Corone e coronavirus

Tutti i sovrani e le famiglie reali d’Europa stanno fronteggiando la crisi causata dal coronavirus; primo tra tutti il Principe di Monaco, che è risultato positivo al test e ora è in quarantena ( Breaking News! ). Gli eredi al trono danesi hanno riportato in patria i quattro figli – che si erano trasferiti per dodici settimane a studiare in una scuola in Svizzera – per essere tutti vicini alla popolazione, e anche Elisabeth, Duchessa di Brabante, che studiava in Galles è rientrata in Belgio. I sovrani olandesi e le loro figlie si sono affacciati a un balcone di Palazzo per applaudire medici e infermieri in prima fila contro la pandemia (in calce il link al video). Il re Felipe ieri ha rivolto un discorso agli Spagnoli (piuttosto criticato in verità, per il richiamo all’unità non troppo gradito dai separatisti baschi e catalani, e per non aver sequestrato i 100 milioni – omaggio saudita al Re Emerito, prudentemente allocato su conto estero – che Felipe ha già dichiarato di non volere ereditare, quando sarà.

Oggi, dopo essere arrivata a Windsor con una settimana d’anticipo sul previsto, e  raggiunta dal marito proveniente da Sandringham, ha parlato anche The Queen. Per lei nessun video, ma un sobrio comunicato in cui annuncia qualche cambiamento nella routine, invita all’unità e al rispetto delle direttive, e ringrazia tutti coloro che combattono la pandemia. Intanto la visita degli Imperatori del Giappone nel Regno Unito è rinviata a data da destinarsi. La situazione britannica è particolarmente interessante, perché Sua Maestà, essendo nella categoria più a rischio, non può esporsi più di tanto, ma anche il Principe di Galles, ultrasettantenne, potrebbe scomparire per un po’ (sempre che non sia già in quarantena, perché se non ricordo male dovrebbe aver incontrato Albert de Monaco nei giorni scorsi). Se così fosse, rappresentare la Corona a Londra toccherebbe a William, magari col sostegno del fratello, richiamato in patria dal Canada (è l’ipotesi del Daily Mail). Harry dal canto suo ha diffuso un video in cui annuncia che gli Invictus Games, previsti per la seconda settimana di maggio a L’Aja, sono stati rinviati all’anno prossimo. British Champions Day At Ascot RacecourseE a proposito di rinvii, che fine faranno le nozze di Beatrice? Si terranno lo stesso il 29 maggio, anche se il ricevimento nei giardini di Buckingham Palace è stato annullato? L’ultima voce è che le regole adottate dalla Chiesa d’Inghilterra prevedano che i matrimoni siano celebrati alla presenza dei soli sposi e di una coppia di testimoni. Più intimo di così!

Qui trovate i sovrani olandesi scatenati al balcone https://twitter.com/i/status/1239994670886895616

Breaking News!

Ancora breaking news, e questa volta per una notizia veramente inattesa. Il Principe Albert II de Monaco è risultato positivo al coronavirus. FB_IMG_1584632919891Lo rende noto un comunicato ufficiale di palazzo, specificando che le condizioni del sovrano non destano preoccupazione, e che Albert continuerà a lavorare dal suo appartamento privato. FB_IMG_1584632941537Il principe ha compiuto 62 anni sabato scorso, e in questi giorni ha presieduto molte riunioni per monitorare e programmare interventi contro la pandemia.

Aggiornamenti sul suo stato di salute verranno diffusi con regolarità.

Breaking News!

Oggi iniziamo con una bella notizia, quanto mai necessaria in questi giorni. È stata appena annunciata la felice nascita del secondo principe del Bhutan! FB_IMG_1584607568443Il piccolo, un maschietto, è nato oggi 19 marzo, che corrisponde al 25° giorno del primo mese dell’anno Male Iron Rat. La madre, la regina Jetsun Pema, e il bambino stanno bene, e il Gyalsey, il Principe ereditario, felicissimo di incontrare il fratellino.

Nella gioia dell’annuncio, i sovrani rivolgono un pensiero a tutti coloro che stanno combattendo la pandemia da Covid-19.

Benvenuto piccolo principe, non vediamo l’ora di conoscerti!

Ladycameron giorno 8 – Le primule della Regina

Se mai vi foste chiesti qual è il fiore preferito di Her Majesty Queen Elizabeth II voilà, ecco a voi la risposta, è la primula!

