Nel 1988 sei belle ragazze vestite tutte con la stessa semplice camicia bianca vengono fotografate su una spiaggia di Los Angeles. Sono modelle emergenti, si chiamano Estelle Lefébure, Karen Alexander, Rachel Williams, Linda Evangelista, Tatjana Patitz, Christy Turlington. L’anno seguente le ultime tre compariranno, con Naomi Campbell e Cindy Crawford, su una copertina di Vogue UK che apre la strada agli anni ’90, e segna un’epoca.
L’autore è un fotografo tedesco che si fa chiamare Peter Lindbergh, e con queste immagini rivoluziona l’estetica delle foto di moda. E dei ritratti.
Nato nel 1944 in quella che sarebbe diventata la Germania Est, cresce all’Ovest, a Duisburg. Studia all’accademia delle Belle Arti di Berlino, si innamora di Van Gogh e ne segue le tracce fino ad Arles, città che non lascerà mai più, continuando a viverci parte dell’anno. Dalla pittura devia la sua attenzione sulla fotografia, negli anni ’70 fa parte della grande famiglia di Stern dove lavora con Helmut Newton; nel 1978 si trasferisce a Parigi, e qui incontra la moda e il mondo che ci gira intorno: stilisti, modelle, giornalisti. Lindbergh cambia decisamente lo stile della fashion photography e in un’epoca di trucchi e ritocchi agisce per sottrazione, libera le donne dalla schiavitù della perfezione, dal terrore del tempo che passa, alla ricerca di quella qualità indefinibile e fuori dai canoni che rende la bellezza interessante ed emozionante. Le sue immagini in bianco e nero raccontano delle storie sullo sfondo di scenari urbani o industriali; la natura stessa diventa uno sfondo quasi grafico dove si muovono le modelle che non sono più manichini da vestire. Nascono con lui e con Gianni Versace le Supermodels degli anni ’90, donne vive e vere, che non indossano solo un abito, ma comunicano l’emozione che quell’abito procura loro; e in fondo l’essenza della moda cos’altro è se non la felicità?
I suoi lavori sono esposti nelle gallerie e nei musei, vere opere d’arte realizzate sempre su pellicola, evitando il mai amato digitale. Molti sono ritratti, campo nel quale eccelle; donne più o meno famose, più o meno giovani, più o meno belle in senso stretto, sempre attraenti, sempre affascinanti. Non a caso è il primo – e finora unico – ad aver realizzato tre edizioni del calendario Pirelli.
Tra i suoi ultimi ritratti, quelli delle quindici donne sulla copertina dell’edizione di Vogue UK curata dalla Duchessa di Sussex. È morto ieri, 3 settembre, a Parigi.