare i colori della bandiera dell’altro Paese, ma anche dalla similarità delle due bandiere: tricolore a bande verticali nero-giallo-rosso la belga, tricolore a bande orizzontali nero-rosso-giallo la tedesca. La Reine sceglie il rosso; l’abito Natan, già indossato in precedenza, in chiffon laminato. Ha ottenuto molti commenti positivi cui Lady Violet non può aggiungere il suo: trovo che il modello non valorizzi la silhouette di Mathilde, boh. Mi piace molto invece la mise della first lady tedesca, in nero con tocchi di paillettes. Qualche foto evidenza la necessità di rivedere drasticamente l’underwear, ma facciamo finta di niente, chic.

(Ph: Clément Morin/© Nobel Prize Outreach)

Dicembre in Svezia vuol dire innanzi tutto una cosa: Nobel, con ben due eventi di gala. Per la consegna del premio, la sera di domenica 10 dicembre, la Principessa Ereditaria Victoria sfoggia una sinfonia di viola che ha deliziato Lady Violet: abito monospalla – lo so che molte di voi non lo amano, ma fate uno sforzo – della svedese Camilla Thulin abbinato alla parure di ametiste, che indovinate? Lady Violet adora. Una mise già indossata para para, fatta eccezione per la fascia dell’ordine, per la visita di stato dei sovrani olandesi a ottobre 2022. Repetita iuvant, chic!

(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)

Profondendoci in scuse per citarla dopo la figlia ecco Sua Maestà la Regina, con un abito dell’amata maison tedesca George et Arend. Anche in questo caso era stato già indossato, anch’esso lo scorso anno ma al galà in onore dei cinquant’anni di regno di Margrethe II, passato praticamente inosservato visto che, rinviato a causa della pandemia, alla fine si tenne domenica 11 settembre, col resto del mondo distratto dalla scomparsa di Queen Elizabeth II avvenuta tre giorni prima. In quel caso Silvia aveva abbinato all’abito tra il rosa e il lilla la parure di ametiste che questa volta ha prestato alla figlia, preferendo la tiara della Regina Sofia, che somiglia un po’ a una tela di ragno. Leggermente affaticata ma chic.

(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)

Svolta semidark per Sofia, in abito  Andiata e cascata di Swarovski al collo. In nero mi piace molto, esalta i suoi colori; la gonna in tulle non mi fa impazzire ma tutto sommato la combinazione con il corpino opaco non è male. Divertenti gli strass dei due collier abbinati alla tiara nuziale nella prima versione, con diamanti e smeraldi; avrei evitato i due bracciali, sempre Swarovski, così pedantemente abbinati. La maison (finlandese) che ha creato l’abito cita delle rose fatte a mano sulla vita, e credo che ce ne siano anche dietro.

E fin qui poteva andare, finché non ho visto altre rose nere, inutili e pure un po’ funeree, adornare la testa della principessa. Ma perché? Boh.

Non perdetevi la seconda parte!

Royal chic shock e boh – South Korea in UK

Settimana, quella appena trascorsa, ricca di mise che hanno avuto una certa eco, soprattutto grazie alla Principessa di Galles (e alle sue gambe) nonché all’intera Royal Family, impegnata con la visita di stato della coppia presidenziale sudcoreana. Catherine in total red, un rosso intenso tipo mela di Biancaneve non esente da un tocco di veleno.

