Agosto è arrivato portando con sé la voglia di svagarsi, anche con piccole storie e il classico gossip che va bene sotto l’ombrellone come in un rifugio montano o al fresco della collina. Pronti? Via!
Gossip 1: Barbie fever
(Ph: Instagram @mike_tindall12)
Mike e Zara Tindall il 30 luglio hanno festeggiato i 12 anni di matrimonio; come i cugini William e Catherine, come Albert e Charlène, come i sovrani del Bhutan, anche loro si sono sposati in quel magico 2011. E hanno ringraziato così per gli auguri ricevuti, trasformandosi in Zara/Barbie e Mike/Ken. Mica male! Ora io non so se esiste l’amore eterno, e se davvero ci sono coppie che stanno insieme tutta la vita, ma certo questi due mi sembrano sulla buona strada, si sono veramente trovati. Due cuori e una Barbie capanna.
Gossip 2: so’ ragazzi
Christian di Danimarca, che dopo suo padre, in un futuro lontano, siederà sul trono al momento saldamente occupato dalla nonna, compirà 18 anni in ottobre. Non avendo ancora una vita pubblica non è neanche presente sui social, almeno non ufficialmente. Conta però su un buon numero di fan i cui profili – soprattutto Instagram, almeno quelli che ho visto io – sono inondati dal gossip estivo che lo riguarda: dopo le vacanze a Ibiza con la famiglia il principe si è fermato qualche giorno a St Tropez, dove ha incontrato (di nuovo!) Maria Chiara di Borbone. Benché le famiglie si frequentino da tempo – il padre di lei, Carlo, è padrino di battesimo della sorella di luì, Josephine – vedere i due ragazzi insieme nei giorni del Grand Prix di Montecarlo (Il caffè del lunedì – Sacro profano e polar) aveva destato una certa curiosità, riattizzata da questo nuovo incontro. Ora, che donna Camilla di Borbone née Crociani farà di tutto per ben maritare le figliole è indubbio. Che Christian sarà lo scapolo d’oro della sua generazione, unico giovanotto con un futuro sul trono (come lui George di Galles e Charles di Lussemburgo, che però sono assai più giovani) anche. Che forse sia un po’ presto per iniziare l’operazione royal wedding, col rischio di bruciarsi, altrettanto.
(Ph: Instagram @chiaradebourbon)
Nel frattempo Maria Chiara, dotata del bizzarro titolo di “Duchessa di Capri” che non sarebbe venuto in mente neanche a Totò, posta foto con orgiastico bouquet floreale (un principesco omaggio?), insieme con un messaggio allusivo che recita: Un segreto per la felicità è lasciare che ogni situazione sia ciò che è invece di quello che pensi dovrebbe essere e trarne il meglio. E alzi la mano chi leggendo post del genere sulle bacheche degli amici non pensa che c’è del marcio in Danimarca, in questo caso letteralmente
(Ph: Instagram @chiaradebourbon)
Come si dice, se son rose fioriranno, e noi qui stiamo.
Gossip 3: ooops!
(Ph: Instagram @nicole.coste)
Lo so, a molti di voi questa signora in rosso dirà poco o nulla, ma Lady Violet che ci sta a fare? La signora è Nicole Coste, già hostess di Air France ora riconvertitasi in stilista (credo). Proprio mentre lavorava come assistente di volo incontrò Albert, allora principe ereditario di Monaco. Ne nacquero un grande amore e un bambino, chiamato Alexandre, che incidentalmente è il secondo nome del figlio di Grace. Il principe padre Rainier di queste storie non voleva sapere nulla, ma morto lui Albert si prese le sue responsabilità riconoscendo sia Alexandre sia la sorella maggiore Jazmin Grace, frutto di una precedente relazione. Nessuno dei due è nella successione al trono dei Grimaldi, ma entrambi sembrano avere un buon rapporto col padre. Non altrettanto con la legittima consorte Charlène, che si racconta accetti con difficoltà (eufemismo) il figliastro e la di lui madre. Che peraltro la vulgata sostiene essere (stata?) il grande amore del principe. Tutto ciò premesso per dirvi che sabato sera Nicole, di rosso vestita, ha fatto il suo ingresso al Gala de la Croix Rouge. Aveva partecipato anche due anni fa, insieme al figlio, ma allora Charlène si stava curando in Sudafrica. Ora, io non so se i rapporti si siano fatti più distesi, altrimenti fossi nella candida, dolce Princesse tanto piacere non mi farebbe. Che pazienza.
Wimbledon è l’ultimo dei grandi riti pubblici dell’estate britannica con un’ampia eco all’estero, e anche quest’anno, caratterizzato dall’incoronazione dei nuovi sovrani, è stato particolarmente ricco di presenze reali. A partire dalla Principessa di Galles; da qualche stagione il torneo è il suo regno, avendone ereditato il patronage dagli anziani Duchi di Kent.
(Ph: PA)
Bene, cosa differenzia, più di ogni altra cosa, il campo di Wimbledon dagli altri? La superficie, non in terra battuta ma in classica erba. Di che colore è l’erba? E che colore ha scelto quest’anno Catherine per le sue presenze principali? Esatto, il verde! Tonalità smeraldo oggi, per il tubino Roland Mouret in cady stretch. Evidentemente non tanto stretch, vista la quantità di grinze con cui si è presentata la futura regina; e questa sì che potrebbe essere una citazione della defunta suocera Diana e del suo abito da sposa, il più spiegazzato della storia. La furba Catherine ha però sviato l’attenzione dei presenti alla finale maschile del torneo facendosi accompagnare dalla famigliola quasi al completo: lasciato a casa Louis – che sembra non abbia gradito – con lei sono arrivati William, George, già presente l’anno scorso, e Charlotte, al suo debutto. Applausi, ma la mise per me resta boh. E per favore, la borsetta con catenella (di Emmy London) portata così appesa alla mano, no dai!
Ieri la finale del torneo femminile: Catherine è comparsa con una mise che sembra un completo gonna e giacchina e invece è un abito intero, di Self Portrait. Un po’ vecchio stile ma graziosa, anche se con col piatto-trofeo in mano sembra pronta per partecipare ad un programma tv sulle virtù di frutta e verdura. Il colore – verde lime secondo il produttore, verde mela secondo Lady Violet – è piacevole e fresco, il modello… quanti dei miei lettori lo hanno riconosciuto? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess) e quante altre volte lo dobbiamo vedere? Boh.
(Ph: ChrysleneCaillaud/Panoramic)
Mantiene sempre un profilo basso, anche quando partecipa a eventi legati alla Royal Family. So che piace a molti, a partire da me, e dunque dedichiamo un piccolo spazio anche a lei, Lady Sarah Chatto, figlia della defunta principessa Margaret cui, alle soglie dei 60 anni (li compirà il prossimo 1 maggio) somiglia in maniera impressionante. Qualche giorno fa, accompagnata dal marito Daniel, ha fatto la sua comparsa nel Royal Box di Wimbledon; fedele al suo stile ha indossato uno chemisier in rasatello di cotone a righe color cioccolato, il modello Blythe del suo stilista preferito: Jasper Conran.
Permettetemi di dire, una mise che metterei anch’io, convinta come sono che agli eventi sportivi – soprattutto se non è la finale – sono preferibili abiti sportivi. Avrei evitato la t-shirt che fa capolino dall’abbottonatura, ma assai chic.
(Ph: Getty Images)
Altro giorno, stesso luogo, stesso stile ma brand diverso (questo è ME+EM) per Zara Tindall, grande sportiva e appassionata di eventi sportivi. Deliziosa la borsetta in pelle e rafia di Aspinal, personalmente non amo gli zatteroni e questi (Yves Saint Laurent) sono veramente altissimi, ma chic anche lei.