Come lo sappiamo? Tre anni fa la sovrana ha inviato un messaggio di auguri alla trasmissione radio Gardener’s Question Time, giunta al settantesimo anno di programmazione. In quella occasione avvenne la rivelazione, fatta da John Anderson, giardiniere di Frogmore House a Windsor, dove il messaggio fu registrato. primuleLe primule spuntano nei prati all’inizio della primavera; Shakespeare in The Winter’s Tale le chiama «pallide primule che muoiono nubili» riferendosi al fatto che fiorendo quando gli insetti sono ancora pochi spesso non vengono impollinate. Come tutto ciò che annuncia la rinascita della natura nella bella stagione sono diventate augurio di buona fortuna, e in Inghilterra vengono offerte come porte-bonheur, così come in Francia accade coi mughetti ( Ladycameron giorno 2 – I mughetti di Grace ).  Si racconta che quando il Primo Ministro Benjamin Disraeli presentò a Queen Victoria la Corona delle Indie, lei volle ricambiare con un mazzolino di primule, come augurio di fortuna (in effetti si dice che per trasformarli in un potente talismano questi fiori vadano tenuti stretti al petto con un uovo di cristallo di rocca, ma in questo caso non indagheremo oltre). the queen engagement

Se in fitoterapia si usano per migliorare la circolazione e calmare i battiti del cuore, nel linguaggio dei fiori sono sinonimo di giovinezza, tenera amicizia e primo amore.

Nell’unica fotografia in circolazione dell’annuncio del fidanzamento con Philip  che non sia in bianco e nero, l’abito della giovanissima principessa è di un delicato giallo primula. Immagino che la fotografia sia stata colorata in un secondo tempo e non saprei dire se si tratti del colore originale – l’abito non era esposto nella mostra Fashioning a Reign, rganizzata a Buckingham Palace per i 90 anni di Her Majesty – ma è una singolare circostanza, poiché non v’è dubbio che Elizabeth sia il ritratto della giovinezza e della felicità, accanto al suo primo amore.

Il giallo primula è d’altronde una tonalità che la regina ama e indossa con una certa frequenza; l’ha scelta anche il 29 aprile 2011 per un altro royal wedding, quello tra il nipote William e Catherine Middleton. Una scelta sottile e piena di significati. Perfetta, as usual. the queen w&c royal wedding

Breaking News!

Dall’aggravarsi della crisi da Covid-19 alla dichiarazione della pandemia, c’è una domanda che ogni royal watcher si pone: che fine faranno le nozze di Beatrice di York con Edoardo Mapelli Mozzi? Saranno confermate? Saranno rinviate? princess-beatrice-edoardo-mapelli-mozzi-tOggi arriva la prima notizia in merito: il royal wedding – per ora – è confermato, ma il ricevimento previsto dopo la cerimonia nei giardini di Buckingham Palace è stato annullato (come del resto è accaduto per i tradizionali garden parties, rinviati all’anno prossimo).

La coppia ha dichiarato che non vede l’ora di sposarsi, ma non vuol far correre rischi inutili ai propri ospiti, soprattutto i più anziani, come i nonni di lei. Il rito nuziale dovrebbe essere celebrato venerdì 29 maggio nella Chapel Royal di St James’s Palace, e se davvero si terrà, si preannuncia come un privatissimo affare di famiglia.

 

Ladycameron giorno 7 – Il trifoglio d’Irlanda

Scelta obbligata oggi che è il 17 marzo, festa di San Patrizio che annuncia l’arrivo di una  primavera quanto mai desiderata, anche per gli effetti positivi che l’innalzamento delle temperature potrebbe avere sull’andamento della pandemia in corso. catherine irish paradeQuest’anno la tradizionale parata delle Irish Guards non si è tenuta – ufficialmente perché gran parte del Reggimento è impegnato all’estero – ma forse ricorderete l’anno scorso la Duchessa di Cambridge sfoggiare sul cappotto verde scuro Alexander McQueen una spilla a forma di trifoglio, lo shamrock simbolo d’Irlanda e di St Patrick che ne è il patrono.