L’insieme è composto da ben tre pezzi, e mi chiedo quanto freddo facesse per renderli necessari. Anyway, ciò che attira l’attenzione in prima battuta è la cappa, creata espressamente da Catherine Walker e appoggiata sopra un altro capo della stessa maison, un cappottino caratterizzato dal grande fiocco diagonale, che la principessa aveva indossato in precedenza. E non solo in rosso, ma anche in nero al funerale di Prince Philip (ne abbiamo parlato qui: Le foto del giorno – Together at Christmas). La mantella è nuova, ed è tagliata in modo da far uscire il fiocco del cappotto sottostante. A completare il tutto, un abito che si intravvede soltanto e sorprende per la lunghezza. Cioè per la cortezza, alla base della scoperta della gambe nelle foto che hanno fatto il giro dell’orbe terracqueo (e facciamo finta di credere a un incidente di percorso). Nel caso non ne aveste abbastanza, c’è un fiocco pure sulla borsetta Miu Miu, e ovviamente sull’ampio cappello di Jane Taylor, modista cui riescono senz’altro meglio i modelli più contenuti. Insomma, un gran pasticcio, tra il rosso, il fioccone e il Natale in arrivo l’effetto pacchetto sotto l’albero è assicurato. Due piccole riflessioni, la prima: la mantella, che è già un capo molto scenografico, secondo me funziona bene lasciandola protagonista senza caricarla di altri orpelli. La seconda: dobbiamo essere grate a Catherine perché, probabilmente non volendo, fa un buon servizio alla maggioranza delle donne. Mi spiego: ogni cultura ha i propri canoni e i propri valori, anche estetici; in quella in cui viviamo noi magrezza e altezza sono considerati ideali, e idealmente le forme migliori per indossare qualunque tipo di abbigliamento. Quante volte abbiamo pensato e detto che con quel fisico le sta bene tutto? Ecco, non è vero. Tutto ciò premesso, per me la mise è shock, ma la sua scelta ha messo la principessa al centro dell’attenzione in un modo totalmente inedito. Siamo all’inizio di una rivoluzione copernicana? Dobbiamo abituarci a una Catherine meno perfettina? Boh, ma resto in fiduciosa attesa.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Davanti a quest’orgia di rosso il total blue della Queen Consort è elegante e rassicurante. Camilla riutilizza abitualmente le proprie mise, e infatti abbiamo visto spesso questo cappottino di Anna Valentine, mentre il cappello piumato di Philip Treacy viene dato per nuovo, ma è comunque un modello che ha già portato (ad esempio, al funerale di Her Majesty). La sovrana ha uno stile magari poco eccitante (bene) ma molto riconoscibile (meglio), l’aspetto più interessante di questa fase è senz’altro la scelta dei gioielli; in questo caso ha appuntato sulla spalla sinistra la Russian Sapphire Cluster Brooch, appartenuta alla zarina Marija Fëdorovna, sorella della regina Alexandra – erano entrambe principesse di Danimarca – e acquistata da Queen Mary nel 1934. Per la felicità di King Giorgio (Armani), la regina ha abbinato al blu accessori neri. Chic. Accanto a lei la firts lady coreana Kim Keon-hee con un bel cappotto grigio, inutilmente completato da una sciarpetta dello stesso tessuto. Terribili le calze grigie, idem le scarpine di vernice. Ma cinque bottoni sul polso non saranno troppi? Boh.

(Ph: Yui Mok/Getty Images)

La sera, al banchetto di stato, il protagonista è ancora il rosso, ma stavolta è la Queen Consort ad attrarre tutti gli sguardi. Dai forzieri reali ha preso la Burmese Ruby Tiara, la cui storia abbiamo raccontato qui; Vi piacciono i rubini? La Burmese Ruby Tiara. Queen Elizabeth, che l’aveva commissionata a Garrard negli anni ’70, l’aveva poi indossata nel corso di una precedente visita ufficiale sudcoreana; perché come sappiamo nulla è lasciato al caso, mai. Al sontuoso diadema – che secondo me sta meglio a lei che alla sua prima proprietaria – Camilla ha abbinato collana e orecchini del set Crown Ruby, dono di Prince Albert alla moglie Queen Victoria da abbinare all’Indian Circlet; come quello, la versione originale prevedeva degli opali, poi sostituiti dai rubini da Queen Alexandra, che non li amava (e pensava portassero pure iella). Colpo da maestra, il favoloso abito in velluto rosso rubino di Fiona Clare che le sta d’incanto. Strachic.

(Ph: Yui Mok/Getty Images)

Bianco invece per la Principessa di Galles, un abito di Jenny Packham: il modello Anémone, caratterizzato da una mantellina ricamata a ramages dorati. Si sarà ispirata al nuovo film di Ridley Scott, Napoleon? Che vi devo dire, è tutto l’insieme che non mi convince: la bellissima tiara che non la valorizza e non viene valorizzata, il trucco pesante, l’acconciatura troppo semplice, l’abito, la mantellina, i guanti al gomito (Paula Rowan), pure la borsetta, il modello Maud di Anya Hindmarch; è a un tempo tutto troppo e tutto troppo poco, non so se mi spiego. Di una cosa sono sicura: la placca del Royal Victorian Order, cui la principessa appartiene, piazzata in quel punto quasi a trattenere la fascia è terribile. Per il resto, boh.