Nello stesso giorno dei Tindall, mercoledì 12 – presente anche Albert de Monaco con la cugina Mélanie-Antoinette de Massy – è arrivata a Wimbledon Queen Camilla. In bianco, che mi sembra un bell’omaggio all’unico colore ammesso sui campi. L’abito, nuovo, è della fida Fiona Clare Couture: il modello è il preferito della sovrana, in questo caso movimentato da dettagli blu che lo rendono molto fresco ed estivo. Mi piacerebbe anche con accessori blu, ma in questo caso il colore neutro rende la mise anche più adatta a un’occasione di giorno e non particolarmente formale. Molto bella la borsetta in pelle intrecciata Bottega Veneta, già vista la scorsa settimana in Scozia. Chic,
Dopo le righe che ne direste dei pois? Ne abbiamo visti molti di recente, soprattutto addosso alla principessa di Galles, ma questi di Letizia sono piuttosto diversi. Per la consegna delle borse di studio della fondazione La Caixa la Reina ripropone un abito in broccato della spagnola Laura Bernal, già indossato lo scorso anno. Benché non ami il beige mi piace questa sfumatura fredda, mi piace come si combina col bianco dei pois e mi piace sulla pelle ambrata di Letizia. E in questo caso la sovrana ha lasciato a casa le espadrillas in favore di un paio di slingback Isabel Abdo, cosa volere di più? Chic.
I Granduchi del Lussemburgo si preparano a diventare nonni per la settima volta, accogliendo il nuovo bebé del secondogenito Félix e della moglie Claire, la cui terza gravidanza è appena stata annunciata. Intanto hanno accolto il Presidente della Repubblica di Germania e la moglie, in visita ufficiale. La scorsa settimana avevamo grandemente elogiato la Granduchessa, questa settimana meno. Per accogliere gli ospiti Maria Teresa sceglie Carolina Herrera, un modello interessante ma non adatto a lei: il colore è bello ma il tessuto – taffetà – troppo rigido, e la cintura in vita lo fa “sparare” lateralmente. Tra l’altro, nel modello originale l’abito è lungo alla caviglia, accorciarlo ne rovina la linea, e come se non bastasse altro volume orizzontale è aggiunto dalle ruches sulle maniche. La pietra tombale poi ce la mette l’underwear. Risultato: un disastro. Shock.
Per la cena di gala la Granduchessa si affida a Natan: mi piace l’idea dell’abito con poncho in chiffon che copre le braccia e verticalizza la linea però questo rosa inizia a stufare. Anzi, ha già stufato. Al collo la tiara déco con grande zaffiro indossata come collier; belle le scarpe Prada, ma tutto l’insieme non mi seduce. Boh.
(Ph: Pelle T Nilsson/SPA)
Chiudiamo in bellezza: foto di gruppo per la famiglia reale svedese, riunita venerdì nel parco del castello di Borgholms per festeggiare il compleanno dell’erede al trono Victoria col tradizionale concerto. La festeggiata indossa un abito di H&M creato apposta per lei, usando tessuto d’archivio della Conscious Collection del 2016. Il brand svedese si impegna molto, anche grazie a Victoria, per mostrarsi diverso da quello che è, cioè fast fashion non particolarmente (eufemismo) sostenibile. Ciò detto, anche se mi restano parecchie perplessità, l’abito a me piace. Sostenibilità al primo posto anche per byTiMo, brand norvegese responsabile del maxidress rosa di Sofia, che devo dire non ha nulla né di banale né di sdolcinato, e il rischio c’era. Fiori e pizzo per Madeleine e il suo abito di Alexis, brand USA molto popolare tra le signore WASP; non mi fa impazzire ma come avrebbe detto mia madre nell’insieme fa figura. La mia preferita è la mise di Victoria, ma devo dire che tutte e le signore sono ben vestite e adeguate all’occasione. dunque uno chic collettivo. Per il resto: deliziosa Estelle che sta per fiorire in una splendida ragazza; il re mantiene quella sua aria vaga che lo contraddistingue da parecchi anni; al contrario l’elegante regina tiene tutto sotto controllo. Presente (suo malgrado) Chris O’Neal, sempre più il Santi Bailor di Svezia
Per uno di quegli scherzi del caso, oggi gli USA celebrano il loro Independence Day (dagli Inglesi) e Lady Violet pubblica uno chic shock e boh che più British non si può, non essendo riuscita nel weekend. Succede!
Anyway, la terza settimana di giugno è forse la più ricca di eventi di primo piano nel Regno Unito, con conseguenti adeguate mise di cui chiacchierare. Lunedì 19 si è celebrata la giornata dedicata all’Order of the Garter, ma con lo snellimento della Royal Family, Camilla che da membro dell’ordine ha partecipato al corteo tutta bardata coi paramenti d’ordinanza, la cognata Anne pure, in borghese sono rimaste in poche: Catherine, Sophie a la fantastica Duchessa di Gloucester, che potrebbe sorprendervi..
La Duchessa di Edimburgo punta sulla silhouette anni ’50 che le dona sempre; in questo caso la perplessità è nel modello smanicato di Emilia Wickstead che non mi sembra adattissimo alla formalità dell’occasione. Anche perché poi si porta la pashmina, oggetto che indossare elegantemente quando si è in movimento è praticamente impossibile. Che senso ha? Boh, però adoro il cappello (di Jane Taylor) e noto che Sophie sta apprezzando molto le borse Strathberry. Catherine invece, secondo me, sta attraversando una strana fase, una volta divenuta Principessa di Galles probabilmente sente la pressione e si sta adattando con difficoltà, e anche il suo stile ne risente. In questo caso tira fuori l’ennesimo abito a pois (stavo scrivendo saio), della solita Alexandra Rich, completato da un bel cappello di Philip Treacy cui avrei evitato la decorazione nella stessa seta a pois che risulta un po’ lezioso.
Molti hanno pensato a Diana in un abito simile – ma più frizzante, meno ingessato – però c’è anche un altro legame col clan Spencer: lo stesso identico abito di Catherine è stato indossato da una delle nipoti di Diana, Lady Eliza, fotografata con la gemella Amelia il mese scorso al Chelsea Flower Show. Un mega boh.
Alla fine la mia preferita – e non accade spesso – è la Duchessa di Gloucester – tutta in azzurro ghiaccio che, a parte l’orlo ballerino e le brutte scarpe bianche, ha una sua eleganza. E ha conquistato Lady Violet con quella coppia di spille appuntate sui baveri, chiaramente i due elementi di una duette, scelta che riempirà di gioia una fedele amica del blog, esperta e appassionata di bijoux vintage. Chic.
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)
L’evento clou della mondanità britannica resta Ascot, che è andato in scena dal 20 al 24 nel celeberrimo ippodromo del Berkshire. Tante, troppe le mise viste in meno di una settimana, per cui facciamo una selezione. E iniziamo con qualcosa di inedito, perché per il suo primo giorno da Regina di Ascot Camilla non si affida alle solite maison, ma ricorre addirittura a Dior. Il modello sarà pure interessante, la lavorazione sicuramente raffinata, ma a me non piace affatto. Non mi piace come la veste, non mi piace come segue il movimento (che in effetti non segue, perché l’inserto laterale plissé se ne va per conto suo). Apprezzo la scelta del bianco, il cappello Philip Treacy – bello ma non bellissimo – e vorrei attirare la vostra attenzione sulla spilla, la famosa Queen Mother’s Shell, amatissima dalla Regina Madre ma indossata spesso da Queen Elizabeth. Ottima scelta, ma la mise per me è shock. Se volete formarvi un opinione, può essere utile questo video (e no, non credo che Camilla abbia scelto Dior in relazione alla ventilata, e non vera, collaborazione di Meghan con la maison francese) https://nypost.com/2023/06/21/queen-camilla-wears-dior-after-brand-denies-meghan-markle-deal/
Peggio di lei riesce a fare Beatrice di York, che si infila in un vestitone a fiorellini con maniche jambon (Beulah London), slingback Chanel – che una giustamente le ha e le sfrutta – borsetta con manico di tartaruga (immagino finta, dato che è proibita) di Urban Outfitters e soprattutto l’ennesimo cerchietto con fioccone (Juliette Botterill). Non fosse per il pallore, mi farebbe pensare a Mamie, la cameriera afroamericana di Scarlett O’Hara. No Miss Bea, shock.
