Non sarà il marcio di shakespeariana memoria, ma ciò che sta accadendo alla Corte danese sembra davvero un pasticcio, quanto meno per come viene comunicato.

I fatti. Ieri, 28 settembre, viene diffuso un comunicato con un annuncio piuttosto scioccante: a partire dal prossimo 1 gennaio i figli del principe Joachim, secondogenito della regina, pur restando nella linea di successione al trono verranno privati del titolo di principe e principessa e del predicato Sua Altezza, e manterranno solo quello di conte/contessa di Monpezat, ereditato dal defunto principe consorte. Nel 2008 Margrethe II aveva stabilito che i discendenti del marito ne portassero il titolo; nel 2016 la decisione che tra tutti gli otto nipoti solo il principe Christian, secondo nella successione dopo il padre Frederik, ricevesse un appannaggio pagato dai contribuenti. Con un’ardita operazione aritmetica, la sovrana ha dunque realizzato che uno più uno fa meno quattro, e stabilito che tra tre mesi Nikolai, Felix, Henrik e Athena saranno conosciuti solo come Sua Eccellenza il Conte/la Contessa di Monpezat. Una mossa che ha lasciato i più senza parole, perché se la ragione – rendere più snella la casa reale e contenere le spese, decisione che stanno prendendo anche altri sovrani – è comprensibile e persino apprezzabile, la modalità lascia quanto meno perplessi a causa del valore retroattivo insito nella norma che declassa seccamente i quattro ragazzi, nati principi di Danimarca.
Non ha tardato a far arrivare la sua protesta la Contessa di Frederiksborg, nata Alexandra Manley, prima moglie di Joachim e madre dei suoi figli maggiori, il ventitreenne Nikolai e Felix, 20 anni. Da madre di due principi reali diventerebbe madre di semplici conti; non si fa! Oggi alla sua si è unita la voce sdegnata dello stesso Joachim; al giornale B.T. ha smentito quanto dichiarato dalla portavoce della Casa reale, secondo cui egli era al corrente della decisione materna. Raggiunto a Parigi dove vive con la famiglia, il principe ha affermato che lo scorso gli era stato presentato un piano secondo cui i figli avrebbero perso il titolo regale al compimento dei 25 anni, per consentire loro di scegliere in libertà stile di vita e professione. Insomma, un bel pasticcio. Non v’è dubbio che la gestione dei figli cadetti sia un problema per molte famiglie reali – negli anni c’erano state voci sull’insoddisfazione di Joachim, che non è probabilmente estranea alla decisione di trasferirsi in Francia, assumendo un incarico presso l’ambasciata danese – ma Lady Violet ha qualche dubbio sull’efficacia di operazioni del genere. Harry, non sei solo!
Posso dire che questa tendenza non mi piace nemmeno un po’? Ma i modi regali, che fine hanno fatto? C’è proprio del marcio in Danimarca ( e non solo)!
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Sono d’accordo, anche perché se le famiglie reali iniziano a comportarsi anche pubblicamente come tutti (anzi, come molti e peggio di molti altri) alla fine ci sarà qualcuno che si domanderà qual è il senso della monarchia.
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