Mettetevi nei miei panni, invero comodi e ovviamente assai stilosi: mettete insieme le origini abruzzesi e la passione per il tricot, e immaginate la mia reazione quando, in un pigro pomeriggio di mezza estate, mi appare l’immagine dell’adorato Prince Charles tra pecore e lana. Avrà deciso di emulare il prozio Edward VIII che notoriamente amava il knitting? Colui che dopo l’abdicazione divenne il Duca di Windsor amava infatti tricottare, e realizzava dei capetti per l’adorata Wallis (che con lo stile che si ritrovava chissà quanto avrà gradito).
Nulla di tutto ciò: ieri il Principe di Galles ha visitato WoolCool, azienda inglese che si occupa sì di lana, ma riciclandola a lavorandola per realizzare imballi termostabili, destinati all’industria farmaceutica o al mondo del food (ad esempio le buste per il trasporto dei surgelati, per intenderci).
Avrei però un’obiezione: le pecore messe in quell’ordine, verde-bianco-arancio, evocano la bandiera irlandese; a un inglese, e pure principe, non si fa!
Dia retta a Lady Violet, Your Royal Highness, mandi le sue misure, che con certe amiche mie fate del tricot le facciamo un pullover in vera lana di pecora abruzzese, magari tinta col Montepulciano. Montepulciano d’Abruzzo, of course.