(Ph: Yui Mok/Getty Images)

Penso gradirete la fotografia a figura intera della Duchessa di Edimburgo, che ho scelto esclusivamente per mostrare adeguatamente la sua mise, eventuali altre presenze sono, come dire, un valore aggiunto. Sophie fa una scelta molto interessante, riusando l’abito indossato sotto il mantello del Royal Victorian Order il giorno dell’incoronazione dei cognati. Il problema però è che l’abito di Suzannah London così funziona di meno. Sarà l’accollatura che non la slancia, sarà la necessaria aggiunta di fascia e placca dell’ordine, oltre al fiocco giallo del Royal Family Order che rende tutto un po’ pasticciato, sarà che i capelli pettinati così le fanno una testa piccina picciò, e la tiara con l’acquamarina non aiuta, ma il risultato finale mi piace veramente poco. In compenso preferisco la sua versione della clutch Maud di Anya Hindmarch, Boh, consoliamoci con lo sfondo.

(Ph: Yui Mok/Getty Images)

Se parliamo di riuso lei è la vera regina: la Princess Royal, che oltre a mostrare un regale disinteresse per le frivolezze, è in grado di infilarsi tranquillamente in abiti di quarant’anni fa senza fare un plissé. Per questa occasione indossa due pezzi – abito di Maureen Baker con bolerino Sue Palmer – che potrebbero essere stati realizzati in uno qualunque degli ultimi cinque decenni; l’ultima volta che l’abbiamo vista così abbigliata era in una foto per festeggiare i 70 anni, tre anni fa. Lady Violet trova chic i diamanti della Princess Royal: la favolosa Festoon Tiara, che ad onta dell’aspetto regale ha origini piuttosto plebee, essendo il dono ricevuto nel 1973 da una compagnia navale di Hong Kong, la World Wide Shipping Group, per ringraziare la principessa di aver tenuto a battesimo una loro nave. Al ’73 risale anche la splendida spilla, dono del fratello Charles per le nozze con Mark Phillips. Sono gioielli che Anne porta molto spesso, completandoli col collier di diamanti, anch’esso a forma di festone, ricevuto dai genitori per il diciottesimo compleanno. Piuttosto shock invece l’abito, arricchito da applicazioni di pizzo che lo rendono un po’ troppo da sposa (per fortuna il giacchino aggiunge un tocco di rigore), i capelli troppo tirati che la fanno sembrare stanca e non accolgono bene la tiara, e soprattutto il fondotinta col famoso effetto capo indiano: troppo scuro, steso male e senza raggiungere il collo, probabilmente per evitare di macchiare l’abito. A voi la media.

(Ph: Yui Mok/Getty Images)

Mi è piaciuta molto, e non accade spesso, la Duchessa di Gloucester. Amo lo stile da giorno quando è adeguatamente declinato per la sera, e qui mi sembra che funzioni. Birgitte, moglie danese di Richard, cugino della defunta Queen, indossa un abito dalla linea semplice ed elegante; interessante lo scollo, anche se magari non esalta il collier di diamanti e smeraldi, parte della collezione della suocera Alice come la tiara bandeau, dono dello sposo per le nozze del 1935.

Diamanti e smeraldi anche per la spilla che trattiene sulla spalla destra la fascia del Royal Victorian Order. Verde e azzurro, un gran bell’accoppiamento. Chic.

Sono proprio i Duchi di Gloucester ad accogliere la sera seguente gli ospiti sudcoreani a Guidhall, insieme col Lord Mayor della City. Penso che la presenza di royal “minori” dipenda dalla complessità dei rapporti tra la Corona e la City, ma quella è la prassi. Ricordo che durante la visita dei sovrani spagnoli qualche anno fa Felipe e Letizia furono ricevuti dalla Princess Royal, che fece alla Reina un profondissimo curtsy. La duchessa mi piace assai anche in questa mise blu, accesa dai topazi rosa di tiara e collier, ereditati anch’essi dalla suocera. Chic.