Premessa, non sono obiettiva perché adoro i cappelli modello boater che noi chiamiamo, a seconda di chi lo porta, da gondoliere ma anche paglietta. Dunque ho trovato molto piacevole la mise di Zara per il primo giorno di gare. Non grido al miracolo per l’abito in lino di Leo Lin, stilista australiano di origine cinese (e un po’ si vede, la stampa si chiama proprio Oriental print), ma Zara gioca molto, con sé stessa e con la moda, e diverte anche me. E il boater di Sarah Cant le sta benissimo, chic.
Il terzo giorno di gare, il giovedì, è il celebre Ladies Day, il più mondano di tutti, e Queen Camilla questa volta mi ha davvero deliziata. Vestita in un freschissimo color menta chiaro, il completo abito+pardessus di Anna Valentine sostiene il favoloso cappello: ampio, con la tesa rialzata in un angolo acuto, completamente profilato di piume. Creazione, naturalmente, Philip Treacy. Una persona che di cappelli si intende assai, e ha la mia totale fiducia, lo ha visto di persona e ha confermato la mia impressione: lo adoro entra direttamente tra i miei preferiti di sempre. Chic!
La Duchessa di Edimburgo era in compagnia del padre Christopher Rhys-Jones. Il tema scelto da Sophie sono evidentemente le pansée, stampate sull’abito di Suzannah London, o create – una per una, intagliate nella seta, da Anne Tomlin, straordinaria creatrice di fiori, andate a curiosare nel suo sito https://www.annetomlin.com – e montate sul delizioso cappellino Jane Taylor. Very British, very Ascot, very Sophie, very boh.
Pizzo!
(Ph: Max Mumby/Indigo/Getty Images)
Ci può essere Ascot senza pizzo? Non può, e infatti Zara compare come un ampio centrino nel Ladies Day: abito écru Scanlan Theodore – ancora una maison australiana per lei – un cappello banalotto di Emily London e pure una mini cappelliera Aspinal of London, che non sarebbe male come forma ma è in pelle stampa cocco, troppo pesante per il pizzo. La cosa che preferisco è l’espressione del marito, per il resto boh.
Risponde pizzo la cugina Beatrice, che il giorno seguente fa il suo ingresso nella seconda carrozza con il marito e i Principi di Galles. Il suo abito, di Monique Lhuillier ha fatto storcere il nasino ad un’affezionata lettrice del blog, ma io confermo: a me piace. La lavorazione è molto interessante e per niente banale, che poi è il rischio degli abiti in pizzo. Grazioso il cappellino, il modello Seraphina di Justine Bradley-Hill, favolosi gli orecchini Chopard (li trovate qui, andate a guardare che ne vale la pena https://www.chopard.com/it-ch/earclips/848349-1001.html). Chic.
Si sa che ubi maior minor cessat, e questo è vero soprattutto per le famiglie reali, dunque non vi sorprenderò dicendovi che la presenza di Catherine ha un po’ oscurato Beatrice. Francamente, in questo caso, senza ragione. La futura regina sceglie il total red: favoloso il cappello (Philip Treacy) totalmente fuori contesto gli orecchini boho, banale, piuttosto informe, troppo lungo l’abito (Alexander McQueen), bella ma troppo rigida per la morbidezza dell’abito la clutch vintage Hermès. Sorry, shock.
Signore in turchese
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)(Ph: Fritz von Westenholz)
Questa volta veramente andrebbe detto last but not least, perché chiudiamo la rassegna ascotiana con due signore che magari non somiglieranno molto ma hanno parecchio in comune, e non mi riferisco solo al colore scelto per la mise. A sinistra Sua Altezza Reale The Princess Royal, che per la seconda giornata ha scelto il vintage. Nel senso che ha indossato lo stesso abito con cui aveva ricevuto, insieme a sua madre, il presidente e la first lady del Botswana; col piccolo dettaglio che parliamo del 1978, e lei all’epoca aveva 27 anni. Ora non so voi, ma di quando avevo 27 anni forse posso portare ancora le borse… L’abito è così così, ma se pensiamo a quanto sia considerato elegante il riciclo, Anne è scicchissima. A destra invece Suo Splendore Dame Joan Collins, che a 90 anni (compiuti il 23 maggio) è una delle protagoniste del Ladies Day, grazie anche al favoloso cappello Philip Treacy. Ecco, mi auguro di poter festeggiare i 90 anni ad Ascot, con quel sorriso e quella verve. Certo non in turchese, colore che detesto, magari in violetto. Meravigliose entrambe.
Col blu non si sbaglia mai devono aver pensato le varie signore che per affrontare l’evento clou dell’anno si sono affidate al colore più rassicurante del mondo occidentale. A partire dall’incintissima Eugenie di York, che ha avvolto il suo pancione quasi a termine in un look total bue, firmato Fendi dal collo ai piedi (il cappello è di autore sconosciuto). E proprio i due estremi mi perplimono: da una parte quel pillbox piazzato in testa come un tegamino, dall’altra i sandali open toe. Che oltre ad essere francamente inadatti sembrano pure piuttosto scomodi, ma la gravidanza è una di quelle liete condizioni in cui le scarpe non vanno criticate. Notevolissimo l’insieme in diamanti di Garrard, il collier e gli orecchini Albemarle di cui per ora non abbiamo altre notizie. Un dono, un prestito? vedremo. Per me sarebbe boh, che diventa chic col bonus bebè.
(Ph: Mark Cuthbert/Getty Images)
Maria Teresa di Lussemburgo mi lascia senza parole, una donna di mondo come lei dovrebbe sapere che in una occasione del genere i pantaloni sono banditi. Non vorrei che questa recente passione fosse dovuta a un qualche problema fisico, unico caso in cui si potrebbe scusate una tale scelta. Altrimenti no, e il completo Alexander McQueen, tra le spalle, la banda sui pantaloni e quel drappo ammainato sul davanti, nemmeno la slancia. Sorry, shock.
(Ph: David Fisher/Shutterstock)
Favolosa la regina Suthida di Thailandia in abito tradizionale. Non saprei dire se abbia scelto il blu – divinamente abbinato con l’argento e un tocco di lilla – perché le piace o per far brillare la leggendaria demiparure di zaffiri e diamanti della suocera, l’altrettanto leggendaria regina Sirikit, ma l’effetto è veramente wow. Unico dubbio per la borsetta che sembra un vecchio ferro da stiro, ma basta spostare lo sguardo… Chic.
Con un’affezionata lettrice di questo blog ci stavamo chiedendo se ci libereremo mai del bluette/royal blue/blu elettrico. Temo di no, infatti ecco appropinquarsi Victoria di Svezia, con l’intera mise in tonalità Klein blue. Il suo abito è opera dello stilista svedese Pär Engsheden, nome che probabilmente vi dirà poco – il riservatissimo couturier non ha un sito né pagine social – ma negli anni egli ha creato molte delle mise indossate dalle signore Bernadotte, tra cui IL vestito, quello con cui Victoria ha sposato il suo Daniel. Svedese anche il creatore del pillbox, Tim Martenson, così come la creatrice della clutch – è la Port Doré di Susan Szatmary – disegnata in Svezia e realizzata in Italia, come tutti prodotti della designer. Al collo della futura regina brilla una rivière di diamanti che Victoria – beata lei – indossa spesso. Sulla spalla la spilla dell’ordine reale di famiglia con il ritratto del padre, re Carlo Gustavo. Un grande boh.
