Ladycameron giorno 4 – La ginestra dei Plantageneti

Ricordate Riccardo Cuor di Leone (Richard The Lionheart, o Cœur de Lion, in francese), il re aitante e coraggioso col più bel soprannome che si possa immaginare? E suo fratello Giovanni Senzaterra (John Lackland) – chiamato così perché da figlio minore non aveva nessun possedimento – che tramava alle sue spalle mentre lui era in Terra Santa per le Crociate? Sono due dei re Plantageneti, dinastia che regnò sull’Inghilterra per più di tre secoli. Il nome deriva dal nomignolo di Geoffroy le Bel, conte d’Anjou, che aveva per stemma un ramo di ginestra (genêt in francese), ma è stato esteso a identificare la sua discendenza solo in epoca moderna. Geoffroy V PlantagenetHenry II, figlio di Geoffroy e di Matilde (figlia ed erede di Henry I d’Inghilterra) divenne re nel 1134 e la sua discendenza regnò di padre in figlio (o in fratello, come nel caso di Riccardo e Giovanni) fino al 1399 quando Richard II fu deposto e ucciso dal cugino Henry Bolingbroke. Con lui, salito al trono come Henry IV, iniziò il regno del ramo Lancaster, sostituito nel 1461 dal ramo York. Entrambi, Lancaster e York, appartenevano alla dinastia dei Plantageneti, e tra loro scoppiò quella celebre Guerra delle due Rose che portò sul trono i Tudor.

Durante i tre secoli e mezzo del loro dominio furono poste le basi dell’Inghilterra moderna: i sovrani Plantageneti riunirono le Isole Britanniche conquistando il Galles e parte dell’Irlanda, e affermarono con alterne fortune la sovranità sulla Scozia e su quelle aree della Francia ereditate da Geoffroy e da Éléonore d’Aquitaine, madre di Richard e John. The-Lion-in-Winter-1968-001L’opera teatrale The Lion in Winter racconta il matrimonio di Éléonore con Henry II; da questa fu tratto un famoso film con Katherine Hepburn, premiata con l’Oscar (e un remake con Glenn Close).

Lo stretto, anche se conflittuale, rapporto con la Francia impresse un notevole sviluppo al sistema politico e amministrativo, insuperato nell’Europa medioevale, da cui deriva l’assetto dello stato come lo conosciamo oggi e molte delle sue istituzioni, compreso il parlamento. Ed è ancora durante il regno dei Plantageneti che si affermò l’epoca d’oro delle cattedrali, e furono edificati Windsor Castle e Westminster Abbey.

Le ragioni che spinsero Geoffroy a scegliere la ginestra come fiore simbolico so avvolte nel mistero, masi sa che dove non arriva la storia arriva la leggenda, due in questo caso. Secondo la prima il giovane, cavalcando in una brughiera vicino a Le Mans, vide un unicorno con testa di donna avvolto in un mantello dorato in un campo di ginestra; tanto forte fu l’impressione che ne ebbe da voler adottare il fiore come suo emblema. Un’altra invece racconta di un giovanissimo Geoffroy che durante una cavalcata fu disarcionato e scaraventato in un burrone dal suo destriero spaventato da un tuono. La provvidenziale presenza di un arbusto di ginestra gli consentì di aggrapparsi evitando di precipitare per cui egli la volle sul suo stemma. ginestraIl giallo splendente di di questa pianta ne fa un simbolo del sole, e del suo corrispettivo minerale, l’oro, contenuto secondo Plinio nelle cenere della ginestra. Nel medio Evo la sua bellezza semplice ne fece l’incarnazione di Modestia e Umiltà, che ispirò san Luigi, Re di Francia, cui si fa risalire la fondazione dell’Ordre de la Cosse du Genêt.