Chic, anche se vagamente inquietante, la First Lady in abito crema con mantella e accessori neri. Devo dire che la cosa che mi piace di meno sono i capelli, tenuti sempre sciolti in una pettinatura noiosetta. Nulla al confronto con quelli della Lady Mayoress, la prima signora a sinistra in pizzo turchese. Vi ricordate la bionda dama in costume tirolese scortata da William? Ecco, è lei. Non pensavo che l’avrei detto, ma forse meglio il dirndl, Shock.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte seconda)

…e venne il gala dinner, con la sontuosità degli abiti e lo splendore dei gioielli. E pure l’inevitabile gaffe, che stavolta avrebbe potuto essere evitata.

(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)

Nella foto ricordo in piedi da sinistra Haakon, principe ereditario di Norvegia, solo soletto (la moglie Mette-Marit, affetta da fibrosi polmonare, ha dovuto fermarsi un paio di settimane per riposare), poi Daniel e Victoria di Svezia, lei principessa ereditaria e lui il suo consorte, il Presidente finlandese Sauli Väinämö Niinistö, Margrethe II di Danimarca, Carl XVI Gustaf di Svezia, Harald V di Norvegia, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson e la coppia degli eredi al trono di Danimarca, Frederik e Mary; davanti ai signori sono sedute le rispettive consorti, con Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia in versione gemelle Kessler, vestite praticamente uguali; che scivolone!

Giallo oro per Silvia, avrà voluto coordinarsi con collare e galloni del consorte? L’abito di Georg et Arend ha una doppia gonna in seta pesante e un corpino tutto tempestato di pietre. La regina ha in mano una minaudière, che potrebbe anche essere la Melone di Bulgari; in quel caso “oro” si riferirebbe non al colore ma proprio al materiale… Sotto quest’aurea mise la regina piazza delle scarpine verdi; verde pure la stola in seta, che probabilmente dovrebbe servire all’occorrenza a scaldare la sovrana, ma mi pare leggerina. Mettendo da parte quest’insieme così pappagalloso, sul capo di Silvia troneggia – letteralmente – la sontuosissima tiara Braganza, con orecchini altrettanto importanti. Favolosi i gioielli, ma il resto per me è shock.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

Giallo pure per Sonja di Norvegia ma in tonalità canarino, che anche lei ha abbinato col verde, nel suo caso le pietre della notevolissima parure di smeraldi che arriva direttamente dallo scrigno di Josephine, imperatrice dei Francesi e prima moglie di Napoleone. La parure è attualmente composta da quattro pezzi: diadema, collier, spilla più gli orecchini che in origine non facevano parte dell’insieme ma sono stati creati in seguito utilizzando pietre della collana. Curiosamente questa tiara e la Braganza indossata da Silvia hanno identica provenienza: arrivano entrambe dalla stessa sovrana: Josefina di Svezia e Norvegia, che aveva ereditato la prima dalla sorella Amélie, seconda moglie di Pedro de Braganza, imperatore del Brasile, mentre questa da Josephine, che era sua nonna. Tolto lo splendore delle gemme che dire dell’abito? Dato il suo aspetto così tipicamente anni ’80, se è vintage passi, altrimenti boh. Però si potevano mettere d’accordo prima.

(Ph: Jesper Sunesen)

Premessa: ho scelto questa foto di Margrethe II perché tra quelle che ho visto è quella che mostra meglio la mise; la regina scende dal vascello reale dove la delegazione danese ha soggiornato. Anche il suo è un abito già indossato, creato dalla stilista danese Birgitte Thaulow. Bella la seta, corposa ma non rigida, grazioso il disegno a ramages stilizzati, interessante la doppia fusciacca rossa e fucsia, che tra l’altro consente alla fascia dell’ordine del Serafino di appoggiarsi con grazia. Chic, anche senza considerare la trionfale parure di perle e diamanti, a corredo della celeberrima Poiré tiara.

