Nemmeno il piccolo stato himalayano, su cui regna uno dei nostri monarchi preferiti, è immune dalla pandemia, anche se i numeri sono fortunatamente assai modesti. Di circa ottocentomila abitanti i contagiati sono al momento 5, i guariti 2. Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck nei giorni scorsi ha viaggiato per il Paese per verificare che le strutture sanitarie siano pronte ad affrontare l’emergenza e che le varie filiali della Food Corporation of Bhutan siano rifornire di derrate alimentari. Ha anche visitato negozi e laboratori di artigianato, per rendersi conto dei danni all’economia. Nel piccolo e appartato Bhutan il Covid-19 è arrivato lo scorso marzo, portato da un turista statunitense.
Il sovrano ha rapidamente deciso di chiudere le frontiere, preoccupato soprattutto dalla rapida diffusione dell’epidemia nella vicina India; la quarantena è stata fissata in 21 giorni, e coloro non in grado di autoisolarsi (a oggi circa tremila persone) sono ospitati in alberghi a spese dello stato.
A Mongar la Royal Guest Lodge è stata trasformato in un presidio Covid-19, ma il Re pensa già al futuro: quando sarà tutto finito, la struttura resterà un ospedale, ma verrà rivonvertito in centro di ostetricia e neonatologia. Ci sarà una ragione se His Majesty ci piace tanto!
Quando si dice “superare le difficoltà per migliorare”! La scelta di attrezzare il nuovo ospedale con la prospettiva di trasformarlo in una realtà duratura è l’esempio migliore. Tanto di capello a questo re!!
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Come trasformare le crisi in opportunità, un gesto che saggezza, visione, e cura per i propri sudditi, davvero regale.
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