Ordre de la Cosse du Genêt

Copyright: Norbert Pousseur

I cavalieri indossavano un mantello bianco con cappuccio viola e un collare su cui si alternavano ilfiore di ginestra e il giglio. Dal collare pendeva una croce piena di fiordalisi con la scritta Exaltat humiles (esalta gli umili). Cento cavalieri di quest’ordine proteggevano il sovrano.

Secondo una leggenda siciliana invece la ginestra sarebbe stata maledetta da Cristo, che mentre pregava nell’orto del Getsemani  fu scoperto dai soldati a causa del crepitio della pianta, condannata a crepitare in eterno quando venisse bruciata. È una storia che trova un’eco sinistra nel tragico episodio di Portella della Ginestra: il primo maggio 1947 gli uomini della banda di Salvatore Giuliano aprirono il fuoco contro i contadini che celebravano la festa del lavoro, uccidendone undici.

La Ginestra, o Fiore del Deserto, celebrata da Leopardi nel Canto XXIV, i cui primi versi recitano:

Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor nè fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.

Royal chic shock e boh – Sfida tra Duchesse

Tutta di verde mi voglio vestire, tutta di verde per Santo Giovanni. cambridges in eireHo i miei dubbi sul fatto che la Duchessa di Cambridge sia un’appassionata di D’Annunzio e del suo dramma pastorale La Figlia di Iorio, però pure lei tutta di verde s’è voluta vestire, nel suo caso per Santo Patrizio. E nel primo dei tre giorni di visita in Irlanda, la scorsa settimana, s’è presentata così: cappotto verde bosco (Catherine Walker, molto bello), scarpe in suède verde oliva Gianvito Rossi, clutch verde bandiera (è il modello Dora di LK Bennet). Solo il bandeau che trattiene i capelli è nero, si vede che verde non l’ha trovato. Catherine in Alessandra RichUna volta tolto il soprabito, ecco la pièce de résistance: abito Alessandra Rich in fantasia green on green. C’è di tutto: colletto a listino, corpino a pieghe, bottoni gioiello, maniche a sbuffo, polsino monstre. Sostituite la gonna con un paio di jodhpurs et voilà, pronta l’uniforme per il Palio di Siena del fantino di una nuova contrada: il ramarro. Catherine in The Vampire-s-WifePer il ricevimento serale la scelta cade su questo abitino in lamé color coleottero, con vezzosi volant, che rende inutilmente eleganti le Manolo di velluto (verde, of course). Eppure il brand avrebbe dovuto metterla sul chi va là: si chiama The Vampire’s Wife. Chic il cappotto, ma tutto il resto è shock, senza speranza.meghan in greenVerde semaforo per la Duchessa di Sussex alla cerimonia del Commonwealth Day, che di fatto dà il via alla sua nuova vita lontano dalla Corte. Metà Robin Hood metà Poison Ivy, la nemica di Batman, Meghan si è fatta infilare dalla perfida Emilia Wickstead in un abitino pieno di grinze che le evidenzia non solo l’underwear ma anche i difetti che non ha, e culmina in una mezza mantella avvoltolata al collo tipo Isadora Duncan (che per l’appunto finì strangolata). In testa un baschetto con orgia di tulle rigido di William Chambers, che sarebbe stato meglio lasciargli. Si prega notare la fodera della giacca di lui, en pendant con la mise di lei. Shock

Nel blu dipinto di blu

È molto amato e ricchissimo di tonalità, è anche il colore dell’anno, dunque non è strano che le due cognate abbiano scelto mise in blu, sebbene nuance e modelli non potrebbero essere più diversi. Tubino turchese Victoria Beckham per Meghan alla prima uscita ufficiale nel Regno Unito après le déluge (ma sotto il diluvio). Ne abbiamo già parlato ( Le foto del giorno – Meg is back ) l’abito non è male ma non la valorizza, è troppo stretto e muovendosi si arriccia e sale, oltre ad essere una scelta abbastanza strana per l’occasione, gli Endeavour Fund Awards, in pieno inverno. Insomma, non mi convince.