Nata principessa reale è diventata regina, anche se consorte, a soli 18 anni. Ora non lo è più, ma in questa occasione è senz’altro regina di eleganza. Anne-Marie di Grecia arriva al braccio del suo bel cavaliere norvegese con un’altra creazione di Celia Kritharioti, un abito dalla linea pulita in crêpe color amarena; quasi una colonna a sorreggere la favolosa Khedive tiara, un gioiello che mischia lo splendore dei diamanti al fascino della storia (ne parliamo approfonditamente qui: A Royal Calendar – A Greek royal wedding). Nel 1905 un giovanotto svedese appassionato di archeologia si trova al Cairo; si chiama Gustaf Adolf, ed è secondo nella linea di successione al trono. Incontra una famiglia di pari lignaggio: i Duchi di Connaught e Strathearn; madre del duca è la regina Victoria, ma a colpire il giovanotto è la figlia Margaret, sua coetanea. Colpo di fulmine, i due si sposano il 15 giugno di quello stesso anno. Per celebrare l’incontro e la nascita di questo amore all’ombra delle Piramidi, il Khedive d’Egitto invia alla sposa un favoloso diadema a volute di diamanti creato da Cartier. Margaret muore nel 1920 per una infezione durante l’ultima gravidanza; il prezioso gioiello viene ereditato dall’unica femmina, Ingrid, che se lo porta a Copenaghen quando sposa l’erede al trono di Danimarca. Le sue discendenti di sangue si sposano tutte con quella tiara: Anne-Marie e sua figlia Alexia; Margrethe; Benedikte e le figlie Alexandra e Nathalie. Ora appartiene ad Anne-Marie e indossarla in questa occasione ha un particolare significato, dato che Margaret è la nonna che ha in comune col festeggiato, re Carl XVI Gustaf di Svezia. Superchic.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

La principessa ereditaria Victoria, cui è toccato anche tenere il discorso per il padre – né poteva essere diversamente – per il suo abito sceglie ancora Christer Lindarw. Quando l’ho vista arrivare al braccio del primo ministro Ulf Kristersson ho pensato alla divina Lollo recentemente scomparsa; la storica e inarrivabile fata turchina dello sceneggiato di Comencini, sarebbe impazzita. Ma Lady Violet non è una fata, non le piacciono gli abiti turchini, e lo trova francamente terribile. Non è che lo stilista è stato influenzato dalle sue attività artistico-teatrali? Per fortuna la tiara è la lineare Baden Fringe tiara, dalle linee sottili ed acuminate che danno un po’ di rigore all’insieme. Però non basta, shock.

Restando in famiglia, è una novità la tiara di Sofia. Cioè, non è esattamente una novità essendo la solita Palmette tiara ricevuta come dono di nozze dai suoceri, cui però sono state sostituite le pietre apicali, che in questo caso sono quarzi citrini. Dunque finora oltre agli smeraldi nuziali l’abbiamo vista decorata anche da perle, turchesi, topazi blu, e ora citrini. Immagino le pietre ambrate siano state scelte per armonizzarsi con l’abito giallino di Safiyaa, brand al momento molto amato dalle royal ladies, che a mio avviso dovrebbero scegliere meglio i modelli. Trovo questo, il Bellara, con quelle applicazioni plasticose sulle spalle (si intravvedono pure sullo strascico) di rara bruttezza, e tra l’altro, visto in movimento, costringeva la povera Sofia a muoversi anche piuttosto goffamente; forse troppo stretto lui, o troppo alti i tacchi Louboutin. Strashock.

Quella della famiglia che mi è piaciuta di più è senz’altro Madeleine, in una diversa versione del cape dress a firma Jenny Packham: un abito argento ricamato di cristalli con una cappa che essendo leggerissima aggiunge movimento senza appesantire. Nessuna sorpresa per la tiara che adorna il capo della principessa: la cosiddetta Modern Fringe che indossa molto spesso, incluso il suo matrimonio. È un gioiello privato che non fa parte della fondazione Bernadotte; essendo comparso sulla testa di Silvia negli anni ’80 si pensa che sia un regalo del marito per i dieci anni di matrimonio. Dalla frequenza con cui Madeleine la usa, è probabile che la madre l’abbia donata a lei, forse proprio per le sue nozze con Chris O’Neal. Splendidi gli orecchini. Chic.

Arrivano insieme i consorti di due futuri sovrani, Mary di Danimarca e il birthday boy Daniel di Svezia, che proprio il 15 settembre ha compiuto cinquant’anni. Per lei un abito non solo già indossato ma anche rimaneggiato dal creatore, il danese Lasse Spangenberg. Vi dirò, non mi fa impazzire. Anche Mary sceglie di indossare la sua Wedding tiara, ricevuta in dono dai suoceri per le sue nozze con Frederik. Notevoli gli orecchini con acquamarina, che la principessa sfoggia spesso nelle grandi occasioni; notevolissimo il bracciale di Annikat: due ali di diamanti che abbracciano il polso. Chic i gioielli, boh il vestito.

