Ieri, parlando di ginestre, abbiamo sfiorato una delle personalità più affascinanti e complesse dell’epoca: quella Éléonoire d’Aquitaine il cui secondo marito Henry II fondò la dinastia dei Plantageneti sul suolo inglese. Oggi si replica, e tocca al primo marito, Louis VII di Francia. Secondo la leggenda il re, impegnato in battaglia, stava per essere sconfitto e sospinto dagli avversari verso un fiume, quando vide sulla riva un campo di iris fioriti che si spingevano nell’acqua. Comprese dunque che il fiume poteva essere guadato e vi si lanciò coi suoi soldati riuscendo a salvarsi; in ricordo dello scampato pericolo scelse il fiore come suo emblema.
L’iris divenne allora noto come fleur-de-Louis ma finì per l’essere confuso col fleur-de-lys, il giglio, per cui nel corso del Medio Evo il giglio prese il posto dell’iris come fiore simbolo del re di Francia. La forma stilizzata del giglio, com’è usata in araldica, rimanda a un’arma, una lancia usata dai Franchi, simile allo scettro gigliato che compare nello stemma di Trieste. Un’altra tradizione risale fino al VII secolo, a Dagoberto, il federatore dei tre regni di Austrasia Borgogna e Neustria, il cui sigillo accorpava tre scettri in una sorta di iris stilizzato, antenato del fiore araldico.
Sorte analoga è toccata al fiore simbolo di Firenze: l’iris delle origini – il cui nome botanico è proprio Iris florentina – si è col tempo trasformato nel giglio. È interessante che anche in questo caso il fiore è assimilato a un’arma: i romani lo chiamavano gladiolus, per la forma allungata delle foglie che ricordano una spada, in latino gladius, il nostro giaggiolo.
Dimenticate dunque i significati di solito attribuiti al giglio: fecondità, come quello dell’Antico Testamento, o la purezza attribuita ai santi cristiani; l’elegante iris/giglio rappresenta la regalità, l’aspetto nobile della forza.
Credo che ci sia un po’ di confusione:il nome giaggiolo è riconducibile a tre tipi di iris, gladiolo è tutt ‘altra pianta anche se appartiene pure lui alla famiglia delle iridacee.
Il giglio appartiene alle liliacee. Il giglio fiorentino dello stemma probabile sia una commistione anche se a me ricorda proprio un iris con i vessilli (petali verso alto) e le ali (petali verso il basso). A Firenze c’è un giardino dedicato soprattutto alle iris barbate che oltre a vessilli e ali hanno una barbetta colorata. Le sfumature e le combinazioni sono infinite, basta andarci in epoca fioritura, è vicino a piazzale Michelangelo.
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So del giardino degli iris a piazzale Michelangelo, e ho un gran desiderio di andarci. Per il resto, probabilmente non sono stata chiara, ma sia il termine “giaggiolo”, riferibile agli iris che sono di fatto gli emblemi di cui tratta il post, sia il “gladiolo” hanno la stessa etimologia, derivano entrambi da “gladiolus”, diminutivo di “gladius”, la spada corta dei romani.
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Non è per fare la saccente eh ma è un attimo fare confusione, infatti si usano i nomi in latino per questo motivo
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