(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)
La principessa Margarita di Romania è la figlia maggiore del defunto re Mihail, (il padre, privo di figli maschi, l’aveva nominata erede presuntiva, in contrasto con la legge salica che non prevede la presenza di donne sul trono; ma il trono non c’è più, dunque problema risolto). Ha un bellissimo titolo: Custode della Corona di Romania; purtroppo ha anche una passione smodata per tessuti damascati, texture lucide e tagli improbabili. Salviamo quella sublime spilla a forma di giglio, ma il completino fosforescente, peggiorato dall’improbabile fascinator, va bocciato senza pietà. Shock.
(Ph: WIREIMAGE)
Lei non è una vera royal lady, ma dopo William tutti i sovrani britannici avranno i suoi geni. È la suocera del regno, Carole Middleton, madre della Principessa di Galles. E nessuno mi toglie dalla mente che abbia scelto questa tonalità di blu come ideale rimando al mantello del Royal Victorian Order indossato dalla figlia. La sua mise è di Catherine Walker, maison spesso scelta da Carole, da Catherine, e a dirla tutta pure da Diana buon’anima. Non mi piace, il cappottino è troppo lungo (e pure stazzonato), tremendo il begiarello rosato delle scarpe, e a quasi settant’anni si potrebbe evitare il cerchietto coi fiorellini? Shock.
(Ph: Jeff J Mitchell/Getty Images)
Riecco la versione ellenica della triade capitolina: Anne Marie Pavlos e Marie Chantal. La regina indossa una creazione blu inchiostro di Celia Kritharioti, la più antica maison greca, fondata ad Atene nel 1906. Sobria, signorile, come ci si immagina una sovrana (nel suo caso ex), non più giovanissima, sempre bella e dotata di garbata distinzione. Lei è elegante, il robe-manteau con quel taglio che si ferma sui fianchi boh. La mise della nuora Marie Chantal ci introduce al secondo gruppo, quello delle signore in azzurro. Sceglie ancora la stessa stilista che l’ha vestita per il ricevimento del giorno prima a Buckingham Palace, la greca Mary Katrantzou, mentre cappellino a goccia è di Philip Treacy. Non è il migliore dei suoi look – e lei nelle foto ha pure un discreto muso – ma difficilmente Marie Chantal sbaglia. Vorrei notaste la clutch a forma di libro, creazione di Olympia Le-Tan, brand di nicchia che sta attirando una certa attenzione, tra cui quella di un’altra Olympia, la figlia di Pavlos e di sua moglie; la fanciulla ne è anche testimonial. Marie Chantal portava una di queste pochette anche al party nel giorno prima dell’incoronazione, ma questa è particolarmente interessante per via del titolo: In search of the lost time, che sarebbe il titolo inglese della Récherche di Proust; scelta dettata dal colore o metamessaggio? Comunque chic.
Le azzurre
(Ph: Stuart C. Wilson/Getty Images)
Non è in costume tradizionale un’altra sovrana esotica, ‘Masenate Mohato Seeiso, Regina Consorte del Lesotho. Un abito troppo lungo e abbondante, che noi non metteremmo mai di mattina, e certo non abbineremmo a un vezzoso cappellino, eppure io la trovo molto elegante, grazie anche allo splendido portamento, davvero regale. Chic.
(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)
La First Lady americana è una bella donna; è anche una donna che ha dedicato tutta la vita all’insegnamento, e infatti non perde mai quell’aspetto da professoressa simpatica sempre dalla parte degli studenti. All’incoronazione di King Charles e Queen Camilla ha rappresentato il marito, e pure la moda statunitense: in questo caso un tailleur Ralph Lauren in un bellissimo color fiordaliso. Non so perché non mi convince, sarà il fitting, sarà il fiocchetto sulla testa come un’attempata adolescente? Jill dev’essere proprio convinta, perché ne portava uno uguale, naturalmente nero, al funerale di Queen Elizabeth. Boh.
(Ph: Getty Images)
Forse la migliore versione di sempre di Zara Tindall che ha presenziato all’incoronazione dello zio, cui è legatissima (si narra che il nome Zara lo scelse lui), tutta d’azzurro vestita. Molto bello il robe manteau di Laura Green, con il cappellino della stessa tonalità (Juliette Botterill) mentre la borsa Strathberry (altro brand da tenere d’occhio) e le scarpe sono in un celeste più chiaro e polveroso. Perfetto il dettaglio della spilla di diamanti, dono di nozze di Charles alla sorella per il suo matrimonio con Mark Phillips, genitori di Zara. Chic.
(Ph: Getty Images)
Ve lo dico subito, con Louise non sono obiettiva, sto sviluppando una vera passione per questa fanciulla. L’anatroccolo di casa Windsor sta diventando un delizioso cigno, con un portamento che avrebbe incantato suo nonno. Abito da jeune fille en fleur – e chi meglio di lei? – di Suzannah London, che ha realizzato anche il vestito che sua madre portava sotto il mantello del Royal Victorian Order. Questo è il modello Kumiko, realizzato in una seta stampata con gli iris fotografati da Rachel Levy, artista francese specializzata in fotografia botanica. Sul capo, il cappello Pomona di Jane Taylor – a sua volta autrice dell’acconciatura della Duchessa di Edimburgo – realizzato nella sfumatura di azzurro violetto dei fiori dell’abito. Perfette anche le scarpe, in una tonalità nude molto simile al suo incarnato. Chic.
Le sfumature violacee della toilette di Louise ci portano verso un altri colori ed altre mise, che potrete leggere nella seconda parte del post. Stay tuned.
E venne Natale a Sandringham, il primo senza Her Majesty, il primo con His Majesty, che ha mantenuto la tradizione della messa nella chiesa di St Mary Magdalene con tutta la famiglia.
Ma mentre King Charles si conferma uomo di grande eleganza, stavolta Queen Camilla mi piace meno. Il cappotto (Anna Valentine) è il modello che preferisce, ma non amo particolarmente quella sfumatura di blu e le applicazioni di passamaneria – in effetti sono piccole sfrangiature – mi hanno un po’ stufato. Bella senza guizzi la borsa Chanel, bellissima la spilla di diamanti, probabilmente appartenuta alla Queen Mom, ma appuntata così sembra quasi un badge e non aggiunge nulla. Non mi convince neanche il cappello Philip Treacy, con quelle penne messe in orizzontale; aureola o copricapo precolombiano? Boh.
Il grande Philip Treacy fa meglio, e molto, con la Principessa di Galles, dotata di un bel cappello verde loden a tesa ampia con penna di fagiano; la campagna inglese nella versione più elegante. In nuance il cappotto (riciclato) Alexander McQueen, modello militare e linea slim come piace a lei, ma quelle pieghe danno un volume diverso, e questa volta piace anche a Lady Violet, chic. A patto di dimenticare quegli orecchini vagamente etnici – andati subito sold out – che non c’entrano proprio niente.
I Wales erano accompagnati da tutti e tre i figli, col piccolo Louis simpatico e caciarone come al solito. Non è stato però l’unico bambino ad attirare l’attenzione; ha infatti debuttato sulla scena royal il seienne Wolfie Mapelli Mozzi, figlio di primo letto di Edo e dunque figliastro di Beatrice di York.