Per par condicio chiudiamo con il terzo principe ereditario presente, Frederik di Danimarca, che ha dato il braccio a questa signora; è la moglie del primo ministro Ulf Kristersson, si chiama Birgitta Ed, e ovviamente è membro del clero. Io trovo magnifico quest’abito, ma la cosa divertente è che mi sono incuriosita, ho fatto una ricerca e trovato il suo profilo Facebook. Dove lei racconta con un certo humour – almeno quello permesso dal traduttore svedese italiano – della difficoltà che ha spesso nel trovare la mise adatta ad accompagnare il marito pur indossando il clergyman (clergywoman?) o almeno il collarino ecclesiastico. La trovo fantastica, chic in terra e in cielo.

L e foto del giorno – Ma allora è un vizio!

Indovina indovinello, hai già visto sto modello?

(Ph: Munoz via Instagram @ivankatrump)

Antefatto: sposando Jared Kushner, il 25 ottobre 2009, Ivanka Trump ne ha abbracciato la religione convertendosi all’ebraismo (sembra che i di lui genitori, ortodossi, si rifiutassero di incontrarla). Dopo aver partecipato al royal wedding giordano – non erano alla cerimonia, ma nel truppone della festa serale – nel weekend appena trascorso la coppia ha celebrato il Bat Mitzvah di Arabella, la maggiore dei loro tre figli. Ora, sfortunatamente Lady Violet non ha mai partecipato a feste ebraiche, per cui non saprebbe stabilire la congruità dell’abbigliamento, ma in fondo quale madre non festeggerebbe un appuntamento così importante per la prole vestita da Cleopatra?

(Ph: Munoz via Instagram @ivankatrump)

E passi se padre e fratellini della festeggiata sono abbigliati come il piccolo Jacques a spasso per Montecarlo, le ragazze hanno diritto a divertirsi. A dire il vero tra le foto pubblicate dalla ex First Daughter ce n’è anche una in cui la famigliola indossa abiti meno…meno…insomma meno, ma dubito che Ivanka si sarebbe presentata in sinagoga col braccio nudo.

(Ph: Munoz via Instagram @ivankatrump)

Anyway l’argomento del post non è questo, ma l’abito color verde acqua, il modello Lotus Lady di Jenny Packham: l’avete già visto? Magari in un altro colore? Magari addosso a una bella donna dai capelli castani, in un contesto completamente diverso? Provate a indovinare e controllate la soluzione qui: La foto del giorno – C+C e qui Royal chic shock e boh – Ottobre 2021

Avevate indovinato? lady Violet pensa proprio di sì.

Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet

Quando ho visto lei…

…ho pensato a lei…

…e mi sono detta che no, di Angelica Sedara ce n’è una e una soltanto. E non solo per la bellezza irripetibile della giovane Claudia, o per quell’abito disegnato da Piero Tosi e realizzato della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. E nemmeno per il sontuoso sfondo di palazzo Valguarnera Gangi, assai più scenografico delle scure geometrie di Amman. È che proprio, semplicemente, a me l’abito non piace. Non mi piace perché sembra una meringa con ciuffi di panna, ma soprattutto non mi piace addosso a Rajwa. Non perché le stia male, anzi, ma perché – almeno per l’idea che mi sono fatta di lei – non la rappresenta, né personalmente né culturalmente, la banalizza. L’abito Dolce & Gabbana Alta Moda nasce con una sorta di cappuccio che copre testa e spalle conferendogli un certo senso; così secondo me non ne ha. Shock.