Secondo la tradizione Patrick, evangelizzatore dell’isola nel V secolo, usò proprio la piantina per spiegare la Trinità; come questa il trifoglio è uno e trino: un solo stelo regge tre foglie. Nell’Irlanda celtica e precristiana questa pianta era rivestita di valori simbolici e magici, in gran parte legati alla mistica del tre, il numero che in molte culture è considerato sacro. Nel Tao-te-ching si legge: «Il Tao genera l’unità, l’unità genera la dualità, la dualità genera la triade e quest’ultima tutte le cose».

noli me tangereIl simbolismo del trifoglio trinitario fu amato in tutto il Medio Evo e oltre, ed è giunto fino a noi riprodotto in opere dei maggiori pittori del Quattrocento e del Cinquecento; nel Noli me tangere del Beato Angelico Cristo risorto appare alla Maddalena su un prato di trifogli.

order st patrick badge

Dal 1783 il Santo e il suo emblema compaiono abbinati anche nel Most Illustrious Order of Saint Patrick che, fondato da Re George III, divenne il terzo per importanza nel regno, dopo l’Order of the Garter e l’Order of the Thistle. Nelle insegne – insieme con l’arpa celtica, altro simbolo del Paese – compare un trifoglio che contiene una corona in ogni foglia, e il motto Quis separabit? (Chi ci separerà?) è circondato da un giro di piccoli trifogli. 

Esiste poi un trifoglio tutto speciale, che invece di tre foglie ne ha quattro. La sua (relativa) rarità lo riveste tradizionalmente di un grande potere: se nelle fiabe di origine celtica conferiva il dono di vedere gli elfi, la sua caratteristica più famosa è quella di propiziare la buona fortuna. Per questo è simbolo popolarissimo e prediletto da molti.

Il quadrifoglio è con la camelia una delle icone di una vera regina, di talento se non di sangue: Mademoiselle Chanel, che ne faceva bijoux più o meno preziosi – bellissimi quelli storici realizzati per lei dalla Maison Gripoix – e li piazzava anche su borse, bottoni, dettagli, ricami. chanel charms braceletPer le nozze civili del fratello Albert con Charlène Wittstock, celebrate il primo luglio 2011, la principessa Caroline de Monaco indossava sotto l’ampia pamela un paio di piccoli orecchini turchesi, Chanel, ça va sans dire. Avrà voluto invocare la fortuna sugli sposi? In fondo Grace, indimenticata madre dei principi, era di origine irlandese.caroline chanel earring

Ladycameron giorno 6 – Il crisantemo del Tennō

Il Trono del Crisantemo è stato protagonista di molti post negli ultimi mesi, con l’abdicazione del vecchio Imperatore Akihito in favore del figlio Naruhito e i complessi cerimoniali che hanno segnato il passaggio. japan chrysanthemum throneIl fiore, il cui nome deriva dal greco chrysós (oro) e anthémon (fiorente) è originario della Cina e arrivò in Giappone attraverso la Corea, probabilmente nel IV secolo. Qui fu chiamato kiku, e subito apprezzato non solo per la bellezza ma anche per le virtù fitoterapiche: il tè di crisantemo ha funzione depurativa e diuretica, e perciò i Giapponesi, che in cucina ne usano anche le foglie, gli attribuiscono la capacità di favorire la longevità. Ha la caratteristica di sopravvivere anche in condizioni difficili, senza perdere i petali neanche dopo essere appassito, ed è dunque il simbolo della vita dopo la morte, che è in fondo il nostro auspicio quando ne portiamo sulla tomba di chi abbiamo amato.

Il crisantemo simbolo del Tennō è però di una varietà speciale, a sedici petali disposti a raggiera come i raggi del sole, icona perfetta per la famiglia imperiale la cui origine si fa risalire alla dea solare Amaterasu. Fu Go-Toba-tennō che nel XII secolo volle farne il proprio emblema incidendolo sulla katana come simbolo di potere e di immortalità; ancora oggi è sullo stendardo dell’imperatore – oro in campo rosso – e dà il nome al principale ordine cavalleresco del paese. Fino al secolo scorso solo i nobili potevano coltivarlo o adornarsene. Kiku no sekkuUna delle cinque feste annuali giapponesi, che si tiene il nono giorno del nono mese (il 9 settembre) si chiama Kiku no sekku, e affonda le sue radici nel Giappone dei Samurai del XVII secolo. Celebra con la fioritura dei crisantemi l’arrivo della stagione fredda: il crisantemo-sole viene evocato quando la luce inizia a declinare, prosciugando l’energia vitale degli uomini.