La quale sembrava uscita da un film anni ’30 con un cappotto (Shrimps) verde bottiglia bordato di pelliccia rigorosamente finta, già indossato in precedenza, e un vezzoso cappellino nuovo di Somerset Millinery in una nuance leggermente diversa, tendente al blu. In teoria sarebbe la mise perfetta per un natale reale, ma in pratica, boh.
Silhouette opposta per la sorella Eugenie, che incinta o no (sembra, ma non c’è conferma ufficiale) sceglie anche stavolta di avvolgersi in un cappotto e ampio, a pied-de-poule grigio, di Weekend Max Mara. Avrei comunque evitato la cintura. Il bel viso è incorniciato da un bandeau in tinta di Emily London. Un po’ troppo infagottata ma la trovo graziosa, Eugenie sembra immune dall’ansia di prestazione, che me la fa apprezzare sempre. La probabile gravidanza poi mitiga il giudizio, quindi boh.
Anche la sempre piacevole e spesso elegante Sophie Wessex non resiste alla tentazione del cappotto in cashmere double con cintura, e pure color crema (Joseph) che la arrotonda molto. In contrasto le linee rigide del cappello da gaucho (JT Millinery) con corona piatta e tesa rigida – in inglese si chiama pork pie perché ricorderebbe l’omonimo pasticcio di carne, pensate voi – e la grande clutch squadrata Sophie von Haubsburg, in un color cuoio che fa a pugni con gli stivali. Si sarà portata un laptop? Shock. Sceglie una linea più smilza la figlia Lady Louise, in blu. Bellissimo il cappotto Roland Mouret, preso a prestito dall’armadio materno; perfetto per una ragazza così giovane il cappello, un trilby JT Millinery. Farò finta di non vedere i sandaletti nude con calze abbinate, chic.
Difficile pensare a una coppia meglio assortita di Mike e Zara Tindall, sportivi, allegri, molto affiatati, anche i fisici sono simili: atletici e costruiti con generosità. Zara indossa un cappotto di LK Bennet in tessuto spigato bianco e nero che secondo me la ingoffa molto. Il pullover (o l’abito, o quello che è) le accorcia il collo, la cinturina in vita le taglia a metà la figura, in mano la bag Lalage Beaumont brandita come se volesse prendere qualcuno a borsettate, simpatico il cappellino (Juliette Botterill), ma non mi piace particolarmente con quel cappotto. Salviamo le Louboutin, per il resto shock.
Finisce dicembre, arriva gennaio e noi ci trasferiamo in Danimarca, dove il capodanno è salutato con una serie di ricevimenti di gala. Appena rientrata dalla natia Australia, dove ha trascorse le vacanze con marito e figli. la futura regina Mary ha riciclato senza batter ciglio.
(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)
La sera del primo gennaio ha partecipato al tradizionale ricevimento ad Amlienborg, offerto alle Autorità del Paese. La futura regina ha riproposto la mise indossata all’inizio dello scorso anno per le fotografie ufficiali col marito (Mary, fifty&fabulous). Favolosi i pezzi della parure di rubini – a partire dalla tiara, che le sta d’incanto – ma l’abito del danese Lasse Spangenberg è troppo da fata turchina. In fondo il mondo si divide tra chi ha letto Pinocchio e chi no. Boh.
Il 3 gennaio è stata la volta del corpo diplomatico presente a Copenaghen; se Mary ha riciclato anche la sua mise grigia rigorosamente made in Denmark (blusa Birgit Hallstein, gonna Julie Fagerholt) tutta l’attenzione era per la Regina, con indosso il nuovo abito di corte, offerto da Haandv ærkerforeningen, l’Associazione degli Artigiani. Questo vestito sostituisce il precedente, con un modello simile ma realizzato in blu, ricevuto 25 anni fa. Naturalmente Lady Violet non approva collo e polsi in pelliccia, prodotto comunque tipico dei Paesi scandinavi, per il resto la mise, per linea e colore, è splendida. Chic + chic.
Ultimo appuntamento il giorno seguente, dedicato alle Forze Armate. Se Margrethe ha replicato l’abito di corte, Mary ha deciso di rendere felice Lady Violet, presentandosi in total color viola bacca. Pure questo un riciclo, ma volete mettere? I due pezzi, abito e cappa, indossati spesso anche singolarmente, sono un’altra creazione di Lasse Spangenberg. Chic.
Il tour delle feste finisce il 6 gennaio a Madrid, giorno della Pascua Militar. Riciclo anche per la Reina Letizia, che a sua volta opta per un colore in armonia con quello scelto dalle altre royal ladies.
La mantella nera con collo in pelliccia ecologica è Carolina Herrera; l’abito, di Felipe Varela, ha troppo pizzo e troppo inutilmente distribuito; non finisce per sembrare la tenda del salotto di Nonna Speranza solo grazie al fisico asciutto e sottile della Reina. Lo trovo terribile, shock.
L’Epifania tutte le feste si porta via, e con esse le mise che hanno infiammato il dicembre reale. Ma udite udite, data l’abbondanza degli eventi vi aspetta anche una terza parte!
Regno Unito
Primo appuntamento natalizio della Royal Family il concerto Together at Christmas, organizzato per il secondo anno consecutivo a Westminster Abbey dalla Principessa di Galles. La serata avrebbe potuto chiamarsi anche “festival del bordeaux”, colore ampiamente preferito in varie sfumature dalle signore presenti.
Compresa l’adorabile Charlotte,en pendant con la madre (e la cravatta del padre). La padrona di casa si infila in un lungo coat dress – quel capo che le nostre madri chiamavano robe-manteau – di Eponine London color burgundy con accessori in tinta e orecchini supercheap (di Accessorize)in tinta pure quelli. Catherine ha un fisico che le permette praticamente tutto, ma questi modelli così stretti e lunghi a me non piacciono. Sono consapevole che l’estetica della nostra cultura prediliga le forme sottili e allungate, ma quando si veste così mi fa pensare a un tubetto di mascara, quindi boh.
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Stesso colore per la sorella Pippa Matthews che, meno legata al protocollo, fa spesso scelte più interessanti. Per lei un cappotto di Karen Millen in una tonalità definita fig, fico, ma non chiedetemi perché. Il modello è a doppio petto con baschina in vita e nasce piuttosto aderente ma devo dire che a me piace di più l’indosso oversize di Pippa. Chic.
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Stesso brand, Karen Millen, stesso tessuto (italiano, in lana), il cappotto di Zara Tindell è invece definito merlot e francamente non saprei dire se sono davvero nuance diverse o cambiano in nomi per non farci appisolare. Anyway, la sportiva Zara, amazzone e pure un po’ cavallona, ha scelto un doppiopetto semplice e chic. Ci piace.
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Scelgono il bianco due delle signore più importanti del regno, Her Majesty The Queen Consort e la cognata Contessa di Wessex. Camilla indossa un cappotto color panna della maison preferita, Fiona Clare Couture, con accessori neri, tra cui la clutch Tosca di Launer, brand very British (ma i modelli hanno quasi tutti nomi italiani, di solito legati alla lirica) divenuto famoso per firmare le borse della defunta Regina. Sotto si intravvede un abito maculato, ormai considerato un neutro buono per tutte le stagioni; non la più classica delle mise natalizie, ma chic. Menzione speciale per la splendida spilla déco di topazi brown e diamanti appartenuta alla Queen Mother.
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Sophie ricicla un cappotto doppiopetto Max Mara – che è un investimento e quindi va sfruttato – su un abito di maglia (Reiss). Il total white è interrotto dagli accessori: stivali color caramello e la Lunatic clutch firmata Sophie von Habsburg. Quando ero ragazzina mi capitò di leggere su un giornale una fase che suonava più o meno così: una bella donna bionda in bianco vince sempre. Sono ancora assai d’accordo. Chic.