La madre della sposa è solitamente una delle protagoniste del matrimonio; in questo caso Azza Al Sudairi, madre di Rajwa, ha accolto e gestito con grazia l’inevitabile declassamento, lasciando le luci alla ribalta ovviamente alla figlia e poi a consuocera, sovrane e principesse varie. È anche l’unica che non si è cambiata per il banchetto di gala; lei e il marito hanno mantenuto lo stesso abbigliamento della cerimonia, ma non saprei dire perché. La signora ha dunque sfruttato al massimo la sua mise, una creazione couture di Georges Hobeika, stilista libanese – categoria che sta andando fortissimo, e non solo in questo matrimonio – in doppio crêpe in un’elegante punto di lilla. Ho pescato nel web il bozzetto dell’abito, l’immagine non è granché ma può aiutare a farvi un’idea del modello. Io la trovo elegante, molto. Chic.

Couturier libanese – il celebratissimo Elie Saab, che ha vestito la sposa per il rito nuziale – anche per la Regina Rania. L’abito viene dalla collezione couture primavera estate di quest’anno, che si ispira alla Thailandia e alla sua opulenza; è stato rimaneggiato per adattarlo alla bisogna, ad esempio aggiungendo le maniche assenti nell’originale. Benché mi piaccia lo spirito etnico il risultato non mi convince, il colore non dona particolarmente alla sovrana e il tutto mi sembra un po’ pasticciato, forse anche a causa dei capelli sciolti, che non sono mai una grande scelta per le occasioni formali. Notevole la Arabic Scroll Tiara, che nelle volute contiene una lode ad Allah, ma per il resto boh.

Scommetto che alla Sheikha Moza del Qatar non capita mai di aprire l’armadio e non trovare nulla da mettersi. Forse le è successo, poi il marito le ha comprato direttamente la Maison Valentino e voilà. Per il banchetto di gala, il suo abito in un favoloso color lime – Valentino ça va sans dire – rilegge il modello base aggiungendo lunghe maniche e un elegante cappuccio. Avendo il capo coperto, Moza non ha indossato sopra il diadema come invece ha fatto la sovrana malese (con un risultato non particolarmente apprezzabile). No, lei il diadema se l’è messo in vita: una cintura di diamanti e smeraldi. Considerando l’attuale girovita di Lady Violet, ci vorrebbe l’intera Colombia. Strachic.

Ecco con il marito la Regina Azizah Aminah Maimunah Iskandariah di Malesia. L’abito tradizionale ha il suo fascino, il colore è notevole, ma la tiara messa sul capo velato… vogliamo dire che il mix tra culture non funziona sempre? Shock.

Parliamo di regine? Eccola! Máxima dei Paesi Bassi raramente si perde eventi di alto profilo come questo. Fa una scelta molto interessante optando per il brand indopakistano Mahpara Khan: un abito sbrilluccicosissimo, talmente tanto da oscurare lo splendore della tiara Stuart, la più importante del forziere olandese (più un’altra chilata di diamanti, hai visto mai, più la clutch argento Dior). Secondo me messi insieme così i vari elementi finiscono per annullarsi, boh. Con lei e il marito al banchetto di gala c’è anche la figlia Catharina-Amalia che il raffinato, cerebrale Jan Taminiau ha vestito come una di quelle bambole che si tenevano sul comò, effetto aggravato dalla parure di rubini con la tiara che evoca un pavone. A parte tutto, veramente troppo per una ragazza di neanche vent’anni, shock.

Altra futura regina presente, Elisabeth del Belgio, più disinvolta della collega olandese forse per carattere, ma forse pure per la madre che, almeno in pubblico, dilaga meno. Però devo confessare una piccola delusione: la fanciulla ha sfoggiato un abito Armani Privé che sarebbe stato da mille e una notte, ma qualche notte se l’è persa per strada. Mi spiego: la collezione si ispira ai rombi, compresi quelli dell’abito di Arlecchino; il modello in questione in origine è nero con i rombi di colori diversi (potete vederlo qui, dal minuto 14’35 https://www.youtube.com/watch?v=dPIcV8NN6l4); realizzato in questa tonalità di blu, che imperversa in ogni dove, ed estesa anche alla clutch, sempre Armani, modello La Prima (a Bruxelles evidentemente ne hanno una collezione) perde parecchio fascino.

E forse è troppo importante per una ragazza così giovane. La Duchessa di Brabante al compimento del diciottesimo anno – o forse del ventunesimo, non è chiaro -, ha ricevuto in dono una tiara tutta per sé, appartenuta all’aristocratica famiglia britannica Vestey e acquistata dai genitori per lei. Personalmente non mi piace troppo, ma soprattutto trovo che non le doni. Insomma, nonostante il genio di re Giorgio, boh.