In Europa fa la sua comparsa nel XVII senza riscuotere troppo successo, ma nell’Ottocento lo troviamo in tutti i salotti, come dimenticare quello di Odette narrato da Proust in Du côté de chez Swann con grossi crisantemi screziati di rosa d’arancio e di bianco, che tingevano la penombra riempiendola del loro profumo?

Ladycameron giorno 5 – Il giglio di Francia (e di Firenze)

iris biancoIeri, parlando di ginestre, abbiamo sfiorato una delle personalità più affascinanti e complesse dell’epoca: quella Éléonoire d’Aquitaine il cui secondo marito Henry II fondò la dinastia dei Plantageneti sul suolo inglese. Oggi si replica, e tocca al primo marito, Louis VII di Francia. Secondo la leggenda il re, impegnato in battaglia, stava per essere sconfitto e sospinto dagli avversari verso un fiume, quando vide sulla riva un campo di iris fioriti che si spingevano nell’acqua. Comprese dunque che il fiume poteva essere guadato e vi si lanciò coi suoi soldati riuscendo a salvarsi; in ricordo dello scampato pericolo scelse il fiore come suo emblema. Louis VIIL’iris divenne allora noto come fleur-de-Louis ma finì per l’essere confuso col fleur-de-lys, il giglio, per cui nel corso del Medio Evo il giglio prese il posto dell’iris come fiore simbolo del re di Francia. La forma stilizzata del giglio, com’è usata in araldica, rimanda a un’arma, una lancia usata dai Franchi, simile allo scettro gigliato che compare nello stemma di Trieste. Un’altra tradizione risale fino al VII secolo, a Dagoberto, il federatore dei tre regni di Austrasia Borgogna e Neustria, il cui sigillo accorpava tre scettri in una sorta di iris stilizzato, antenato del fiore araldico. giglio firenzeSorte analoga è toccata al fiore simbolo di Firenze: l’iris delle origini – il cui nome botanico è proprio Iris florentina – si è col tempo trasformato nel giglio. È interessante che anche in questo caso il fiore è assimilato a un’arma: i romani lo chiamavano gladiolus, per la forma allungata delle foglie che ricordano una spada, in latino gladius, il nostro giaggiolo.

Dimenticate dunque i significati di solito attribuiti al giglio: fecondità, come quello dell’Antico Testamento, o la purezza attribuita ai santi cristiani; l’elegante iris/giglio rappresenta la regalità, l’aspetto nobile della forza.

 

La foto del giorno – Namasté!

È indubbio che le notizie che arrivano dal Regno Unito sul modo in cui il governo guidato da Boris Johnson si appresta a gestire la crisi da coronavirus ci stiano lasciando assai perplessi, per usare un eufemismo. Molti di voi mi stanno chiedendo se la Regina avrebbe la possibilità di intervenire, argomento assai delicato visto che la prassi vuole che non invada il terreno governativo. Più semplice rispondere alla domanda sul comportamento della Royal Family; vanno ancora in giro? Sì e no, al momento i royal engagements in patria non hanno subito variazioni, mentre è rinviato sine die il viaggio che il Principe di Galles e la Duchessa di Cornovaglia avevano in programma in Bosnia, Cipro e Giordania a partire dal 17 marzo. Quanto ai saluti, se una decina di giorni fa l’unica precauzione presa da Her Majesty erano i guanti indossati anche durante le investiture a Buckingham Palace ( Le foto del giorno – Times change ) il precipitare degli eventi ha spinto Prince Charles a recuperare rapidamente gli antichi legami con l’India, per cui ormai si saluta così. prince charles namastèNamasté!

