Solo venti giorni fa abbiamo ricordato i venticinque anni dalla morte di Ayrton Senna, e oggi diciamo addio a un altro grandissimo.
Mi sarebbe piaciuto trovare le parole giuste, ma non sono un’esperta di automobilismo, e non riuscivo a scrivere nulla che non fosse scontato, banale, un po’ retorico. E proprio non mi piaceva, perché la retorica è il modo più stupido per salutare una persona, o per ricordarla.
Poi una giovane amica mi ha mandato una foto, questa, dicendomi che si era un po’ commossa.
Ed è capitato anche a me. Niki Lauda vince a Montecarlo con la tuta della Ferrari; lui schivo come sempre, la principessa sorridente ed elegantemente normale, il principe soddisfatto per un’altra giornata coi riflettori accesi sul Principato.
Addio a Niki Lauda. Incontrò la morte e la sconfisse, e lei gli concesse un’altra vita.
Il post su Ayrton Senna lo trovate qui A Royal Calendar – 1 maggio 1994
Questo modello, mono o doppiopetto, tagliato in vita, con tasche vere o finte (come in questo caso), da cui partono gruppi di pieghe o anche no, in otto anni di matrimonio l’abbiamo visto ottocento volte, per cui direi che comincia ad annoiare; e sul colore stendiamo un prato fiorito.
Sua Maestà per contrasto è in azzurro ghiaccio, e data la sua sconfinata coolness sul cappello non ha rose – che banalità – ma peonie, che oltre ad essere il fiore preferito di Lady Violet sono i veri fiori di maggio. Per tacere degli occhiali da sole, che porta assai raramente e sempre con lenti non scurissime, così che chiunque possa guardarla negli occhi.
Evidentemente il dress code per partecipare all’evento non è più troppo stringente, cappellino a parte. Ma gentile signora in tangerine, almeno un coprispalle?
E lo so, ci vuole una pazienza…