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Le sorelle York si sono date ai quadri (ma non quelli della galleria diretta da Eugenie!). Beatrice è una di quelle creature cui il matrimonio dona: è più bella, più elegante, più consapevole. Bellissimo il cappotto di Temperley London a riquadri bianchi e grigi; nonostante il cappotto sia chiaro e fermato da una cinta – una combinazione ad alto rischio – e Beatrice non sia particolarmente alta, trovo che le stia benissimo. Chic.
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)
Purtroppo non mi suscita lo stesso entusiasmo la sorella Eugenie; anche per lei un modello a vestaglia, in un tessuto plaid compreso di orlo sfrangiato. Nonostante il cappotto sia Max Mara, non fa una gran figura e non le dona affatto. Perché a volte conviene evitare come la peste i riquadri così grandi, peggio se fermati in vita. Va detto poi che a guardare la sua figura arrotondata e la cintura annodata in alto la principessa sembra incinta. Dunque my dear riguardati e non ti raffreddare, che all’eleganza pensiamo un’altra volta. Sorry, shock.
Non mancavano le signore in verde: Carole Middleton ha una bella figura e un certo stile, e il cappotto a redingote (di Hobbs London, più British di così non si può) le sta molto bene, oltre a mantenerla comodamente in quel low profile che si è data qualche mese e qualche gaffe dopo il royal wedding della figlia. Chic.
(Ph: James Whatling)
Last but not least, la Duchessa di Gloucester. Moglie di un cugino della defunta Regina, la signora è di origine danese; a me è simpatica e mi sembra una donna in gamba, ma diciamo che riunisce in sé la summa di quel certo cattivo gusto anglosassone. Il soprabito di velluto è passabile ancorché datato, ma lo stivaletto mozzacaviglia… Mettiamola così: poteva andare peggio, poteva piovere. E lei si sarebbe messa le galosce. Shock.
Madre e figlie
Quanto ci siamo lamentati delle royal Christmas card con fotografie che sprizzano poca atmosfera natalizia? Bene, nei Paesi Bassi ci hanno ascoltato ed ecco a voi gli Orange in tutto il loro festivo splendore, compreso canetto, dall’espressione a dire il vero piuttosto perplessa. Dopo aver notato che William-Alexander si sta imbelloccendo (mai dire mai!) passiamo ad ammirare le signore e il loro amore per il mopnospalla. Lo indossano le due figlie minori: Missoni a pois per la quindicenne Ariane, nero e drammatico (Zara) per la diciassettenne Alexia. Essendo le fanciulle ancora minorenni le guardiamo con simpatia ma non le giudichiamo; Lady Violet però ama sempre osservare le sperimentazioni delle giovanissime. Monospalla anche per la Regina: un Elie Saab in tulle plissé color argento nuovo di zecca. L’abito mi sembra bello, un po’ eccessivo per l’occasione; bizzarri gli accessori: al collo quello che sembra il favoloso bandeau di diamanti grossi come nocciole della regina Emma, trisavola del sovrano, in braccio il delizioso cagnolino, ma fargli un bagnetto pareva brutto? Boh. Aspettiamo un indosso che valorizzi di più quel bell’abito, siamo certi che Máxima non ci deluderà.
Accanto al padre l’erede al trono Catharina-Amalia, che ha dovuto lasciare la residenza universitaria ad Amsterdam a causa di minacce di rapimento e aggressione. La fanciulla mi sembra dotata di carattere e sicuramente saprà affrontare e superare il momento difficile. A diciannove anni sta ancora cercando il suo stile, com’è giusto che sia, coniugando età struttura fisica e titolo. A me l’abito Asos piace, mi piace che sia semplice e in un bel verde bosco di Natale, mi piace come le sta e mi piace che non abbia imitato la scelta frufru di madre e sorelle. Chic di incoraggiamento.
E in Belgio…
Può mancare il rosso a Natale? Che domande, e infatti per il tradizionale concerto natalizio a Palazzo reale la Reine Mathilde sfodera un vestitone scarlatto percorso da un filo di lamé oro, naturalmente firmato Natan. Collo alto, maniche a 3/4, gonna a campana ed ecco la bella sovrana trasformata in una cloche de Noël.
Un giorno qualcuno studierà l’incredibile abilità di Edouard Vermeulen, lo stilista della maison, nel creare abiti così poco valorizzanti. E non è per Mathilde, splendida cinquantenne con quattro figli; se guardate la foto dalla sfilata l’abito è brutto pure su una filiforme modella adolescente. Shock.
Insieme con i sovrani sono il principe Laurent, fratello minore del Re, con la simpatica moglie Claire, che dev’essere la donna più paziente dell’universo. Per lei un completino begiarello senza lode ma con un po’ d’infamia, da segretaria quasi perfetta. Lei mi piace tanto, ma raramente indovina una mise. Shock.
Assente il primo dei figli maschi, Gabriel, ma presenti entrambe le fanciulle: la piccola Eléonore, quattrodici anni, sceglie Diane von Furstenberg ma abbonda un po’ con la stoffa fiorata, però è così carina che le si perdona tutto. E alzi la mano chi non ha pensato alla faccia di Miranda Priestly mentre sussurra: floral? for Christmas? groundbreaking!
Adoro la sorella maggiore ed erede al trono Elisabeth in Diane von Furstenberg pure lei (ma che differenza!) color blue royale – noblesse oblige – collo montante, maniche accennate, e un lungo drappeggio laterale che si apre in un lungo spacco. Non è natalizio, non è classico, non è già visto, non è troppo serio, praticamente perfetto. Chic.
Mentre il feretro di Queen Elizabeth lascia per sempre Balmoral alla volta di Edimburgo, noi facciamo brevemente il punto sulle ultime ventiquattr’ore. Nonostante l’importanza della cerimonia con cui sabato mattina Charles è diventato King Charles III, ciò di cui tutti hanno finito per parlare è rappresentato in questa foto: i due figli del nuovo sovrano e le loro mogli nuovamente insieme, a Windsor.
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)
Le due coppie sono uscite dai cancelli del maniero per salutare i presenti e ammirare i fiori lasciati in omaggio alla regina scomparsa. Catherine, neo Principessa di Galles, dritta come un fuso e affilata come un rasoio, procede con passo da bersagliere. La cognata Meghan, che rimane Duchessa di Sussex – e rimane overseas, come ha amabilmente sottolineato il suocero nel suo discorso – appare meno sicura, infagottata nel vestitone nero. Non è strano, in fondo l’una è nel suo ambiente, l’altra no. Tra loro i rispettivi mariti, vicini e distanti. Bravi, un gesto che andava compiuto, anche se non credo che cambi qualcosa, almeno per il momento. Confesso che guardandoli più che i Fab Four mi vengono in mente i Neri per caso.
(Ph: Jonathan Brady/POOL/AFP/ Getty Images)
Come di diceva, l’evento clou della giornata è stata la proclamazione del nuovo Re in una cerimonia dal sapore antico per la prima volta trasmessa in televisione. King Charles non ha nascosto né l’emozione né la tensione, evidenti soprattutto al momento della firma, ostacolata dall’improvvida presenza di un paio di oggetti da scrittoio che hanno impavidamente sfidato le ire reali. D’altronde il primo discorso del sovrano ha fatto cadere il velo di impeccabile, algido controllo che era stato la cifra della monarchia britannica finora. Bisogna marcare da subito le differenze col monarca precedente, e la comunicazione è il primo passo; non credo che si tornerà indietro.