(e non perdete il video, con una sfilata di star che non rispettano la distanza di sicurezza) https://www.youtube.com/watch?v=usBfrW6yLs8

Ladycameron giorno 4 – La ginestra dei Plantageneti

Ricordate Riccardo Cuor di Leone (Richard The Lionheart, o Cœur de Lion, in francese), il re aitante e coraggioso col più bel soprannome che si possa immaginare? E suo fratello Giovanni Senzaterra (John Lackland) – chiamato così perché da figlio minore non aveva nessun possedimento – che tramava alle sue spalle mentre lui era in Terra Santa per le Crociate? Sono due dei re Plantageneti, dinastia che regnò sull’Inghilterra per più di tre secoli. Il nome deriva dal nomignolo di Geoffroy le Bel, conte d’Anjou, che aveva per stemma un ramo di ginestra (genêt in francese), ma è stato esteso a identificare la sua discendenza solo in epoca moderna. Geoffroy V PlantagenetHenry II, figlio di Geoffroy e di Matilde (figlia ed erede di Henry I d’Inghilterra) divenne re nel 1134 e la sua discendenza regnò di padre in figlio (o in fratello, come nel caso di Riccardo e Giovanni) fino al 1399 quando Richard II fu deposto e ucciso dal cugino Henry Bolingbroke. Con lui, salito al trono come Henry IV, iniziò il regno del ramo Lancaster, sostituito nel 1461 dal ramo York. Entrambi, Lancaster e York, appartenevano alla dinastia dei Plantageneti, e tra loro scoppiò quella celebre Guerra delle due Rose che portò sul trono i Tudor.

Durante i tre secoli e mezzo del loro dominio furono poste le basi dell’Inghilterra moderna: i sovrani Plantageneti riunirono le Isole Britanniche conquistando il Galles e parte dell’Irlanda, e affermarono con alterne fortune la sovranità sulla Scozia e su quelle aree della Francia ereditate da Geoffroy e da Éléonore d’Aquitaine, madre di Richard e John. The-Lion-in-Winter-1968-001L’opera teatrale The Lion in Winter racconta il matrimonio di Éléonore con Henry II; da questa fu tratto un famoso film con Katherine Hepburn, premiata con l’Oscar (e un remake con Glenn Close).

Lo stretto, anche se conflittuale, rapporto con la Francia impresse un notevole sviluppo al sistema politico e amministrativo, insuperato nell’Europa medioevale, da cui deriva l’assetto dello stato come lo conosciamo oggi e molte delle sue istituzioni, compreso il parlamento. Ed è ancora durante il regno dei Plantageneti che si affermò l’epoca d’oro delle cattedrali, e furono edificati Windsor Castle e Westminster Abbey.

Le ragioni che spinsero Geoffroy a scegliere la ginestra come fiore simbolico so avvolte nel mistero, masi sa che dove non arriva la storia arriva la leggenda, due in questo caso. Secondo la prima il giovane, cavalcando in una brughiera vicino a Le Mans, vide un unicorno con testa di donna avvolto in un mantello dorato in un campo di ginestra; tanto forte fu l’impressione che ne ebbe da voler adottare il fiore come suo emblema. Un’altra invece racconta di un giovanissimo Geoffroy che durante una cavalcata fu disarcionato e scaraventato in un burrone dal suo destriero spaventato da un tuono. La provvidenziale presenza di un arbusto di ginestra gli consentì di aggrapparsi evitando di precipitare per cui egli la volle sul suo stemma. ginestraIl giallo splendente di di questa pianta ne fa un simbolo del sole, e del suo corrispettivo minerale, l’oro, contenuto secondo Plinio nelle cenere della ginestra. Nel medio Evo la sua bellezza semplice ne fece l’incarnazione di Modestia e Umiltà, che ispirò san Luigi, Re di Francia, cui si fa risalire la fondazione dell’Ordre de la Cosse du Genêt.

Ordre de la Cosse du Genêt

Copyright: Norbert Pousseur

I cavalieri indossavano un mantello bianco con cappuccio viola e un collare su cui si alternavano ilfiore di ginestra e il giglio. Dal collare pendeva una croce piena di fiordalisi con la scritta Exaltat humiles (esalta gli umili). Cento cavalieri di quest’ordine proteggevano il sovrano.

Secondo una leggenda siciliana invece la ginestra sarebbe stata maledetta da Cristo, che mentre pregava nell’orto del Getsemani  fu scoperto dai soldati a causa del crepitio della pianta, condannata a crepitare in eterno quando venisse bruciata. È una storia che trova un’eco sinistra nel tragico episodio di Portella della Ginestra: il primo maggio 1947 gli uomini della banda di Salvatore Giuliano aprirono il fuoco contro i contadini che celebravano la festa del lavoro, uccidendone undici.

La Ginestra, o Fiore del Deserto, celebrata da Leopardi nel Canto XXIV, i cui primi versi recitano:

Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor nè fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.