Amo questa donna, Sophie del Liechtenstein, la amo. Adoro il suo abito, un modello quasi sportivo – la maison, Carolina Herrera, lo definisce Floral Trench (in seta pura, basta col polyestere!) – reso da sera aggiungendo volume alla gonna. Poi forse un’occasione del genere avrebbe richiesto qualcosa di più formale, ma a me piace da pazzi, e lo trovo molto adatto a lei. Bellissima anche la tiara, la Kinsky a palmette (o a caprifoglio), uno dei diademi del Liechtenstein che sono molto pochi ma molto buoni. Chic.

Temo che Frederik e Mary di Danimarca si siano avviati a diventare i nuovi eredi di lungo corso, dopo che il decano del gruppo, Charles, si è infine sistemato sul trono. Lei mantiene sempre bellezza ed eleganza, ma mi sembra con un filo di noia. Per il royal wedding giordano non si è sforzata più di tanto: oltre alla mise per la cerimonia ha riutilizzato anche quella per il banchetto di gala; un abito che lo stilista danese Jesper Høvring aveva creato per lei nel 2010, per le nozze di Victoria di Svezia, e già rimaneggiato in precedenza. In questo caso è stato aggiunto del pizzo che copre il corpino e scende dalla spalla. Tra l’altro è l’unica a portare un monospalla, forse sarebbe stato più indicato qualcosa con le maniche, come hanno fatto tutte le altre invitate. A me non piace molto, quindi boh, ma se ha trascurato il dress code sarebbe decisamente shock. La tiara è quella edoardiana con piccoli rubini e spinelli che sembra si sia comprata da sé (e pagata pure poco, meno di diecimila euro).

Della Principessa di Galles abbiamo già notato la coazione a ripetere le mise. Noiosetto l’abito Jenny Packham visto e rivisto, che sta discretamente con la fascia del Royal Victorian Order ma fa a cazzotti con nastro giallo del Royal Family Order. Poi certo, la Lover’s Knot Tiara è un pezzo che ha fatto la storia, e gli orecchini sono se possibile ancora più belli, ma trovo il tutto poco entusiasmante. Boh.

Abbiamo discusso un po’ sulla gaffe sfiorata da Beatrice di York, che al banchetto di gala indossava lo stesso abito della principessa Aisha, zia dello sposo; e più in particolare come mai, avendo già visto il suo abito indossata da un’altra, se lo è messo lo stesso. Probabilmente davvero non aveva portato altro, e penso che avesse scelto quel modello di Reem Acra perché la decorazione evoca la forma della tiara York, diadema nuziale della madre Sarah, che non si vedeva più da molti anni. L’abito non mi fa impazzire, la tiara nemmeno, ed è messa un po’ storta. Boh.

Victoria di Svezia invece si è ritrovata al banchetto di gala con la principessa Zein vestita proprio con lo stesso identico abito – il modello Gingko di Safiyaa – diverso solo per il colore. Ne valeva la pena? Per un abito di polyestere che gira da anni? Boh. (nel caso vi fosse sfuggito, questo è il post, sugli abiti indossati da più royal ladies Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle).

Last but not least, e pure in retrospettiva, la Reina Emerita di Spagna, che ha tirato fuori dall’armadio un abito grigio perla senza infamia e senza lode, completandolo con il set di rubini Van Cleef & Arpels, ricevuto in dono da Niarchos per le nozze con Juan Carlos. Considerando l’infelicità di quel matrimonio, francamente per un ricevimento nuziale avrei scelto altro, e la mise non mi entusiasma, quindi boh, Ma lei, a 84 anni, è uno splendore.

Con Doña Sofía compaiono nella fotografia la regina bhutanese Jetsun Pema con la cognata Ashi Euphelma. Per una volta vedere l’abito tradizionale da dietro è interessante, anche se in un colore che fa un po’ Barbie Bhutan. Però quel rosa baby potrebbe contenere un metamessaggio: non ci sono conferme ufficiali, ma la regina ha colto l’occasione della trasferta giordana per una breve vacanza con i due figli. E in alcune foto, con un abito BA&SH sembra proprio in dolce attesa.

È in arrivo una principessa? Boh!