(Ph: Victoria Jones/PA)
King Charles ha anche mostrato per la prima volta – in forma di spilla appuntata sulla cravatta – il suo monogramma, che reca l’iniziale del nome intrecciata alla R di Rex, in latino. Lo vedremo presto sostituire ER (Elizabeth Regina) su passaporti, banconote, monete, francobolli, cassette postali, alcune livree e uniformi.
(Ph: Jeff J Mitchell/Getty Images)
Stessa evidente commozione a Balmoral, dove la sorella e i fratelli del re, con coniugi e figli, hanno partecipato ad una funzione privata nella vicina Crathie Kirk fermandosi poi a salutare e a ringraziare i presenti per la vicinanza, il rispetto, l’affetto, i fiori. Mai li avevamo visti manifestare così apertamente le proprie emozioni; commossa la solitamente controllata Anne, contrito l’arrogante Andrew – molto affettuoso con le figlie – angosciato il tenero Edward, sconvolta la moglie Sophie. Guardate il video; vederli allontanarsi insieme, abbracciati (minuto 3’30) è davvero toccante. https://videos.dailymail.co.uk/video/mol/2022/09/10/2970358429742485038/480x270_MP4_2970358429742485038.mp4
Confermate data e ora dei solenni funerali di stato di Queen Elizabeth II; saranno celebrati lunedì 19 alle 11:00 (le 12:00 in Italia) a Westminster Abbey, alla presenza dei potenti della terra.
Il calendario completo lo trovate qui: The day after
Breve post per la vigilia di San Valentino, perché la foto di oggi un po’ ci riguarda.
Se i figli della Regina e del Principe Philip hanno avuto fortune alterne in campo matrimoniale (quattro figli, tre divorzi, sei matrimoni totali) sembra che per i nipoti vada meglio: finora si sono sposati in sei – mancano solo i figli dei Conti di Wessex, ancora troppo giovani: Louise ha 18 anni e James appena 14 – e ha divorziato solo Peter Phillips, che è il primogenito della Princess Royal, e anche il maggiore dei nipoti della sovrana. Dopo la fine del suo matrimonio con la bella canadese Autumn Kelly, da cui sono nate Savannah e Isla, la nuova girlfriend di Peter è Ms Lindsay Wallace, che frequenta già la famiglia: a novembre era tra gli invitati al doppio battesimo di August Brooksbank e Lucas Tindall, e a gennaio è stata presentata alla nonna, che sembra l’abbia approvata, nonostante il trascurabile dettaglio che la signora sia ancora legalmente sposata, in attesa di divorzio.
(Ph: Instagram)
La sorella di Peter, Zara, è invece assai felicemente accasata con Mike Tindall, ex capitano della Nazionale di rugby, con cui forma una coppia solida, unita e anche molto simpatica. Proprio i Tindall hanno passato la vigilia di San Valentino a Roma, e la Città Eterna ha offerto loro la dolcezza di un sole tiepido che fa già pensare alla primavera. Tecnicamente non si è trattato esattamente di una fuga romantica: Zara ha colto l’occasione e accompagnato il marito, arrivato per commentare l’incontro tra Italia e Inghilterra nell’ambito del Torneo Sei Nazioni di rugby (è ambassador di Green Room, società che si occupa della gestione di molti rugbisti). E sono costretta a informarvi che la nostra nazionale ha perso clamorosamente, con un umiliante 33 a zero.
Se questa sera volete – sobriamente – prepararvi a San Valentino, qui raccontiamo di un matrimonio celebrato proprio il 14 febbraio: A Royal Calendar – 14 febbraio 1981
Oggi pomeriggio la Duchessa di Cambridge apre ufficialmente la stagione delle feste ospitando Together at Christmas un carol service, cioè un concerto di canti natalizi, a Westminster Abbey.
E come volete vestirvi per un’occasione così natalizia se non di rosso?
Detto, fatto. Catherine è arrivata tutta di rosso dalla testa ai piedi, scortata dal marito William con cravatta en pendant. Il cappottino con grande fiocco è una creazione Catherine Walker, il modello Beau Tie, cui la duchessa ha abbinato scarpine scarlatte Gianvito Rossi e una piccola clutch Miu Miu.
Se vi piace il modello del cappotto sappiate che Catherine ne ha un altro, uguale tranne che per il colore, e state per scoprire di averlo già visto: era quello nero indossato il 17 aprile scorso al funerale del Principe Philip.
A completare la mise un paio di orecchini zaffiri e diamanti, che magari non saranno particolarmente natalizi, ma appartenevano alla Queen Mom, e scusate se è poco.
La duchessa, che compirà quarant’anni tra un mese, è apparsa raggiante, forse anche per la presenza e il supporto della sua famiglia: i Middleton sono spesso presenti accanto a Catherine, con la discrezione e l’understatement che sono diventati la loro apprezzatissima cifra.
Quanto al coté royal, c’erano Sophie di Wessex, in inconsueti pantaloni bianchi, le due sorelle York con Edo ma senza Jack, i Tindall.
Those who in July do wed, must labour for their daily bread
Chi si sposa a luglio si deve guadagnare il pane quotidiano. Probabilmente perché per loro portare il pane in tavola non è di solito un problema, luglio è un mese gettonatissimo per i royal wedding, compreso il più famoso di tutti , quello di Charles e Diana, ormi entrato negli anta.
Se Paola Ruffo di Calabria lascia Roma alla volta di Bruxelles per diventare Principessa di Liegi il 2 luglio 1959 sposando Albert – fratello del Re dei Belgi e poi re a sua volta – nel 2014, il 6, il maggiore dei nipoti della coppia, Amedeo, fa il percorso inverso e viene in una Roma torrida a sposare la deliziosa – e italianissima, nonostante il cognome – Elisabetta Rosboch Von Wolkenstein. Paola indossa un abito couture e il sontuoso velo ereditato dalla nonna (belga a sua volta) che nell’emozione del momento finisce per calpestare. Elisabetta è in Valentino dalla testa ai piedi; nel suo caso il prezioso velo di famiglia resta nel comò.
(Ph: Riccardo De Luca)
È il 3 luglio 1993, un sabato, quando la cattedrale di Vaduz addobbata a festa accoglie il principe ereditario, Alois, che sposa la duchessa Sophie in Bavaria. Nonostante la proverbiale discrezione del Liechtenstein, è un matrimonio molto interessante per più di una ragione: innanzi tutto il rango dell’aristocraticissima sposa, che non solo appartiene al casato dei Wittelsbach, ma è anche nella linea di successione giacobita, che discendendo da James II si oppone alla successione degli Hannover, quella della Royal Family regnante. In secondo luogo abbonda di scapoli d’oro più o meno alla ricerca di una consorte di rango adeguato; all’epoca qualcuno sogna un matrimonio tra l’allora venticinquenne Principe delle Asturie Felipe e Tatjana, sorella ventenne dello sposo. Philippe del Belgio, timido e riservato, ha 33 anni ed è quasi fuori tempo massimo; è l’erede apparente al trono su cui siede solidamente lo zio Baudouin: la sua situazione apparentemente tranquilla si ribalta in appena 4 settimane, con la morte dello zio e l’inattesa ascesa al trono del padre Albert. Philippe trova in seguito l’anima gemella in Mathilde d’Udekem d’Acoz che sposa nel dicembre 1999.
Lady Violet, che deve di lì a breve fare da testimone a due delle sue migliori amiche – sempre damigella e mai sposa! – cerca ispirazione per le sue mise nei reportage di questo royal wedding, ispirazione che genera un clamoroso cappello di paglia con fiocco in organza per uno dei due matrimoni, celebrato di mattina.
