Veramente a vista d’occhio crescono le principesse olandesi, ritratte con i genitori nella tradizionale sessione fotografica estiva, davanti al palazzo Huis ten Bosch dell’Aja, oggetto di una recente, profondissima e costosissima ristrutturazione. Sembrano più grandi della loro età – 12 anni Ariane, 14 Alexia e 15 e mezzo l’erede al trono Catharina-Amalia – e sono già altissime, cosa che non sorprende considerando l’altezza di entrambi i genitori.
In effetti la primogenita sembra aver già superato il ragguardevole metro e 78 materno, come si vede nella foto in stile Tutti insieme appassionatamente, posa che dev’essere proprio una delle loro favorite, dato che non mancano mai di riproporla ad ogni nuovo ritratto familiare. Ed è interessante come già da ora si riesce ad intuire qualcosa della loro personalità: Catharina-Amalia la futura regina, Alexia la diva, Ariane la piccola di casa (e, ci scommetterei, la cocca di papà). Tutto piacevole e simpatico come sempre quando si parla della famiglia reale olandese, peccato per quella gonna baiadera della regina, che interrompe la romanticità bucolica degli abiti a fiorellini indossati dalle ragazze con un tocco à la Carmen Miranda. Máxima, come si fa a non amarla?
Assai più grande e definitivamente sbocciata Eugenie di York, che compare in questo post non tanto per l’abito a fiori di Alice&Olivia, che ne sottolinea la vita sottile e il décolleté – fiorente anch’esso – ma per l’attività umanitaria in cui è sempre più impegnata. Due anni fa la principessa ha fondato con l’amica Julia de Boinville The Anti-Slavery Collective contro ogni forma di moderna schiavitù, e qualche giorno fa ha accompagnato a Westminster Abbey John Cotton Richmond, Ambassador-at-Large per la lotta al traffico di esseri umani del Dipartimento di Stato USA.
Insieme hanno visitato la tomba di William Wilberforce, l’uomo grazie al quale nel 1807 la House of Commons decretò l’abolizione del commercio degli schiavi. Il 26 luglio 1833 Wilberforce riuscì nel progetto più ambizioso: l’abolizione della schiavitù nelle colonie britanniche; morì tre giorni dopo e da allora riposa nel transetto nord dell’Abbazia. Lady Violet non può nascondere la propria ammirazione per Eugenie, che ha scelto di impegnarsi con serena determinazione in un campo brutto sporco e cattivo.
Eugenia di York porta beatamente e con regale eleganza la sua taglia 52, la duchessa di Sussex la strizza invece in una taglia 48, con effetti tristemente tragicomici.
In questo periodo Meghan mi sembra gravemente in difficoltà, sia nella scelta degli abiti che in quella degli eventi a cui partecipare: mi dà proprio l’impressione di non avere ancora capito tanto bene chi rappresenta e che cosa ci sta a fare in Inghilterra.
Tosto o tardi mi aspetto guai.
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L’impressione è proprio quella, le idee ancora non perfettamente chiare sul proprio ruolo (e anche su come esaltare al meglio le forme arrotondate dalla gravidanza). Sono d’accordissimo sulla grazia di Eugenie e sull’eleganza con cui porta la sua morbidezza, però non è una taglia 52! Il brand che indossa arriva infatti solo alla 48 🙂
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