Concluso il Commonwealth Day Service, Catherine è stata la padrona di casa del ricevimento per Place2be, associazione che si occupa del benessere mentale dei ragazzi. Un gala a Buckingham Palace, per il quale la duchessa ha riciclato un abito royal blue di Jenny Packham, già indossato durante il viaggio in India nel 2016. Il colore è bello e le dona moltissimo, ma preferivo la versione originale (a destra) con stola ricamata sulle spalle. Il modello gonna fluttuante con corpetto ricamato è banalotto, nonostante il tocco glam delle Romy Jimmy Choo (gliele abbiamo viste qualche giorno fa La foto del giorno – 26 febbraio ). Le duchesse pareggiano: boh e boh.

Rosso di sera bel tempo si spera

Il popolare detto si adatta perfettamente alla terza mise di Meg, indossata alla Royal Albert Hall per il Mountbatten Festival of Music, anche qui en pendant con la giubba del consorte, alla sua ultima uscita come Captain General dei Royal Marines. Sembra davvero che l’idea che ha ispirato la duchessa in questi ultimi impegni sia stata dress to impress: colori brillanti (finalmente) e abiti sicuramente scenografici. Che non vuol dire eleganti né, soprattutto, di gran linea. Questo, del brand londinese Safiyaa, è l’ennesimo con cappa incorporata – un modello che ormai sopporto solo nelle arciconfraternite della processione del Venerdì Santo (se ci sarà) – ha una mantellina dalla forma interessante che purtroppo finisce in una inutile striscia di tessuto sulla schiena. Didascalico l’uso di accessori in tinta, eccessivo e non raffinatissimo il trucco. Che dirvi? Boh. catherine in redRosso, più profondo e meno squillante, anche per Kate, che al a cerimonia a Westminster Abbey per il Commonwealth Day ricicla il cappotto indossato alla messa di Natale del 2018 ( Christmas at Sandringham ). La linea princesse le dona molto, il  colore pure, e gli accessori in una nuance più scura sono perfetti. Tutto come avevamo già visto, con due importanti differenze. La prima è il cappellino che sostituisce il bandeau (brava, comincia ad annoiare) e le calze, nella tonalità della sua carnagione (bravissima! quindi ci leggi!). Anche William fa un piccolo sforzo e abbina la cravatta alla mise della moglie, e nel farlo cita i colori della bandiera. Assolutamente chic

Il meglio del meglio

Splendido il colore, bellissima la forma, delizioso il tocco di viola. Molto bello lo chignon, perfetto l’indosso inclinato sull’occhio destro. Il cappellino sfoggiato al Commonwealth Day è pura perfezione e Sally Ann Provan, che ne è la creatrice, si è appena piazzata tra i modisti del mio personale empireo.

Il peggio del peggio

Ma benedetta ragazza che t’è saltato in testa? come t’è venuto in mente di paludarti con questo coso?  Totalmente informe il modello che quell’orrendo colore (color tanè pare e non è avrebbe detto mia madre, e mio padre color can che fugge) riesce perfino a peggiorare. Il brand da cui esce cotanto orrore è Preen by Thornton Bregazzi; ignoro come (e soprattutto perché) sia stato scelto, a meno che l’attività di testimonial dei Sussex sia già iniziata.

Pratically perfect in every way the queen in blockCome e più di Mary Poppins. Lei che distribuisce decorazioni per una volta ne ha ricevuta una, la prima Medaglia d’Oro per Servizio del Most Venerable Order of the Hospital of St. John of Jerusalem, di cui peraltro è Sovrano; la medaglia le è stata consegnata a Buckingham Palace dal Lord Prior dell’ordine, il professor Mark Compton. E lei l’ha ricevuta con un abito pazzesco, un color block amaranto e violetto. Tre fili di perle, una duette déco di diamanti alta sulla spalla sinistra e pedalare. Notare il dettaglio della stufetta elettrica piazzata dentro il camino, un classico delle residenze reali. Sipario. Anzi, curtain.