Se il matrimonio di Philippe e Mathilde è l’ultimo royal wedding del millennio, il penunltimo credo proprio che sia quello di Alexia di Grecia, primogenita dei deposti Costantino e Anne-Marie, che il 10 luglio sposa nella cattedrale ortodossa di Londra l’architetto spagnolo Carlos Morales. Alexia ci dà la grande, e rara in questa generazione, gioia di vedere indossata la famosa tiara del Khedivé, che per tradizione indossano le spose discendenti di Margareth di Connaught (qui trovate la storia di questo splendido diadema A Royal Calendar – A Greek royal wedding).
Same month same place per il fratello minore di Alexia, il diadoco Pavlos, che il 1 luglio 1995 impalma la graziosa Marie-Chantal Miller, di Valentino vestita, alla presenza di varie regine consorti e ben due regnanti: Her Majesty The Queen e Margrethe di Danimarca, zia dello sposo. Marie-Chantal appartiene all’aristocrazia del denaro ma non a quella del sangue, e diademi di famiglia non ne ha, per cui la suocera Anne-Marie le presta la Antique Corsage Tiara – in origine un devant de corsage appartenuto alla Regina Victoria di Svezia – che la madre Ingrid, Regina Consorte di Danimarca, le ha donato per i 18 anni.
L’altissimo profilo di queste nozze fa passare in secondo (o terzo, o quarto) piano quelle che nello stesso giorno si svolgono a Monaco, dove la principessa Stéphanie sposa con sole nozze civili il padre dei suoi due figli, Daniel Ducruet, già sua guardia del corpo. Per lei un abito corto che mette in mostra le belle gambe, realizzato da una sarta monegasca. L’espressione di papà Rainier, fiero oppositore alle nozze, è tutta un programma. Non ha tutti i torti, papà: il matrimonio dura appena quindici mesi, e finisce con Daniel fedifrago praticamente in mondovisione.
Evidentemente il fratello di Stéphanie non è superstizioso: nonostante la fine ingloriosa del matrimonio della sorella, Albert II sceglie la stessa data per sposare Charlène: nel 2011, il 1 le nozze civili e il giorno dopo quelle religiose. Come sapete, i due coniugi non hanno trascorso insieme il decimo anniversario: lui nel Principato con i figli, lei in Sudafrica convalescente da una misteriosa malattia. Solo il tempo ci dirà se la malasorte ha colpito ancora, a noi per ora non resta che riguardare le immagini di un matrimonio che al di là del glamour, delle mise della sposa – Chanel e ArmaniPrivé – qualche nota stonata l’ha suonata da subito, come il bacio un po’ forzato dopo la cerimonia civile, o lo sposo infastidito dalle lacrime della neoconsorte.
Scelgono luglio anche due nipoti di Albert: Louis Ducruet, figlio maggiore di Stéphanie e Daniel, sposa la sua Marie Chevallier nel 2019, il 26 e il 27 (vi ricordo che nei Paesi dove non c’è concordato tra Stato e Chiesa sono necessarie due cerimonie, civile e religiosa). Un matrimonio magari privo dell’allure di raffinata eleganza della Monaco dei tempi d’oro, ma sembra felice e i due sposi davvero innamorati. L’abbiamo raccontato qui Le nozze di Louis e Marie.
Come dimenticare poi il matrimonio di un altro nipote di Albert II, Pierre Casiraghi, con Beatrice Borromeo? Siamo nel 2015, e per loro le nozze iniziano in luglio, il 25, e finiscono il 1 agosto, dal Principato all’Italia, in un tourbillon di invitati (alla cerimonia civile assistono pure Travaglio e Peter Gomez, dato che la sposa lavora per il Fatto) party, location diverse, paparazzi, ospiti vip e jeunesse dorée internazionale, e vestiti, vestiti, vestiti, con la sposa che indossa Valentino, Alberta Ferretti, Armani, solo per citare i principali. Abbiamo cercato di sintetizzare tutto in questo post: A Royal Calendar – 1 agosto 2015.
In questa rassegna non può mancare il Regno Unito, che quanto a matrimoni di luglio si piazza tranquillamente al primo posto. Il 6 luglio 1893 nella Chapel Royal, a St. James’s Palace, si celebrano le nozze tra il Duca di York George e Mary di Teck, che saliranno al trono diciotto anni dopo. Lei appartiene a una ramo minore della Royal Family ed è stata fidanzata con il fratello maggiore di lui, quel Duca di Clarence che in vita di non gode di grandissima reputazione (qualcuno lo mette pure nella rosa dei possibili Jack the Ripper) e muore sei settimane dopo il fidanzamento. Il comune dolore probabilmente avvicina i due, che finiscono per innamorarsi; sarà un matrimonio solido e felice.
(Ph: Royal Collection Trust)
Anche l’attuale Duca di York, Andrew, ha sposato Sarah Ferguson in un giorno di luglio: il 23, nel 1986. Anche il loro matrimonio è durato poco; sembra che Sarah soffrisse molto la solitudine dato che il marito, ufficiale di Marina, era lontano per buona parte dell’anno e fu protagonista di un ruspante scandaletto agli inizi degli anni ’90 che portò al divorzio. Nulla in confronto dello scanalo che ora coinvolge lui, di una gravità che potrebbe penalizzare la Corona stessa. Quel giorno di luglio li vede chiaramente innamoratissimi, e forse lo sono ancora; il loro appassionato bacio al balcone è rimasto famoso per le ragione opposte di quello tra i Principi di Monaco, compresa la scomposta interazione con la folla urlante. A quel matrimonio Lady Violet ha dedicato uno speciale chic shock e bohRoyal chic shock e boh – 1986 Royal wedding edition,
Beatrice, figlia maggiore della coppia, ha sposato il suo Edo Mapelli Mozzi il 17 luglio dell’anno scorso, e ora è in attesa del primo figlio. Nozze celebrate durante la pandemia, riservate ma molto emozionanti, per il particolare momento, per l’abito della sposa, prestatole dalla nonna come la tiara, la stessa che Her Majesty aveva indossato per il suo matrimonio, e per la presenza del nonno Philip, ritratto in pubblico per l’ultima volta. Questo è uno dei post che abbiamo dedicato alle nozze di Edo e Beatrice: Le parole di un royal wedding.
La cugina di Bea, Zara Phillips, quest’anno ha festeggiato l’arrivo del figlio maschio – scodellato sul pavimento del bagno di casa – e i quarant’anni; il 31 sarà ancora festa per i dieci anni di matrimonio con Mike Tindall. Per loro nozze scozzesi, nella Canongate Kirk sul Royal Mile di Edimburgo, precedute da un party sul royal yacht Britannia, ancorato ormai in pianta stabile nel porto della capitale scozzese, e seguite da un ricevimento a Holyroodhouse, residenza ufficiale della Regina in Scozia. Zara indossa un abito creato dal sarto caro alla nonna, Stewart Parvin, che come notato anche con l’abito di Beatrice, ama sottolineare gli orli con alte fasce (Here comes the bride!). Sulla testa bionda della sposa brilla la Meander Tiara, grande favorita di Lady Violet, prestito della madre Anne che l’ha ereditata dalla nonna paterna Alice. Un gioiello che come pochi altri parla di Grecia e di classicità, di cultura.
Last but not least, il matrimonio del secolo (scorso) che incolla davanti agli schermi televisivi la bellezza di 750 milioni di spettatori: è il 29 luglio 1981, quando il principe di Galles porta all’altare la giovanissima Lady Diana Spencer. Nato come un sogno e trasformatosi rapidamente in un incubo, è stato scrutato, analizzato, radiografato da chiunque in ogni modo. La Royal Family ha deciso per il basso profilo e il quarantesimo anniversario è passato sotto un inglesissimo silenzio cui anche Lady Violet si è adeguata; se volete, questi due post ne trattano alcuni aspetti: Invitate al matrimonio del secolo e Diana the bride.